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Autore: _ K a r i n    16/12/2020    0 recensioni
[OC x Senku; platonico] [OC x Ryusui; romantico] “Non sei solo un amico per me, Senku, sei come un fratello! Non ti libererai presto di me, è ovvio al millemila per cento che ti aiuterò a risvegliare l’umanità!”.
Harukaze Hana era sempre stata una bambina estremamente curiosa. Cresciuta leggendo libri di medicina e di botanica al posto di manga, lei ama tutti i tipi di piante, ma le sue preferite sono i sempreverdi: Hana ama ergersi a busto alto e schiena dritta con le braccia aperte, come dei rami, e con le mani invitanti, proprio come le sue foglie verdi. Sempre pronte ad accogliere ed aiutare i suoi amici come meglio poteva, non importa le intemperie del tempo o cosa potesse accaderle. Così, quando il mondo venne investito da una luce verde che pietrificò tutta l’umanità, lei si risvegliò in una caverna accanto ad un Taiju ancora pietrificato, in una seconda età della pietra.
Con la consapevolezza di essere la seconda umana risvegliata, dopo l’amico-fratello Senku, il medico-tuttofare del regno della scienza si promise di aiutarlo a tutti i costi nel loro obiettivo di risvegliare l’intera umanità.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ishigami Senku, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo Uno:

Stone World

 

Harukaze Hana, nuda, in piedi davanti all’entrata di quella caverna, cominciava a desiderare, con tutta se stessa, di stare sognando. Davanti a lei c’era un paesaggio rigoglioso e poteva intravedere i corpi di tutti gli altri essere umani, i quali erano come l’amico Taiju ancora dentro la caverna, ovvero tramutati in statue. Quello era davvero il Giappone? Quanto tempo era passato?

Hana rimase scioccata, ferma lì in piedi, investita dai ricordi di quella lontana giornata, mentre la paura di essere davvero rimasta completamente sola prese il sopravvento su di lei. L’unica, ultima, preoccupazione della ragazza era stata quella di trovare qualcuno che l’amasse, come Taiju amava Yuzuriha. Ma non si era aspettata quel cambio di eventi. No, quella mattina non avrebbe mai immaginato che si sarebbe trovata in una situazione simile…

 

**

 

-…e dicendo così, lui mi ha rifiutato! Adesso, cosa c’entra il fatto che io e te siamo amici? Da quando in qua, un maschio e una femmina non possono avere un rapporto d’amicizia? Non è illogico, Senku?- esclamò una confusa Hana, mentre si sfogava sgranocchiando pocky nell’aula del club di scienze, nello sgabello a fianco l’amico.

Senku non le rispose nemmeno, conoscendola ormai alla perfezione: sapeva che all’amica d’infanzia capitava spesso di prendersi una cotta per qualche ragazzo e che, ogni volta che si dichiarava, veniva irrimediabilmente rifiutata per qualsiasi tipo di motivo. Sapeva, perciò, che era meglio lasciarla sfogare in silenzio e nel giro di qualche ora si sarebbe calmata e lei gli avrebbe fatto la solita proposta. Accadeva sempre così e Senku, per quanto trovasse illogico quel sentimento chiamato amore, restava comunque ad ascoltarla ogni volta.

-Nee Senku…- lo chiamò sconsolata, appoggiando nel tavolo il capo dai folti capelli ramati, lunghi fino alle spalle, quasi tendenti al rosso.

Senku voltò lo sguardo dall’esperimento che stava compiendo verso la ragazza.

-Dopo la scuola, andiamo a mangiare del ramen… offro io-

Proprio quello a cui si riferiva prima. Anche questa sua voglia di ramen e di trascinarlo a forza era qualcosa che accadeva spesso (soprattutto in quelle occasioni), e Senku, che ci aveva fatto l’abitudine, ormai non ci faceva più caso.

-Ma non dovresti essere al club di karatè, invece? Sei o no il loro capitano?-.

-Nope! Oggi non ci sono allenamenti! Allora, ci stai?-.

Il ragazzo riportò i suoi occhi rossi nel suo esperimento mentre sospirava e annuiva, facendo ritornare il sorriso alla ragazza, la quale adesso raddrizzava la schiena e il capo contenta. Gli altri membri del club osservarono in silenzio quella scena, a cui vi avevano, ormai, fatto il callo. Nella loro mente, un pensiero comune: probabilmente nessun ragazzo riuscirebbe a superare l’ostacolo chiamato “Ishigami Senku”.

