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Autore: sallythecountess    27/11/2020    0 recensioni
Lia, Zoe e Mari sono tre ragazze nate e cresciute nel piccolo paesino di Playa del Monte. Migliori amiche storiche, hanno una cosa in comune: le estati a lavorare al bancone del Chaos. Cristallizzate in storie sbagliate e ormai morte, saranno in grado di affrontare i cambiamenti che la vita gli proporrà in dodici mesi speciali?
(Tratto dal testo)
"Sono tre anni che la aspetto, tre anni in cui non ho mai avuto nessun margine per sperare, eppure l’ho amata lo stesso. In silenzio, a distanza, contando fino a cinque ogni volta che mi concedevo di guardarla, per non sembrare il pazzo che sta ore a fissarla. Tre anni che mi tormento, analizzando ogni suo gesto e ogni parola, nella speranza che lei stia cercando di farmi capire qualcosa, ma allo stesso tempo con la paura di poter fare o dire troppo e dimostrarle il mio amore, rovinando l’affetto che ci lega. L’ho consolata quando stava male, ho sorriso quando lei era felice, anche se spesso stavo morendo dentro. Ho sopportato di vederla con un altro, ho anche sperato che tornassero insieme, solo perché volevo che lei fosse felice..."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo: perché Lia è una stronza
Lia non riuscì neanche ad arrivare a casa, per il troppo piangere. Non riusciva a guidare in quello stato, e così rimase per parecchio tempo in strada, cercando di calmarsi. Non era certa di aver fatto la scelta giusta, e la sola idea di averlo perso davvero le faceva malissimo, ma non poteva proprio fare diversamente.
Arrivò molto tardi a casa di Zoe, e si chiuse nella sua stanza per non parlare con nessuno, ma trovò le chiamate di Jin, che non aveva fatto altro che telefonare.
“Dove sei?” le sussurrò pianissimo, quando Lia richiamò, e lei disse solo “nella mia stanza…”tranquillizzandolo per un attimo. Mille paure avevano preso in ostaggio il cuore di Jin, ma ora un po’ più calmò, riuscì a chiederle come stesse. Lia sorrise soltanto, ma non rispose e lui aggiunse “…facciamo pace Lali, sì? Perché non riesco ancora a crederci…”
“Vorrei qualche giorno di ferie Jin. Ho bisogno di un po’ di tempo da sola…”rispose lei molto seria e anche triste e lui pensò solo “è una coltellata questa” ma riuscì a reprimere le lacrime e a risponderle “…tutto quello che vuoi, ma dimmi che non stai scappando da noi…”
“Ho bisogno di una pausa da tutto questo…”bisbigliò appena con gli occhi chiusi e lui si sentì morire. Gli faceva male da impazzire l’idea di doverla lasciare andare, ma non aveva assolutamente scelta, così le disse che le avrebbe concesso tutti i giorni che voleva e lei sbuffò soltanto. Non era certa che fosse la cosa giusta, ma almeno avrebbe avuto il cuore tranquillo per un po’.
“E per favore, non chiamarmi Jin…”aggiunse decisa, ferendolo letteralmente a morte.
“Lali, amore, ti prego, non può finire così…”provò a ripetere, ma ormai aveva capito che era davvero finita e il cuore gli si era totalmente spezzato.
“Ciao Jin, ci sentiremo quando starò meglio…” sussurrò piano, chiudendo la chiamata e azzerando contemporaneamente ogni possibilità di dialogo.
Jin rientrò al bancone del Chaos e si ritrovò un po’ di amici che lo fissavano con fare colpevole. Zoe lo aveva detto a Max e lui aveva convocato tutta la truppa, tranne Rosi, ma Jin  vedendoli disse solo “non voglio parlare con voi, non oggi” recuperando una bottiglia e si allontanò verso la spiaggia. L’ultima cosa che voleva in quel momento era che qualcuno vedendolo piangere e struggersi per Lia gli dicesse “te lo avevo detto”, ma non riuscì a tenerli lontani a lungo. Fu Max il primo ad avvicinarsi: lo trovò di spalle e disse piano “dai, adesso è arrabbiata, ma tornerà perché ti ama...” Jin era letteralmente in un milione di pezzi, e scosse solo la testa, incapace di parlare.
“Ci parliamo noi, dai. Vedrai che riusciremo a convincerla…” aggiunse Tom, molto piano e Jin scuotendo la testa ruggì che era tutto inutile, e poi raccontò loro tutto quello che non sapevano, lasciandoli senza parole.
“Sì, ma andiamo: ha sopportato molto peggio da Tony, che senso ha chiudere dall’uomo perfetto che la adora per una cosa così stupida?”aggiunse Max, rubando la bottiglia del suo amico e Jin rispose piano “…appunto: mi ha detto chiaro di aver già avuto un bastardo di cui non si fida, e di non volerne un altro. E io non so come diavolo sia possibile che pensi che io sia un bastardo sinceramente, ma a quanto pare devo esserlo davvero, perché lei adesso è in un letto a piangere e ha intenzione di non venire neanche più a lavorare…”
“Dai, mandale due rose domani con un bel biglietto e le passerà tutto…” suggerì Tom, cercando di essere incoraggiante, ma Jin scosse solo la testa.
