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Autore: vanity_gemini    06/12/2020    3 recensioni
Anno 2355, il pianeta Terra è completamente sovrappopolato, per cui parecchi dei suoi abitanti si sono trasferiti da tempo a vivere su delle enormi stazioni spaziali, che gravitavano attorno a quest'ultimo.
La vita sia sulla Terra che sia sulle stazioni stava procedendo nei migliori dei modi possibili, soprattutto grazie ai tanti progressi tecnologici che l'uomo aveva fatto in quei ultimi tempi. Questi avevano aiutato notevolmente la popolazione anche per fare le loro piccole cose quotidiane. Ma purtroppo, una grande minaccia era in procinto di arrivare come se fosse stata un fulmine a ciel sereno, sconvolgendo le esistenze di tutti loro, nessuno escluso. Era a tutti ben chiaro che da quel momento in poi la cosa più importante per chiunque era quella di cercare almeno di sopravvivere!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aries Shion, Gemini Aspros, Gemini Kanon, Gemini Saga, Sagittarius Aiolos
Note: Lime, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10.
 
A bordo della USS Athena vi era una grande confusione, dato che tutti i ragazzi di Aspros più lui stesso, avevano fatto il loro arrivo all’interno della nave stellare.
Sia il gruppo di ribelli che tutto l’equipaggio della nave, rimasero decisamente spiazzati nell’apprendere la scoperta dell’esistenza dei due gemelli.
Difatti, su un primissimo momento restarono tutti completamente scioccati, ma i ragazzi di Aspros, rimasero anche a bocca spalancata quando arrivarono dinanzi all’imponente mole, della bianca nave stellare.
Certo, anche la loro King Phanter era piuttosto notevole per dimensioni, ma al confronto dell’Athena e delle sue tre gemelle, era davvero poca cosa.
A quel punto, per cercare di calmare un poco, sia i nuovi arrivati che i suoi uomini, proprio lo stesso Shion decise di prendere in mano la situazione, dividendo così gli ospiti in piccoli gruppetti.
Fu così che Aiolia, Aiolos, Camus e Shura, furono per così dire i ciceroni di Milo, Death, Aphro e Argor, mentre El Cid e Sisifo, accompagnarono nella loro visita Ikki, Cardia, Albafica e Manigoldo, invece June, Yuzuriha e Thetis, furono ben felici di assistere e guidare Shaina e Morgana. Quest’ultime furono parecchio attratte e incuriosite dai mezzi che le tre pilotavano, chiedendo spesso e volentieri diverse nozioni in merito a questi e subito Shaina approfittò per domandare a June una consulenza per poter potenziare leggermente il proprio Space Wolf.
Il gruppo dei ribelli visitò minuziosamente ogni angolo della nave stellare, ma ad attirare di più la loro attenzione, furono ovviamente i cinque Mobile Suit.
Quella era stata la primissima volta che ebbero la possibilità di vederli dal vivo, certo, ne conoscevano la fama, ma vederseli davanti ai propri occhi era completamente un’altra cosa. Per la seconda volta rimasero a bocca aperta, facendo passare i loro sguardi scrutatori e incuriositi, lungo tutta l’altezza dei robot da combattimento in questione.
Senza farselo dire due volte, prontamente Milo si posizionò nel posto guida di Aquarius. A quel punto, Camus a grandi linee prese a spiegargli tutti i vari comandi che erano presenti su quella console, la stessa cosa la fecero anche Aiolia, Aiolos e Shura, con Aphro, Argor e Death, ma quest’ultimo essendo un poco più irruente, senza stare ad ascoltare ciò che gli diceva il pilota di quel mezzo, si mise a premere alcuni comandi di controllo a caso, mettendo così in funzione Capricorn.
Il possente Mobile Suit, riuscì a rompere in parte la passerella che serviva appunto al pilota per poter entrare nella cabina di pilotaggio, ma fortunatamente, Shura dopo aver imprecato tutti i Santi del Paradiso e non, nella sua lingua madre, riuscì ad evitare il peggio.
“I Tienes que guardar esas benditas manos en tus bolsillos!”
L’ispanico ringhiò contro Death, che non capendo cosa gli avesse voluto dire, fece.
“Ma che minchia dici, ah?”
“I te dije que tienes que mantener esas malditas manos en tus bolsillos!”
“Che minchia devo fare, io?”
“Santìssima Maria!!!!”
“Lascia perdere, sta fimmina!”
“I Tienes que dejar a mi Capricornio en paz!”
“Sei cornuto!? Ma bene contento tu!”
Shura a quel punto capì, difatti spalancò gli occhi scioccato, mentre il suo volto però prese fuoco. Si incendiò!
Insomma, quel tizio gli aveva appena dato del cornuto!
Aiolos, che era giusto vicino, essendo che i loro due Mobile Suit erano affiancati, decise di intervenire.
Per prima cosa prese a spiegare a Death cosa gli avesse voluto dire, cioè che doveva tenersi le mani in tasca, poi giusto per pura curiosità gli chiese cosa volesse dire quella parola.
Inutile dire, che Death prima di rivelare al ragazzo il vero significato di quella parola, cioè “Minchia” prese a sogghignare.
Nel frattempo i tre vennero raggiunti da Aiolia, Aphro, Camus e Milo, che particolarmente incuriositi dalle loro chiacchiere li accerchiarono.
Death, mettendosi in mezzo, spiegò ai ragazzi dell’unione stellare, che lui e la sorella erano nati sulla Terra, ma quasi tutti loro a dire il vero erano di origine terrestre. Death e Shaina erano Italiani, ed erano natii della Sicilia, precisamente di Palermo.
 