In quel momento la porta del club si aprì di scatto e un determinato Taiju vi entrò urlando.

-Senku! Hana! Ho deciso che oggi dopo cinque anni mi dichiarerò a Yuzuriha!-

-Oh, questo si che è interessante. Farò il tifo per te a squarciagola da qui.-

-Davvero? Grazie Senku!-

-No, scimmione. Non ho nessuna intenzione di farlo.-

-Cosa? Non sei dalla mia parte?-

Hana in quel momento si mise a ridacchiare. -Io invece ti supporterò con tutta me stessa anche per Senku, Taiju!-

Il ragazzo le fece un grosso sorriso. -Grazie Hana!-

-…ma come mai questa decisione dopo tutto questo tempo? Cioè, sono felice per te, ma come mai?-

Senku annuì alle parole della ragazza. -Esatto. Non confessarle i tuoi sentimenti in questi cinque anni è insensato.-

Senku si girò prima di continuare.

-Ti fornirò un metodo assolutamente scientifico.-, dicendo così prese un ampolla con un intruglio dentro.

-Questo aumenterà drasticamente la tua secrezione di feromoni. È una sorta di pozione d’amore. La probabilità di successo è del millemila per cento, te lo garantisco!-

Taiju, però, prese in mano l’ampolla, per buttarne via il contenuto, facendo sobbalzare tutti gli altri studenti di quel club scolastico.

-Grazie Senku, ma devo rifiutare! Non voglio affidarmi a questa brodaglia!-

Detto questo, Taiju uscì dall’aula, sempre con un’espressione determinata e Hana lo fissò uscire con un sorriso di ammirazione sulle labbra. Sperava sul serio che la confessione d’amore sarebbe andata bene per lui. La ragazza sapeva, infatti, da quanto fosse innamorato il ragazzo ed essendo Yuzuriha la sua migliore amica, aveva una certa sensazione di come la dolce castana avrebbe risposto.

-Nee Senku… quella non era assolutamente una pozione d’amore, giusto?- chiese, una volta riportando lo sguardo sull’amico.

Il ragazzo sghignazzò mentre lanciava un fiammifero accesso nel contenuto, bruciandolo.

-Esatto, mille punti per te, Ivy! Quella era semplice benzina che ho ricavato dai tappi delle bottiglie di plastica-.

-I tappi delle bottiglie?- un ragazzo del club chiese.

-Stupido, pensa alla composizione del polietilene. Ho solo eliminato l’idrocarburo dalla catena della benzina.- rispose Senku.

-Allora se Taiju l’avesse bevuto sarebbe morto- un altro ragazzo del club esclamò. Hana, che già conosceva la risposta che Senku avrebbe dato, sorrise e allungò la mano per prendere un altro pocky, finendo il pacchetto. La ramata mangiucchiò con entusiasmo l’ultimo bastoncino di cioccolato.

-Ku ku ku… ero sicuro al millemila per cento che quello stupido non l’avrebbe mai bevuta!-.

 

 

Hana, Senku, e altri ragazzi del club di scienze fissavano dalla finestra Taiju e Yuzuriha, scommettendo.

-Scommetto cento yen che lo rifiuta-.

-Facciamo cinquecento-.

-Io metto mille-.

Senku si avvicinava alla macchinetta delle merendine lì vicino per comprare due bibite, una per se stesso e l’altra per Hana, la quale aveva accettato con un piccolo ghigno.

-Diecimila che inaspettatamente ricambia- disse il ragazzo, sorprendendo gli altri.

-Cosa?-.

