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Autore: Argyros Singh    20/12/2020    0 recensioni
'Leonardo' è un testo teatrale in cinque atti, ispirato al genio di Leonardo da Vinci.
La storia è ambientata prevalentemente nella Città della Notte. La Città della Notte è quel luogo lontano, non molto grande per i nostri parametri, in cui gli abitanti vivono in un terreno che produce da sé ogni alimento di cui hanno bisogno e dove il cielo è una perenne volta celeste sempre accesa e ben visibile.
Nella Città della Notte non esistono né inquinamento né tecnologie sofisticate, per questo il cielo da sempre è stato così nitido e quella luce celeste rimpiazza - secondo alcuni saggi del luogo - quello che dalle nostre parti viene chiamato sole.
La Città della Notte ha la grandezza di una metropoli moderna, circondata da pareti alte cento metri, senza porte o finestre, che anzi sono sconosciute ai suoi abitanti. Inoltre - è bene precisarlo - tutto quello che gli inventori della città pensano, si avvera con la sola forza della mente.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Il perimetro del palco è circondato da piante o altri elementi naturali. Leonardo è seduto sopra ad una roccia; ha l’aria annoiata e insoddisfatta e il volto smagrito.
 
Leonardo
Davvero, non riesco proprio a capire che cosa si aspettino da me i miei concittadini! Io conosco tutto questo vasto universo della Città della Notte, eppure mi sento come se non conoscessi che un granello di sabbia di un immenso deserto ancora inesplorato. E il mio mondo, ora dopo ora, sembra volermi stritolare nella sua morsa. Questi concittadini si aspettano che a breve io inizi a produrre qualche nuova idea per la nostra stanca civiltà… ma li osservo nel loro sguardo annoiato e mi pare che ognuno in questo mondo viva con tutto ciò che immagina e può immaginare tutto ciò che conosce. Solo quelli come me, gli inventori, possono immaginare quello che non esiste ancora. Da qualche giorno a questa parte, però, mi sento inutile e sono preso da sconforto; ogni nuova idea che esce dalle menti degli inventori che conosco non sono che un’imitazione di qualcosa che già esiste. Mi guardo e mi faccio paura da solo: smagrito e più vecchio di quanto non sia, ad osservare cicli lunari senza fine, a leggere le mie carte e quelle altrui nella speranza di rivelare il segreto divino celato nella macchina della natura. Eppure mi guardo allo specchio e temo per il poco tempo; il panico mi assale, il pensiero diventa oscuro e non c’è più spazio per le creazioni.
 
Entra Michele con un’aria entusiasta.
 
Michele
Leonardo, amico mio, avete sentito l’ultima?
 
Leonardo
Hanno forse pensato ad una nuova macchina che ci liberi dall’infelicità?
 
Michele
Scherzate, forse? Ci hanno offerto di lavorare a tempo pieno come inventori, noi che siamo così giovani! Si aspettano grandi cose da noi… e noi da loro, se capisci che cosa intendo.
 
Nell’alludere ai soldi, Michele scruta Leonardo e si spaventa.
 
Michele
Accidenti, ma che vi è capitato? Non ditemi che Archimede ha creato di nuovo un mostro come la scorsa volta! Se solo ci ripenso…
 
Leonardo
Questa volta la colpa non è sua. La verità è che non riesco più a pensare idee nuove e di conseguenza non posso più creare niente di buono.
 
Michele
Devo forse ricordarvi come voi siate il maestro dell’acqua e dell’aria? È solo grazie a voi se le nostre fatiche si riducono al nulla anche per le piccole faccende quotidiane. Penso soltanto a quella vostra invenzione, l’accendino, oppure a quello strumento utilissimo per misurare l’umidità, l’igr… (fatica a pronunciarlo)
 
Leonardo
… l’igrometro.
 
Michele
Esattamente! E sapete che potrei continuare per ore. Ora, voi siete ancora giovane, ma quali grandi cose vi aspettano.
 
Leonardo
Smettetela, mastro Michele, voi non potete capire che cosa significhi perdere ogni ispirazione, sentire il proprio potenziale e non riuscire ad esprimerlo all’esterno.
 
Michele
State esagerando, come al solito. Non dovete farne sempre una questione di filosofia.
 
Leonardo
Forse avete ragione… forse (fa un sospiro e poi riprende), Michele, è meglio per entrambi andare a sentire che cosa il Consiglio ha da dirci a proposito dei nostri nuovi incarichi.
 
Michele
Ora sì che vi riconosco, mastro Leonardo!
 
I due fanno per andarsene, quando entra il portavoce di Ludovico.
 
