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Autore: Red Owl    07/12/2020    0 recensioni
Quando un terremoto distrugge la sua città natale, Annabel lascia Epona e si trasferisce su Nantos-A, un pianeta scarsamente abitato. Lei e Seth, il suo fidanzato, intendono sposarsi e dare vita a una nuova famiglia, ma le leggi e le superstizioni del luogo li costringono a separarsi. Annabel si ritrova così legata a un uomo silenzioso e dal passato oscuro. Piena di rabbia e di rancore, la ragazza è determinata a non piegarsi a quell'ingiustizia, ma presto le diventa chiaro che la realtà è ben più complicata di quanto non sembri al primo sguardo. Ricongiungersi a Seth adesso non è più il suo unico obiettivo: deve anche restare in vita.
Genere: Hurt/Comfort, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Piove per tutta la notte e poi, poco prima dell’alba, un vento impetuoso che spira dal punto in cui sorge il sole spazza via le nuvole. Annabel non sa se sia l’est - non è sicura che i punti cardinali che conosce siano validi anche su quel pianeta - ma quel vento forte le pare di buon auspicio. Incapace di continuare a dormire, la ragazza spalanca la finestra e annusa l’aria, lasciando che le raffiche decise spazzino via i timori e le incertezze del giorno prima.

Questo è il giorno del suo matrimonio. Lei non è mai stata una di quelle ragazzine che sognavano delle nozze da fiaba con il principe azzurro, ma poco importa. Seth non è un principe né un cavaliere e lei non è una dama o una principessa, ma il sentimento che li lega non è per questo meno forte o importante.

Non ci sono molte smancerie nel loro rapporto, e i momenti di tenerezza nascono quasi sempre da un’iniziativa di Seth, ma nel suo futuro marito Annabel ha trovato un punto fisso, un qualcosa su cui costruire il resto della propria vita. A parer suo, non c’è nulla di più importante.

L’ululato del vento sveglia il ragazzo, che si mette a sedere con un gemito. “Che fai?” le chiede, strofinandosi gli occhi per allontanare il sonno.

Annabel non risponde, ma si stringe nelle spalle, tornando a guardare fuori dalla finestra. Ci sono dei movimenti dietro di lei, dei passi leggeri e poi le mani di Seth attorno alla sua vita. “Sei nervosa?” le chiede ancora, piegandosi per posarle un bacio sulla tempia.

La giovane sorride. “No” replica piano, sentendosi stranamente rilassata. “Questo vento mi piace.”

Seth ridacchia. “Parli del vento per non pensare al fatto che prima di sera sarai mia moglie?” la prende in giro.

Lei alza gli occhi al cielo. “No, ormai il pensiero non mi fa più nessun effetto: mi sono rassegnata.”

Il ragazzo lascia cadere la provocazione e la abbraccia un po’ più stretta, attirandola contro il proprio petto. Annabel sorride e si lascia stringere, rilassandosi contro il corpo solido del suo fidanzato. Andrà tutto bene, nonostante le difficoltà con cui lei e Seth dovranno fare i conti: se lo sente. 

La cerimonia si svolge nel primo pomeriggio, immediatamente dopo un pranzo leggero a base di insalata e formaggio di capra. I fidanzati sono stati separati già a partire dalla colazione: ancora una volta, le donne vengono seguite da Nisha, gli uomini da Mada.

La vecchietta è insolitamente taciturna e Annabel si chiede se sia infastidita dal fatto di dover perdere ancora del tempo con lei e Kalika. Ha l’impressione che sopporti poco la loro inesperienza e che abbia una gran fretta di lasciarsi alle spalle quel giorno e di tornare alla sua vita abituale.

Nemmeno a me piace passare del tempo in tua compagnia, non credere, pensa, lanciandole un’occhiata obliqua mentre Nisha pettina i capelli neri di Kalika, sciogliendoli dalla treccia in cui è solita raccoglierli. Il costume prevede che le spose si presentino al tempio con i capelli sciolti, fermati sul capo da una corona di fiori bianchi.

Quando ha finito di pettinare Kalika, Nisha passa ad Annabel. Le sue dita tra i suoi capelli sono inaspettatamente delicate, ma nella donna la ragazza avverte una strana tensione. Seduta sullo sgabello con le mani raccolte in grembo, la giovane la osserva con la coda dell’occhio: ha la distinta impressione che ci sia qualcosa che non va, ma la vecchietta non dice una parola e Annabel sente crescere in sé l’inquietudine. Cosa sta succedendo?

