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Autore: Ehyca    18/12/2020    0 recensioni
C'erano due periodi nella vita di Minseok; Pre-Lu Han e Post-Lu Han - e quando questi due periodi entrarono in contatto fu il momento che allineò ogni istante della sua esistenza.
Fino alla fine.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Svegliarsi quella mattina fu doloroso. Molto doloroso.

E ciò che non andava d'accordo con il dolore era qualcuno che bussava incessantemente contro la sua porta alle 7 di mattina.

Minseok si girò con un gemito. “Va bene! Sto arrivando!” gridò, sollevando la testa pesante dal cuscino con gli occhi ancora mezzo chiusi e pentendosi immediatamente della decisione. Ma il bussare non cessò.

Sospirò.

Infilando i piedi nelle sue morbide pantofole da orso, si trascinò in soggiorno e poi all'ingresso. Non gli serviva guardarsi allo specchio appena superato per sapere che aveva un aspetto orribile; aveva ancora indosso gli indumenti della sera prima, dato che si era buttato sul letto completamente vestito, e sentiva i capelli rizzati in ogni direzione. Aveva la bocca asciutta e impastata, la lingua con ancora il retrogusto dell'alcol si attaccava al palato. Aveva bisogno di acqua, un terribile bisogno – ma non prima di aver decapitato l'idiota che aveva deciso di svegliarlo così dannatamente presto.

Finiscila! Hai un desiderio di morte o qualcosa del genere?” Batté il pugno contro la porta in risposta e poi la spalancò sbuffando.

Era Chanyeol.

“Oh. Cosa ci fai qui?” Minseok di certo non si aspettava Chanyeol in piedi fuori dal suo appartamento, con il portatile tra le braccia e un'espressione sul viso che era un misto di meraviglia, confusione e panico. Non appena la porta si aprì, la oltrepassò e si diresse verso il tavolo, attaccando la spina del computer alla presa sul muro. “E come sei riuscito ad entrare nel palazzo?”

“Non è importante hyung. Non è importante.” Digitò velocemente la password e saltò su e giù sulla sedia per un po' mentre lo schermo caricava.

“Allora mi vuoi dire cosa è abbastanza importante da svegliarmi alle 7 del mattino quando vorrei solo morire?”

Chanyeol non rispose, limitandosi a digitare furiosamente. Dopo qualche secondo, sgranò gli occhi con un aha! E girò il portatile così che Minseok potesse vedere.

Fece un respiro drammatico. “Sei, o non sei stato in un locale con Lu Han la notte scorsa?”

Minseok si avvicinò allo schermo. “Ma che-”

“Già, e ce ne sono tante altre insieme a queste.”

A Minseok cadde il mento. Il suo viso era ovunque su internet – fotografie della scorsa notte di lui dall'aspetto meno che glamour accanto al più che fotogenico Lu Han in ogni scatto. Ce n'erano a centinaia; di lui e Lu Han che uscivano dall'auto, di lui e Lu Han che si tenevano per mano, di lui che se ne stava un po' imbarazzato fuori dall'Enigma mentre Lu Han faceva gli occhioni al buttafuori, persino foto di lui e Lu Han all'interno del locale – queste più di tutte fecero rabbrividire Minseok. Sembrava davvero così ridicolo sulla pista da ballo?

“Vengono tutte dai fansite di Lu Han, pagine Facebook, Twitter – qualsiasi sito possa venirti in mente. Sei ovunque, hyung!” continuò Chanyeol. “E io non riesco a crederci,” cominciò a colpire il braccio di Minseok, “che ci sia andato senza di me!”

Ow! Basta colpirmi!” Si ritrasse velocemente in posizione di difesa senza però allontanarsi troppo dal computer. “Ad essere sinceri, non ho idea di cosa sia successo ieri notte. Sarebbe dovuto venire in ufficio ma abbiamo finito per... beh”

“Andare all'Enigma, il locale più in voga della città? Dannazione hyung, sei così fortunato! Io ucciderei pur di entrare in quel posto!” Sembrava sul punto di tornare alla carica ma si trattenne, imbronciandosi come un bambino a cui era stato negato il proprio dolcetto preferito.

Minseok continuò a scendere nella pagina. Si aspettava di raggiungere la fine, prima o poi, ma ogni volta una nuova ondata di foto con watermark creativi si caricava davanti ai suoi occhi. “Come hanno fatto queste fan a scattarne così tante? Non ricordo nemmeno di averle viste. E perché scattarne così tante a me? Non sono famoso!”

“Sei il nuovo giocattolo di Lu Han! Tutti stanno cercando di scoprire chi sei. Ci sono già tantissime teorie ma-”

“Aspetta, teorie? Che tipo di teorie?” Minseok non riusciva a credere a quello che stava sentendo. Persone da tutto il paese, o forse persino da tutto il continente, stavano parlando... di lui?

“Teorie su chi tu possa essere – un trainee della SM, un amico dell'industria musicale, un nuovo fidanzato…” Chanyeol tenne il conto con le lunghe dita.

Il cuore di Minseok perse un battito alla parola 'fidanzato'. “Ma... sono solo lo scrittore di una rivista di musica per studenti. Sono un nessuno.” Si rese conto, mentre lo diceva, di crederci davvero.

Nessuno non va in giro per locali con delle famose popstar. Generalmente parlando.” Chanyeol si raddrizzò eccitato all'improvviso. “Oh! Hyung, vieni al concerto di stasera, giusto? Per vedere me e i ragazzi suonare? Dovresti portare Lu Han! Gli piacerebbe! Beh, non lo so per certo ma ne sono abbastanza sicuro! Oddio, e se gli piacessimo? E se parlasse alla SM di noi dopo averci sentito suonare? Huh?”

Minseok si massaggiò le tempie, cercando invano di trovare sollievo al suo mal di testa martellante. “Yeollie, calmati, lo sai che la SM non firma contratti con le band-”

“Sì, ma se lo facesse, hyung? Se lo facesse?” Chanyeol si lanciò oltre il tavolo e gli afferrò il braccio, tirandolo eccitato.

“Okay, niente più zucchero per te la mattina…” disse Minseok, cercando di divincolarsi dalla presa ferrea dell'eccitato fanboy.

