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Autore: eLy86xx    15/05/2005    9 recensioni
Lei è una ragazza determinata, che sa quello che vuole, sa come ottenerlo, ma che ha una ferita aperta. Lui era uno dei suoi migliori amici... o almeno, lo era fino poco prima che si rivedessero. L'altro è quello che l'ha fatta soffrire, ma che adesso la rivuole a tutti i costi. E c'è di mezzo una scommessa troppo perfida..... Insomma, Benji capirà che la mezza giapponese creerà un sacco di casini! ... Ma anche parecchie gioie...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Karl Heinz Schneider, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che emozione…

Erano ormai 10 anni che non metteva piede in Giappone, il suo paese di nascita.

Sua madre era francese, e quando cominciò ad ammalarsi, suo padre volle che lui e sua figlia rimanessero al suo fianco.

Per questo all’età di 8 anni Laly lasciò la sua Shizuoka, per andare a vivere a Parigi.

Lasciò tutti i suoi amici… ma non lasciò il suo sogno: diventare mister, e far vincere al Giappone la Coppa del Mondo.

Del resto, questa passione l’aveva ereditata dai suoi due migliori amici d’infanzia.

Laly lavorava sodo per realizzare il suo sogno: a Parigi si era conquistata la carica di vice-allenatore della squadra del suo istituto, la stessa dove giocava quello che ora era considerato il miglior giocatore di Francia, Pierre Le Blanc.

E ora che era tornata finalmente in Giappone, a casa, Kirk Pearson e Freddy Marshall le avevano trovato una prestigiosa scuola per allenatori… in Germania!

“… Il ritorno a casa è stato sicuramente breve” aveva pensato allora Laly “Ma ormai ci sono abituata… partirò alla volta della Germania”

CAPITOLO UNO: WILKOMMEN IN DEUTSCHLAND

“Accidenti…”

Era alla sua prima conversazione in Germania… niente di complicato, aveva solo deciso di fare la spesa… eppure non riusciva proprio ad intendersi con la cassiera del supermercato.

“Non capisco una parola di tedesco… e per di più questa qui non conosce minimamente l’inglese…” pensò Laly tra sé e sé.

Ormai erano dieci minuti buoni che tentava di farsi capire con la cassiera, a cui voleva dire che non aveva intenzione di aderire alla promozione 3x2 sulla marca di caffè che aveva comprato.

D’altronde non poteva nemmeno andarsene, non aveva ancora pagato!, e la cassiera non accennava al minimo segno di lasciar perdere.

Laly in preda alla rassegnazione si portò una mano alla testa, continuando ad ascoltare senza capire niente il fiume di parole della donna alla cassa.

All’improvviso, però, alle sue spalle sentì una confortante parola in inglese:

“Serve aiuto?”

Alla ragazza si illuminarono gli occhi, si voltò sollevata verso la persona che le aveva rivolto la parola in inglese (probabilmente aveva capito che col tedesco non ce n’era, non ci capiva niente), e si accorse che il suo salvatore era un ragazzo.

Alto, parecchio alto, uno stecchino in bocca e un borsone da allenamento al braccio.

“… Bè, un grande dono del cielo” si disse Laly ironicamente.

“Assolutamente sì, grazie!” rispose al ragazzo “Puoi dirle per favore che non ho intenzione di comprare altri due pacchi di sto maledettissimo caffè? Non me ne frega se uno me lo regalano… se ne ho preso uno è perché ne voglio solo uno!”

Il ragazzo la guardò con un’aria abbastanza sorpresa… quella ragazza non solo era molto carina, ma anche molto decisa.

In un paio di secondi fece smettere di blaterare la cassiera, cosa che a Laly non era decisamente riuscita.

Ringraziò il ragazzo, e prese coraggio per fargli una domanda:

“Scusa la mia faccia tosta, ma percaso giochi a calcio?”

Il ragazzo lanciò un’occhiata al suo borsone, e le rispose:

“Sì, perché?”

“Devo andare alla Delor, la scuola per allenatori… sai dirmi dov’è?”

Il ragazzo sorrise, e le diede una pacca sulla schiena.

Laly per il colpo mosse un paio di passi avanti… accidenti!

