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Autore: Marlena_Libby    19/12/2020    2 recensioni
La storia di come Shanks Bogey, il miglior caddie che la Fairway University abbia mai avuto, se n'è andato
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era il 14 settembre 1869 e una ragazza dai capelli biondi raccolti in uno chignon, di nome Clarisse, stava per iniziare il suo secondo anno alla Fairway University.
L'estate era stata molto divertente, ma lei e i suoi genitori l'avevano trascorsa tutta dai suoi nonni in Tennessee, quindi non aveva avuto neanche un'occasione per rivedere i suoi amici. Non vedeva l'ora di rincontrarli!
Quando arrivò all'università si guardò subito intorno, alla loro ricerca.
- Ehi, Clarisse!
Si voltò e vide una ragazza dai capelli neri, lunghi e mossi con due ciocche legate dietro la testa da un fiocco rosa e un ragazzo di colore con i capelli neri rasati.
Erano i suoi amici Benjamin e Meredith.
- Ragazzi! - esclamò Clarisse correndo verso di loro.
Tutti e tre si abbracciarono con affetto.
- Oh, sono così felice di vedervi! - disse Clarisse. - Mi siete mancati così tanto in Tennessee!
- Anche tu ci sei mancata! - disse Benjamin.
- Qualcuno di voi ha visto Shanks? - chiese Meredith. - Non vorrà arrivare in ritardo proprio il primo giorno del suo primo anno come caddie a tempo pieno!
- Ciao, ragazzi!
Si voltarono e videro il loro amico Shanks, un ragazzo con corti capelli castani e le lentiggini sulle guance, correre verso di loro.
- Ciao, amico! - rispose Benjamin abbracciandolo. - Ehi, qualcosa non va? Mi sembri stanco.
- Non ho dormito molto bene stanotte. Colpa dell'emozione!
- Ora però sarà meglio che andiamo, le lezioni stanno per cominciare - disse Clarisse.

Dopo le prime due ore arrivò il momento che tutti stavano aspettando: il primo allenamento dell'anno!
Quando Clarisse, Benjamin e Meredith arrivarono sul campo, trovano già Shanks intento a sistemare le mazze.
- Sei già al lavoro, vedo! - disse Meredith.
- Beh, devo pur dimostrare di essermi meritato il lavoro di caddie a tempo pieno! - rispose il ragazzo.
Nonostante il suo sorriso, però, ai ragazzi non sfuggì anche la sua espressione vuota.
Tutti e quattro erano migliori amici solo da un anno, ma già ognuno di loro riusciva a capire come stessero gli altri senza bisogno di parole.
- Shanks, sei davvero sicuro di stare bene? - chiese Clarisse.
- Ma certo, ragazzi! Perché continuate a chiedermelo?! - disse Shanks, irritato.
A quel punto Benjamin, preso all'improvviso dalla preoccupazione, gli afferrò il braccio e disse: - E invece no! È chiaro come il sole che non stai bene! Allora, ci vai da solo in infermeria o ti ci devo trascinare io?!
- Ragazzi, smettetela! - disse Meredith.
Shanks sibilò, ma non sembrava un sibilo di rabbia... piuttosto di dolore. Benjamin allora si accorse che il braccio dell'amico era molto magro... fin troppo.
- Perché non stai mangiando?! - chiese sempre più preoccupato.
- Beh, ecco... veramente, io... - balbettò Shanks.
Benjamin gli tirò su una manica e tutti e tre rimasero pietrificati nel vedere gli orribili lividi che coprivano il braccio.
- E questi che cosa sono?!
- Shanks, ci stai facendo spaventare! - disse Clarisse.
Shanks fece per rispondere, quando all'improvviso cominciò a girargli la testa e cadde a terra privo di sensi.
- SHANKS!!! - lo chiamarono spaventati i suoi amici.
Meredith corse subito a chiamare l'allenatore e tutti insieme portarono Shanks in infermeria. Quando la dottoressa diede loro il permesso, i tre entrarono e trovarono Shanks seduto sul letto.
- Shanks, adesso non puoi più mentirci! - disse Clarisse. - Che cosa ti succede?!
Shanks allora sospirò e disse: - Ok, avete vinto. Mi dispiace, avrei preferito non darvi subito la notizia. Vedete, da qualche giorno non mi sentivo tanto bene e hanno cominciato ad apparirmi questi lividi sulle braccia, così sono andato a farmi visitare e...
- E...? - lo incitarono gli amici.
Shanks sorrise falsamente e diede loro una notizia che non avrebbero mai più scordato: - Ho il cancro ai polmoni. Non mi danno più di due mesi di vita.