“Ma potrebbe accadere davvero! Anche se non è con la SME, scommetto che conosce tantissime persone del settore, vero?” Fece il giro del tavolo per inginocchiarsi accanto a Minseok e strinse insieme le loro mani. “Ti prego, ti prego, portalo con te al concerto stasera, ti scongiuro.”

“Non so nemmeno quando lo rivedrò! Non posso prometterti nulla.” Ma Chanyeol tirò fuori l'artiglieria pesante e lo guardò con i suoi adorabili occhi da cucciolo. Minseok fece un lungo sospiro. “Okay, d'accordo, ci proverò. Sei fortunato che quel ragazzo mi debba ancora un'intervista!”

“Ahh, sei il mio idolo!” Chanyeol si alzò in piedi e abbracciò stretto Minseok. “Ancora non riesco a credere che sono amico di un amico di una celebrità, è fantastico. Devo assolutamente chiamare Baekhyun, uscirà di testa quando lo verrà a sapere.”

Mentre Chanyeol iniziava ad attaccare disperatamente il proprio telefono, lo sguardo di Minseok si posò ancora una volta su quelle fotografie e i ricordi della sera prima cominciarono ad invadergli la mente, uno per uno; l'offuscato tragitto in macchina, il buttafuori scorbutico, la sensazione del suo petto che vibrava insieme alla musica, gli shot amari che gli bruciavano la gola quando li mandava giù, la propria ridicolaggine sulla pista da ballo e, infine, la sensazione della pelle morbida di Lu Han contro il proprio palmo. Sentì la mano bruciare sulla coscia.

Il cuore può davvero sentire la mancanza di qualcuno dopo una sola notte?



*



A quanto pare incontrare Lu Han risultò essere molto più semplice di quanto non si fosse aspettato Minseok.

Una volta riuscito a buttare fuori Chanyeol e il suo computer dal proprio appartamento, con il solito rituale di spinte e spinte, saltò in doccia per rilassare il proprio corpo indolenzito. Si godette l'acqua calda che scivolava sulla sua pelle e gli massaggiava la testa, respirando a pieni polmoni il vapore caldo. Il dopo sbornia lo aveva lasciato ancora un po' debole, ma almeno ora si sentiva di nuovo umano e pronto per la giornata che lo aspettava. Fortunatamente era il fine settimana quindi non si doveva preoccupare delle lezioni, tuttavia la rivista non si sarebbe scritta da sola. Per rimediare alla serata pazzesca di ieri, aveva intenzione di passare il proprio sabato in modo produttivo.

Ma aveva questa sensazione, alla bocca dello stomaco, che la sua vita post-Lu Han non glielo avrebbe permesso.

Avvolto in un giacca leggera e con un berretto in testa per nascondere i capelli ribelli, Minseok si avventurò nella brezza mattutina di Marzo desiderando soltanto un doppio espresso e qualcosa di sostanzioso. Niente di particolarmente diverso dalla sua solita routine – le stesse strade della stessa città con lo stesso zaino che aveva sin dai tempi della scuola – fino a che non raggiunse un gruppo di ragazzine all'ingresso della sua università. Non poté fare a meno di notare che nel momento in cui passò loro davanti, smisero di parlare e cominciarono a fissarlo con grande interesse, le bocche spalancate per lo stupore. Aspettò un bel po' prima di voltarsi, con le sopracciglia aggrottate per la confusione, e vide che ora stavano chiacchierando eccitate con una di loro che indicava nella sua direzione e le altre che digitavano furiosamente sul cellulare.

Questo di certo non faceva parte della sua routine.

La cosa più strana era che quello non fu un caso isolato. Forse si stava immaginando le cose, ma sembrava davvero che le persone gli prestassero molta più attenzione del solito mentre camminava per il campus; alcuni studenti si bloccarono in mezzo al corridoio per guardarlo meglio e una donna, la bibliotecaria del quarto piano, si fermò e si abbassò gli occhiali per squadrarlo da sopra la pila di libri che teneva tra le braccia. Tutto questo era troppo per Minseok, il quale cominciò a camminare a testa bassa e con passi più lunghi e veloci, pregando di non scontrarsi con niente e nessuno lungo la strada per il dipartimento Umanistico. Le porte girevoli all'ingresso dell'edificio furono una visione celestiale quando le raggiunse.

Dentro l'ascensore al piano terra, premette freneticamente il bottone per l'ottavo piano fino a che le porte non si chiusero, riuscendo finalmente a nascondersi dagli occhi indiscreti di completi sconosciuti. Portava a questo passare un paio d'ore preziose con una celebrità? All'improvviso essere una conoscenza di Lu Han aveva reso lui stesso una specie di star, nonostante tutto questo non avesse senso. Non sapeva come sentirsi al riguardo.

Come al solito, l'ultimo piano era deserto. Dimora del quartier generale di Jjang!, di un paio di aule studio e dell'ufficio amministrativo del dipartimento di Lettere, all'ultimo piano non sembrava mai esserci molta azione e, per una volta, Minseok dovette esserne grato. Ripescò le chiavi dell'ufficio dalla tasca e fece quasi 10 metri di normalità fino a che non sollevò lo sguardo.

Lu Han era appoggiato al muro e aspettava pazientemente fuori dalla porta dell'ufficio.

Non poté fare a meno di fissarlo e chiedersi se gli ultimi due giorni non fossero altro che il risultato di un bel trip mentale. La realtà sarebbe potuta essere solo un ricordo lontano e questo gli risollevò lo spirito notevolmente.

Riscossosi dai propri pensieri Minseok, avvicinandosi alla Hallyu star, avrebbe voluto dire qualcosa di rapido, intelligente e possibilmente memorabile. Invece, quello che il suo cervello riuscì a mettere insieme fu:

“Perché porti gli occhiali da sole al chiuso?”

Si prese a calci mentalmente nel momento in cui quelle parole lasciarono la sua bocca, ma pensò comunque di aver fatto un commento sensato.

Lu Han girò la testa verso di lui e, presumibilmente, lo guardò dritto negli occhi attraverso i Ray-ban. “Perché mi sento tanto male quanto te in questo momento, a giudicare dal tuo aspetto” rispose con un mezzo sorriso a tiragli le labbra.

Minseok si lasciò sfuggire una risata. “Splendido.” Aprendo la porta e cercando di mascherare le dita tremanti, chiese, “Cosa ci fai qui, comunque? Nessuno di solito sale fin quassù, eccetto il team della rivista.” E anche per quello ci vuole un miracolo, pensò.