*
 
Erano entrambi a bordo di Gemini. Saga era in piedi, mentre Kanon si era sistemato sopra al posto di pilotaggio, e stava visionando alcune delle impostazioni di base, quelle che solitamente venivano utilizzate per il ripristino dei dati.
Ogni tanto chiedeva info al gemello. Gemini, lo incuriosiva parecchio, ma dopotutto come lo stesso Saga, era da sempre stato molto attratto da quella tipologia di robot da combattimento. 
Saga, continuando a guardare il fratello, dentro di sé stava pensando a tutto quello che in quelle pochissime ore era successo e di rimando aveva vissuto.
Dovette ammettere che tutto ciò non lo avrebbe mai e poi mai ipotizzato e ancora gli sembrava tutto così irreale, soprattutto nel vedere davanti a sé la sua copia perfetta. Era incredibilmente bello tutto ciò.
Era diventato ventottenne credendo di essere solo al mondo, di aver perso entrambi i propri genitori, difatti gli unici suoi due punti di riferimento erano sempre stati coloro che lo avevano adottato e cresciuto.
Col passare degli anni, ovviamente si era molto affezionato a Shion e sua moglie, e da quando aveva conosciuto Aiolos, in quest’ultimo aveva trovato un grande amico, con cui passare le sue giornate, ma di avere un fratello, per giunta gemello e soprattutto una madre ancora in vita, non lo avrebbe mai pensato e tanto meno immaginato.
Era ancora completamente immerso nei suoi pensieri, quando dopo un bel po' venne distratto proprio dalla voce di Kanon.
 
