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Autore: Nike90Wyatt    18/12/2020    1 recensioni
Una lettera da Milano sconvolge la vita di Marinette Dupain-Cheng, paladina di Parigi nei panni di Ladybug e neo Guardiana della Miracle Box; una serie di circostanze, insieme ai suggerimenti dell’inseparabile Tikki e dei suoi genitori, la spingeranno a prendere una decisione che stravolgerà il suo futuro e le sue relazioni.
Intanto, Gabriel Agreste, ossessionato dalla vendetta nel nome di sua moglie Emilie, vola in Tibet, accompagnato dalla sua fedele assistente, nonché amica e complice, Nathalie Sancoeur, con un unico obiettivo: scoprire i segreti dei Miraculous che si celano tra le mura del Tempio dei Guardiani.
Genere: Azione, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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21

Tibet, 2018

Il portale la condusse in uno stanzone con il pavimento in mattoni, il soffitto alto e pareti adornate con disegni dallo stile orientale. C’era odore di incenso. Le candele poste sulle mensole e sull’altare di fronte proiettavano una luce tenue.

Era al Tempio dei Guardiani.

Ladybug pose fine alla fusione, togliendosi gli occhialini.

«È stato un piacere offrirle i miei servigi, signorina.» Kalkk si congedò con un inchino solenne e scomparve nel Miraculous. Ladybug lo ripose all’interno della Miracle Box.

Dalle uniche due vie d’accesso alla stanza si palesarono due sagome: una minuta, dal passo aggraziato; l’altra colossale, con in mano una mastodontica ascia.

«Ladybug!» esclamò la figura minuta.

Provò una fitta al cuore. Di sicuro non pensava di doverli rivedere così presto. Quando aveva deciso di viaggiare verso il Tempio, non le era passato per la mente che si sarebbe ritrovata faccia a faccia con Tyr e Vaegt.

Si costrinse a restare fredda e concentrata. «Sono qui per vedere il Gran Maestro.»

Tyr si fece avanti. «Questo non è possibile.» L’aspetto minaccioso incuteva terrore negli avversari. Forse, in quel momento, lei stessa era un avversario.

Ma non le importava. «Meglio che senta ciò che ho da dirgli.»

«In onore della nostra alleanza» disse Vaegt «ti concederemo la possibilità di riferire a noi questo messaggio e di riportarglielo a tuo nome.»

Ladybug scosse il capo. «Non me ne andrò di qua fin quando non avrò parlato con lui.» In altre circostanze avrebbe aggiunto un «vi prego», ma quei due non meritavano gentilezze.

«Ragiona, Marinette.» Tyr la chiamò con il suo nome, provocandole un vuoto allo stomaco. «Noi abbiamo il compito di scacciare qualsiasi invasore. Tu sei apparsa dal nulla senza essere stata invitata qui, quindi come tale dovresti essere trattata. Prendi ciò che ti offriamo.»

Ladybug mostrò loro la Miracle Box che aveva tenuto sotto al braccio fino a quel momento. «Dunque non gli interessa più avere questa?»

«Perché ha quell’aspetto?» chiese Vaegt, avvicinandosi.

«Lo ha assunto nel momento in cui Wang Fu ha passato a me il compito di Guardiana.»

Tyr e Vaegt si scambiarono un’occhiata. Annuirono all’unisono e sciolsero la trasformazione. I Kwami scomparvero subito nei Miraculous, prima che Ladybug potesse studiarne l’aspetto. Elga Storm indossava una lunga veste dorata, in vita una cintura con la fibbia argentea a forma di bilancia, i capelli raccolti in due trecce.

Alessio portava un gilet di cuoio sul torace nudo, pantaloni beige e stivali. «Ti condurremo da lui.» Si rigirò nella mano la spilla a forma di testa di toro.

«Bene.» Ladybug si tastò il taglio sul sopracciglio. La trasformazione aveva coperto la ferita, ma il prurito era rimasto.

Elga fece strada attraverso una galleria buia col pavimento in pietra. L’unica fonte di luce erano le fessure sulle pareti, piccole finestre dalle quali la falce di luna sparava i suoi raggi. Le montagne innevate che circondavano il Tempio offrivano un paesaggio suggestivo.