Benjamin camminava nervosamente per il campo da golf con Meredith e Clarisse al seguito.
Era passato qualche giorno e ora tutta l'università sapeva della malattia di Shanks. Non c'era da stupirsi che tutti fossero venuti a saperlo così in fretta: Shanks era un ragazzo simpatico e benvoluto da tutti, oltre che un ottimo caddie e una risorsa importante per tutta l'università. Erano tutti sconvolti, ma nessuno lo era quanto loro, i suoi migliori amici.
- Ma com'è possibile che sia successo?! - disse Benjamin. - Com'è possibile che non ci sia una cura?!
- Se ci fosse gliel'avrebbero già data - disse Meredith.
- AH, DANNAZIONE!!! - gridò Benjamin con rabbia dando un calcio a una bottiglia.
- Benjamin, smettila! - cercò di calmarlo Meredith. - Arrabbiandoti non risolvi nulla! Piuttosto dovremmo cercare di essere forti per Shanks!
- Ma come fai a rimanere così calma?! - gridò di nuovo l'amico. - Non lo capisci che Shanks morirà?! Sei un'insensibile!
- LO CAPISCO BENISSIMO INVECE!!! - gridò Meredith, mentre alcune lacrime di dolore e rabbia le scesero dagli occhi. - Credi che mi faccia piacere?! Lui è anche mio amico, Benjamin! Ma che ci possiamo fare?! Non esiste una cura per la sua malattia! Ma non possiamo continuare a disperarci fino al suo ultimo giorno di vita, lo faremmo stare ancora peggio! L'unica cosa che possiamo fare è cercare di essere forti e rendere i suoi ultimi mesi i più belli della sua vita!
Benjamin abbassò lo sguardo, vergognandosi profondamente.
- Scusami. Non avrei dovuto parlarti così.
- Non importa - disse Meredith abbracciandolo.
- Hai ragione: dobbiamo impegnarci al massimo per Shanks! - disse poi lui sciogliendo l'abbraccio.
- Sì! - esclamò Meredith. - Sei d'accordo anche tu, Clarisse?
Clarisse era rimasta tutto il tempo a fissare il suolo con sguardo triste e sconvolto.
- Clarisse? - la chiamò l'amica agitandole una mano davanti alla faccia.
- Eh? Ah, sì, sì! - rispose frettolosamente Clarisse.
Benjamin e Meredith capirono al volo e la abbracciarono.