  • Quanto hai impiegato per imparare a pilotare questa meraviglia? – i suoi occhi presero a luccicare.
  • Parecchio – si abbassò sistemandosi al suo fianco – Non è stato affatto semplice, anzi tutt’altro, ma non ho voluto assolutamente arrendermi, soprattutto non dopo aver fatto venire matto Shion! – fece un lieve sorrisetto, poi lo guardò negli occhi – Lui assolutamente non voleva, ho dovuto insistere parecchio, e alla fine sono riuscito a spuntarla.
  • Parlando giusto di Shion, che padre è stato per te?
  • …. – Saga, prima di dargli una sua risposta prese un attimo a pensare – Ottimo, non mi ha mai fatto mancare nulla. Lui e la moglie mi hanno donato incondizionatamente tutto il loro affetto. Per prima cosa ha seguito la mia istruzione, mi ha fatto studiare quello che secondo lui era più utile per me, pretendendo sempre il massimo e di questo gliene sono parecchio grato. Senza la sua guida, probabilmente non sarei diventato l’uomo che sono, e devo ammettere che anche sua moglie mi è stata molto d’aiuto, ma nonostante tutto, io sono molto più legato a lui – poi sorridendo – Shion è piuttosto severo, è un vero leader. Difficilmente te ne lascia passare una – poi guardandolo intensamente – E tu, con nostro zio come ti sei trovato? Che padre è stato?
  • Come te con Shion, solo che se ti può consolare Aspros è ancora più rigido. Solitamente lo è con tutti, ma devo dire che con il sottoscritto – sorrise – Lo è sempre stato di più, e ora che so che è nostro zio riesco a capirne il motivo – poi chiudendo il manuale d’uso – Ma come biasimarlo, dopotutto ha a che fare con delle teste mica non da poco, per cui va bene così.
  • Quindi, tu non lo sapevi che insomma, lui era tuo zio? – Saga chiese al gemello, con un pizzico di curiosità.
  • No, non l’ho mai saputo e tanto meno immaginato, difatti quando mi riprendeva più degli altri, a più riprese ho pensato che c’è l’avesse con me, che la mia presenza in qualche modo gli desse fastidio, più volte ero davvero confuso. Un giorno, tempo fa volevo addirittura affrontarlo di petto – sorrise – E chiedergli che diamine gli avessi fatto – fece un lieve sospiro, poi – Ma non ne ho avuto il tempo, perché è successo quello che è successo. Ma forse, pensandoci bene è stato meglio così, perché se avessi saputo che lui era legato in qualche modo a me, probabilmente avrei vissuto sempre con la smania di sapere, scoprire, invece così è stato più bello e più emozionate – gli occhi di Saga presero ad illuminarsi – Certo ora dico che è stato più bello, ma quando sono entrato nel tendone e ti ho visto mi è crollato il mondo addosso, ero confuso, non capivo – poi puntandogli gli occhi nei suoi – Su un primo momento ti confesso che avrei spaccato tutto, soprattutto quando mi è stato riportato dell’abbandono di nostra madre, ma poi ho capito anche la sua scelta. Dopotutto, proprio lei per prima ha sofferto, ma di contro ci ha salvato. Saga – si alzò abbracciandolo – Saga, nostra madre ci ha salvato da quell’essere infido e malvagio, quindi ora sta a noi due cercare di proteggere lei e tutti quelli che ci stanno più a cuore!
 
Continuando a restare abbracciati entrambi i gemelli, presero quasi a tremare.
Il loro però era stato un tremito di emozioni. Emozioni, che entrambi i ragazzi riuscirono a provare per la primissima volta in vita loro.
 
  • Kanon – Saga si staccò leggermente dall’abbraccio fraterno – Kanon, lo faremo. Noi due uniremo le nostre forze. Solo così ce la possiamo fare!
 
Ad un tratto, all'interno di quell’hangar regnava uno strano silenzio, difatti i due si resero conto di essere rimasti soli.
A quel punto, decisero quindi di uscire da quell’angusta cabina di pilotaggio, e raggiungere i compagni, che nel frattempo si erano radunati nella sala da pranzo di bordo.
Sotto decisione dello stesso Shion, quella volta avrebbero pranzato tutti assieme, come se fossero stati proprio una grande famiglia e per certi versi lo erano per davvero, considerato che tutti loro avevano una cosa che li accumunava: la pace nelle varie galassie!
Ma per ottenere quest'ultima erano ben consapevoli che dovevano prima sconfiggere il grande impero.
In quell’occasione, il capocuoco di bordo Aldy ebbe tanto da fare, visto tutti i coperti extra che si era ritrovato a dover preparare e servire.
Non appena uscirono da Gemini, i due fratelli si imbatterono in Shaina e June.
Quest’ultima aveva appena terminato di sistemare un nuovo dispositivo di controllo, che successivamente Shaina avrebbe poi installato sul suo Space Wolf.
La bionda ragazza, dopo aver dato risposta alla propria interlocutrice, senza starci troppo a pensare prese ad affiancarsi a Kanon, iniziando a porgere a questi diverse domande di diversa natura, l’importante per lei era giusto parlare.
Il ragazzo, guardandosi complice col gemello, prese a rispondere al maggiore June, poi appena terminò di darle le sue risposte, con molto divertimento e perché no, interesse, invertì i ruoli, iniziando anche lui a quel punto a fare le proprie domande.
Dietro di loro, sia Saga che Shaina sorrisero.
I due avevano più o meno capito tutto! 
 