Lu Han si aggiustò il cappello e poi si sistemò sull'angolo della scrivania di Chanyeol, facendo dondolare le gambe come un bambino. “Mi hai promesso un tour del campus, piccolo raviolo. Sono qui per riscattarlo.”

“Davvero? Quando te lo avrei promesso?”

“La notte scorsa – al club?” Lu Han lo scrutò da sopra gli occhiali. “Non te lo ricordi?”

“Sinceramente?” Minseok si sedette alla propria scrivania, con il computer davanti che ronzava pronto all'uso. “Non ricordo quasi niente della notte scorsa, davvero. È tutto molto... offuscato e colorato.”

Lu Han ridacchiò. “Segno di una bella serata!” Si spinse in piedi e cominciò a girare per la stanza, afferrando curiosamente oggetti a caso per poi rimetterli al loro posto. “Allora, sei pronto per questo tour, Baozi?”

Ah, ovviamente si ricordava quel soprannome. “Cosa, proprio ora?”

“Perché no? Io sono qui, tu sei qui…”

Minseok guardò nervosamente lo schermo del computer per qualche secondo e poi lo chiuse, poteva sempre essere produttivo in un altro momento... giusto?

Deglutì quando il suo stomaco fece un balzo. Stava davvero succedendo. “Certo, va bene. Se ti va. Dove vuoi andare? Hai qualche posto in mente?”

“Ovunque e dappertutto.” Si voltò e gli fece un sorriso che lo illuminò, nonostante metà del suo viso fosse nascosto dai capelli e dagli accessori. Minseok si chiese silenziosamente se indossasse l'eyeliner anche durante il giorno.

“Umm, okay…che ne dici se passiamo prima dalla biblioteca?”

Lu Han allungò un braccio verso al porta. “Fammi strada!”

Il mondo esterno sicuramente non era pronto a tutto questo.



*



Proprio come aveva previsto, camminare per il campus insieme a Lu Han fece guadagnare loro un bel po' di attenzioni dal corpo studentesco, eppure Lu Han continuava a sorridere innocentemente come se non si accorgesse di niente – o forse ormai a questo punto era semplicemente immune a quel tipo di sguardi. Minseok non lo era, però, e non poté fare a meno di sentirsi un po' in soggezione quando si formò una piccola folla che spettegolava a bassa voce nei corridoi. Non c'era dubbio che a fine giornata si sarebbe ritrovato ancora una volta su molte pagine internet e che Chanyeol sarebbe uscito di testa.

Si concesse di lanciare uno sguardo a Lu Han che camminava al suo fianco. Il sole era sbucato dalle nuvole che oscuravano il cielo e si rifletteva sul suo cappotto e sui suoi Levi's scoloriti, facendolo sembrare più un modello che uno studente universitario qualunque. Nessuno avrebbe mai immaginato che fosse stato fuori tutta la notte a fare baldoria la sera prima dato il suo aspetto immacolato, a differenza di Minseok che si vedeva pallido ed esausto a confronto. Alla sua mente tornò il ricordo di quando aveva ripulito l'eyeliner colato dalla pelle di rugiada di Lu Han e sussultò leggermente quando il braccio della star sfiorò il suo. Sentì lo sguardo di Lu Han su di sé e una piccola risatina, ma Minseok tenne la testa bassa e cercò con tutto se stesso di non arrossire.

Ancora una volta, il grande edificio quadrato al centro del campus era sovraffollato e una dozzina o più di matricole continuavano a ritardare l'ingresso. Fortunatamente la massa di studenti si fece da parte quando si avvicinarono, fissandoli avidamente. Una ragazza, quando si rese conto che Lu Han era in piedi accanto a lei, riuscì a squittire un “Oppa!” prima di scappare via scioccata, scomparendo tra la folla.

“Okay, allora questa è la biblioteca,” disse Minseok quando riuscirono a farsi un po' di spazio, guardandosi intorno. “Al piano terra si trovano scienze e ingegneria, penso che al primo piano ci sia scienze sociali e il resto non saprei. Eccetto il quarto piano; quella è la sezione di musica. C'è una sala computer ,” indicò dietro di sé, “e vedi quegli apparecchi sul muro? Servono a ricaricare la tua tessera in modo da poter stampare i file che ti servono. Puoi usare gli scanner all'ingresso per prendere in prestito o restituire dei libri. C'è anche un bar su questo piano, in quell'angolo. Infatti,” agganciò i pollici alle asole dei propri jeans un po' a disagio. “Ti va di prendere un caffè o qualcosa? Sento che potrei svenire da un momento all'altro.”

“Il dopo sbornia ti sta mettendo in ginocchio?” lo prese in giro Lu Han, punzecchiando Minseok sulle costole e intrecciando le loro dita. “Ora che l'hai proposto, in effetti mi servirebbe un rinvigorente,” per poi tirarlo con sé mentre avanzava lungo il pavimento, serpeggiando tra i corpi carichi di libri.

Con due cappuccini in mano, riuscirono a trovare un tavolo vicino alla finestra in mezzo a sofisticati studenti che non sembravano battere ciglio alla loro presenza. Minseok ne era grato; i continui squittii e i sussulti delle ragazzine stavano cominciando a dargli sui nervi e lui non era nemmeno stato sottoposto a questa tortura per così tanto tempo.

Mentre si sedevano, Lu Han si portò una mano alla tasca interna e tirò fuori un oggetto argentato e lucente. Ci volle qualche secondo prima che Minseok capisse che era una fiaschetta e spalancò la bocca quando Lu Han cominciò a versarne il contenuto nella propria tazza.

“Cosa stai facendo?”

“Lo rendo Irish,” ghignò Lu Han. “Non mentivo quando ho detto che mi serviva un rinvigorente. Ne vuoi un po'?”

Minseok gettò una mano sulla propria tazza per coprirla. “Sono solo le 10 del mattino!”

“Quindi?” Agitò la fiaschetta davanti al viso di Minseok. “Ti farà sentire meglio…”

Minseok scosse la testa e avvicinò il cappuccino a sé. “Sono apposto, grazie.” Sebbene la tentazione di ritardare il proprio dopo sbornia fosse difficile da ignorare riuscì a resistere. La caffeina lo avrebbe comunque rimesso abbastanza in sesto senza bisogno di aggiungere l'alcol.

