Serie TV > Skam Italia
Segui la storia  |       
Autore: Lucie_the_storyteller    30/11/2020    0 recensioni
Roma, 2022
Martino e Niccolò vivono insieme da ormai tre anni e sono più felici che mai.
Nico si è laureato e sta per iniziare il suo tirocinio per diventare insegnante di musica, mentre Martino frequenta il secondo anno di medicina.
La vita di Nico, però, viene sconvolta da una notizia inaspettata, che lo porterà ad abbandonare Roma, e soprattutto l’amore della sua vita.
Quattro anni e mezzo dopo, le loro strade si incrociano nuovamente.
Attenzione: Mpreg e tematiche delicate.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Toronto, lunedì 27 aprile 2026

Erano passate solo un paio di settimane dal litigio che aveva avuto con i suoi migliori amici, quando aveva iniziato a stare male: aveva la febbre, mal di gola.

Sapeva che cosa poteva significare, ma non voleva ammettere a sé stesso che Gio e gli altri avevano ragione, e soprattutto non voleva ammettere di essere stato tanto stupido da non usare il profilattico.

Insomma, con Nico avevano iniziato a non usarlo solo dopo anni di relazione (e convivenza), e andavano a fare i test periodicamente.

Dopo la scomparsa di Nico, aveva smesso di fare i controlli, ma l’ultima volta era negativo.

Era certo di averlo sempre usato con i vari partner che aveva avuto dopo; quindi, si era detto, non poteva essere sieropositivo.

Per i primi giorni aveva archiviato le sue preoccupazioni sotto la voce “è solo una leggera influenza, passerà”.

Ma poi gli era spuntato uno strano sfogo.

Qualche giorno dopo la comparsa del rush, constatato che non stava affatto guarendo, aveva inghiottito ciò che rimaneva della sua dignità e si era presentato a casa di Elia e Filo (col quale non aveva ancora fatto pace).

Il suo piano consisteva nello spiegare la situazione all’amico ed implorarne il perdono e l’aiuto con un minimo di decoro; ma appena seduto sul divano era scoppiato in lacrime.

Per la prima volta in quasi tre anni si era sfogato e aveva buttato fuori tutta l’amarezza che si era tenuto dentro.

Tra le braccia di Filippo aveva confessato tra i singhiozzi come avesse cercato di dimenticare Niccolò facendo sesso con degli sconosciuti e bevendo; come la cosa gli fosse effettivamente sfuggita di mano, e infine del suo sospetto.

Una volta sentita la possibile diagnosi di Marti, Filippo aveva spedito Elia in farmacia a comprare un test rapido per le malattie veneree.

Mezz’ora dopo Marti stava aspettando il risultato del test accoccolato tra Filippo ed Elia; con gli occhi gonfi, la gola e la testa che pulsavano.

Quando Filo aveva letto il risultato del test gli occhi gli si erano riempiti di lacrime.

<< Oh, Rose… >> aveva mormorato, e Martino aveva capito.

Era positivo.

Non aveva pianto solo perché non aveva più lacrime da versare.

Filippo aveva insistito che rimasse a dormire da loro, il giorno seguente sarebbero andati in ospedale per fare il test vero e proprio.

Aveva passato la notte in mezzo a Filippo ed Elia.

Non avevano parlato molto, lo avevano solo abbracciato.

Stretto tra di loro, si era sentito quasi bene. Gli era mancata la sensazione di dormire abbracciato a qualcuno. Era una sensazione familiare e nuova allo stesso tempo. Filo ed Elia erano due suoi amici: con sua madre, quando era bambino, e poi di nuovo qualche mese prima, quando era disperato per la scomparsa di Nico, e con Niccolò stesso. Ok, forse anche qualche volta con Eva, ma era una ragazza. Non aveva mai dormito in quel modo con un suo amico maschio, con qualcuno da cui poteva sentirsi attratto. Perfino con Gio non l'aveva fatto.
L'aveva fatto rilassare, calmare.

E per la prima volta da anni aveva dormito veramente bene; neanche il fatto di essersi svegliato completamente spalmato sul petto di Filippo e con l’erezione di Elia contro una coscia mentre gli leccava un orecchio ancora praticamente addormentato gli aveva rovinato la sensazione di aver fatto una delle migliori dormite della sua vita.

