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Autore: Legeia    13/12/2020    0 recensioni
In un Presente alternativo, vari conflitti portano alla disgregazione delle nazioni in problemi interni ed esterni. In una si queste, un gruppo di persone di presenta come Agevolatori o Risolutori per le persone o enti su vari ambiti. Tuttavia cè qualcosa di più profondo e intricato che muove i personaggi principali sia tra loro che per i Continenti e le decisioni e scelte sono fondamentali per la questione cardine. Il futuro. P.S. storia scritta anni fa, mai ritoccata e modificata, così come era scritta.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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chapter 17 Chapter 17

Un anno e due mesi

9 ore prima

"Ehi, Jd..."

Jd correva trafilato verso la torre di volo secondaria, gemella dell'altra e sua opposta, perchè dall'altro lato, più vicino alla cosiddetta caserma, o zona alloggi. Cercava di telefonare mentre percorreva in una leggera corsetta con un borsone,  la tuta e l'equipaggiamento personali, verso il settore di carico per l'AirOl. Nel mentre con gli occhi scorreva gli altri, nei rispettivi gruppi distanziati,  che andavano in file di due, ordinati e calmi, verso l'ingresso dell'ascensore esterno in vetro. Sentendosi chiamare, si voltò e maledì l'apparecchio.

"Jd aspetta..."

Gask corse, vestito anche lui con l'equipaggiamento nero e blu più recente, non con  l'esoscheletro ipertecnologico che pensavano di indossare.

"Mi spieghi perchè non abbiamo l'esoscheletro? perchè dobbiamo mettere le nostre copie del Gorka Suit?"

"...perchè è il nostro modello. Il Nozh..." andandogli incontro, vedendo il suo stuolo di uomini e fedeli che gli stavano dietro. Li fissò e Gask capì e li mandò avanti, restando soli.

"perchè hai queste remore"

"perchè se davvero cè rischio, abbiamo bisogno dell'equipaggiamento adatto" rispose Gask arrabbiato

"le nostre tute Nozh sono idonee a quel territorio, più delle altre e Kianta lo sa. Ecco perchè ha ordinato di mettere queste.Non ti senti sicuro? Scommetto che lei nel mezzo del volo, dirà di indossare più livelli sotto la tuta per maggiore protezione e, nonostante questo, per come è progettata, sarà comunque comoda nei movimenti.  E' studiata apposta in stile cipolla per adattarla a ogni evenienza con i livelli supplementari. Ha comunque piastre di rinforzo protettive combinate in alcune zone e il materiale è silenzioso. Non capisco..." proseguendo con Gask al fianco

"e se hanno rubato..."

"Se temi che possano aver rubato il nostro armamento... no. Non credo." stoppandollo con una mano e fermandosi uno di fronte l'altro " Non capisco perchè non ci abbiano ancora contattato via satellite ad esempio, se era impossibile in altri modi. Il fatto stesso che abbiano usato radio e codici... non mi convince, ma Kianta ha ragione. E' meglio controllare"

"Appunto, è quello che dico, ma facciamolo per bene. Con il giusto equipaggiamento e non questo..."

"Non ti fidi di lei?" dubbioso e interessato

"Al contrario, ma sapendo come è la situazione in quei luoghi e cosa può capitare..."

"Ascolta. L'unica cosa che non condivido della squadra di controllo che si sta imbarcando è la sua presenza. Lei non deve esserci e Milan farà casino perchè si sta impuntando. Lui non vuole, lei non dovrebbe neanche pensarci ma puntualmente parte davanti a noi e non possiamo fare o dire nulla. E' il capo. Se la vedrà con Milan dopo, ma dobbiamo comunque farle anche da protezione e..."

"Ma non ci sono già Zidgi, Kovacs e Django? Non sono le sue Ombre?"

"Sono le Ombre, ma sono anche quelli che le sono fedeli da più tempo. E ora andiamo, devo ancora trovare Kianta, che neanche risponde..:" tornando a litigare con il phonvlet

"Aspetta... ma i fedeli a lei non erano dei Raccolti?"

Jd sospirò, si voltò scoccioato e sbottò "I Raccolti lo sono di Kianta, ma quei tre come altri, sono quelli che hanno creduto in Lia da principio e coloro che hanno aiutato a cambiare..."

jd si rese conto di colpo di cosa aveva detto e la sua espressione si bloccò, cambiando al comparire di Alaric, gasato e frizzante. E quindi Gask vide Jd guardare Alaric come increduto, oltre che ancora arrabiato per aver parlato troppo.

"Ehi Jd. Lo hai portato? hai portato l'aglio come ti avevo detto? Glielo diamo? Glielo somministriamo in qualche modo e la mettiamo Ko. E la scordiamo sull'aereo. Eh...? Allora?" parlando veloce e agitato

Jd chiuse gli occhi arreso, passandosi la mano destra dalla fronte al mento con disperazione. Allontanò Alaric con una mano, facendo cenno verso gli altri e dicendogli di parlarne dopo, che non aveva ninete per fare certi scherzi e sapeva che non li condivideva.

"Ti sei dimenticato la trovata dell'altra volta, giusto una settimanella fa... quando sotto una pioggerella passeggera si è messa a fare MOrticia morta trale frasche, con quella mantella lunga con cappuccio in pura seta bianca, giusto un regalo modesto di Milan, e ha creato lo scompiglio tra gli uomini di guardia? Camminava nel giardino e si sono terrorizzati... non ho dimenticato, io no cime altre cose, per questo vorrei inguattarmi dell'aglio..."

"Alaric, ti prego. Quella volta era arrabitissima e ha fatto due passi in giardino, per smaltire... e ha deciso di mettere quel mantello. Per la pioggia..."

"sappiamo tutti e due che non è così" fronteggiandolo "quella pazza scatenata per protesta ha sempre la tendenza a fare cose che urtano la persona fautrice del suo malumore. Sempre. Ti rompe la sveglia presto? Lei ha armato alcuni nottambuli tra gli uomini,  pagando in drink e altre cose gli andavano bene, e li ha nominati Knocker up, con lunghi bastoni particolari in legno per bussare  alle finestre da fuori. Rompendo le scatole all'alba. E questi erano i primi. La seconda ondata è dagli altri cretini che passano per i corridoi a suonare l'alzata con tutti gli strumenti a fiato più fastidiosi. E ti suonano proprio davanti la porta, se non è già aperta! la terza ondata è nei bagni, mentre ti stai lavando per svegliarti, arrivano questi stronzi maledetti che su suo ordine iniziano a sbraitare il programma della giornata e incitare a sbrigarsi. Non è bello! E non posso neanche mandarli a quel paese che hanno una sorta di immunità che neanche io, un Capitano, posso..."

"Declamare il programma non è sbagliato. Svegliare in modi rudi ed essere fastidiosi fa parte della vita militare. Le tue argomentazioni sono inutili, sappilo!"

Alaric fissò Gask con disprezzo, si voltò e se ne andò inveendo contro di lui, Kianta, tutto il sistema militare.

"Quando fa così alimenta solo la ragione di Kianta e non lo comprende" disse arreso Jd a Gask, ringraziandolo con il capo per quell'intromissione che lo ha mandato via "e tuttavia, se ha apertamente torto perchè lei agisce esattamente come in altri ..."

"Anche io non ci trovo ninete di strano, utilizza metodi particolari, ma ci sono Maggiori, Tenenti e Generali da incubo. Lui si lamenta per niente"

"i metodi possono apparire antiquati, ma come dice sempre Milan  e lo disse anche a Lei, l'uomo ha voluto e quasi dimenticato molte cose del passato o le ha soppiantate totalmente, per il futuro e tecnologia. E meno fatica. E per apparente sicurezza.  Ed ecco che noi possiamo invece farne tesoro e utilizzarli, sicuri che no siano facilmente compresi dagli altri"

"Ancora non mi sono abituato a porte vecchio stampo con mazzi di chiavi, messaggi via piccioni, corvi o altri pennuti, o via persona direttamente. E a lavorazioni fatte da zero a mano come una volta... qui cè parecchio lavoro di gomito e schiena, e mi sembra di essere alla mia infanzia, come quando ci svegliavano a pedate. Immagino che se lo dicessi ad alta voce, qualcuno lo prenderebbe come ottima idea, sopratutto per Alaric..." disse scherzando ma guardandosi in giro se cèra Kianta.

"Da un lato Milan e Kianta hanno ragione. Tutti i mezzi attuali, anche decantati come moderni e pro tutto, non lo sono poi molto. I nostri sono una tecnologia pulita ancora non per il mercato e già son costati parecchio. Kianta optava per i mezzi elettrici, non durano molte ore ma meglio degli altri mentre Milan desidera il dualismo cavallo e uomo. In paesi come india e medioriente, in primis, ancora li usano ma alternati in base alle esigenze con mezzi a motore. Ma ce ne son o altri dove un somarello è ancora vitale.E lui sfrutta questo per la sua idea di binomio umani e animali. Ma...diciamo che è molto fissato su certe cose. Ma se puoi pensare che è strano questo, fa molto di più. Ha deicos di aiutare chi ha problemi ad avere un minimo di modernità dando servizi extra. Ha introdotto anche i bagni pubblici e terme, a pagamento ma a basso costo per tutti, come luoghi di pulizia e igiene ulteriori. Ancora ci sono persone, perchè ovviamente non è facile occuparsi di ogni singolo angolo di ogni paese,  che hanno ambienti e possibilità di pulizia personale inutilizzabili o danneggiati. O manca l'acqua corrente o l'elettrici per vari motivi. Con poche monete in qualunque valuta, con sconti per più persone, dai senzatetto, a chi non può usufruirne in casa o vuole un tipo di lavaggio giapponese o arabo, ha a disposizione..."

"Si ma, perchè ha intenzione di mettere dei limiti per l'utilizzo della tecnologia"

"Non è che mette limiti, ma chiede linee guida perchè la tecnologia non si ritorca contro le persone stesse. Due esempi? Bambini morti perchè dimenticati in auto, mezzi che con tutto centralizzato non obbligano più le persone a controllare non solo l'interno ma anche le portiere stesse. Così come se il sistema elettrico sballa, sei appiedato, perchè è tutto collegato. E, con nuove attrezzature è possibile clonare e attivare auto di qualunque fascia di prezzo e accessori, solo craccando il segnale. Per esempio dalle chiavi o direttamente avvicinandolo alla console della macchina. Una cosa più macchinosa  era aprire e accendere un'auto vecchio tipo, senza chiave fisica. Milan ha detto di aver fatto fare delle prove. Le vecchie auto, il cui utilizzo per tutto era la chiave fisica, necessitavano di tempo e capacità per essere rubate. Si, alcuni ci mettevano poco, ma quando è stato più facile? Con le auto più recenti. A quanto pare lui ha fatto provare diversi tipi di auto, per anni di uscita  diversi, e il risultato è stato che, più l'auto era diciamo recente, più era facile aprirla e prenderla. Parole sue... così come, dice, per la sicurezza della casa. Ormai tutti hanno porte blindate ed elettriche, tutte con lo stesso sistema che sia in un paese o in un altro. Anche lì ha fatto fare delle prove, ha fatto provare un sacco di cose, e le porte più nuove e recenti, definite sicure, in verità erano più facili da attivare e forzare delle vecchie, a scatto e con chiave con dentatura antica. Inoltre, da uno sguardo in vari paesi, è emerso che tutti i ladri attuali conoscono e sono in grado di aprire e forzare finestre e porte di recenti generazioni con facilità, ma le abilità di scasso che conosciamo noi, con i vecchi attrezzi... non più. Ormai hanno porte, finestre, proprio montati in luoghi appositi dove si allenano ma tutti moderni, con strumenti per la corrente elettrica, telecamere e sblocco del sistema di chiusura automatica... ma se dai loro una porta come le nostre, non sanno dove mettere le mani.Ma la tecnologia non è solo utile e figa, anche pericolosa. Baby monitor, telecamere private, violati e controllati con facilità. Ma anche telecamere nascoste, altri congengni usati contro le persone. Cellulari e telefoni hackerati, che tra le altre cose come i laptop diventano strumenti di controllo e spionaggio contro i proprietari. E la lista è lunga. Lui non ha tutti i torti a voler mettere un controllo, almeno quello, su tutto ciò che viene rilasciato nella società. I nostri sistemi sono, quando ci sono, diversi e più sofisticati di quelli trovabili altrove, ma là fuori ci sono apparecchiature, camere e dispositivi presi e controllati contro gli altri facilissimi ormai da hackerare. Una volta si facevano i forellini nei muri per controllare l'interno, adesso non cè più bisogno. Basta entrare nel sistema delle cam già presenti o spiare il telefono e sai tutto della vittima. Ti ricordi l'ultimo gruppo che abbiamo sgominato, che controllava profili social e cellulari per trovare schiave del sesso di qualità alta, per certi clienti ricchi e che volevano donne..."

"Si, ricordo anche cosa è accauduto quando Kianta è arrivata a sorpresa. Per loro, però..."

"Già... " controllando le procedure di carico attrezzatura nelle casse, nell'ascensore, per metterle nel mezzo " capita spesso che lei faccia la comparsa all'improssivo, se è qualcosa che la manda in bestia e vuole regalare a quei tipi qualche ora di terrore, per davvero. Milan non la vuole sul campo per alcuni motivi, Alaric ha paura che accada di nuovo quello e io non so come comportarmi. Lei è in pratica nostro superiore. E adesso non sono contento..."

"Mi sono ricordato di quella volta in sud america dove cè stato quel... non so neanche come chiamarlo, dove cè stato bisogno di David e lei..."

"No, per favore. Vorrei che quell'episodio venisse dimenticato. E' meglio. E che nessuno sappia"

"Jd... quella era Lia, vero? Mi sono ricordato di quel nome perchè l'ho sentito quando lei hai parlato. Tu..."

"Gask, per favore! Ti avevo chiesto di non parlare mai, mai più di Lia. Da tempo è un argomento diciamo tabù e non voglio che a Milan arrivi notizie su di te o altri che chiedono di lei."

