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Autore: Anown    01/12/2020    2 recensioni
Per Leshawna è un periodo storto, ha delle responsabilità in merito e rischia di trascinare con sé chi le sta attorno. Si rifà viva solo per la lettura di un testamento… potrebbe rivelarsi una terribile idea!
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harold, LeShawna, Nuovo Personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale
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Harold passò la notte in bianco. Inizialmente cercando di concentrarsi sul libro, poi spense la luce, ma non si quietò. Di tanto in tanto si alzava e girava in punta di piedi per la stanza sperando di convertire e sfogare l'agitazione mentale in lavoro fisico.
Si sedette accovacciato dal suo lato del letto e si girò irrequieto verso la donna, avvertendo che si stava gradualmente spostando verso di lui.
“Non avevo pensato neanche a questo...” sospirò. Leshawna aveva sempre avuto il vizio di invadere il suo lato mentre dormiva.
Consapevole che il suo nervosismo fosse eccessivo canticchiò il tema del film “Lo squalo” mentre l'avvertiva sempre più vicino per allentare la propria tensione ed esorcizzarla un po'. Ma sussultò quando si sentì tirare la maglietta.
Stava ancora dormendo, ma l'aveva afferrato... cercando di farle aprire la mano per farsi lasciare, ottenne solo di farsi prendere il polso. Prese un respiro, aveva imparato a correlare il gesto di afferrare e portare a sè le cose durante il sonno ad un particolare stato di nervosismo quindi provò ad accarezzarle la nocca per calmarla e farle allentare la presa.
Le toccò accidentalmente le dita e si rese conto che la carne dell'anulare che sarebbe dovuta essere protetta dall'unghia era quasi del tutto esposta, il mignolo era nella medesima condizione e nonostante l'indice avesse la parte superiore dell'unghia intatta anche se innaturalmente corta, non aveva più la radice. Forse aveva pigiato accidentalmente la carne a giudicare dal modo in cui Leshawna aveva ritirato la mano e dal verso lamentoso che aveva emesso. “Deve fare malissimo... come ha potuto mangiarle fino a quel punto?!” pensò con un po' di nausea, era preoccupato. “No... decisamente non posso lasciarla sola ad affrontare questa situazione...” si ripetè, paradossalmente pensarci attenuava il suo senso di malessere nell'essere toccato dalla donna.
“Certo, potevi rendermi le cose più facili... potevi evitare di abbandonarmi, se sei qua significa che non mi trovi così intollerabile, giusto? Se non volevi più la nostra relazione potevi comunicarmelo in maniera più ortodossa...” Ripensandoci, lei gli aveva detto nulla in proposito? Era stato lui ad ufficializzare che avevano rotto quando le aveva chiamato avvelenato dopo il mancato matrimonio. Per un attimo sudò freddo. “No... non avrebbe mai fatto una cosa come non presentarsi al matrimonio se non aveva intenzione di rompere... giusto?” sospirò. “Se così non fosse mi aspetto che abbia il coraggio di propormi di sposarla in ginocchio... ovviamente declinerei la proposta... in modo cortese, senza gongolare, sono un gentiluomo dopo tutto...” ci pensava tanto per, non credeva che gli avrebbe mai chiesto niente del genere.
“Io cosa provo nei suoi confronti?” si interrogò. “Al di la del malessere nel contatto non ne ho idea...” realizzò nervoso. Non riusciva a provare una cosciente rabbia o ostilità nei suoi confronti, ma non aveva neanche sentimenti positivi. Era in una di quelle fasi in cui non sentiva nulla... Nè per lei, né per l'eventualità che il bambino non fosse suo, per i suoi doveri di studente, quello che sarebbe venuto dopo. Sarebbe anche potuto morire in quel momento ma non provava nulla a riguardo, tutto contava niente... Per qualcuno abituato come lui ad essere emotivamente sovrastimolato quel silenzio mentale era desolante, ma tutto quello che poteva fare per non rimanere bloccato e deviare le sue preoccupazioni era cercare di adempiere ai propri doveri nell'attesa che la sua testa ricominciasse a funzionare. “Spero sia davvero solo un meccanismo di difesa temporaneo... Non è nemmeno un meccanismo efficace, se mi tocca crepo!”
