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Autore: Samurai Riku    08/12/2020    1 recensioni
In questa nuova avventura il Professor Layton e Luke andranno in soccorso della giovane Tracey Layton, nipote del rinomato archeologo, ed insieme tenteranno di venire a capo del mistero che sconvolge la routine del pittoresco borgo di Awen.
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Emmy Altava, Hershel Layton, Jean Descole, Luke Triton
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente l'intrepida Laytonmobile raggiunse il pittoresco borgo di Awen. Come aveva anticipato Layton all'apprendista, sorgeva nei confini di un grande lago ormai privo di acqua. La prima cosa che spiccava alla vista era una rupe rocciosa che troneggia imponente nella zona nord-ovest del borgo, sulla cui sommità sorgeva un imponente castello di pietra con vari stendardi svolazzanti al vento.
Seguendo la strada la vettura scese lungo i pendii dell'ex bacino idrico, avventurandosi lungo una serie di vie e stradine più o meno strette. Ai lati di queste si susseguivano abitazioni ed edifici dalla tipica fattezza britannica, abbastanza moderni, conservando comunque lo spirito tipico degli insediamenti rurali.
«Ooh... com'è bello!» Luke osservava il panorama estasiato dal finestrino.
«Le zone più esterne come questa sono state costruite relativamente di recente, il vero borgo medievale si trova più verso il centro. Lì purtroppo non ci si può muovere con l'automobile, le vie sono troppo strette ed inoltre si rovinerebbe l'atmosfera.»
«Capisco. E sua nipote abita in centro o in periferia?»
«La casa si trova in periferia, possiamo raggiungerla senza problemi in auto. Poi da lì ci dovremo spostare a piedi.»
Luke annuì «Va bene!»
Dopo una serie imprecisata di svolte la Laytonmobile finalmente giunse a destinazione e si fermò ben posteggiata accanto ad una staccionata bianca. Luke scese, facendo qualche passo in avanti, verso il piccolo cancelletto che conduceva alla proprietà ed esaltato come suo solito per tutto ciò che vedeva di nuovo, rimase ad osservare la villetta tipicamente inglese che si trovò di fronte.
Un breve lastricato di pietre attraversava il piccolo e tipico giardino all'inglese conducendo all'ingresso del cottage di due piani. Le pietre bianche che lo componevano brillavano alla luce del sole di maggio e le tegole scure del tetto spiovente creavano un bel contrasto. Sul lato sinistro della facciata si arrampicava uno splendido glicine, i cui rami affusolati si intrecciavano lungo la muratura esterna, fino a sopra la porta di ingresso, creando quasi un piccolo tettuccio naturale. L'esplosione di viola e lilla dei fiorellini raccolti in infiniti grappoli donava vivacità all'austerità classica della casetta e il dolce profumo invitava chi si fosse soffermato sulla soglia ad entrare.
Layton affiancò Luke dopo aver preso la propria valigia e quella del bambino dal bagagliaio dell'automobile «Forza, vieni Luke.» gli porse il bagaglio liberando una mano con la quale andò ad aprire il cancelletto e si incamminò lungo il viale seguito dall'apprendista. Giunto davanti alla porta suonò il campanello con non troppa insistenza. Luke si sistemò al suo fianco, saettando con lo sguardo per il giardino, osservando con curiosità ogni particolare ben curato dell'appezzamento. La sua attenzione venne attirata però da alcuni passi veloci provenienti dall'altro lato della porta di ingresso. La serratura scattò un paio di volte e si aprì. Si ritrovarono di fronte una giovane ragazza dai grandi occhi neri, i capelli castani raccolti in due bassi codini le contornavano il volto dolce. Un ciuffo ribelle le cadeva sul lato destro, fermato da una piccola mollettina, come se bastasse a tenerlo in ordine. L'esile figura della giovane era avvolta da una candida camicetta bianca dalle maniche risvoltate ai gomiti. Un delicato laccetto colorato decorava il colletto, ricadendo leggero sul petto. Eleganti ma pratici pantaloni neri cascavano morbidi sulle gambe. Un sorriso radioso le illuminò il viso «Zio Hershel!»