Portavoce di Ludovico
Fermatevi, voi due! Importanti novità sconvolgono il nostro mondo, a causa dei recenti mostri che il cittadino Archimede incautamente ha prodotto!
 
Michele
Di quali novità parlate? E vi prego di risparmiarci i vostri inutili formalismi!
 
Il portavoce, indispettito, srotola una pergamena e comincia a leggere con tono solenne.
 
Portavoce di Ludovico
L’Onorevolissimo e Giustissimo e Impeccabilissimo Ludovico, dopo un’estenuante riunione con il Consiglio, durata la bellezza di due corsi lunari, seguita alla sconfitta dell’ennesimo pensiero malato del concittadino Archimede, ha deciso quanto segue:
1. Il rivoluzionario Archimede è condannato a morte con l’accusa di presunta minaccia volontaria.
2. Il Consiglio si è ripromesso di parlare prima di pensare, poiché, solo con il confronto verbale, si può sperare di non pensare niente che sia nocivo alla comunità.
3. I cittadini Michele e Leonardo, scelti dal Consiglio per la giovane e fantasiosa età, sostituiranno il ruolo di inventore di Archimede. Essi soltanto avranno libera facoltà di inventare senza rendere conto a nessuno del loro operato, con l’unica clausola di scartare immediatamente ogni sorta di pensiero malato.
A nome dell’Onorev…
 
Leonardo
Questa notizia mi fa raggelare il sangue nelle vene!
 
Il portavoce, interrotto, esce di scena infastidito.
 
Michele
Certo un bel modo di iniziare un nuovo incarico per la città. E il povero Archimede? Sono certo che lo giustizieranno con quella nuova macchina, come si chiama…
 
Leonardo
La ghigliottina, amico mio. E non dite “giustizieranno”, perché non vedo giustizia in tutto questo. Lo uccideranno, anzi, con lo strumento riservato ai rivoluzionari. Se solo mi immagino…
 
Michele
No, non lo fate! Rischiereste di produrre chissà quale pensiero malato. Ormai non è più tempo per le invenzioni; dobbiamo limitarci a riprodurre quello che il Consiglio si aspetta e soprattutto fare attenzione a qualunque nuova forma di vita potrebbe nascere dalle nostre menti!
 
Alle spalle dei due si sente il rumore di una ghigliottina e il popolo che esulta. Poco dopo entrano in scena Ludovico, il suo portavoce, i membri del Consiglio e alcuni abitanti.
 
Leonardo
Che cosa significa tutto questo?
 
Ludovico
(con tono solenne) Archimede è morto.
 
Leonardo
Volete dire che è stato ucciso.
 
Gli abitanti gridano per protesta.
 
Ludovico
(minaccioso) Se intendete dire che si è tolto la vita a causa dei suoi sporchi pensieri, allora sì, è stato ucciso, ma per sua stessa mano.
 
Leonardo
(sottovoce) Un grande giorno per la libertà…
 
Ludovico
(decisamente più amichevole) Domani vi voglio puntuali in studio; mi aspetto grandi cose da entrambi!
 
Michele
Certamente, magnifico Ludovico!
 
Escono tutti tranne Michele e Leonardo, ma il primo si allontana lentamente. Ludovico, invece, si nasconde ai bordi del palco.
 
Leonardo
Ho paura… e dalla paura non nascono mai grandi idee. Solo idee malate, idee malvagie. E di questo ho davvero timore.
 
Leonardo comincia a camminare lungo il perimetro del palco, lamentandosi del suo triste destino. Michele rinuncia ad andarsene e segue l’amico a distanza, come un’ombra.
 
Leonardo
Questo mondo non è fatto per me!
 
Michele
Ne parli come se ne esistessero degli altri.
 
Leonardo
Ma dovrei forse fuggire verso l’ignoto o provare a cambiare ciò che posso riconoscere?
 
Michele
Ciò che non conoscete è solo ciò a cui non avete ancora pensato. Non vi serve fuggire verso mondi che non esistono, dovreste invece correre incontro a voi stesso, badare a ciò che vi chiedono di fare, e smetterla di preoccuparvi di una realtà inesistente.
 
Leonardo
Siete spietato, mastro Michele, non così diverso da quelli che hanno condannato Archimede. E per che cosa? Per averci rivelato come esistano in potenza un’infinità di creature? Siamo inventori e ci viene chiesto di realizzare a comando qualcosa che altri hanno già pensato. Non è forse un’assurdità, questa?
 
Michele
Non siamo nati per speculare su cose immateriali, ma per creare, anzi, per creare strumenti utili ai nostri concittadini. Ora smettetela di pensare a questi argomenti, perché se non ci fossi io a contrastarli con i miei, vi ritrovereste a generare mostri come Archimede.
 