Lo fece, le inviò due dozzine di rose il giorno dopo, ma lei gli scrisse solo “grazie, ma non dovevi…” e poi non rispose più a nessuno dei suoi messaggi per giorni. Lia era in mille pezzi, e non faceva che guardare le loro foto e piangere. Si sentiva tradita e ingannata dall’unico uomo al mondo in cui aveva riposto una fiducia cieca, e non riusciva a calmarsi in nessun modo. Era pentita di avergli regalato totalmente il suo cuore, perché aveva permesso a Jin di superare tutte le sue protezioni e di penetrare nella sua anima come mai nessuno, ed ora doveva strapparlo via da lì e proprio non ci riusciva.
“Siete entrambi in uno stato vergognoso, lo immagini, no?”commentò sarcastica Zoe, raggiungendola a sorpresa il terzo giorno e lei sospirò soltanto, ma non disse nulla.
“Non ti sembra che sia il caso di superare questa cosa? Ok, ha una migliore amica che parla male di te, e hanno fatto sesso, ma non ti sembra eccessivo per lasciare un uomo che sta letteralmente morendo per te solo per questo? Insomma: niente tradimenti, niente inganni, niente bugie…”aggiunse serissima e Lia scosse solo la testa e ruggì “come no, niente inganni e niente bugie…”facendo infuriare l’amica.
“So che non ti piacerà quello che sto per dire, ma hai mai provato a vedere le cose dal lato delle persone che tengono a Jin?” aggiunse rigidissima, e Lia la fissò soltanto, ma con occhi di brace. Zoe aveva pensato a quel discorso per giorni, e nella sua testa era anche ben congegnato: le avrebbe fatto capire che le cose dall’esterno erano diverse e Lia ci avrebbe ripensato. Solo che la nostra amica dai capelli rossi, come sempre, aveva un carattere un po’ irascibile, e usò modi un po’ troppo bruschi per Lia.
“…devo essere sincera: tu sei la mia migliore amica al mondo, ma molte volte ho pensato anche io che ti stessi comportando da stronza egoista con lui…”
“Addirittura?” chiese Lia sconvolta, e Zoe annuì soltanto.
“Vedi, a volte sembrava davvero che tu non volessi vedere come stessero le cose. Tu gli scodinzolavi intorno, cinguettavi allegra, flirtavi costantemente, lo coccolavi e lo riempivi di affetto, e quel poveretto si illudeva. S’innamorava ancora di più ogni volta, e poi finiva per starci da cani quando tu andavi via. E’ questo il motivo per cui è andato a letto con Rosi, sai? Io c’ero quella Vigilia di Natale, ed era letteralmente uno straccio…”
Lia non capì il discorso di Zoe, non subito. Si infastidì molto, ma la lasciò continuare.
“…te lo ricordi, no? Tu avevi fatto un sacco di cose per lui e avevate passato la serata vicini a giocare a carte ridendo. Gli avevi anche tenuto la mano per un po’, e lui era così felice. E poi, da un momento all’altro, sei scappata via perché Tony è venuto a prenderti, e…lui ha smesso di sorridere. Si è letteralmente spento, e ci ha invitati al Chaos perché non aveva abbastanza alcol a casa. E poi ha iniziato a parlare di te, di questo suo tossico amore non corrisposto, ed è stato davvero tristissimo…”   
Lia ingoiò soltanto la saliva, e si asciugò due lacrime che aveva sulla guancia, ma era mortalmente addolorata per l’atteggiamento aggressivo di Zoe.
“Ci ha detto che era comunque felice, perché ti eri letteralmente illuminata quando avevi visto il messaggio di Tony, e per quanto lui lo odiasse, era felice di saperti felice. Una scena penosa, davvero…” concluse Zoe seria e con un fare estremamente critico, che Lia detestò letteralmente.
“E non fare la santa, dai…” aggiunse scocciata e Lia ruggì che non stava facendo proprio nulla.
“Beh ammetti di essere stata molto ambigua con lui, almeno nell’ultimo anno, dai. Non facevi che toccarlo, cercarlo, strusciarti, sorridergli, sbaciucchiarlo, fare scenate di gelosia, però neanche gli davi una speranza di poter stare insieme. Si è mangiato il fegato quel poverino, ed è per questo che ti hanno chiamato la stronza…”
“Io non l’ho fatto di proposito. Non volevo fargli male, ma anche io stavo gestendo la mia attrazione per lui…” ringhiò Lia scocciatissima, ma anche molto triste. Non era bello sentirsi dire di aver fatto del male a Jin per tanto tempo, ma lei davvero non lo aveva fatto di proposito. Zoe si addolcì un attimo in quel momento, e con fare comprensivo le disse piano che lo sapeva, ma che forse avrebbe dovuto pensare un attimo meglio alle conseguenze delle sue azioni.
