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Autore: Talitha_    05/12/2020    3 recensioni
In un’ipotetico futuro in cui Marinette e Adrien sono una coppia a tutti gli effetti, ecco a voi una serie What if? alla stregua del romanticismo e del fluff più assoluto.⁣

"Era tutta colpa di Marinette se adesso Adrien moriva dalla voglia di mettere le mani in posti dove non avrebbe dovuto, e di baciarla come mai aveva fatto prima.”⁣
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.

 

“Buongiorno, signorina Dupain-Cheng. Adrien è in camera che l’attende.”

La voce glaciale di Nathalie fu il primo suono che Marinette udì una volta che il portone di villa Agreste le si aprì davanti. 

“Ehm, buongiorno Nathalie” balbettò in risposta Marinette. 

“Prego, mi segua” continuò la segretaria, avviandosi con passo altero verso la scalinata di marmo posta di fronte all’ingresso. Dietro di lei, Marinette cercò di tenere il passo. “Non c’è bisogno che mi accompagni se è impegnata. Conosco… conosco la strada, ecco.”

Il ticchettio dei tacchi a spillo di Nathalie si interruppe. 

“Questo è il mio lavoro, signorina. Accogliere e servire gli ospiti.”

Marinette arrossì imbarazzata. “Oh, certo. Mi…mi scusi.”

Nathalie si voltò e riprese la sua camminata di ferro. Salirono gli scalini in un silenzio di tomba, fino ad arrivare davanti alla porta della camera di Adrien. A quel punto, Nathalie si fermò e si voltò verso Marinette. “La macchina sarà pronta a partire tra un quarto d’ora, vi prego di farvi trovare pronti all’ingresso.”

Marinette annuì prontamente. “Sì, signora. Voglio dire” aggiunse scuotendo la testa e agitando le mani davanti a sé “sì, Nathalie.”

La segretaria del sig. Agreste annuì e si allontanò verso il suo ufficio. 

 

***

 

Una volta entrata nella stanza di Adrien, Marinette sorrise tra sé e sé. Era sempre bello trovarsi in quel luogo, perché significava stare con Adrien, e perché era lì che si racchiudevano alcuni dei loro ricordi più dolci. 

Non appena svoltato l’angolo, scorse subito la sagoma di Adrien, distesa sul letto ancora addormentata. Marinette sorrise come un’ebete, avvicinandosi piano a lui. 

Adrien era sempre bellissimo, eppure quando dormiva celava un fascino che lasciava Marinette non indifferente. Si sedette piano sul bordo del letto, consapevole di doverlo svegliare, ma troppo intenerita per farlo. 

Con una mano, percorse il profilo del suo volto, le labbra, la mandibola, le gote, le palpebre. Tutto era perfetto in lui. Sentì un’improvvisa voglia di baciarlo, e allora si avvicinò piano a lui, e poggiò delicatamente le sue labbra su quelle di Adrien. Nonostante quel leggero bacio non ottenne risposta, Marinette si ritrovò a desiderare di approfondire quel tocco. 

Sperava di svegliarlo così, con un bacio. 

Assaporò dolcemente le sue labbra, senza averne mai abbastanza. Allora, per stare più comoda, si sdraiò accanto a lui e puntò il gomito sul letto per portarsi all’altezza del suo viso. Si accostò alla sua bocca, mentre con la mano libera si reggeva al suo petto. E nel frattempo continuava a baciarlo, assaporarlo, assaggiarlo. Era strano baciarlo senza essere ricambiata, ma anche terribilmente eccitante. Aiutandosi con la lingua riuscì, con una leggera pressione, a schiudere le labbra di Adrien, e ad approfondire il bacio. Spostò la mano dal petto alla nuca, accarezzando con le dita i suoi morbidi capelli biondi. 

Dopo qualche secondo, sentì le labbra di Adrien rispondere al suo tocco, e allora si sistemò meglio sopra di lui. 