Una volta che la corona è fissata anche ai suoi capelli, Nisha fa cenno alle due giovani di seguirla. Come ha già spiegato loro, la cerimonia non si svolgerà nella casa comune, ma nel tempio che si trova al limite del villaggio.

Annabel pensa che lei e Kalika incontreranno i loro fidanzati solo una volta giunti nel luogo in cui verranno celebrate le nozze ed è quindi sorpresa quando vede che Seth e Kabir le stanno in realtà aspettando all’esterno dell’edificio. Non sono soli: con loro c’è l’imponente Mada e anche il Maggiore Nelson, che Annabel non ha più visto dal giorno in cui sono arrivati su Nantos-A.

Pensavo che se ne fosse tornato su Epona, pensa con una punta di sorpresa. Meglio così, però. Anche se non può certo dire di conoscerlo bene, la presenza del militare le dà un certo conforto. Le sue sono probabilmente paure irrazionali, vaghe angosce causate dallo strano atteggiamento di Nisha, ma Annabel non riesce a scrollarsi di dosso la sensazione che qualcosa sia fuori posto. Il Maggiore ha promesso di proteggerla. O, meglio, ha detto che il Governo di Yuma non abbandonerà i suoi cittadini dispersi per la galassia. Anche se cerca di non dare troppo peso a quei pensieri, la ragazza ha il sentore che presto quell’aiuto le servirà.

Quando la vede comparire, Seth fa per avvicinarsi a lei, ma Mada e Nisha si frappongono tra di loro, costringendoli a mantenere una distanza rispettabile. Il giovane alza gli occhi al cielo e le rivolge un sorriso complice al quale Annabel risponde a fatica.

Le sembra quasi di avvertire nell’aria l’odore del pericolo. Inconsciamente la ragazza raddrizza la schiena e allarga le spalle. Non è una codarda. Se qualcuno cercherà di farle del male, di fregarla in un qualsiasi modo, è pronta a dare battaglia e a difendersi con le unghie e con i denti. Che ci provino! Pensa, stringendo rabbiosamente i pugni.

Quando il loro piccolo corteo raggiunge il tempio - una sorta di piccola cappella circondata da salici piangenti - l’umore di Annabel è ormai burrascoso. Seth se ne è accorto e continua a lanciarle occhiate preoccupate, e anche Kabir la guarda con insistenza.

Per la prima volta da quando hanno iniziato il viaggio che da Yuba li ha portati lì, la giovane gli dedica un’occhiata un po’ più approfondita. Aveva già notato che era un bel ragazzo, con la pelle scura come quella di Kalika, occhi e capelli neri e una barba curata che gli copre la parte inferiore del volto, ma solo ora scorge in lui una sorta di tensione vibrante, come un’energia contenuta a stento che gli fa brillare gli occhi e che dona ai suoi passi la grazia elastica di un predatore. All’improvviso, Annabel si sente messa a nudo e, cosa per lei assai insolita, si scopre a cercare di avviare con lui una conversazione silenziosa. Aggrotta la fronte e scuote impercettibilmente il capo come per chiedergli ‘Che c’è? Perchè mi stai guardando?’

Il volto del giovane rimane però impassibile, come congelato in quel suo sguardo intenso che, almeno per una volta, non è concentrato sulla macchia che ha in faccia. Annabel ha l’impressione che Kabir possa leggerle nel pensiero, se lo desidera, e non sa se la cosa l’affascina o le fa paura.

Perplessa, la ragazza gli lancia un'ultima occhiata e poi si concentra sulle persone radunate nello spiazzo davanti al tempio: non sono gli ospiti e i curiosi di cui Seth le aveva parlato giorni prima, ma c’è comunque una discreta folla.

Si tratta prevalentemente di donne anziane e tra di esse Annabel scorge Shiera, ma anche Elsa. È per questo che è venuta qui? Si chiede stupita. Per unirsi a queste tizie? 

La cosa non dovrebbe sorprenderla più di tanto, dal momento che è evidente che la signora Becker non si è trasferita su Nantos-A per creare una nuova famiglia. Ma cosa la distingue dalle migliaia di anziani che vivevano a Yuba e che sono stati rinchiusi in strutture protette in orbita attorno a Epona? Cos'ha di tanto speciale Elsa? Si è guadagnata quel trattamento particolare grazie a una qualche conoscenza altolocata o in virtù di qualche abilità che Annabel non conosce?

