Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: vxxxx    30/11/2020    2 recensioni
Il crepitio delle ultime braci rimaste nel cerchio di pietra che qualche ora prima era uno scoppiettante falò, era uno dei rilassanti suoni che raggiungevano le orecchie di Nico quella sera.
Tranquillità. Era la parola che avrebbe scelto per descrivere quei momenti che passava con il suo ragazzo.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
DISCLAIMER: I personaggi che appaiono in questa storia NON sono di mia proprietà, appartengono a Rick Riordan



Il crepitio delle ultime braci rimaste nel cerchio di pietra che qualche ora prima era uno scoppiettante falò, era uno dei rilassanti suoni che raggiungevano le orecchie di Nico quella sera.

Con le palpebre chiuse non poteva vederle, ma riusciva ad immaginarle: un mucchietto di pezzetti di legno dalle diverse sfumature di rosso e arancio che brillavano con insistenza, del debole fumo che saliva in alto e si confondeva con il cielo stellato fino a sparire, la cenere rimanente da falò passati e le pietre leggermente annerite dalla fuliggine che incorniciavano il tutto.

Un altro dei suoni che Nico sentiva era la dolce voce di Will che mormorava le parole di una canzone che non aveva mai sentito prima: era una melodia tranquilla e orecchiabile e il fatto che a cantarla fosse il suo ragazzo, la rendeva ancora più bella.
  
Tranquillità. Era la parola che avrebbe scelto per descrivere quei momenti che passava con il suo ragazzo.

Era ormai notte inoltrata, eppure i due semidei erano ancora accoccolati l’uno all’altro ai lati di quelle fiamme ormai estinte. Il figlio di Apollo era per terra, con la schiena appoggiata a uno dei tronchi i quali veniva usati per sedersi, con la testa del proprio ragazzo in grembo mentre con delicatezza gli accarezzava la folta chioma scura. Di tanto in tanto raccoglieva i capelli che coprivano la fronte del ragazzo in un unico ciuffo, lo spostava all’indietro e si chinava per appoggiare le labbra sulle sue tempie; restava in quella posizione per qualche secondo, poi raddrizzava la schiena, rimetteva il ciuffo al suo posto e ricominciava tutto da capo. Ogni gesto era compiuto con premura e attenzione, d'altronde quelle erano le mani di un medico, chi altro avrebbe potuto usare tanta delicatezza, se non lui.

Nico si godeva quelle attenzioni in silenzio con gli occhi chiusi: chi li avesse visti da lontano avrebbe sicuramente pensato che stesse dormendo, ma Will sapeva che il fidanzato non era ancora stato risucchiato nel mondo dei sogni.
Lo capiva dal fatto che il suo respiro non era regolare come quello di una persona addormentata. Lo capiva dal leggero rossore che appariva sulle guance del semidio, segno che era cosciente del fatto che lo stesse guardando. Lo capiva dalla piega che assumevano le sue sopracciglia ogni volta provava a stenderle con le dita. Ormai Nico non aveva più segreti per figlio di Apollo, aveva imparato a conoscerlo in quei mesi al campo e riusciva a capire i suoi stati d’animo e i suoi sentimenti solo guardandolo.

Nico si mosse leggermente per sistemarsi meglio, riscuotendo Will dai suoi pensieri. Si accorse che si era incantato guardando il suo fidanzato.
 “Smettila di fissarmi, mi da fastidio” disse il più piccolo con tono infastidito.
L’aspirante medico rise: “Oh no, il mio spaventoso ragazzo mi sta minacciando! Qualcuno mi salvi dal Principe degli Spiriti!”
 “Silenzio Solace, torna  a fare quello che stavi facendo”

Il ragazzo non ribatté e si rimise a coccolare il figlio di Ade con un sorriso amorevole stampato in faccia. Passarono altri minuti immersi nel silenzio, poi uno sbadiglio da parte di Will spezzò la quiete. Nico allora aprì finalmente gli occhi.
“Vuoi andare a dormire?”. Detestava interrompere quei momenti di calma e beatitudine meritata con il proprio ragazzo, ma d’altra parte anche lui sarebbe stato troppo stanco per portarselo in spalla, se questi gli si fosse addormentato addosso. “Andiamo nella mia cabina, ti va?”.

Will annuì sorridente, si sporse e baciò il fidanzato con tenerezza. Iniziò a tempestargli le labbra di baci per poi spostarsi e fare lo stesso sulle guance, sul naso, sulle palpebre, sulla fronte, sulle tempie e infine tornare sulla bocca e appoggiare le proprie labbra contro le sue in un ultimo bacio.
“E questo per cos’era?” chiese Nico divertito quando Will si staccò.
“Mi andava, c’è qualche problema?” accennò un sorrisetto. Nico fece come per pensarci e il figlio di Apollo assunse un’espressione di finta offesa.

Alla visione del fidanzato con quell’espressione che non gli si addiceva per nulla in faccia, il figlio di Ade scoppiò a ridere in una risata genuina. Le guance arrossirono e le labbra si dischiusero in un sorriso che fece saltare un battito al povero Will, rimasto sorpreso da quella reazione. Era abbastanza raro vedere Nico sorridere spontaneamente, figuriamoci ridere a crepapelle. Il figlio di Apollo fece una fotografia nella sua mente e decise che sarebbe stato il suo ricordo più felice.

Quando si fu calmato, Nico si alzò e si diresse verso le braci del falò per buttarci sopra un po’  di sabbia, poi tornò dal fidanzato e gli porse una mano, ma rimase col braccio teso perché Will non sembrava aver intenzione di alzarsi. Continuava a fissarlo in faccia con un’aria sognante.
“Che succede? Tutto bene? Perché mi fissi?” chiese scettico.
Will sembrò svegliarsi da quello stato di trance, sbatté un po’ gli occhi e poi afferrò la mano del fidanzato per issarsi in piedi. Tutto questo senza perdere di vista il volto di Nico. Il diretto interessato era passato da scettico ad abbastanza preoccupato, e visto che il suo ragazzo non aveva risposto alle domande che gli aveva fatto, gliele domandò di nuovo.
“Oh… Si sto bene. Solo, mi ero fermato a pensare a quanto fossi fortunato a stare con un ragazzo così carino”

Sentendo quelle parole uscire dalla bocca del figlio di Apollo, Nico dovette fare appello a tutte le sue forze per non arrossire come un peperone. Non gradiva molto le sdolcinatezze da coppietta, Will lo sapeva e cercava di fargli meno complimenti possibili che potessero metterlo in imbarazzo. Certo, ogni tanto glielo lasciava fare, ma non si sarebbe mai aspettato che uno di questi arrivasse così d’improvviso.
Distolse lo sguardo e puntò gli occhi a terra, sempre stringendo la mano del più grande. Will rise: “Non ritirerò ciò che ho detto, lo penso davvero!” gli diede un bacio sulla guancia che lo fece solo arrossire ancora di più “Allora, stiamo da te stanotte?”. Nico annuì e mano nella mano si avviarono verso la Cabina 13.
 
Più tardi, quella notte, mentre il figlio di Ade dormiva tranquillo tra le sue braccia, Will non poté che riconfermare ciò che aveva detto davanti al falò.
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: vxxxx