Rimase seduto a gambe incrociate finchè l'orizzonte non divenne di un leggero rosa violaceo.
Notando la variazione nella luce, Harold aprì un occhio, poi l'altro.
“L'alba rimane bella...” pensò sollevato. “Ha dei colori più delicati e ben mescolati rispetto al tramonto... sì, il tramonto è decisamente sopravvalutato...” sorrise leggermente poi cambiò espressione. “A che diavolo sto pensando? Se è già l'alba significa che mi restano poche ore di sonno! Domani sarò praticamente uno zombie... E' già domani!”
-Sei davvero buffo quando pensi...- disse una voce assonnata. Prevedibilmente Harold sussultò vedendo quegli occhi di pece nera che lo osservavano. -Con tutte le espressioni che fai, sembri parlare con qualcuno...- gli disse stiracchiandosi.
-Ciao...- le sorrise. “Si è addormentata molto presto, ieri ha anche dormito il pomeriggio... era prevedibile che si svegliasse molto prima del solito! Grazie, potrò dormire quattro o cinque ore in pace senza svegliarmi ad orari eccessivamente indecenti!”
-Ah, finalmente ho dormito bene...- disse Leshawna abbastanza soddisfatta, Harold non potè fare a meno di osservarla con un misto di stanchezza e invidia.
-Strano... mi sembravi arrabbiata...-
-Se ho sognato qualcosa che mi ha fatto arrabbiare non me ne ricordo... Ma... tu non sei rimasto sveglio a causa mia... vero?- disse sospettosa.
-Ma certo che no...-
-Ok e... come pensavi di prendere sonno seduto in quella specie di posizione da meditazione?- chiese scettica. Rendendosi conto di aver mantenuto le gambe incrociate, Harold si stese e si mise sotto le coperte.
-Riesco... ad addormentarmi nelle posizioni più improbabili...- si giustificò debolmente dandole le spalle. -Cambiati in bagno.- le disse preventivamente.
-C-ci avevo già pensato!-

Fu un brutto risveglio. Il ragazzo disorientato, senza occhiali non riusciva a capire dove si trovava e poi c'era quell'odore... non era il suo, qualcun altro aveva dormito lì.
-Leshawna?- chiese senza capire il perchè, poi si ricordò della situazione e si sentì molto stupido.
-Sì? Stai bene? Perchè mi hai chiamato in quel modo?- domandò un po' preoccupata e perplessa.
-E... N-niente...- balbettò imbarazzato guardando verso la figura sfocata alla porta. -Sai dove ho posato gli occhiali?-
Leshawna sospirò, sentì i passi che si avvicinavano. -Tieni... erano sul mio comodino...-
Si rese conto di essersi spostato nel sonno dal lato della ragazza. -Ecco perchè il tuo odore...- “Mi sono procurato da solo uno stato d'ansia inutile con poco... non sta andando molto bene...”
-Guarda che sono pulitissima.- disse infastidita.
-Era in senso neutro, ho detto odore, non puzza... Hai la spazzola incastrata fra i capelli?-
-Ah, ma sai che non me ne ero proprio accorta!- disse sarcastica. -Ci penserò quando dovrò uscire...-

-Ho parlato con mio padre e mi sono fatta spiegare meglio cosa è successo ieri...- gli disse in cucina poco più tardi. -Come ti è saltato in mente di saltargli sopra la macchina?! Volevi ammazzarti o cosa?!-
-Posso assicurarti di non avere istinti suicidi... solo non ero molto in me in quel momento... e-ed era ancora nell'area condominiale, non era veloce e non c'era nessun altro, non abbiamo corso grossi rischi... Comunque, ti ha detto di cosa abbiamo parlato?- chiese nervoso.