*
 
Nell’ufficio di bordo di Shion, in compagnia di quest’ultimo vi era l’amico Aspros.
 
  • Amico, sei proprio convinto di andare su Tatooine? – domandò Aspros per la seconda volta a Shion.
  • Vuoi che ti dica la verità? – lo guardò negli occhi.
  • Sì.
  • No.
  • E allora perché hai detto a Dohko che l’avresti fatto? – chiese ovvio.
  • Per non farlo rimanere male, solo per quello. Dopo la storia della falsa base ha perso parecchia credibilità, difatti lo stesso Sage, lo ha come dire un poco umiliato – poi con fare amorevole – Aspros, io sono parecchio legato a lui, Dohko mi è stato molto vicino quando sono entrato a far parte della flotta stellare, mi ha aiutato a superare i momenti difficili, quindi io gli debbo tanta riconoscenza, è il minimo che posso fare, senza i suoi consigli e senza il suo aiuto non sarei mai arrivato dove invece mi ritrovo ad essere.
  • Va bene – Aspros picchiettò con la penna sopra alla scrivania – Allora partiamo per Tatooine – lanciò, guardando negli occhi l’amico, che di contro spalancò i suoi.
  • Cosa? Partiamo? Che intendi dire? – fece scioccato.
  • Intendo dire che ho deciso che veniamo anche noi. I miei ragazzi potrebbero esserti di molto aiuto.
  • …… - il capitano della USS Athena, prese a pensare, poi – Sì, penso che potranno essere parecchio utili, ma è meglio che andiamo con solo un’astronave, la King la lasciamo qua.
  • Quello l’ho pensato pure io, con noi porteremo solo i nostri caccia, credo che dentro all’hangar di destra ci dovrebbero stare piuttosto comodi – fece Aspros, per tutta risposta.
 
Sentirono bussare alla porta, e dopo che Shion diede il permesso da questa si palesò Artemide.
La donna era stata nella sua cabina. Aveva approfittato per riposarsi un poco. Inutile dire che si era sentita piuttosto stanca, ma la sua era stata una stanchezza dovuta alla grande emozione.
Appena uscì da questi aveva incrociato i suoi figli.
Si fermò giusto a scambiare quattro parole con loro e nel farlo si emozionò nuovamente, anzi forse ancora di più.
Tutto quello che stava succedendo non le sembrava ancora vero. Finalmente li poteva vedere, toccare, stringerseli a sé e anche ammirarli.
Ma la donna, non era la sola ad ammirare i due, vi erano difatti altre persone, che dal loro primissimo incontro che ebbero con questi, ne rimasero praticamente ammaliate!
 
  • Ci sono delle novità? – domandò Artemide, sedendosi e osservando entrambi.
  • Sì – Aspros le sorrise – Cognata, preparati a partire! – lanciò.
  • E dove si va? – s’informò lei, non riuscendo a mascherare la propria curiosità.
  • Su Tatooine.
  • Uhm.
  • Artemide, visto che sei qua dovrei farti alcune domande – prontamente Shion approfittò dell’occasione.
  • Mi devo iniziare a preoccupare? – lanciò lei, osservandoli attentamente entrambi.
  • No, no, tranquilla – Aspros la rassicurò.
  • Bene, allora chiedete pure.
  • A questo punto ci servirebbe sapere dove si trova la base di Hades – Shion era piuttosto serio quando le fece quella domanda, lei lo guardò intensamente, mentre lui anche con una leggera difficoltà continuò – Mi rendo conto – poi si corresse e guardò l’amico – Anzi ci rendiamo perfettamente conto che per te sia piuttosto difficile, ma vedi a noi servirebbero le coordinate, ma quelle più esatte e solo tu le conosci – a fatica riuscì a farle quella richiesta.
 