"Io so anche cosa ti ha spinto ad allontanarti finalmente da Tony, e so anche quanto eri fragile all’epoca, per questo non te ne ho mai fatto una colpa, ma gli altri non lo sanno e non puoi pretendere che capiscano…”
“Pensavo tu capissi…” sussurrò piano, perché Zoe le aveva aperto quella immensa ferita e l’amica sbuffò e disse le parole sbagliate. Non voleva farle del male, ma ogni volta che si toccava quell’argomento Lia crollava letteralmente.
“Sì, ma non può essere la scusa per tutto. Ti sto facendo ragionare sul fatto che per molto tempo hai fatto del male a Jin e tu…” le disse un po’ troppo bruscamente Zoe, e Lia scattò.
Non le disse nulla, scosse la testa e uscì, senza neanche dare spiegazioni all’amica, che pensò solo “cazzo!” perché forse era stata troppo rigida.
Capitolo: Un ritorno inatteso
Lia tornò a casa dei suoi genitori, e per qualche giorno ancora rimase in ferie, poi però la vita le fece un enorme regalo: la sua insegnante dell’accademia le chiese se fosse interessata ad un corso di danza e lei impazzì di gioia.
Era una cosa molto piccola, un corso per delle bambine, ma era il sogno di Lia, che capì che quello era il suo destino. Decise di tornare al Chaos, allora, e il cuore di Jin scoppiò ritrovandosela davanti. Anche Zoe e Pablo la fissarono pieni di speranze, ma lei era andata lì per licenziarsi.
“No Lia, ti prego…” le disse Jin sconvolto, pensando che lo facesse solo per quella loro rottura, ma lei serissima rispose piano che ci teneva davvero a quel lavoro e che voleva un nuovo inizio.
“Sono molto orgoglioso di te e del tuo lavoro nuovo…”le disse, sforzandosi di stare calmo, ma totalmente in mille pezzi.
“…però Lia questo posto è quasi più tuo che mio, dannazione. Vuoi davvero licenziarti?” aggiunse cercando di trattenere il magone, ma lei annuì e basta, mentre versava un paio di lacrime.
“Resterò per un po’, magari. Ti aiuterò a trovare una sostituta bravissima…” bisbigliò appena e lui scosse solo la testa esasperato.
“Io…faccio qualunque cosa Lia pur di non perderti, davvero…”le sussurrò piano, ma Lia rispose rigida “questo non c’entra Jin. Il licenziamento non è legato alla nostra rottura…”
“Ma perché fai così? Perché mi tratti con questa freddezza? Ho fatto uno sbaglio, lo so, ma merito davvero tutto questo?”aggiunse esasperato, ma lei rispose solo con “è inevitabile che le cose vadano così…” facendolo sbuffare forte. Poi, però, mentre usciva sentì “…io te l’ho sempre detto che era solo un sogno, vedi? Adesso mi trovo solo nel nostro letto, sul divano dove ci coccolavamo, e non riesco a fare a meno di chiedermi perché diavolo mi è successa una cosa così bella, se poi è finita subito” e le si spezzò il cuore.
Lia rimase per altri dieci giorni al Chaos, e furono pesantissimi. Lei e Jin si fissavano da lontano, con enormi occhi di pianto e sembrava che avessero mille cose da dirsi, ma non si parlavano praticamente. Lei fu gentile con i clienti, e non annunciò il suo addio al bar se non pochi giorni prima del suo licenziamento. Nessuno poteva crederci, ma nessuno riusciva a smuovere la sua determinazione. Era imbarazzante lavorare insieme ora che non potevano stare troppo vicino, e Lia sembrava sempre, costantemente, desiderare di essere altrove. Quando poi giunse il weekend del compleanno di Lia, quello che avrebbero dovuto trascorrere insieme a Parigi, Jin decise di fare comunque un gesto carino, così la raggiunse mentre era di spalle e le disse piano “…parti con un’amica domani. Ti cambio io il biglietto, devi solo darmi i dati dell’altra persona…”
Lia si sentì letteralmente morire per quella frase. Non avevano mai davvero parlato, malgrado si vedesse che lui voleva davvero provare a farlo.
“…non esiste. Farebbe troppo male. Puoi andare tu, però…”rispose, senza girarsi a guardarlo e lui scosse solo la testa e sussurrò piano “mi ucciderebbe, onestamente” facendola sorridere piano.
In quel momento, allora, Lia si girò e lo fissò profondamente negli occhi, con tanta tenerezza da farlo letteralmente soffocare.
