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Autore: The Loveless Jester    09/12/2020    0 recensioni
In questa storia il Capitano Kirk è una donna, la coppia principale quindi è etero. L'intento di questa storia è di affrontare varie tematiche tra le quali lo stress post traumatico, violenze psicologiche e fisiche, e l'esperienza di una donna al comando . La storia parte da Star Trek Into Darkness e ne ripercorre la trama molto alla lontana con qualche cambiamento.
Dalla storia:
- Lo so.. infondo lo so.. So solo che sono stata una spina nel fianco per quell’uomo e che quando ha avuto bisogno di me io non c’ero. Come non c’ero per mio padre.-
Aveva intrapreso un discorso pericoloso e questo Jane lo sapeva,si stava colpevolizzando di tutte le disgrazie che non erano direttamente dipese da lei e lo stava facendo davanti a un vulcaniano che aveva scelto la via della logica su quella delle emozioni.
Si sentiva in trappola nelle emozioni negative che lei stessa aveva evocato , e in qual momento volevo solo urlare e piangere,cadere in mille pezzi e lasciare che Spock o Bones si prendessero cura di lei.
“sei il Capitano,Jane”
La voce di Pike le risuonò nella mente, ricordandole ciò che era e quello che faticosamente aveva conquistato.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James T. Kirk, Khan Noonien Singh, Leonard H. Bones McCoy, Nyota Uhura, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Note: Vi chiedo nuovamente scusa per il ritardo ma non è davvero facile scrivere con questo stato di angoscia che tutti noi stiamo vivendo, in più le lezioni online mi stanno davvero  soffocando , spero comunque di aver scritto un buon capitolo ^^
mi scuso per eventuali errori non ho una beta, inoltre avviso comincio a distaccarmi e  a fare salti temporali rispetto a Into Darkness perchè il film per me è solo una base per raccontare un ‘ altra storia. In ogni caso penso di concludere con altri due capitoli ,massimo tre . Buona lettura, e come sempre le recensioni sono più che gradite <3



Capitolo 3: Il peso del comando.



 
Spock sedeva con le braccia conserte alla scrivania del capitano, lo sguardo scuro che non abbandonava nemmeno per un istante la figura di Jane che ritrovate le forze era in piedi di fronte al suo Primo Ufficiale, le braccia dietro la schiena, i gradi da capitano che in quel momento pesavano come macigni.
Le tornarono in mente le parole di Pike, in una delle sue tante “ lezioni di vita” le aveva predetto proprio questo momento.
“Verrà un momento Jane che quella poltrona diventerà una prigione, un peso, dovrai combattere contro i tuoi peggiori demoni per sopportare il peso del comando.”
E come sempre o quasi, Pike aveva avuto ragione.
In quel momento si sentiva sotto corte marziale, il giudice era Spock, la giuria e l’accusato erano costituite da lei stessa.
-Capitano, lei sta confessando l’omicidio di Marcus Kane,facendo questa dichiarazione sta inoltre affermando che la flotta stellare ha insabbiato l’intera vicenda mentendo di fronte alla legge e alle istituzioni. Non si può mentire in una fusione mentale..-
Il vulcaniano la guardava, ogni parola era una lama tagliente, Jane era sicura che se lui potesse essere soggetto alle passioni , in quel momento avrebbe espresso rabbia e amarezza ma per sua fortuna Spock era un vulcaniano, logico, freddo e razionale.
-Comandante, io non ho commesso nessun omicidio, la mia è stata legittima difesa e mi creda sono l’ultima persona che avrebbe voluto che la questione venisse insabbiata ma ero un cadetto, non avevo potere.-
Lo disse con un’amarezza tagliente, un odio viscerale che persino al vulcan più logico non può sfuggire tale groviglio di sentimenti.
-Io non capisco, è illogico e privo di senso.-
-Comandante.. Spock, Io non ne posso parlare, non ne voglio parlare anzi. Abbiamo una missione da compiere tra meno di dodici ore ed io sono il Capitano di 423 persone che si aspettano che io faccia il mio dovere e che io sia concentrata sul riportare Harrison in manette e tutti loro a casa sani e salvi, credimi se ti dico che per il mea culpa c’è tempo e non è adesso.-
Spock era pronto per ribattere quando il counicatore di Kirk risuonò trillando nella stanza.
-Sulu a Kirk : Capitano, la sicurezza ci ha confermato la posizione di Harrison su Kronos, arrivo previsto tra 10 ore.-
-Bene Tenente , mi avvisi al minimo problema , Kirk chiudo.-
Dopo quella comunicazione, nell’alloggio di Kirk era calato di nuovo il silenzio , i due  occupanti che continuavano a guardarsi e a studiarsi come fossero due nemici invece che molto più che colleghi di lavoro.
Fu di nuovo il vulcaniano a rompere il silenzio, alzandosi dalla propria sedia si diresse verso l’uscita con la chiara intenzione di abbandonare la stanza,
-Trovo logico concentrarsi sulla missione Capitano, per questo farò ritorno in plancia. Prendo Congedo.-
Jane lo guardò, le mani strette a pugno che combattevano l’irrefrenabile voglia di fermarlo e di stringerlo a sé, ma non fece nulla del genere se non un lieve cenno del capo che indicava che il congedo era stato concesso.
 