"Quello che non capisco è proprio questo. Hai chiamato quello che è accaduto Lia, non lo hai negato. Sento di una persona prima di Kianta che cambia le cose ed è morta, finendo per sparire..."

"Lei non è sparita. Solo che parecchi di quelli che sono intorno a noi non sanno nulla, non cèrano e non devono sapere nulla di una persona che non voleva esistere"

"Chi non desidera esistere? Ho visto persone morire intorno a me, anche amiche. Individui che non meritavano neanche una fossa dopo morti. Ma tutti, tutti loro, volevano restare sulle labbra della gente per molto tempo, che il loro nome continuasse e venissero ricordati. Loro, anche se lo schifo in forma umana, volevano esistere più di quanto meritavano"

Jd rimase ad osservarlo, dopo aver controllato le fasi di carico e gli uomini diligentemente messi in fila, in attesa, mentre Alaric sbraitava ordini a destra e a manca e gli altri veterani stavano a fissarlo con tristezza. Lo squadrò con cipiglio e poi sorrise.

"Mph... Kianta adora le persone con sale in zucca, capacità mnemoniche, di comprensione e analisi. NOn a caso resta affascinata alle Lezioni quando ci sono i mentalisti ad addestrare membri nuovi. Per ciò che eri visto prima, come eri conosciuto, e cosa hai fatto quel giorno, lei prova odio per te. Ma non per te come Gask, ma per cosa rappresenti. Ma se si calmasse e vedesse la testa che hai, sarebbe diverso. A volte ha il vizio di provare rabbia e malcontento verso le persone che sono come lei avrebbe voluto essere. Anche se detta così, suona molto male! Voglio dire che il più delle volte si comporta con interesse, ammirazione, è ammaliata dalle capacità della gente. Ammirare e cogliere cogni cosa che vede. Si sente a volte orgogliosa del'aver visto, ci esserci stata, nell'aver avuto la possibilità di vedere persone con abilità, qualità, doni, capacità di fare cose che magari non immaginava, non aveva visto prima in altri...e lei non sapeva fare. E' felice di averli intorno, è anche per questo che a volte viene sbeffeggiata con l'idea che . Non so chi abbia iniziato a far girare queste idiozie, ma una parte del senso cè. Quello che viene definito Trianon non è altro che un edificio, ma non suo ma è lunga la storia, dove lei, nei giardinetti intorno, si intrattiene con artisti vari, osserva o ascolta le loro abilità e..."

"Allora perchè si comporta in certi modi, con altri?"

"Ecco..." incerto su come dirlo "lei non prova invidia. Non come la consociamo noi. Come ho detto stravede per esisbizioni, mostre, fiere, dove ci sono persone che condividono con gli altri le loro doti. E le va bene così, non è tipo da desiderare essere chissà cosa e chi, per mostrarsi. lascia che chi le ha e merita mostri cosa è capace. Per lei l'idea della scuola come mezzo per far scornare gli alunni su chi è bravo e ha i migoliori voti... è per questo che accadono le schifezze e la gente prevarica come può gli altri. Per lei chi è in grado, è capace anche dopo impegno e forza di volontà va premiato, ma non si deve invidiare e desiderare di essere come gli altri. E' più felice nell'ammirare, assitstere e spesso sostenere e a iutare economicamente o indicandoli ad altri. Ma..." velandosi di tristezza "ma se si va su persone che mostrano capacità di empatia, affetto di vario tipo, sono particolarmente estroversi, capaci di essere accettati e amati dagl ialtri..." guardando Gask come per voler dire qualcosa con gli occhi "se quelle persone sono state capaci di provare e mostrare esempio quelle cose, la situazione cambia. Il suo non è odio, non è rancore, è altro mascherato da questo...."

"Perchè ho l'impressione che tu stia parlando di me"

"..." sorridendo "una delle cose che Kianta non vuole vedere è che non sei affatto stupido o come ripete sempre. Non chiedere il significato, lei lo saprebbe indicare meglio. Ma il punto è che ha unito l'astio che prova per chi è stato definito in un certo modo a quanto ho detto. Nel tuo caso le voci che giravano, la tua nomea. Cosa hai fatto quel giorno. Mettici anche latua capacità di inserirti ed essere accettato e amato come è avvenuto con semplicità, senza fare niente di speciale... e al fatto che per Milan sei diventato come un fratello di primo sangue!  Se prima Milan era distante, una persona sopra gli altri, capace e astuto ma troppo fuori dalla nostra portata... con te ha iniziato cambiare alcune cose del suo comportamento, passatempi, azioni. Credo sia dovuto al fatto che non aveva amici da piccolo se non il fratello, che lo ha influenzato parecchio. E tu hai fatto qualcosa che nessuno si aspettava. Non credo che Kianta sia gelosa di questo, ma del fatto che non comprende perchè non li ha mai provati, certi aspetti dell'amicizia, fratellanza, fiducia ed empatia. E, se la si può definire gelosia, lei tende a provare distacco e odio verso le persone che ne sono provviste o riescono dove non è riiscita lei in termini umani e di gruppo.Ma..." osservando gli uomini che tornavano a riempire, dopo le casse, l'ascensore per salire "definire questa cosa in poche parole è impossibile, perchè lei ne risulterebbe negativamente. La cosa invece è molto più intricata e, mi spiace dirlo, ma non so neanche se le cose possano cambiare. Non importa se cerchi di essere caruccetto come  dice Bryden. Lui lo dice per tutto quello che è gentilezza tra persone, è buono e giovane e vede tutto rosa, possiamo dire. Il contrario di Kianta... ma è sicuro che finora hai sbagliato molto e hai fatto pessimi passi avanti"

"Ok... cosa hai detto mi ha fatto capire meglio certe cose. Ma... Lia?" vedendo Jd sofferente, sospirando, calando le spalle come se si accartocciasse "sbaglio, o volevi sviare dalla domanda di prima?"

"AH ah ah...se Kianta non si impuntasse nella rabbia verso di te, vedrebbe qualcuno che potrebbe rivaleggiare con Milan per intellingenza. Come ho detto, Kianta ama le persone intellingenti. Come disse Milan una volta, lei ha un tipo di cervello che va a una certa velocità. E molte volte si dimentica che non accade agli altri, che il suo ragionamento chiaro e corretto dentro di lei, non può essere visto e compreso in un attimo da tutti. Milan e  Kianta vanno d'accordo perchè hanno due capocce così" allargando le braccia per indicare tra le mani aperte una grandezza "e con tutte le cose che sanno, perchè amano leggere e conoscere, sanno imbastire discorsi e dialoghi per ore su tantissime cose. perchè hanno quel pò che basta, in base all'argomento, per capire tutto il discorso. A saltare, prendendo qualcosa da un discorso e collegandosi ad un altro... come la prima volta. Milan spiegava dello stesso Chateau e altre cose, e lei sapeva bene di cosa parlava, non tutto come MIlan, ma aveva chiaro a cosa si riferisse..." sorridendo osservando lo Chateau.

"E' colpa mia lo so. Se non avessi..."

"Si e no. E' solo che lei che in certe situazioni allontana. E' solo arrabbiata per varie cose e non vuole ascoltare e vedere. Abbi pazienza..."

"ok... ma non ho ancora capito perchè Lia è morta. Anche se non ho capito anche questo, visto che le hai parlato!"

Jd si passò una mano sul viso, controllò intorno che i vari gruppi fossero saliti e poi lo guardò in faccia, serio.

"Ti ridirò le parole di Milan su Lia, dette una volta. Lei non riusciva più ad avere la felicità o trovarla, per se stessa, dopo cosa ha dato. E' finita... per diventare un'eco nella testa suotata, sfinita, di tutte le cose fatte,  date, perse senza rilasciarne per sè per avere uno scopo. La sua profonda se stessa urlava dentro, divenendo appunto un'eco, mentre le paure la bloccavano e incatenavano. Pezzi di lei rotti, perduti, impossibili da ricreare o trovare. Soffriva talmente tanto da lasciarla vuota. L'abitudine e chi laveva portata a ciò, le avevano creato un riflesso pavloviano tale, da farla comportare sempre alla stessa maniera con altri che fosse un saluto della gente o... Dove viveva tutto era come ci si aspettava, ecco perchè la sua maschera era sempre attiva. Perchè tutti pensavano e agivano come era insegnato. Per lei ormai era abitudine già comportarsi in un modo che osse incontrando una persona, la sua famiglia o in un negozio... ma sarebbe lunga spiegarlo.  I bambini non smettono mai di chiedere ciò di cui necessitano. Nemmeno da adulti. E lei chiedeva solo di essere ascoltata e accompagnata dove voleva, doveva, andare. Ma non è mai accaduto. Lei disse sempre che . Diceva sempre... che doveva forzare un sorriso ogni giorno della sua vita, finchè non è riuscita più a farlo. MOlte volte non ho proprio un motivo per alzarmi dal letto, quale motivo mi porta a fare qualsiasi cosa se sono consapevole di essere inutile? in primis per me? E poi calano le delusioni su di te e tu ne sei affogato. Classici discorsi inutili, hai tante cose da fare nella vita, ma sono parole vuote per l'altro e finisci per scivolare verso una strada già delineata per te. Ma che ti affossa prima ancora del tuo tempo. E nel modo peggiore. Dentro. Ogni cosa perde di senso, niente speranze, le persone sono un peso per te, è un ciclo grosso e corrosivo che è come le sabbie mobili. E continuava... provo cose contrastanti se noto che le persone sembrano amiche. Mi trattano bene e non so cosa pensare, perchè? perchè non ci sono state persone amiche per la mia vera me. Quando, con entrambi le mani, credendo di avere davanti qualcuno e non una bestia, abbassavo la maschera che mi ero creata verso il basso, le cose cambiavano. E io restavo di nuovo sola ad osservare quella maschera per me odiata e orrenda. E' un paese malato di mente, in cui la fanno da padrone l’individualismo, l’egocentrismo, il narcisismo e la cieca ignoranza. Bigotti."

Si interruppe perchè Alaric inveiva contro un gruppo che si era accalcato nell'ascensore per salire prima. Anche se aveva ragione, per sicurezza e rispetto delle regole sul numero massimo, il suo modo era fastidioso e odioso. Kianta aveva ragione ma lui stesso sapeva che anche Alaric aveva le sue ragioni per essere così. Si voltò di nuovo verso Gask, che aspettava.

"... Milan le diceva sempre... Non rovinare il tuo presente per un passato che non ha futuro. La vita è già molto complessa e molto più semplice allo stesso tempo, non permetterle di frammentarti. E lei rispondeva... Quasi la metà di tutte le nostre angosce e ansie derivano dalla preoccupazione dell'opninione altrui, peggio se ti hanno fatto crescere assemblandoti con brandelli della loro visione di te. Che ti facevano scivolare come sul sapone invece di armarti. Il mio essere è invecchiato dalla tristezza, divorato dalla rabbia, devastato dalla pazzia, sbriciolato dalla perdita, svuotato da, indurito da, devastato da, rovinato da, violato da, corrotto fin nel cuore. Cè stata sempre qualcosa per farmi perdere per strada un pezzo e nonostante tutta la forza che ci mettessi, mai... mai, ho recuperato qualcosa. Io li conosco. Conosco quegli occhi allo specchio. Sono gli occhi di chi è sola. Gli occhi di chi non crede più. Che non cè sempre un modo per sistemare le cose. Conosco i Domani che speravi, che non arrivano mai.  Io li conosco. Ho vissuto i giorni che passano uguali e uguali e scritti da altri. Scheletro retto solo... da cosa? Un passo e una corsa in quel mondo che hai creato. Io li conosco i momenti in cui ho dovuto, dovevo, andare in quel mondo. Giorni odiati, domani non voluti. Fatti di speranza vana, sonno e dolore. E allora, per dimenticare il dolore, costruire e costruendo sognando, ho creato quel mondo. Io sono e vivo in questo mondo. Dove mi libero  dalla sofferenza. Mi libero dal dolore. E dal senso di colpa. Dove creo me stessa come doveva essere.  Quello che immagino e vedo lì, quel mondo, quel posto, è reale quanto il dolore. Perché rinascere vuole dire costruire.  Non più debole, inutile, senza scopo, come se io non fossi mai stata.  Quando il mondo diventa troppo crudele, allora ci rifugiamo in un uno nuovo, dove siamo veramente noi. Può essere un rifugio, o potrebbe essere un inferno. Può essere manifesto, può essere una condanna. Ma sempre gli verrò conferito un significato."

"Mondo di cosa?"