Una sera, qualche settimana dopo, i quattro amici erano al bar della scuola per passare un po' di tempo insieme.
- Ragazzi, siete stati magnifici oggi sul campo! - disse Shanks.
- Il merito, come sempre, è tutto del miglior caddie del mondo! - disse Benjamin.
- E per ringraziarti, puoi ordinare tutto quello che vuoi! - aggiunse Meredith. - Offro io!
- Wow, grazie!
Clarisse continuava a guardare Shanks in silenzio: l'aspetto dell'amico era decisamente peggiorato. Era diventato sempre più magro, i lividi erano aumentati e le sue occhiaie erano enormi.
Stava così male, eppure... continuava a ridere, a scherzare e ad aiutare la squadra come sempre.
- Clarisse, tu preferisci la torta ai mirtilli o alle noci? - chiese Meredith.
Non ricevendo risposta, alzò lo sguardo dal menù del bar e vide che l'amica era sparita.
- Vado a cercarla io - disse Shanks.
Il ragazzo si alzò e uscì dal bar. Girovagò un po' nel cortile, quando sentì un lamento provenire dal campo. Andò lì e trovò Clarisse seduta per terra con la schiena poggiata sulla recinzione, che si abbracciava le gambe e piangeva.
- Ehi, Clarisse! - esclamò sedendosi accanto a lei. - Che cos'hai?
- Vattene! - rispose lei.
- Cosa?
- Vattene! Tanto, in ogni caso, te ne dovrai comunque andare, no?!
Shanks sorrise dolcemente, la aiutò a rialzarsi e la abbracciò: - Oh, Clarisse!
- Perché la vita è così ingiusta?! Tu non hai mai fatto male a nessuno! Perché te ne devi andare proprio tu?! Perché?! PERCHÉ?!
- Mi sono posto queste domande in continuazione quando ho scoperto della mia malattia - rispose Shanks sorridendo mentre delle lacrime gli scendevano lungo le guance. - Ero così felice: avevo una famiglia che mi amava, degli amici meravigliosi, un lavoro come caddie alla Fairway e ora... tutto mi sarà portato via!
- Shanks, ma davvero tu... stavi soffrendo così tanto?
Lui annuì.
- Shanks, mi dispiace tanto! Non ne avevo idea! Sono stata un'egoista, perdonami! - disse Clarisse scoppiando di nuovo a piangere.
- Non ti preoccupare. Ho cercato di nascondere come mi sentivo per proteggervi. Perché proteggere le persone che amo è l'unica cosa che sono sicuro potrò continuare a fare anche quando non ci sarò più. Questa è stata la mia unica speranza per tutto questo tempo, l'unica cosa che mi ha dato la forza di andare avanti.
Clarisse sorrise commossa: aveva un amico davvero speciale.
- Oh, a proposito: so che è ancora presto, ma volevo regalarti questa - disse Shanks infilando una mano nella tasca dei pantaloni.
Ne tirò fuori una pallina da golf con su scritti il suo nome, quello di Clarisse, quello di Benjamin e quello di Meredith.
- La nostra pallina speciale! - esclamò Clarisse. - Quando ci siamo conosciuti abbiamo tutti scritto i nostri nomi là sopra, giurando di rimanere sempre amici!
- La porto sempre con me da allora! Ma ora voglio che l'abbia tu!
- Dici davvero?!
- Sì, tu ne hai decisamente più bisogno di me!
Clarisse prese la pallina e abbracciò di nuovo l'amico, piangendo commossa e disse: - Grazie, Shanks!

Clarisse era ancora seduta in aula magna quando gli ospiti se ne furono andati. Aveva detto ai suoi genitori di tornare a casa senza di lei perché voleva restare da sola.
Era il 18 novembre 1869. Shanks si era spento il giorno prima. Durante gli allenamenti si era sentito male ed era stato portato in infermeria, dove aveva avuto il tempo di dire addio a tutti i suoi amici prima di andarsene per sempre.
Ricordava ancora com'era scoppiata a piangere con la testa sul letto dell'amico, mentre Meredith piangeva tra le braccia di Benjamin, che tratteneva a stento le lacrime.
Quel giorno si era tenuto il funerale di Shanks. L'avevano fatto proprio lì, alla Fairway University, dove Shanks aveva messo anima e corpo nella sua passione per il golf, ed era stato sepolto nel cimitero lì vicino. Ad accompagnarlo nel suo viaggio nell’aldilà c’erano del pane di farina di fagioli fermentati, il suo cibo preferito, e il bastone che usava nel gruppo teatrale. Poi sulla sua lapide avevano scolpito una sacca di mazze da golf, ciò che meglio lo rappresentava.
I genitori del ragazzo erano distrutti. Avevano ricevuto le condoglianze da tutti ed erano rimasti davvero commossi nel vedere come tutti lì amassero il loro figliolo. 
Clarisse si recò sul campo e si sedette a terra poggiando la schiena sulla recinzione, tirò fuori dalla tasca del vestito la pallina che Shanks le aveva regalato e per un attimo le sembrò che lui fosse lì con lei, proprio come quella sera.
Del resto, come avevano detto lei, Benjamin e Meredith nel loro elogio funebre, lo spirito di Shanks sarebbe rimasto per sempre lì con loro alla Fairway e avrebbe vegliato sempre su di loro.
Mentre guardava la pallina sorrise, alcune lacrime le scesero lungo le guance e disse: - Non ti dimenticherò mai, Shanks!
   
 
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