Giunsero in un’anticamera. Un portone in legno massiccio era sorvegliato da due statue raffiguranti animali mitologici: uno sembrava una chimera, un animale con la testa di leone e la coda formata da serpenti; l’altro un incrocio tra un ciclope e un cavallo.

«Bizzarre» commentò Ladybug, accarezzando la superficie della statua chimera.

«Neanche noi sappiamo che cosa siano.» Elga si coprì la testa col cappuccio della veste. «Tra noi allievi si suppone che esistano dei Miraculous i cui Kwami abbiano quell’aspetto. Ma nessuno ha avuto mai conferme o smentite a riguardo.» Bussò tre volte al portone.

Dopo qualche istante, questo si spalancò. La stanza era simile a quella precedente, solo che al posto dell’altare sorgeva una sorta di trono. La figura seduta lì era in ombra.

Elga entrò per prima. Alessio fece un cenno a Ladybug permettendole di anticiparlo.

«Gran Maestro» Elga si genuflesse ai piedi del trono. «La portatrice del Miraculous della Creazione, nonché Guardiana della Miracle Box a cui appartiene, ha chiesto udienza presso di lei.»

La figura seduta al trono si alzò in piedi. L’uomo aveva il capo e metà busto chinato in avanti, la barba candida gli sfiorava il ventre. «Ladybug.» Fece un gesto come se volesse accoglierla tra le sue braccia. «Vieni avanti.» La luce proiettata dalle fiamme delle fiaccole intorno alla stanza si riflettevano sul suo cranio pelato.

Ladybug non si mosse.

Alessio le passò affiancò e si genuflesse accanto ad Elga. Girò la testa e sgranò gli occhi per invitare Ladybug a fare altrettanto, ma lei restò ancora ferma.

Il Gran Maestro fece spallucce. «Non importa, ragazzi. Su, su, rialzatevi.» Elga e Alessio obbedirono e si fecero da parte.

«Dunque è lei il Gran Maestro?» chiese Ladybug. «Me l’aspettavo diverso.»

Due intensi occhi color carbone indugiarono nei suoi azzurri. «Volevi che fossi come il tuo mentore e amico, Wang Fu? O pensavi fossi più giovane?» Ridacchiò. La voce era tranquilla, amichevole. «Spiacente di averti deluso in tal caso.»

«Sono qui per–»

Il Gran Maestro sollevò una mano per interromperla. «Il tuo cuore è in tumulto Ladybug. Hai una gran rabbia repressa dentro di te, un grande dolore.»

Alessio chinò il capo e distolse lo sguardo.

«Ho anche una gran voglia di tirare pugni» disse Ladybug. «Lei non ha idea di quello che ho passato.»

«Qualche cosa la so.» Il Gran Maestro si massaggiò la barba. «Altre cose posso immaginarle.» Si rivolse ad Alessio e Elga: «Vi prego, lasciateci soli.» I due ragazzi annuirono e uscirono dalla stanza, richiudendosi alle loro spalle il portone.

«Non è mancanza di fiducia in loro» disse il Gran Maestro una volta soli, «ma vorrei evitare momenti di imbarazzo con una persona a te cara e che tiene molto a te.»

«Non credo siano affari suoi.» Ladybug gli scoccò un’occhiata tagliente. «Lei ha mandato Alessio da me.» Gli puntò l’indice contro. «Lei gli ha detto di sorvegliarmi e di prendere la Miracle Box perché io non ne ero degna.»

Il Gran Maestro aggrottò la fronte. Le cespugliose sopracciglia parvero unirsi in un monociglio. «Non era quello il motivo. È vero, ritengo sia poco saggio che tu abbia custodito i Miraculous per così tanto tempo. Devo ammettere, però, che hai fatto un lavoro egregio, nonostante non abbia mai ricevuto un adeguato addestramento. Altri prima di te hanno fallito nel loro compito, hanno perso il senno, hanno abbandonato o, come Wang Fu, hanno compiuto atti che hanno portato a disgrazie. Disdicevole il suo comportamento: era un giovane promettente.»

«Anche io ho fallito.»

«Non essere troppo severa con te stessa, Ladybug. Sei andata ben oltre ogni mia aspettativa.»

«Wang Fu credeva in me. Fin dal primo giorno, quando mi affidò il Miraculous. Io… Io sapevo che non sarei stata in grado di sconfiggere Papillon.»