"Spero di essermi ricordato bene delle sue parole e cercherò di farlo di nuovo. Un mondo nella mente. lei lo aveva costruito nella sua mente, un livello oltre la realtà. Si dissociava in una realtà alternativa e sfuggiva lì a tutto. Combatteva ogni cosa lì, come lo avrebbe fatto se non fosse stata corrotta. Ha combattuto per qualcosa, diceva che se non combatti per qualcosa, ti ritroverai con niente. E lo diceva perchè era quello che era avvenuto per lei. Ingabbiata da sempre, da stereotipi e aspirazioni altrui,  decise di ingabbiare a sua volta gli altri in un altro mondo. Divenne così un individuo cinico, impositivo e terrificante. Era una persona molto pacata ed introversa, ma già dagli occhi si poteva notare una forza di volontà d'acciaio. Ma giudicava le azioni negative altrui su cosa le era stato fatto, riversando tutto il suo dolore, rabbia e frustrazione su coloro, altri, che si erano macchiati anche di peggio, desiderando che soffrissero. La sua non era malvagità, ma voleva che la gente provasse cosa infliggeva agli altri. Perchè così, diceva, possano capire. Non cambieranno, ma sapranno su di se cosa hanno fatto. Non era negativa o cattiva o altro, lo ribadisco ma tutto ciò che covava dentro la rendeva chiusa e il suo pensiero era sempre per chi soffriva, più di lei. Ma odiava la sofferenza e voleva che gli altri provassero tanto e più, quello che era accaduto a lei. Ogni volta che cèra un discorso sull'amore lei diceva sempre una cosa. Tutti dicono che l’amore fa male, è vero. L'amore genitoriale fa malissimo perchè l'egoismo e cecità sono mascherati da amore. Ma cè anche altro. La solitudine fa male. Il rifiuto fa male. Perdere qualcosa fa male. E allora Alaric, ci credersti?... Alaric rispondeva piccato che tutti confondono queste cose dolorose con l’amore, perfino lei. Ma in realtà  l’amore è l’unica cosa in questo mondo che copre tutto il dolore e fa sentire ancora vivi... Lui si riferiva a stare con una donna, una sua visione dell'amore diciamo. Alaric sa essere stronzo e metterci più cinismo possibile nelle cose, ma sa cosa dice ed è più intelligente di quello che vuole mostrare. E andava contro Lia perchè, secondo lui, non faceva altro che mostrare, troppo, la cappa di tutto il rancore che la ammantava, vedendo ogni cosa, anche quelle belle, negative. Ma come per Alaric, anche lei aveva i suoi motivi.  Non aveva avuto mai buoni rapporti con gli altri perchè superficiali e stupidi, provava odio e repulsione per il concetto e la vicinanza con gli altri.  Se Milan diceva che esisteva il mistero del cuore umano, lei rispondeva solo che tutto era programmato dal cervello. Le emozioni erano solo derivati dai neurotramettitori. La dopamina ti faceva vedere tutto nero. La serotonina felice. Adrenalina e noredralina ti pompavano in caso di bisogno.Se ricordo bene..." incerto " lei si era rifugiata nell'ottica della scienza per allontanarsi da tutto ciò che poteva essere dolore o qualcosa che non capiva. E diceva sempre che se non vi era la mentalità di tenerla in casa, con la famiglia, pregando Dio per il suo cambianeto, sarebbe finita come molte altrenegli ultimi cento anni, nelle cliniche degli orrori, o posti dove impazzisci per davvero. Orima erano chiamati manicomi, ora cliniche. i manicomi si riempirono di persone accusate di essere libertine, indocili, irose, smorfiose o, snaturate. Dove si i considerati problematici. E spesso  vi finivano le donne. Posti nati per il comportamento di chi appariva diverso. Per rieducarli o farli tornare normali. Se lei avesse vissuto in un paese o posto dove era considerato... ammetto che non so davvero come sarebbe fiinta. Adesso vi portano a forza, anche adesso,  chi  ostinatamente si ppone a influenze su come sono e si sentono. Peggio per gay e altre categorie di genere.  Cè chi non vuole che gli altri siano diversi, non vuole cambiare le proprie idee e vuole che caratteristiche biologiche di nascita e le attività sociali del loro genere siano quelle e solo quelle, per tutti. Un pò come er Lia per cui giovare con i maschi e amare le armi e le arti marziali... Che se nasci di un sesso devi essere dalla A alla Z come dicono gli altri. E Lia è finita per odiare e portare rancore per questa cosa. Diceva con rabbia che una persona dovrebbe avere piena libertà del suo corpo e farne ciò che vuole, con chi vuole, senza che la società o il pensiero religioso la reprimano, la insultino o la giudichino. E ancora, che la società e la famiglia dica nulla su dite, dietro la scusa che sanno come è meglio per te. Ed è finita... come è finita."

"Quindi..."

"tutti i significati, tutti gli obiettivi, e ogni cosa che sia stata mai desiderata, andati. perduti. E lei torna ad essere dispersa. NOn è bastato essere qui, aver incontrato Milan e nulla... si portava dietro troppo per voltare senza sentirti rotta. Le era stato fatto credere che lo fosse, sbagliata, incapace di parecchie cose quando non era vero. E l'hanno odiata per il suo non sapere, se li provava, e riconoscere sentimenti e...  in pratica una volta era andata in un viaggio in Irlanda con un'amica. Quel viaggio... ricordo che si chiedeva ancora come potesse essere accaduto che la lasciassero andare per pochi giorni, le fece capire che forse tanto inutile non era. Diceva che non aveva avuto paura o altro, si sentiva come finalmente esistente e reale. Lo vedeva ancora come fosse stato un sogno e on la realtà. Quando tornò a casa vedeva le strade, il quartiere e casa sua come posti non conosciuti. E poi a diventare qualcosa di non suo divesse quel viaggio, perchè tutto le ripiombò addosso e finì per definirlo solo un sogno. E quelle lei, solo un miraggio.  Per alcuni ritardi per andare dove interessava ebbero problemi col treno, lei provava solo frustrazione e carica, mentre la sua amica era arrivata a piangere. E diceva che non sapeva come comportarsi. la vedeva accasciata sul sedile del treno mentre lei era in piedi, a fissarla e chiedendosi che doveva fare.Non capiva perchè lei fosse in quelle condizioni.  Alla fine fece la cosa che sentiva. Le disse che piangere non portava a niente ma non era nulla perso o sbagliato. Avevano perso una coincidenza, avrebbero recuperato sul pulman e dormito, così che sarebbero arrivate senza problemi. lei non si sentiva scoraggiata, impaurita ne altro. Avrebbe solo voluto prendere l'idiota che aveva permesso ciò e pestarlo malamente. Andava avanti a volte senza accorgersi se l'amica la seguiva o no, si sentiva come mai prima. Sicurezza? Forse, ma non ebbe tempo di cementarlo dentro di lei e capire altro che tornò a casa. E fu peggio. Ma se quello l'aveva resa forte, l'aveva anche rotta di più. Cosa sarebbe successo se lei fosse andata via davvero come voleva da tempo, invece che vedere la sua famiglia sempre a tirarla perchè doveva stare con loro? Dopo quel viaggio, voleva andare via di nuovo, affrontare ogni cosa, camminare e sentirsi come era accaduto nel viaggio, poi aveva perso tutto. Cosa aveva perso? Cosa aveva buttato via per la famiglia, per cui no nprovava niente? Quando incontrò Milan e vide questo posto" voltandosi a guardare lo Chateau "ebbe la possibilità di restare ed essergli utile. Non per migliorare le cose, quello venne insieme, ma era diventata qualcuno che a Milan serviva. Qui cèrano cose che le erano sempre piaciute, le aveva desiderate e magari poteva anche diventare molto di più. Ma lei non sentiva quel qualcosa che permette agli altri di reinventarsi e cambiare. Semplicemente perchè gli anni di influenza della famiglia e della società dove viveva arretrata su certi aspetti, l'avevano portata ad avere desideri e forza nascosti dentro di lei, ma incapace di tirarli fuori per reiiniziare. E così il suo dolore e i suoi sentimenti pieni di sofferenza, il vedere qualcosa che voleva così vicino ma... era incapace di metter via quella maschera e quella finzione che le avevano inculcato per vivere veramnete come voleva. E così il suo corpo e il suo cuore non riuscirono a reggere, e si fermò..."

"Ma quella volta..."

"E'... una cosa difficile da spiegare così. Ma non perchè sei stupido, anzi. Io sono perspicace nelle cose  ma tu hai dimostrato grande capacità di apprendimento, memoria e adattamento cognitivo. La differenza tra me e te è che io sono più bravo nelle analisi ma per lo studio e simili sono negato. TU non hai potuto. Ecco perchè ogni volta che Kianta e Milan parlano e si capiscono su tutto, perchè sanno cosa l'altro dice, io mi sento un pò meno di loro. Ma divento importante per analizzare le cose, con Kianta lavoriamo molto cervello vicino cervello, quindi come gruppo ci completiamo. Se tu studiassi e partecipassi alle Lezioni, secondo me..."

".... Che cosa voleva dire. Quella che hai chiamato Lia..."

"Tu e la tua memoria... il principio di Locard mi viene in mente per questo. AD ogni azione si lascia una traccia sull'altro, anche se il contesto di cui lui parla è differente, è la base ad essere simile. In questo caso intendeva che, sapendo della sua storia e la speranza mai avverata, io potessi nel Cambiamento, vedere e aiutare chi lo aveva desiderato. Che quel che pensava, era e voleva continuasse tramite Milan, e i suoi progetti. Chiunque avrebbe voluto una Mano, avrebbe trovato me o chiunque di noi, a tenderla ed essere quell'unico Dio, l'unico dei tanti che lei invocò anche solo per una spinta, perchè solo quello voleva, per avere cosa desiderava. Ma non rispose mai. Ne invocò tanti ma senza risultato, visto che tutti le dicevano che solo a Dio si chiedeva e solo in lui vi era speranza. Ed è anche per questo che odia le religioni.  Lei voleva che con cosa aveva fatto per lo Chateau e i progetti di Milan, ci fosse la Mano per chi ne aveva bisogno. Così che, anche dopo la sua morte, il suo lascito sarebbe stato questo. Una Mano sempre presente, altro che Dio, e sarebbe rimasta immortale nelle idee. Perchè le idee... quelle non muoiono mai! lei non era riuscita a superare quello che l'aveva traumatizzata o bloccata o... non aveva motivazioni come in quel viaggio in Irlanda,  per mandare tutto all'aria, perchè lei poteva farlo per come era, e ridefinirsi. Ma mancavano scopo o quel qualcosa che spinge a spaccare teste se si deve. La vicinanza difficile con le persone, l'incapacità di volerle accanto dopo quanto sopportato e il suo ragionamento su alcuni temi. E' arrivata perfino a vedere la sporcizia e i germi ovunque, lasciati dagli altri, anche dai suoi stessi famigliari e a non volersi sporcare con essi. Trovava fastidiosa la presenza e vedeva tutto sporco a causa degli altri e questo è nato tutto dal suo passato. Per questo lei non sarebbe riuscita..."

"Capitano! Capitanoooo!"

Jd e Gask si voltarono a quelle urla. Jack Rum si sbracciava come un disperato mentre alle sue spalle Alaric tuonava contro Kianta, che stava camminando incurante di lui . Saltellava intorno a lei  fuorioso, ma Kianta stava solo osservando lo schermo del Phonvlet.

"Se mai volessi altre risposte, chiedile a Lei. Io... non voglio più parlarne. quindi davvero, per cortesia, non farmene più. Non su Lia. Non su quel giorno, non importa cosa ricordi. Non a Milan. Se riuscirai a sfumare la sua rabbia verso di te, è lei l'unica che può darti delle risposte. perchè, anche se crede di no, io so che sa più di quanto lasci intendere a Milan. E' solo che, per qualche motivo, lei tende a nasconderlo"

Detto questo, lasciò Gask da solo, tirò su la sacca e corse verso quei due. Kianta faceva orecchie da mercante alle proteste di Alaric, mentre le girava intorno urlando a tutto spiano e minacciando cose assurde. L'ultimo gruppo rimasto era fermo vicino l'ascensore, incerto, forse in attesa che fossero loro a salire prima. Lubo, Bryden e gli altri camminavano dietro Kianta, visibilmente contrariati dall'acceso dibattito unidirezionale. Alzando gli occhi, dal muretto della torre di volo, si vedevano le teste degli altri già vicino l'aereo e che si godevano la scena.
Quante scommesse stavano facendo, si chiese Jd, mentre li raggiungeva e notava che Kianta aveva alzato gli occhi vedendolo.









9 ore dopo


Kianta si svegliò lentamente, con difficoltà. La coperta lercia e puzzolente che aveva indosso con altra roba la teneva al caldo dal freddo del condotto. Ricordava quelli che sembravano indumenti maschili, se li era drappeggiati indosso come poteva, come fossero mentelle, a più strati. Ma la coperta?
Si sentiva sporca, da far schifo.  Decise che, dopo tanto tempo, e il luogo, era giusto togliersi tutto di dosso come era possibile.
Così frugò nel sacchetto sotto la tenda improvvisata e trovò maglietta a maniche lunghe, leggera e dei pantaloni che sembravano di una tuta più grande di lei, ma avevano alla cintola stringhe per regolare la larghezza. Decise di controllare anche la montagna che lui aveva accumulato sopra degli scatoloni poco vicino lo sbocco alla cantina, e individuò una camicia in stile scozzese maschile di franella, senza sporcizia o cattivo odore. Con gli indimneti inimi? E con i calzini?
Sbuffò, prese tutto infilato in una borsa e uno dei lenzuoli puliti che avevano messo da parte. Si avviò verso la cantina, cèra più fresco e si notava come tutto fosse ancora bagnato per la pioggia. Non si era sciugato nulla, nonostante alzando lo sguardo, intravedeva luce dorata metri e metri sopra, che si barcamenava tra scheletri di ferro e cemento in alcune parti, resti di mobili pendenti e parti distrutte. Tremava un pò per il freddo, ma non voleva più stare in qeullo stato. Chissà che schifo e quali colture terrificanti si stavano motiplicando su di lei. Non riusciva più a stare.
Mentre si controllava in torno con circospezione, notò delle cunette strane, che poche ore prima non cèrano. Si avviicnò nervosa e la sua prima impressione ebbe conferma. Erano corpi imballati con ciò che era stato rivenuto e con una specie di lapide di fortuna con i nomi scritti a pennarello o pennello largo un centimentro o più. Lasciò lo sguardo vagare su quelle figure dritte come mummie, sei, finchè si voltò sussultando.

"Ti sei svegliata. Visto che non sei diventata un ghiacciolo, nelle ore notturne? Ho trovato anche una coperta e altra roba, come hai visto..."

Vide Gask comparire dal condotto dietro di lei, da dove era arrivata, con roba in mano, finendo per poggiarla a terra. Indossava roba in più, per riscaldarsi, sicuramente.

"NOn hai lamentele da fare per batteri e schifo vario? Per lo sporco? Che è successo...?"

"Mi sono svegliata ispirata... non esagerate!" con tono freddo, osservando amaramente cosa aveva davanti imballato e con lapide.

"E..." anzandosi e guardando cosa lei osservava "li ho trovati avventurandomi fin dove potevo senza perdermi, per scovare un altro passaggio. Due avevano delle porte che non sono riuscito ad aprire. Non avevo gli attrezzi e cèra buio, ci sono solo in alcuni punti delle lampade da parete  in alluminio con grata, quelle tipo aplique, ma fanno una luce fioca giusto per sapere come mettere i piedi. E non avevo niente per illuminare in maniera precisa qualcosa"

"Come se non fosse normale per te, lasciare che sia il tuo secondo il mulo da soma con il necessario.Tu corri ovunque come un pazzo, in stile brutta copia di di un DOn Chisciotte con le tasche vuote. E stupido il tuo vice che fa da facchino per te..."