-Pure io!- esclamò contenta la ramata, aprendo la bibita. Portò i suoi occhi giallastri da gatto sulla coppia, senza spegnere il suo sorriso. Hana sapeva come la pensava Senku sull’argomento “amore”: utile solo a portare in tilt il cervello. E l’amico era qualcuno che non voleva che la propria mente venisse alterata per “simili illogiche sciocchezze”. Invece, lei ne era sempre rimasta affascinata. Harukaze Hana era sempre stata una tipa curiosa del mondo che la circondava, ed era per quel motivo che amava a mai finire il campo della medicina e delle erboristeria. Amava scoprire tutto quello che poteva influenzare la natura e l’uomo, anche le minime cose. Questo comprendeva anche sentimenti come l’amore. Voleva scoprire cosa voleva dire, rimanere perdutamente innamorata e scoprirsi ricambiata, da quella stessa persona. Cosa potesse portare al disinnamoramento, lo stesso che portò i suoi stessi genitori al divorzio, e perchè in altri casi la coppia rimaneva unita a vita. Voleva solo provare con la sua pelle cosa significasse essere in una relazione e capire meglio quel tipo di sentimento. Era questo il motivo che la portava a dichiararsi senza nessun imbarazzo a qualsiasi ragazza o ragazzo che stuzzicava il suo interesse. Come il ragazzo del terzo anno di cui aveva parlato prima a Senku. Che sbagliasse, in qualche modo, il suo approccio? Ah! Quanto voleva un ragazzo—!

I pensieri di Hana vennero bloccati, improvvisamente, dalla vista di una luce verde che avanzava dall’orizzonte. Per la sorpresa fece cadere il succo. Il tempo che il cartone toccò il pavimento… Hana, Senku, Taiju, Yuzuriha e tutto il resto del mondo rimase pietrificato.

 

Hana non riusciva a muoversi, circondata da quella oscurità. Non capiva cosa stesse succedendo e cominciava a provare paura. Si sentiva sonnolente e cominciava a perdere conoscenza. Che sia questa la morte?, si chiedeva e questo pensiero le faceva provare sempre più paura. Però, quella paura, al posto di lasciarla soccombere all’oscurità più totale, le diede l’adrenalina adatta per continuare a provare a restare cosciente. Non voleva ancora morire. Non poteva!

I suoi genitori stavano bene? Momo e Reiko? Il piccolo fratellino Ikki? I suoi amici? Senku, Taiju e Yuzuriha stavano bloccati in questo stesso buio senza fine? Hana decise che non l’avrebbe permesso. Non sarebbe morta senza sapere niente sulla condizione delle sue persone care.

Per questo avrebbe continuato a fare l’unica cosa che poteva fare in quell’occasione: restare cosciente. Pensare, solo pensare e ripensare. Rimanere coscienti per riuscire a sbloccarsi ed uscire da quell’oscurità un domani prossimo. Decise, quindi, di ripetersi, nella sua mente, in ordine alfabetico, il nome di tutti i tipi di piante e fiori che conosceva, con le loro proprietà, forma e funzione. Hana leggeva libri di botanica fin da quando era piccola, per cui la ramata si ritrovava un repertorio abbastanza vasto. Finita con la botanica, passava a tutto ciò che si ricordava di aver letto sulla medicina. Hana ringraziò mentalmente la sua memoria, e anche i suoi genitori, per quelle conoscenze che aveva acquisito.

Il padre, infatti, era un medico e per questo a casa Harukaze si trovavano solo libri di medicina che facevano compagnia a quelli di botanica, l’hobby della madre quando non era al negozio della famiglia materna a lavorare d’artigianato. Hana li aveva iniziati a leggere tutti fin da che aveva memoria, al posto dei soliti manga; grazie alla sua memoria fotografica, perciò riusciva a ricordare tutto ciò che leggeva. La ragazza, però, non credeva che quei libri, e quel talento, le sarebbero servite in quel modo.

Quando finiva quel repertorio, ricominciava nuovamente quel lungo elenco. Non provò a gettare via la spugna nemmeno una volta. Hana sentiva che Senku stesse facendo la stessa cosa, per questo non mollava. Anche se si sentiva sola, non lo era veramente. Si auto-convinse di ciò: doveva farlo. Lo conosceva bene, dopotutto, Senku.

È illogico arrendersi, se hai la forza di continuare”, Hana sapeva che il ragazzo le avrebbe detto quelle esatte parole.

Con un immaginario Senku ad incoraggiarla nella sua mente, Hana si ripeteva all’infinito quella lunga lista. Non importava quanto tempo ci avrebbe messo: era una persona paziente, lei. E poi Senku le avrebbe detto che sarebbe illogico lasciarsi nel panico. Pensare era l’unica cosa che poteva fare in quel momento e quello lei avrebbe fatto. Un giorno si sarebbe liberata da quella paralisi.