Sono domande a cui non può trovare una risposta e quindi accantona la curiosità, almeno per il momento, spostando lo sguardo su un altro dei presenti, un bambino che si aggrappa alla sottana di una delle donne. Ha quattro o cinque anni - Annabel non è brava a giudicare l'età dei ragazzini - ed è assolutamente fuori posto tra quelle vegliarde. D'istinto la ragazza osserva la donna che più gli sta vicina, cercando di capire se possa essere una parente, magari una nonna. Ma no: la pelle della vecchietta è ambrata, mentre il bambino è pallido come uno straccio e ha grandi occhi chiari, in netto contrasto con il lucido caschetto di capelli neri che gli incornicia il viso.

Strano, considera Annabel. La presenza di quel piccolo è oggettivamente una sciocchezza: ci sono innumerevoli ragioni per cui può trovarsi lì. Ma quel fatto rappresenta comunque un'anomalia agli occhi della ragazza, quasi una conferma che c'è davvero qualcosa che non va in quella che dovrebbe essere una cerimonia semplice e senza grossi scossoni.

La giovane lascia scorrere lo sguardo tutto attorno a sé per verificare che non ci siano altre stranezze ed è in quel momento che si accorge che c’è una terza coppia in attesa di venire unita in matrimonio. Nessuno gliene aveva parlato, Nisha non aveva mai fatto cenno al fatto che dei locali si sarebbero uniti alla cerimonia, ma Annabel suppone che la cosa non sia poi così strana: da quello che le è stato raccontato, i matrimoni a Huim sono una faccenda comunitaria.

I due promessi sposi sembrano un po’ più vecchi delle altre due coppie. La donna deve avere qualche anno in più di Seth ed è di una bellezza austera: indossa un sobrio abito grigio-verde che mette in risalto la sua carnagione lattea, i lunghissimi ricci neri e i grandi occhi verdi dall’espressione seria. Il suo viso ha dei tratti solenni, eleganti e immobili come se fossero scolpiti nel marmo. La sua postura parla di un animo fiero, la sua schiena dritta e il capo portato alto sono agli occhi di Annabel segno di una grande forza interiore. Inaspettatamente la mente della giovane corre alla riproduzione di un antico dipinto che ha visto anni prima su qualche libro di testo: una Madonna dipinta da un artista morto da tempo, vestigio di una delle antiche religioni che gli uomini avevano portato con sé dalla Terra originaria. 

Il suo fidanzato è decisamente meno interessante. All’apparenza più vecchio di lei, è grande e grosso, ma sembra quasi ripiegarsi su sé stesso, il capo chino e le spalle ricurve come se il fatto di stare in piedi in mezzo a tante persone gli risultasse penoso. Ha un viso dai tratti affilati e tutto sommato ordinari, gli zigomi sporgenti e il naso a becco, occhi scuri quasi a mandorla, dal taglio vagamente famigliare, e capelli castani portati alla moda degli uomini del posto, pettinati all’indietro e fissati sul cranio grazie all’ausilio dell’olio.

Spero che Seth non decida di farsi crescere i capelli, perché starebbe malissimo, considera la giovane.

Dei passi risuonano alle sue spalle e Annabel si riscuote dai suoi pensieri, ruotando su se stessa appena in tempo per vedere che cinque uomini si stanno avvicinando al tempio. Tra loro riconosce Elko e Romed, ma il suo sguardo è immediatamente attirato dall’uomo di testa, che veste un abito scarlatto.

Gli uomini, così come gli abitanti del villaggio che la giovane ha avuto modo di incontrare fino a quel momento, sembrano prediligere i vestiti di colori naturali. A Huim la gente veste nei toni del marrone, del grigio, del beige, talvolta del verde, del bianco o del nero, ma i colori più vistosi sembrano essere quasi del tutto banditi: il suo abito azzurro e quello di Kalika, color zafferano, sono le uniche eccezioni in cui si è imbattuta sino a quel momento.

Le vesti rosse di quell’uomo sono impossibili da ignorare e Annabel lo squadra da capo a piedi, cercando di capire quale posizione ricopra all’interno delle gerarchie del villaggio: sicuramente è qualcuno di importante. A vederlo così non sembrerebbe un granché: è anziano e piuttosto in carne, di statura media. Ha un volto largo e apparentemente gioviale, con le guance rosse e piccoli occhi chiari dalle palpebre pesanti. Potrebbero essere le rughe che gli circondano la bocca, ma le sue labbra sembrano piegate in un sorriso placido. 

