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Autore: Argyros Singh    20/12/2020    0 recensioni
'Leonardo' è un testo teatrale in cinque atti, ispirato al genio di Leonardo da Vinci.
La storia è ambientata prevalentemente nella Città della Notte. La Città della Notte è quel luogo lontano, non molto grande per i nostri parametri, in cui gli abitanti vivono in un terreno che produce da sé ogni alimento di cui hanno bisogno e dove il cielo è una perenne volta celeste sempre accesa e ben visibile.
Nella Città della Notte non esistono né inquinamento né tecnologie sofisticate, per questo il cielo da sempre è stato così nitido e quella luce celeste rimpiazza - secondo alcuni saggi del luogo - quello che dalle nostre parti viene chiamato sole.
La Città della Notte ha la grandezza di una metropoli moderna, circondata da pareti alte cento metri, senza porte o finestre, che anzi sono sconosciute ai suoi abitanti. Inoltre - è bene precisarlo - tutto quello che gli inventori della città pensano, si avvera con la sola forza della mente.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Sulla scena rimane solo la pietra; Leonardo è già sveglio e in piedi.
 
Leonardo
Che mondo è mai questo? Sono ormai ore che cammino e sembra quasi di girare intorno: è immenso! Dove andrò, ora?
 
Entra Gaia.
 
Gaia
Buongiorno… voi chi siete? Non credo di conoscervi e al villaggio ci conosciamo tutti.
 
Leonardo
Il mio nome è Leonardo. E quel villaggio – come lo chiamate – mi è sembrato enorme.
 
Gaia
(sorridendo) Venite forse dalle montagne, Leonardo? Il mio nome, comunque, è Gaia.
 
Leonardo
È un piacere! Ad ogni modo, vengo da molto lontano, questo sì…
 
Gaia
E che lavoro svolgete?
 
Leonardo
L’inventore!
 
Gaia
Che splendido lavoro: e che cosa inventate?
 
Leonardo
Pensieri ovviamente!
 
Gaia
E che cosa significa? Mi state prendendo in giro?
 
Leonardo
Certo che no! Guardate! (si sforza con il pensiero, ma non riesce a generare nulla)
 
Gaia
Non capisco, davvero, ma se volevate farmi ridere ci siete riuscito. (ride)
 
Leonardo
(leggermente scosso) È strano che non funzioni, però, se volete davvero saperlo, avevo immaginato dei fiori… per voi.
 
Gaia
(arrossisce) Voi siete molto gentile, oltre che divertente.
 
Leonardo
E voi siete altrettanto gentile, Gaia. Ma ora ditemi: che dimensione è questa? Tutto sembra idilliaco: questa natura, le persone amichevoli, nessun mostro… l’unico problema è che non posso inventare con la mente.
 
Gaia
Inventare con la mente? Certo che potete farlo. Ovviamente le vostre idee dovete progettarle, sovvenzionarle, collaudarle e via dicendo… avete presente, no? Funziona così ovunque.
 
Leonardo
Non dalle mie parti! Sembra difficile fare quello che avete detto: i vostri inventori devono essere delle persone importantissime.
 
Gaia
Gli inventori? Nemmeno per sogno: loro lavorano su commissione e non possono vivere altrimenti. Manager, finanziatori e investitori dicono loro che cosa devono fare e gli inventori scoprono un modo per farlo.
 
Leonardo
Sembra che stiate descrivendo dei burattini. Sono fuggito dal mio mondo in cerca di libertà di parole, di idee e sì – è vero – qui posso dire e pensare ciò che voglio, ma ora mi state dicendo che non posso più fare ciò per cui sono nato? Questa è una tragica ironia; un mondo, una situazione capovolta!
 
Gaia
Calmatevi. Fatico a comprendere i vostri discorsi, ma forse ho intuito la verità: voi siete stato perseguitato e ora siete in cerca di un po’ di pace e di giustizia. (pausa) Che cosa eravate solito inventare nel vostro paese?
 
Leonardo
Per lo più armi per le persone e ideali per me stesso.
 
Gaia
Non capisco… con la guerra avreste dovuto arricchirvi.
 
Leonardo
Le ragioni della mia fuga sono complicate da spiegare a chi guarda alla realtà come a un dato di fatto.
 
Gaia
Io, o meglio, noi crediamo anche in qualcosa di invisibile ed è forse per la fede in esso che accettiamo la realtà per quello che è. (pausa) Ma smettiamola di parlare qua fuori: vi accompagno dal nostro sacerdote, che forse saprà aiutarla.
 
Leonardo
Un sacerdote? E di quale dio?
 
Gaia
Noi abbiamo un solo Dio. E lo chiamiamo così.
 
Leonardo
Quindi è lui che risolve i problemi nel vostro mondo?
 
Gaia
Non proprio… se anche voi ci credete, è sufficiente che preghiate e vi mettiate nelle sue mani. Lui poi troverà un modo per aiutarvi.
 
