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Autore: MusicAddicted    17/12/2020    15 recensioni
Prendete due serie TV, shakeratele fra loro, trovate un punto d’incontro, stravolgete tutto lo stravolgibile… ed ecco che otterrete questa storia.
Crowley ha una delle sue brillanti idee e la propone ad Aziraphale.
E se Jessica e Kevin avessero ottenuto i loro poteri in tutto un altro modo? Se fosse un altro il loro primo incontro?
Forse stavolta tutto fra loro potrà essere più romantico, forse.
Degli Ineffabili Maritini invece… che ve lo dico a fare?
E in tutto questo che ne sarà dell’Anticristo?
La fine del mondo si eviterà?
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Jessica Jones, Kilgrave, Trish Walker
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VIII: Forbidden Apple

                          New York, Barnes & Noble, 555 5th Avenue, 21 May 2006

“Ah, ma stavolta non la passerà liscia, ha varcato il limite!” continua a borbottare Aziraphale, incamminandosi verso l’uscita come una furia, prima che Kevin lo possa fermare e sbattendo la porta violentemente, come se la colpevole fosse quella libreria che ha l’unica pecca di essere troppo moderna.

Kevin riflette su quanto appena successo.

- Ho appena incontrato il guardiano di Jessica, in altre parole l’amore della vita del mio di guardiano. C’è un angelo furente che si aggira per le strade. La domanda è con chi? Crowley o Jessica? Entrambi? Da chi andrà per primo, chi avverto?- riflette, agguantando il cellulare.

Se non altro, il fatto che il biondo abbia scelto un modo umano di allontanarsi dà un po’ di tempo al castano.

- Ho solo il tempo di una telefonata, chi metto in salvo? Colui a cui devo tutto quello che sono diventato o … colei che sta diventando la persona più importante della mia vita?- riflette con l’indice che scorre fra entrambi i numeri che ha in rubrica.


La scelta cade su Jessica, ma nel mentre si ricorda una cosa importante.
Crowley lui lo può invocare.

Forse ci può riuscire anche mentalmente, se si concentra proprio al massimo?
Vale la pena di fare un tentativo, mentre fa partire la chiamata verso Jessica

- Crowley! Sono alla libreria che hai consigliato al tuo angelo, se mi senti compari subito qui, credo ne vada della tua vita!-

Nel mentre il telefono ha raggiunto il quarto squillo.


-Oh andiamo, Jessy!- si spazientisce Kevin, mentre se non altro ha la prova di avere un’ottima connessione mentale con Crowley.

“Si può sapere che succede? Che significa che Aziraphale era qui?” gli chiede, pur sapendo che lui sia l’unico in grado di vederlo.

Incurante o meno che possano prenderlo per pazzo, agli occhi degli altri umani lì presenti Kevin fa apparentemente segno al nulla di tacere, mentre qualcuno finalmente accetta la chiamata.

“Hey!” trilla felice Jessica.

“Ovunque tu sia, corri, più lontano che puoi. Zira-sa-tutto,-ora-non-ho-il-tempo-di-spiegarti-ma-mettiti-al-riparo!” parla il persuasore, tutto concitato.

“Che Paradiso significa che Aziraphale sa tutto? Tutto cosa?” si agita Crowley.

“Cristo santo, Kevin, ti prego, parla a una velocità più umana, giuro che non ho capito un cazzo. Chi sa tutto, dov’è che dovrei andare?” cerca di far chiarezza la ragazza, molto confusa.

“Il tuo guardiano. L’ho incontrato per caso… lui ha capito chi sono, poi mi è sfuggita una cosa che gli ha fatto anche capire chi sono io per te…” cerca di spiegare con più calma lui.

“Oh, cazzo, cazzo, cazzissimo cazzo!” comincia ad agitarsi anche lei, tirando giù dall’armadio un borsone e cominciando a riempirlo con vestiti vari.

- Per l’estate, per l’inverno… può servirmi tutto, non so quanto a lungo dovrò rifugiarmi, né dove!- rimugina, lei, buttando cose a casaccio e tirando fuori da un cassetto il suo passaporto.