Rimasta sola , invece di riposare, si mise immediatamente a lavoro, dal suo terminale stava richiamando tutti i dati inerenti all’attacco dell’Archivio di Londra e ciò che riguardava Harrison. Inutile dire che ben poco era riuscita a trovare sul conto del “ superumano”.
Il tempo però non si fermava e le nove ore necessarie a raggiungere i confini dell’impero Klingon passarono in fretta tanto che dopo aver riposato un paio di ore si era diretta nuovamente in plancia.
 
La poltrona del comando in quel momento gli sembrava un vero e proprio patibolo, sentiva su di sè lo sguardo di Spock che sembrava volerla passare ai raggi X e non nella maniera piacevole.
Leonard invece era rimasto rintanato in infermeria a predisporre le misure di sicurezza  in vista dell’imminente sbarco.
Dopo poco era arrivato l’annuncio del timoniere che sanciva l’inizio della missione.
-Siamo usciti dalla curvatura Capitano, siamo fermi in zona neutrale, attendo ordini.-
-Grazie Tenente.-  rivolse al timoniere prima di aprire lei stessa un canale generale con la nave.
-Qui è il Capitano Kirk, ho bisogno di due membri della squadra di sicurezza all’hangar 5, abiti civili e niente che possa ricondurre alla flotta.Kirk chiudo.- poi si voltò verso Uhura .-Avvisi il controllo volo che stiamo arrivando poi mi raggiunga in Hangar navette, abbiamo bisogno di una Xenolinguista, ma si sbarazzi dell’uniforme , abiti civili.-
-Certo Capitano provvedo subito.-
E mentre Uhura eseguiva gli ordini Spock si era nuovamente affiancato al suo Capitano con il volto che non prometteva nulla di accomodante ma Jane lo zittì immediatamente, avrebbe poi giurato di aver visto un barlume di rabbia negli occhi del gelido vulcaniano.
-Lascio il comando al Comandante Spock , se non siamo di ritorno entro un’ora dovete abbandonare la zona neutrale e fare immediato ritorno sulla Terra.-
Detto ciò voltò i tacchi a Spock e alla plancia e si diresse in infermeria per cambiarsi d’abito e per recuperare l’ultimo membro della sua missione suicida.
 
 
 
Un’ora e 5 Klingon incazzati  più tardi Jane era di ritorno in plancia, Harrison era in prigione e Spock, McCoy e il Tenente Comandante Snow la osservavano mentre era seduta sulla poltrona , la mano destra che ticchettava nervosa sul bracciolo.
-Kirk a Sala Macchine : Signor Chekov le do 30 minuti per riaggiustare quel benedetto nucleo. Kirk out.-
Il tono del Capitano era stato così perentorio che il povero Chekov nemmeno aveva avuto il coraggio di risponderle che lei aveva già chiuso la comunicazione.
Tutta l’ingegneria era in pieno subbuglio per cercare di capire che cosa stesse disturbando il nucleo e bloccando così la partenza.
-Leonard, Spock occupatevi della plancia , informatemi non appena l’ingegneria è pronta a farci ripartire, signor Snow con me, abbiamo un interrogatorio da condurre.-
Jane già si era alzata dalla sedia diretta al primo turbo ascensore disponibile quando Spock l’aveva richiamata toccandole appena il braccio un tocco lieve ma che per Jane sembrava  una lingua di fuoco sulla pelle nuda.
-Capitano posso accompagnarla? Trovo più logico che io la assista.- la voce del vulcaniano era profonda e lo sguardo che aveva lanciato a Jane era pieno di sottintesi.
Jane si chiese perché volesse seguirla, si chiese se per caso ormai la fiducia del vulcaniano era compromessa per sempre.
La risposta però non spettava a lei, quello che era il suo dovere era terminare quella maledetta missione e fare giustizia per Pike e per tutte le vittime innocenti di Londra.
-No Comandante, con me verrà il capo della sicurezza. Prendetevi cura della mia signora.- cercò di sembrare calma e rassicurante ma nessuno di loro le credette, poteva dirlo dall’espressione preoccupata che aleggiava sul volto di tutti i suoi ufficiali che comunque tornarono ognuno al suo posto a parte Snow che la seguì nel turbo ascensore.
 