Leonardo
Comprendo ciò che dite, ma vi prego di lasciarmi solo, ora. Vi prometto che non ci penserò.
 
Leonardo esce di scena. Michele si siede su una roccia pensieroso. Ludovico esce allo scoperto, facendo prendere paura a Michele.
 
Ludovico
Ed io che pensavo foste voi il più pericoloso, invece… Leonardo, povero ragazzo! Ma lo aiuteremo, vedrai, Michele, lo aiuteremo a pensare al nostro bene e non al suo.
 
Michele
(incredulo) E come, magnifico Ludovico?
 
Ludovico
Una nuova invenzione, l’ultima di Archimede, la più utile che quel folle abbia mai concepito…
 
Michele
Quale? Me lo dica!
 
Ludovico
Qualcosa di geniale… ricordate il punto tre del messaggio del Consiglio… sì, proprio quando dice: “Essi soltanto avranno libera facoltà di inventare senza rendere conto a nessuno del loro operato, con l’unica clausola di scartare immediatamente ogni sorta di pensiero malato”. E come pensate di scartarli quei pensieri, mastro Michele?
 
Michele
Veramente non ci avevo pensato. Come dunque?
 
Ludovico
Un dispositivo davvero semplice, ma sofisticato. Un cestino, mastro Michele, niente meno che un cestino delle idee!
 
Michele
(sorpreso) Un cestino delle idee? Come sarebbe a dire?
 
Ludovico
Vedete, non c’è nulla di più semplice. Generate un pensiero malato? Lo prendete e lo gettate in questo dispositivo ed esso scompare all’istante dalla vostra mente.
 
Michele
Perdonatemi, magnifico Ludovico, ma se Archimede aveva davvero inventato questo cestino delle idee, perché non gettò via il suo mostro prima di renderlo reale?
 
Ludovico
Non credete che la vostra sia una domanda retorica?
 
Michele
Volete farmi credere che Archimede fosse davvero il cospiratore che avete disegnato?
 
Ludovico
Non sono io a dirlo, mastro Michele, ma i fatti.
 
Momento di silenzio.
 
Ludovico
Siete convinto di volermi aiutare, ora? A me sta a cuore Leonardo. E abbiamo bisogno di lui per mantenere il nostro stile di vita agiato.
 
Michele
Magnifico Ludovico, io conoscevo Archimede quanto conosco Leonardo. Né l’uno né l’altro sarebbero in grado di fare quello che voi credete.
 
Ludovico
Eppure uno dei due ha già commesso quell’errore. E voi, che siete un inventore, mi sorprendete nel voler rifiutare una verità tanto chiara. Le mie non sono congetture, ma fatti. Fatti che tutto il popolo ha potuto osservare con i propri occhi sconvolti. Vi ricordate poi quali nomi aveva dato a quei mostri? Leone, pipistrello, serpente, falco. Solo a pronunciarli mi trema la voce: esseri minacciosi che volano… e a quale scopo? Lo sapete bene anche voi, mastro Michele, quando il popolo vede…
 
Michele
… pretende. È una massima che ho visto troppe volte all’opera.
 
Ludovico
Meglio dunque tenere nascoste idee di questo genere.
 
Michele
Noi inventori abbiamo nelle nostre menti gli strumenti per indagare la verità, ma una verità che i concittadini non saranno mai in grado di comprendere pienamente.
 
Ludovico
Vedo che cominciate a comprendere. Lasciate quindi che sia il Consiglio, che ha il favore del popolo, a gestire ciò che gli è davvero utile. Basta fantasie, basta strane idee di creature volanti o assassine.
 
Michele annuisce e i due escono di scena. Dalla parte opposta entrano Leonardo e il Dottore.
 
Dottore
Vedete, mastro Leonardo, voi sembrate proprio avere tutti i sintomi di questa grave malattia di cui tanto sentiamo parlare ultimamente…
 
Leonardo
Volete forse dire la noia?
 
Dottore
Esattamente! Noto con sospetto che siete informato a riguardo… bene, allora saprete certamente le conseguenze di tale malattia: continua insoddisfazione, tendenza alla distruzione di sé, nel peggiore dei casi della società intera! Senza contare che ogni germoglio di idea – ma che dico! – di fantasia persino, viene ostacolata al principio dalla noia.
 
Leonardo
Così mi spaventate! In realtà starei ore ed ore a scrivere, progettare, pensare, ma il vero problema è che non sono mai soddisfatto e lascio incompiuti i lavori che ho iniziato. Come se non bastasse, temo ogni secondo di generare un mostro!
 