La scenetta che ne era seguita, quando Elia si era reso conto che quello che tentava di sedurre non era il suo ragazzo fu, anzi, un momento quasi spensierato.

Elia era balzato a sedere sul letto, rosso come un peperone, mentre balbettava frasi sconnesse tentando di scusarsi mentre era chiaro volesse poter scomparire.

Martino era scoppiato a ridere ripensando a tutte quelle volte che l'amico lo aveva preso in giro per quanto lui e Nico fossero appiccicosi.

Filippo, che si era svegliato di colpo per via del trambusto aveva faticato a capire la situazione, ancora mezzo assonnato. Una volta ricostruito il tutto, fece una fintissima scenata di gelosia il cui solo scopo era quello di far ridere Martino.

<< Elì, come puoi farmi questo? E con il mio baby gay! Lo sai che per me Marti è come un fratellino! E al nostro bambino non ci pensi? >>

<< Per l'ultima volta Filì, smettila di chiamare quella polpetta informe del gatto "il nostro bambino" mi' nonna l'ultima volta credeva avessimo veramente adottato un bambino senza dirle niente! Non mi ha parlato per una settimana! >>

Il finto battibecco gli aveva fatto dimenticare per un momento i suoi problemi.

Recarsi in ospedale glieli fece ricordare tutti.

Era stata la mattinata più imbarazzante e spaventosa della sua vita.

Filippo lo aveva accompagnato in ospedale, ma aveva dovuto aspettarlo fuori mentre faceva il colloquio e il prelievo, perché non lo aveva potuto accompagnare nello studio del medico.

Dover dire ad un dottore che poteva aver contratto l’HIV, che aveva fatto un test rapido ed era risultato positivo era stata una delle esperienze più umilianti della sua vita.

La dottoressa era stata molto professionale, gli aveva fatto un sacco di domande sui suoi partner (a cui aveva dovuto rispondere che, sinceramente, non aveva idea di chi ne di quanti fossero, umiliandosi ulteriormente), e sui suoi sintomi e alla fine lo aveva mandato a fare il prelievo.

<< Ci vorrà qualche giorno per il risultato. >> gli aveva detto l’infermiera: << Nel frattempo sarebbe più sicuro se lei non avesse rapporti; specie se non protetti. >>

Non c’era neanche bisogno di dirlo. Non avrebbe più fatto sesso, protetto o no!

Sentiva di meritarselo. Come aveva potuto essere così stupido?

Una parte di lui, quella razionale da medico, sapeva che non era una condanna a morte: non più almeno. Con i farmaci moderni i trattamenti in via di sviluppo un sieropositivo aveva una speranza di vita molto buona; se adeguatamente controllata, con quella malattia ci si poteva convivere, ma… un’altra parte di lui, più prepotente rispetto alla parte razionale, gli ricordava che essere sieropositivi era considerato da molti un marchio d’infamia, qualcosa di cui ci si doveva vergognare. Lui non si era ancora abituato alle occhiatacce giudicanti quando la gente capiva che era gay. Figurarsi ora, che era gay e sieropositivo!

Cosa avrebbe detto sua madre? E soprattutto come l’avrebbe presa sapendo che se l’era preso facendo sesso, evidentemente non protetto, con perfetti sconosciuti?

E suo padre? A malapena aveva accettato il fatto che suo figlio fosse gay… beh, non è che lo avesse proprio accettato, più che altro ignorava totalmente la sua vita sentimentale e il fatto che vivesse con il suo ragazzo. Come avrebbe reagito?

E i suoi amici? Sapeva che nessuno di loro lo avrebbe ostracizzato per una cosa simile, ma era consapevole che le cose non sarebbero più state le stesse. Niente più frappè alla fragola condivisi con Eva dalla stessa cannuccia, per esempio. Sarebbe stato strano?

Poteva ancora fare il medico?

Tornato a casa, Luai lo stava aspettando con una mega coppa di gelato e le repliche di Modern Family.

Evidentemente Filo gli aveva raccontato tutto.

Aspettare per i risultati fu snervante.

Da un lato, Marti sapeva che non potevano che essere positivi, ma c’era una minuscola parte di lui che sperava ancora che il test rapido si fosse sbagliato.

Quasi una settimana dopo la dottoressa lo contattò per dargli appuntamento per comunicargli i risultati.

Per fortuna quella volta gli fu permesso di portarsi Filippo nell’ambulatorio.