“Oh cazzo, adesso esco e mi faccio investire dalla prima auto che passa, se mi discorporo forse è meglio!”

Kevin afferra al volo per un braccio Crowley, prima che un gesto inconsulto del genere lo compia sul serio.
Può anche non essere visibile agli altri al momento, ma è pur sempre corporeo, per questo lo può toccare.

Ma, di nuovo agli occhi di tutti, sembra che lui stia trattenendo il nulla.

Kevin si sente strattonare a un braccio e si volta di scatto, confuso e irritato.
Non ama che lo si tocchi.

“Hey amico, tutto bene? Pare tu stia avendo le allucinazioni!” lo interpella un signore di mezza età, con un piccolo gruppetto di clienti del negozio che lo guardano, annuendo in apprensione.

Qualcosa che il bel persuasore non può proprio sopportare.

“Io sto benissimo e voi, invece di badare a me, andate a fare degli aeroplanini di carta! Qui i fogli non vi mancano di certo!” li sprona lui, con i malcapitati che cominciano a strappare le pagine dai libri per poter eseguir quell’ordine, con le conseguenti urla dei commessi.

“Ottima mossa!” ridacchia Crowley.

“Killgrave!” usa il suo miglior tono di rimprovero Jessica, che ha sentito tutto.

“Tu, vedi di startene buono qui e tu, Jessica, non era nulla di così malvagio, e comunque pensa solo a scappare. Accidenti a me e alle mie idee, non vi gestisco tutti e due insieme, uno dovevo lasciarlo al proprio destino!” brontola Kevin, esasperato.

********************* (Contemporaneamente)

                          New York, Hell’s Kitchen, 485 West 46th Street, 21 May 2006

“Tutti e due chi? Con chi sei lì, Kevin?” domanda innervosita Jessica, infilandosi la giacca e agguantando il borsone ormai pronto.

Sa quanto poco intelligente sia provare a scappare da qualcuno che praticamente riuscirebbe a trovarla sempre, ma almeno ci deve provare.
Si sta incamminando verso la porta quando l’ultima persona che vorrebbe vedere le compare letteralmente davanti agli occhi.
Persona non è nemmeno il termine più indicato, magari creatura soprannaturale.

Una creatura soprannaturale molto adirata.

“Ma bene, mia cara, ti trovo piuttosto indaffarata.” esclama Aziraphale.

La calma nel tono della sua voce lo rende ancora più inquietante, se già non bastasse la sua espressione glaciale.
“Oh beh, io… io stavo andando…” si arrampica sugli specchi Jessica, completamente presa alla sprovvista.

Non lo ha mai visto così.


“Jessica? Tutto okay?” la chiama Kevin dal vivavoce.


“Eri forse in partenza? Una missione improvvisa? Ah no, aspetta, fammi indovinare… hai deciso di punto in bianco di raggiungere il tuo ragazzo a quel convegno a Londra, non è così? Peccato che quel convegno… NON SIA MAI ESISTITO!”  sbotta nell’ultima parte, urlandole contro.

Kevin lo ha sentito per forza.

“Jessica? Rispondimi, Jessica! JESSICAAAHH!” urla lui agitato.

Aziraphale strappa di mano il telefono a Jessica, che ancora non è in grado di dire una parola.

“Di Jessica ora me ne occupo io. Ah, se hai modo di contattare quel gran vigliacco del tuo guardiano, digli che io non ho nessun problema a scandagliare tutti i sei continenti, anche Antartide se serve, o a cercarlo pure su Alpha Centauri, ma gradirei molto se avesse almeno il coraggio delle sue azioni e si presentasse qui di sua spontanea volontà.” lo congeda, con una fredda educazione, perché anche da furibondo, Aziraphale non può fare a meno di essere gentile.

“Zira… devi credermi, io non ce la facevo più a mentirti in quel modo, te lo volevo dire…” sembra ritrovare la facoltà di parlare Jessica, mentre lascia cadere a terra il borsone.

“Ah sì, me lo volevi dire? A me sembra piuttosto che tu volessi scappare!” la rimbecca lui.