“Come preferisci, piccolo raviolo.” Sorseggiò dalla proprio tazza con un mmm soddisfatto e si appoggiò allo schienale della sedia. “Quali sono i programmi per stasera?”

Minseok rischiò di affogare con il proprio cappuccino. “Stasera? Vuoi fare qualcosa stasera?” sputacchiò.

“Certo. Voglio dire, ci siamo divertiti la notte scorsa, giusto? Dovremmo fare qualcos'altro. Insieme.”

“Non hai qualche... impegno o qualcosa del genere di cui preoccuparti?” Tradotto: Non hai amici più fighi/ricchi/famosi con cui passare il tuo tempo?

“Baozi, ti preoccupi troppo. La mia agenda si gestisce da sola.” Lu Han si allungò sul tavolo, così vicino che Minseok riusciva a vedere il proprio riflesso sulle lenti scure dei suoi occhiali. Era un po' snervante non poter vedere dove i suoi occhi stessero guardando. “Allora qual è il programma?”

La voce tuonante di Chanyeol gli risuonò in testa: Sei il nuovo giocattolo di Lu Han.

Il nuovo giocattolo di Lu Han.

“A dire il vero, stavo pensando di andare a questo concerto stanotte – un mio amico è il batterista della band che suona. Sono davvero bravi. Ti va... di venire con me?”

“C'è un bar?” Quando Minseok gli lanciò un'occhiataccia, la sua espressione seria si sciolse in un sorriso malizioso. “Sto scherzando. Wow, avresti dovuto vedere la tua faccia, Baozi. Impagabile!” Diede qualche colpetto scherzoso alla gamba di Minseok con il proprio piede da sotto il tavolo e sollevò le sopracciglia. “Ma sembra divertente, ci sto!”



*



Fortunatamente per Lu Han, il locale dell'evento era un bar, ma niente di tutto quello a cui Minseok immaginava fosse abituato. Lo Stripes era più un punto di ritrovo per gli studenti con quell'atmosfera da pub inglese; mobilio in legno, divanetti in stile shabby-chic, qualche tavolo da biliardo, un proiettore per le partite di calcio e un soffitto basso contribuivano tutti a regalare un'atmosfera rilassata e accogliente. Era diventato parte della routine di Minseok e Jongdae ritrovarsi il primo sabato sera di ogni mese per dare il proprio sostegno a Chanyeol e al suo gruppo indie, gli Urban Blackout, nelle loro regolari esibizioni sul palco in un angolo del locale. Nel corso dei due anni in cui si erano esibiti lì, e pian piano in tanti altri locali di Seoul, erano riusciti a guadagnarsi un piccolo seguito e persino un gruppetto di ammiratrici che si presentava ad ogni evento, esultando e gridando per attirare l'attenzione per proprio membro preferito. Quel sabato in particolare non era diverso dagli altri in alcun modo.

Se non per il fatto che un stella ancora più luminosa era destinata a far parte di quel pubblico.

Alle 20 in punto, come un orologio svizzero, Minseok e Jongdae si incontrarono davanti all'ingresso dell'università per incamminarsi insieme lungo la strada che li avrebbe portati allo Stripes. Come parte del loro sacro rituale, entrambi cominciarono a bere una birra fredda che si erano portati da casa e promisero di finirla prima di arrivare lì oppure avrebbero sofferto le conseguenze di doverla finire tutta d'un fiato. Il modo perfetto di dare inizio a quella serata.

“Fammi capire bene,” iniziò Jongdae, prendendo un sorso dalla propria bottiglia. “Hai convinto Lu Han a venire al concerto di stasera? Com'è successo?”

Minseok rise. “Non ne ho idea. Vuoi sentire la cosa strana? È stato lui a proporlo, praticamente. Glielo avrei chiesto comunque, per Chanyeol. A casa quel ragazzino mi ha implorato perché succedesse stamattina.” Sospirò. “Sono stati due giorni surreali, lasciatelo dire.”

“Lo so. L'ho visto tra le mie notizie.” rise forte quando Minseok grugnì e lo tirò in un mezzo abbraccio. “Scusa hyung, ma andava detto! Sei una celebrità ora!”

Minseok si districò dalla presa di Jongdae. “Non sono una celebrità…” mormorò.

“Certo, hyung. Certo che non lo sei.” Jongdae gli lanciò un'occhiata di traverso. “Quindi ci incontriamo lì o…?”

Minseok annuì. “Sì, gli ho mandato l'indirizzo per messaggio e gli ho detto che noi saremmo stati lì un po' dopo le 20. Penso ci stia aspettando fuori.”

“Gli hai mandato un messaggio? Siete al livello dei messaggi ora? Wow.”

“Sei stato tu a dargli il mio numero, tanto per iniziare. E lui mi ha chiamato per primo, ricordi? Avevo già il suo numero nel registro delle chiamate.”

“Uh huh,” lo assecondò Jongdae. Buttò giù la propria birra e poi la fece scontrare con la bottiglia di Minseok. “Dai, bevi. Arriveremo a momenti. Tutta giù!”

Minseok alzò gli occhi al cielo. “Mio Dio, sei quasi peggio di Lu Han.” Ma ubbidì comunque; sollevò in aria la bottiglia e bevve fino all'ultima goccia. Mentre la riabbassava il suo sguardo si posò sull'insegna illuminata dello Stripes e poi su una figura snella con un cappello che scendeva da una Mercedes nera. Sentì improvvisamente il cuore pesante e una stretta al petto.

Lu Han alzò lo sguardo mentre si avvicinavano e agitò la mano, ignorando completamente il gruppetto di ragazze che lo squadrò curioso mentre passava.

Ancora una volta, la lingua di Minseok ebbe la meglio su di lui. “Perché indossi gli occhiali da sole di notte?”

Jongdae, al suo fianco, salutò a gran voce. “Ciao, sono Jongdae,” disse con un piccolo inchino. “Dalla rivista Jjang!?”

“Sì, quello della chiamata, giusto? La settimana scorsa? Piacere di conoscerti, Lu Han.” Ricambiò l'inchino e si rivolse a Minseok. “Sto provando a non dare nell'occhio.”