 

Passò tantissimo tempo, ma la convinzione di Hana non crollò mai.  Anzi, crebbe sempre di più. Voleva liberarsi da quelle catene che la tenevano imprigionata. Doveva farlo. Doveva.

Sentì il rumore di qualcosa che si spezzava e questo le fece capire istintivamente che fosse arrivato quel momento. Si sarebbe liberata, a tutti i costi!

Con quella determinazione, la pietra che la teneva imprigionata si ruppe e Hana si mise a sedere di scatto, prendendo grosse boccate di ossigeno. C’era un brutto odore nell’aria, ma a lei non interessava.

-Sono libera…- sussurrò con gli occhi giallo-oro posati in alto, sul soffitto di quella caverna, senza però rendersi conto di dove fosse. L’euforia di essere riuscita a liberarsi era così tanta che le si riempirono  gli occhi di lacrime di felicità.

Si riprese presto, però. Il venticello fresco la faceva rabbrividire e comprese il perchè una volta che si ispezionò. Era totalmente nuda su quel terreno roccioso, freddo, e attorno a lei c’erano dei resti di pietra. Dedusse che era ciò che la rendeva prigioniera e che, finalmente, era riuscita a rompere. Sarà l’acido nitrico che sentiva nell’aria? Non lo sapeva con certezza, ma ci avrebbe pensato dopo al perchè e al come. Hana passava, infatti, abbastanza tempo con Senku per sapere immediatamente che doveva esserci, per forza, una qualsiasi reazione chimica, a lei sconosciuta, alla base della sua depietrificazione. Probabilmente si trovava semplicemente nel posto giusto per casualità. O qualcuno l’aveva portata…, dedusse mentre notava accanto a sé il suo amico Taiju, ancora pietrificato.

Passò un attimo a fissare il resto della caverna, con le braccia a coprirsi impacciatamente il prosperoso petto nudo come meglio poteva. Inizialmente aveva sobbalzato nel vedere l’amico, ma dopo avergli toccato delicatamente la pelle del corpo di pietra, comprese che si trattava del vero Taiju, ancora pietrificato.

Hana non riuscì a frenarsi dal stringersi i pugni, con lo sguardo afflitto.

-Scusami, Taiju, vorrei tanto aiutarti, ma per adesso non so come fare…-. Hana si alzò in piedi dopo aver detto quelle parole, promettendosi che avrebbe salvato l’amico a tutti i costi.

Piano piano uscì da quella caverna e, quando i suoi occhi si abituarono alla luce, si bloccò alla vista dello scenario: una foresta rigogliosa si estendeva di fronte a lei e riusciva a intravedere anche altri umani tramutati in statue.

 

 

Dalla luce e dalla posizione del sole, Hana comprese che doveva essere mattina, intorno le nove-dieci. Ma quell’informazione, purtroppo, non l’aiutava in quel momento. Però ringraziava di essersi liberata durante il giorno e non durante la notte, o sarebbe morta dal freddo in un attimo.

Deglutendo, si strinse ancora di più le braccia al petto e cominciò ad esplorare, sperando di incontrare altre persone che si erano liberati come lei. Il solo pensiero di essere da sola in un mondo che somigliava sempre più a quello dell’età della pietra, l’angosciava solamente. Nel tragitto riuscì a coprirsi le parti intime con delle foglie rampicanti, meglio che poteva. Più camminava, più vedeva statue in giro, e più l’angoscia aumentava, insieme alla speranza, che tutto quello fosse solamente un sogno.

Capì di essere vicino ai pressi del terreno dove, una volta, sorgeva la sua scuola, quando vide un particolare albero di canfora. Era così familiare che l’avrebbe riconosciuto fra mille. Guardando meglio, le venne un sorriso mesto: c’era Yuzuriha, in forma di statua, che sembrava come protetta da quello stesso albero.

-Yuzu, anche tu…- potè dirle solamente la ramata, fissandola con aria triste. Il suo pensiero adesso andava verso Senku, che ancora non aveva incontrato. Che anche lui fosse pietrificato?

-Yuzu… questo non è affatto un sogno, non è vero?-, sospirava affranta la ramata dai tristi occhi dorati.