 
 
Iskander Snow era il capo della sicurezza dell’Enterprise,, aveva 35 anni ed era stato promosso al grado di Tenente Comandante proprio di recente. Anche lui aveva servito sotto Pike ed era diventato un carissimo amico di Jane.
Entrambi avevano sofferto molto nel loro passato, Iskander aveva perso sua sorella appena diplomato all’accademia ed in seguito sua madre e suo padre avevano divorziato mettendo pianeti interi di distanza tra loro, per questo Iskander sapeva bene cosa volesse dire sentirsi soli.
-Ehy Jane come stai?-
Si era permesso di darle del tu ora che erano soli e diretti verso le celle di detenzione.
-Male Iskander..Voglio solo tornare a casa, mettere al sicuro quel bastardo e avere il tempo di piangere Pike.-
A quel nome anche Snow  fece un’espressione di puro rammarico e strinse un braccio intorno alle spalle di Jane che non si scosto ma anzi sorrise felice.
-Andiamo amica mia..-
E Jane sorrise lasciando una pacca amichevole sulla spalla del Capo della Sicurezza grata che avesse messo da parte i formalismi per mostrarle un briciolo di affetto.
 
Arrivati alle celle di detenzione Iskander si era armato con un phaser e si era posto davanti a Jane anticipandola verso la cella.
-Sii buona Capitano!-
L’aveva rabbonita  vedendo come Jane era sul punto di protestare a quella dimostrazione di protezione.
Arrivati alla cella si trovarono Harrison già in piedi come se li stesse aspettano. Lo sguardo chiaro del superumano si fermò su Jane sondandola e  facendola sentire improvvisamente troppo esposta tanto che decise di attaccare quanto prima che essere attaccata.
-Harrison lei è in arresto e quando arriveremo sulla terra subirà un processo. Ringrazi che ho avuto la misericordia che lei non ha mostrato ai miei colleghi e alla mia famiglia.- era velenosa nel tono ma non  se ne curava e nessuno avrebbe osato zittirla.
-Capitano Kirk perché non ci muoviamo? C’è forse qualche problema?- Le chiede invece Harrison con una faccia da schiaffi degna della peggior canaglia.La frase però colpì Jane come uno schiaffo in pieno viso, si girò subito verso Snow che ricambiò con un occhiata perplessa che negava.
-Come diavolo lo sa?!- sbottò avvicinandosi di più al campo di forza che teneva lui dentro e lei fortunatamente fuori.
-Sono tante le cose che so Capitano.Sono disposto a confessartene alcune se mi prometti un colloquio privato. È tutto ciò che chiedo.- sembrava sincero Harrison mentre  le faceva quella proposta , si teneva addirittura ben lontano dal campo di forza per non darle l’impressione di volersi avvicinare.
-Cosa le fa pensare che  ha il potere di fare richieste?!-
-Me lo fa pensare il fatto che lei Kirk vuole riportare a casa il suo equipaggio e che per farlo deve capire cosa non va nella nave e guarda caso io lo so, ma voglio qualcosa in cambio Kirk: Voglio la sua mente, il suo genio, voglio sapere se anche a lei pesa il comando.-
A quelle parole Jane fessurizzò lo sguardo quasi ringhiando per un breve momento,infine girandosi verso Snow gli fece un cenno con la testa  che non ammetteva repliche.
-Va resta fuori in corridoio, siamo comunque sorvegliati a vista.-
Jane attese che Snow se ne andasse prima di tornare ad Harrison.
-Non basta Capitano, tolga le registrazioni ambientali.-
-Col cazzo maledetto bastardo!.- si sfogò Jane  ottenendo soltanto che Harrison le desse le spalle dopo averle sorriso beffardo.
-Faccia come vuole Capitano infondo è lei che ha la nave senza motori in zona neutrale vicino ai Klingon.-