L'archeologo rispose con un accenno di saluto educato, portando una mano alla tesa della tuba «Ciao Tracey, mi fa piacere rivederti. Oh...!» in barba all'eleganza distinta del gentiluomo la giovane lo abbracciò. «Sei venuto, meno male!»
Le posò una mano sulla spalla, un gesto semplice, ma pieno di affetto «Certamente, non avrei mai potuto dire di no ad una tua lettera.»
Tracey annuì convinta, sapendo bene cosa aspettarsi dallo zio. Successivamente spostò lo sguardo sul bambino «Tu devi essere Luke! Mi fa piacere poterti conoscere, sono Tracey Lay...»
La giovane non fece in tempo a terminate la propria presentazione che l'apprendista gentiluomo la interruppe puntandole contro l'indice ed esclamando a gran voce «Quarantanove!»
«Mh?» L'espressione inizialmente stupita di lei si mutò in un sorrisetto spavaldo «Hai trovato la risposta al mio enigma, ma siamo sicuri che zio Hershel non ti abbia aiutato?»
«Il Professore non mi ha aiutato, ho ragionato da solo!»
Layton annuì «Confermo.»
Tracey parve soppesare per un breve istante le parole sentite, infine fece un cenno con il capo «Va bene, ci credo. Mi complimento con te, Luke! Ora forza, accomodatevi pure!» Fece loro strada all'interno dell'abitazione.
«Mh! Grazie!» il piccolo Triton prese il suo bagaglio e seguì la ragazza. Hershel Layton entrò per ultimo richiudendo la porta alle sue spalle.
I due ospiti londinesi vennero accolti dalla calda atmosfera della casa; il parquet di ciliegio, con i suoi toni rossicci, rivestiva l'ingresso, allargandosi verso il soggiorno presente sulla destra. Di fronte troneggiava una scalinata di legno bianca dalle delicate rifiniture che conduceva al piano superiore. Sulla sinistra una porta semiaperta lasciava intravedere la cucina dai colori tenui ed eleganti.
Tracey fece strada nel soggiorno, invitando gli ospiti a prendere posto sul divanetto, lei si sedette sulla poltrona posta frontalmente. Il tenue color crema dei sofà si intonavano alla perfezione con il resto dell'arredamento della stanza. Un piccolo tavolino rotondo sorgeva fiero tra divano e poltrona, dello stesso legno del grande tavolo da pranzo posto vicino alle finestre, ben illuminato dalla luce che attraversava i vetri e le delicate tende. Un piccolo scrittoio in legno scuro faceva la sua figura accanto a due alte librerie colme di volumi dalle copertine più o meno integre. Il camino, attualmente spento, dava un tocco di solennità alla stanza, e sulla mensola sopra di esso erano state sistemate con cura varie fotografie di famiglia. Infine, una porta scorrevole in vetro opaco dalle rifiniture in legno scuro separava il soggiorno da un'altra stanza.
«Nella lettera hai scritto che è tornato l'inverno ad Awen, ma arrivando qui non abbiamo notato nulla di insolito.» fu Layton ad intavolare la conversazione.
Lei annuì «Questa parte dl borgo non è ancora stata colpita e se non si va nei quartieri precisi non si nota alcuna differenza, è vero. Ma è così zio Hershel, due quartieri antichi sono completamente innevati.»
Luke, che si era già messo a prendere appunti sul suo quaderno, sollevò lo sguardo sull'interlocutrice «Hai detto innevati? Cioè, sono proprio coperti di neve?»
«Sì, esatto Luke. E non parlo di qualche fiocco, ma proprio come se ci fosse stata una forte nevicata e in quelle zone anche le temperature sono scese, chi vive nel quartiere della Pittura e della Musica esce completamente coperto da cappotti, sciarpe e guanti, credetemi!»
«Mmh...» Hershel Layton chiuse gli occhi riflettendo.
«Non capisco, è così strano... cosa potrebbe mai causare un fenomeno simile?»