“Ci tenevi tanto ad andare a Parigi…” le disse, con due enormi occhi languidi e Lia scosse la testa e sospirando bisbigliò piano “…ci tenevo ad andare con te, Jin. Ora sarebbe una tortura…”
In quel momento, non si sa come o perché, ma Jin si ritrovò un po’ troppo vicino a lei e prendendole le mani disse piano “…andiamo io e te. Scappiamo insieme da tutto e proviamo a parlarci come facevamo prima…”
Lia fu scossa da un brivido talmente forte per quelle parole, che anche lui se ne accorse, e sperò che quello fosse un sì, ma lei scosse solo la testa e sospirando disse piano “…non è possibile, purtroppo. Non si scappa da una ferita come la mia…”
Gli voltò le spalle e fece per andarsene, allora, ma sentì “…voglio curare quella ferita, ma tu non hai nessuna intenzione di farmi capire come fare. Voglio ricucirla e prendermene cura, ma tu non mi permetti neanche di avvicinarti. C’è sempre un muro tra noi, qualsiasi cosa io faccia, tu ormai sei distante e lontana e sembra quasi che non ci siamo mai amati per davvero…”
La frase di Jin era davvero eccessiva, e Lia lo fissò furibonda, ma non le fu necessario parlare, perché lui alzò le mani e disse piano “ok, scusa era una stupidata, ho esagerato. Ti chiedo scusa, so che sei stata innamorata di me. Sono solo letteralmente a pezzi, e continuo a non capire perché non possiamo stare insieme, onestamente. E mi aspettavo che dopo tanti anni come amici, riuscissimo almeno a parlarci, invece no. Hai deciso di lasciarmi, non rispondi quando ti chiedo di parlare, e sembra sempre che faresti qualsiasi cosa per starmi il più lontano possibile ed io non so neanche che cosa ho mai fatto per meritarmi tutto questo astio e disprezzo. Io non so più che fare Lia e mi manchi…”
“Sono solo molto ferita…” rispose pianissimo, e lui le accarezzò piano i capelli e sussurrò “…parliamone Lali, proviamo a chiarirci. Io ti amo da impazzire, dai…”
In quel momento era troppo vicino al viso di lei, ed era evidente che volesse baciarla, perciò Lia avvampò letteralmente e abbassò lo sguardo, ma lui accarezzandole la guancia le sussurrò piano “e io ti manco mai, Lali?”
“Secondo te?” rispose risentita, ma anche molto dolce e lui sorrise soltanto e mettendole due dita sulle labbra sussurrò “dimmelo Lali. Ho troppo bisogno di sentirti dire che anche tu pensi ancora a noi, a come facevamo l’amore, ai nostri progetti, alle coccole a letto la domenica mattina…”
“Certo che ci penso…” rispose amareggiata, abbassando lo sguardo, e Jin sorrise in modo splendido e le disse piano “…partiamo da soli Lali. Coccoliamoci per un intero weekend, e fatti consumare le labbra a furia di baci…”
“Non posso dimenticare quello che è successo, mi dispiace…”rispose Lia, non molto convinta ad essere onesti, ma lui scosse solo la testa e rispose piano “non dimenticare, perdona…”
“Ci vuole molto tempo per il perdono…”rispose Lia piano, e stranamente Jin si sentì speranzoso. Le sue parole erano piuttosto chiare, non aveva detto “no, mai” ma aveva chiesto tempo e questo era positivo. Quella sera le scrisse una lunghissima dichiarazione d’amore, e Lia sorrise soltanto. Aveva trovato una nuova stanza vicino al lavoro nuovo e i suoi giorni al Chaos e a Playa del Monte stavano per finire, eppure lei si sentiva totalmente sottosopra.
E poi, proprio quando i nostri due personaggi dormirono sereni per la prima volta, con una speranza nel cuore, qualcosa cambiò improvvisamente e i piani di Lia furono stravolti.
Il giorno dopo era in ritardo, anche troppo e questo era molto strano, ma nessuno disse nulla. Arrivò dopo quasi due ore in cui Jin si era mangiato il cuore, scese da una macchina e corse dentro.
Jin non voleva chiederle con chi fosse stata, non voleva saperlo, ma Zoe glielo chiese immediatamente e Lia rispose piano “…ho avuto un incidente d’auto, niente di grave, ma la mia macchina è morta…”poi fissando Jin chiese scusa, e lui annuì soltanto sorridendo. Sembrò finita lì, ma Lia era palesemente a disagio e questo attirò l’attenzione di Zoe, che prese a studiarla nei dettagli. E poi accadde: dalla porta entrò Tony, e Lia sbuffò soltanto.
“…se mi lasci il cellulare in auto è difficile che io possa lasciarti andare via, gattina…”le disse con voce felpata, e Jin si sentì morire. Senza dire una parola si allontanò da solo, ma fu Zoe a gridare “non ci credo…”
“E’ brutto essere scaricato dalla donna che ami, eh cinese? Magari da questa brutta storia impari a non metterti in mezzo quando due si amano…”gli disse Tony trionfante, ma Lia gli urlò solo di smetterla e togliersi dai piedi, e Jin scomparve dietro ad una porta senza parlare.