“Ma quella era più una reazione a caldo!” si mette sulla difensiva lei.

“Jessica, ti rendi conto di quanto sia grave la situazione? Ti do una sola indicazione di quello che non devi fare, di chi non avresti mai dovuto avvicinare e tu cosa fai? L’esatto opposto di quello che ti ho detto… mi viene in mente, millenni fa, di qualcuno a cui era stato proibito di mangiare una mela… e tutte e due le volte queste regole sono andate beatamente a farsi fottere a causa di un serpente, non uno qualunque. Può cambiare la mela proibita, ma il serpente è sempre lo stesso!” sproloquia Aziraphale.

Jessica non sa se essere più sconvolta dal suo linguaggio inappropriato che di solito rimprovera a lei o per il contenuto delle sue affermazioni.

Se non altro questo le dà il coraggio di controbattere.

“Tu davvero pensi che sia stato Crowley a fare incontrare me e Kevin?” si acciglia lei, avvicinandolo a suo rischio e pericolo.

“Non è forse così?” la guarda storto lui, incrociando le braccia al petto.

“Zira, io credo che tu stia traendo delle conclusioni decisamente sbagliate…”

********************* (Contemporaneamente)

                       New York, Barnes & Noble, 555 5th Avenue, 21 May 2006

Kevin fissa basito il telefono che gli è stato barbaramente riattaccato in faccia.

Crowley gli fa segno di seguirlo fuori, dove, in un angolo abbastanza appartato per farlo, si rende visibile.


Almeno agli occhi di chi assiste alla scene, Kevin parlerà effettivamente con qualcuno, senza dare troppo nell’occhio.

“Che cosa le starà facendo? La starà torturando?” si allarma il suo protetto, continuando a fissare il cellulare.

“Non essere ridicolo! Gli angeli non torturano la gente!” alza gli occhi Crowley. “Anche se ci sono due cose che Aziraphale non sopporta: i collezionisti che vogliono comprare le copie rarissime dei suoi libri e… i bugiardi.”

“Temo che allora la mia Jessica rischi grosso e non certo per il primo motivo.” si morde le labbra Kevin, preoccupato

“Oh, andiamo, è pur sempre la sua protetta!” controbatte il demone.

“Appunto, chi la protegge da lui?” argomenta il più giovane. “E comunque è soltanto colpa tua!”

“Oh sì? E, sentiamo, in che modo sarebbe colpa mia? Chi è che vi ha retto il gioco fin dal vostro primo appuntamento ufficiale?” sibila Crowley, indispettito. “Chi ieri ti ha dato via libera per festeggiare il compleanno con lei?”

“Sì, okay, è vero ci hai fornito un aiuto considerevole,” si ravvede Kevin. “Ma è anche vero che sei stato tu a dire a Zi… Aziraphale di recarsi in questa libreria, per fargli dispetto.” rilancia subito dopo. “Perché ti dovevi vendicare? Cos’è andato storto ieri? Sbaglio o ti avevo dato un consiglio e delle direttive specifiche da seguire?”

“E credi che io non abbia provato a metterle in pratica? Lo porto a Central Park, serata perfetta, un cielo così stellato da sembrare finto,” comincia a raccontare il rosso. “Siamo lì nel mezzo di una romantica passeggiata, faccio finta di stiracchiarmi per allungare il braccio sul suo punto vita, lo tiro più a me, sono a un passo dal baciarlo senza più perdermi in inutili chiacchiere…”

“Ottimo, così si fa!” lo incita Kevin.

“Aspetta a dirlo. Lui non si scosta da me perché ha visto un barbone e gli miracola coperte, un po’ di cibo, una bevanda calda e pure un gruzzoletto di soldi? Ha ucciso il momento perfetto… e da lì è diventata tutta una missione ‘fa’ felici gli stra-benedetti barboni’ e guai a me se non gli davo una mano! Roba che se lo venisse a sapere la mia gente mi getterebbe nell’acqua santa!’” finisce il disastroso resoconto Crowley. “Va da sé perché poi ho fatto quel che ho fatto, a quell’angelo non importa nulla di me e ieri me lo ha chiaramente dimostrato!”