«Non saprei... anche perchè nessuno ha visto le nevicate. Pare che sia accaduto di notte, prima nel quartiere della Pittura, poi in quello della Musica.»
L'archeologo tornò a guardare la nipote «Hai detto prima in un quartiere e poi nell'altro? È accaduto nella stessa notte?»
Tracey scosse leggermente il capo, incupendosi «No... La prima neve è comparsa circa due settimane fa, mentre la seconda circa una settimana fa, poco dopo che ti scrivessi la lettera. I due quartieri non sono nemmeno confinanti, Il primo si trova nella zona settentrionale, il secondo verso sud-est, vicino al quartiere in cui siamo noi.»
Luke si grattò la testa con l'estremità della penna «Sono sempre più confuso.»
«Sono certo che ci chiariremo le idee una volta visitati i due quartieri. Vuoi farci da guida, Tracey? Conosci senz'altro Awen meglio di me.»
«Oh, con tutti i giri che hai fatto per il centro storico ho i miei dubbi, ma lo faccio con piacere!»
Hershel Layton le rivolse un piccolo sorriso imbarazzato, come se volesse scusarsi per le sue scampagnate archeologiche «Prima di andare però vorrei salutare i tuoi genitori.»
«Papà è via per lavoro da qualche parte nella Cornovaglia, mi pare! La mamma però dovrebbe rientrare tra qualche minuto, possiamo aspettarla se volete.»
«Nessun problema per me!» disse Luke riponendo i propri appunti.
«Mi farebbe piacere, sì.»
Tracey si alzò dalla poltrona «Benone! Allora nell'attesa vi preparo un buon tè! Con permesso!» e senza dar tempo di ribattere andò svelta in cucina.
L'archeologo si irrigidì improvvisamente sul divano ed un'espressione crucciata si dipinse sul suo viso. Luke notò il repentino cambiamento nel suo mentore, generalmente sempre ben lieto di poter bere una buona tazza di tè «Professore, qualcosa non va?»
«Come? Oh no, non è niente, Luke.» rispose cercando di non dargli preoccupazione, ma la tensione era più che palpabile nella sua voce.
Il bambino si accigliò iniziando seriamente a preoccuparsi per la sua salute «È sicuro? Si sente bene? Vedrà che il tè la tirerà su!»
«È proprio questo il problema.» abbassò leggermente la tesa della tuba sul volto, cercando di celare l'espressione greve che aveva assunto «Il tè.»
Un sopracciglio di Luke si inarcò incuriosito e confuso «Come... il tè?»
«Vedi Luke, come gentiluomo e come zio sostengo Tracey in ogni cosa che decide di fare, ma... come dire.» sembrava in crisi come non mai «La mia cara nipote ha qualche difficoltà nel preparare la nostra bevanda nazionale.»
Il giovane allievo ascoltò con attenzione le parole che con fatica vennero pronunciate, una fatica dettata probabilmente più dall'affetto di uno zio che dall'orgoglio britannico ferito di un gentiluomo. Un lieve sospiro sfuggì dalle labbra del bambino «Tutto qui? E io che mi stavo preoccupando seriamente! Magari il tè di Tracey non sarà il più buono d'Inghilterra, ma non sarà poi così terribile!»
Hershel Layton non rispose, celandosi in un rigoroso silenzio.
Nel giro di pochi minuti la ragazza fece ritorno in soggiorno con un vassoio di metallo e un grazioso servizio da tè «Eccomi, scusate l'attesa!» posò tutto sul tavolino e versò nelle tre tazze prima un goccio di latte e poi un'abbondante dose di tè, come si confà alla tradizione «Servitevi pure!» prese la propria tazza e si risedette sulla poltrona.
«Grazie, Tracey!» Luke afferrò una tazzina senza tanti complimenti.
Layton prese l'ultima rimasta osservando assorto il proprio riflesso nel liquido scuro... forse troppo scuro. «Tracey, questa volta...?»