“Ho chiamato mio padre, subito dopo l’incidente e gli ho chiesto aiuto. Non so perché, ma lui mi ha mandato Tony con la sua auto…” disse improvvisamente Lia piano, entrando nella stanza in cui si era rifugiato Jin. Era seduto per terra, con le mani sulla testa e le disse solo “bene, capisco…”soffrendo tantissimo.
“Senti Jin, ora che sono senza auto per me è molto difficile spostarmi e…”provò a dire Lia, ma lui serissimo disse solo “…vai pure, se è quello che vuoi. Ho provato a trattenerti, ho fatto qualsiasi cosa in mio potere per non perderti, per convincerti a restare, ma a quanto pare non è questa la tua strada. Ti auguro ogni bene, perché sei una donna straordinaria…”
Entrambi sospirarono per quelle parole, e Lia pianse anche, ma lui non riuscì a guardarla negli occhi pronunciandole. A fine serata, quando Lia annunciò che era la sua ultima serata, Zoe iniziò ad urlare e Max cercò di convincerla, ma lei ormai aveva deciso e andò via tra le polemiche generali. Uscì, iniziò a camminare perché suo padre non era ancora arrivato, e si sciolse in un mare di lacrime. Le faceva davvero male quell’addio, era la fine di un grosso capitolo della sua vita e lei si sentiva morire, ma era certa di stare facendo la cosa giusta.
Il giorno dopo, però, Playa del Monte si svegliò immersa nello scandalo: Tony aspettava un figlio dalla sua nuova fidanzata diciottenne ma era letteralmente scomparso, lasciando la poveretta tutta sola con la sua pancia. Chi era l’ultima persona con cui l’avevano visto, secondo voi? La nostra Lia, ovviamente. E così nel paese iniziarono a diffondersi dicerie sui due ex amanti, che spezzarono quel che restava del cuore di Jin.
 Capitolo: una serata
Lia si era trasferita in città da qualche giorno, ormai, e aveva preso una stanza in un convitto di religiose. Aveva tante nuove coinquiline e un nuovo lavoro, ma le mancava comunque qualcosa. Non aveva avuto il coraggio di scrivere a Zoe, anche se qualche volta aveva scritto a Jin, presa dalla malinconia, e lui le aveva anche risposto, ma molto freddamente. Si era detta che probabilmente a lui non faceva piacere sentirla, ma la verità era un’altra.
Vedete, Jin non sapeva cosa fosse successo tra la sua ex e il caro Tony, ma il fatto che lui fosse scomparso proprio quando era partita lei, lo aveva insospettito. Se la stava passando parecchio male senza di lei, e Zoe e la sua nuova collega lo detestavano perché continuava a mettere canzoni deprimenti al Chaos. La sostituta di Lia era una signora di quarant’anni con tre figli, che cercava in tutti i modi di dargli consigli, ma Jin ormai era a pezzi.
Samantha, l’aveva beccato più volte in contemplazione di vecchie foto, e tutti ormai lo avevano riaccompagnato a casa almeno una volta, perché stava bevendo troppo. I suoi amici, però, per l’ennesima volta avevano fatto una scelta sbagliata: continuavano a dirgli che non doveva scriverle o chiamarla, e mille volte gli avevano nascosto il telefono quando aveva bevuto troppo, perché volevano evitargli di umiliarsi ulteriormente. Erano tutti convinti che quel pettegolezzo su Lia e Tony fosse quanto meno fondato, perciò in un disperato sforzo per proteggerlo, si comportavano da mamme chiocce, ma volete sapere la verità? Lia era molto perplessa per quel comportamento di lui.
Le aveva fatto tutto quel discorso romantico, e adesso non le chiedeva neanche come stesse? Che senso aveva quella cosa?La prima sera in cui aveva trovato il coraggio di scrivergli, era stato per una sciocchezza. Stava sistemandosi nella sua stanzetta, e aveva trovato tra le sue cose una tshirt di Jin che aveva preso in prestito, così gli aveva mandato una foto e allegra gli aveva scritto “Don sarà contento: devo riportartela…”
Era un modo per suggerire che avrebbero dovuto rivedersi, a lei parve evidente, ma Jin non capì. Rispose quasi dodici ore dopo, e le scrisse solo “non preoccuparti, puoi tenerla” lasciandola alquanto perplessa. Lia sapeva dei pettegolezzi su lei e Tony, e se volete saperlo, era anche l’unica a sapere dove lui fosse in realtà perché le aveva telefonato, ma era certa che nessuno dei suoi amici potesse credere a quella stupida diceria. Invece, in realtà, ci credevano tutti. Solo Mari la chiamò e le chiese spiegazioni, sconvolgendola totalmente.