“Io credo tu ti sia arreso troppo presto…” sentenzia Kevin, ma Crowley per poco non lo fulmina con lo sguardo.

“Troppo presto? Troppo presto?! Troppo-fottutamente.presto?” si trattiene per non urlare. “Senti un po’, ragazzino, hai idea dei mille modi e dei millenni di anni che ho cercato di fargli capire qualcosa? Ho rischiato qualsiasi tipo di provvedimento, e sappi che la mia gente non ci va affatto leggera, per salvarlo da morte certa quando quel perfetto idiota si è avventurato nel mezzo della Rivoluzione Francese, vestito da nobile! E poi durante la seconda guerra mondiale, quando il perfetto idiota stava per farsi scorporare da delle spie Tedesche e, come se già non fosse abbastanza, ho miracolato gli adorati libri del perfetto idiota per preservarli dall’esplosione che io stesso ho causato! Praticamente era come se avessi un’insegna gigante con la scritta ‘TI AMO’ coi Led e lui… nulla! Quindi non dire che io non ci stia già provando da tempo!”

“Oh.” si stupisce Kevin. “Beh, non è colpa mia se in sei anni queste cose non ti sei degnato nemmeno di dirmele, cos’è, vuoi prendere appuntamento nella mia agenda e stenderti sul lettino anche tu? Pensavo che oltre il tuo aiutante io fossi anche tuo amico… e gli amici le cose se le confidano.”

Stavolta è Crowley a rimanerci male per come fa sentire l’altro, ma è una sensazione passeggera.

“Come tu mi hai confidato che uscivi con la protetta del mio angelo?” gli rinfaccia.


“Oh beh, ma tu sei quello intelligente e lo hai scoperto in meno di un giorno!” fa spallucce il più giovane.

“Stai forse insinuando che Aziraphale sia stupido?” lo guarda storto Crowley.

“Io?! Tu non fai che chiamarlo perfetto idiota!” gli fa notare l’altro.

“Ma è il mio perfetto idiota! Io lo amo così!”

Kevin sorride, soddisfatto che siano arrivati al nocciolo della questione.

“Bravo, era tanto difficile da dire? Ora perché non informi anche l’interessato?” ammicca verso di lui lo psicologo. “Se non sbaglio ti aveva invitato a prenderti le tue responsabilità.”

- Così forse lascerà in pace la mia Jessica.- pensa al proprio tornaconto personale.


“Hai ragione, forse è il momento giusto. Furibondo per furibondo, male che vada mi discorpora!” decide Crowley, svanendo.
 
********************* (Contemporaneamente)

                              New York, Hell’s Kitchen, 485 West 46th Street, 21 May 2006


“… quindi lui non lo sapeva.” mugugna Aziraphale, accarezzandosi il mento.


“No che non lo sapeva. La prima volta che mi ha visto pensava fossi solo una ragazza che aveva catturato l’interesse del suo protetto, come era già capitato, anche se per periodi di tempo molto più brevi, diciamo pure anche solo una notte…” ribadisce pazientemente Jessica, facendo un po’ i conti con un’ingiustificata gelosia nell’ultima parte.

- Jess, andiamo, è il passato, anche tu ti sei divertita con un bel po’ di ragazzi, prima che arrivasse Kevin… - si fa un’autoanalisi.

“Quindi non vi ha costretto lui ad incontrarvi…” rimugina l’angelo.

“Quale parte che non è stata una cosa voluta da lui non ti è chiara?” borbotta esasperata lei.

“Non ci credo, angelo, davvero pensavi che avessi organizzato io il loro incontro, per farti dispetto?” li distoglie una voce alle loro spalle.

Una voce che è familiare ad entrambi, ma una dei due voltandosi rimane sconvolta.

Non che Kevin non glielo avesse già anticipato, eppure constatarlo di persona è tutta un’altra cosa.

“Porco cazzo, sei identico a lui e al tempo stesso, fottutamente diverso!” va verso di lui Jessica, analizzandolo con l’attenzione a ogni dettaglio che solo un detective può avere.