«Ma adesso sei qui.» Il Gran Maestro schioccò le dita. Tikki uscì dagli orecchini e la trasformazione terminò. «Marinette.»

Tikki fece una riverenza. «Gran Maestro...»

«Sono qui perché è l’ultima spiaggia per correggere i miei errori.» Marinette scosse la testa. «Papillon mi ha sconfitto, ha usato i Miraculous della Coccinella e del Gatto Nero per attingere al Potere Assoluto ed esprimere un desiderio. Perché voleva risvegliare sua moglie Emilie dal coma. Ma nel farlo...» La voce si ruppe per il pianto.

Il Gran Maestro annuì. «Qualcun altro ha preso il posto di questa donna.»

«Il loro figlio. Adrien…»

«E la donna com’era finita in coma?»

«Mi ha raccontato che aveva fuso i poteri del Miraculous della Farfalla e quello del Pavone, per guarire da una malattia terminale. La spilla del Pavone si danneggiò a seguito di ciò.»

Il Gran Maestro grugnì e scosse il capo. «La fusione dei Miraculous è un procedimento molto pericoloso, specialmente se fatto da persone dalla mente debole.» Diede le spalle a Marinette ed incrociò le mani dietro la schiena. «Non è finita in coma. Ha perso la sua anima. Mi chiedo come sia possibile che il suo corpo sia rimasto integro.»

Marinette trasalì. «Cosa significa che ha perso la sua anima? Significa che Adrien...»

Tikki intervenne. «Gabriel Agreste, o meglio Papillon ha fatto costruire un macchina per tenere in vita sua moglie. E adesso lì giace il corpo di Adrien.»

Il Gran Maestro fece una risatina sommessa. «Diavolerie dell’epoca moderna. Affascinante, comunque.» Guardò Marinette e si schiarì la voce. «Ogni cosa ha il suo prezzo, mia cara. In questo caso, il potere congiunto del Miraculous della Creazione e quello della Distruzione ha scambiato un’anima per un’anima. Quest’uomo, Gabriel Agreste, avrebbe dovuto considerare le conseguenze dei suoi gesti. I Miraculous non sono in grado di riportare in vita i morti. Confido che tu lo sappia.»

«C’è modo di risvegliare Adrien?»

«I poteri dei Miraculous nascondono tanti segreti...»

«Non faccia l’enigmatico con me.» Marinette era stufa di tutti quei giri di parole. «Mi risponda solo sì o no.»

Il Gran Maestro oscillò la testa. «Dipende da te.» L’occhio gli cadde sulla Miracle Box.

Marinette digrignò i denti. «Parli più chiaramente.»

«La Miracle Box è vincolata a te da una formula magica pronunciata da Wang Fu. Anche se tu la consegnassi a me, adesso, la magia che ti lega a lei resterebbe salda.»

«Ho capito» sussurrò Marinette. «Vuole che rinunci alla mia carica di Guardiana.»

«No Marinette!» gridò Tikki. «Se tu lo facessi, perderesti i tuoi ricordi per sempre. E… Non potremmo più vederci.»

«I miei ricordi in cambio della vita di Adrien. È questo il prezzo da pagare.»

Il Gran Maestro annuì. «La scelta spetta a te. Nel caso tu rifiutassi, non mi opporrò. Continuerai a svolgere il tuo compito.»

«Adrien non merita quella sorte. Accetto.»

 

Con l’aiuto di Elga ed Alessio, nei panni di Vaegt e Tyr, Marinette trasportò il corpo di Adrien al tempio, servendosi del Miraculous del Cavallo. L’unica persona che incrociò a villa Agreste fu Nathalie e, per certi versi, ne fu lieta. Nonostante il duro scontro che avevano avuto, la donna aveva dimostrato sincero affetto nei confronti di Adrien. I coniugi Agreste avevano preferito tenersi da parte, limitandosi ad accettare qualunque tentativo pur di risvegliare il loro figlio. Prima che attraversassero il portale, Nathalie le disse che si sarebbe consegnata alle autorità ed avrebbe denunciato Gabriel Agreste.

Alessio adagiò il corpo di Adrien al centro di un cerchio disegnato con il gessetto. Sulla circonferenza vi erano dei piccoli slot, ognuno dei quali contrassegnati con un simbolo.