Annabel è immediatamente sospettosa: non si fida della gente che sorride senza avere un buon motivo per farlo. 

Gli uomini si posizionano a sinistra dell’entrata del tempio - le donne sono sulla destra - ma il vecchietto vestito di rosso si avvicina alle Sapienti e tra le vegliarde serpeggia un mormorio di eccitazione.

È Shiera a farsi avanti e a posare le mani sulle spalle dell’uomo in quello che è evidentemente un gesto di saluto. “Benvenuto, Mastro Leron” gli dice chinando il capo.

L’uomo ricambia il gesto, serrando le mani paffute sulle spalle ossute della donna. “Un matrimonio è sempre motivo di gioia, Shiera”, replica con voce morbida, “sebbene quest’oggi le circostanze siano piuttosto particolari.”

Quel termine, particolari, attira l’attenzione di Annabel. Anche Kalika pare allarmata, e le due ragazze si scambiano un’occhiata silenziosa. La giovane mora sembra sul punto di chiedere spiegazioni a Nisha, ma quella la precede, voltandosi verso di lei e sussurrando: “Mastro Leron è il capo del nostro villaggio. Siate rispettose.”

Ecco spiegati gli abiti rossi, pensa Annabel, mentre l’uomo si muove verso di loro con passi lenti. Fa per avvicinarsi a Kalika, ma esita, fermandosi invece davanti a Nisha. “Sono già al corrente della situazione?” chiede; e Annabel sente il cuore balzarle in gola. Quale situazione?

La vecchietta scuote il capo, le labbra raggrinzite piegate in una smorfia di sdegno. “No. Abbiamo pensato che fosse meglio che glielo spiegassi lei. Meno problemi.”

Gli occhi di Mastro Leron si spalancano in un’espressione scettica. “Meno problemi per lei, Nisha. So che lei era contraria, è corretto?”

La donna scrolla le spalle. “Ho votato contro, sì. Ma non importa, visto che la proposta è comunque stata approvata.”

Kalika pare incapace di trattenersi oltre. “Quale proposta?” chiede con voce tremula.

Il capo villaggio si volta per osservarla. “Come ti chiami, mia cara?”

La giovane arrossisce. “Kalika Sharma, signore.”

Mastro Leron” la corregge benevolmente l’uomo. “Il modo corretto per rivolgersi a me è Mastro Leron.”

Lei annuisce. “Mastro Leron” ripete.

Bene, Kalika. Tu e il tuo fidanzato potete entrare nel tempio. Prendete posto sulle sedie poste davanti all’altare, per favore.”

Mada, che ha seguito quello scambio di battute, allunga una mano e tocca l’avambraccio di Kabir, facendogli segno di seguire Kalika. Pur rivolgendo un’occhiata incerta a Nisha e ad Annabel, la giovane fa come le è stato chiesto, dirigendosi verso la piccola cappella.

Annabel la segue con gli occhi per qualche secondo, poi si rivolge a Mastro Leron. “Possiamo andare anche noi?” gli chiede.

Lui la guarda e il sorriso che ancora aleggia sulle sue labbra sembra svanire. Senza chiedere il permesso, le sue dita si posano sulla guancia sinistra della giovane. “Tu sei Annabel” le dice. Non è una domanda.

Troppo stupita per scostarsi, la ragazza cerca di incrociare lo sguardo di Nisha, ma la donna tiene gli occhi puntati a terra, come se tutto d’un tratto non avesse il coraggio di guardarla in faccia.

La giovane deglutisce a vuoto, mentre qualcosa di terribile spiega le ali nel suo petto. “Sì” conferma. Ha la bocca secca e parlare è difficile.

Questo è il segno del sangue” mormora l’uomo, facendole scorrere i polpastrelli lungo l’arco dello zigomo. “Tu puoi aver dimenticato le tue vite passate, ma l’Universo non dimentica: questo marchio è un promemoria.”

Annabel boccheggia, lottando per trovare le parole. Di cosa diavolo sta parlando?

Cosa succede?” Anche Seth si è ormai reso conto che c’è qualcosa che non va e cerca di raggiungerla, ma Mada gli sbarra la strada, frapponendosi tra lui e la ragazza. Per una frazione di secondo, il giovane sembra sul punto di spingerla via, ma poi serra i pugni come per dominarsi. Kalika e Kabir, fermi sulla soglia del tempio, osservano la scena con gli occhi sbarrati.