“E lei sarebbe la candidata angelica?” ridacchia Crowley divertito, guardando Aziraphale che ancora non gli parla.

“Prima Zira, poi Kevin, ora pure tu. Rinunciateci, non diventerò mai una principessa del Bon-ton!” sbuffa lei.

“Kevin a volte è troppo idealista!” borbotta Crowley.

“Fammi vedere una cosa…” e dicendolo, Jessica gli toglie quegli occhiali scuri prima che lui possa rendersene conto.

“Hey!” protesta, quasi sentendosi denudato.

“Ah-ah! ‘Lo sapevo, oltre ai capelli dovevi avere qualcosa di più demoniaco di Kev!” commenta lei, rimettendogli gli occhiali. “Mi fai vedere quella cosa che fermi il tempo?”

“Quel pettegolo ti ha detto anche questo? E comunque… no, te lo puoi anche scordare!” sbotta lui, scontroso come il suo solito, specie con chi non conosce.

Jessica però non demorde.

 “E le ali? Le hai anche tu? Zira me le ha mostrate le sue, le hai piumose anche tu o sei più stile pipistrello?”

Aziraphale sembra sbollire un po’ l’arrabbiatura, mentre li osserva, suo malgrado divertito.

“Pipistrello un paio di palle! Io ho delle ali come le sue , però nere..” replica il demone, sentendosi un po’ a disagio nell’ultima parte.

“Garantisco io, Jessica, lui le ha bellissime e molto soffici.” rompe il suo silenzio Aziraphale, cosa che rincuora Crowley.

“Ce li hai qui con te?” torna all’attacco Jessica.

“Cosa?” le sibila contro lui esasperato, ma lei non batte ciglio.

“I contratti delle anime, oppure, no, ancora meglio, i tabulati coi nostri andamenti. Zira non me li fa mai vedere… come ha lavorato Kevin questo mese? Vero che sono più brava io? Qual è stato il mio record?” lo tempesta di domande.

“Angelo, me la puoi levare di torno?” si lagna Crowley.

“Suvvia, lei è così giovane e nei giovani è normale un po’ di curiosità!” ridacchia l’angelo, per poi rivolgersi alla sua assistita. “Da brava però, concedigli un po’ di tregua.”

“E va bene, non ti chiedo più un cazzo di niente!” alza gli occhi lei. “Comunque, specie di Kevin più vecchio e rosso, stavo spiegando a Zira come tu non sia responsabile del nostro incontro.’ lo mette al corrente lei.

“Prima cosa, ho un nome, Crowley, e farai bene a rivolgerti a me così, Signorinella dalla lingua più biforcuta della mia!” le sibila contro lui.

“Sì, lo so come ti chiami, noiosone!” gli parla con aria di sufficienza lei.

“Secondo, angelo, semmai sono io a ritenermi offeso, se tu pensi che abbia cospirato contro di te per farli incontrare!” agisce da risentito lui.

“Okay, Crowley, puoi anche non essere l’artefice del loro incontro, ma vuoi negare che hai retto loro il gioco per tutto questo tempo, tenendomi all’oscuro di tutto?” controbatte Aziraphale, il suo tono di nuovo rabbioso. “Anzi, tutti e due mi avete tenuto all’oscuro di tutto! Posso anche essere un angelo, ma questo non vi dà il diritto di trattarmi come l’ultimo dei coglioni!” sbotta, quasi con le lacrime agli occhi.

“Zira…” si sente in colpa Jessica.

“Angelo…” prova a dire qualcosa Crowley.

“No, zitto! Tu hai permesso che la mia assistita cadesse nelle grinfie del tuo empio protetto, hai permesso che lui la travolgesse in una relazione peccaminosa, torbida e promiscua e…”

“Hey, piano con le parole! Lui non mi ha trascinato in un cazzo di niente!” precisa Jessica, stupendo il suo guardiano. “Noi due, insieme, abbiamo deciso, passo, passo, come portare avanti la nostra relazione, che, per la cronaca, non ha nulla di peccaminoso, torbido e promiscuo.” ci tiene a precisare.