La donna odiava  che lui avesse ragione ma di fatto ragione ce l’aveva e lei se voleva salvare la pelle alla sua famiglia doveva solo sottostare.
-Computer, disabilita registrazione ambiente cella 01 comando Capitano Jane Helena Kirk  alpha-iota 1307.- e una volta che la voce meccanica del computer rispose che l’ordine era stato eseguito Jane tornò da Harrison con lo sguardo che ora non ammetteva repliche.
-Quanti sono i siluri?- le chiese subito, secco come lo strappo di un cerotto.
-Settantadue .-
-Come sospettavo.. Vede Kirk, in ogni siluro c’è un membro del mio equipaggio, ibernato certo, la tecnologia che arma quei siluri è ciò che interferisce con i sistemi della nave, è proprio sicura che nessuno dei suoi ingegneri abbia notato qualcosa di strano.?-
Kirk sbiancò e subito pensò a Scotty e penso che l’Enterprise  aveva cominciato ad avere i problemi da quando a bordo ci erano entrati quei maledetti siluri che nemmeno il suo ex Capo Ingegnere aveva approvato.
-Balle!.- ma persino la sua voce era piuttosto incerta ora.
-No e lei lo sa Kirk. Io voglio che lei sappia che ho fatto quello che ho fatto per proteggere il mio equipaggio, Marcus le ha dato quei siluri per minacciarmi di distruggere la mia famiglia per questo mi sono arreso. Mi dica Kirk, c’è niente che non farebbe per proteggere la sua famiglia?-
-Darei la mia vita per ognuno di loro.- lo disse senza nemmeno pensare.
-Allora controlli cosa c’è a queste coordinate e mi crederà, Marcus sta cercando di scatenare una guerra, non è l’Ammiraglio retto che la Flotta Stellare si aspetta, ma questo Jane lei lo sa già non è vero? .-
Jane stavolta non rispose in un chiaro invito a Harrison di proseguire.
-So cosa le ha fatto l’Ammiraglio ,Capitano, so perché come me sente il peso del comando come un’occasione per dimostrare  di essere in grado di proteggere chi ama.-
Jane non se ne accorse ma si era avvicinata in maniera pericolosa alla prigione di Harrison, quasi a trovarsi faccia a faccia con il campo che lo conteneva.
-Come fai a saperlo?- ed anche il distacco del formalismo era andato.
-Ho letto tutto all’archivio, so che ha insabbiato la morte di Kane, so che cosa ti è successo in quel vicolo Jane. Davvero è così difficile da capire chi è il vero nemico?-
Le parole di Harrison erano come un veleno sottile e Kirk non aveva l’antidoto, non aveva la lucidità per affrontare tutto quello che stava succedendo, aveva solo rabbia, tanta rabbia ma non poteva liberarla aveva il suo equipaggio a cui pensare di fronte al dovere non era una donna, non era un uomo, era un Capitano.
Improvvisamente il loro dialogo fu interrotto dalla presenza di Spock che si era precipitato nella zona detentiva dopo aver sentito che le registrazioni erano state disattivate.
-Capitano! Che succede?-
-Abbiamo compagnia  Kirk, la nostra conversazione finisce qui, dopotutto non vorrei mai causare problemi alla sua autorità.-
Presa tra due fuochi Kirk decise che era il momento di allontanarsene e di prendersi del tempo per riflettere a mente lucida.
-Io credo a quello che dice  e lo verificherò, ma credo anche nella giustizia e lei Harrison pagherà per i suoi crimini , dovessi condurla io stessa in tribunale.- e furono le ultime parole che rivolse ad Harrison.
-Computer riattiva le registrazioni ambientali comando del Capitano Jane Helena Kirk.-
Infine fece un gesto eloquente al suo Primo Ufficiale vulcaniano e insieme lasciarono le prigioni ed Harrison.
 
