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Autore: SilkyeAnders    03/12/2020    0 recensioni
"Sparizioni nel mondo atletico: ricercato il colpevole".
Sta accadendo qualcosa di strano a Jump City, e non solo lì, i Titans si trovano di fronte ad una nuova sfida.
Riusciranno a sventare questa minaccia o sarà la fine per loro?
(Questa fanfiction contiene personaggi da me creati abbinati ai personaggi della serie animata, si incentrerà sulle coppie RobStar e BBRae).
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 12: il calore dei corpi TEAMMATES Capitolo 12: Il calore dei corpi.



(https://www.youtube.com/watch?v=XgJFqVvb2Ws)
Un gemito profondo scivolò dalle sue labbra rosee, erano leggermente dischiuse e il suo fiato caldo gli solleticava il collo facendogli venire la pelle d'oca.
Le sue mani percorrevano ogni centrimetro nudo di pelle, ogni angolo nascosto del suo corpo.
Lui le sfiorò il labbro inferiore con la lingua e le diede un dolce morso.
Percorse la lunghezza della sua coscia con la mano per poi far scomparire la sua mano in mezzo alle gambe di lei.
Un altro gemito, stavolta più lungo e profondo.
-Mi sei mancata- disse in un soffio.
Lei non rispose, afferrò i suoi capelli corvini con la mano e tirò appena costringendolo ad alzare il viso nella sua direzione.
-Io... Non ti sono mancato?- chiese tra un bacio e l'altro.
Starfire non azzardava a rispondere, era stesa lì proprio sotto di lui e ansimava.
Robin le scostò una ciocca di capelli sudati dal viso, il suo bellissimo viso.
Le sue guance ora erano arrossate, gli occhi smeraldini socchiusi a fissarlo con sguardo intenso.
Il suo corpo era esattamente come lui lo aveva immaginato per tutto quel tempo, riusciva a sentire chiaramente il calore che emanava e ci si crogiolava.
Incapace di lasciare le sue labbra libere per troppo tempo Robin tornò a baciarla con foga, si lasciò sfuggire una risata ansimante mentre le posava entrambe le mani sui fianchi.
Abbassò di nuovo lo sguardo su lei rivolgendole un sorriso sghembo.
-Sei bellissima...- mormorò.
Aveva paura di parlare ad alta voce, come se un tono di voce normale potesse spezzare quel momento incantevole.
Era tutto come lo aveva sempre voluto, sognato anche...
-Perché non mi parli? Star... Ho bisgno di sentire la tua voce- disse lui baciandole il ventre.
Un altro gemito silenzioso le sfuggì dalle labbra.
-Se non mi parli non sono sicuro che tu sia davvero qui con me- ansimò lui afferrandola di peso.
La spinse contro la parete della sua camera e lei attorcigliò subito le gambe attorno alla sua vita spingendolo ancor di più verso di sé.
Quella necessità di sentirla vicina: pelle contro pelle, cuore contro cuore... Era un'emozione che non aveva mai provato prima.
Desiderio, quello lo conosceva bene. Era un'emozione con cui si era scontrato più volte ma quello che provava in quel momento, quella era una sensazione completamente estranea per lui.
Era come se quel contatto non fosse abbastanza, voleva sciogliersi dentro di lei. Renderla un tuttuno con il suo corpo.
Voleva respirare la sua stessa aria, guardare il suo stesso cielo, provare gli stessi brividi.
Era un bisogno quasi spasmotico, disperato... Non riusciva a pensare.
-Dimostrami che sei reale- disse baciandole il collo.
Scostò il viso e la ragazza stupenda fra le sue braccia si contorse in modo innaturale, Robin si allontanò da lei con il cuore in gola. La osservò in silenzio mentre la schiena si spezzava in una posizione arcuata dando origine a dei frammenti di ghiaccio violaceo.
Starfire lanciò un grido di dolore agghiacciante prima di tramutarsi completamente in ghiaccio.