"Lo so, è stato un errore. Me lo ricorderò..." facendo sbuffare lei, che si voltò a guardarlo con un sopracciglio alzato "questa esperienza mi farà ricordare di fare come te. Tutto dietro. Ma non sono abituato a tenere roba in tasca tranne le armi. Prima non ne avevo bisogno.."

"prima era prima, adesso è il presente e tutt'altra roba..." acida "eppure... Grazie! Per aver portato almeno loro fuori da quello schifo..."

Gask si sollevò dai talloni, lasciando la cernita in corso sulla roba trovata. La guardò allibito, poi vedendo che si era accorta dei suoi movimenti, tornò giù a rovistare. Niente di utile. Carta sporca, oggetti vari poco utili tranne qualche coltello e forchetta, cocci rotti, pezzi di mobili. Un telefono fisso. Se solo vi era una presa, pensò.

"Non sono riuscito a proseguire perchè il canale è pieno di acqua oltre le caviglie minimo,  per arrivarti alla vita nei punti peggiori. E ancora ci sono parecchi passaggi, ma dovrei avventurarmi meglio equipaggiato. E le lampade a muro grigliate aiutano quel che basta. ma per prendere altro dovrei andare oltre il massimo in cui sono arrivato, giungere dove eri prima tu e trascinarli come è fattibile in questa situazione. Loro erano i più vicini, non so perchè trasportati dall'acqua o per altro motivo. Alcuni... " diventando triste ".. alcuni era sicuro che erano ancora vivi, ma morti dopo. E i topi non hanno aiutato"

"quindi siamo vivi per loro."

"Come ho già detto, hanno mantenuto stabili le funzioni vitali, bloccato ferite o altro. Magari tu sei caduta su qualcuno dei nostri morti o chiunque fosse nell'abitazione prima ed era finito di dosso" vedendola di spalle ma notando come aveva abbassato la testa a guardarsi i piedi, comprese le spalle, cone le mani che penzolavano lasche.

"nesuna notizia? Intendo... so che tu non hai mai niente e io ho lasciato il mio dispositivo a Jd. Ma di solito dovreste avere sempre..."

"Non so dove sono. Te l'ho detto! A volte li do a lui per andare io in avanscoperta"

"Si, al tuo vice! E sei un professionista! Ah vero, tu con la tecnologia sei zero..."

"Il fatto che perfino Milan  sia in grado di essere più capace di me,  non significa nulla. Puoi credermi quando dico che mi sentirei idiota a picchiettare su lastre di vetro che fanno colore. "

"Non cercare di formulare frasi complesse per parlare con me, perchè non ha senso se non lo vuoi tu"

"...I vecchi telefoni sono così da buttare?"

"Non sono da buttare. Io stessa utilizzo poco  il mio apparecchio, se non per contattare gli altri. Ma, per visionare file, archivi e amministrativi velocemente è necessario. Inoltre non capisco questo tuo fare casino. Ti compri un cellulare base e hai risolto, basta che rispondi e sei reperibile" un pò stizzita

"I miei uomini mi hanno regalato quel coso che sbologno sempre a lui. Si attiva sempre in tasca, è grande quanto una tavoletta di cioccolato e lo trovo fastiodioso da tenere in mano, come fanno sempre loro..."

Kianta si voltò a guardarlo, distogliendo l'attenzione dai piani smembrati di fronte a dove era ferma. Sembrava come voler dire qualcosa con sguardo indeciso, poi fece un respiro profondo chiundendo una frazione di secondo gli occhi e tornò a guardare cosa le interessava prima.

"per quanto sia fastidioso, ti ricordo una cosa. Anzi, guardati le mani. Sono il doppio delle mie. Come fai a trovare fastidioso un apparecchio identico a uno smartphone ma con caratteristiche diverse, quando maneggi sempre pesi, armi..."

"per me è fastidioso quel coso sempre in mano. Non posso metterlo nelle tasche verticali  dei pantaloni per esce e rischia di cadere a ogni movimento. Se mi siedo è una pala nella coscia o cade. Non ho tasche di solito nelle maglie, e le tasche che utilizziamo nei pantaloni..."

"ho capito. Come ho detto, non ti è stato mai negato un telefono base, basta che tu sia reperibile"

Gask rimase accovacciato a rovinastare tra la roba trovata, dividendola in mucchietti in giro, imbronciato, scrutando la testa di tanto in tanto mentre Kianta osservava con attenzione la sezione di fronte. Una parte dell'edificio presnetava ancora una parte di stane e delle porte per forse altre zone ancora intere. Loro si trovavano al centro, nello sbocco della fogna e forse cantina,  di quello che era quell'enorme edificio, il centro dilaniato  e le mura esterne e parte di stanze ancora in piedi o mezze cadenti. Ma presenti. E quattro piani smembrati sopra, penzolava un paracadute con una cassa,  che loro  mandavano al volo per supporto in quelle zone se non avevano in registro atterraggi. Arancione, mezzo al vento e mezzo attaccato a una barra di ferro del pavimento. Essendo una stoffa resistente, stava aggrappata a quel ferro ritorto e faceva oscillare un pò la cassa.

"E' impossibile prenderla. Anche se ho provato ad arrampicarmi per i piani, le sporgenze che ho tentanto di raggiungere hanno ceduto inclinandosi e impedendomi di proseguire. Peso troppo e, prima di arrampicarmi e tentare altre cose ho deciso di aspettare che fossi sveglia, così nel caso mifosse successo qualcosa, lo sapevi."

"Già, perchè se ti succede qualcosa va tutto bene lo stesso! E' assurdo che tutte le scale e possibilità di salire siano andate così e i piani superiori siano inaccessibili normalmente. peggio ancora siamo almeno due piani sotto il livello stradale e nessuno, nenache uno che passi di qui e possa sentire e viceversa! Quell'imbecille di generale finirà male, questo è sicuro. La prova di potenza gliela ficco su..."

"Agitarti non serve a niente. Comprimi tutto ciò che provi per quando lo incontri. Adesso è importante trovare il necessario per fare come quel tizio che dici sempre... e fai Lezioni apposite per essere capaci con qualunque cosa a disposizione..."

"MacGyver e tu non ci sei mai"

"Lo so, e ci sarò d'ora in poi!"

"Lo dico solo per non farmi incazzare con la tua inutilità o ti senti sinceramente colpevole di mancanze create dalla tua stupidità e sinceramente capisci quanto siano importanti?"

"...se dico entrambi che succede?!?"

Lei si voltò a guardarlo con una espressione che lui non capiva, restò in attesa di qualcosa, qualunque ma niente. Sembrava interessata più a studiare i piani.

"Come hai fatto a finire allo Chateau?" chiede di colpo tentando il momento.

"..."

"Se non vuoi, qualunque cosa..."

"Io non sono finita, allo Chateau. Io sono nata allo Chateau..."

"QUindi hai dei genitori?"

"mh... sempre che tu non sia nato  per partenogenesi, chi non è nato da genitori?"

"I... figli in provetta?" tentennante

"EH?"

"niente!"

"bene..."

"Milan ha detto delle cose e..." incominciò di nuovo

"Andiamo bene! Non solo Jd, ma anche Milan non riesce a tenersi nulla in pancia..."

"Ha detto che tu gli hai sorriso il primo giorno che lo hai visto e sei cresciuta e formata come doveva essere. Che quando tu indossi gli abiti da donna sei bellissima e..."

"Quante sciocchezze"

"A me è sembrato che lo dicesse con affetto"

"AH! Milan? Con affetto? A me? Serio?"

"..." incerto "Si, sembrava sincero. Ha detto che sei cresciuta bella, ha detto che sei diventata sempre più bella nel senso di persona e che sei vitale per..:"

"ma per favore... che paraculo!"

"Che vuoi dire" attento, ancora sui talloni, con quello che sembrava un quadro rotto tra le mani

"Non credo affatto che Milan mi consideri importante per qualche tipologia di affetto. Tutte queste cose sulla bellezza e quanto ho imparato è solo per il suo interesse scientifico. Io sono ancora qui perchè lui aveva bisogno di me, per quelle cose. Un test, una cavia. Volontaria, ma questo è... come te. Tu sei finito con loro e risultato compatibile perchè tu dovevi vivere perchè tiene a te. Te. Io senza Milan e David tornerei a come ero. E' vitale che io continui ad essere monitorata da David, che è finanziato da Milan e Dorde. E ancora io sono importante per lui perchè sono l'unica come sua seconda, deciso da lui per questo, a non avere mai possibilità di pugnalarlo alle spalle o tradirlo perchè non è da me e non ho interessi a farlo. Se io non fossi finita come test, sarei ancora con quelle dannate medicine, come una drogata che ha bisogno della dose. SOlo che io ne avevo bisogno per non soffrire e invece sono finita per essere necessaria, per cose che interessavano a lui. Milan guarda sempre le persone come opportunità semoventi da utilizzare come gli serve. E la bellezza... tu hai visto come va girando? Per carità, anche io trovo che sia un piacere guardarlo con quegli abiti e che gli uomini siano decenti anche in modo più sbrio che mezzi pazzi straccioni come vanno in giro adesso. Più di una volta ho assistito a scenate di civili perchè la gente vuole essere libera di andare in giro come vuole, in qualunque situazione. Io come Milan ritengo che per ogni cosa vi sia il modo idoneo di vestire, sia per rispetto della situazione che norme sociali. O una società non esisterebbe! So che ci sono geni e scienziati che diventano scemi se li fai vestire bene, ma in certe occasioni formali è tanto chiedere di apparire più, di rozzi individui menefreghisti? SOlo io mi sento meglio se vesto bene e mi sento bene dove mi trovo??!?" urlò guardando in alto, come a prendersela con chiunque fosse in ascolto o no "E' così orrendo guardarsi allo specchio e piacersi? Sistemarsi e trovarsi bene? E non intendo diventare modelli o modelle, influencer e strafighi .. intendo mettere qualcosa e sentirsi a proprio agio e bene in mezzo agli altri. Vedersi come qualcuno che potrebbe essere e fare, ogni... Milan si veste in quel modom formale per tuttim perchè gli piace, lo fa sentire bene e se stesso. Inoltre come si veste lui non fa ridere ma è elegante e signorile.  NOn condivido la spesa, ma quando lo guardi, vedi una persona che è forte anche per quello che indossa. Passi la comodità, passi lo stile libero ma la cosa orrenda nel vedere un'ammucchiata di uomini pompati è che sono tutti stazzonati o con indumenti mal messi, anche quando vorresti che nelle feste o in altre occasioni vi sia un certo dress code, che vorresti buttarli da un burrone in massa. Io stessa non mi vedo esempio truccata e imbellettata come ama dire Milan, pechè non è nel mio stile..."

"Sto iniziando a perdermi..." vedendosi fulminato, raggelò

"Intendo che la famosa bellezza di cui parla come estetica, nei miei confronti, è solo per una cosa. Non appaio quando mi trucco, ed è raro, come una bambola di porcellana strafinta, o un mostro terrificante per i siliconi iniettati in faccia. Come le donne che corteggia per  i suoi interessi ma dice sempre che sono terrificanti solo a vederle.  Quelle che sono poco rifatte si fanno un mascherone con tollennellate di prodotti sfruttando il contouring, che però ti modifica tutta la faccia. Tutta. E' appunto un gioco di luci e ombre ma artificiale, dove spingi gli occhi altrui a osservare parti di te modfficate. Il risultato è o artificiale come se fossi fatta di plastica e non vera o, se abbinato a troppi ritocchi, e troppo pompati, per un mostro di palude, uscita da un incontro ravviicnato tra una rana e..."

"Scusa, non sei truccata in questo momento?" fissandola interdetto, guardandole la faccia

"Cosa guardi! Certo che non sono truccata! E' per questo che Milan ha detto quella cosa sulla bellezza, perchè io non uso bottiglie di prodotti da creare per lo spessore maschere di siliconi. Che se lo tengono per due giorni, per togliere tutto quello schifo, viene via uno trato come fosse un guanto da cucina in silicone."

"Guarda che sei truccata! Ha le linee nere agli occhi"

"..." sbattendo  gli occhi confusa, mostrando piano piano  che stava comprendendo a cosa alludesse "tu stai parlando dei tatuaggi, allora."

"E' un tatuaggio quello? Credevo ti truccavi ogni mattina..." sbalordito

"Seriamente?" guardandolo come a chiedergli con la faccia se scherzava "davvero pensi che una come me, lavorando tra caproni, orsi e scimmie, perda tempo la mattina a mettermi la matita o altro? E non parlavo della fattoria..." muovendo il dito indice per dire no

"Quindi quello che hai adesso.." fissandola

"E' un eyeliner semipermanente, un tatuaggio che sembra mezzo naturale e mezzo un trucco leggero. E' stata un'idea di Milan e, visto che non mi sarebbe costato truccarmi sempre come consigliava, ho fatto. E' comodo si più dire, e mi dimezza anche lo sclero quando Milan vuole che mi trucchi per feste o altro, in cui devo comparire con abiti e trucco e parrucco femminili e non voglio sembrare una battona. Senza offesa per le signorine della notte, non lo farei mai. Ma io sto malissimo troppo truccata.  E non fissarmi così, anche Milan è truccato, quindi cosa guardi!"

"Cosa?!?" saltando quasi all'indietro dalla posizione accovacciata

"Ehi, e tu sei il suo amicissimo fratellino acquisito? Non ti ei mai accorto che anche lui ha qualcosa di simile? Io ho sia eyeliner che tightlining tutto in uno, lui solo il secondo, migliorando il suo sguardo con il colore leggermente più scuro delle ciglia sulla rima superiore. Anche i politici lo fanno e lui non è molto diverso. Inoltre si trucca, leggero, ma... cosa cè!" vedendo Gask non confuso, sconvolto "Che faccia fai, serio che non lo sapevi? Ma l'altra volta hai visto quando aveva bisogno di aiuto con i capelli!"

"Ah vero, lo hai pettinato. Ed era truccato?"