-Non voglio che tu e Taiju rimaniate pietrificati- disse con lo stesso tono triste, prima di avvicinarsi ai piedi dell’albero fino a toccare delicatamente la guancia di pietra della ragazza. -Sono consapevole che sia passato tanto tempo, anche se non so quanto di preciso… non so nemmeno dove sia Senku… ma ti prometto che farò del mio meglio! Io…!—.

Hana lasciò la frase a metà perchè i suoi occhi notarono qualcosa inciso sulla statua. Tolse la mano dall’amica e si focalizzò sull’incisione: “seguite il fiume scimmione, Ivy”.

Grazie a quella semplice scritta l’angoscia che stava iniziando a provare, sparì in un battito di ciglia per lasciar posto alla speranza. I suoi occhi ripresero a brillare, dandole la forza di correre via senza esitazione, per seguire quella indicazione. Non c’era bisogno di nessuna firma, per sapere chi lo avesse lasciato. Hana aveva capito fin da subito che si trattava del suo amico d’infanzia, del fratello maggiore che non aveva mai avuto.

Senza dare nessuna importanza al dolore che stava provando sui piedi nudi, continuava a correre seguendo il fiume, fino a quando non notò una specie di accampamento li vicino. Seguendolo con la speranza nel suo cuore che batteva all’impazzata, Hana smise di correre solamente quando intravide la schiena di una figura fin troppo familiare.

-Senku…- sussurrò lei, e la ragazza non riuscì a frenare le lacrime quando l’amico si girò, mostrandole il suo solito sorriso.

-Ivy, finalmente ti sei svegliata. Non è da te rimanere a sonnecchiare, o sbaglio?- la punzecchiò Senku. Hana comprese, così, che quello non fosse un sogno, che fosse la realtà, e si mise ad abbracciarlo di slancio.

-Senku!-.

Sentire la mano di Senku accarezzarle impacciatamente il capo ramato, le fece sgorgare definitivamente le lacrime dai suoi occhi dorati, che aveva cercato di trattenere.

-Senku! Non puoi capire quanto sia felice di vederti!- si mise a dire tutta in un’unica volta, con il volto sempre appoggiato sulla sua spalla.

-Cioè! Di colpo, dopo quella luce, non sono più riuscita a muovermi, ed era così buio..! Credevo di morire, ma ho continuato a pensare senza perdere conoscenza, perchè continuavo a credere che tu non volessi che io mi arrendessi! E dopo essermi liberata… tutto è così diverso e tutti erano ancora di pietra, come Taiju e Yuzu e credevo che lo fossi anche tu, ma poi ho visto l’incisione—, avrebbe continuato a parlare in modo logorroico, senza riprendere fiato, quando Senku la bloccò. Allora, si scostò leggermente, per riuscire a metterle qualcosa in bocca, con l’intento di calmarla. Lo faceva sempre quando Senku notava la ramata entrare in modalità panico. Hana si zittì subito e inghiottì senza protestare.

-…aspra, ma non male. Erano delle bacche, vero?-.

-Esatto. Ti sei calmata adesso, Ivy?- le rispose, asciugandole il viso dalle lacrime. —Sarebbe illogico lasciarsi prendere dal panico. Sapevo che non ti saresti arresa…- continuò ghignando.

-…un’aspirante medico come te, che ha a cuore la salute degli altri, non si sarebbe mai arresa. Non è vero… Hana!-.

Hana sorrise a quelle parole e si staccò dall’abbraccio in cui aveva steso l’amico, mentre annuiva.

-Si, scusa. Sono solo felice di vederti, tutto qua… non mi sarei mai arresa per nulla al mondo!-.

La corvina si bloccò, subito dopo essersi ripresa dall’emozione del momento, ricordandosi di ciò che a malapena le copriva il corpo.

-Em, Senku… hai qualcosa da farmi indossare che non siano foglie, vero?-.

 

 

-Oggi è il tre settembre 5738-.

Una volta che le aveva mostrato il campo che Senku si era costruito da zero, il ragazzo le diede dei vestiti di pelle d’animale di ricambio. Hana, dopo essersi vestita decentemente, adesso si ritrovava seduta intorno al fuoco, gustandosi i funghi che Senku le aveva cucinato mentre la aspettava. L’amico, seduto di fronte a lei, le raccontò di quando si era svegliato, del fatto che per tutto quel tempo si era messo a contare e per questo sapeva con precisione quelle date, di come aveva capito cosa servisse per la formula di resurrezione, ma che ci stava ancora lavorando sù… tutto quanto.