“Indossare degli occhiali di notte dà decisamente nell'occhio,” gli spiegò il più gentilmente possibile Minseok. “A nessuno qui importerà della tua presenza, credimi. Non è quel tipo di folla.”

Lu Han sbuffò e con riluttanza si tolse gli occhiali. Minseok si sarebbe aspettato di trovare un altro makeup pesante ma si ritrovò sorprendentemente senza parole. Il viso di Lu Han era completamente privo di eyeliner o glitter ed era, invece, pulito e al naturale, con un adorabile visino da bambino che lo faceva sembrare almeno cinque anni più giovane di quanto già non dimostrasse. I suoi occhi castani da cerbiatto brillavano sotto le luci al neon e Minseok non poté fare a meno di fissarlo meravigliato come un totale idiota per quanto fosse bello.

“Err…Terra chiama Minseok? Entriamo?” Jongdae agitò una mano davanti al viso di Minseok.

Riuscì a ridestarsi dal proprio stupore quando una serie di rumori lo raggiunse dall'edificio accanto a loro; il debole strimpellare di una chitarra e il suono di un microfono che veniva controllato. Sicuramente Chanyeol e il suo gruppo si stavano organizzando.

Minseok annuì velocemente per mascherare l'imbarazzo. “Er, sì... entriamo... umm... certo…” E si fece strada dentro il locale con Lu Han aggrappato ad un suo gomito e Jongdae che li seguiva.

E infatti, Chanyeol stava portando la propria batteria sul palco mentre gli altri membri collegavano gli amplificatori e sbrogliavano cavi intrecciati come spaghetti. Il loro fanclub li fissava già con attenzione ed eccitato dal bar. Sembrava fossero riusciti ad attirare un pubblico ancora più grande nell'ultimo anno, dato che la stanza era molto più affollata del solito e faceva già molto caldo con tutti quei corpi accalcati.

Quando i tre entrarono, il brusio delle conversazioni si placò con le persone che notarono l'arrivo di Lu Han e Minseok lo sentì irrigidirsi dietro di sé. Per essere una famosa Hallyu star, sembrava essere molto più diffidente delle situazioni intime di quanto non dimostrasse sul palco; un cerbiatto spaurito paragonato alla facciata sicura e carismatica che innalzava quando si esibiva. O quando era ubriaco. Minseok si chiese se gli occhiali da sole, il makeup, e gli alcolici fossero più un meccanismo di difesa contro tutte quelle attenzioni che non una semplice scelta di stile. Allungò una mano dietro di sé e afferrò quella di Lu Han, stringendola forte come incoraggiamento. Erano nel suo ambiente ora; non erano in un locale luccicante e d'alto profilo per i ricchi e belli, ma in un ritrovo tranquillo per studenti con un budget. Sentì il bisogno di prendersi cura di Lu Han mentre esplorava un nuovo mondo fuori dalla propria comfort-zone, così come Lu Han aveva fatto per lui meno di una sera prima. Non se lo sarebbe mai dimenticato.

Ma passarono solo alcuni istanti prima che le chiacchiere riprendessero e che le persone rivolgessero nuovamente l'attenzione ai propri drink, completamente imperturbate dalla presenza del cantante cinese. Anche le groupies degli Urban Blackout erano troppo concentrare a guardare Chanyeol che ripescava le proprie bacchette per interessarsi a Lu Han, e Minseok ringraziò silenziosamente l'universo per questo.

“Visto? Starai bene.” Minseok si rivolse al viso pallido di Lu Han. “Scommetto che non ti hanno nemmeno riconosciuto senza tutto quel trucco addosso.” Lu Han si vendicò per quel commento pizzicandogli i fianchi e Minseok si allontanò con un salto.

“D'accordo, voi due. Io offro il primo giro. Ci vediamo vicino al palco?” Jongdae scomparì verso il bar, facendosi strada tra la folla.

“Allora, qual è il tuo amico?” chiese Lu Han mentre camminavano in direzione della band.

“Tecnicamente tutti, siamo tutti molto uniti – ma Chanyeol, il tipo allampanato alla batteria, lavora alla rivista insieme a noi.” Minseok indicò la figura alta di Chanyeol che sovrastava gli altri compagni. “Si occupa della fotografia e di recensire i concerti dal vivo.”

“Con chi sta parlando?” Lu Han si chinò così vicino quando si fermarono che Minseok sentì il suo respiro sfiorargli il collo, facendolo rabbrividire.

Si schiarì la gola nel tentativo di sembrare normale. “Quello è Baekhyun, il cantante. Gli piace molto indossare l'eyeliner. Andreste d'accordo.”

Lu Han lo punzecchiò sulle costole. “Non me la lascerai mai passare, vero piccolo raviolo?” rise. “Chi sono gli altri ragazzi?”

“Il ragazzo bassottino al basso è Kyungsoo e quello con le occhiaie scure alla chitarra è Zitao, ma noi lo chiamiamo semplicemente Tao.”

“Zitao? È cinese?”

“Già, è uno studente straniero. Non parla una parola di coreano ma i suoi riff sono davvero buoni. Dovresti sentire la loro versione di Heartbreaker dei Led Zeppelin, ti verrebbero i brividi.”

Proprio in quel momento, Jongdae tornò con tre birre ghiacciate e ne spinse una in mano a Minseok quando le luci si affievolirono e Baekhyun si avvicinò al microfono tra gli applausi.

Hey ragazzi!” richiamò la folla. Un forte hey! di risposta riecheggiò nella stanza. “Wow, che partecipazione! Meglio non deludervi allora, huh? Jongdae, spero che una di quelle birre sia per me. Amico, sto scherzando, non guardarmi in quel modo! Okay, okay, chiudo il becco ora. Facciamo tremare questo palco!

La folla lo acclamò con urla e grida quando la musica cominciò a far vibrare la stanza; Chanyeol muoveva le braccia suonando la batteria come solo lui sapeva fare mentre Tao faceva scivolare la mano sul collo della chitarra in modo seduttivo con il suo solito sguardo cupo. Le ragazze ci andavano pazze ogni volta. Nessuno avrebbe mai immaginato che, in realtà, il più giovane del gruppo era un completo tenerone lontano dal palco. Baekhyun era il tipo di front-man affascinante con un sorriso killer e labbra che amava leccarsi mentre cantava – un vero esperto di fanservice. Minseok non avrebbe mai osato dirglielo, ma Kyungsoo era sempre stato un cantante migliore, sebbene preferisse stare lontano dai riflettori. A differenza di Baekhyun, che lo adorava e non avrebbe fatto altro.