“Jessica, ma…”

“Perché non lo vuoi capire, Zira? Non sto con lui perché sono una ribelle che voleva fare come le pareva e mostrarti che poteva mettersi perfino con la sua Nemesi, proprio perché le era stato vietato…non è una sfida nei tuoi confronti, non è un affronto, non è nulla di personale. Io sto con Kevin perché lo amo!”

Jessica fa una pausa, sorprendendosi da sola per quanto ha appena ammesso.

“Lo ami?” gli domanda esterrefatto l’angelo, mentre il demone sembra molto meno sorpreso.

 “Io… cazzo sì, lo amo ed è una cosa che dovrei dire a lui, prima di tutti.” decide, raggiungendo la porta. “Tanto mi sembra che voi due abbiate ancora parecchio da discutere; vi lascio soli, forse è la cosa migliore.” si congeda, con Aziraphale che resta a guardare.

“Lei lo ama…” ripete Aziraphale.

“Per come ho visto il mio assistito, direi proprio che la ami anche lui.” commenta Crowley, muovendo un passo verso l’altro. “Capisci perché ho voluto proteggerli? O perché lei stessa non ti ha detto nulla? Sei tu quello con la fissa che un loro incontro sarebbe stato un disastro senza precedenti, a me non sembra che sia successo nulla di irreparabile.”

“Ma… Bene e Male insieme…” protesta Aziraphale e non è più chiaro di chi stia parlando. “Ė sbagliato.”

“Perché? Come potrebbe essere sbagliato se a legarli è l’amore?” si avvicina di un altro passo Crowley, ormai può respirare addosso all’angelo, che non accenna minimamente a indietreggiare.

Lo guarda con i suoi occhi di cielo sbarrati, impossibilitato a muoversi, a parlare e anche a pensare.
Ancora di più quando Crowley si leva gli occhiali per affrontare meglio il suo sguardo.

Per quegli occhi ambrati Aziraphale impazzisce.

“Ė proprio quando ti mettono davanti una mela proibita che tu la trovi il più gustoso fra tutti i frutti, non è così, angelo?” mormora il demone, percorrendo  le labbra dell’angelo con le sue dita. “Non potrebbe, anzi no, non dovrebbe essere così anche fra di noi? Abbiamo visto gli effetti su due Nemesi da una manciata di anni, vogliamo scoprire come potrebbe essere fra due ineffabili testoni millenari?”

Aziraphale in un primo momento sorride, a un passo dal cedere alle sue lusinghe, ma poi sembra recuperare la sua fredda irrazionalità e si scosta da lui.

“Io sono un angelo! Non puoi tentarmi con dei lussuriosi piaceri carnali!’

“Non voglio tentarti, angelo. Non miro ai soli piaceri della carne, io ti amo, qualsiasi cosa tu scelga di fare.”

Basta, glielo ha detto, una volta per tutte.
Sono sconvolti entrambi.

“Tu mi ami?” ripete Aziraphale, ancora incredulo.

“Non ti era ancora chiaro, angelo?” lo guarda Crowley inclinando la testa da un lato. “Piuttosto capisco se tu non puoi amare me, lo sai, no? Demone, blah, blah, malvagio fra i malvagi, blah, blah, essere imperdonabile…” si autocommisera il rosso, guardando triste a terra.

Quello che non si aspetta è di finire avvinghiato nell’abbraccio di Aziraphale, reso doppio dalle ali che lo avvolgono.

“Crowley, non sarai mai niente di tutto questo per me. Anzi, tu sei infinitamente migliore di tanti angeli e arcangeli che ho conosciuto.” lo stringe ancora più forte il biondo, mentre le ali si dissolvono.

“NGK! Davvero, angelo? Potresti quindi vagamente considerare l’idea di essere amato da me?” azzarda timidamente il demone.

“Solo se tu consideri quella di essere amato da me, serpentello del mio cuore!” gli sorride raggiante Aziraphale.

Per poco l’altro non sviene.