-Non è stato preciso, saranno state cazzate...- gli lasciò il tempo di dirle qualcosa, ma il ragazzo non lo colse. -Mi ha solo detto che prima hai fatto scena muta, poi hai ribattuto come una femminuccia triste e confusa che prova a giustificarsi. Paragone suo, eh. Mi dissocio!-
-Fammi indovinare, non ha detto proprio femminuccia... Finocchio? Frocio?-
-Eh, vedi che lo conosci?- disse un po' a disagio. -Comunque, la prossima volta che ti senti arrabbiato per qualcosa che ti dice, cerca di rispondergli normalmente...- sospirò. -Invece di aspettare l'ultimo momento per saltargli sull'auto e dirgli cose confuse...- riflettè.
-Non sono io ad essere confuso, semmai è lui che non capisce!- rispose infastidito. -Possibile che se non gli dai dello stronzo e non cerchi di aggredirlo verbalmente non capisca?-
Leshawna gli sorrise leggermente. -Tess... eh... Tessa?-
-E chi è ora questa Tessa?- chiese sospettoso. -'ho già un nome femminile...-
-N-niente lascia perdere...- “Si chiama Harold, non è più il mio fidanzato quindi devo chiamarlo per nome!” -Volevo solo dire che le discussioni con mio padre non sono politica estera! Non c'è bisogno che cerchi di fare il diplomatico e non offenderlo come se ti aspettassi una dichiarazione di guerra e dei dazi. Puoi adeguarti al suo tono. Se è educato, sì educato. Se ti insulta, insultalo. Se ti critica, criticalo. È facilissimo, no?-
-Ti sbagli, le discussioni all'interno di una famiglia sono delicate come la politica estera!- precisò serio. -Per ora non siamo economicamente autonomi e in generale è probabile che ci ritroveremo a doverci appoggiare ai nostri genitori per gestire un bambino e se viene lasciato ai tuoi, preferirei che evitassero di passare il tempo a dire peste e corna di me. Il fatto che non stiamo insieme mi mette in una posizione delicata... Sai in quante famiglie gli ex coniugi vengono aizzati l'uno contro l'altro dai rispettivi genitori per avere una sorta di monopolio sui nipoti?-
-Ci consideri così stupidi da incappare in una situazione del genere?- domandò infastidita. -Pensi troppo e finisci sempre per andare a parare su seghe mentali assurde...-
-Non sono seghe mentali... è capitato che mia madre fosse ingaggiata dal tribunale dei minori come consulente tecnico d'ufficio in qualità di psichiatra e ne ho sentite parecchie... ho anche letto documentazioni atroci..-
-...Eh? Ma non ci dovrebbe essere il segreto professionale o qualcosa del genere? Perchè ti ha fatto leggere del materiale del tribunale, ma è legale 'sta cosa?-
-Ehm... beh, segreto professionale, eh?- rise nervosamente. -Sì, naturalmente c'è... ma alcuni medici, chiacchierano parecchio del loro lavoro... è da quando ho cinque anni che lei non fa altro che parlare di lavoro ed io sono sempre stato molto curioso... mi ha fatto dare un'occhiata ad alcuni resoconti del tribunale perchè pensava di aiutarmi con lo studio, i casi reali sono un'altra cosa rispetto alla teoria, tutto qua...- improvvisamente sembrava sentirsi un po' in colpa.
-Ok... Ok un corno! Credi che mio padre ci farebbe finire in tribunale?!-
-No... Ma non voglio creare ulteriori tensioni, già non mi può vedere. Se poi non gli piaccio, pazienza, ma non voglio dargli materiale per litigare.- disse serio.