Tra le luci e i suoni melodici, Minseok si ritrovò come sempre a guardare Lu Han, senza riuscire a capire come qualcuno potesse apparire senza alcun difetto al naturale. Una parte di lui si contorceva dalla gelosia per il suo piccolo nasino perfetto che si sollevava leggermente sulla punta e per le sue folte ciglia lunghe che sfioravano la sua pelle candida – mentre un'altra parte desiderava apprezzare la sua bellezza ultraterrena, sebbene ancora non sapesse cosa tutto quello potesse significare. Quei sentimenti erano ancora sepolti sotto pile e pile di confusione e farfalle nello stomaco per l'ansia di avere la star vicino.

Lu Han sembrava così sereno nonostante il caos che lo circondava. I suoi occhi erano spalancati e si guardavano intorno in quello che sembrava stupore cercando di nascondere un piccolo sorriso mordendosi il labbro, muovendo la testa al ritmo della musica. Se Minseok l'avesse conosciuto meglio, avrebbe detto che Lu Han sembrava genuinamente contento.

Minseok si avvicinò al suo orecchio. “Non è esattamente lo Stadio Olimpico, huh?”

“No,” concordò Lu Han. “Ma è questo che lo rende grandioso.” Si voltò e i loro sguardi si incontrarono per qualche secondo interminabile; così vicino che Minseok riuscì a vedere il lieve segno di una cicatrice sulla guancia di Lu Han – ma quella piccola imperfezione lo rendeva ancora più perfetto. Sospirò.

In quel momento, Minseok sentì davvero come se si fossero capiti veramente per la prima volta.



*



Il gruppo suonò un paio di canzoni prima di prendersi una pausa. Minseok agitò il braccio in aria e gridò il nome di Chanyeol per attirare la sua attenzione e chiamarlo da loro. Quando alla fine sollevò lo sguardo, i suoi occhi si sgranarono realizzando chi lo stesse guardando da quella marea di teste.

Persino da sopra la musica del juke box e le conversazioni di tutti, Minseok riuscì a sentire la sua voce impanicata:

“Oh mio Dio, è lui! È Lu Han! È venuto davvero! Merda!

Chanyeol si alzò di scatto e goffamente dallo sgabello dietro la batteria, tutto gambe e braccia, scavalcando funi e cavi e rischiando di inciampare su ogni oggetto solido nel raggio di un metro da lui mentre scendeva dal palco di fretta, agitando le mani in aria. Si fermò davanti a loro e fece un inchino di novanta gradi con un enorme sorriso.

“Oh, wow. Okay. Ciao! Sono Chanyeol. O Yeollie. O Yeol-meister, come vuoi tu! Chiamami come vuoi! Wow, sei davvero tu. Ciao! Wow.”

“D'accordo, ora respira,” disse Minseok, con qualche pacca sulla sua spalla.

“Piacere di conoscerti. Io sono Lu Han.” Ricambiò il profondo inchino e Chanyeol squittì eccitato.

“Amo la tua musica, davvero! Ho tutti i tuoi album a casa! Hai finito il tuo drink. Lascia che te ne offra un altro! Posso?”

“Certo, perché no?” Lu Han sorrise e seguì uno Chanyeol eccitato al bar. Tao corse per raggiungerli e cominciò a parlargli in rapido cinese nell'orecchio.

Baekhyun ridacchiò e saltò giù dal palco. “Wow, è davvero figo che conosci Lu Han, amico!”

“Già, come è successo?” chiese Kyungsoo, avvicinandosi dopo aver riposto con cura il proprio strumento.

“Potete ringraziare questo ragazzo qui.” Minseok diede una pacca affettuosa sulla schiena di Jongdae. “Ha ottenuto lui l'intervista. Anche se l'intervista ancora non c'è stata…” finì a bassa voce.

“Beh, mi conoscete!” disse Jongdae orgoglioso, sollevandosi il colletto della camicia. “Ho-“

-amici ai piani alti!” lo interruppero tutti in coro. “Lo sappiamo!”

Jongdae alzò gli occhi al cielo mentre loro ridevano.

Quando Lu Han e gli altri tornarono, Chanyeol aveva tra le braccia qualche bottiglia di birra che Tao lo aiutò a passare a tutti.

“Non avresti dovuto comprare la birra per tutti, Yeollie. Non è il tuo turno,” disse Baekhyun.

“Non sono da parte mia. Le ha pagate Lu Han.”

Minseok sospirò. “Lu Han, non avresti dovu-”

“Sì, invece,” disse Lu Han. “Ora zitto e bevi. Salute!”

E tutti sollevarono le bottiglie per brindare insieme.



*



Il tipico sabato sera allo Stripes si sarebbe concluso alle 23.30 con Minseok e Jongdae un po' meno che ubriachi che risalivano la strada, solo per rincontrarsi in ufficio la mattina successiva – perché a cos'altro servivano le domeniche, altrimenti? Tuttavia, divenne presto chiaro che questo non era un tipico sabato sera, così come non era stato un tipico venerdì sera, e le 23.30 passarono senza che nessuno se ne accorgesse.

Il capro espiatorio per le bravate di quella notte era una semplice parola cinese che divenne presto il tormentone della serata: ganbei. Una volta pronunciata da qualcuno del gruppo, Lu Han e Tao la ripeterono più volte entusiasti, ognuno di loro avrebbe dovuto finire d'un fiato il proprio drink, non importava quanto ne fosse rimasto. Dopo una mezza dozzina di birre consumate in quel modo, il resto della serata divenne un po' confusa e il fegato di Minseok probabilmente ne avrebbe sofferto le conseguenze.

Ma la cosa più importante era che Lu Han sembrava essere nel proprio elemento. Passò la maggior parte della notte a rifocillare il gruppo e, con naturalezza, si adattò alle dinamiche del gruppo perfettamente. La sua iniziale esitazione venne presto rimpiazzata dal coraggio alcolico e le persone sembravano gravitargli attorno come meteoriti che si avvicinavano troppo ad una stella errante. Minseok non poteva biasimarle; il fascino celestiale di Lu Han causava dipendenza.