Adrien gemette senza capire bene cosa stesse accadendo, poi aprì piano le palpebre e si ritrovò la sua ragazza stesa cavalcioni su di lui, che lo baciava in maniera non proprio innocente. Sentì il corpo irrigidirsi, mentre si chiedeva se non stesse ancora sognando, ma la lingua di Marinette che premeva contro la sua era troppo reale per trattarsi di un mero frutto del suo inconscio. Eccitato, si tirò un po' su afferrandola per i fianchi, cercando di assecondare al meglio le voglie di lei. Ma, non appena diede segnali di essere completamente sveglio, Marinette si scostò, invitandolo ad alzarsi. 

Lui protestò cercando di convincerla a tornare da sé, invano. 

“È già tardissimo, Adrien. Nathalie ci aspetta giù tra dieci minuti.”

Bu…buginette” ansimò senza fiato. 

“Su, non fare il bambino” sorrise afferrandolo per le mani “dobbiamo andare a Le grand Paris per l’incontro con Chloé e gli altri, non te ne sarai mica dimenticato?”

“Ma…” cercò di protestare. 

Marinette scosse la testa. “Niente ma, Chaton. Ci aspettano.” 

 

***

 

Una volta saliti in macchina in una corsa contro il tempo, Adrien tornò a cercare le attenzioni di Marinette, incurante della presenza del gorilla alla guida. 

Le poggiò una mano sulla gamba, avvicinandosi piano, come per tastare il terreno. Ma Marinette interruppe ogni speranza sul nascere. Era perfettamente consapevole che, quando Adrien lo voleva, sapeva essere estremamente eccitante. Ed, in quel momento, l’ultima cosa di cui aveva bisogno era di cadere vittima delle sue avances. Doveva essere il più concentrata possibile per l’incontro di quella mattina. 

Adrien mise il broncio per qualche minuto buono, poi si avvicinò e le sussurrò in modo che il gorilla non potesse sentire: “Non si fa, Milady. Prima mi provochi e poi ti tiri indietro.”

Marinette trattenne il respiro. 

Poi sorrise maliziosa. 

“Allora ti è piaciuta la sveglia, stamattina?”

Lui la guardò pieno di desiderio, e fece per avvicinarsi, pensando che adesso avesse campo libero. 

Ma lei lo fermò di nuovo. “Per favore, Adrien” sospirò “non è il momento.”

Lui sbuffò. Infine, bisbigliò divertito: “Questa me la paghi, Buginette.”

 

 

2.

 

Una volta nella hall dell’hotel, Adrien e Marinette furono accolti da due entusiasti Alya e Nino, pronti per il primissimo raduno del club dei supereroi. Una volta scoperte le vere identità di Ladybug e Chat Noir, era stato molto difficile per loro digerire quanto i loro migliori amici avevano tenuto nascosto per tutto quel tempo, ma avevano infine compreso le ragioni del loro silenzio e avevano unito le loro forse, insieme a Chloé, e creato un club dei supereroi di Parigi, con Ladybug come presidentessa. Quella era la loro prima riunione, ed erano tutti euforici al pensiero di quello di cui avrebbero discusso. 

Alya andò incontro a Marinette e la abbracciò forte. “Finalmente siete arrivati, ma quanto ci avete messo?” 

Marinette rise imbarazzata, mentre Adrien annuì poco convinto. Era ancora di malumore per il rifiuto di Marinette. 

“Allora, andiamo?” chiese raggiante Alya. Marinette fece per seguire lei e Nino verso l’ascensore, quando Adrien le bloccò il polso. Poi disse, rivolto verso Alya e Nino: “Voi avviatevi, io e Marinette vi raggiungiamo tra poco.” 

Marinette lo guardò interrogativa, mentre Alya e Nino, increduli anche loro, si costrinsero a proseguire da soli verso la suite di Chloé. 

“Adrien, si può sapere che ti prende? Perché non possiamo andare tutti insieme?”

Adrien la guardò maliziosamente, dirigendosi verso un ascensore dal lato opposto a quello appena preso da Alya e Nino. “Adrien, mi spieghi cosa sta succedendo?” chiese nuovamente Marinette, senza però ricevere risposta. 

La condusse, anzi, verso l’ingresso dell’ascensore più nascosto che riuscì a trovare e la accompagnò dentro tenendo una mano poggiata dietro la schiena di lei. 

