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Autore: m a y    16/12/2020    1 recensioni
«La giovinezza è felice, perché ha la capacità di vedere la bellezza.
Chiunque conservi la capacità di cogliere la bellezza non diventerà mai vecchio.»
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II. Il giorno di Halloween è il più allegro dell’anno. O così dice Min Yoongi, il ragazzino buio e tenebroso della scuola media di Daegu: è da tutta mattina, infatti, che ha stampato in faccia un sorriso inquietante e disegna zucche, fantasmi e pipistrelli su ogni superficie che trova.
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VI. Era da un po’ di giorni che il ragazzo dormiva profondamente – forse troppo – e si svegliava tardi per poi correre frettolosamente cercando di non farsi vedere dai suoi superiori. Il problema erano i suoi sogni: così belli, così veri… e Hoseok non poteva svegliarsi, non voleva svegliarsi, perché sapeva perfettamente che la realtà era ben diversa.
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VII. Chiara si blocca per un momento e scava all’interno della sua memoria. La scena descritta da Jimin ricorda vagamente la biblioteca di Hogwarts, scuola di maghi e location principale dei celebri libri di Harry Potter, di cui la ragazza ne va matta.
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{ raccolta di one-shots | BTS + other k-pop groups | aggiornamenti irregolari! }
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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 VII.

You know, you're like me!


college!au | Park Jimin + fem!OC



 
- Ti va di fare qualcosa nel week-end? Ad esempio mangiare un gelato o guardare una serie tv? A meno che tu non voglia come al solito…
- …studiare. Ecco che farò, e ti consiglio di fare lo stesso se lunedì vuoi prendere un voto decente.
La ragazza bionda sbuffa e mostra in viso un’aria annoiata e al tempo stesso rassegnata. Cercare di indurre Chiara a trascorrere un fine settimana lontano dai libri non è stata la migliore delle idee.
- D’accordo, hai vinto. Studierò duramente.
- Così mi piaci, Wendy. Ti prometto che… la prossima settimana andremo in gelateria. Quella che si trova in piazza, visto che ti piace così tanto! – conclude Chiara, strizzando l’occhiolino all’amica, la quale risponde prontamente con un largo sorriso.
Le ragazze si allontanano e Chiara si avvia verso il suo appartamento, una modesta casetta di tre piani color giallo limone situata nella periferia di Londra, poco lontano dal College. I riccioli castani giocano con il vento a dispetto della ragazza, lo zaino ondeggia ritmicamente sulle sue spalle, stracolmo di libri e quaderni. Arrivata a casa la ragazza sospira, sale le scale – all’apparenza eterne – e giunge finalmente di fronte alla porta verde menta, decorata opportunamente dai suoi coinquilini.
- Sono arrivata! – annuncia Chiara una volta entrata: l’aria è impregnata di un forte odore di cipolle e peperoncino. La ragazza storce il naso disgustata: – Jin, che hai combinato? – grida questa in preda ad un violento attacco di tosse.
- Perdonami! Volevo provare qualcosa di forte e… accidenti! – risponde nervoso un ragazzo alto dalle spalle forti e robuste, nel disperato tentativo di sistemare la cucina armandosi di guanti e coltello.