Ci fu un momento in cui Chanyeol gridò, “Dovresti cantare per noi, hyung! Sul palco!”

Tutti urlarono in accordo, persino le persone che non si trovavano nelle immediate vicinanze, ma Minseok intervenne.

“Non penso che il suo manager lo lascerebbe esibire da qualche parte gratis

Lu Han gli afferrò delicatamente la spalla e gli sussurrò all'orecchio, “Va tutto bene, piccolo raviolo. Il mio manager non è qui.” Si rivolse a Chanyeol, annuendo. “Okay, canterò. Scegli una canzone.”

“Ooh, ooh, canta Into Your World! È
 la mia preferita! Posso suonare per te!”

Chanyeol balzò sul palco e frugò nel retro per un po', facendo un completo fracasso, prima di ricomparire con una chitarra acustica in mano.

Lu Han rise, voltandosi verso Minseok con le sopracciglia alzate. “Sa anche suonare la chitarra?”

“Questo ragazzino è sorprendentemente poliedrico. Dovresti sentire il suo rap.”

Annuì pensieroso per un attimo, scolò la bottiglia e poi seguì il batterista sul palco tra un'ondata di grida e applausi. Kyungsoo salì per un secondo per porgere loro degli sgabelli su cui sedersi. Minseok immaginò fosse una canzone lenta; non l'aveva mai sentita prima, ad essere sinceri. Le uniche canzoni di Lu Han che aveva ascoltato erano pezzi elettro-pop che gli frantumavano le orecchie e la pazienza. L'idea di una canzone lenta lo intrigava.

Calò il silenzio nella stanza e Chanyeol cominciò a suonare sotto la voce espressiva di Lu Han. Nel giro di pochi secondi, Minseok si ritrovò come sotto incantesimo; non era semplicemente una canzone lenta, era... magnifica. La melodia era dolce e delicata paragonata ai suoni striduli sintetizzati per cui era famoso, e rivelava un lato di lui completamente nuovo – un lato vulnerabile, genuino, come se quella canzone fosse stata scritta per un amore perduto e tutti loro stessero invadendo un momento privato. Non era banale e commerciale; era sentita e sincera, e Minseok venne rapito dal testo poetico e profondo che strimpellava le corde del suo cuore. Lo ha scritto lui? si chiese. Lu Han aveva l'aspetto di un angelo anche quando cantava; brillava sotto i riflettori che gli illuminavano il capo come un'aureola. Tutto il locale sembrava sciogliersi mentre lo ascoltava.

Minseok poteva solo sognare e ammirare quel serafino mortale che aveva inaspettatamente preso il controllo della sua esistenza in una sola sera, senza pentirsi di un solo secondo.

Quando la canzone finì, il bar eruppe in un applauso che fece tremare le pareti e Chanyeol sembrava sul punto di svenire per la felicità, con gli occhi colmi di lacrime. Lu Han si inchinò educatamente, con le guance in fiamme, e tornò dal gruppo con fare improvvisamente modesto e grattandosi l'orecchio imbarazzato.

La bocca di Baekhyun rimase spalancata. “Wow, è stato…wow…voglio dire, ho la pelle d'oca in questo momento!”

“Anche io, è stato incredibile,” Kyungsoo si illuminò.

Le guance di Lu Han si arrossarono ancora di più e il suo sguardo si posò su Minseok. “Cosa ne pensi tu, critico musicale?”

Minseok deglutì. Era ancora senza parole. “Penso... fosse abbastanza decente.” Saltò via velocemente quando Lu Han provò a solleticargli le costole ancora una volta. “Okay, okay, penso sia stato incredibile. Ottima scelta, Yeollie!”

Chanyeol non smise per un attimo di sorridere come un idiota e non proferì parola come se l'uso della lingua lo avesse abbandonato.



*



Era decisamente più tardi delle 23.30 quando finalmente le loro anime stanche lasciarono il locale. Il cielo delle prime ore della domenica si estendeva scuro e privo di stelle sopra le loro teste mentre Kyungsoo e Jongdae sollevavano un Baekhyun decisamente ubriaco sulle proprie spalle. Aveva un po' esagerato con i ganbei ed era persino sparito per un po' con una delle groupies e un vassoio di bicchierini. Nessuno seppe mai cosa fosse successo, perché il mattino dopo si era dimenticato tutto, ma gli assicurarono che era tornato poco dopo con un grande sorriso sul viso.

I ragazzi si salutarono fuori dal locale e Chanyeol tirò Lu Han in un goffo abbraccio amichevole per poi iniziare a barcollare canticchiando stonato insieme a Tao alcuni versi di Into Your World. Visto che Jongdae aveva promesso di aiutare Baekhyun a tornare a casa tutto intero, rimasero solo Minseok e Lu Han a risalire la collina da soli. Faceva molto più freddo ora e Minseok si strinse nella giacca. L'alcol non sembrava riuscire a riscaldarlo a dovere.

“Allora, cosa farai ora?” chiese. “Chiamerai la tua macchina? Funziona così?”

“A dire il vero, la mia auto è già qui.” Lu Han indicò poco più avanti e, in effetti, la Mercedes nera lo stava aspettando in fondo alla strada accanto all'università, come una lucida e stilosa pantera.

“Wow. Ha fatto in fretta. Non ti ho visto chiamare nessuno.”

“Solo perché esiste un'app per questo.” Lu Han agitò in aria il proprio iPhone.

“Davvero? Wow, c'è davvero un'app per tutto ormai, huh?”

Quando si avvicinarono al veicolo rombante, Minseok rimase sul marciapiede con le mani in tasca, a disagio, spostando il peso da un piede all'altro.

“Allora... ci vediamo in giro, immagino?” Sapeva di sembrare un perdente ma cos'altro avrebbe potuto dire? Sapeva di non volerlo salutare ma sapeva anche di non avere molta altra scelta.

Fino a che Lu Han non biascicò, “Posso dormire da te?”

La testa di Minseok scattò in alto. “Cosa? Perché?” Non voleva sembrare così sulla difensiva ma si chiese per un momento se si fosse immaginato tutto e le sue orecchie lo avessero tradito.

Lu Han si guardò le unghie e rispose con un filo di voce, “È solo che... non mi va di stare da solo, al momento.” Sollevò lo sguardo e il cuore di Minseok si sciolse per l'ennesima volta.