“Sono della squadra del Brema, ci alleniamo al campo della Delor… ti ci porto io”

“Ah… fantastico!” esclamò contenta Laly.

Le cose stavano procedendo bene! Non solo finalmente era riuscita a liquidare quella rompiscatole della cassiera, non solo finalmente aveva fatto un po’ di spesa, ma aveva anche trovato una guida per la Delor, e, sorpresa delle sorprese, si trattava di uno del Brema!

“Cosa vai a fare alla Delor?” chiese all’improvviso il ragazzo mentre camminavano, dopo che per metà del tragitto nessuno dei due aveva fiatato.

“Vado a frequentarla” rispose in tono naturale Laly.

“Cosa?!” al ragazzo invece non sembrava molto naturale “Sei una ragazza!”

“Non sarò mica l’unica”

“No ma… ce ne sono poche!”

“Bene, sarò una di quelle”

“…”

La schiettezza della straniera lasciava stupito il ragazzo… già l’aveva fatto prima al supermercato, ed ora si ripeteva lungo il tragitto per la scuola.

Ostentava una notevole sicurezza… che forse le era data dal suo aspetto.

“Figuriamoci, una così non può che essere sicura di se stessa” si disse tra sé e sé il ragazzo.

La straniera effettivamente gli sembrava una gran bella ragazza. Notò che aveva un fisico notevole, e un viso molto bello, incorniciato dai lisci capelli castani che le ricadevano sulle spalle. E per finire, aveva anche un bel sedere! [Maiale… NDeLy]

… Del resto Laly aveva sempre suscitato su tutti un fascino notevole… non solo per l’aspetto fisico, anche per la sua grande ambizione.

Sì è vero, era molto sicura di sé… ma non era decisamente una presuntuosa.

Il ragazzo le lanciò un’occhiata, e le disse:

“Forse ti converrebbe imparare il tedesco…”

“Lo so bene” rispose lei “Sono stata mandata in Germania da due professionisti, e hanno pensato a tutto… e poi ho un amico qui, mi insegnerà lui il tedesco”

“Ma tu da dove vieni?”

“Giappone”

SDENG! A quella parola, “Giappone”, il ragazzo si bloccò sorpreso.

“… Che ti prende?” chiese Laly, costretta a fermarsi anche lei.

Ne conosceva un altro, lui, di giapponesi approdati in Germania… la ragazza era sicuramente una loro coetanea… vuoi vedere che il suo amico era proprio…

“Come hai detto che si chiama il tuo amico?”

“Non te l’ho detto” rispose lei “Si chiama Benjamin Price”

ECCO! LO SAPEVA! Il ragazzo scoppiò a ridere, senza che Laly ci capisse niente.

Una volta arrivati al campo da calcio della Delor, dove il Brema si allenava, il ragazzo e Laly videro che qualcuno era già sul campo.

“Oddio” disse Laly “Ma ti ho fatto arrivare in ritardo? Mi dispiace!”

“No, no” rispose lui con un sorriso “Non preoccuparti, quelli che vedi sul campo sono solo i più pignoli”

Laly fece un’espressione strana, e il ragazzo continuò:

“Tra cui c’è il tuo caro amico… Price!”

“Cosa?!”

Ma allora Benji giocava nel Brema! Quei simpaticoni di Pearson e Marshall non gliel’avevano detto…

Laly era un po’ emozionata… erano anni che non vedeva Benji, e le mancava terribilmente: per lei era sempre stato una sorta di fratello maggiore, una figura che le aveva sempre dato sicurezza, una figura che altrove non c’era.

Il ragazzo le lanciò un’ultima occhiata sorridente, mentre lei era ancora a bocca aperta, e poi senza dire nulla si avviò verso gli spogliatoi per cambiarsi.

Si avvicinò a Benji, e gli disse:

“Ehy, Price, guarda che all’ingresso del campo c’è una tua vecchia conoscenza”

“Come dici, Herman?”

“Vai a dare un’occhiata” rispose il ragazzo, Herman, e poi entrò.

Benji rimase un po’ perplesso, ma poi si diresse verso la ragazza che stava in piedi senza fare niente vicino al cancello del campo.