Intuendo cosa stesse per chiederle lo rassicurò con un vacuo gesto della mano «Tranquillo zio Hershel, sono migliorata!»
«Mh...» volendo dare fiducia alla nipote e per cortesia portò la tazzina alle labbra sorseggiando la bevanda.
Luke bevve fiducioso e certo che il sapore non sarebbe stato tanto atroce come sembrava dipingerlo il suo mentore, ma dopo un paio di sorsi allontanò la tazzina storcendo il viso in una smorfia di disgusto profondo «Ugh... Ma cos'è questa roba!?»
Hershel Layton non si scompose. Il sapore amaro dal retrogusto acido lo sentì tutto, ma da vero gentiluomo inglese si contenne, limitandosi a posare la tazzina sul vassoio, in silenzio.
Tracey osservò le due reazioni a bocca aperta, esterrefatta. Questa volta era davvero convinta di aver azzeccato tutto e ad aver realizzato per lo meno un tè decente. Abbassò lo sguardo sulla propria tazza stretta tra le mani e decise di assaggiare la sua creazione.
Sbiancò, strizzò forte gli occhi e a fatica mandò giù «È terribile!»
«Tracey, non si può fare un tè dal gusto simile! Non si può fare niente che abbia un gusto simile!»
«Temo che tu abbia inventato una bevanda che avrebbe dovuto restare sconosciuta, cara.» commentò amaramente Layton.
La poverina si avvilì chinando il capo «Non è possibile... ero sicura! Forse il latte è andato a male...»
«Cooosa!? Sei davvero un caso disperato come ha detto il Professore!»
Punta nell'orgoglio la ragazza sollevò lo sguardo allibito prima sul bambino e poi sull'uomo «Zio Hershel!!»
Cercò di nascondersi sotto il cappello «Non mi sono affatto espresso in questo modo, credimi.»
La porta di ingresso scattò di nuovo e si richiuse poco dopo. La voce di una donna raggiunse i tre dall'ingresso «Tracey, ma quella parcheggiata qui fuori non è l'auto di Hershel?»
«Ah, sì mamma!» rispose prontamente la ragazza «Siamo in soggiorno!»
Fece il suo ingresso una bella donna dai lunghi capelli neri raccolti in una grossa treccia cascante sulla spalla destra. Due grandi occhi scuri, molto simili a quelli della figlia, osservarono gli ospiti da dietro un paio sottili lenti da vista elegantemente portate con una delicata montatura. Una blusa leggera dalla tonalità del mare la vestiva abilmente cadendo morbida sul busto, rimborsata in una lunga gonna bianca leggera. Un delicato paio di guanti di raso celesti coprivano le mani. Il ticchettio degli stivaletti la precedette nel soggiorno. Un'espressione sorpresa si dipinse sul viso dai lineamenti dolci «Oh, Hershel... cosa ci fai qui?»
L'archeologo si mise in piedi all'arrivo della donna, imitato da Luke che balzò dal divano «Amelia, sono lieto di vederti.»
«Salve signora Layton!»
Amelia Layton spostò lo sguardo dal cognato al bambino al suo fianco.
«Sono Luke Triton, apprendista del Professor Layton.» si presentò lui.
«Mamma, non ricordi che ti avevo detto che se le cose in paese non fossero migliorate avrei scritto allo zio?» intervenne Tracey per rispondere alla domanda della donna lasciata in sospeso.
Le parole della figlia sembravano aver sortito il giusto effetto sulla memoria di Amelia «Oh, ma certo, che sbadata! Scusatemi, ultimamente ho così tanto per la testa...!» abbozzò un sorriso imbarazzato.
Il professore scosse leggermente il capo per toglierla da quell'empasse «Non preoccuparti, anzi sono io a scusarmi per l'improvvisata.»
«Ma no, sei il benvenuto, Hershel! E anche tu Luke, ovviamente.»
Ringraziarono cortesemente. «Stai bene, Amelia? Tracey ci ha raccontato cosa sta succedendo, è una situazione molto singolare.»