“Ma ti pare che tornavo con uno che mi ha annunciato la cosa dicendo ‘questa tizia è più stupida di te, e neanche mi ascolta. Non sono riuscito in nessun modo a convincerla a sbarazzarci di questo ragazzino’? Sei pazza?” spiegò Lia scocciata, ma dire quelle parole l’aveva comunque ferita.
Mari era una delle tre persone al mondo a sapere dell’aborto di Lia. Era capitato circa due anni prima, lei aveva scoperto di aspettare un bambino e ingenuamente lo aveva confessato a lui, che aveva fatto qualsiasi cosa per dissuaderla dall’avere quel figlio. Alla fine aveva ceduto, e fragile com’era  aveva rinunciato al suo bambino, ma Lia non si era mai perdonata per quel gesto. Era stata malissimo per mesi, e poi era riuscita a rimettersi in piedi quando Jin aveva avuto bisogno di lei, un anno e mezzo prima. Questo aveva rovinato il rapporto tra Lia e Tony, questo l’aveva inconsapevolmente spinta tra le braccia di Jin e questo era il motivo per cui mai al mondo sarebbe tornata con Tony, anche se ci aveva messo troppo tempo a realizzarlo.
Da buona amica, Mari scrisse a Jin che Lia non c’entrava nulla con la fuga di Tony, ma lui scosse solo la testa e si disse che per un po’ voleva cercare di vivere senza pensare a quel nome o a quegli occhi. Non ci riuscì, ovviamente, ma la vita gli fece una sorpresa niente male.
 Da giorni Lia si chiedeva se fosse il caso di partecipare ad una serata in cui c’era una cover band di amici di Jin. Sapeva che lui ci sarebbe stato, perché andava sempre alle loro serate e così decise di andare per far finta di incontrarlo per caso. Così convinse un paio di nuove coinquiline a uscire, indossò il suo famoso vestito a fiorellini e grazie ad un passaggio arrivò alla serata con il cuore in gola.
Non le fu difficile trovarlo, come sempre era il più alto di tutti. Non sapeva neanche lei perché avesse tanta voglia di vederlo e parlarci, ma voleva davvero ascoltare quelle canzoni con lui, perché alcune di quelle gliele aveva cantate lui dolcemente. Avvampò letteralmente vedendolo da lontano, e inavvertitamente le si stampò sulle labbra un sorriso dolcissimo, poi però si accorse che non era solo e fu come un cazzotto nello stomaco. Stava bevendo, e aveva Rosi accanto, e Lia pensò solo “no, non voglio saperne nulla” così disse alle amiche che aveva bisogno di aria, e scappò all’uscita del locale.
Stava quasi per avere una crisi di panico, aveva lo stomaco totalmente stretto da una morsa, e non respirava bene, quando sentì qualcuno pronunciare il suo nome. Max e Tom erano ovviamente con Jin, Rosi e Josè, ma erano usciti per fumare con due ragazze. Vederla sorprese non poco il nostro amico con gli occhi azzurri, che disse immediatamente sottovoce a Tom “corri a chiamare Jin, adesso”.
 “Max mi dai un passaggio?” chiese lei, con due enormi occhi da cagnolino spaventato e lui sorridendo le chiese dove volesse andare. Lia era nervosissima, continuava a fissare l’uscita del locale, temendo che comparissero Jin e Rosi, così disse piano “Dai, andiamo, per favore…” e lui ridendo le chiese di nuovo di spiegarsi.
“Non voglio vederli insieme, va bene?” ruggì spazientita incalzata da quel modo di fare di Max, e lui sorrise in modo molto ammiccante, ma non disse una parola. Qualcun altro disse piano “di che stai parlando?” facendole venire i brividi.
L’aveva vista, e non era certo che la ragazza che aveva visto fosse Lia, ma c’erano troppe cose in comune: il vestito che le aveva regalato, i capelli morbidi, il fisico. Insomma se non era Lia, poteva essere solo un’allucinazione, perciò aveva provato comunque a seguirla e uscendo aveva incontrato Tom che gli aveva confermato il suo sospetto. Era uscito pieno di aspettative e gli era davvero venuto un infarto nel sentirle dire quelle parole.
“E…vi lascio soli” concluse Max, mettendo una mano sulla spalla del suo amico e svanendo nella folla.
“Ciao…”sussurrò Lia piano e Jin le chiese serissimo “non c’è la band di Tony stasera, vero? Non sei venuta con lui?” facendola ridere forte.
“Ma ti pare? Non andavo alle sue serate neanche quando stavamo insieme, figurati ora…” rispose divertita, ma lui era terribilmente confuso, così le chiese perché fosse a quella serata e Lia sorridendo disarmata si strinse nelle spalle e rispose “non lo so bene neanche io, se vuoi la verità. Ho visto di questa serata, ho pensato che ci saresti stato anche tu e…volevo venire”
“E perché te ne volevi andare, allora?” aggiunse, abbassandosi molto per avvicinarsi al suo viso e guardarla negli occhi, ma lei sbuffò soltanto e rispose serissima “e secondo te? Pensavo fossi ad un appuntamento galante e non volevo disturbare…”
Il cuore di Jin per la prima volta in due settimane riprese a battere, e dolcissimo le chiese piano “…e secondo te io mi portavo anche Josè ad un appuntamento galante?” facendola ridere e ridendo nervosamente a sua volta.