Robin aprì gli occhi di scatto, era completamente sudato e il cuore gli batteva all'impazzata.
Scostò le coperte dal suo corpo e tolse immediatamente la camicia del pigiama.
-Cosa vuol dire questo sogno?- si chiese.
Si toccò il petto, quasi d'istinto, la sensazione di calore del corpo di Starfire era ancora vivida.
Sentì bussare dolcemente alla porta.
-Raven...- mormorò.
-Non riesco a dormire- disse la ragazza in un soffio.
-No, nemmeno io... Entra-.
I ragazzi avevano deciso di fermarsi per la notte in un Bed and Breakfast non troppo lontano dal punto in cui erano giunti.
Non sapevano nemmeno dove dovevano andare quindi, semplicemente, ritenevano che fosse più saggio riposare prima di affrontare un nemico sconosciuto.
-Sono preoccupata...- mormorò la maga.
Robin le posò delicatamente una mano sulla spalla, quel calore sembrò confortarli entrambi.
-Ti sei mai chiesta come mai il calore del corpo abbia un effetto così rilassante?- chiese lui distrattamente.
Raven scosse il capo, sorrise appena :-Suppongo che sia per la vicinanza che trasmette-.
Raven si voltò leggermente verso il suo amico e imitò il suo gesto posando anche lei una mano sulla sua spalla.
I due rimasero a guardarsi negli occhi senza dire nulla.
-Sono di una punta di azzurro davvero particolare- commentò la maga.
Robin sembrò ricordarsi in quel momento di non avere la maschera. Raven lo aveva già visto senza ma mai da così vicino, quello era un lusso che solo Starfire poteva concedersi.
Sentì di tradirla in qualche modo e si scostò appena.
-Robin, ho paura che non riusciremo ad arrivare in tempo- ammise lei abbassando lo sguardo.
-Anche io- sospirò lui passandosi una mano fra i capelli.
-Mi sento così male a non proseguire le ricerche- continuò lei.
-Dovevamo riposare-.
-Come se fosse un'opzione contemplabile...-.
Robin sorrise appena :-E quindi ti piace BeastBoy, eh?-.
-Smettila subito- borbottò la maga tirando su il cappuccio della mantella.
-Eh no mia cara, qui si gioca ad armi pari- esclamò lui tirandolo di nuovo giù :-Io i miei occhi, tu i tuoi-.
Raven posò la testa sulla sua spalla e si lasciò sfuggire un sospiro stanco.
-Dormi qui con me?- chiese lui facendole spazio nel letto.
Raven annuì e si sistemò nel lato opposto.
Non aveva mai dormito con lei ma ritenne che il calore del suo corpo potesse giovargli quella sera, in mezzo a tutto quel ghiaccio forse il fuoco era l'unico modo che avevano per tenersi sani.

___ ___ ___ ___ ___ ___

Starfire sentiva il pungente freddo del ghiaccio risalirle lungo la fronte, un rumore in sottofondo che non riusciva bene a decifrare.
Era una specie di ticchettio, non era gradevole e per dirla tutta le metteva un po' d'ansia.
Il suo corpo veniva percorso da piccole ondate di calore di tanto in tanto ma non riusciva più a reagire.
Riusciva a sentire il battito del suo cuore affievolirsi, le lacrime erano ormai gelide stalattiti di ghiaccio lungo le sue guance.
-La tua pelle sta diventando blu...- mormorò BeastBoy.
La sua voce sembrava così distante, come se lo stesse ascoltando dalle profondità marine.
La sua mente era fissa su Robin, desiderava tanto poter sentire il suo corpo contro il proprio. Un caldo abbraccio, le sarebbe bastato solo questo.
-Star, devi resistere ok? Gli altri sono vicini...-.
Se solo avesse potuto voltarsi per guardarlo, se solo avesse potuto allungare una mano per afferrare quella del suo amico.
-Cos'è... Rumore...- mormorò lei in un soffio.
-Un orologio, lo ha portato poco fa ma tu eri svenuta- spiegò il mutaforma.
Starfire non capiva come fosse possibile che il suo amico stesse così bene, si capiva che era infreddolito ma non sembrava reagire male come lei.
In fondo, si disse, lei era puro fuoco ed energia... Forse il ghiaccio su di lei si muoveva più in fretta.
Eppure, non avrebbe dovuto essere in grado di scioglierlo?
-E' come se questo ghiaccio maledetto risucchiasse l'anima- borbottò il ragazzo.
Starfire sentì un tuffo al cuore.
Era davvero possibile? Più emozioni provava, più il ghiaccio si espandeva? E quel calore che sentiva ogni tanto...
Non riusciva davvero a capire.