La donna annuì «Sì, è tutto così insolito. La scuola per fortuna non è stata colpita, ma ormai regna il caos anche lì, sia tra gli studenti che tra il personale.» spiegò con un sospiro carico di preoccupazione.
«Oh, è un'insegnante anche lei, signora Layton?» domandò incuriosito il piccolo Triton.
Amelia gli sorrise gentile «Sì, insegno storia presso l'istituto di Awen.»
Tracey allargò le braccia con fare melodrammatico «Sono perseguitata da appassionati di anticaglie!»
«Oh, ma le anticaglie sono affascinanti.» ribatté lo zio.
«Mai stata più d'accordo, Hershel!» l'insegnante si avvicinò poi al basso tavolino notando il servizio da tè ben disposto su di esso «Tracey, hai preparato il tè? Prenderei volentieri una tazza.» allungò una mano verso la tazzina della figlia, ma questa la fermò afferrando veloce il vassoio e scattando verso la cucina «Meglio di no, mamma! Fidati!»
«Oh... ehm, ma che scortesia, avete ancora qui i bagagli. Venite, vi mostro la camera degli ospiti, così potrete sistemarvi.»
Hershel Layton prese la propria valigia da terra, dove l'aveva posata «Non disturbarti, ormai so bene dove si trova, posso pensarci io.»
«Certamente, che sciocca!»
«Vieni Luke, seguimi.»
«Sì, Professore!»
Salirono le scale giungendo al piano superiore. Un corridoio rivestito dello stesso parquet di ciliegio conduceva alle camere da letto e al bagno di quel piano. Layton aggirò il corrimano e andò sicuro verso la prima porta sulla destra, aprendola. La stanza ben decorata conteneva due letti provvisti di coperte ricamate, cuscini, e accompagnati ai lati da un comodino ciascuno con una pratica lampada da lettura. Vi era inoltre un armadio spazioso, una cassettiera e uno specchio. La finestra illuminava a dovere l'ambiente e un paio di quadretti decoravano le pareti chiare. Luke e Layton sistemarono in breve i propri bagagli e scesero al piano terra.
Trovarono Tracey pronta ad aspettarli, calzò le scarpe e tolse dall'attaccapanni presente all'ingresso un berretto nero e una giacchetta color granata indossando il tutto con gesti rapidi e sicuri «Se siete pronti possiamo andare, c'è molto da vedere!» prese dal mobiletto posto sull'altro lato una borsa di cuoio abilmente cucita a mano e la mise a tracolla sulla spalla sinistra.
«Siamo pronti!» Luke la raggiunse correndo.
Il Professor Layton aprì la porta di ingresso lasciando prima passare la nipote e poi l'allievo. Infine si rivolse alla padrona di casa «A più tardi.»
«A dopo, buone indagini! Cercate di non cacciarvi nei guai!» salutò alzando appena una mano.
«Non ti promettiamo niente, mamma!»  e con queste parole uscirono, avventurandosi per le viuzze sempre più strette della pittoresca Awen.
Amelia sospirò, posando una mano guantata sul cuore «Speriamo in bene.»
 

Luke camminava affiancando la ragazza, ora studiando i propri appunti, ora osservando il paesaggio circostante «Qual è il primo quartiere che visitiamo? Uno dei due dovrebbe essere qui vicino se ho capito bene.»
Tracey annuì «Sì, il quartiere della Musica. Procedendo lungo questa via raggiungeremo le antiche mura del borgo, da lì ci sposteremo nel quartiere accanto.»
«Vedrai Luke, resterai senza parole!» asserì Hershel Layton camminando appena dietro di loro.
L'apprendista volse lo sguardo alle sue spalle sollevando il capo «Le piace davvero un sacco questo posto! Però mi chiedevo...» tornò a guardare Tracey «I quartieri hanno dei nomi particolari, come mai?»