<< Signor Rametta, il suo test è risultato negativo. >> gli disse il medico:

<< Il suo test rapido risulta essere un falso positivo. Lei non ha contratto l’HIV. È stato davvero fortunato: di solito questi test hanno un margine di errore molto basso, e se lo fanno è perché vengono fatti troppo presto; in quei casi, comunque, risulta essere un falso negativo. Ma a volte sbagliano anche loro. Per sicurezza, comunque, ripeteremo l’esame tra una settimana. Poi ancora tra sei mesi, come da procedura standard. >>

Per un momento Martino pensò di esserselo immaginato.

Poi vide l’espressione sollevata sul volto di Filo, e capì che no, non lo aveva immaginato.

Riuscì a mantenere un’espressione calma davanti alla dottoressa, ma una volta arrivato in macchina tutta la tensione che si era tenuto dentro esplose. Scoppiò a piangere e a ridere insieme.

Gli sembrò di tornare a respirare, come se avesse trattenuto il fiato dal momento in cui aveva fatto il test rapido.

Abbracciò Filippo incurante della leva del cambio, che gli si conficcò nello stomaco.

Si sentiva come se improvvisamente la Terra fosse tornata a girare dopo un anno e mezzo di stallo.

Mentre Filo lo riportava a casa fu colto da un’illuminazione: aveva una seconda possibilità.

Non doveva sprecarla.

Basta uscite notturne per fare sesso con sconosciuti. Basta alcol.

Da quel momento in avanti avrebbe lavorato sodo per recuperare il tempo che aveva perso.

E per farlo, doveva buttarsi Nico alle spalle. Definitivamente.

Basta pensare “se lui fosse qui ora… perché mi avrà lasciato?... cos’ha questo tipo/tipa più di me”.

Basta.

Niccolò Fares faceva definitivamente parte del suo passato.

Con fatica aveva recuperato i mesi perduti all’università ed era arrivato alla laurea.

Dopo la tesi aveva iniziato a cercare un ospedale dove fare l’apprendistato, mentre aiutava Sana a preparare il suo esame e a badare ai bambini.

Fu proprio una sua professoressa, dopo la discussione della tesi di Sana, a illuminargli la via.

<< Un mio collega che lavora al Toronto Western Hospital mi ha detto che cercano giovani laureati per l’apprendistato. Ho pensato a lei, Rametta, se è d’accordo invio la candidatura. >>

Non aveva mai pensato di lasciare Roma.

Lì aveva tutta la sua vita: i suoi genitori, Marco ed Anna, che erano diventati i suoi secondi genitori e spesso erano a cena da sua madre, i suoi amici, ora c’erano anche i piccoli Saleem e Maryam, ai quali si era affezionato moltissimo; come poteva lasciare tutto?

D’altro canto, un’offerta del genere non capitava certo tutti i giorni; e poi… forse gli avrebbe fatto bene andarsene dalla città in cui aveva vissuto con il ragazzo che gli aveva spezzato il cuore.

La prospettiva di non avere più un semi attacco di panico ogni volta che passava in un posto in cui era stato con Nico lo allettava.

Voleva ricominciare?

Buttarsi alle spalle tutta la merda degli ultimi due anni e mezzo?

Forse cambiare città non era una prospettiva tanto brutta.

Aveva detto alla professoressa di inviare la candidatura, senza sperci troppo, comunque, perché, si diceva, quante possibilità c’erano che scegliessero proprio lui, tra un sacco di altri candidati, magari canadesi?

Ed invece lo avevano preso.

Dirlo a sua madre, a Marco ed Anna e ai suoi amici fu strano, ma anche eccitante.

Sua madre ed Anna erano fiere di lui, ma al contempo si preoccuparono alla prospettiva di saperlo letteralmente dall’altra parte del mondo.

Marco fu più felice per lui del suo vero padre, il quale si limitò a chiedergli se avesse bisogno di soldi per l’alloggio a Toronto.

I suoi amici furono molto felici per lui, anche se dispiaciuti nel vederlo partire.

<< Oh, no! E adesso come faccio senza il mio tato ed esperto cambiatore di pannolini sporchi? >> aveva esclamato Sana, agitandogli contro il pugnetto di Maryam.

Non si era commosso, no no.

