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Autore: K ANTHOS    19/12/2020    0 recensioni
Come poteva Sara essere a conoscenza addirittura di due omicidi?
Un fremito di terrore lo colse: ora sarebbe toccato a lui?
Rimase esangue al solo pensiero, era quasi in stato di choc, i suoni della campagna gli giungevano ora ovattati e lontani.
Perché non lo aveva ancora denunciato? Cosa la tratteneva?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
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Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

 

Nicola gli sembrò meravigliato nel vederlo lì mentre Sara non tradì alcuna emozione, il suo sguardo era impassibile.

-Ciao… posso entrare? Come stai Sara?- il suo viso era stanco, provato.

-Bene grazie…- non aggiunse altro, non voleva aggiungere altro.

-Sono qui non solo per sapere come stai ma anche perché voglio darti una spiegazione riguardo il mio comportamento…-

-Non ce n’è bisogno… Nicola mi ha spiegato tutto. Non ti preoccupare, capisco benissimo, stavi indagando su di me, stavi lavorando…- lo interruppe lei.

-Non è solo questo…- Riccardo si era innervosito sentendosi liquidare con quelle semplici considerazioni.

Nicola decise di lasciarli soli perché si spiegassero, quindi si alzò in direzione della porta.

-No… non andare Nicola, non ho nulla da dirgli…- non voleva rimanere sola con lui ma Nicola uscì lo stesso.

-Starò qui fuori… non ti preoccupare- la tranquillizzò lui.

Lo guardò uscire, era tesa.

Abbassò lo sguardo, si sentiva in imbarazzo e non voleva incrociare i suoi occhi: sapeva perfettamente di cosa voleva parlarle.

-Sono preoccupato per te…-

-Non dovresti…-

-In quella rimessa ti ho vista sorridere… perché sentivi che stavi per morire? Hai parlato con qualcuno di quello che è successo?-

-Non è affar tuo- tagliò corto lei.

-Non capisci che il tuo è un dono pazzesco? Ti sei salvata grazie al tuo disegno, al tuo identikit… Hai la possibilità di salvare altre persone Sara…- Riccardo le parlava in modo sincero, con il cuore.

-Tu sei come tutti gli altri… non puoi capire cosa sopporto da anni… un dono…- sorrise amaramente lei.

-Sono un investigatore, indago basandomi su fatti reali… non mi è mai capitato di incontrare una persona come te che avesse queste visioni… ne sono rimasto sconcertato. Mi hai messo in difficoltà, mi hai fatto capire che per arrivare alla verità ci sono molte vie e alcune hanno del prodigioso- le disse sconcertato.

-Non ho nulla di prodigioso… solo di doloroso. Sei stato molto bravo in vacanza… mi hai avvicinata con le tue premure, mi stavi sempre addosso pieno di attenzioni. Insistevi che mi confidassi, che parlassi con te riguardo i miei incubi. Sei stato bravo… in pochi giorni sei riuscito ad insinuarti nella mia vita, a far crollare tutti i miei muri…- aveva ora trovato il coraggio di guardarlo dritto negli occhi.   

-Sara… non è così…-

-Solo un mucchio di bugie… non me la meritavo questa messinscena, mi sento la persona più ingenua e sfortunata di questo mondo- l’amarezza dominava le sue parole.

-Indagavo su di te, è vero, ma… ho anche imparato a conoscerti e mi sono sentito a mio agio accanto a te…- non era facile per lui parlare dei suoi sentimenti, non lo aveva mai fatto prima e non trovava le parole.

Sara scambiò questo suo imbarazzo, questa sua esitazione per falsità: 

-Non dire altro, non cercare giustificazioni… ho già una vita difficile e non ho bisogno di gente che si prenda gioco dei miei sentimenti per secondi fini- ora lo guardava quasi con risentimento.

-Lasciami spiegare Sara…- Riccardo provò a prenderle la mano ma lei la ritrasse velocemente.

-Basta… esci da questa stanza… vattene, sono stanca- la sua espressione era ferma e distaccata.

Sentendo quelle parole Nicola entrò e tenne la porta aperta: Riccardo capì che la stava proteggendo e voleva che uscisse.

-Ciao Sara, ci rivedremo in commissariato… Nicola…- Riccardo uscì senza dire altro.

Nicola la raggiunse e si sedette di nuovo accanto a lei.

Le lasciò qualche minuto per riprendersi poi sentì la necessità di avere da lei dei chiarimenti.

-Di cosa stava parlando Riccardo? Cosa stavi facendo quando ti hanno trovata?- fece lui preoccupato.

-Non è facile da capire Nicola…- Sara esitò per un attimo in cerca delle parole adatte.

-Pensavo sinceramente che non sarei uscita viva da quel luogo e… avevo deciso che avrei fatto di tutto per velocizzare la mia morte… ero terrorizzata, non puoi capire quanto… non volevo che mi facesse quelle cose… quelle che avevo visto fare a quelle ragazze nei miei incubi…- le lacrime cominciarono a rigarle il viso.