___ ___ ___ ___ ___ ___

Un raggio di sole filtrò dalla finestra illuminando il viso del giovane eroe, una lieve tepore avvolse le sue guance costringendolo ad aprire gli occhi.
Fra le sue braccia avvertiva qualcosa di morbido e sinuoso, il corpo di Raven.
Avevano dormito abbracciati.
Effettivamente sentiva il bisogno di un contatto umano rassicurante, Raven non era calda come Starfire e la sensazione del suo corpo esile contro il suo non era paragonabile a quello che provava quando era Starfire a stringersi a lui in quel modo.
Anche il suo odore era diverso, non cattivo solo... Diverso.
Si scostò da lei e ne approfittò per farsi una doccia calda, non aveva nemmeno controllato l'orario ma a giudicare da quanto fosse debole il sole fuori dovevano essere appena le sei di mattina.
Quando tornò in camera, Raven era seduta sul letto già vestita di tutto punto e fissava fuori dalla finestra.
-Buongiorno- borbottò lui.
La maga ebbe come un sussulto, voltò il capo verso di lui :-Buongiorno-.
Tra i due scese un pesante silenzio, entrambi erano molto imbarazzati per aver trovato conforto l'uno tra le braccia dell'altra. In qualche modo si sentivano estremamente in difetto nei confronti delle persone a cui avevano donato il cuore.
Eppure non avrebbero dovuto, nessuno dei due era in una relazione e nessuno dei due aveva fatto qualcosa di male.
Nei momenti difficili è lecito trovare conforto in un calore estraneo, no?
Robin prese i propri abiti e tornò in bagno a cambiarsi.
Entrambi sentirono bussare alla porta, sicuramente era Cyborg.
Quando Robin aprì la porta il mezzo robot non chiese nulla, semplicemente guardò Raven e le rivolse un sorriso comprensivo.
Non c'era giudizio nel suo sguardo, era come se immaginasse che una cosa del genere sarebbe capitata.
-Mettiamoci subito in marcia- disse con fermezza.
-Hai idea di dove vuoi dirigerti?- chiese Raven.
-Abbiamo una pista-.
I tre salirono in auto, stavolta Robin si mise dietro con Raven e le prese la mano.
Era un tocco rassicurante per entrambi, non c'era nulla di romantico né di erotico. Era solo uno scambio di calore corporeo, uno scambio di emozioni.
Raven non poteva concedersi di provare troppi sentimenti e, in un certo senso, per Robin era lo stesso.
Tenendosi per mano era come se dividessero quelle emozioni così pesanti a metà.
Come se ciascuno si facesse un po' carico del peso dell'altro e glielo levasse dalle spalle.
Cyborg non disse nulla, non ce n'era bisogno. Conosceva i suoi amici meglio di quanto essi stessi si conoscevano e aveva già capito tutto sin dal primo momento in cui si conobbero, nessuno aveva dovuto spiegargli le dinamiche.
Per lui era così ovvio da essere imbarazzante eppure, e di questo si sorprendeva sempre, nessuno di loro sembrava volerlo accettare.
O meglio, Robin e Raven sembravano non volerlo accettare.
Si chiedeva spesso il perché quei due si comportassero così, forse nessuno aveva insegnato loro ad essere felici.
La strada scorreva rapidamente davanti a loro, l'auto sfrecciava sull'asfalto lasciando passare alle proprie spalle i paesaggi boschivi.
Iniziavano a intravedersi le prime montagne in lontananza.
Robin strinse più forte la mano di Raven e fu piacevolmente sorpreso di notare che lei ricambiò con altrettanto vigore.
La preoccupazione li stava divorando vivi, nessuno dei due sapeva più come calmarsi ormai e sentivano anche che il tempo stava per scadere.

___ ___ ___ ___ ___ ___

Il freddo era insopportabile e pungente, lame di ghiaccio si infilzavano ferocemente nelle sue carni fino a congelarle il cuore.
Il suo battito cardiaco era sempre più debole e il suo viso sempre più compresso nel ghiaccio gelido.
I suoi occhi non vedevano più ciò che c'era attorno, era tutto annebbiato e terribilmente confuso.
La pelle le bruciava con una violenza inaudita, nemmeno il fuoco che si portava dentro era in grado di scaldarla ormai.
Si sforzò di non pensare ai suoi amici, a Robin... Si impegnò a non sentire assolutamente nulla ma, se non provava emozioni, sentiva più chiaramente il freddo che si impossessava del suo corpo.
Fragile, debole, inutile... Non riuciva a credere di essersi ridotta in un simile stato.
Avrebbe voluto reagire, parlare, rassicurare il mutaforma accanto a lei e invece...
I suoi occhi si chiusero per l'ennesima volta lasciandola scivolare nel buio totale, incapace di risalire in superficie dove il sole poteva scaldarla.
Non sapeva cosa le sarebbe capitato, non sapeva perché lei e BeastBoy si trovavano lì e non capiva nemmeno a che gioco stesse giocando il criminale.
Si sentiva impotente, nervosa e stanca. Avrebbe solo voluto che tutto quel calvario finisse e anche presto!

   
 
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