 

 

***

 

Din-din. 

Le porte dell’ascensore si chiusero senza interferenze. 

“Adrien, ma cos…”

Sentì all’improvviso una mano avvolgerla per la schiena e un’altra premuta nell’incavo tra orecchio e collo. 

“Shhh” sussurrò Adrien, inclinando il capo per avere una migliore visione del suo volto. 

Marinette sentì il fiato mozzarsi mentre la mano sinistra di Adrien prese a vagare giù lungo la sua schiena, molto chiara la destinazione cui aspirava. 

Adrien espirò pesantemente contro il collo di Marinette, provocandole una scia di brividi lungo la schiena. 

Chchaton…” balbettò incoerentemente. 

“Ti avevo avvertita, Milady” le sussurrò nell’orecchio. “Mai provocare un gatto in calore.”

Premette più forte il corpo contro quello di lei, facendole poggiare la schiena contro lo specchio dell’ascensore. 

“Adrien…”

Un soffio sul collo, una mano poggiata in modo provocante sul fondoschiena. Marinette trattenne il fiato, le gambe molli. 

“Non fare la finta tonta, Buginette” mormorò di nuovo Adrien. “Te l’avevo detto che me l’avresti pagata.”

Dopodiché, prese a sfiorare il collo di Marinette con le labbra, piano. 

Leggero e delicato come ali di farfalla. 

Non erano veri e propri baci, quanto più tocchi leggeri che ebbero su Marinette un effetto mai provato prima. Voleva che smettesse di torturarla a quel modo, ma anche che la toccasse più deciso, senza farla sentire così desiderosa di altro. D’altronde, era proprio quello il suo obiettivo.  

Marinette cercò di divincolarsi poggiando le mani sul petto fermo di Adrien. “A…Adrien” ansimò “t…ti prego, non è il momento.”

Lui sorrise malizioso contro la sua pelle, spostando una mano dalla sua guancia al collo, alla scapola, sempre più giù, vicinissimo al seno. 

Chchaton…” boccheggiò, senza più fiato in corpo. 

“Mmh?” rispose lui, noncurante. 

“P…per favore. Ci sono le telecamere.”

Adrien sbuffò. “Non le guarda nessuno, le telecamere.”

Le prese delicatamente un seno con la mano destra, mentre teneva la sinistra ancora appoggiata dietro la schiena. Il suo tocco su di lei era talmente leggero che Marinette, nonostante fosse consapevole che quello non era né il momento né il luogo, si sorprese a volerne di più. 

“A…Adrien” ripetè ansando, mentre lui spostò le labbra sul lato destro del suo collo, soffiando e sfiorando, ma senza davvero toccarla. 

“C…chiunque potrebbe entrare, e…”

“E…?” chiese, allontanandosi per un istante dalla sua pelle. La guardò negli occhi, una mano ancora poggiata sul seno, l’altra nell’incavo del gluteo. Si avvicinò pericolosamente al viso di Marinette, che adesso sentiva il suo respiro sulle labbra e il profumo dei suoi capelli invaderle le narici. 

Marinette ansimò, il respiro irregolare. Chiuse gli occhi per cercare di calmarsi, invano. Sentiva ancora il corpo solido di Adrien premuto contro il suo, e nonostante la paura di essere scoperti, sentiva un’irresistibile voglia di seguire i suoi istinti. 

Milady” mormorò Adrien guardandola dritto negli occhi “se vuoi che mi allontani, non devi fare altro che chiedere.”

Marinette sentì le gambe cedere, quindi si aggrappò alle sue braccia. Adrien si fece sempre più vicino, le loro labbra ora si sfioravano. “Buginette?”

“Mmh?” fu l’unico suono che Marinette riuscì a pronunciare. 

“Sei ancora in tempo per chiedermi di fermarmi” le bisbigliò contro. 

In risposta, Marinette si avvinghiò più salda su di lui, intrecciando le mani dietro il collo di Adrien. Ma a lui ancora non bastava. “Vuoi che mi fermi?”

Marinette lo guardò con sguardo supplichevole. Che tortura era mai quella?