-Sai, ironicamente potresti piacergli se non subissi passivamente tutto ciò che ti dice...-
-Cerco di ribattere civilmente, è completamente diverso!- sbuffò. -Col cavolo che mi metto a compiacerlo... se è immaturo e vuole litigare, che si metta davanti uno specchio e lo faccia per conto suo! Perchè sorridi in quel modo?-
-N-niente!- era quasi confortante vederlo ragionare in modo infantile, avvertiva come se ci fosse qualcosa che non andava quando quando si metteva a fare i calcoli... o forse gli sembrava di non conoscerlo più e si sentiva lasciata indietro. -Comunque, qualunque cosa ti abbia detto, non darci peso. Anche se tanto sei resistente, non dovrebbe essere un problema quindi...- riflettè a voce alta. “Sarebbe carino se non lo dessi per scontato ma che ti preoccupassi per me qualche volta... che mi dicessi qualcosa di incoraggiante...” si sentì in imbarazzo. “Ma che cosa sto pensando?! La resistenza alle opinioni altrui è l'unica cosa che mi viene riconosciuta come punto di forza. Fisicamente mi considera debole, anche più di quel che sono, non posso perdere il mio unico punto di forza e farmi vedere come un completo incapace. Sopratutto ora che non sono particolarmente in forma...”
-Probabilmente c'è andato piano, ti considera troppo debole. Ha molti difetti, ma a modo suo cerca di non essere prepotente... Beh, ripeto, a modo suo...-
“Sì! Decisamente non posso perdere quel punto di forza!” pensò con fastidio.
-Se non sbaglio non gli hai detto che non stiamo più insieme, giusto?-
-Già... non volevo espormi troppo. Se vuoi parlargliene tu... beh, è tuo padre, sono affari tuoi...-
-In realtà penso che vada bene così. Se l'avesse saputo conoscendolo avrebbe cercato di riportarmi a casa e ci saremmo scontrati... E' inutile, ha sempre voluto che fossi autonoma, ma sembra contemporaneamente incapace di rendersi conto che non sono una bambina. A volte è proprio una grandissima... Ah, lasciamo stare!-
-Ma tu...- “Perchè vuoi rimanere con me? Conosco i miei motivi per volerti qua, ma tu... a cosa diavolo pensi? Perchè hai seguito la mia idea? Saresti d'accordo col punto di vista di tuo padre sulla nostra relazione?” -Leshawna...- prima che potesse dire qualunque cosa, qualcuno suonò alla porta. Leshawna sbuffò.
-Aspetta, hai ancora la spazzola incastrata.- la avvertì. Scocciata la ragazza cercò di liberare la spazzola dal nodo. Harold notò che muoveva le dita in modo goffo e cauto “Deve essere colpa della mancanza di unghie... sopratutto per quella radice...” sospirò nervoso. Vedendola in difficoltà si avvicinò. -Ti do una mano...- Leshawna accettò la collaborazione imbarazzata e un po' stranita dall'atteggiamento del ragazzo. A quattro mani riuscirono ad estrarre il corpo estraneo.
-Lascia perdere, per sciogliere quei nodi ci vorrebbe un'ora, proviamo a nascondere e appiattire.- disse infastidita la donna.
Nel mentre suonarono nuovamente alla porta. I due si scambiarono uno sguardo rassegnati. Anche se temporeggiavano, l'intruso non si arrendeva e continuava ad attendere.
-E' Leshaniqua...- disse Harold guardando dallo spioncino. -Nasconditi...?- disse incerto di come volesse gestire la situazione.
-Va beh, aprile.- sbuffò Leshawna. Harold scosse le spalle ed seguì la richiesta.
-Ah, come pensavo... è più comodo così.- disse la donna soddisfa vedendoli. -Che dite cuginastri, mi fate entrare?- chiese cordiale.

Si sedettero al tavolo. Leshaniqua mise al centro un oggetto, probabilmente una scatola, imballata da del tessuto magenta. -Come dicevo, è comodo avervi trovati qua entrambi.- mise una mano nella tasca del cappotto e ne tirò fuori una lettera che porse alla cugina. -Questa è per te, la scatola è per Harold. Il ragazzo prese in mano l'oggetto, particolarmente incuriosito dall'imballaggio.
-Che cosa sarebbero?- chiese Leshawna.