Marinette riconobbe i simboli dei Miraculous contenuti nella Miracle Box di cui lei era Guardiana. Quelli della Coccinella e del Gatto Nero si trovavano accanto al centro del cerchio.

«Il rituale richiede l’unione spirituale dei Kwami.» Il Gran Maestro pose sul petto di Adrien gli orecchini e l’anello. «Insieme, richiameranno l’anima di questo giovane ragazzo e dovrebbe risvegliarsi.»

«Dovrebbe?» chiese Elga.

Il Gran Maestro si strinse nelle spalle. «Rituali come questo non danno mai garanzie di successo. Dobbiamo solo avere fede.»

Alessio si avvicinò a Marinette, stringendole le mani con affetto. «Sono sicuro che andrà tutto bene.»

«Non so come tu faccia ad avere così tanto ottimismo. Guarda le mie azioni dove ci hanno condotto. Stamattina ho dovuto dire ai miei genitori che domani io non mi ricorderò più di loro, di Parigi, dei miei amici, della mia vita. Sarò come un guscio vuoto.»

«Ti sbagli, Marinette. Tu non potrai mai diventare un guscio vuoto. Anche senza ricordi resterai sempre una persona magnifica. Chiunque abbia avuto la fortuna di starti accanto ha compreso quanto tu sia speciale. Anche i tuoi rivali. L’unica a non riuscire a vedere quanto vali, sei proprio tu.»

Marinette avvertì un groppo in gola. «Perdonami per come ti ho trattato.»

Alessio ammiccò «Me lo meritavo.» Indicò con la testa Adrien. «È fortunato ad averti al tuo fianco.»

Marinette si alzò sulle punte per scoccargli un bacio sulla guancia. «Grazie. Ora devo dire una cosa al Gran Maestro.»

Lo richiamò. L’anziano sorrise quando lei si avvicinò. «Siamo quasi pronti» le disse.

«Ho qualcosa da chiederle prima di iniziare. Visto che non ricorderò nulla delle nostre avventure e io non mi trasformerò più in Ladybug, vorrei salutarlo come si deve quando si risveglierà. E vorrei che anche il suo Kwami, Plagg, possa farlo.»

Il Gran Maestro fece un cenno di assenso. «Mi sembra giusto.» Le sue dita strinsero il Kwagatama che Marinette aveva appeso al collo. «Il tuo legame con Tikki doveva essere molto forte se ti ha regalato questo.»

«Molto più di quanto lei creda.» Marinette guardò con tristezza al suo Kwami, intenta a istruire Plagg sul da farsi. Le lacrime le pizzicarono gli occhi. «È stata più di una fedele alleata nella lotta a Papillon. Mi ha sostenuta sempre, mi ha consigliata, mi ha sopportata soprattutto… Dimenticare lei significa lasciare qui un pezzo del mio cuore.»

Il Gran Maestro tossì. «Spesso la vita nasconde tante sorprese.» Allargò le braccia e richiamò l’attenzione dei presenti. I Kwami si posizionarono ognuno nel proprio slot. «Iniziate.»

In coro, i Kwami iniziarono a cantare e a danzare. Marinette non capiva il significato delle loro parole, ma quella melodia le infuse tanta serenità, come se ogni briciolo di oscurità fosse scomparsa dal mondo. Il disegno del cerchio le parve muoversi a ritmo. Il canto crebbe di intensità, i Kwami si illuminarono a intermittenza.

Il bagliore si riversò sul corpo di Adrien, la luce rossa prodotta da Tikki e quella verde prodotta da Plagg si mischiarono in un’unica tinta. Marinette fu costretta a coprirsi gli occhi con un braccio, mentre il canto proseguì incessante ed assordante. Il pavimento tremò sotto i piedi, le mura del Tempio scricchiolarono.

Poi, il silenzio.

La stanza tornò ad essere illuminata dalle candele sparse sul pavimento. I Kwami, stremati per lo sforzo, rientrarono nei rispettivi Miraculous. Il Gran Maestro si chinò sul corpo di Adrien e gli posò il dorso della mano sulla fronte.

«Ha funzionato?» Alessio passò un braccio intorno alla spalla di Marinette.

«Il rituale ha avuto successo.» Il Gran Maestro indicò Adrien col capo. «Il resto dipenderà da lui.»

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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