Hana aveva finito di mangiare nel mezzo del suo discorso, ma rimase in silenzio tutto il tempo ad ascoltarlo. Questa situazione faceva provare alla corvina sempre più ammirazione nei confronti del ragazzo di fronte a lei. Era contenta di aver conosciuto un ragazzo come Senku.

Hana era sempre stata una ragazza semplice e piena di curiosità, la cui indole era quella di voler aiutare gli altri. Aiutare come poteva, meglio che poteva. Per questo la ramata non esitava a sorridergli, una volta finito il suo discorso.

-Ma per iniziare a fare il primo passo per la civilizzazione serve anche Taiju, non è vero?-.

Senku annuì. -Esatto, la tua versatilità e la tua memoria fotografica saranno d’aiuto, ma noi due da soli non bastiamo. Serve più forza lavoro-.

-E Taiju con la sua resistenza, è l’epitome della forza lavoro… OK!- esclamò alzandosi in piedi, piena di determinazione. Strinse la mano destra in un pugno e si picchiettò il petto, con un ghigno sul viso.

-Ti aiuterò come meglio posso, te lo prometto! Lascia la cucina e procacciare il cibo a me! Ti aiuterò a creare tutto ciò che ci può servire! Farò tutto ciò che posso, te lo prometto!-.

Senku le sorrise. -Ci conto, Ivy-.

Harukaze Hana era sempre stata una tipa semplice e piena di curiosità. Magari stava troppo con la testa fra le nuvole, si infatuava di ragazzi e ragazze troppo spesso e passava le lezioni a fantasticare, invece che a seguire gli insegnanti… ma se qualcuno aveva bisogno di una mano, allora avrebbe fatto ciò che poteva. Soprattutto se questo qualcuno era proprio Senku. Per lui, avrebbe imitato una pianta sempreverde. Lui, qualcuno a cui Hana teneva tantissimo, che aveva passato sei mesi da solo, mentre lei, al primo giorno, già stava cadendo dentro il vortice dell’angoscia. Ma no… la ramata si promise di non cedere più a quelle emozioni negative: si sarebbe fatta più seria e avrebbe fatto ciò che le riusciva meglio, come meglio poteva.

 

Il mondo era finito in una seconda età della pietra e il loro obbiettivo era il ritorno della società moderna, de-pietrificando l’intera umanità con il potere della scienza.

 

***

Angolo delle Note:
Salve, sono l'autrice di questa storia! Per prima cosa, mi scuso se trovate degli errori grammaticali oppure ortografici. Ho fatto del mio meglio per corregerli, ma se li trovate, li correggerò immediatamente!
Questa è una storia che ho in testa da qualche tempo e che ho deciso di pubblicare per puro svago. Amo Dr. Stone e sono a pari con il manga e questo mi ha generato un "what if" nel mia mente. Come sarebbe questa storia con un mio personaggio originale? Avevo già creato la mia Hana da un po'... così ho fatto i dovuti arrangiamenti, ho modificato certe cose... et voilà! È nata questa storia!
Purtroppo non sono riuscita ad inserire altro se non il genere "generale" ed ho inserito "spoiler" negli avvertimenti perchè questa storia segue il manga e non so quanti di voi lettori sono a pari con il cartaceo oppure se hanno scelto di aspettare l'anime. Però ci vorrà un po' di tempo prima che arriverò al manga (l'interesse amoroso è pure lontano dall'entrare nella storia), perciò per adesso state tranquilli!
Inoltre, voglio assicurare a voi lettori che questa è una slow burn (o almeno dalla parte di Hana, questo è sicuro, vi dico solo questo).
Se vi piace, lasciate pure un commento. Se non vi piace, fatelo comunque, a patto che siano critiche costruttive! Sono aperta al dialogo! 
Spero vi piaccia questa storia, e che vi piaccia la mia Hana. Vi giuro che è lontana dall'essere una Mary Sue, vedetelo pure con i vostri occhi!

Al prossimo aggiornamento, 
Karin.

   
 
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