Di contro, la donna sapeva che prima o poi sarebbe arrivato anche quel momento. Il momento in qui lei doveva “tradire” lo stesso suo sangue. Suo fratello, il suo gemello, l’uomo che in parte però le aveva rovinato la sua vita, l’uomo che aveva anche il potere di riuscire a trasformare le persone a suo piacimento.
La figura di Alone era l’incarnazione del male puro, di Satana, del Diavolo tentatore, diabolico e maligno maestro dell’inganno, che riusciva a raggirare e a soggiogare chiunque, facendoli così diventare suoi fedeli servitori, per il suo unico scopo, quello di governare tutte le galassie con la sola forza del terrore.
Tutti identificavano Alone come il simbolo del male, dell’inganno sinistro, della tirannia, della sete di potere!
Questo individuo, inizialmente era il consigliere molto carismatico del governatore di Hades. Quest’ultimo era il padre biologico di Radamante e Katya. Alla dipartita del governatore e della di lui moglie, Alone, dopo aver preso sotto la propria protezione i figli della coppia, che ai tempi erano due bimbi di soli tre anni Radamante e uno Katya, con l’inganno e la manipolazione riuscì a farsi eleggere prima come governatore, poi con un colpo di stato si autoproclamò imperatore supremo, trasformando di fatto il tranquillo e pacifico pianeta occupato perlopiù da terrestri, in un grande impero, dettando lui stesso le leggi e le regole, sterminando poco alla volta coloro che non condividevano le sue stesse linee di pensiero, ma soprattutto incutendo molto terrore.
Fu proprio in quel periodo, durante la sua totale ascesa che le due sorelle, non condividendo affatto tutto quello che lui stesso stava combinando e quello che a breve avrebbe combinato, presero la decisione di andarsene via da quel posto.
Le due si recarono quindi in esilio volontario su New Texas, e dopo poco Artemide, rimasta già vedova dal marito, diede alla luce i due gemelli.
 
Era quindi ovvio che Artemide sapesse dove si trovava la base di Hades, o meglio il vecchio pianeta Hades, trasformato successivamente da Alone, in una grossa stazione orbitante, dotata di propulsori ionici per essere spostata a piacimento, restando però sempre nella stessa zona orbitante.
Ma di contro la donna non sapeva, o almeno non ne aveva la certezza, che il fratello in quegli ultimi tempi aveva appena ultimato di costruire un’altra base, dove poi in questa vi avrebbe sistemato il grosso delle sue truppe e la sua guardia scelta personale, oltre che ovviamente si ci sarebbe sistemato anche lui stesso.
Sapeva che la flotta stellare prima o poi l’avrebbe sicuramente trovato, dato che da diverso tempo lo braccavano, quindi per aver maggior sicurezza, ma soprattutto perché ultimamente non si fidava praticamente più di nessuno, forse di qualche suo eletto, ma non di certo delle sue sorelle, dei suoi stessi figli e della nipote, decise di fare tutto ciò.
Saggiamente, prese quindi la decisione di costruirsi una seconda base, più piccola, ma più armata e quindi più potente a livello bellico.
Ad un tratto Artemide si alzò, e allungandosi leggermente dalla scrivania di Shion staccò dal block-notes un foglio, poi prese una penna, dopodiché si rimise seduta, iniziando a scrivere.
 
  • Qui ci sono le coordinate – proferì posando il foglietto sulla scrivania – Più o meno sono giuste, anche se molto spesso le cambia, ma con un po' di fortuna, non si dovrebbe faticare a trovare la posizione esatta.
 
I suoi occhi presero a luccicare. Nonostante tutto le spiaceva, ma più volte con Eris avevano cercato di portare loro fratello dalla parte dei giusti, cercando di fargli capire che quello che aveva fatto e che aveva in mente di fare, erano azioni sbagliate, ma questi in tutte quelle occasioni neppure le aveva ascoltate.
Difatti, l’ultima volta proprio per non interagire con entrambe, se l’era data a gambe levate, perché i vaneggiamenti delle due il più delle volte lo infastidivano!
 
  • Grazie Artemide – dissero all’uniscono i due uomini. Aspros, prese le mani della cognata e se strinse nelle sue.
 