- Con quello non penso proprio che sistemerai qualcosa – riflette Chiara alludendo al coltello nella mano destra dell’amico. – E se te lo dice una che di cucina non se ne intende… -
Il fuoco impazzito cessa a poco a poco e l’odore del cibo lascia spazio a una puzza di bruciato.
- Era meglio l’aragosta, lo sapevo. – conclude Jin lisciandosi il grembiule rosa dato in eredità dalla nonna.   
– Fortunatamente ho della pasta avanzata, se ti va! – ridacchia il ragazzo come se nulla fosse successo. – Credo che possa bastare per entrambi… - Chiara nel mentre deposita lo zaino sul divano e si toglie la giacca azzurra, la sua preferita. – Entrambi? Jackson e Felix? Loro non ci sono? – domanda questa in tono interrogativo.
All’interno dell’appartamento vi abitavano da ormai un po’ di anni quattro ragazzi: Jin, il più grande, giunto al primo anno di università di medicina con il massimo dei voti; Jackson, ragazzotto muscoloso dedito allo sport e meccanico nel tempo libero; Felix, aspirante ingegnere, e infine Chiara, l’ultima arrivata, la quale sperava di avere una compagnia femminile. Nonostante questo al suo arrivo si era subito trovata bene.
 - Oggi sono fuori a mangiare, quindi avremo un pranzetto romantico solo noi due, tesoro – risponde Jin, arrossendo un poco alla parola tesoro.
- Perfetto, mi va bene anche così messere – dice in tono scherzoso la ragazza accomodandosi poi al tavolo.
I due discutono sulle loro vite scolastiche e Jin si interroga su quale strada voglia percorrere tra le tante che si trovano nell’immenso campo della medicina. Chiara lo ascolta sbocconcellando briciole di pane immerse nella passata di pomodoro. Quest’ultima prende poi la parola, raccontando in modo grottesco la sua normalissima mattinata a scuola, e per poco Jin non si strozza con il cibo.
- Così finirai per uccidermi, Chiara! – ride Jin asciugandosi le lacrime dagli occhi. – Ora, visto che siamo solo noi due… posso chiederti una cosuccia? – domanda poi il ragazzo, facendosi improvvisamente serio.
- Okay… ti ascolto. – risponde Chiara appoggiando la forchetta sul tavolo. Il moro prende un respiro profondo e si guarda attorno, come se cercasse una risposta lungo i muri della casa.
- Sei interessata a qualcuno? Intendo… sentimentalmente. – chiede Jin, quasi in un sussurro.
La diretta interessata spalanca gli occhi, sul viso un’espressione mista di sorpresa e… paura? La verità è che non lo sapeva nemmeno lei cosa rispondere. In tutto il tempo in cui era stata lì aveva soltanto fatto amicizia. Certo, Jackson sapeva sempre stupirla con i suoi muscoli e l’aspetto affascinante, Felix la faceva ridere per ore con i suoi scherzi e la sua simpatia, infine Jin… che risposta si aspettava da lei? Chiara non lo sapeva, non lo sa.
- No, non penso. – risponde freddamente la ragazza, alzandosi e dirigendosi nella sua camera, l’unico posto di quella casa dove poteva stare completamente sola. Jin rimane seduto a tavola, lo sguardo perso in cerca di risposte. Rassegnato si alza anche lui e abbandona il grembiule sul tavolo. Forse Jin era interessato a qualcuno, un qualcuno che ha scoperto non ricambiare, anzi, non amare nessuno. Il ragazzo, indeciso sul da farsi prende un piatto bianco e comincia a lavarlo con cura, facendo lo stesso con i restanti.

