Ade
Spero che vengano giorni, in cui il caffè meno amaro, anche senza zucchero.
Giorni in cui visiterò e racconterò di città lontane.
Sei incastrato
nel ventoso lottare
della rena contro le raffiche
che da meridione
investivano il paese.
Mi stringevi la mano
attraversando vicoli aggrovigliati
di una città-rampicante
arroccata sulla scogliera.
Hai lo stesso odore di mio padre
di salsedine e pioggia sul cappotto
e porti nei miei pensieri
lo stesso masticare incessante
delle onde ai piedi dei calanchi.
E ancora mi tieni d’occhio
e mi siedi accanto
in interminabili viaggi in macchina.
Di recente mi addormento tra il ronzare della luce al neon che mi pare il bisbiglio di una cicala.
E se cauta poggio l’orecchio al vetro della finestra, ogni tanto si sente una risata sommessa.