*
 
A bordo della USS Athena era tutto pronto. I motori si erano scaldati a sufficienza.
Tutta la tribù dei Groll, era presente alla partenza della grossa nave. Aspros dopo aver dato alcune indicazioni a Kein, su come avrebbe dovuto “gestire” la loro base durante la loro assenza, e dopo averlo salutato prese a salire a bordo della nave stellare.
Il viaggio fu abbastanza lungo, ma fortunatamente non incapparono in nessun tipo di insidie, e quella era già stata una buona cosa, perché solitamente quando si ci spingeva oltre, in uno spazio molto lontano dalla Terra, gli intoppi e le sorprese non mancavano quasi mai, erano quasi sempre all’ordine del giorno.
In quel caso, o meglio nel loro caso, fortunatamente no!
Quando il radar dell'Athena avvistò Tatooine, in quella plancia ci fu un boato di gioia. Shion, non gradì affatto tutta quella dimostrazione di euforia, insomma erano in missione e non c’era proprio nulla da festeggiare, ma soprattutto non era proprio il caso di esultare. Il tifo da stadio all’interno di una plancia di una nave stellare, non poteva proprio essere legittimato!
Il capitano, sempre seduto sulla sua comoda poltroncina si voltò di scatto verso i responsabili, guardandoli in tralice uno ad uno. Questi, prontamente si zittirono, mentre Aspros che era sistemato al fianco dell’amico, sogghignò.
 
*
 
Tatooine, era un pianeta desertico orbitante attorno ad una stella binaria.
Questi era il pianeta natale dei gemelli Sage e Hakurei, rispettivamente capo e vice capo della federazione stellare.
Sul suolo di questo pianeta convivevano in pace parecchie razze. Tra i pochi umani che si ritrovavano a vivere lì e i vari esseri di etnie diverse, soprattutto umanoidi, da sempre vi era una profonda stima e sincera amicizia.
La USS Athena puntò dritto verso il porto commerciale di Mos Eisley, e per farlo dovette attraversare gran parte del Mare delle Dune, dove in esso oltre ad esservici un'estesa zona desertica, vi erano anche i terribili e terrificanti Sarlacc. Uno tra questi era proprio il famoso Sarlacc del Grande Pozzo di Carkoon.
Alla vista di quanto si presentava ai loro occhi, tutti i membri che erano a bordo della nave stellare, rimasero come impietriti, dato che quella creatura già da una certa distanza riusciva a fare parecchio effetto.
In negativo, ovvio.
Il Sarlacc era una creatura onnivora semi-senziente simile ad una pianta e si trovava in diversi pianeti, sparsi per tutte le galassie.
Tale specie, era quindi abbastanza diffusa, ma i due esemplari più famosi, erano appunto il Sarlacc del Grande Pozzo di Carkoon e quello dell’Antico Abisso su Felucia.
 
  • Timoniere Degel, corregga il tiro di 20 gradi a sud-est – ordinò il capitano Ling al copilota della nave.
  • Sarà fatto – rispose quest’ultimo, rimpostando la rotta secondo le ultime indicazione datogli da Shion.
  • C’è qualcosa che non va? – Aspros chiese con una lieve preoccupazione all’amico.
  • No, ma non voglio portare l’Athena troppo in vista. Ho controllato la mappa e in quella posizione mi sembra che ci sia una zona piuttosto aperta, nella quale possiamo far fermare la nave.
  • Ho capito, hai paura di qualche attacco a sorpresa?
  • Sì, e andarci ad infilare nello stretto mi sembra essere piuttosto rischioso.
  • Ottima mossa – Aspros sorrise – Sei sempre stato così amico mio, la tua particolarità è sempre stata quella di non sottovalutare mai qualsiasi cosa. Già da ragazzo si capiva che avevi la stoffa e il carisma per diventare quello che sei diventato – i due si guardarono per un lungo istante, poi Shion sospirò.
  • Comunque anche tu sei così, con la differenza che non sei mai stato troppo incline a rispettare le regole, sennò ora saresti anche tu al commando di una delle nostre ammiraglie.
 