 

Lunedì 19 Maggio. Ore 11:30.
Una volta salutata Wendy durante l’intervallo, Chiara ritorna frettolosamente nella sua classe. Il professore è in piedi e al suo fianco c’è un ragazzo. Il suo aspetto è singolare e la ragazza non può fare a meno di soffermarvisi: non è molto alto e sicuramente non è originario inglese. I tratti del viso richiamano l’Asia, in particolare la Corea del Sud; i capelli sono di un arancione acceso e gli occhi sono marrone scuro, quasi nero. Non ha ancora ricevuto la divisa, pensa Chiara, perché al momento indossa una giacca color celeste e dei jeans chiari.
- Studenti, vi presento Park Jimin. Si è appena trasferito dalla Corea assieme ai suoi genitori per motivi di lavoro ma, fortunatamente, sa perfettamente l’inglese. Non fatelo sentire troppo a disagio, mi raccomando! – conclude il professore sistemandosi gli occhiali sul naso e dando una sonora pacca al nuovo arrivato. Quest’ultimo gli sorride amichevolmente per poi lasciare spazio ad un sorrisetto malizioso indirizzato al gruppo di ragazze sulla sinistra, le quali rispondono ridacchiando.
Non fatelo sentire a disagio, eh? È lui che fa sentire a disagio noi riflette Chiara abbassando gli occhi sul suo libro.
- Prof! – la voce di Park Jimin emerge dal vociare generale della classe: - Dove mi siedo? Qui non ci sono posti liberi. – Il professore alza la testa e indica con un cenno della testa il banco adiacente a quello di Chiara: - Può sederti lì se desidera.
La castana alza gli occhi al cielo e sposta lo zaino precedentemente abbandonato sulla sedia in parte alla sua. Il ragazzo dai capelli arancioni si siede accanto a lei, si leva la sacca stracolma di spille e la getta sul pavimento, noncurante. Un profumo inebriante invade le narici di Chiara. Questo è sicuramente Cool Water. Ne sono convinta.
Durante la lezione Jimin non muove un muscolo; se ne sta impalato sul suo banco, rivolgendo qualche sorrisetto qua e là e sbuffando rumorosamente. Chiara cerca di ignorarlo continuando a prendere appunti e ascoltando le nozioni dell’insegnante.
- Come ti chiami? – chiede Jimin sottovoce. Oh no. Questa non ci voleva.
Chiara alza timidamente lo sguardo e incrocia i suoi occhi con quelli scurissimi del suo vicino.
- Mi hai sentito? Oppure non hai un nome e basta? – replica spazientito il ragazzo.
- Mi chiamo Chiara. Da quanto tempo ti sei trasferito qui, Jimin?
- Chiara? – esclamò l’interessato, sorvolando completamente la domanda.
- Non sembra minimamente un nome inglese. E non è neanche così bello.
- Vogliamo parlare di Jimin? – sbotta la ragazza continuando a leggere. – E per tua curiosità non sono inglese. Sono originaria italiana.
- Ora si spiega tutto – dice Jimin accomodandosi sulla sedia troppo piccola. – Sei una nuova arrivata come me.
Chiara fa per replicare quando la voce del professore la ferma: - Basta con questo chiasso! Fuori entrambi in punizione! – quest’ultimo alza minacciosamente il gesso e indica la riccia e il ragazzo in parte. Punizione?
Jimin si alza noncurante e aspetta che anche Chiara faccia lo stesso. Prima punizione della mia vita, grandioso. Pochi secondi dopo i due studenti si trovano fuori dall’aula, nel silenzio dell’immenso corridoio, in preda alla rabbia e all’imbarazzo. – Grazie tante, Park Jimin, mi hai appena spedito in punizione dopo anni che non ci andavo… a dirla tutta non mi è mai capitato tutto ciò quindi grazie ancora! – sbotta Chiara accasciandosi al muro e prendendo le ginocchia per le braccia. Il ragazzo non proferisce parola, si occupa soltanto di sistemarsi i capelli color arancia e si appoggia alla porta della classe. – Se fosse veramente colpa mia avrebbero sbattuto qui fuori soltanto me. E poi di cosa ti lamenti? Credo che ognuno di voi voglia prendere un po’ d’aria durante la lezione, no? – conclude Jimin con aria annoiata.
- D’accordo, ma non di certo il primo giorno! – dice Chiara agitando le mani. A quelle parole il ragazzo si abbassa fino a che il suo viso non è esattamente di fronte a quello della riccia. – Ti stai preoccupando per me? – domanda in un sussurro, inarcando un sopracciglio. Una smorfia compare sul viso di Chiara: – Non ho detto questo.
- Quindi non lo neghi. Sono sicuro che l’hai pensato.
- Jimin, non credo sia il momento di…- la porta si apre e compare il professore, sul viso un’aria severa ma al tempo stesso cordiale. – Chiara, la tua punizione è terminata. Posso parlarti un secondo?