“Sei bellissima, lo sai?” le disse piano, appoggiandosi al muro contro cui lei era sdraiata e le guance di Lia divennero rossissime, ma sostenendo il suo sguardo gli rispose “…anche tu, lo sai?” facendolo ridere.
“Hai messo questo vestito per me?” sussurrò piano, sfiorando con un dito una bretella del vestito e lei mordendosi il labbro annuì soltanto.
“Sono un po’ ubriaco Lali, posso confessartelo?” le disse, vicinissimo alla sua bocca e lei si sentì letteralmente morire e disse piano “meglio, così mi dirai soltanto la verità…”e lui scosse solo la testa.
“Te ne vuoi andare o entriamo dentro a berci una cosa io e te? Possiamo mangiare qualcosa o anche ballare o cantare se ti va, oppure pomiciare se per caso lo vuoi…” provò a dire, sfoderando tutto il suo fascino, ma Lia rispose piano “non mi va di stare dove c’è lei. Scusa…”
“Ma che ci importa delle altre persone, Lali?” le disse piano, ma lei scosse solo la testa.
“Potrei anche dirle di andarsene, ma non penso mi ascolterebbe perché ha una mezza storia con uno della band…”rispose Jin accarezzandole il viso, e di nuovo Lia tremò come una foglia per le sue mani.
“Non possiamo entrare e fingere di esserci solo noi due Lali? Dai…”le disse piano, prendendola per il bacino e Lia sbuffò soltanto.
“Non parliamo con nessuno, ci allontaniamo da tutti…” aggiunse, stringendola e Lia pensò che quella frase significasse: non posso dire a Rosi di andare a casa perché siamo venuti insieme, ma non ho nessuna intenzione di frequentarla, così ridacchiando gli disse che sarebbe entrata con lui se avesse tenuto le mani al loro posto, perché Jin aveva cominciato ad abbracciarla e lui annuì e giurò che sarebbe stato buonissimo, però la afferrò per mano e fece per entrare quando lei lo trattenne.
“Jin, hai fatto sesso con lei?” chiese, spaventata e quasi sconvolta e lui sorridendo disse piano “quando Lia? Un anno e mezzo fa? Sì. Adesso? No. Non ci penso neanche a dire il vero e sai perché?”
Lei scosse soltanto la testa, con enormi occhi da bambina, e lui disse piano “…perché voglio poter dire che l’ultima donna con cui sono stato, era l’amore della mia vita. Le ultime labbra che ho baciato, l’ultimo corpo che ho stretto, sono della donna che per anni è stata il mio più grande desiderio. E se lei non mi vuole più, me ne farò una ragione, ma non toccherò altre labbra a meno che io non provi per la loro proprietaria lo stesso amore e desiderio. Detto tra noi, mi pare francamente difficile da realizzare, ma è così…”     
Lia sorrise soltanto, molto dolcemente, ma lui fissandola intensamente aggiunse “…non so se voglio sapere tu cosa hai fatto con Tony, invece…”
“Non ho fatto niente…” rispose lei divertita, e lui scosse solo la testa. “C’è una cosa che dovrò raccontarti, e questo spiega anche perché sono stata così ambigua con te e mille altre cose, ma soprattutto spiega perché non tornerei mai con Tony, soprattutto ora che ha un figlio in arrivo…”
“Ascolto…” le disse Jin piano, con occhi bellissimi ma lei scosse la testa e gli disse che prima o poi ne avrebbero parlato, ma con fare molto serio.
Entrarono nel locale mano nella mano, e Lia lo presentò alle sue nuove coinquiline, che furono immediatamente preda di Max, Tom e Jose. Rosi si avvicinò al gruppo e provò a socializzare con le nuove arrivate, ma lo sguardo rigidissimo di Lia la fulminò letteralmente e non le rivolse neanche la parola. Rosi non voleva liberare il campo e non aveva nessuna intenzione di cedere il suo migliore amico a quella tizia, eppure fu costretta a farlo, perché Jin la portò via.
“Te l’ho detto che sono ubriaco, sì?” le sussurrò Jin all’orecchio, dopo un’ora di flirt anche troppo espliciti, e Lia rispose allegra “…è abbastanza evidente, onestamente…”
“…e posso dirti che darei qualsiasi cosa per un tuo bacio?” aggiunse, fissandola negli occhi e lei lo fece. Cedette, si lasciò andare e finirono col baciarsi per tutto il resto della serata. Jin era davvero super felice di riaverla tra le braccia, ma Lia era confusa oltre che felice. Lui faceva sempre quello strano effetto sconvolgente, ed era bellissimo lasciarsi andare alle sue labbra.