Leonardo
Sarà come dite… questa fede sembra uno strumento potente.
 
Gaia
Dipende…
 
Entra il Sacerdote.
 
Gaia
(rivolta al Sacerdote) È una fortuna che abbiate incrociato il nostro cammino! Questo è Leonardo, un perseguitato proveniente da molto lontano. È un inventore.
 
Sacerdote
Piacere di conoscervi, mastro Leonardo. Non vi preoccupate, qui sarete al sicuro e troveremo un modo per realizzare i vostri progetti. Vedete, il nostro è un piccolo villaggio e spesso mancano proprio le idee.
 
Leonardo
Se questo è il problema, allora potrò esservi utile.
 
Sacerdote
Perfetto! Ora lasciatemi ritornare al villaggio, così che io possa organizzare uno spazio per farvi lavorare.
 
Il Sacerdote esce.
 
Leonardo
Accidenti! Qui è tutto così difficile: un inventore ha buone idee e voi lo mettete a lavorare senza nemmeno chiedergli di che cosa abbia bisogno.
 
Gaia
(dispiaciuta) Dovete capire, non è così semplice, per nessuno di noi…
 
Leonardo
Sì che lo è. Il difficile è quando le tue idee non sono gradite o rifiutate, ma qui è ancora peggio: non vi curate nemmeno di conoscerle prima!
 
Gaia
(visibilmente triste) Non so che cosa dire…
 
Leonardo
(quasi sorpreso) Perdonatemi, per me non è facile capire la vostra logica; parlo prima di pensare, invece, forse, dovrei pensare a quello che dico. Dalle mie parti è diverso…
 
Gaia
(rincuorata) Non preoccupatevi: ora, però, aspettatemi qui – sarò veloce – e troverò un luogo dove farvi trascorrere la notte.
 
Gaia esce.
 
Leonardo
Che sorpresa! Questo mondo mi fa impazzire. Non so più che cosa credere; se devo pensare, affidarmi alla loro fede oppure credere nelle mie sole capacità. (lunga pausa) Ma quanto ci mette? L’avevo detto io che questo mondo è enorme. Certo, è grande, ma sarà davvero più ricco, come speravo? Ho il presentimento che qui tutto sia così vasto e quindi incerto, indefinito, tanto che non ci sia tempo di pensare ad un qualunque progetto che già si pensi al successivo.
 
Entra Gaia.
 
Gaia
Potrete venire a casa mia.
 
Leonardo
Vi ringrazio! Abitate lontano, a quanto pare.
 
Gaia
Non direi, appena dietro l’angolo.
 
Leonardo
Sono trascorsi cinque minuti!
 
Gaia
Ne sono consapevole.
 
Leonardo
Dunque vi accusate da voi? (breve pausa; poi, con lo sguardo basso) Ma lasciate perdere… forse sono io a non comprendere ancora.
 
Gaia si avvicina e lo bacia su una guancia.
 
Leonardo
Che cos’è “questo”?
 
Gaia
(imbarazzata) Direi un bacio… amore no, per quello è presto!
 
Leonardo
Sono confuso.
 
Gaia
È un buon segno.

Leonardo
Non per me: come posso inventare se non vedo con chiarezza nella mia mente?
 
Gaia
In questo caso, potreste diventare un poeta e inventare poesie!
 
Leonardo
E come si fa?
 
Gaia
Dovete guardare con il cuore e non con la mente.
 
Leonardo
Che sciocchezza!
 
Gaia
È la cosa più naturale che si possa fare, invece. Guardate… (si avvicina di nuovo e lo bacia sull’altra guancia) vi sentite di nuovo confuso?
 
Leonardo
(quasi spaventato) Più di prima!
 
Gaia
E non è bellissimo? Ora potrete comporre poesie.
 
Leonardo
(spaventato) Non riesco a distinguere i pensieri; è come un maleficio. Ora lasciatemi solo; ho bisogno di pensare!
 
Breve scambio di parole; infine, Gaia esce piangendo.
 
Leonardo
Che cosa ho fatto? L’ho fatta fuggire, eppure rimane qui, nei miei pensieri. Ho bisogno di togliermi questo doppio peso: un mondo che non posso comprendere e un mondo che non mi comprende. Questa è la mia triste sorte, in bilico tra due realtà opposte e entrambe conflittuali. (pausa) Mi sento strano, avverto un moto interiore che mi spinge a pronunciare parole confuse, di cui nemmeno io comprendo fino a fondo il significato. (pausa)
 
Ho uno strano senso di incomprensione,
che dà ai sogni l’allegria
e alla vita un nudo canto.
 
E questo non accade in un sol cielo,
ma in ogni nuovo fronte
in ogni nuovo ciclo.
 
Io son vittima di un tempo
che si addice ad ogni spazio
e mi divora… ed è già sazio.
   
 
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