Né quella sera, né la sera della sua festa di addio a sorpresa, nè in aeroporto, quando si presentarono tutti con un’enorme striscione stile ultrà.

Si era commosso quella mattina, il suo primo giorno di lavoro, quando Sana gli aveva mandato una foto dei gemelli, vestiti da quadrifoglio e coccinella con la scritta “Buona Fortuna zio Marti!”.

Non aveva potuto fare a meno di fermarsi in una stamperia a farsela stampare per appenderla nell’armadietto.

Si guardò allo specchio: niente nervosismo inutile, si disse.

Poteva farcela, era uno dei due studenti migliori del suo anno; la teoria la sapeva. La pratica doveva farla ora, nessuno si aspettava che lui fosse già il nuovo Dr.House, non sarebbe stato solo, un medico esperto lo avrebbe affiancato e gli avrebbe impedito di fare cazzate.

Stava per iniziare un nuovo capitolo della sua vita.

Magari oltre al lavoro avrebbe trovato anche qualcuno con cui avere una storia… non era la sua priorità, ma non voleva neanche escludere la possibilità.

Prima di partire Filippo gli aveva fatto una testa così sui quartieri gay di Toronto, che, a quanto pareva, era la città più gay-friendly del Canada, nonché la terza comunità gay più importante del Nord America.

L’amico gli aveva anche mandato le posizioni dei quartieri gay principali, aggiungendo:

<< Così almeno potrai usare la tua frase di abbordaggio nei quartieri giusti… >>

<< Che frase da abbordaggio, scusa? >>

<< “Non sapevo fosse la gay street!” >>

Era a Toronto da una settimana, aveva passato il suo tempo a sistemare le sue cose nel bilocale che aveva affittato nei pressi dell’ospedale, a esplorare il vicinato per vedere dove poteva trovare un supermercato, una palestra e altri negozi utili; nonché a sistemare le ultime documentazioni per l’apprendistato, che gli avevano dato quando era andato a fare il giro di presentazione in ospedale con gli altri giovani dottori; non gli era neanche passato per la testa di fare un giro per il quartieri gay: la sera era così esausto che andava a letto dopo aver finito di cenare.

Magari nel pomeriggio, per festeggiare la sua prima mezza giornata di lavoro, poteva fare un salto a vedere com’era questa declamata zona gay.

Filo gli aveva anche mandato una lista di bar e ristoranti famosi. Sapeva che l’amico aveva omesso discoteche e night per non incentivarlo a ricadere nel meccanismo autodistruttivo da quale era uscito appena in tempo. In ogni caso Martino non era affatto intenzionato ad andarci: aveva chiuso con quella vita. Non beveva niente di alcolico da mesi e mesi, e non aveva intenzione di ricominciare. E il prossimo uomo con cui sarebbe andato a letto sarebbe stato il suo prossimo ragazzo.

Aveva iniziato un nuovo capitolo della sua vita, e né lo spettro di Niccolò né tantomeno il suo pessimo carattere glielo avrebbero rovinato.










Angolo autrice (per una volta puntuale):

Marti per fortuna non ha l'HIV!
So che potrebbe sembrare un po' un modo per mettere angst senza reali conseguenze; ma al Martino della mia storia serviva una spinta nella giusta direzione.
Come dice Giovanni alla fine del capitolo precedente, a volte bisogna toccare il fondo per capire che si stanno facendo delle enormi cazzate; e Marti lo tocca così.
Per fortuna il nostro Bambi ha degli amici che gli vogliono bene sempre e comunque.
A tal proposito, la scena in cui Marti dorme tra Filippo ed Elia è ispirata alla scena della prima stagione in cui le ragazze dormono tutte a casa di Eva dopo che Silvia si presenta ubriaca alla festa e diece loro di essere incinta di Edoardo.

Per il resto, penso che ormai abbiate capito cosa succederà tra pochi capitoli...
Nel prossimo torneremo da Niccolò e Romeo, e vedremo cosa accadrà!

Piccola nota seria: l'HIV è una cosa seria, qui è un'espediente narrativo e tutto si è risolto per il meglio, ma questa è una storia, nella realtà le cose non sempre vanno per il verso giusto. Quindi, state attenti, usate la testa, informatevi.

Ciò detto, vi auguro un felice inizio di dicembre, e vi aspetto al prossimo capitolo!
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Skam Italia / Vai alla pagina dell'autore: Lucie_the_storyteller