 

Lunedì 19 Maggio. Ore 13:30.
- Mi stai dicendo che aiuterai Jimin nello studio? Park Ji-min? – domanda meravigliata Wendy sbocconcellando un panino al salame comprato di fortuna al chiosco di fronte al College. – Vorrei tanto essere al tuo posto Chiara! Deve essere fantastico… - conclude la ragazza in tono sognante, abbandonando il suo panino e garantendo un pranzo delizioso ai piccioni.
- Io non ne sarei così felice se fossi in te. Insomma… Jimin è malizioso, arrogante, testardo e…
- Super affascinante, ammaliante, sensuale e con un fisico mozzafiato? Hai perfettamente ragione! – ride Wendy al vedere la faccia arrabbiata dell’amica. – Scusa, stavo solo scherzando… più o meno.
Chiara annuncia – per niente contenta – che quel pomeriggio sarebbe stata in biblioteca assieme a Jimin e lo avrebbe aiutato nelle materie più complesse, il tutto accompagnato naturalmente da una Wendy con la testa fra le nuvole.
- D’accordo. Ma non prenderci troppo l’abitudine! Sto ancora aspettando il mio gelato! – grida Wendy strizzando l’occhiolino per poi dileguarsi.

Lunedì 19 Maggio. Ore 14:45.
È in ritardo di un quarto d’ora riflette Chiara mentre attende il suo “nuovo studente”. Appoggia le mani ad un tavolo di legno della biblioteca e tamburella freneticamente le dita. Non dovrebbe essere così nervosa, e invece si ritrova tesa come una corda di violino. Perché mai? Tanto, è solo Jimin. La ragazza alza la testa cercando una distrazione, quando in lontananza scorge la testolina arancione e la sacca in spalla tipiche del suo vicino di banco.
- Eccomi qua, zuccherino. – Chiara a quell’affermazione rotea gli occhi disgustata. – Non chiamarmi in quel modo. Su, siediti, così inizieremo subito.
La ragazza non aveva mai affrontato una sfida simile in vita sua. Era più facile combattere un boss ai videogiochi, o cambiare i pannolini a più di cinquanta bambini (come aveva già sperimentato in precedenza durante un tirocinio in un asilo), ma mai si era ritrovata a faticare così tanto per convincere uno stupido ragazzo a studiare un pochetto. Mai.
Jimin, in tutta risposta, si guarda attorno con aria persa, come se i libri, la biblioteca, persino Chiara, non esistessero. Ogni tanto prende la matita e comincia a smangiucchiarla, facendola rigirare tra le sue labbra carnose; poi una volta stufo prende il libro di geografia e lo appoggia in testa, sperando che si trasformi magicamente in un parasole.
- Con questo abbiamo finito… finalmente. – conclude Chiara pronunciando tra i denti l’ultima parola. – Riesci a riporre il libro lassù? – domanda poi rivolta al ragazzo. – Per favore?
Jimin la guarda un secondo poi sorride: - Perché non lo lasci qui? Scommetto che in questa biblioteca i libri si rimettono al loro posto da soli!
Chiara si blocca per un momento e scava all’interno della sua memoria. La scena descritta da Jimin ricorda vagamente la biblioteca di Hogwarts, scuola di maghi e location principale dei celebri libri di Harry Potter, di cui la ragazza ne va matta.
Impossibile, riflette quest’ultima, non può essere un fan di Harry Potter. Non può.
Jimin nel mentre intreccia le dita delle mani e comincia a scrocchiarle, una ad una; prende poi un pacchetto color rosa tenue dalla tasca e comincia a mangiare delle caramelline gommose.
- Ne vuoi una? Non sono velenose.
- E meno male! Oh, grazie. – Chiara prende due caramelle dall’aspetto invitante. – Sai – prende la parola l’arancione di capelli – ricordano le gelatine tutti gusti +1. Sai di che parlo, giusto?
Ti sei sbagliata, è possibile eccome. La riccia rimane un secondo con la bocca spalancata, dopodiché ingoia la caramella e sorride: - So perfettamente di cosa stai parlando. Sono una grande fan di Harry Potter.
- Siamo in due allora. – risponde Jimin facendo l’occhiolino. E per la prima volta, l’atteggiamento arrogante e menefreghista di Park Jimin svanisce, lasciando spazio ad un ragazzo appassionato di streghe e maghi e cresciuto probabilmente collezionando le loro bacchette. – Sei piuttosto stupita, Chiara, come mai?
- Oh, beh… - trova a stento le parole: - sai, non pensavo ti piacesse questo genere di cose. Mi davi l’idea di un… come dire… strafottente. – conclude la ragazza soffocando una risatina nervosa, e cercando di non gridare quando vede avvicinarsi Jimin in modo apparentemente minaccioso.
- Hai perfettamente ragione, zuccherino.
Chiara tira un sospiro di sollievo e sorride, senza sapere nemmeno come e soprattutto perché. Jimin, di fronte a lei inclina la testa di lato e si morde il labbro, indeciso su quale possa essere la prima domanda da porre alla ragazza. – A quale casata appartieni?
- Tassorosso.
- Tassorosso? Mi aspettavo già Grifondoro, o al massimo da te Ccorvonero. Beh, come avrai capito io sono un Serpeverde. – sussurra Jimin, imitando con la lingua un serpente.
- L’avevo intuito. Dì un po’, giovane serpeverde, qual è il tuo patronus? È un fattore importante. – chiede stavolta Chiara, non resistendo più alla curiosità. Jimin è il primo ragazzo con cui parlava di Harry Potter e del suo mondo. A Wendy non aveva mai interessato granché, men che meno ai suoi tre coinquilini, a parte forse Felix.
- Un gatto.
- Deve essere bellissimo.
- Lo è. Esiste veramente la magia se ci credi. Tu ci credi, Chiara? – domanda Jimin un po’ titubante; l’aria da superiore che possedeva poco fa è completamente svanita. – Sì – risponde la ragazza – ci credo eccome.
- Allora, non siamo così diversi come credevo. Sai, sei simile a me!

 