 
 
Kirk e Spock tornarono nella sala riunioni ed anche McCoy e Snow vennero convocati. Jane voleva rivelare gran parte della discussione che aveva avuto con Harrison ai suoi Ufficiali  più fidati ma soprattutto doveva controllare cosa c’era entro quei dannati siluri.
-Signori  Harrison mi ha fornito dei dettagli che mi portano a dubitare del vero scopo della nostra missione, per questo vi chiedo fiducia e la massima collaborazione. Temo che nei siluri siano state inserite delle persone per questo in questo momento il Dottor McCoy e la dottoressa Marcus sono diretti  in una zona dove poter controllare il contenuto dei siluri. Non appena avremo loro notizie  vi anticipo già quali sono i vostri ordini: Iskander  mettiti in contatto con Montgomery Scott immediatamente e controlla queste coordinate. Leonard tu invece occupati di analizzare il sangue di Harrison voglio sapere tutto ciò che c’è da sapere su quella specie di mostro. Spock lei mi segua nel mio ufficio c’è qualcosa di cui dobbiamo discutere urgentemente.-
-Si Capitano!- si levò in coro ed ognuno era sparito al proprio posto restava solo una cosa da fare.Aprì una comunicazione con la plancia.
-Signor Sulu a lei il comando, mi avverta non appena avrà notizie dal dottor McCoy e dal capo della sicurezza Snow, faranno rapporto a lei e lei farà rapporto a me.Kirk chiudo.-
Di nuovo lasciò  che fosse un’occhiata a parlare per lei e che Spock la seguisse.
Il tragitto verso l’ufficio del Capitano era breve ma fu del tutto silenzioso , ognuno era perso tra i suoi pensieri, Spock si chiedeva cosa volesse dirgli il suo Capitano mentre Jane  cercava le parole giuste. Quando entrarono nell’ufficio di Jane  non ci furono formalismi o frasi di circostanza, Jane aveva deciso di raccontargli tutto perché aveva bisogno che lui si fidasse di lei e sapeva che ora come ora Spock non si fidava affatto di lei.
-Voglio raccontarti la verità Spock, ho bisogno della tua fiducia e del tuo supporto. Abbiamo davanti una situazione assurda e all’equipaggio serve qualcuno che ragioni con logica e con il cuore, serviamo entrambi.-
Il vulcaniano era una maschera di cera ma si vedeva dall’espressione che cominciava ad essere provato dalla situazione che si era instaurata tra loro.
-Permesso di parlare liberamente?-
-parliamo da amici, Spock.-
-Sono preoccupato per te, ho visto qualcosa di brutto nella tua mente , detesti il contatto fisico ora lo so e l’ho visto ma sono confuso, vorrei fidarmi di te, ma non capisco nemmeno perché ti stai alleando con Harrison!- aveva perso la calma sul finale, alle orecchie di Kirk sembrava quasi infastidito oltre ogni modo dalla sua vicinanza con il prigioniero, ma entrambi sapevano che avevano poco tempo per analizzare tutte le sfaccettature della situazione e che ora dovevano tornare a fidarsi uno dell’altro e condividere la responsabilità.
-Harrison ha ragione o almeno io lo credo e posso spiegarti perché.- Jane si era avvicinata a lui e ora aveva gli occhi lucidi , ricordare le faceva male ma avere lui vicino era una benedizione e una necessità, nonché un’ancora di salvezza  nel mare dei ricordi.
Così cominció a raccontare di ciò che l’aveva portata a quello che era oggi.
-Quando ero all’accademia io e il cadetto Kane eravamo fidanzati, la nostra storia era iniziata  come tutte le storie d’amore dovrebbero essere, lui era dolce  e premuroso e io lo amavo. Dopo qualche tempo la nostra storia divenne tossica, litigavamo spesso ma soprattutto io..- Jane si interruppe mordendosi forte il labbro, voleva solo scappare e nascondersi  ma doveva finire il racconto. Inaspettatamente la mano di Spock raggiunse la sua stringendola tra le proprie.
-Non devi, mi dispiace molto vederla.. vederti così.- gli occhi del suo vulcaniano erano sinceri, pregni di un affetto che Jane non aveva mai visto , almeno non rivolto a lei, ma fu proprio quello a spronarla a continuare dopo aver ricambiato quella stretta.