-Uhm... vero, mi avevano detto che te ne sei andata prima. È l'eredità dello zio, siete gli unici che hanno ricevuto qualcosa.- spiegò quasi divertita. -Ehi, vuoi aprirla o no?- disse rivolta ad Harold. Per un attimo la scatola sfuggì al ragazzo, ma la riprese al volo.
-Ero incuriosito dal tessuto... era un sarto, giusto?-
-Sì, e...- provò a dire Leshaniqua, ma Harold si alzò portando con sé la stoffa e lasciando la scatola di legno sul tavolo.
-Potrebbe tornarmi utile, vado a posarlo nella scatola da cucito.-
-...Cucito?-
-Sì, Harold aveva una passione per il cosplay... e tende anche a conservare piccoli oggetti o ritagli di stoffa che pensa potranno tornargli utili...- spiegò distrattamente Leshawna mentre posava la lettera in un cassetto, poi esaminò l'oggetto lasciato ad Harold. -Una scatola di legno... impossibile da aprire, perchè?- chiese frustrata.
-E' una scatola rompicapo.- disse Harold tornando dalla camera da letto. Si trattava di un cubo di legno con un piccolo foro e diverse scanalature.
-Già e sapresti dirci perchè nostro zio l'ha lasciato a te?- domandò Leshaniqua. Leshawna sembrava pensierosa.
-Non so, non sono nemmeno sicuro di averlo mai visto.- rispose distratto dall'osservazione del cubo di legno.
-Eppure nell'eredità suggeriva che potesse piacerti, sei proprio sicuro che non vi siete mai parlati?- continuò a chiedere la donna mentre Leshawna era sempre più sospettosa.
-Mi spiace, non so come aiutarvi... Forse Leshawna gli ha detto qualcosa di me.- disse scambiandosi un'occhiata con Leshawna che lo guardò spaesata. -Suppongo vorrete parlare da sole, comunque. Io vedo se riesco ad aprire la scatola...- disse il ragazzo tornando in camera da letto.
-Sono sicura di non aver mai detto nulla di particolare su Harold, al vecchiaccio!- disse infastidita Leshawna.
-Uhm... non è importante... forse ha colpito la sua curiosità, in fondo il tuo fidanzato ha un aspetto proprio bizzarro!-
-Ah, il vecchio ci vedeva abbastanza? Ma perchè pensava che dovesse piacergli quella scatola?- mentre si interrogava si bloccò. -Comunque non è più il mio fidanzato.- aggiunse.
La cugina sospirò. -Che stai combinando? Perchè non sei venuta da me?- disse accigliata. -Guarda che le acque si sono calmate e per fortuna nessuno dovrebbe ricordarsi dell'ultima parte del testamento, tutti troppo occupati a protestare per ascoltare il notaio... ma seriamente, cosa vuoi che succeda? Sei pure incinta!-
-E'-è... è complicato! Diciamo che stiamo provando a coabitare anche se non stiamo più insieme per gestire meglio il moccioso.-
-Quindi sei meglio disposta verso la gravidanza ora?-
-Sì.- rispose l'altra infastidita.
-Come attrice sei a dir poco terrificante...-
-E se vai a dire a qualcuno che non stiamo insieme o se qualche altro simpaticone viene a sapere dove mi trovo, sei una donna morta! Voglio starmene in pace... niente visite! Niente domande!- specificò minacciosa.
-Come fa lo spaventa passeri ad essere ancora intero non lo so.- rispose Leshaniqua con tono canzonatorio.
-Beh, non si alzano le mani su chi vive con te. Il mondo è un luogo già abbastanza angosciante, immaginati doversi guardare le spalle anche dentro casa.-
-Mi fa piacere vedere che hai dei saldi principi morali!- continuò a scherzare prendendo poco sul serio la cugina più piccola. -Cambiando discorso, sappiamo se è maschio o femmina?-
-Oh... capisco i dubbi, ma sì, Harold non è una femmina.-
-Molto divertente... lo prenderò per un no...- sospirò la donna. -Curioso il modo in cui consideri lo spaventa passeri, non ho mai capito cosa c'entrasse con te...-
-Eh...- la ragazza sospirò passandosi una mano fra i capelli facendo saltar fuori diversi nodi. Sbuffò. -Avevo... forse continuo ad avere, un debole per lui... anche se non credo di esserne mai stata innamorata. In realtà credo proprio di non poter andare oltre l'attrazione e innamorarmi.- scosse le spalle infastidita, perchè stava parlando di qualcosa di tanto stupido.