“Chi accidenti è?” si stava chiedendo “Cos’è, una di quelle pazze che ci provano con me in discoteca? Oddio… spero di no”

Man mano che si avvicinava, la figura diventava sempre più chiara… e Benji cominciava ad apprezzarla.

“Bè, se è una di quelle, è una pazza mica male”

Laly si risvegliò e scrollò la testa.

Oddio… quello che stava venendo verso di lei era proprio Benji!

Era alto, anche se lo era sempre stato, slanciato, bel fisico, bei muscoli!

“Accidenti, è cresciuto bene il nostro Benji…” si disse Laly.

Poi finalmente Benji le si fermò davanti, e lei sorrise.

“Guten tag” le disse lui.

“Ci manca solo che ti metti a parlarmi in tedesco anche tu” rispose Laly in giapponese.

Benji sgranò gli occhi… ma chi era quella?!

“Mi sembra di capire che sei giapponese”

“Mi sembra di capire che non mi hai riconosciuta”

“Sinceramente no, ti ho sedotta e abbandonata in qualche disco in preda all’alcol? O forse è più probabile il contrario… togliendo la parte dell’alcol, ovviamente”

Laly spalancò gli occhi un tantino sorpresa.

“Sedotta e abbandonata?” ripetè “Cos’è, sei diventato un playboy?”

“… Ma…” quella ragazza lo irritava… continuava a parlare come se si conoscessero, e anche bene, ma si ostinava ancora a non dire chi fosse! Ma insomma, ci voleva tanto?!

Laly sorrise:

“Lo so che ti sto irritando”

Benji si sorprese, e lei continuò:

“… Questo non ti dice niente?”

Allora… CALMA. Una ragazza bellissima, giapponese, che diceva di conoscerlo, che lo rimproverava di non averla riconosciuta, e che gli chiedeva se non gli faceva venire in mente nulla il fatto che lo irritasse…

Un’idea stava cominciando a venirgli, ma…

“Il y a 10 ans, Benji… comment ça va?”

Parlava francese! Ma allora era veramente lei!

“LALY!” esclamò Benji all’improvviso, con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.

Accidenti, quella era Laly, Laly Beckett, la sua amica d’infanzia!

Laly scoppiò in una risata, e poi si abbracciò con Benji, mentre tutti e due ridevano come bambini.

Quanto tempo era passato!

Com’erano cambiati tutti e due!

“Cosa accidenti ci fai qua in Germania, Beckett?” disse Benji ridendo.

“Sono venuta ad importunarti, Price!” rispose scherzando Laly.

“Ehy, ma avete visto?” disse affacciato alla finestra Margas “Una ragazza è venuta a trovare Benji Price! Dove siamo arrivati!”

“No aspetta… s’è fatto qualcuna l’altra sera in disco?” chiese Schuster.

“No!”

“Oddio! Ma allora chi è quella?!”

“Ma no! E’ la ragazza che ha portato fin qui Herman!”

“Volete smetterla, razza di pettegoli?” disse Schneider, che finora era rimasto lontano dalla calca dei suoi compagni alla finestrella dello spogliatoio.

Quell’atteggiamento dei suoi compagni proprio non lo sopportava… a parte il fatto che quando andavano in discoteca tutti insieme non facevano che fare gli stupidi… c’era sempre qualcuno che si ubriacava per bene, e poi toccava portarlo a casa… e il giorno dopo in spogliatoio la scena era sempre la stessa: quello che si era preso la sbronza non si ricordava niente della sera precedente, e quegli altri scemi non facevano che sottolineare quante ragazze s’era riuscito a fare Schneider.

… E va bene, amava le ragazze… era un grande problema?

Non era mica l’unico! Anche gli altri suoi compagni andavano in discoteca con l’obiettivo di conquistare… perché solo lui veniva criticato?

Margas una volta gli aveva detto la sua…:

“Perché tu, Karl, passi per cattivo… perché tanto da quando sei stato in Francia hai in testa solo quella là!”

Già, quella là… “quella là” gli aveva lasciato il segno… non che ci fosse stato niente di particolarmente romantico, o almeno, per lei non c’era stato… lui aveva proprio perso la testa… anche se non lo dava a vedere così palesemente.

