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Autore: aplaceformyhead    20/12/2020    2 recensioni
[Zutara]
Omashu ospita l'ottavo Consiglio di Pace.
Zuko si ingelosisce quando vede il nuovo Ambasciatore del Nord flirtare con Katara.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aang, Katara, Zuko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I don't like that anyone would die to feel your touch'
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Luci e colori riempivano la splendente sala da ballo del palazzo reale di Omashu. L’aria era piena di gioia, le persone volteggiavano sulla pista da ballo inebriate dalla musica, dalle risate e dal buon vino del Regno della Terra.
Il Signore del Fuoco Zuko si trovava in disparte, un calice di vino in mano, ad osservare la moltitudine di colori delle quattro nazioni fondersi in un’unica danza. Pace, pensò. Erano questi i colori della pace, ancora stabile e duratura dopo otto anni dalla fine della guerra, grazie ai loro continui sforzi e sacrifici per mantenerla tale.

Omashu quell’anno ospitava il Consiglio di Pace, un incontro annuale tra gli esponenti e ambasciatori delle tre nazioni e la neonata Città della Repubblica per rinnovare i trattati di pace e rafforzare i rapporti tra le nazioni. Per gli altri esponenti era motivo di festa, per Zuko un’occasione per rivedere i suoi amici.
Sokka e Suki stavano ballando, lui con i colori vividi della sua tribù, lei con un elegante vestito del Regno della Terra, libera dagli abiti da guerriera, ma non meno fiera. I loro sorrisi splendevano, così come la pietra al collo di Suki. Non solo una promessa, ma un senso di appartenenza.
Toph non si vedeva da un po’ e Zuko promise a sé stesso che sarebbe andato a controllare a breve che non si fosse messa nei guai, ma in quel momento non riusciva a staccare lo sguardo da Katara. Da Katara e da quell’idiota dell’Ambasciatore della Tribù dell’Acqua del Nord. Katara, splendida nei suoi abiti azzurri, un perfetto richiamo al suo sguardo brillante e alla collana che pendeva al suo collo, rideva alle sue battute e conversava animatamente con lui.

Zuko sentì il sangue ribollire nelle sue vene, la minaccia delle fiamme che si faceva strada sulla punta delle dita.
Non aveva alcun diritto di sentirsi così. Lui e Katara erano soltanto amici. Il fatto che si fossero avvicinati negli ultimi anni, da quando lei era diventata ufficialmente Ambasciatrice della Tribù del Sud, non significava assolutamente nulla. Il fatto che sentisse il cuore scoppiargli in petto ogni volta che la sua nave toccava terra non significava assolutamente nulla.
Cercò di dare la colpa al vino. Due coppe non erano troppe, ma il vino del Regno della Terra era certamente più pesante dei dolci vini della sua Nazione.
In quel momento Katara scoppiò a ridere e, sporgendosi in avanti, poggiò la sua mano sul braccio del ragazzo.
Puah.