-Cosa hai fatto allora…-

-Avevo deciso di farlo arrabbiare, volevo che mi uccidesse il prima possibile… che la facesse finita subito con me. L’ho colpito con la testa sullo zigomo… si è infuriato a tal punto che mi stava per tagliare la gola… io ero lì che aspettavo di sentire la lama scorrere ma improvvisamente si è fermato. Quando si è allontanato ho sentito un liquido caldo e viscido in mano e ho capito che la fascetta mi aveva provocato una lacerazione… mi sono sentita stranamente più calma, mi sono aggrappata alla speranza di morire dissanguata prima di… di vederlo ritornare…- faticava a continuare.

-Sono senza parole Sara…-

-Quando ho visto Riccardo pensavo di avere un'allucinazione e di stare morendo… avevo quasi perso la sensibilità al braccio e le forze mi stavano abbandonando… ma ero felice perché lui era lì con me, capisci? Mi sentivo finalmente serena perché stavo per liberarmi dai miei incubi per sempre. Mi vergogno a dirlo Nicola… ammetto che ero veramente felice di andarmene… sono un’egoista lo so, ma che alternative avevo? Ho agito d’istinto, per assurdo ho cercato il male minore in quella situazione… invece le cose, nonostante i miei sforzi, sono andate diversamente…- Sara era esausta e sinceramente provata per quella ammissione.

-Sei contenta che le cose siano andate diversamente dai tuoi sforzi o devo preoccuparmi seriamente per te?-

-Cosa vuoi dire Nico?- fece Sara mentre si asciugava le lacrime con il dorso della mano.

-Sei felice che tutto sia finito bene e che tu sia di nuovo con noi o tutto questo ti ha fatto capire che per te la felicità può arrivare solo con… con la tua morte?- Nicola aveva fatto uno sforzo enorme per dirle quello che pensava, non conosceva questo suo lato estremo, si sentiva disorientato, non avrebbe mai creduto possibile che prendesse in seria considerazione la possibilità di morire per essere finalmente libera dai suoi incubi. Del resto la relazione tra visione e realtà era per lui una cosa nuova e ancora molto difficile da comprendere.

-Certo che sono felice di essere tornata da voi… voglio vedere tutto questo come un nuovo inizio, ne ho bisogno… veramente bisogno. Non ho alcuna intenzione di suicidarmi, se è quello che volevi sapere…- Sara accennò ad un sorriso.

Nicola capì dall’espressione dei suoi occhi umidi che quello che gli aveva appena detto era la verità.

-E’ un sollievo sentirtelo dire… cosa avrei fatto io senza di te testona che non sei altro?-

 

Due giorni dopo essere stata dimessa dall’ospedale Sara si presentò in questura: l’avevano chiamata dall’ufficio del questore e le avevano chiesto di presentarsi da lui non appena si fosse sentita meglio.

Si fece accompagnare dal fratello ma decise di entrare da sola, Filippo la accontentò rimanendo in auto ad aspettarla.

Varcò la pesante cancellata d’ingresso con sottobraccio l’album che aveva custodito in tanti anni decine di disegni ma portò solo quello dell’assassino di Carola Rocci e quelli riguardanti il suo rapitore.

Si fermò a guardare l’alto edificio vetrato prima di entrare.

Cercò di raccogliere le idee, non pensava che sarebbe mai arrivato quel momento, il giorno in cui avrebbe dovuto raccontare ad estranei la sua vita.

Non immaginava neanche a quali conseguenze sarebbe andata incontro: aveva deciso di dire la verità, solo questo, ma aveva paura, tanta paura, perché significava mettere di fronte a nuove responsabilità non solo se stessa ma anche il padre e Filippo. Sapere, essere a conoscenza di un crimine, poteva trasformarsi in un atto di accusa nei suoi confronti? Potevano considerarla colpevole per non aver parlato, per aver tenuto nascoste informazioni fondamentali su degli assassinii?

 

-Guarda guarda chi c’è- fece l’agente Vitali al collega.

Sara aveva un vistoso ematoma sullo zigomo sinistro, il polso bendato ed era ancora visibile, molto sottile, il segno della lama sul collo.

-E’ conciata male ma è ancora viva… E’ una miracolata… nelle mani di quella belva avrebbe fatto la fine di quelle povere ragazze- osservò l’agente Campi.

-Il commissario?-

-Il commissario cosa? -

-Sa che oggi sarebbe venuta?-

-Credo di sì…-

-Hai visto come era sconvolto quando ha saputo che era lei la ragazza rapita?-

-Già, deve essere molto coinvolto con questa Sara…-

 

Sara fece un profondo respiro ed entrò.

-Buongiorno… lei è la signorina Morelli?- le chiese l’agente Campi.

-Buongiorno, sì, sono io…-

-L’accompagno nell’ufficio del questore, la sta aspettando-

-Grazie…-

Sara seguì l’agente per le scale, girò a sinistra, oltrepassò una porta blindata e si ritrovò poco oltre nell’ufficio del questore.

   
 
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