Era vero ciò che gli aveva detto Shion all’amico. Aspros era da sempre stato un combattente di grandi potenzialità, con delle capacità strategiche fuori dal comune, ma l’unica sua pecca se si poteva chiamare tale, era la totale, anzi completa insofferenza alle regole. Quelle regole che un militare doveva per forza rispettare e seguire, se non voleva essere irradiato seduta stante.
Aspros, saggiamente decise di non entrare a far parte della flotta stellare, perché sapeva quasi certamente che non sarebbe riuscito a vivere con tali imposizioni. D'altronde, era anche vero che uno dei suoi due nipoti, dopotutto aveva preso i suoi geni.
Lo stesso Kanon, era sotto certi aspetti la sua identica copia.
In quegli anni, soprattutto in relazione alle prime mosse di Alone, decise di formare un gruppo di ribelli, radunando così dei valorosi ma altrettanto scapestrati ragazzi, che lui stesso tolse dalla strada, dando ad ognuno di loro una certa dignità, un tetto sulla testa e qualche regola da rispettare.
All’interno del gruppo di Aspros vi erano quasi tutte le razze terresti.
Italia, Svezia, Giappone, Grecia, Arabia Saudita erano le loro nazioni di origine.
 
*
 
La USS Athena, atterrò senza incontrare difficoltà alcuna sul suolo desertico di Tatooine.
Erano quasi tutti radunati nell’hangar della nave, Shion e Aspros, iniziarono a dare le loro indicazione su come dovevano agire, ma soprattutto su come si dovevano dividere.
Era piuttosto chiaro che non volevano di certo lasciare la nave senza protezione alcuna.
 
  • Aiolos, Saga, Cardia e Manigoldo più dieci soldati semplici, voi andrete alla ricerca di questo Savo, mentre tutti voi – Shion guardò i restanti – Al momento resterete sull'Athena – Aiolia come al solito sembrava essere parecchio contrariato, lui voleva essere sempre in primissima linea, ma non riuscì a dire nulla, perché sia il fratello che lo stesso Shion, lo guardarono in modo tale che questi si zitti immediatamente – Ma comunque tenetevi pronti ad entrare in azione in qualsiasi momento! – tutti annuirono all’uniscono.
  • Per recarvi a Mos Eisley userete quelle due auto – Aspros indicò due vecchi fuoristrada, che aveva fatto imbarcare appositamente per quella missione – Ma soprattutto indosserete questi – si voltò verso una delle sue ragazze – Morgana, per favore mi potresti passare quel sacco? – fece indicando l’oggetto, quest’ultima lo prese da dove era stato riposto, poi mettendolo su un piccolo tavolino, Aspros da questi si mise a tirare fuori diversi abiti – Queste sono le vesti che dovete mettervi addosso – fece continuando a tirare fuori da quel sacco, stracci su stracci, difatti lo stesso Milo in uno di questi riconobbe quelli che un tempo erano stati i propri “usurati” e "rattoppati" calzoni. Si morse la lingua e fece finta di nulla scambiandosi però un’occhiata con Shaina, che in cambio gli sorrise amorevolmente.
  • Andatevi a cambiare, tra venti minuti esatti vi voglio tutti qui pronti! – ordinò Shion, mentre i ragazzi in questione senza neppure fiatare presero le loro nuove vesti, avviandosi con queste nelle rispettive cabine.
 
Passarono diciotto minuti esatti e Saga, Aiolos, Cardia e Manigoldo, più i dieci soldati erano pronti e già a rapporto da Shion, per ascoltare le ultime indicazione che il loro capitano doveva comunicargli.
 
  • Una volta che arrivate nel centro cittadino di Mos Eisley, dovete cercare del mercante di rottami, questi dovrebbe certamente sapere o almeno dovrebbe in qualche modo indicarvi dove si trovi esattamente la persona che noi stiamo cercando – poi con risolutezza – Ma mi raccomando, evitate il più possibile di attaccare briga con qualcuno – e qui guardò sia Cardia che Manigoldo.
    Il capitano Ling, sapeva che soprattutto quest’ultimo non si tirava affatto indietro quando capitava l'occasione di poter menare un poco le mani, inoltre da poco aveva anche appreso tramite l’amico, della rissa che anni fa era scoppiata proprio tra i ragazzi di questi e due dei suoi.
    Difatti era stata abbastanza divertente la scenetta di quando proprio i protagonisti di quella rissa a distanza di anni si incontrarono nuovamente – Nessuno deve sapere chi siete, ma soprattutto nessuno deve scoprire del perché siete li, anzi del perché noi tutti siamo qui. Avete capito? – guardò attentamente ognuno negli occhi – Il concetto vi è chiaro? – i ragazzi annuirono in risposta – Perfetto – si guardò con Aspros – Allora andate e fate del vostro meglio!
 