-Ero diventata debole incapace di reagire al carattere di Kane, così iniziò a picchiarmi e io lo nascosi a chiunque persino a Pike. Cominciai ad essere accusata di partecipare a delle risse clandestine,  nessuno poteva spiegare i lividi che portavo e le assenze prolungate agli addestramenti. Una sera Kane tentò di violentarmi,io ero stanca  e volevo solo tornare a vivere la mia vita così lo attaccai  e nella colluttazione rimase ucciso. Quella sera stessa cercai Marcus, lui era sempre stato un amico di Pike e sapevo che mi avrebbe aiutato che avrebbe capito che era solo legittima difesa e che le registrazioni ambientali lo avrebbero confermato.- Fece ancora una pausa Jane , le mani ancora strette in quelle di Spock e nessuno dei due sembrava stancarsi di quel contatto. Il vulcaniano taceva in attesa che lei continuasse e Jane fu grata per quel silenzio  utile a riordinare ancora una volta le idee. Il dolore sul volto di Jane era evidente, era una maschera di sofferenza ma anche una donna forte che voleva rompere un silenzio durato troppo a lungo.
-Marcus mi credette dopo aver visto le registrazioni,ma mi disse che questa storia non si poteva sapere, la Flotta era ormai avanti  anni luce con la moralità e l’integrazione e che un episodio del genere sarebbe stato fatale per la reputazione della flotta, soprattutto perché Kane era il figlio del Segretario di Stato. Mi impose il silenzio con chiunque persino con Pike e insabbiò tutto.
Io accettai, ero debole, avevo paura  e mi sentivo come se fossimo tornati indietro di secoli dove una donna non poteva difendersi…era una cosa che succedeva spesso sulla terra almeno fino al 21esimo secolo sai?-
Se Jane era emozionata , Spock era pietrificato dalla confessione, un terribile dolore lo stava affliggendo come se improvvisamente potesse sentire tutto ciò che aveva provato Jane.
-Posso abbracciarti?- le chiese come se fosse logico chiedere il permesso ma lei non rispose agì di istinto e lo strinse tra le sue braccia con forza come se fosse una lotta e non un gesto di affetto.
-Nessuno ti toccherà mai più.-
Entrambi sapevano che era inutile dirlo ora  che Jane  sapeva benissimo difendersi da sola ma entrambi sapevano anche quanto a Jane servisse sapere che sarebbe stata protetta che non erano più nel 21esimo secolo sulla Terra e che ora la legge e l’opinione pubblica era ben diversa. Ma purtroppo Jane aveva scelto il silenzio e nessuno aveva potuto aiutarla.
-Jane se avessi parlato, io.. Pike! Noi tutti avremmo preso le tue parti, riaperto il caso, qualsiasi cosa, potremmo ancora.-
Jane scosse la testa che aveva nascosto nel petto di Spock quando l’aveva abbracciato.
-No .. non voglio, ormai non ha più senso, non voglio riportare alla luce quel dolore e quell’umiliazione, ma se c’è una cosa che ho fatto da allora è diventare forte e indomita così che non sarei mai più stata zitta ed è per questo che ora non posso stare zitta, Harrison ha in parte ragione, Marcus vuole la guerra con i Klingon e noi dobbiamo impedirlo.-
Spock annui e poi calò il silenzio, erano ancora abbracciati ma nessuno sembrava volersi allontanare dal calore dell’altro. Fu Spock il primo ad interrompere il silenzio guardandola sfruttando la loro differenza di altezza.
-ti faccio male?- le chiese pronto ad allontanarsi.
Jane nonostante tutto era nelle braccia del vulcaniano che segretamente amava e poteva sopportare un po' di stress post traumatico pur di godersi le sue braccia attorno a sé ed incurante di sembrare troppo dolce aggiunse –No, non mi lasciare.-
Spock di rimando strinse la presa come a suggellare quella richiesta.
-C’è una cosa che ho bisogno di confessarti Jane, di natura personale.-
-Dim-!- -McCoy a Kirk!- vennero interrotti dal comunicatore di Jane che trillò con la voce del buon dottore.
Jane non poteva negarsi e a malincuore si staccò infine dal suo vulcaniano.
-Dimmi Bones.-
-Avevi ragione  abbiamo 72 ghiaccioli.-
-Bene Bones resta in Infermeria e fai tutte le valutazioni del caso.Kirk chiudo.-
L’intimità che si era creata tra i due era completamente sparita sostituita dal dovere.
-Andiamo in plancia.-
Ed all’unisono annuirono con la consapevolezza che ora sul ponte di comando sarebbero tornati ad essere una sola mente e un solo braccio.
 