«Fa parte della nostra storia.» più camminavano e più le strutture attorno a loro cambiavano. Le abitazioni, i negozi, la strada stessa iniziò ad assumere man mano un aspetto antico, vissuto ma ben tenuto, accompagnando i nuovi visitatori in un viaggio nel passato leggendario di quelle terre. Mattoni e calce iniziarono a lasciar posto a pietra e legno, l'architettura stessa sembrava essersi fermata secoli fa, in un'eterna era magica «Awen è un borgo di artisti e i cinque quartieri in cui è suddiviso rappresentano un'arte.» riprese a spiegare Tracey «Pittura, Musica, Teatro, Scultura e Letteratura.»
Il giovane apprendista ascoltava interessato «Caspita... quindi ci sono solo artisti in questo villaggio?»
«Per la maggior parte. Ovviamente ci sono attività commerciali, alberghi e ristoranti, abbiamo il sindaco, forze di polizia e una bellissima scuola con ottimi insegnanti. Ma sì, la maggior parte degli abitanti ha intrapreso una carriera artistica.»
«È un posto unico in cui vivere.» commentò il Professore «Al momento ci troviamo nel quartiere della Letteratura.»
«Esatto, è perfetto per noi, mio padre è un famoso reporter freelance, sai?»
«Ooh.» Luke spostò lo sguardo curioso di informazioni da una all'altro, pieno di domande e interesse. Si rese conto che sapeva veramente poco del suo stimato mentore, ciò lo fece risentire un po' «Lo saprei se il Professore mi parlasse un po' della sua famiglia!» concluse incrociando le braccia al petto e distogliendo lo sguardo dai compagni.
«Ti chiedo scusa, Luke. Non era mia intenzione tenerti all'oscuro.»
La giovane cercò di rallegrarlo con un sorriso, posando la mano destra sopra al berretto azzurro di lui «Non averla a male, zio Hershel è sempre stato un tipo riservato.»
Luke cercò per orgoglio di mantenere il broncio, ma riflettendo sulle parole di Tracey pensò che non aveva poi tutti i torti. Il Professore di certo non voleva offenderlo, non avrebbe mai agito in modo da ferirlo, di questo era assolutamente sicuro. Sciolse le braccia, tornando a rivolgersi ad entrambi «Va bene, ho capito! Dopotutto non sono piccolo!»
L'archeologo sorrise di rimando.
«Ah no?»
«Certo che no!»
A pochi passi dal gruppetto si stagliò un alto muro di pietra dalle tipiche fattezze medievali. Le parti che lo componevano si fondevano alla perfezione con le costruzioni che lo precedevano e la luce calda ed intensa del sole ne faceva brillare ogni parte. Un'apertura ad arco accolse la strada divenuta sterrata su cui camminavano Tracey, Luke e il Professor Layton. In cima all'arco troneggiava in un altorilievo un cerchio perfetto dal contorno ricamato recante all'interno tre strisce verticali poste rispettivamente sotto tre cerchi più piccoli.
Attraversato lo spesso arco di pietra fu come essere catapultati indietro nel tempo. Il borgo prese le classiche fattezze medievali, le abitazioni si susseguivano vicine e compatte, una torre svettava poco oltre l'altezza delle mura, un tempo posto di guardia, ora abitazione di una famiglia con i panni stesi fuori dalle finestrelle. Qualche antica statua pretendeva ancora il suo spazio agli angoli delle stradine o al centro di una piccola piazzetta attorniata da fiori colorati e panchine. Bandierine colorate di rosso, azzurro, verde, giallo e rosa svolazzavano alla leggera brezza decorando il cielo limpido sopra Awen, appese ai comignoli e ai muri esterni delle costruzioni. Il simbolo circolare sembrava ripetersi all'infinito sui pittoreschi stendardi e sulle mura, in alcuni punti ben definito, in altri consumato dal tempo trascorso. I paesani si muovevano festosi per le vie, il vociare dei bottegai si diffondeva nell'aria, mescolando il proprio richiamo verso i clienti con lodi e versi decantati da poeti più o meno improvvisati per strada.
«Benvenuti nel quartiere antico della Letteratura!» annunciò Tracey allargando le braccia verso quel mondo.