"lui è sempre truccato!" gelida  "Sfrutta il trucco naturale usato nei film. Si chiama trucco naturale o nude make up o no make up, insomma roba del genere. Bisogna sapere cosa usare di vicinissimo alle proprie tonalità e come, per non farlo vedere. Secondo te, perchè sembra sempre così perfetto e tutti gli altri intorno degli sciattoni?"

"Non è carino cosa dici..."

"Non è da me essere offensiva su persone con bisogni e problemi, ma lo divento se vedo agglomerati di carne che non si curano capelli, barba, peli del corpo" dicendolo con espressione disgustata come faceva sempre e rallentando all'argomento peli "e accozzano roba senza senso che no nso neanche da dove l'hanno presa. E diamo delle divise. Indumenti vari eper ogni occasioni e li vedi con maglie malconce o troppo strette con scritte e disegni improbabili e pantaloni a volte così usurati che se usciressero in boxer sarebbe lo stesso! O con le infradito! Allo Chateau! maglietta assurda, pantaloncini vari al ginocchio e infradito! Dove lavori!..." incavolatissima" Non chiedo molto, ma perfino per le raccolte gli uomini stessi hanno visto gli abiti di alcuni zingari che chiedevano denaro e hanno commentato..."

"Questa la so, l'altra volta l'ho sentito. Albino ha detto che era stupito di come apparissero meglio loro, di alcuni di noi. E non dico che hai torto, però loro amano stare comodi..."

"...ognuno di voi ottiene tre cambi per ogni tipologia di completo estivo, invernale, divisa formale, abiti fuori dal lavoro... allora mi spieghi da dove escono le  vagonate di roba uscita da un mercatino cinese che è da rabbrividire e che a volte mi è costata una brutta figura con alcuni ospiti?!? O quando si fregano, perchè non chiedono, i cavalli a loro assegnati, o gli asini e a cavalcioni su di essi se ne vanno nei paesi o in città vicine... Senza chiedere, vestiti come turisti fuori dal mondo che pure io mi vergogno e non sono una come Milan! Chiedo troppo o sono rompiballe io..."

"..." accorgendosi che parlava con lui "... ehm... io sono abituato a vestire semrpe alla stessa maniera, quindi non ne so molto di mode o simili. Posso solo dire che  loro si divertono a vestirsi in certi modi. Fanno scommesse e sfide su chi è più... non ricordo come dicono ma è qualcosa di moda, comunque. ma non puoi lamentarti, lo Chateau è diventato come una cittadella, ed è merito tuo e di Milan. Abbiamo anche quel mercato nel quadrato là, dove commercianti affiliati a noi portano merci che noi non produciamo o possiamo fare... "

"Ah, quindi è da lì che arrivano?"

Gask finse di osservare con interesse la base di una scacchiera, come per vedere le condizioni, per non dirle che molta roba effettivamente di scarsa qualità e che non le piaceva vedere, era i lrisultato di vendite al quadrato. Non vi andava mai e non ricordava mai quel nome, i nomi erano l'unica cosa che non ricordava con facilità, ma dirle cosa girava era fuori discussione. Se non sapeva, ultimamente non aveva controllato. Meglio tacere su certe cose e lascare che fosse lei a indagare. Aspetta, era forse Favo?

"Perchè non rispondi?... Ho capito, dovrò andare a controllare e strizzare un pò di didietro di persona..." gironzolando in giro

Ecco pensò Gask, i ragazzi non ne sarebbero stati felici, ma aveva evitato di farla diventare un orso incazzoso.

"Era così terribile prendere le medicine?" vedendola voltarsi  verso di lui

"...è una salvezza ... e una condanna quello che Dadiv ha fatto... come le medicine, ma quelle sono peggio. Ecco perchè, anche senza controllo ravvivinato, trovo lo scambio un'ottima soluzione. Senza David e Milan, non potrei fare cosa faccio, proprio nulla. Non sarei cosa sono! Essere cavia per la Draper e quelle, seconda di Milan che manda avant tutta la pagnotta fisica, ossia la base e le Torri... ci vale! Perchè non li ha nessuno, tranne i governi più grandi, che però o hai familiari vicini o collegati e possono procurarteli oppure... "

"E ora sono in mano a Milan..."

"Se saprà non lasciar cadere le redini, si..."

"...Chi era Lia...?"

Gask si accorse che lei aveva come risucchiato aria bloccando poi il respiro, creando un silenzio tremendo. Alzando gli occhi, bluffando dal suo tentativo di apparire tranquillo e poco interessato, la vide fissarlo ancora più pungente e tagliente. O uno dei due e stava solo sudando freddo, non capiva.

"Come sai quel nome!"

"..."

"Fammi indovinare... Jd!"

"E...Milan. Ne ho parlato con lui..."

"Davvero? E ti ha parlato di lei? Che doveva essere qualcosa di morto e sepolto?"

"Non capisco perchè una donna morta non deve essere nei discorsi e perchè è morta se Jd le ha parlato quella volta?"

"Sono cose che non ti riguardano"

"Ma almeno sapere chi era..."

"Era... una persona che Milan aveva conosciuto. Condividevano qualcosa di simile al Disegno di Milan e così lo aiutò. Ma nonostante le proposte di Milan di sfruttare tutto ciò che lo Chateau e la sua posizione di aiuto le consentissero, lei sapeva che il suo Sogno non poteva mai giungere. Non poteva prendere qualcosa che non le spettava o la aiutasse veramente. Così lo aiutò, e presa una decisione solenne, al momento che reputò giusto,  fece ciò che desiderava da tempo. Trovare pace..."

Mentre parlava, Kianta era ferma su alcuni cumuli più in alto di lui, con la posa che utilizzava sempre qaundo doveva appare ferma e sicura, forte e di alta carica. Dritta, di fronte, con le mani una che raccoglieva l'altra di sotto, messe a formare un anglo con la base dai pollici. Era una cosa che Milan faceva e non aveva ancora capito perchè. Sapeva solo che l'altra che entrambi utilizzavano quando dovevano mostrare la loro posizione o grado era il corpo di fronte agli interlocutori, mento alzato con gli occhi dritti in quelli dell'altro e le mani rilassate vicino ai fianchi con me mani in pugno leggero. Anche quella aveva una motivazione, ma abituato a gente che si comportava diversamente con le stesse cariche, ne sapeva poco.

"E quale era il suo sogno?"

"..."

"Cosa cè?"

"Il Sogno di Lia era... la cosa è molto ampia ma di base quello di poter avere le possibilità mai avute prima. Vivere come voleva. Essere quello che era. ma, anche allo Chateau poteva finalmente averle, era troppo rotta per ... non si sentiva meritevole, capace di crearsi una nuova vita perchè le paure e i tormenti non l'aveva lasciati nel luogo che aveva abbandonato. E tutto ciò che le grava di sopra, non l'avevano abbandonata. La gente non la amava, e non risuciva a cancellare le negatività che vedeva negli altri. ogni volta che vedeva qualcuno messo male in qualche modo più o meno come lei ma bastonato ancora dalla vita e la società che odiava, soffriva così tanto che non risuciva a togliersi quelle immagini dalla mente. Quando vedeva cosa le piaceva e poteva fare finalmente così vicino a lei... diciamo che non risuciva a provare cosa doveva. Felciità, sollievo, gioia o altro. le parole, gesti, azioni, concetti che tutti le avevano vomitato addosso la frenava, incatenandola a un passato che voleva, cercava, di lasciare indietro e rifarsi su tutto e tutti. Ma non riusciva. Rinascere... era impossibile, non come intendiamo noi. E così, dopo aver progettato tutto, se ne andò, sperando che quella rinascita avvenisse in altri modi e tutto ciò che aveva fatto aiutasse altri come e peggio di lei..."

"Per tutto il discorso non lo guardò mai, ma vagava nervosa e contrita  con lo sguardo ovunque, finchè non vide i corpi imballati e sospirò, tornando a guardare la parte più vicina per altezza ai piani superiori, come studiandoli. Gask pensò che fosse finita lì, invece lei continuò.

" Sperava... di validare il concetto di essere umano in una società adeguata. Voleva vivere in un posto dove non nascevi dall'egoismo delle persone, di continuare ipoteticamente nei figli, portandoli a fare cosa loro volevano e credevano, con la paura e sensi di colpa. Insomma, dei piccoli MIni Me fatti e finiti. Desiderava ridare a se stessa una seconda opportunità. Come per gli altri. Dare agli esseri umani la possibilità di scelta e decisione, opportunità e genuinità dell'essere se stessi. E cancellando il concetto delle classi sociali in base ai soldi, eliminare tutto ciò che rendeva la gente bigotta e giudicante. Evitando i clochard e simili, in primis. Perchè  fossero ancora persone, che la società fosse di esseri umani. Invece i sensatetto e persone cadute nei peggiori dei modi in disgrazia e per strada, erano visti come rifiuti, non esseri umani. Lei voleva che tutti, anche fossero panettieri, pulitori ecologici sopra e sotto le strade, dirigenti e manovali... qualunque persona si sentiss eimportante per la società per il lavoro fatto, che non esistesse lavoro si serie A o D, che definissero la persona. Voleva che tutti avessero dignità, rispetto, integrità personale indipentenmente da denaro o posizione. Tutte le vite che hanno sofferto nel peggiore dei modi a causa degli altri, tutti quelli che si sono visti spintonati e messi in pericolo senza aver riconosciuti meriti e capacità in favore di altri meno e/o vuoti, ma più manipolatori, avessero cosa meritassero. Lia non accettava il piegarsi, inginocchiarsi ad altri solo perchè familiari o persone più anziane o ricche ma stronze dentro, solo perchè per la società se hai soldi e una buona posizione, puoi tutto. Quante ne ha viste, di scene, dove persone che per la società erano brava gente in realtà... e facevano male ad altri in vari modi. Voleva togliere tutto questo. Anche il concetto del primo e secondo sangue che Milan vuole mettere... l'essere umano non deve essere inferiore ad altri  solo per nascita, denaro o capacità di manipolare. Uguaglianza come individui non diversi, non giudicati tranne rari casi. Omicidio, furto, danneggiamento altrui e beni altri, raggiro per scopi loschi, violenze fisiche sessuali a donne e bambini.. ma già li conosci. Le regole sono vitali, importanti, necessarie in una comunità viva e sana. E secondo te tutti gli studi di psicologia e psichiatria, come sono nati? Studiando persone in base alle loro azioni e da cosa sono scaturite... guarda caso abusi dall'infanzia, vita infima e pericolosa, carenza di elementi primari e povertà e delinquenza dilagante. Tutti i serial killer, assassini, politici e persone ricche che hanno sol ofatto schifo sugli altri... hanno vuto qualcosa che ha innescato ciò! Sofferenza, privazioni, dolore. Questi sono i fattori chiave. O bullismo, genitori incapaci di esserlo, adulti o altre persone che hanno agito per far del male e il soggetto è andato avanti con quel qualcosa che lo ha portato ad agire in quei modi. O ancora, quanti geni e individui capaci di dare all'umanità tanto, sono stati silenziati, costretti ad essere e fare cose contro le loro stesse abilità naturali,  minacciando o portando quella persona a fare come gli si veniva indicato per sopravvivere, per non perdere qualcosa... "

"..."

"...lei volev a metere fine a tutto questo. E la colpa di chi era? Religione, società sbaglaita, famiglia, interessi... dalla nascita della prima comunità di uomini a oggi sono cambiate le società, ma è un modo di dire. Non essere quello o la gente parla, ci fai fare brutta figura, cosa diranno di te e noi. Non v abene, non è naturale, è sbagliato. Sappiamo cosa è meglio per te, è fatto per te, è questo che devi fare e basta. O ancora quante persone nei secoli sono rimaste a chinare la testa nonostante avessero vere qualità e doni, solo perchè la nascita, il sangue, la religione hanno deciso a priori da prima che respirassero cosa e chi dovevano essere. Che senso ha una vita, diceva, se l'unica cosa che può fare in questa esistenza è seguire la strada già decisa dagli altri o voluta da gente vuota e arida, perchè invidiosa. O ti vede solo come suo mezzo per qualcosa di personale? Siamo esseri umani,  ma perchè viviamo come gli animali sottostando al più forte, temendolo, accontentandosi delle briciole che questi gli danno? Secondo te, il brigantaggio, i malviventi, i senzatetto e chi no ha nulla, perchè esistono? Perchè lo vuole la società! Una società che si considera mderna e aperta, come può tenere per le strade persone senza nulla di primario, venendo ignorate e trattate male? E poi gente meschina che ha fatto finire in quel modo tanti, che no nha dato paghe decenti, che ha trattato male altri, che vede tutti gli altri inferiori e immeritevoli, piena di soldi e potere solo perchè sono arrivati in cima a quelle classi sociali che ancora continuano ad esistere...  quelli sono amati, ben visti, ammirati e accontentati in tutto. Anche nelle cose losche. In alcuni paesi ancora cè la schiavitù ufficiale dove comprano figli  o giovani con la scusa di aver bsogno di comestici ma sono schiavi! Mascherato da lavoro, le persone non possono studiare perchè lo studio costa, non possono  realizzarsi se non hanno un colpo di fortuna mastodontico che arriva al momento  giusto. La società intera è frastagliata dalle famiglie, che pensando a cavolo loro su certe cose crescendo idioti e incivili, decerebrati che vedono solo la famiglia e se stessi, e non gli altri. E sono esseri umani, meno male. Eppure, perfino gli animali selvatici, e ci sono esempi, sostengono il gruppo e i singoli della loro comunità, come possono. Lei ha sempre visto l'essere umano come qualcosa di superiore ma non come lo vedono gli altri, ma come individuo senziente, intelletto superiore e capacità di controllare i propri istinti, capirli e superarli.Allungare una mano e dare parte di cosa si ha a chi ne ha bisogno dovrebbe indicare qualcosa. Invece ho visto perfino gli animali portare cibo a umani che meritavano solo di marcire loro sotto i ponti... raccontava asempre a Jd o gli altri della storia della vergine cuccia, di quando la studiò a scuola  e come le veniva da piangere a leggerla, per quel povero uomo. Vedeva foto sui libri di storia di gente povera che viveva con niente e non capiva come potesse esistere tutto ciò mentre altra gente aveva anche troppo di cosa aveva bisogno. Eppure era vista negativamente..."