Scrollò la testa per cacciare via quei pensieri.

“Mi fate capire cosa c’è di tanto interessante?” chiese avvicinandosi alla finestrella dove i suoi compagni erano già ammassati da un po’.

Gli altri, si aprirono e gli fecero spazio… insomma, lui era il “kaiser” mica per niente!

Si affacciò alla finestra e si mise a guardare…

Price, che parlava con la ragazza in questione… e allora?

“Un momento…” disse all’improvviso, stringendo gli occhi per vedere meglio.

Eppure quella ragazza aveva un che di famigliare…

No… impossibile… non poteva essere lei… no…

“E invece sì” sentenziò all’improvviso sorpreso “Laly Beckett…”

“… Ovvero?” chiese Schuster con aria curiosa, ma senza ottenere risposta.

Margas perplesso lanciò un’occhiata a Schneider e vide la sua espressione.

“No!” esclamò “Non dirmi che… Karl, è proprio “quella là”!?”

Ma Schneider era già corso fuori dallo spogliatoio.

“Bè, Price… adesso ti lascio ai tuoi allenamenti, devo andare a confermare la mia iscrizione” disse Laly con un sorriso deciso.

“Immagino avranno fatto tutto Freddy e il signor Pearson, vero?”

“Esattamente!” rise lei “Mi raccomando… conto su di te, per fare un giro stasera!”

“Certo!” rispose Benji.

Laly estrasse dallo zaino una penna e un pezzo di carta, e ci scrisse sopra il proprio numero di cellulare, che poi mise nelle mani del portiere:

“Chiamami qui, appena finisci l’allenamento. Ciao!” terminò, cominciando ad avviarsi verso la scuola.

Benji rimase lì, in piedi, immobile, col foglietto di carta tra le mani, seguendo con lo sguardo Laly che si allontanava.

“… Wow” disse poi tra sé e sé “Davvero mica male, la nostra Laly”

Laly intanto stava pensando tutta sorridente a quanto era contenta di essere venuta in Germania e di aver rivisto dopo tanti anni uno dei suoi migliori amici.

Era pronta per iniziare la nuova scuola, era pronta per confrontarsi con gli europei… ed era pronta persino ad imparare il tedesco!

“Adesso entro, confermo la mia iscrizione e me ne ritorno…” Laly si bloccò all’improvviso, vedendo la figura che stava in piedi davanti a lei “… A casa…”

Silenzio. Il più completo silenzio per un paio di secondi, interminabili.

“Ciao, Laly” disse lui, solamente.

A Laly non sembrava vero. Davanti a lei c’era Karlheinz Schneider… accidenti!, ma proprio assieme a Benji doveva giocare?! Perché se era lì quello doveva essere l’unico motivo… accidenti!

Era quel bastardo che l’aveva fatta stare così male in Francia… adesso cosa voleva?!

“Cosa vuoi?” chiese freddamente, all’improvviso.

Schneider mantenne la sua aria decisa, ma non disse nulla.

“… Allora?” ripetè Laly.

“Volevo salutarti”

“Potevi risparmiartelo, credo!” sbottò lei infuriata “Non so se ti ricordi cos’ho passato per colpa tua!”

“Ma tu hai fatto tutto da sola”

“Io? IO?! Ma come ti permetti?! Sparisci dalla mia vista, Schneider! Vattene! Anzi, guarda, me ne vado io!”

La squadra, che era appena scesa in campo, iniziò a seguire la scena da lontano, a occhi sgranati per lo stupore, Benji compreso.

“Che cavolo…” si disse il portiere “Cosa accidenti sta succedendo?” terminò la frase, e si mise a correre raggiungendo il tedesco e l’amica.

Laly lo vide arrivare:

“Benji…”

Schneider si voltò… poi guardò Laly, e vide il suo sguardo che fissava Benji… gli diede fastidio il modo in cui lo guardava…

“Non serve che te ne vai” le disse all’improvviso “Me ne vado io”

Schneider si allontanò, e Benji, alquanto perplesso, seguendo il tedesco con lo sguardo, disse ironicamente alla ragazza:

“Bè… Wilkommen in Deutschland, Laly”

  
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