Venerdì 30 Maggio. Ore 17:25.
Dopo quell’episodio per la riccia non fu più così fastidioso dare lezioni private a quel ragazzo. Sapeva che dopo due o tre orette di studio intenso potevano rilassarsi discutendo riguardo a Harry Potter. Non se lo sarebbe mai aspettato, e nei giorni successivi attendeva con febbricitante attesa l’arrivo di Jimin per poterci stare assieme. Lui ti piace? No, non può essere, non deve essere. Ma temo lo sia già.
Wendy aveva notato qualche cambiamento nella personalità originariamente ottusa della sua migliore amica: ora era più propensa a nuove attività oltre allo studio. Dal canto suo Chiara quasi si divertiva a vedere Jimin nel suo solito atteggiamento da duro lungo i corridoi, per poi assistere ad una trasformazione appena metteva piede nella biblioteca. Wendy aveva poi dedotto che facevo questo soltanto con Chiara, anche se quest’ultima non ci credeva.
Anche all’interno dell’appartamento si respirava un’aria diversa. Felix non ne poteva più di starsene rinchiuso in casa e già sperava con aria sognante una bella vacanza con gli amici. Jackson trascorreva la maggior parte del tempo in palestra ad allenarsi e Jin, beh, Jin teneva pulita la casa e continuava a studiare duramente.
Chiara si avvicina a quest’ultimo, indecisa se parlargli o meno. Lui deve saperlo, per quanto lo possa ferire.
- Jin, ricordi quando mi domandasti se fossi interessata a qualcuno? Beh, credo di avere una risposta. – Il ragazzo mostra in viso un’espressione sorpresa. – Ti ascolto, cara.
Chiara gli racconta tutto: di Jimin, delle lezioni in biblioteca, di come abbia scoperto in lui un grande fan di Harry Potter. Conclude poi ammettendo che Jimin le piace, nonostante il carattere a volte scostante. La ragazza ha paura di cosa risponderà Jin, ancora concentrato con le mani conserte sul petto.
- Jin, io… so a cosa stai pensando. E mi dispiace davvero. Non poter, insomma, ricambiare i tuoi sentimenti per me, e…
- C-cosa? – la interrompe Jin. Quest’ultimo riflette un secondo e scoppia poi in una sonora risata. – Temo ci sia stato un fraintendimento. Io, senza che tu ti offenda, non ho mai provato quel genere di sentimento nei tuoi confronti. La verità è che, ecco… sono cotto di Wendy, la tua migliore amica. Solo che mi imbarazzavo un po’ e…
Chiara si alza dal tavolo frastornata. Quindi Jin non era innamorato di lei. Si era sbagliata su tutto. E non poteva esserne più felice, dal momento che aveva appena scoperto che il suo coinquilino si era innamorato perso della sua amica del cuore.
- Jin, è una notizia fantastica! – grida la ragazza in preda all’emozione per poi gettarsi al collo del moro.
Poco dopo qualcuno bussa alla porta. I due ragazzi alzano la testa e si guardano con aria interrogativa. Chiara si avvia all’entrata aprendo lentamente la porta color menta: dall’altra parte compare un ragazzo con indosso una giacca in pelle nera, pantaloni dello stesso materiale e un casco fin troppo grande sulla testa. Il giovane se lo toglie e rivela una chioma spettinata color arancione.
- Jimin!
- Ciao, ragazza tassorosso. Lui è Jin, non è vero? – domanda Jimin sistemandosi i capelli. Jin è sconcertato, probabilmente perché ha di fronte a sé il ragazzo di cui Chiara è innamorata, oppure perché Jimin conosce il suo nome, o ancora perché ha notato lo zerbino infangato. – P-piacere.
Jimin sorride ad entrambi, dopodiché prende con sé Chiara e avvicina il suo corpicino al suo: - Ti va un giro in moto con me? Ti porterò dove vorrai.
- Anche ad Hogwarts?
- Anche nel mio cuore.

 
 


Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.
Questa storia è di pura invenzione e i caratteri dei personaggi non corrispondono alla realtà, sono soltanto frutto della fantasia dell’autrice.


© ma y

 

L'angolino di m a y

Ed è giunto il momento di Jiminie!
Data la marcata dualità del nostro mochi, per questa one-shot ho deciso di affibbiargli il carattere che presta solitamente sul palco, ovverosia sexy e affascinante.  Il tutto condito da un’original character femminile, indispensabile per la buona riuscita di questa trama.

Non potevo non scrivere qualcosa di inerente a Harry Potter, per cui ho pensato a qualcosina da dedicare a questo mondo magico, stupendo, fenomenale e via dicendo e ho partorito questa OS. So che vi aspettavate qualcosa di diverso, del tipo: un piccolo serpeverde quale è Jimin girare per Hogwarts e fare lo strafottente con tutti­… ovviamente volevo distaccarmi dall’Hogwarts! AU, dato che era fin troppo scontato, ma sono accidentalmente ricaduta in un college!AU. Chiedo umilmente perdono.
Nonostante questo piccolissimo dettaglio, ho amato – e spero anche voi - i riferimenti (seppur pochi) a Harry Potter e i vari headcanons qua e là riguardanti i Bangtan, come l’amore incondizionato per l’aragosta per il nostro Jin. 

Spero vi sia piaciuta, lasciate un commento se vi va!
   
 
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