Bocca aperta ed occhi sgranati, Luke Triton fece qualche incerto passo davanti a sé, girando su se stesso, non sapendo più dove posare lo sguardo «Ma è... wow!»
Layton ricordava bene il clima del borgo, e non si sbalordì più di tanto essendovi già avvezzo, ma l'espressione di meraviglia segnò anche il suo volto «Fa sempre questo effetto la prima volta.»
«Eh già!» concordò la nipote.
«Tracey, è incredibile!» il bambino corse da lei «E nelle mura è tutto così!?»
«Sì, be'... con gli ultimi strani avvenimenti non tutti hanno propriamente voglia di festeggiare...»
«Oh...giusto.»
«È il periodo della celebrazione storica, esatto?» domandò Layton, indicando la miriade di bandierine affisse.
«Quale celebrazione storica?» fece eco Luke.
Tracey annuì «Vedi Luke, gli abitanti di Awen tengono molto alle antiche tradizioni e alle leggende che sono cresciute con il borgo. Ed ogni anno in questo periodo si organizzano eventi e manifestazioni in onore delle belle arti tanto amate.»
«Capisco... e l'insolita neve sta rovinando questa festa! Non è giusto!»
Il Professor Layton posò una mano sulla testa di Luke e una sulla spalla di Tracey «Coraggio adesso. Se vogliamo capire cosa ha causato questo stravolgimento climatico ci conviene raggiungere il quartiere della Musica e quello della Pittura.»
«Ben detto, Professore!» Luke prese il via correndo davanti a tutti.
«Caspita, è davvero entusiasta!»
«Oh sì, parecchio!»
 
 
Dipanandosi nella matassa di viuzze raggiunsero un altro arco aperto in un muro laterale, meno spesso ed imponente, ma altrettanto ad effetto. Tracey si fermò davanti ai due, poco prima di avventurarsi sotto la volta.
«Oltre questo varco c'è il quartiere della Musica... vi avverto, sentirete parecchio freddo e, be... vedrete con i vostri occhi.»
Hershel Layton conosceva bene la nipote, tanto da capire quanto condurli finalmente nel cuore di quel mistero la toccasse profondamente. Lo sguardo indurito, la postura rigida erano tutti palesi segnali di quanto fosse agitata e dei timori che covava profondi nel cuore. Si era fatta carico di trovare qualcuno per aiutare il villaggio, quella che considerava la persona migliore a cui chiedere, l'unica persona. A sua volta l'archeologo non voleva deludere le sue aspettative «Tracey.» la prese per le spalle in una stretta confortante, rivolgendole uno sguardo colmo di sicurezza «Andiamo. Va bene?»
«...mh.» annuì appena.
Lo zio la prese per mano ed oltrepassò la piccola volta insieme a lei, seguiti passo passo dall'instancabile apprendista.
Le scarpe affondarono nel soffice manto bianco scricchiolando. Un tremito scosse le membra dell'archeologo, proveniente non solo dalla neve in cui i piedi furono immersi, ma anche dall'aria fattasi improvvisamente pungente. Portò di istinto una mano a schermare il viso dalla sferzata gelida, socchiudendo appena gli occhi abbagliati dal riverbero dell'intensa luce del sole su quel bianco invadente. Ci vollero pochi attimi ad abituarsi ed Hershel Layton non riuscì a credere a ciò che vide. Tutto ciò che da quel punto riuscì a scorgere, strade, tetti, vegetazione, tutto era coperto dal manto nevoso. Gli abitanti, i pochi presenti all'aperto, si muovevano imbacuccati come fossero in pieno inverno, infreddoliti e stanchi.
«Ma cosa...?»
Tracey si strinse nella giacchetta senza lasciare la mano dello zio.
«Assurdo! Brr...!» Luke cercò di scrollare la neve dalle proprie scarpe, strofinando con forza le mani lungo le braccia per scaldarsi.
Hershel Layton sollevò lo sguardo verso il cielo terso illuminato dal sole, portando una mano alla tesa della tuba «Nessun calore...e la neve non si è sciolta. Com'è possibile?»
  
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