"..."

" L'essere umano dovrebbe avere empatia, capacità comunicativa, cognitiva, raziocinio e aggregazione, sostegno e vicinanza sociale più degli animali. Perchè dovrebbe andare oltre l'istinto degli animali. Ma non è così... voleva cambiare quindi queste cose, voleva ridare a se stessa una seconda vita con le possibilità, scelte e prove suoi. Decisi da lei. Voluti da lei. Crescere e definirsi come se stessa, non cercando di modellarsi a quello che gli altri volevano. E Milan per caso, era una persona che voleva la stessa cosa. Se prima lei vedeva il Sogno di uomini naturali come personalità ed esistenza, una comunità umana per davvero, e la possiiblità di trovare il suo spazio alla fine, poi tutto divenne impossibile. Rassegnazione. Provava solo questo. E poi venne Milan. Lui la vedeva come elemento di prova per scienze di David, un test umano consenziente e senza diciamo passato a cui dar ragione. Ma poi lei iniziò a dire che era meglio cambiare certe cose, se voleva davvero che il suo ingranaggio militare e politico non si inceppasse. Ed ecco lo Chateu come lo conosci tu, o meglio la Cittadella, con annesso continengente militare, sezione artigiana e commerciale, ippica e il Favo, per gli esterni. Prima era solo tutto abbozzato e mal gestito, adesso siamo l'organizzazione conosciutissima e quasi rivale dei gruppi militari più famosi e pericolosi e con due nomi, quindi siamo double-action. Ciò ci protegge a metà e rafforza nell'altra da quella gente. Ma le idee e i progetti li ha messi Lia, prima. Sperava davvero che Milan potesse realmente cambiare le cose, visto il suo passato e il suo desiderio reale di non vedere fame, povertà e diritti calpestati. Per Lia il concetto di discendenza non era di sangue ma di idee, civiltà, nuovi esseri umani. Lei temeva la reincarnazione, non la voleva er paura di dove fosse finita, ma desiderava che, nel caso avvenisse realmente, vi fosse ad accoglierla un giorno come anima reincata, una società superiore alle bestie che siamo attualmente. Voleva che gli esseri umani fossero... desiderava non vedere più nessuno soffrire, perdere tante cose e morire con rimpianti e dolore dentro. Odiava quando sentiva video delle telefonate alla polizia nel mondo,  dove cèrano nelle voci e le situaizoni il peggio del mondo e chi le subiva. Ancora di più su bambini, che chiamavano come ultima speranza per non vivere in quello schifo. O fermarlo. Schifo voluto dalla stessa società, perchè non si mette il naso nelle famiglie e quindi chi se ne frega, mi volto la faccia. Lei  desiderava per i futuri nati in generale un mondo privo di inquinamento, spazzatura, morte e disperazione dato dalle classi sociali, paesi vergognosi e individui forti per soldi e potere, che ridono mentre vedono un povero disgraziato per strada su stracci che cerca di dormire. E magari gli viene la brillante idea di mettere installazioni dannose a panchine e luoghi pubblici perchè non vi dormino. Senza empatia, vicinanza, compassione... cè tanto da dire di schifoso a questo mondo che noi abbiamo visto, e odiava il concetto della giungla. Non capiva perchè una società umana dovesse credere ed accettare che per vivere in maniera dignitosa senza tremare per perdere casa,  calore in inverno, acqua, cibo e luce dovesse vedere tutto come una giugla in cui sopravvivere facendo tutto e di più di vergognoso possibile, per non perderli. per non finire in quartieri o luoghi orribili in mano a gang e gruppi criminali, vedere o vedersi futura prostituta per avere pochi spicci al giorno per mangiare, fare da schiavo a gente ricca per poco, crescere vedendo che sei solo un Mini Me di genitori e famiglia, gravando sulle tue spalle tutte le aspettative e desideri loro. Portandoti a fare scelte contro te e la tua volontà. Altrimenti vomitano colpevolizzazione per cosa hanno fatto per te, come se dovessi dire grazie quando sei nato da loro egoismo, e cavoli tuoi ad essere sbagliato. Se non fai o sei come dicono loro, ti voltano le spalle o peggio e ti ritrovi solo, in un paese che si definisce moderno e aperto, ma chiuso e religioso a sgomitare per una fetta di gentilezza. E laico ma poi si chinano a novanta alla religione. E tanto altro... ecco cosa sognava, desiderava, voleva. per se stessa ma anche per eventuali domani e per gli altri. Sveglairsi al mattimo con uno scopo, suo, sapendo che avrebbe vissuto e affrontato qualsiasi cosa senza aver paura dei sacrifici e impegni, ma perchè cèra un motivo. Suo. E togliere il male e marcio fin dove possibilie nel mondo. Voleva che, se nessuna sua speranza fosse vera, sarebbe rinata in un mondo creato dalle ceneri del vecchio e degno di un essere umano, in collegamento con la natura ma vivendo con tecnologia e benessere a misura di tutti, del mondo stesso per non danneggiarlo e..."

"Fammi capire. lei voleva che l'essere umano si elevasse?"

Lei si voltò di scatto, sorpresa. Lo studiò un attimo, mentre questi tentava di ingobbirsi e fingere di lavorare col broncio, poi voltò anche il corpo, verso di lui.

"lei trovava assurdo, impossibile che un essere umano dovesse piegarsi come gli animali col pià forte, a non avere decisione e scelta per se stesso e il suo corpo. Se gli animali dovevano subire madre natura, peggio per le femmine che dovevano accoppiarsi a forza e sempre, l'essere umano deve abbozzare a società e Dei che sanno per te. Tu sei un contenitore da plasmare. E lo trovava vergogonoso. L'incontro stesso con Milan fu qualcosa di fuori da ogni logica. Di fatto, quale avvenimento simile può avvenire nel mondo, di questa portata? Lui che ha circuito gente per creare un congresso unico mondiale a cui fanno capo i presidenti eletti dalla popolazione, ma che devono essere i portavoce del Paese ..."

"Si, lo so. ogni Paese ha un presidente o sindaco, come lo si vuole chiamare. Tutte le funzioni principali sono rimaste invariate, tranne che non eisstono più paesi sovrani, ma zone geografiche ed emisferiche di un unico grande popolo. Come voleva Milan. Il governo unico controlla e protegge, e la Natura prende il posto delle vecchie divintà umane.  Controllando tutto il mondo perchè i dirittu dell'uomo, del cittadino, dell'essere vivente e della Madre Terra siano garantiti. Così come libero mercato, libero passaggio, sempre dietro ovvii controlli, e cancellazione delle aberrazioni sotto culturali ancora persistenti. Non a caso da quello che ho capito è per te che Milan ha abbracciato anche l'avanzamento di gruppi semi militari e scientifici ovunque, con specialisti socioculturali, per sradicare infibulazioni, circoincisioni solo per maggiorenni e sani di mente, abolizioni di matrimoni al di sotto della maggiore età e solo su libera scelta dei contraenti. E cambiamenti degli assetti socio culturali per la questione delle famiglie. In India e.. dove, non ricordo, eliminazione di schiavitù ancora esistneti,  e vendita e tratta di bambini per lavori minorili, passando la tutela a Stato e Governo nel bisogno. Libertà per le donne di qualunque paese e cultura di decidere del proprio corpo e scegliere cosa fare di organi riproduttivi o  loro standbye, fino a gravidanza se voluta. Cancellazione quindi di pressioni e obblighi religiosi. Assistenza e istruzione sessuale e psicologica, senza giudizi o altro ma rendendo le persone realmente coscienti e capaci di comprendere i loro gesti. Hai tentato di far venir meno, per questi progetti, i poter di tutte le cariche religiose del mondo, dando quello che la gente chiedeva nelle preghiere, ove possibile. Liberalizzazione sempre con insegnamenti dell'argomenti  a ogni orientamento di genere e sessuale ovunque, condanne per atti verbali o di altra natura contro tutte le libertà alla persona. Tutte. Eppure sembra che la gente non abbia preso negativamente, almeno non come ci si aspettava, la cosa. Controlli ad ogni angolo di strada di milizie e guardiani non privati, controllati attentamente in ogni aspetto della vita e mentalità prima dell'assunzione. Assistenze di vario tipo perchè bambini e anziani non siano mai soli, ne trattati malamente da personale sottopagato e sbroccato. Paghe decenti. Almeno, così dice Alaric. E, come dice Jd, si va a una forma di società unica dove un bambino con una borsa di gioielli in mano, non deve aver paura, di alcun genere, ma camminare tranquillo, come accade in Giappone, senza rischi di alcun genere. Era così, vero? Che donne, persone di orientramenti diversi si sentano bene sia a casa loro, che per strada. Che ogni persona a questo mondo, possa morire, per qualunque motivo, senza subire torti vergognosi da bestie. perchè nenache gli animali..."

Kianta rimase a fissarlo con un'espressione indecifrabile, poi sempre guardandolo e seguendolo con gli occhi si accostò a un muretto, o quel che ne restava, dove poggiarsi e vi scivolò contro, per sedersi con la schiena contro l'intonaco screpolato e le braccia raccolte tra le gambe, piegate verso il petto.

" Se posso dire la mia è bello il progetto di Milan unito al tuo. Ma siete sicuri che realmente la gente non inizierà rivolte o altro? Finora non ve ne sono state..."

"A parte che non ho chiesto il tuo parere. Trovo già strano che tu riesca a formulare concetti del genere in questo modo... perfetto. Dove hai imparato termini e..."

"Capisco che tu sia ancora arrabbiata per quel giorno. Che tu sia convinta che io sia lo stereotipo che credi solo per il mio vecchio lavoro..."

"io non credo. Lo so che la gente non può cambiare" arrabbiata e pungente

"E gli uomini? So da tutti che sono cambiati, parecchio, da quando ci sono stati i cambiamenti allo Chateau. Che sono meno selvaggi, incivili, comèra l parola..." fermandosi dal tirare fuori quello che sembrava uno straccio con due dita, facendo rabbrividire lei dallo schifo "cazzeggianti? Qualcosa del genere. Comunque Alaric stesso afferma che sono tutti più..."

"Come gli animali. Se le persone trovano un ambiente decente, capace di sviluppare determinate sue aree cerebrali perchè si adegui e migliori, si comporterà di conseguenza. Se noterà che otterrà giovamenti vari dai cambiamenti, questi li accetterrà. Meglio ancora se elargiti... in determinati modi. ma con gentilezza e... conducendolo ad aprire o cchi e mente...."

"Significa?" dubbioso stendendo lo straccetto sporchissimo davanti a lui per capire cosa fosse

"Ecco, dicevo io..." fissando la scena con disgusto "significa che devi trattare certa gente come i bambini o i cuccioli, insegnando loro le cose in determinati modi perchè guardino nel modo corretto. Controllare che dove divono non decada in squallore o la mentalità della gente e i loro comportametni muteranno di conseguenza. Allo Chateau quando sono sopraggiunti i cambiamenti e rinnovamenti, ovviamente non erano molto propensi a modificare quella che è di fatto una routine consolidata e su cui si erano adagiati, possiamo notare ciò. Uomini e cavalli, stessa cosa... rendi le cose una consuetudine sicura, stimolante  e con garanzie e otterrai la loro fedeltà"

"Non si chiama lavaggio del cervello?"

"Quanto vorrei tirarti qualcosa su quella testa di broccolo... ma sono tutti davanti a te" guardandolo torva torva, stringendo con forza le gambe tra le braccia "Il lavaggio del cervello avviene quando cercano di cambiare il tuo passato, il tuo essere, i tuoi pensieri con cosa essi vogliono, per un loro fine. Non mi sembra che i miglioramenti nello Chateau non abbia dato a loro qualcosa. Cibo di ottima qualità coltivato, allevato e lavorato da loro. Ma Gratis, sempre che non acquistino loro degli extra. E i menù non sno le sbobbe terribili militari che trovano altrove, al confronto è come se mangiassero da Chef Ramsey ogni giorno. Per davvero. Sempre disponibili sono saponi e prodotti personali, indumenti, accessori e perfino gioielli se collaborano alla lavorazione e produzione della materia prima.Punti Bee e Theet gli consentono di avere vantaggi di vario tipo. passano i momenti liberi o in licenza a fare casino nelle zone a loro dedicate, bere e scommettere, sfidarsi e fare quello che gli uomini di solito fanno. Ma non in un porcile. Anche loro sono saliti di gradino come comportamenti. Un tempo sembravano  squadroni pezzenti del bronx, adesso..."

"secondo alcuni di loro, adesso si sentono al pari degli sgherri di Al capone. Di classe, sopratutto quando seguono Milan vestiti bene in giacca e cravatta. Con le tue Lezioni conoscono bon ton, savoir vivre che si chiamava così, galateo nei vari paesi in qualunqnue situazione.. . Sanno anche La mise en place o simile. E si sfidano sul fare un gioco per cui scambiandosi con camerieri veri, sono in grado di prendere per il naso i ricconi snob. Tanto che adesso pure mangiare una coscia di pollo viene fatta come essere a tavola con l'inossidabile Regina Elisabetta. Hanno imparato ed apprezzato tanto l’art de la table che ammetto di sentirmi come le sere delle cene del capo con gente importante. Li guardavo e mi chiedevo come... ora so che anche gente come noi riesce. e Alaric continua a prendenrti in giro dicendo che ti senti tanto Caterina de’ Medici, duchessa di Urbino, nuova Signora di Francia..."

"..." fissandolo malamente "Da come dici certe cose, sembra che siano diventati chissà che soggetti. Sono migliorati ma di certo non farebbero mai parte del Ballo delle Debuttanti"

"Ma la cosa divertente è stato vedere i cambiamenti di tutti da quando sono arrivato ad ora, dopo le Lezioni che fai seguire. Adesso le conversazioni sono su argomenti che neanche sapevano. E la gente scopre di capirle, di esserne portato e vuole dare il suo contributo. Riuscendo. .."