 
In plancia Sulu aveva redarguito i due su ciò che aveva trovato Scotty che alla fine era riuscito a mettersi in contatto con l’Enterprise da quel momento in poi però la situazione era precipitata. Marcus si era presentato  con una nave da guerra che si era fatto costruire apposta  per iniziare una guerra con i Klingon, le ipotesi di Harrison , che si era scoperto chiamarsi Khan, si erano rivelate esatte e ora tutti loro stavano rischiando la vita sotto l’attacco di Marcus sulla sua U.S.S.Vengeance , tutto perché Kirk si era rifiutata di consegnare Khan e dare inizio a una guerra, ma lei sapeva che anche se lo avesse consegnato Marcus avrebbe sterminato tutti i testimoni delle sue bugie e Kirk non gli avrebbe permesso di fare del male alla sua famiglia.
-Signor Sulu manovre evasive e scudi alzati!-
-Capitano perdiamo potenza ci hanno colpito e il nucleo ancora non funziona!.-
-Dannazione! Contattate l’Ingegneria e vedete  che mandino l’energia ai motori ausiliari!-
Jane  sparava ordini a destra e a manca, la situazione era critica e l’Enterprise danneggiata con Scotty che era l’unico a poterla riparare a dovere bloccato sulla Vengeance. Lei era il Capitano e doveva pensare alla svelta  a come fermare quella bestia armata che era la Vengeance, ma più ci pensava più la soluzione le sembrava evidente: “ il nemico del mio nemico è mio alleato” pensò poco prima di alzarsi dalla sedia del Capitano e dirigersi al turbo ascensore .
-Spock a lei il comando.-
Ma il vulcaniano la seguì fino al turbo ascensore
-Spock mi sta disubbidendo?- fece Jane che non sapeva se essere grata ad averlo vicino o infuriata.
-Capitano lei sta andando da Khan e io lo sconsiglio vivamente.-
-Come diavolo fai a saperlo?-
-Lo chiami intuito- se fosse stato umano Kirk avrebbe giurato che quella fosse ironia nuda e cruda.
-Si sto andando da lui, ha presente il detto “ il Nemico del mio nemico è mio alleato”?-
-Ma Khan non è affidabile la pugnalerà alle spalle non appena potrà.- Spock faceva un’appassionata preghiera verso Jane che si fermò esasperata a fronteggiarlo , lo sguardo che implorava comprensione.
-Lo so che non ti fidi ,  ma ho bisogno di Khan lo terrò d’occhio e mi aiuterà , io .. io posso fare solo questo! Sei tu quello che ora deve prendere il comando con logica e raziocinio, io devo agire  e non posso pensare al mio benessere ma a quello di molti altri ,Comandare non è impartire ordini ma essere pronto a rischiare per primi per proteggere chi è sotto la nostra responsabilità.-
-Non posso lasciarla andare Capitano, Jane.. non dopo quello che mi hai rivelato.-
Alora Jane comprese davvero, il vulcaniano aveva paura di vederla soffrire , di mandarla da sola da Marcus con nessuno che la potesse sostenere, mentre lui non poteva esserci per lei e Jane questo lo capiva.
-Ho bisogno di te qui Spock, se perdessi  la mia famiglia sarebbe meglio perdere la vita con loro che vivere con il rimpianto di non avervi salvati. Dimmi che capisci.- implorò toccandogli per un attimo la mano , incurante che erano in mezzo a un corridoio e tutti potevano vederli.
-Capisco.- disse freddo come sempre ma Jane poteva giurare che dire quella parole gli era costato più di quanto fosse disposto a mostrare.
-Ci rivedremo presto e allora mi dirai quello che sento che hai tanta urgenza di dire.-
Un ultima carezza alla mano del vulcaniano e poi corse via senza voltarsi diretta verso  Khan consapevole di avere lo sguardo di Spock puntato sulla schiena fino a che non fosse sparita.
“ Tornerò” si disse e poi fu solo mente e corpo  concentrati sulla salvezza della sua nave.

 
 
  
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