Apparentemente indifferente a ciò che sta succedendo attorno a lui, Mastr Leron continua. “Devi aver compiuto un crimine, in una delle tue vite precedenti. L’omicidio di un innocente, forse, o un tradimento che ha portato molti alla rovina: solo una colpa assai grave può averti procurato un segno simile.”

Annabel trova le parole. “Questo è un angioma, razza di somaro ignorante!” ringhia, ignorando il mormorio scandalizzato che si leva dalla folla. “È una malattia, un difetto dei vasi sanguigni, non una maledizione o un… un souvenir di una vita precedente!” Non contenta, rincara la dose: “Vita precedente che per altro non esiste, come dovrebbe essere evidente a ogni persona dotata di un minimo di buon senso.”

Forse non sono le cose migliori da dire al capo del villaggio nel quale si è appena trasferita, ma la ragazza si sente più leggera, quasi soddisfatta. Quella soddisfazione dura poco, però, perché sul volto del vecchio si disegna un’espressione che è quasi di compassione. “Non pretendo che tu capisca” sospira, togliendole la mano dal viso. “Non ancora, per lo meno. Sta a noi guidarti verso la retta via.”

Istintivamente Annabel si porta una mano al volto, spalancando le dita per coprirne quanto più possibile la parte sinistra. “Cosa vorrebbe dire?” chiede con voce tesa. 

L’Universo ti ha portato qui” afferma l’uomo, e lei si chiede se l’universo sia, nella loro concezione distorta della realtà, un’entità senziente. “È evidente che questo è avvenuto per una ragione precisa: perché tu possa fare ammenda dei tuoi errori passati e ripulire la tua anima da ogni colpa. Solo così potrai iniziare in purezza il tuo nuovo ciclo vitale.”

Alle orecchie di Annabel quelle parole suonano minacciose e la giovane cerca di ricordarsi ciò che Seth le ha spiegato a proposito del sistema penale di Huim. Per quanto assurdo possa sembrare, quel vecchio pare ritenerla colpevole di chissà quale crimine e, a questo punto, la ragazza non si stupirebbe più di tanto se il capo villaggio decidesse di infliggerle qualche punizione. 

Esilio? Pensa, sbiancando. Non possono certo cancellare il ricordo della mia esistenza, visto che sono appena arrivata. Non avrebbe senso.

Questa cosa è assurda!” protesta Seth, sporgendosi per superare almeno con lo sguardo la sagoma imponente di Mada, ma Annabel gli fa cenno di tacere.

Con un respiro profondo, la giovane cerca di parlare con voce chiara e precisa. “E cosa dovrei fare per espiare queste mie fantomatiche colpe?”

Mastro Leron la guarda negli occhi. “Devi sposare l’uomo giusto e vivere con lui una vita pia e irreprensibile. Dimostra di essere capace di vivere secondo le leggi del villaggio, da’ il tuo contributo per renderlo migliore e, alla fine, ogni colpa ti sarà perdonata.”

Annabel è certa di aver capito male, perché ha intuito quello che l’uomo sta dicendo, ma non può essere.E Seth è l’uomo giusto, vero?” chiede, indicando il giovane che ora pare pietrificato al fianco di Mada. Vorrebbe pronunciare quelle parole nel tono di un’affermazione, ma non ci riesce: il dubbio e l’incertezza le plasmano in una forma interrogativa. 

Il vecchietto scuote il capo e l’espressione dolce con cui la guarda è quasi grottesca. “Seth è un bravo ragazzo che non ha colpe da espiare” sospira. “Tu devi sposare qualcuno che sia nella tua stessa situazione. Un tuo pari.”

Mentre pronuncia quelle parole, gli occhi di Mastro Leron corrono alla coppia che Annabel non conosce. La donna vestita di verde rimane perfettamente immobile, inscalfibile nella sua bellezza altera, ma l’uomo al suo fianco solleva il capo e, per una frazione di secondo, incontra lo sguardo della giovane. 

Quando lo vede sussultare e abbassare di nuovo gli occhi a terra, Annabel capisce di essersi sbagliata. Quei due sono in effetti lì per celebrare il proprio matrimonio: i loro futuri sposi, però, non sono quelli che aveva creduto lei.

   
 
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