 "Direi che più che disagi, hano trovato solo ricchezza. Per davvero. Non a caso adesso abbiamo ex militari che si sono appassionati a scienza, medicina, chimica, botanica, economica, per andare a lavori specifici nella fattoria, quando sapevano solo essere militari. Questo perchè? Perchè fin da piccoli non si spinge i bambini a provare varie cose per comprende su quale binario, o binari nel caso, sono portati. A scegliere e comprendere se stessi e le opportunità che potrebbero avere e dare. Per se e altri. Eppure in questo tuo discorso, non ti includi mai..."

"perchè non credo che per me le cose valgano. L'ho detto bene valere,  giusto?" confuso in faccia e preoccupato, mormorrando la parola per capire se era corretta.
Kianta lo fissò da sopra le ginocchia, senza rispondere, finchè la sua attenzione non fu catturata da qualcosa che zampettava in giro. Alzò un poco la testa per restare con la bocca aperta a quella vista. Tre topolini si rincorrevano e forse giocavano in piccole pozzanghere d'acqua. NOn sembravano sorci di fogna, ma erano con le zampette fini e si muovevano aggraziati. Gask si accorse dell'atmosfera mutata, da fredda e con loro a due poli opposti, distanti, a un silenzio strano. La vide con la faccia stupefatta e seguendo lo sguardo, li notò. Ma lei, notò, non urlava, non scalciava, non appariva terrorizzata o altro come altre persone, come avveniva normalmente. Li seguiva con gli occhi, spalancati,  la bocca schiusa in stupore, calma.

"Non ti fanno paura, vedo. Credevo di si, da come ne parlavi ore fa"

"Eh..." riscossasi, guardandolo "non ho paura dei topi. Sono portatori di cose brutte, quelli si. E in gruppi, possono essere pericolosi. Se non sono topastri o ratti delle fogne come quelli che avevo visto, quelli peggiori, non ci sono problemi. Quelli farebbero paura a chiunque per quanto sono grossi. ma questi... sembrano più da cantina o solaio"

"Devono essere proprio da casa, forse sono caduti o sono usciti, perchè tutti i pavimenti sono andati...."

"perchè continui a rovistare tra quella roba? Non vedi quanto è lercia? non sappiamo neanche se era là da prima o che altro. Rischi qualche malattia..." catturando la sua attenzione dai topi. Gask osservò il cumulo che si era rimpiccolito mentre divideva la roba. "Già odio pensare di avere questo schifo addosso. Poi guardo te, e mi viene voglia di prendere quei dementi a calci dove dico io..."

"Fatti una doccia allora"

Lei lo fulminò con lo sguardo,  ma con calma parlò mentre controllava quella che sembrava essere una bottiglia di plastica con qualcosa dentro "Ho trovato una vasca da bagno e l'ho spostata dietro quell'angolo, perchè cè un grosso tubo d'acqua principale che perde chissà da quanto tempo, e la vasca è sempre piena. Puoi usare  quella che scende come doccia e ti pulisci. Io l'ho fatto e ora sto bene..."

Si bloccò, perdendo di mano la bottiglia sporca, quando vide isuoi occhi carichi di rabbia, che lo fissavano. Gask rimase interdetto, poi sussultò quando la vide alzarsi, fissandolo sempre, per andare da quella parte.

"T-troverai un vecchio mobiletto mezzo intero dove ho messo qualche lenzuolo o aciugamano pulito, trovato fin dove sono riuscito a spingermi. Quelli che ho usato io sono già lavati e messi ad asciugare..:"

"perchè, pensi che resteremo qui per molto?"

"..." alzò gli occhi verso l'alto, incerto "Dai movimenti della luce è chiaro che siamo qui da parecchio. Abbiamo passato la sera, la notte e ora siamo a mattina inoltrata. Nessuno di noi due ha qualcosa che ci permetta di comunicare la nostra posizione. E, assurdo che sia, neanche i nostri o quelli avevano sui corpi qualcosa di funzionante. Tu hai camminato nelle fogne per molto, magari ti cercano in un altro edficio e per risalire al piano terra dobbiamo cercare di..."

"Si, si. lo so anche io. Solo che ti vedo da un pezzo giocare con quella roba invece che fare altro..."

"Aspettavo che ti sentissi meglio, così da tentare qualcosa. Non posso andare, o almeno tentare, di uscire da qui,avventurarmi per le fogne a casaccio, lasciandoti da sola"

"Non sto così male..."

"Allora perchè vomiti e sembri sempre stanca"

"perchè quello stronzo ha fatto qualcosa e ora sono tutta scombussolata. Te l'avevo detto..."

"Si, ma non credo sia solo quello"

"Che vuoi dire" restando nell'angolo senza svoltare, a fissarlo con le mani sui fianchi

"Che ti ho vista rombare come un treno in corsa anche ferita. Come direbbe Alaric incazzatissima, se non è mortale te ne freghi. ma ora sembri frenata da qualcosa, a cui non puoi andar contro. Quindi non è affatto, e solo, quello che ti ha fatto stare male"

"Da quando in qua tu pensi"

"sai che non voglio farti arrabbiare o litigare con te. Ma non sembri affatto in forma il tanto che basta per tentare di uscire. Se no nso cosa ti crea problemi, ho le mani legate"

"Adesso si atteggia a conoscitore di grammatica e fatti, e fine osservatore. Incredibile" falcando verso l'angolo

"potrei provare a cercare qualcosa per aiutarti. Ancora continui a non fidarti..."

"Certo che non mi fido" fermandosi e andando spedita verso di lui irosa "dopo quel giorno, dopo il tuo strano comportamento per finire con noi, dopo che ho visto Milan..:"

"non è colpa mia e lo sai" arretrando "è anche per Milan che non posso fare niente. Da quello che ho capito sei importante per lui. Ci tiene a te..."

Kianta si fermò, dopo aver rallentato. Lo fissò e poi iniziò a ridere, sempre più forte e la bocca spalancata, alznando la testa verso l'alto.

"Tu non hai capito niente e non hai sentito nulla di quello che hodetto. E mi sembra strano che Alaric e Jd, coloro che no ndovevano dire ma parlavano sempre, non ti abbiano chiarito questa cosa. Io non sono importante per Milan, anzi... se fosse per lui sarebbe importante e vitale solo il suo desiderio di gestire tutto come vuole lui, rendere orgoglioso il suo caro fratello maggiore , che non si è mai visto e che lu iafferma essere come un gemello. Ma gemelli non sono. Eppure, dopo tante persone e tante possibilità di conoscere altra gente,  che lo porti fuori dal circolo vizioso di Dorde, ecco te. Così spontaneo, così cazzaro... perchè lo so che hai mentito tutto il tempo. Puoi raccontare storie a chiunque, Milan può crederci ma non io" agitando le braccia per la rabbia per enfatizzare il discorso, per poi puntargli addosso un dito indice, chinandosi con il busto per guardarlo ad un'altezza simile "Fa sempre a dire che era come te, che voleva un fratello che ti somiglia di carattere e tutto, o un amico da considerare un fratello che sognava nell'infanzia. E fate i casini insieme. Fate saltare i nervi a me perchè ti porta sulle sue belle aiuto a divertirvi insieme,  e io resto come una scema a fare il suo lavoro. Sei tu ora il suo primo consigliere per tutte le missioni e... vaffanculo! Pensi davvero che io valga qualcosa per quel rintronato dal fratello? Sarebbe anche una bella persona se l'unica cosa che gli corre nella testa non fosse e voglio il .  Tutte le cose che ho fatto, che ho proposto io, hanno dovuto passare l'assenso suo e di Dorde, e si sono convinti solo perchè era necessario dare alla gente qualcosa su cui focalizzarsi per non fare casino per i cambiamenti in atto. Imbecilli che erano pronti alle armi e fare rivolte perchè gli levavano il patriottismo, togliendo il sovranismo unico. Ma fermi e vogliosi negli occhi di soldi e cose. Si sentivano meno qualcosa, senza pensare che forse togliendo il marcio che gli faceva paura dell'altro, si sentivano al sicuro. Fa ridere pensare che prima tutti si lamentano che sono controllati dal governo e hanno violate privacy e altre menate, per poi incazzarsi che il loro amato governo, prima odiato a morte, fosse cancellato per un mondo unico e umano. Che ipocritini. Ma anche Milan lo è. Pensi davvero che lui consideri di primaria importanza i nostri uomini?  Davvero non hai capito che sia lui che il caro Dorde, il fantasma rompiballe onniprensente dove non dovrebbe, siano positivi? Apri gli occhi invece di bendarteli per divertimenti e cazzeggio"

"ma avete fatto tanto. Sei il suo secondo. Si fida di te tanto da darti montagne di soldi e potere. Si preoccupa per te..."

"AH AHA AH... non hai davvero compreso nulla. Soldi? Io li uso solo per l'amministrazione, non sono mica roba mia. E non li prenderei mai così, come farebbero altri. Ecco perchè mi permette di attingervi. Il suo secondo perchè io faccia cosa non vuole fare. Si preoccupa... Quello che gli interessa è cosa ho addosso. Il Draper e le Stoddarde che abbiamo, quello gli interessa. Se eri convinto che qualcuno potesse accettarmi e considerarmi tanto da rendermi così speciale... quanto sei stupido. Io e te siamo i due compatibili. Ma tu sei stato solo un tentativo per non perdere il suo amato fratello putativo. Sei qui, a ronzare fastidioso, perchè ha voluto tentare il tentabile. E sei risultato compatibile"

"E tu?"

"Ah... solo perchè ha scoperto per caso la mia compatibilità ha deciso di tenermi allo Chateau. Poi, proponendo cose e perchè Jd glielo aveva chiesto, sono diventata suo secondo, ma solo per fare lavori a lui scomodi. Lo hai mai visto scomodarsi per amministare qualcosa allo Chateau? Eppure arriva bel bello e si aspetta di trovare tutto come fosse Re Luigi quindicesimo in persona. Questo  pronto, quello lo avete preparato. Bene, Kianta, ottimo lavoro come sempre. Meno male che ci sei tu! Si, certo. perchè altrimenti era tutto un porcilaio come prima. Col cavolo che sostenitori e quelle ragazzine, non sarebbe scappate schifate per come era prima quel posto..."

"Quindi lui ti considera non perchè siete amici o altro..."

"perchè sono una pedina. Come tutti. Tranne te. da quello che so erano importanti i tre con cui si coalizzò per iniziare il grande piano. Ma..."

"cosa"

"..ora ci sei tu. E siccome sei tu, resterai al suo fianco... ora dovè quella tubatura che voglio levarmi questo schifo di dosso..."

"Aspetta , non sapendo è meglio se ti do delle lenzuola per fare..." ma il tempo di rimettersi in piedi e lei era già via.

Kianta voltò l'angolo, passando per quelle che dovevano essere delle stanze, ma di cui restavano solo parti dei muri, a volte solo un angolo o parte centrale. E poi la vide. Una vasca bianca con i piedi rotti e sostituiti da mattoni. In quel posto si usavano molto le vasche dalla forma a nocciolina o peanut con i piedini dorati di varie forme. Gli piaceva molto, le consideravano un lusso. E quella era chiamaramente scheggiata, avvicinandosi, con i piedi  riparati con i mattoni e piena da straboccare dall'acqua che usciva da un tubo in alto, rotto e inclinato, largo da cui fuoriusciva una piccola cascata continua. Quella zona era nuova, quindi tubature e filtri facevano il loro lavoro, versando acqua pulita e chiara.
Doveva averlo spostato in qualche modo, pensò. Ma come? O era di uno o due piani prima, caduta e ha dovuto solo avvicinarla, senza perderci troppo tempo?
Si guardò. Aveva addosso roba messa giusto per pulirsi dallo schifo di ore prima e fremeva dal disgusto. NOn faceva caldo, anzi,  ma era abituata a usare acqua fredda per tonificare i muscoli. Stringere i denti, solo quello.
Si tolse tutto, dopo aver trovato quel mobiletto sbilenco e fratturato in legno, che conteneva la roba più pulita trovata nelle macerie. Sembrava un mobile da cucina e conteneva un paio di lenzuoli bianchi leggeri, tovagliette e strofinacci da cucina. Puliti, già quacosa di miracoloso. Ma poi si ricordò che quello era una sorta di zona privilegiata dei generali e seguito, nuova e con personale in attesa di incontri e tavolate di amministrazione. NOn certo un agglomerato di poveri.
Niente sapone o altro. Si tolse, vicino la vasca, il grosso strofinando con  uno strofinaccio che pareva nuovo togliendo il grosso, sporcandolo. Chissà cosa aveva addosso dopo quel vagabondare là dentro.
Dopo aver  cercato di togliere via con la stoffa quello che poteva e vedeva, prese un lenzuolo bianco, di cotone robusto, e lo tenne aperto dietro di sè, entrando nella vasca, immergendo fino a sopra il ginocchio, il corpo nell'acqua chiara. NOn si distese o altro, lasciò solo che l'acqua  scendesse e la lavasse, restando in piedi e cercando di pensare che era nel suo bagno, che tutto lo schifo con il pensiero e l'acqua chiara se ne andasse e non le venisse qualcosa. E la rabbia le si sbollentasse.
 L'acqua le cadde sulla testa per pulirsi i capelli, sul collo inclinando la testa nelle varie direzioni, sul petto, muovendosi perchè si lavasse tutto, tenendo sempre i lenzuolo aperto dietro di lei, con le braccia aprte, e pronta quando si sentiva, di uscire e stringervisi dentro, come un accappatoio. Non lo era, stava gelando, ma voleva davvero credere di essere a casa, con del cibo ad aspettarla invece del ninete. E non mangiava da ore.
Nonostante la pelle d'oca e il freddo dell'acqua che le scivolava addosso , cercava di farsi colpire dalla cascatella ovunque. Il lenzuolo pendeva alle sue spalle senza toccare terra, coprendola prima e asciungandola poi, quando si sarebbe apprestata ad uscire. Per non sentire il freddo e convincersi che era pulitissima, cercò di usare la visualizzazione, fingere di eseguire movimenti di Ats che conosceva e faceva quando cercava di non pensare. Quelle tecniche per lei erano naturali, avevano effetti benefici su corpo e mente, erano ottimi per l'elasticità e migliroare la muscolatura e ci si perdeva. Le piaceva, la rendeva felice e usava in casi dove era nervosa e sola.Come in quel caso. Così iniziò a creare figure e movimenti da ferma, sentendo l'acqua scivolare o colpirla là dove muoveva un fianco o il petto. Tentò di dissociarsi e pensare a un livello diverso della realtà, vedendo nella mente luogo e situazione differenti dimenticandosi il freddo. Dove si trovava realmente.
Quando tornò aprendo gli occhi e si osservò, decise che davanti poteva essere pulita, e si apprestò a voltarsi.
Spostò il lenzuolo con le braccia verso destra, per voltarsi e metterselo davanti, usando il getto sulla schiena, ruotando con l'acqua alle ginocchia. Ma sussultò e si bloccò quando, guardando  appena voltata di poco da un lato, non si accorse di qualcosa alle sue spalle. Vide Gask , con delle lenzuola in braccio,  fermo come un palo a bocca aperta, mentre lei era di schina appena di scorcio, con il lenzuolo stretto tra le dita ma morbido al centro. Per i lgesto di  voltarsi e guardare, faceva un arco che scedneva mostrando la schiena fino in basso. Si tirò addosso il lenzuolo, anche se si  bagnò tutto, e si fissarono.