“Torni a casa con me, stasera?” le chiese pianissimo, mordicchiandole il lobo come aveva fatto tanti mesi prima e Lia si sentì morire, ma annuì soltanto e disse piano “…lo faccio solo per salutare il mio ragazzo felino…” facendolo ridere.
Si fecero tantissime coccole quella sera, e arrivati in auto le loro effusioni degenerarono. Jin aveva ripreso i suoi tentativi di seduzione, e Lia non aveva nessuna voglia di interromperlo. Era addosso a lei, aveva fatto cadere le bretelline del suo vestito, e la stava baciando, quando il suo cellulare li interruppe. Qualcuno aveva preso a chiamarlo compulsivamente, e anche se lui non aveva nessuna voglia di rispondere, alla fine Lia lo allontanò e gli disse di farlo perché il telefono stava rovinando l’atmosfera. Jin, però, fece una smorfia particolare vedendo chi chiamava, e Lia scosse solo la testa scocciata.
Rosi aveva chiamato perché non trovava Tom, ma era una scusa. Era evidente che volesse soltanto sapere se davvero fosse andato via con lei. Jin furioso ruggì che poteva chiamare direttamente Tom, perché era evidente che fosse solo una scusa per attirare la sua attenzione. L’atmosfera, infatti, si gelò totalmente dopo quella chiamata e Lia disse piano “…inizio a credere che non sia una buona idea…”
“No, no è una fantastica idea, amore. Io ti rivoglio a casa, dai, ti prego…” rispose, fissandola con enormi occhi languidi, ma Lia sussurrò piano “…io posso perdonarti. Posso capire che quando non stavamo insieme, ti ho ferito e tu hai scelto di stare con lei. E’ doloroso e fastidioso, ma legittimo perché non stavamo insieme. Però Jin…quello che è successo dopo no. Non posso perdonare quello che ha fatto…”
“Non farlo. Sarà mia amica e tua conoscente, non c’è nulla di strano…” le disse Jin sereno, ma lei scuotendo la testa rispose  “non riesco a sopportare la sua esistenza nella nostra vita” sconvolgendolo.
“Lia, lei è un’amica, non c’entra niente con noi…”
“Non c’entra niente? Eppure è sempre presente, dannazione!” ruggì seria, ma lui scosse la testa e disse piano “Lali le dirò di chiamarmi meno…”
“Non capisci, eh? Non voglio che una persona così ci stia sempre intorno. E’ così difficile da capire? E’ una squallida donnetta che non fa altro che mettersi tra noi ed io non la voglio vedere…”
Jin pensò che avrebbe dovuto prevederlo, che in fondo era piuttosto scontato, ma non era giusto. Le disse piano “…non ci starà intorno. Le dirò di prendere le distanze, perché dopo quello che è successo sei giustamente risentita e…”
“O lei o io…” disse Lia incerta, ma quell’idea le parve sempre più giusta col passare del tempo.
“Ma che dici? Come puoi dire una cosa così stupida amore?” chiese piano, ma lei scosse solo la testa e chiese di essere portata da suo padre.
“E così devo scegliere se rinunciare alla mia più vecchia amica o al mio grande amore? Mi dai almeno un attimo di tempo per decidere?” le disse serio, e Lia stringendosi nelle spalle rispose che non era necessario, che avrebbe scelto lei se non avesse avuto una risposta nell’immediato.
“Lia, Rosi è la mia migliore amica da sempre. E’ la mia terza sorella…” provò a spiegarle serio, ma lei inflessibile rispose che non le importava, facendolo sbuffare.
“Facciamo così Lali: tu provi a frequentarla per un po’, le dai non so…un mese. E in questo mese, se lei fa qualcosa che ti irrita, che può rovinare il nostro rapporto o altro, io ti giuro che rinuncerò a lei. Glielo spiegherò chiaro e…” provò a dire Jin confuso, ma Lia scosse la testa e aprì la portiera dell’auto per andarsene.
“Non essere irragionevole…” la supplicò, ma lei disse solo “Non riesci a capire: mi fa male tenerla nella nostra vita. E se ami qualcuno, ci tieni che non stia male…”
“Io darei qualsiasi cosa per non farti stare male, amore. Sto solo provando a trovare una soluzione meno drastica, che rispetti anche i miei di sentimenti…” le disse piano, ma Lia ruggì “se non sono io, è lei. Quindi me ne vado…” lasciandolo come un idiota a sbuffare nel parcheggio.
Nota:
Ciao a tutti,
Scusatemi per l'attesa, ma stavo finendo un'altra storia. Allora come state? Che ne pensate di questi due? Ha torto Lia? Ha torto Jin? E che ne pensate di questa figura di Rosi? Fatevi sentire, se vi va!
   
 
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