-Mi piacerebbe capire cosa sia cambiato per fartelo mollare. Sai, ti ho sempre visto come una persona molto pratica... ma quando c'è quello di mezzo smetti di funzionare! Per essere una che non ne è mai stata innamorata, hai la testa bacata!- Leshawna si limitò a guardarla con aria truce per comunicarle che non le andava di parlarne. -Sei stata tu a cominciare, cuginetta bella... almeno mi spieghi perchè fra le persone per cui avevi un debole sei andata a pescare proprio il “piccolo topo”?- per Leshawna era nostalgico sentirlo chiamare così, era la prima cosa che le era venuta in mente per descriverlo alla cugina quando lo aveva visto in prima, anche se forse procione sarebbe stato più appropriato. Aveva parecchie lentiggini molto fitte a quell'età che ricordavano vagamente la parte inferiore della maschera del procione.
In due anni l'aveva superata in altezza e le macchie si erano diradate, ma le orecchie a sventola e il naso sottile e allungato erano rimasti.
-Non so, è sempre stato gentile e disponibile...- disse vaga. -Col tempo ho cominciato a vederlo un po' come un familiare acquisito o comunque una figura di appoggio... E-ehi! Non guardarmi in quel modo!-
-Scusa... ma normalmente, quando dici a qualcuno che per te è come un fratello poi non ci vai a letto!-
-E infatti non gli ho mai detto niente del genere! Ah... no... aspetta...- forse una o due volte era capitato. Il volto smarrito e imbarazzato del ragazzino all'epoca, era impagabile... -Ma non è mai accaduto quando abbiamo cominciato a frequentarci, quindi è a posto... sul serio, smettila di guardarmi in quel modo!-
-Ok... scherzi a parte, vi siete cacciati in un bel guaio...-
-So quello che faccio, sul serio... e per il bambino ho solamente bisogno di adattarmi all'idea e... ho ancora un po' di tempo, no?-
- Va bene... ma la brillante idea di continuare la convivenza a chi dei due è venuta? Per curiosità...-
-Non è stata mia... Perchè pensi che potrei averla avuta io?-
-Perchè innamorata o meno sei molto attaccata ad Harold... Comunque per un bambino potrebbero essere molto meglio due genitori separati piuttosto di due che litigano costantemente...-
-Allora, lo so io, Harold lo saprà per esperienza diretta ammesso che si ricordi qualcosa dei suoi come coppia, ma vedremo come andrà... Sono piuttosto stanca adesso, potresti levare il disturbo?- il suo tono era stato brusco forse, ma sperava che la cugina fosse abbastanza sveglia da capire che non era il momento per infastidirla e aveva abbastanza fiducia in questo.

Trovò il ragazzo seduto sul divano letto mentre studiava l'eredità ricevuta con una lente di ingrandimento.
-Trovato niente?-
Il ragazzo sussultò e per poco non perse la lente. -Niente... è come se mancasse un pezzo...- sospirò. -No, non utilizzerò una sega, magari c'è dentro qualcosa di fragile e poi non mi va di barare.- le disse preventivamente. -Tua cugina è andata?- era tanto distratto da non accorgersi di  un eventuale rumore della porta.