"Mi spieghi che cavolo stavi facendo?" biascicò lui stupito

Dopo una faccia sconcertata dall'uscita del ragazzo, lei mutò in negativo, chiedendo a lui cosa stesse facendo fermo come un baccalà marinato.

"perchè il baccalà marinato? Non ho mai capito i paragoni che fai..."

"Preferisci una coscia di pollo? O la tua testa che galleggia nella salamoia?così quando vorrò sfottere qualcuno verrò davanti il tuo barattolo e ti osserverò mentre volteggi nel liquido, e ti ricorderò quanto sei scemo? Ti rendi conto che ancora sei lì a parlarmi, mentre io sto togliendo tutto lo schifo di quel posto? prontoooo!"

"Calmina, però! Ero venuto a portarti dei lenzuoli per rendere questo posto... insomma, per farti avere privacy. E ti vedo che ti dimeni dietro a  un lenzuolo sotto l'acqua. Posso essere turbato dalla cosa?"

"Stai scherzando! Sei ancora qui, continui a restare anche se ti ho detto di andartene che mi sto lavando,  e mi chiedi cosa stavo facendo? Sei turbato... da cosa? i tuoi amici imitano Freddy Mercury o Elvis in tutto nei bagni o sotto la doccia, e fai la morale a me? Vattene!"

"... pensavo che stessi male... me ne vado..."

"balle! E lo sai anche tu. Seriamente stai uscendo come un gambero all'indietro, continuando a guardare? Serio?!? Devo odiarti pure perchè sei tendente alla scopofilia?"

"Non capisco se è una malattia, qualosa da mangiare o mi stai offendendo" rimasto imbambolato a fissarla confuso

"Imbecille! Se scopro che sei pure affetto da voyeurismo del cavolo, te la faccio pagare tre volte quello che desidero farti adesso. Adesso vai o no?" passandosi le mani sopra i llenzuolo per il freddo

"Mi spieghi perchè tu non hai problemi a sfottere la gente per la nudità, mentre se riguarda te non si può fare?

"Cosa?!?"

Kianta uscì dalla vasca insaccandosi di più nel lenzuolo, furiosa perchè era finito il momento pulizia, coprendo il possibile, come un'abito romano. Si nascose dietr una parete rovinata e rimasta in piedi all'altezza del suo collo, e vi si nascose dietro.

"E' assurdo che sei ancora qui e mi lanci queste frecciatine!"

"Non sono frecciatine. Tu sei quella che ha fatto spaventare a morte i ragazzi perchè temono sempre un tuo arrivo, in qualsiasi momento. Ti ricordi quando hai fatto irruzione nello spogliatorio e docce per la terza volta perchè alcuni trattavano le reclute come domestici?"

"Certo che lo ricordo, è una cosa che non accetto e lo sapevano. Il nonnismo è un comportamento che per me vale anche l'espulsione. Non ho fatto niente di sbagliato, ho solo preso in mano la situazione e posto un ultimatum...e lo fanno tutti i superiori"

"Io conosco la storia diversamente. Hai fatto venire a tutti la strizza e gli hai pure detto che sono ridicoli come i vermi nudi... " grattandosi la testa "il loro ego è finito sotto le scarpe"

"Ci sarebbe stato ben altro sotto le scarpe per alcuni di loro. Obbligare i nuovi per le loro posizioni superiori a fare da schiavi e inservienti, quando nonlo erano, è da stronzi. E poi non ho detto niente di sbagliato. Voi siete ridicoli nudi, e non è per sfottimento o altro, ma un uomo nudo fa ridere per come è... basta. Così come alcuni di loro hanno la bella trovata di emulare gli atleti greci ungendosi come polli, e nudi, con oli, cospargere con lo strìgile dandosi un tono e poi fare a gara, sempre nudi, su chi merita il premio di miglior olimpico tra tutti. Per me non ha senso, se per te lo ha dimmelo e spiegamelo. Qua siamo oltre l'assurdità psicoanalista del bodybuilder che mostra quello schifo bitorzoluto. Sono convinti che più emulano i greci nudi e virili, meno ridere fanno. E sono io da criticare? Una cosa è lavarsi alla giapponese, per cui il corpo non ha nulla di tabù e simili, come per i nudisti. Loro no nhanno problemi, non ci sono neanche stupri e simili perchè non hanno preconcetti, e non giudicano l'altro. Ma quando cè da dire che un corpo nudo è ridicolo, lo è. Da vestito fa più figura..." urlando mostrando solo la testa fino al collo e battendo la mano dal nervoso contro il muretto davanti a lei

"Questa discussione è totalmente assurda. E tu ti stai nascondendo dopo quanto hai detto... perchè? Non hai niente da nascondere perchè hai rimrpovato due volte, mi sembra gli uomini, negli spogliatoi, in qualunque condizione fossero. Le altre non lo so , ma la terza perchè già cèro e me lo hanno detto. Non hai avuto problemi di sorta e li hai pure presi per vermi pallidi. E perchè tu ti nascondi?"

"E' una discussione assurda e ridicola. Se io non amo chi fissa come un allocco, avrò il diritto di incavolarmi. Io non li guardavo ma sai, erano tutti mezzi nudi o nudi, ma non mi sono scomposta o altro perchè non sono il tipo. E li guardavo in faccia, il mio discorso era per l'uomo in generale. E ora che neanche cèri, fai la morale. Non ti sei fatto annunciare, non hai detto nulla, non so neanche da quanto tempo sei rimasto lì allampanato e mi hai pure presa per pazza... cosa stavi facendo!" sciommiottandolo "quando stai in mezzo a gente che si pavoneggia nuda dicendosi degni rappresnetanti nel fisico a abilità ai vecchi greci, col gamberetto di fuori e pure unto e parli di me. E sarei io la fuori di melone per cercare di non sentire il freddo?"

"Ah... sembrava all'inizio che stessi male o che ondeggiavi per un malore, poi sembrava troppo strano e mi ricordava quelle tizie mascherate e le gonne enormi. Ma mi sono detto che non era possibile, figurarsi se tu...."

"Cosa...!"

"Niente... ti lascio le cose qua. Tu... esci quando vuoi, non guardo più! E comunque ti stavi solo lavando non cèra niente di sconcio o altro..." borbottando

"Che vuoi dire... aspetta! Mi senti, ti sto ordinando di fermarti e dirmi le cose in faccia invece di sbottare andandotene..."

"Non vuoi che ti parlo mezza nuda, ti lascio ricomporti e parlare tra civili. Hai detto così, no?"

"Grrr...."



Accovacciato a legare vari stracci tra loro e ad un'asta di ferro della costruzione, Gask non si accorse di Kianta, finchè non sentì come ringhiare alle sue spalle. Non ebbe il tempo di dire nulla che lei con tutta la sua forza alzò in avanti il piede, dopo averlo portato all'indietro, e lo indirizzò sul sedere del ragazzo, facendolo slittare in avanti a faccia a terra.

"prova di nuovo a dirmi quelle cose e uso la tua bocca come scavatore manuale per uscire di qui...."

Gask squittì di dolore sia per la pedata, sia per la botta alla faccia. Grugnì alzandosi sui gomiti.

"ma che cazzo fai!" pulendosi la faccia e toccandoli il naso "potevo finire con il collo nella corda o infilzato dalla barra o..." ma si fermò dall'inveire cnotro di lei quando si votò a fronteggiarla, sulle ginocchia, e iniziò a sputacchiare come se stesse cercando di fermarsi.

"Mph!...mph!...ph ph... ah aha ha!"

"Cosa... Che hai adesso?"

Kianta aveva indossato gli abiti che lui aveva messo insieme alle lenzuola per fare un separè. Dei pantaloni viola melanzana, la tunica che usavano gli uomini lunga fino il ginocchio, e quel gilet verde squallido con tante tasche fino ai fianchi. Mancava solo il cappello e dall'espressione incavolata la potevano scambiare per uno di loro

"Ah... mph... nie..te.." cercando di non ridere

"perchè ridi! i miei puzzano di... fogna. Non avevo altra scelta! Solo tu hai trovato abiti mezzi decenti, vero? E' da quando mi sono svegliata che lo noto, tu hai trovato qualcosa, io mi devo accontentare di sembrare... bah" andandosene

"però mi hai fatto male..."

"ma finiscila, non te l'ho data così forte..."

"Si, lo so che non sei a posto, altrimenti per dove mi hai colpito sarei senza più niente, là sotto. NOn ti ho sentita..." pulendosi con una pezzuola "e comunque sarebbe ora che mi dicessi qualè il problema o non posso andarmene di qui..."

"E perchè non vai! Io posso aspettare qui senza problemi. magari vado a farmi un giro e sbuco fra i piedi di qualcuno come un coniglio... li beccherò prima o poi..."

"e le tue condizioni non credo che riuscirai..."

"Cosa ne sai delle mie condizioni. Non sei stato svibrato da quello stronzo..."

"No, ma i sintomi che mostri non sono secondo me legati a quello..."

lei si voltò a fissarlo, irata. Invece di rispondere gli diede le spalle, mise le mani sui fianchi e inizìò a osservare la zona più scalabile per andare ai piani superiori.

"perchè no nvuoi dirmelo..."

"Te l'ho già detto ore fa. Ho avuto le vertigini, tremori, nausea e...."

"quello è il prima, adesso non hai quei sintomi. Vomito anche se on hai mangiato, come se stessi buttando fuori pure l'anima, dolori addominali che ti fanno piegare in due, impossibilità a camminare, stanchezza, peggioramento col freddo..."

"..."

"dovremo allora aspettare..."

"Perchè... solo perchè non hai le risposte che vuoi? Tu pretendi da un tuo superiore cose?"

"Io non pretendo, chiedo la motivazione dei tui sintomi per sapere come gestire la cosa per uscire. Sei un mio superiore, ma stai meglio solo adesso... devo ricordarti..."

"Non voglio ricordare ninte. Ok, vuoi sapere? Oltre i sintomi di quella cosa che mi ha fatto, ho quelli del ciclo. Ti va bene? Riesci a compreder ecome ti sento o giustamente non puoi..."

"Aspetta... hai il ciclo? Ma se facevi..."

"Ooohhhh quanto sei tardo! Non ho quelle cose, per mia fortuna. Ma i sintomi. Tutti! Ci manca pure che mi vengono... ma non dovrebbero, non è possibile, eppure i sintomi ci sono..." iniziando a discutere e lamentarsi camminando in cerchio rabbiosa

"Ok, hai solo i sitnomi, ora ho capito. Ma esattamente come puoi averli? Voglio dire..." vendola voltarsi con occhi nervosi verso di lui "so che tu odi la tua condizione e avevi... insomma... tolto tutto!"

"Chi ti ha detto questa cosa? Secondo te se avevo tolto tutto potevo andare nel panico perchè ho i sintomi e temo che vengano? ovvio che no! Ho un dispositivo nel braccio, digitale, che rilascia un farmaco bloccante come le pillole normali anticoncezionali. Solo che dovrebbe durare anni e sicuro, rispetto a quelle. Fatto su misura per me, diciamo. Ma ora ho quei sintomi..."

"E se non fossero quelli...?"

"Purotrppo si riconoscono...." depressa

"magari è solo cosa si trascina dai precedenti. Magari è solo la pancia per..."

"se ti dico che sento che sono quelli, è così!Tu non puoi acpire come si sente in tutti sensi, quando è quello..."

"Lo senti...?!?"

"Basta!" fermandolo con una mano "cè qualcosa di importante da fare, invece che parlare di schifo e farmelo ricordare. Non mi verrà, nonci saranno e io starò bene..." come se lo dicesse a se stessa per convincersi "adesso cè altro da fare..."

Gask seguì il suo sguardo quando la vide restare fissa su qualcosa, e vide che la sua attenzione era legata al paracadute con l'approvigionamento ancora attaccato. E lei lo stava studiandolo, per poi incamminarsi verso una zona dei piani inclinata e più vicina.

"Inutile che ci pensi. io ho tentato di giungere ai piani sopra, ma come puoi vedere a terra, non ha retto il mio peso e ho preferito vedere se, sveglia, potevi avere altre idee...."

"Il tuo corpo è troppo massiccio e... il mio parkour è meglio del tuo..."

Gask non ebbe tempo di dire nulla che la vide fare una rincorsa e, con il piede, fare leva sul muro per effettuare una corsa laterale e raggiungere la pendenza del piano superiore, aggrappandocisi. Issata su, dopo che lui è corso sotto, la vide correre seguendo quello che per loro poteva essere un percorso e affrontarlo, mentre calcinacci e rumori del pavimento chelei calpastava protestavano. Ma reggevano.

"Cosa fai, scendi! Se tu rischi..."

"taci, devo concentrarmi...."

La seguì con gli occhi mentre si aggrappava a una parete con una rientranza per seguirla, con le mani, e giungere al punto che le interessava.


 

   
 
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