I ragazzi a quel punto si misero sulle due fuoristrada.
Saga e Aiolos più cinque soldati si misero su una, mentre Cardia e Manigoldo e i restanti soldati sull’altra.
Ovviamente prima di lasciare la nave ci furono i vari ed inevitabili saluti e strette di mano di incoraggiamento.
In quel momento, vi erano anche Kanon e Artemide ad aggiungersi ai commiati con Saga.
La donna scoppiò inevitabilmente a piangere, ovviamente le sue erano state lacrime di preoccupazione e commozione.
A quella vista, entrambi i figli strinsero a loro la madre in un affettuoso abbraccio, restando immobili in quella posizione per diverso tempo.
Anche Aiolos venne salutato in modo piuttosto caloroso dalla sua Saori. La principessa di Aldebaran aveva gli occhi colmi di lacrime, mentre continuava a tenersi sempre ben stretto a sé il suo bel tenente, poi incuranti delle occhiate che tutti i presenti stavano regalando loro, i due si scambiarono un lungo ma soprattutto intenso bacio.
Cardia e Manigoldo dal canto loro vennero salutati in un modo un po' “speciale” da alcuni del loro gruppo.
Sia Milo che Death, dopo averli quasi soffocati col loro abbraccio in perfetto stile “Koala” dissero loro bisbigliando.
“Voi due cercate di non lasciarci le penne, sennò noi poi con chi facciamo a botte, eh!”
Aspros sentì ugualmente, difatti volse lo sguardo verde verso il cielo, in un gesto di puro sconforto.
 
*
 
Il gruppo a bordo dei due fuoristrada entrò a Mos Eisley.
Per prima cosa puntarono dritti verso la ricerca della persona che dovevano trovare, anche se com’era immaginabile sia Cardia che Manigoldo, un saltino così per proforma o semplicemente per abitudine, in una delle tante taverne che passavano davanti ai loro occhi, ce lo avrebbero fatto più che volentieri, ma giusto per bagnarsi un poco il becco, mica per altro.
Il transito dei due mezzi alla popolazione del porto spaziale passò del tutto inosservato, tranne a qualcuno che da dietro ad una tenda di una finestra che dava proprio sulla via, stava tenendo sotto il suo più attento controllo le due macchine, da quando quest'ultime furono uscite dalla grossa astronave fino al loro passaggio, tramite un altro informatore che gli aveva indicato passo dopo passo il percorso che queste stavano effettuando.
Con un ghigno del tutto malvagio ben stampato sul volto, questi si voltò verso la persona che gli stava affianco.
“Sono loro, procedi pure con il piano!”
 
 
Colei che scrive.
Ciao a tutti.
I nostri eroi sono arrivati in quel di Tatooine, eh ma a quanto sembrerebbe sono pure in ottima (si fa per dire, ovvio), compagnia. Bene, no, cioè male, da adesso in poi vedremo (leggeremo), cosa accadrà sul suolo di quel desertico pianeta.
Detto ciò passiamo ai credit.
Per le nozioni riguardanti Tatooine e i terribili Sarlacc, mi sono affidata alla sempre utile Wikipedia, mentre per le frasi in spagnolo pronunciate da Shura ho utilizzato Google traduttore.
I Tienes que guardar esas benditas manos en tus bolsillos!
Devi tenerti quelle benedette mani in tasca!
I Te dije que tienes que mantener esas malditas manos en tus bolsillos!
Ti ho detto che ti devi tenere quel cavolo di mani in tasca!
I Tienes que dejar a mi Capricornio en paz!
Devi lasciare stare il mio Capricorn!
Bene, dopo lo sclero del povero Shura al momento mi fermo qui, ma come al solito passo ai più che dovuti ringraziamenti.
GRAZIE, GRAZIE di cuore a tutti voi!
A presto.
Un abbraccio, Samp!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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