“Come posso dirti di no se mi guardi in quel modo?” scherzò, rendendosi però conto nel momento in cui lo diceva di pensarlo davvero, e continuando velocemente. “Voglio dire – certo che puoi. Casa mia è un buco, però. Probabilmente non è nemmeno lontanamente accogliente quanto il tuo appartamento – stanza d'albergo – ovunque tu stia…”

“Non è un problema.” Lu Han aprì la portiera scivolando all'interno, e Minseok lo seguì con il battito decisamente rapido.



*



Il tragitto fino a casa fu silenzioso e rilassante, e prevedibilmente corto dato che l'appartamento di Minseok distava solo qualche isolato dall'università.

Quando arrivarono, si diresse al portone del palazzo con il mazzo di chiavi pronto per una volta, ma qualcosa gli catturò lo sguardo. Qualcosa era stato attaccato ad un lato dell'ingresso, nella parte più buia del muro. Aguzzò la vista ma non riuscì a capire cosa fosse, soprattutto perché le luci del porticato non si accendevano da mesi perché i sensori si erano rotti e nessuno li aveva mai sostituiti. Anche Lu Han sembrò notarlo, quindi entrambi estrassero i cellulari e usarono la luminosità degli schermi per far luce sulla loro scoperta. Quello che trovarono fu qualcosa che Minseok non si sarebbe mai aspettato di vedere.

Era un poster – o meglio, un grande poster a forma di cuore pieno di foto di lui e Lu Han scattate quella notte ad Hongdae. In alto, qualcuno aveva scritto a lettere cubitali LuMin 4ever e attorno alle foto c'erano messaggi carini con cuoricini disegnati qua e là.

Minseok rimase letteralmente senza parole.

“Io-…cosa-…huh?

A Lu Han sfuggì un lungo sospiro. “È da parte delle fan. A quanto pare gli piaci.” Minseok non dovette guardarlo per sapere che stava ghignando.

“Ma…LuMin?

“È il nome della nostra coppia, raviolo scemotto. Hanno unito i nostri nomi.”

Nome di coppia. Nome della nostra coppia.

“Come hanno scoperto chi sono... e dove abito?” Sentì l'improvviso bisogno di guardarsi attorno con apprensione, quasi aspettandosi di vedere il bagliore degli occhi delle fan stalker pronte a tendergli un'imboscata.

“Saranno sempre un passo avanti a noi, Baozi. Sempre. Ma non ti preoccupare, sembrano stare dalla tua parte.” La sua bocca fu improvvisamente accanto all'orecchio di Minseok. “Per ora.

“Finiscila!” Minseok lo spinse via mentre Lu Han scoppiava a ridere per la propria battuta.

I suoi piedi si trascinarono pesanti mentre salivano la rampa di scale all'interno. Un'ondata di stanchezza lo aveva travolto e trovava difficile riuscire a tenere gli occhi aperti.

Aprì la porta del proprio appartamento, quasi inciampando sullo zerbino, e lanciò le chiavi sul divano, dove indubbiamente sarebbero cadute in un'altra dimensione, tra i cuscini, per non essere mai più ritrovate.

Anche solo con il leggero bagliore dei lampioni che filtrava dalle finestre, riuscì a vedere che il suo piccolo appartamento non era esattamente preparato ad accogliere degli ospiti e che c'era una buona quantità di cianfrusaglie sparsa sui mobili e sul pavimento. Il divano, inoltre, non era decisamente il posto ideale su cui dormire se si voleva ancora avere il pieno controllo degli arti il giorno dopo.

“Umm…Non sono certo di come tu voglia fare,” disse con un grande sbadiglio. “Potremmo…umm…”

“Dormo in camera tua. Va bene, giusto?” chiese allegramente Lu Han.

Minseok sentì le interiora attorcigliarsi. “Vuoi dire... nel mio letto? Con me?”

Lu Han annuì, sbottonandosi il cappotto. “Non vedo cosa ci sia di sbagliato.” Lo gettò da una parte e si avvicinò così tanto che Minseok poté giurare che i loro nasi si stessero sfiorando, facendogli girare la testa. “Non vuoi dormire con me, Baozi?”

“Io-…beh, ov-... certo, voglio dire…” balbettò.

Il sorriso smagliante di Lu Han avrebbe potuto illuminare la stanza intera. “Bene. Nessun problema, allora.” Si tirò l'orlo della camicia fino a che non uscì dai jeans stretti e cominciò a sbottonare anche quella, senza mai distogliere lo sguardo dal suo viso. Minseok intravide il suo petto tra i lembi e per poco non grugnì quando i suoi occhi si abbassarono fino allo stomaco di Lu Han e sul leggero tratto di peli che portava a cose a cui non avrebbe voluto pensare in quel momento.

“Bene, okay, fantastico, allora io um...” Le parole gli uscirono di bocca così velocemente che era sicuro non si fosse capito niente, ma si avviò comunque rapidamente in camera.

Salì sul letto con indosso una vecchia maglietta e i pantaloni di un pigiama mentre Lu Han entrava togliendosi vari accessori e gioielli. Quando lo raggiunse, Minseok giaceva sulla schiena rigido come una tavola, incapace di muovere un muscolo per la paura di toccare qualcosa di inappropriato. Lu Han si allungò e premette l'interruttore della luce che penzolava sulla testiera, per poi agitarsi sul letto fino a che non trovò la posizione giusta.

“Baozi?” lo chiamò con voce flebile.

“Sì?”

“Grazie per stanotte. Mi sono divertito un mondo. I tuoi amici... anche loro sono fantastici.”

Minseok sorrise. “Non c'è di che. Grazie a te, per la notte scorsa."

“Formiamo una bella squadra, huh?”

Minseok riusciva a immaginarlo ormai: la Stella e il Raviolo al vapore.

“Già. Una bella squadra. Buonanotte.”

Lu Han si voltò, dandogli le spalle, e Minseok fu sicuro di aver sentito la parola ‘LuMin’ uscire dalle sue labbra, ma si convinse che fosse solo il suo cervello che continuava a fargli degli scherzetti.

Quando finalmente cadde tra le braccia di Morfeo, luci luminose gli danzarono dietro le palpebre sotto forma di ali d'angelo e delle mani morbide gli accarezzarono la pelle.

  
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