-Sì...- rispose lei distrattamente. “La verità è... è che l'idea di dover passare tutta la vita con una persona è agghiacciante... per quanto si possa provare affetto per qualcuno, prima o poi svanisce e subentra la noia... anche se a causa del bambino siamo legati, l'idea di non avere nessun patto di amore e fedeltà a pendere sulla mia testa e di non dovermi sentire in colpa quando per te provo il nulla cosmico è infinitamente meno angosciante... troveremo un modo per prenderci i nostri spazi... sono sicura che anche per te sarà molto meglio così anche se in questo momento non te ne rendi condi conto...” per qualche motivo erano parole che gli suonavano molto tristi in testa... e non gliele avrebbe mai dette...
“E' improbabile che non sia una situazione temporanea, non sono fatta per stare in coppia, ma per lui potrebbe essere diverso... quando si sarà trovato qualcun altro ci separeremo...” era un sollievo per certi aspetti, l'aveva pensato anche quando erano ancora a scuola.
Si sarebbe sentita più a suo agio se quel suo strano amico si fosse trovato una fidanzata visto che non riusciva a ricambiare del tutto il suo interesse, poi si era resa conto di una cosa ovvia. L'attenzione di Harold non era disinteressata, se avesse trovato una ragazza avrebbe smesso di calcolarla... Non aveva mai provato una reale gelosia nei confronti del ragazzino allampanato, ma da un punto di vista razionale, l'idea che si interessasse a qualcun altro era diventata meno piacevole...
“Ora che la situazione è cambiata lo accetterei senza problemi, ovviamente...”
-Prima o poi prenderanno vita... e cominceranno anche loro a volere da mangiare...- commentò Harold spostandole una nodosissima ciocca di capelli con un sorriso nervoso. La toccava con cautela come se avesse realmente paura che si animasse e lo azzannasse.
-Cerca di fare più rumore quando ti muovi!- disse Leshawna scostandosi infastidita. -Ero sovrappensiero e mi hai un po' presa alla sprovvista...- aggiunse per scusarsi  della reazione brusca notando il viso imbarazzato del ragazzo. -Conoscendoti immagino che avrai già in mente qualche creatura strana a cui paragonarmi per i capelli... giusto?- provò a sorridergli. Harold si illuminò apprezzando il tentativo.
-Medusa è abbastanza scontata... ma la futakuchi-onna va un po' fuori tema con la sua bocca dietro la testa...- poi si rabuiò - A proposito di  spiriti e vendette... credo che le tue dita si vendicheranno...- le disse incerto. Leshawna istintivamente nascose fulminea le mani.
-Sai, le unghie sono diventate stranamente fragili ultimamente.- si discolpò debolmente.
-Per la radice mancante in parte potrebbe essere... nessuno sceglierebbe arbitrariamente di cominciare a staccare un'unghia dalla radice. Perlomeno non la propria, nelle torture è un altro discorso... ma vedendo che la radice aveva smesso di aderire alla pelle devi averci messo del tuo per rimuoverla... non può essere caduta da sola. E poi i mignoli e gli anulari sono stati sicuramente mangiati...- sospirò turbato. -Sul serio come diavolo...? Devi avere una buona resistenza al dolore ma...- sentì un po' di nausea e dovette sedersi, non sapeva se dipendesse da un eccessiva empatia col pensiero di staccarsi le unghie in quel modo, per come stava funzionando il suo corpo in quei giorni poteva essere ordinaria amministrazione.
-Sto già provando a smettere, tranquillo...-
Harold la guardò sospettoso. -Hai bisogno di uno specialista con cui parlare?- domandò cercando di tranquillizzarsi. “Anche se forse sarei il primo ad averne bisogno...”
-Non sono pazza! Per delle unghie non stai facendo il melodrammatico?-
-Non è una cosa per pazzi e non è per le unghie! Anche se atti di autolesionismo sono il sintomo di un disagio quindi in un certo senso...-
-Autolesionismo?! Ora ho capito perchè hai scelto psicologia e non medicina, sei così impressionabile!-
-Non ho alcun problema con le lesioni o il sangue, il problema è se riguardano te!- si scambiarono una sguardo teso. -Nel senso che fa impressione se a ledersi è una persona cara...- distolse lo sguardo agitato. -V-volevo dire conoscente intimo! No... aspetta... Volevo dire conoscente che si conosce da tanto tempo!- normalmente si sarebbe morso un dito in quel momento, ma sarebbe stato un pessimo esempio oltretutto ironico. -In ogni caso, non sarà un atto appariscente come tagliarsi, ma ti sei resa conto di avere difficoltà ad afferrare e manipolare gli oggetti perchè hai le dita troppo indolenzite e ipersensibili? E ti sei causata questa situazione spontaneamente... Non puoi neanche separare bene i nodi...- disse serio.