“Vuoi dire che tu… anche tu?”

“Ti amo da quando sulle mura del Cancello Est dell’Eden mi hai fatto quel discorso sulla cosa giusta o sbagliata.” si decide a rivelargli Aziraphale. “Solo che pensavo che, essendo tu un demone, il tuo unico interesse fosse prendermi in giro, se avessi scoperto questa mia debolezza.”

“Debolezza?! Io ti amo da quando mi hai detto della spada!” gli confida a sua volta Crowley, con un gran sorrisone.

Scoppiano a ridere entrambi.

“Quindi abbiamo passato oltre seimila anni a…” riprende il discorso il biondo.

“Morirci dietro a vicenda, totalmente ignari di ciò che provasse l’altro? Pare proprio di sì, angelo.” ammette Crowley.

“Spero che avremo oltre sei mila anni per rimediare a tutto il tempo perso, caro.” gli sorride Aziraphale.

“Non perderemo più un solo giorno, angelo.” gli accarezza i capelli Crowley.
“E, davvero, non scherzavo prima, non ti voglio forzare in alcun modo. Ti amo e mi basterà qualsiasi cosa tu voglia darmi, fosse anche solo tenermi per mano, a me andrà benis…”

Crowley non riesce più a parlare perché Aziraphale l’ha tirato a sé per un bacio che non fa nemmeno finta di essere esitante.
La lingua dell’angelo invade la bocca del demone, che sembra non aspettare altro, iniziando ad esplorarla.
Non che l’angelo abbia mai fatto qualcosa del genere finora, il suo è puro istinto.
Crowley, che invece ha una lunga e consolidata esperienza in merito, preferisce non ricambiare, non ancora, almeno.
Si scosta da lui, guardandolo con occhi adoranti.

“Allora, pensi ancora che sia sbagliato?” lo interroga.

Aziraphale è ancora scosso dalla sua stessa presa d’iniziativa, ma non può fare a meno di guardarlo. E desiderarlo ancora. In ogni modo possibile.

“’L’unica cosa sbagliata, sarebbe smettere!” quasi ringhia il biondo, prima di riprendere a baciarlo, ma stavolta Crowley è più che pronto a ricambiare.

“Ti amo coossssssì tanto, mia prezziosssa  Mela Proibita!” sibila contro il suo collo, mordendolo appassionato.

“Mi chiami Mela perché sono un po’ tondetto, vero, mio caro?” protesta Aziraphale fra i gemiti.

“Zzzitto, ssssssstupido!” lo stringe a sé Crowley, continuando a mangiarselo di baci. “Che dici, ci mettiamo più comodi? Lì c’è un così bel divano…” gli propone, additando il salotto.

“Ma... qui, adesso? E se torna Jessica?” si cruccia l’angelo, seppur intrigato.

“Io credo che la tua protetta abbia di meglio da fare.”


********************* (Contemporaneamente)

                   New York, Four Seasons Hotel, 57 East 57th Street, 21 May 2006

Indeciso su cosa fare e per tenersi la mente occupata, Kevin ha camminato fino a raggiungere il suo hotel.

Sta per varcare la Hall quando gli arriva una chiamata.

Sospira sollevato quando legge sul display da chi proviene.

“Jessica, tesoro mio, come stai? Cosa ti ha fatto? Dove sei? Stai bene?”


“Una domanda per volta ce la fai a farmela?” ridacchia lei, segno che sta bene. “Dimmi piuttosto dove sei tu.”

“Sono appena rientrato in hotel…”

“Bene, sali in camera, ti raggiungo io.” decide lei, riattaccando.

Pochi minuti dopo, Kevin sente bussare alla sua porta e appena apre si trova davanti Jessica, che non perde tempo, baciandolo con irruenza.

“Immagino che il tuo guardiano ti abbia dato la sua approvazione per continuare a frequentarmi!” ridacchia lui, approfondendo il bacio.

“L’avrei fatto anche senza il suo cazzo di permesso!” ringhia lei, stringendosi più a lui. “Io credo che ora abbia il suo bel da fare col tuo di guardiano.” aggiunge, separandosi da lui.