Scosse la testa, mordendosi un labbro. 

Adrien sorrise malizioso, mentre con la mano sinistra lasciò la presa sul suo seno. Marinette sentì un vuoto nel punto in cui le sue dita si trovavano fino a poco prima, ed emise un sospiro di disappunto. 

“N-non fermarti” riuscì infine a sussurrare.  

Adrien sogghignò, mentre inclinò di nuovo la testa contro il collo di Marinette. Prese a baciarla davvero questa volta, di baci dolci e desiderosi al tempo stesso. Marinette si lasciò scappare un gemito, e Adrien sorrise sadico contro la sua pelle. 

Ormai il collo di Marinette era in suo possesso, non c’era centimetro che le sue labbra non avessero assaporato. Marinette si stupì nel costatare come semplici baci potessero causare una moltitudine così piacevole di sensazioni, e reclinò leggermente il capo all’indietro per facilitargli il lavoro. 

Per non parlare delle mani, che l’accarezzavano così vogliose e gentili sul fianco, dietro la schiena, e la facevano sentire così amata e desiderata. 

Poi Adrien spostò la sua attenzione dal collo al volto caldo e morbido di Marinette, che ormai aveva assunto tutte le tinte esistenti di rosso. Posò le labbra sugli angoli della sua bocca rosata, e Marinette si chiese come facesse ad essere così accorto e passionale al contempo. 

Nel frattempo scese con le mani fino all’orlo della maglietta, stuzzicandolo con le dita. Con la bocca aveva percorso tutto il profilo delle sue labbra, facendo bene attenzione a produrre piccoli schiocchi ad ogni bacio, quegli schiocchi che così tanto eccitavano Marinette. 

Finalmente prese a baciarla sul serio sulle labbra, mentre con una mano si era insinuato sotto la maglietta, e le accarezzava piano la schiena bollente. 

Le prese un labbro tra i denti, succhiandolo e assaporandolo delicatamente. Marinette, stuzzicata fin troppo, smise di sottostare alle sue carezze e iniziò a baciarlo più appassionatamente. Infilò la lingua calda dentro di lui, bisognosa del suo contatto e delle sue carezze. 

Ma, inaspettatamente, lui rifiutò i suoi baci, e si scostò un poco per arrivare alla tastiera dell’ascensore. 

“Che piano era?” chiese come se nulla fosse, il respiro leggermente ansante. 

Marinette lo guardò sbigottita, ancora premuta contro lo specchio. Sentì la mano di Adrien lasciare la presa sulla suo fianco, e l’altra scivolare fuori dalla maglietta. 

I suoi occhi esprimevano ancora tutto il desiderio che lui aveva provocato, e all’improvviso si rese conto di essere cascata nella sua trappola. Così come lei aveva provocato lui, ecco che lui l’aveva ripagata con la sua stessa moneta. Cercò di raddrizzarsi sulle gambe e di riguadagnare quanto più contegno possibile, mentre si sporse contro di lui e premette il sesto tasto. 

Regolarizzò il respiro per quanto possibile, riaggiustandosi l’orlo della maglietta e i capelli scarmigliati. 

Adrien la guardava malizioso, nonostante anche lui avesse fatto fatica a fermarsi. Comunque, non lo avrebbe mai ammesso. 

Dopo qualche interminabile secondo, le porte dell’ascensore si aprirono, e Marinette, in modo noncurante, sussurrò contro Adrien: “Questa me la paghi.”

Lui sogghignò, mentre le passava una mano intorno alla vita. “A tuo servizio, Milady.”

 

 

 

 

Convenevoli finali: 

Ebbene, siete sorpresi che abbia aggiornato dopo neanche una settimana? (Sei giorni ma dettagli, in realtà il capitolo era pronto già lunedì, ma per un motivo o per un altro alla fine ho aspettato che fosse sabato per rileggerlo e pubblicarlo). Non c’è niente da fare, quando c’è l’ispirazione, e soprattutto il tempo, le dita corrono veloci e inarrestabili sulla tastiera. 

Spero tanto che questa os leggermente più piccante del solito vi sia piaciuta!

 

A presto <33

Talitha_

 

   
 
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