-Come ti ho già detto sto cercando di smettere, quindi non hai di che preoccuparti. Non sono un'alcolista, una ludopatica o una drogata!- rispose innervosita. -E no, non voglio nemmeno parlarne con un estraneo!-
-Va bene... va bene...- sospirò l'altro portandosi una mano ai capelli. -Vuoi parlarmi di qualcosa? Che ne so, qualcosa ti disturba?- se gli sguardi potessero uccidere, probabilmente Harold non avrebbe avuto scampo in quel momento.
-Non sei il mio terapeuta e hai un mare di problemi, quindi smettila di fare il superiore!- disse con tono aggressivo andandosene dalla stanza.
Harold rimase sbigottito. “Eh... scherziamo?” non sapeva se ridere o arrabbiarsi. “Sto facendo del mio meglio per comportarmi in modo corretto...” sicuramente si sentiva frustrato, si mise a contare aspettando di raffreddarsi... doveva stringere i denti, se si fosse messo a discutere in quel momento non ne sarebbero più usciti. Leshawna era irrazionalmente suscettibile e preventivamente aggressiva, litigare mentre era in quello stato starebbe stato inutile. “Devo tenere a mente che è in un momento difficile, dal punto di vista biologico sarà scombussolata...” inspirò ed espirò. “Perchè io invece sto benissimo?” buttò fuori l'aria e cercò di calmarsi. “Dovrò comunque dirle qualcosa, mi sta facendo impazzire! E poi non è giusto... non è l'unica ad avere dei problemi... Non voglio fare una gara per decidere chi sta peggio e ha più colpe, ovviamente, ma... ma chi me lo fa fare? Non le interessa niente di come stanno gli altri in questo momento, perchè dovrei parlarle? Per darmi la zappa sui piedi?”

I due evitarono di parlarsi per il resto della giornata e per quanto l'atmosfera tesa fosse sgradevole, forse era meglio così...
Era solo il secondo giorno, ma le cose non sembravano andare bene...


Nota:
-La  futakuchi-onna è una creatura mitologica giapponese. Una donna a cui, a causa di un maleficio, il desiderio represso di mangiare o uno spirito vendicativo, cresce una bocca sulla parte posteriore della testa continuamente affamata che se non soddisfatta potrebbe diventare molesta o provocare dolore. In alcune versioni, i capelli della donna si animano per afferrare il cibo e portarlo alla bocca.
Questa figura dovrebbe essere l'ispirazione del pokemon Mawile.

Angolo dell'autrice:
Ehi... mi spiace pubblicare così in ritardo, non mi sono sentita molto in forma ultimamente come scrittura, faccio praticamente un errore ogni tre parole... stanchezza e dislessia sono una combinazione abbastanza deprimente se devi scrivere, leggere e studiare o_o
Spero che la cosa non pesi troppo con l'aiuto del controllo ortografico automatico...
Spero anche che in generale il capitolo possa piacervi, è piuttosto diverso da come l'avevo strutturato all'inizio, ma non voglio scrivere capitoli eccessivamente lunghi...
Poi da una parte non voglio trattare troppo superficialmente alcune cose, dall'altra ho paura di annoiare, gestire male le cose, soffermarmi su cose che su carta non funzionano o interessano... non so, in fondo questa long è un po' un esperimento, spero di riuscire a intrattenervi e interessarvi.
Grazie di cuore per l'attenzione e buona serata o giornata a seconda di quando state leggendo, spero di avervi tenuto compagnia ^^
A presto!
  
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