“Dici che…?” intuisce lui, felice per Crowley.

“Oh sì, dico, eccome!” ridacchia lei, sedendosi sul letto e invitandolo a fare altrettanto.

“Cara la mia super eroina, mi hai raggiunto un po’ tanto in fretta… non è che per caso hai usato i tuoi super salti?” la scruta lui, sospettoso.

“Vale usarli se avevo una super voglia di vederti!” ribatte lei, strappandogli un sorriso, prima che si faccia più seria. “Kevin, devo dirti una cosa, ma non so come la prenderai.”

“Tu dimmela e basta.” mormora lui mentre lei gli tiene entrambe le mani.

“Io lo so che stiamo insieme da pochissimo, nemmeno due mesi scarsi, però mi fai stare così bene, con te e solo con te mi sento così libera e completa che… Kevin Killgrave Thompson, io credo di amarti, no, cazzo, non lo credo. Ti amo e basta.” si morde le labbra lei, temendo una reazione poco simpatica.

Kevin quasi potrebbe urlare dalla gioia.

“Oh, Jessica, ti amo anche io, non sai quanto. Volevo dirtelo ieri, sull’Empire State Building, ma avevo paura che fosse troppo presto e che ti saresti spaventata.” rivela lui, facendola sentire al settimo cielo.

“L’unico spavento è stato vedere Zira così fuori di sé, prima che succedessero determinate cose. Ti giuro, avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, almeno credo, e nel peggiore dei casi il mio più grande rammarico sarebbe stato non poterti dire queste cose finché ne avevo ancora il tempo.” rivela lei.

“Oh, Jessica!” l’abbraccia forte lui.

“Però, Kevin, stare insieme seriamente per me significa che ho bisogno di maggiore stabilità, non mi piace saperti in un hotel, da dove te ne potresti andare da un giorno con l’altro…” borbotta lei.

“Jessica, ti amo. E amarti significa che non vado da nessuna parte.” la rassicura lui. “E se per convincerti ti regalassi una chiave?”

Lei si separa da lui per affrontare meglio il suo sguardo.

“Una chiave?” ripete perplessa.

“Quella che apre la porta della casa dove andremo a vivere insieme, solo che prima dobbiamo sceglierla, che dici? E giuro che la comprerò col… metodo normale, niente poteri.” le promette.

Jessica ride e poi gli salta addosso, stendendolo sul letto, sotto di sé.

“Una casa nostra? Vivere insieme? Cazzo, sì, ci sto! E chi se ne frega di quello che diranno gli altri!” sorride, baciandolo con rinnovato entusiasmo.

“Esistiamo solo noi, Jessica.” la bacia lui, tirandole indietro i capelli.

“Kev, promettimi solo una cosa.”

“Tutto quello che vuoi, amore.”

“Non tingerti mai rosso!” lo fa ridere lei.

TBC

Tanto per darvi un’idea, quando l’ho progettata gli Ineffabili si sarebbero accorti di quello che provavano l’uno per l’altro solo verso la fine della storia (e ne siamo ancora lontanissimi) ma poi non ce l’ho fatta a essere così crudele XD
C’è anche da dire che per come avevo progettato il capitolo, doveva essere Crowley il primo a baciarlo…invece ha fatto tutto Aziraphale … e io che ancora pretendo che i personaggi mi stiano ad ascoltare XD?

Approvate o avreste voluto qualcosa di diverso? ^^’


Ad ogni modo, abbiamo gozzovigliato abbastanza nel 2006, nel prossimo capitolo ci sarà un saltello temporale, anche perché se no non la finisco davvero più … tempi più bui devono arrivare e forse (se non finisco per scrivere tutt’altra cosa, con loro non si sa mai ^^’) nel prossimo capitolo potreste cominciare a intuire qualcosa.


Nel frattempo, liberi di dirmi quel che più vi aggrada <3


Besos

Per chi segue anche le J/K tornerò a tuffarmi nel fluff più fluffoso con ‘Best Intentions, Wrong Ways!’ ;P
   
 
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