Dottore
Ma cosa dite, mastro Leonardo? Io non mi permetterei mai di spaventare un mio paziente se non avessi pronta una cura ai suoi mali!
 
Leonardo
Ovvero?
 
Dottore
Il lavoro, è chiaro!
 
Leonardo
Vi prendete gioco di me?
 
Dottore
Non oserei mai.
 
Leonardo
Credete davvero che lavorando, con tutti i pericoli di ciò che potrei creare, mi aiuterebbe a vincere la noia?
 
Dottore
Senza ombra di dubbio. Avete molte idee, volete realizzarle tutte allo stesso momento e questo non fa altro che creare una sorta di blocco. Ma se insisterete nei vostri studi, non c’è dubbio che ciò che è destinato a realizzare lo realizzerete!
 
Leonardo
Voi prima mi date il colpo di grazia e poi mi somministrate la cura?
 
Il Dottore si limita a sorridere; poi i due si congedano e il Dottore esce di scena. Leonardo rimane seduto sulla solita roccia, visibilmente stanco.
 
Leonardo
Un ciclo lunare del genere… chi lo avrebbe mai pensato… ma vedo ormai la luna allontanarsi all’orizzonte per lasciare spazio alle sole stelle. Il Consiglio, che tramanda le storie degli antichi abitanti della Città della Notte, sostiene che esse siano una stirpe unica nel cielo, nata per l’amore della luna che cedette parte di sé in favore di questo cielo stellato. Dicono che la luna ci ami, e quando è costretta a fuggire oltre l’orizzonte, ecco che la sua eredità, le stelle appunto, non ci abbandonano mai e rischiarano le nostre menti durante i travagli del sonno. Se non ci fossero loro, incubi, mostri e chimere ci governerebbero e la luce emanata dalla bellezza delle nostre menti cadrebbe vinta dalle nostre paure. La nostra è la Città della Notte, ma nemmeno il Consiglio ricorda più il significato di questo nome.
 
Leonardo si siede appoggiando la schiena alla roccia: si addormenta. All’improvviso, compare il fantasma di Archimede, l’inventore ghigliottinato, accompagnato da altri spiriti.
 
Archimede
Svegliatevi, svegliatevi, svegliatevi! Non vedete come la notte abbia velato le vostre stelle? Come siete ingenuo a credere che una luce allontani il buio che era prima del tempo!
 
Leonardo
(si sveglia terrorizzato) Via spettro, via illusione! Chi vi ha generato? Chi ha osato spingersi tanto in là, fino alle porte della morte?
 
Archimede
Io ho il pieno potere di me stesso e sono qui affinché voi proseguiate ciò che io e altri prima di me abbiamo iniziato.
 
Leonardo
Che cosa volete da me?
 
Archimede
Solo che seguiate le mie ultime idee, nascoste in un dispositivo ideato da me, l’unico spazio in cui nemmeno i membri del Consiglio hanno osato mettere le mani.
 
Leonardo
(impaurito) Siete uno spettro generato dal Consiglio per mettermi alla prova! Andatevene, e andatevene anche voi, spiriti malefici! Io inventerò, ma solo ciò che sta a cuore agli abitanti della città.
 
Archimede scruta Leonardo senza pronunciare una parola. Inizia a descrivere alcuni spiriti, che a poco a poco escono di scena.
 
Archimede
Questo è al-Ḥallaj, che portò alla luce i segreti divini e fu per questo torturato e le sue ceneri disperse nel vento. (esce) Il suo nome è Giacomo, arso sul rogo per la sete di potere di un piccolo regnante. (esce) E tra le fiamme morì anche Giovanna, per le menti ristrette di uomini di fede. (esce) Tommaso è invece il suo nome e fu decapitato per il fiero sentimento di libertà e per aver sognato l’inimmaginabile. (esce) Questo è Giordano, che aprì la mente ad un Supremo Essere infinito e ai suoi infiniti mondi. (esce) Ed ecco Paolo, ucciso a tradimento per essersi opposto all’arroganza di un potere illegittimo. (esce) E il suo nome è Francesco: promosse un’educazione universale fondata sulla ragione, e fu assassinato in seguito ad un processo farsa. (esce) Questi non sono che nomi e non sono che una piccola parte, mastro Leonardo: a sopravvivere sono le loro idee e lo spirito con cui le portarono agli uomini.
 
Archimede esce di scena per ultimo. Leonardo è senza parole, in stato di shock; guarda il pubblico come se altri spiriti lo osservassero. Quindi esce di scena con difficoltà.
   
 
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