“Comincio a temere che tra poco quel tipo andrà a fuoco.” Disse una voce al suo fianco.
Zuko distolse lo sguardo da quella deplorevole scena e si voltò a guardare l’Avatar, nelle sue splendenti vesti arancioni, il tatuaggio blu sulla sua testa calva e un sorriso sul volto.
“Eh?”
Aang indicò Katara e l’ambasciatore con un movimento della testa.
“Ci sono passato anch’io. È l’effetto che fa.”
Zuko sentì il calore arrivare alle sue guance. Idiota.
Il rispetto e l’amicizia che aveva per Aang era il motivo principale per cui non si sarebbe mai sognato di fare un passo verso Katara. Erano passati almeno cinque anni da quando Aang e Katara avevano chiuso la loro relazione, Aang era cresciuto, era diventato un uomo ed era rimasto in ottimi rapporti con Katara. Però.
Zuko scosse la testa.
“Non so di cosa parli, Aang.”
Aang, di tutta risposta, scoppiò a ridere.
“È così ovvio che non ha senso provare a nasconderlo.”
Zuko arrossì ancora di più. Era davvero così palese? Pensava che nessuno sospettasse della minima cosa, era convinto di essere stato bravo a sotterrare i propri sentimenti quanto più in profondità potessero essere sotterrati.
“Non c’è problema, Zuko”, aggiunse Aang. “È passato tanto tempo e siamo entrambi andati avanti. Non è un crimine che ti piaccia, posso capirlo perfettamente.”
L’ultima frase fu pronunciata con un sorriso un po’ triste, di chi ormai si è rassegnato da tempo.
“Ti devo le mie scuse.” Zuko si voltò verso di lui, chinando leggermente il capo. “Non farei mai nulla che possa in qualche modo rovinare la nostra amicizia.”
Aang scosse la testa e la risata di Katara riportò lo sguardo di entrambi nella sua direzione.
Agni, quell’idiota è ancora lì.
“Preferirei di gran lunga che stesse con te che con quello lì. A proposito, chi è?”
Zuko emise un grugnito di frustrazione.
“Il nuovo ambasciatore del Nord. Un idiota totale.”
“Posso immaginarlo.”
“No, non puoi nemmeno immaginarlo! Ci ho avuto a che fare all’ultimo Consiglio nella Nazione del Fuoco e avresti dovuto vederlo, Signor “Guardatemi Ho Le Idee Più Progressiste Della Storia”! AH!”
Zuko si rese conto solo in quel momento di aver perso ogni forma di autocontrollo e cercò di darsi un contegno, mettendo su un’espressione neutrale e cercando di sorseggiare casualmente il vino.
Guardando di sottecchi Aang, si rese conto che il ragazzo stava sghignazzando.
“Vuoi vedere una cosa divertente?”
Zuko lo guardò preoccupato.
“Aang, non … Penso che sia esattamente una buona idea metterci nei guai.”
Aang assunse un’espressione seria.
“Zuko, ti assicuro che tutto ciò mi è stato insegnato dal mio Maestro Gyatso.”
Zuko si portò una mano alla fronte, aspettandosi in ogni caso il peggio. Il ragazzo accanto a lui generò un piccolo flusso d’aria con una mano e, con un movimento fluido e quasi impercettibile, lo mandò nella direzione del buffet, che si trovava alle spalle di Katara e dell’ambasciatore. Un pasticcino alla crema volò verso di loro, finendo spiaccicato sulla tunica blu dell’ambasciatore.
“Spiriti, non so cosa sia successo!” Urlò il ragazzo, afferrando il dolcetto con la mano, un’ombra di rossore sul suo volto. “Scusami, vado un secondo a ripulirmi.” Aggiunse a Katara, scappando dalla sala.
Zuko ed Aang cominciarono a ridere senza ritegno, smettendo immediatamente quando videro lo sguardo assottigliato di Katara puntare nella loro direzione e avvicinandosi ad entrambi con un andamento minaccioso. I due ragazzi cercarono di assumere un’espressione seria e finsero di essere immersi in una conversazione.
“Come ti stavo dicendo, nell’ultimo incontro con il Re …”
“Immagino che nessuno di voi due sia responsabile di quello che è appena successo.” Li interruppe Katara, gli occhi ridotti a due fessure.
Aang e Zuko si guardarono genuinamente confusi, per poi rivolgere lo sguardo alla ragazza.
“Di cosa parli, Katara?” Le chiese Zuko casualmente.
Katara incrociò le braccia, un piccolo sorriso sul suo volto. Rivolse lo sguardo verso Aang e disse: “Sei letteralmente l’unica persona che sa dominare l’aria al mondo. Quindi, a meno che i pasticcini non abbiano imparato a volare, immagino che sia tu il responsabile della tunica alla crema dell’Ambasciatore Soraq.”
“Potrebbe essere stato Momo.” Disse Aang con un sorriso.
Katara continuò a fissarlo come se Aang potesse essere incenerito sul posto.
Zuko si portò entrambe le mani al petto. “Ambasciatrice Katara, come può pensare che l’Avatar qui presente possa essere responsabile di tali misfatti?”
Gli occhi di Katara si puntarono nei suoi. Zuko sentì il suolo sotto i suoi piedi essere inspiegabilmente meno solido.
Katara stava per puntargli un dito al petto, quando una voce alle spalle della ragazza li interruppe.
“Ambasciatrice Katara, eccomi. È bastato usare un po’ d’acqua …” Soraq si interruppe subito quando si rese conto di chi si trovava davanti.
“Signore del Fuoco Zuko! Avatar Aang! Spero che stiate passando una splendida serata.”
Aang chinò leggermente il capo, mentre Zuko mise su il sorriso più finto che riuscì a trovare.
“Ambasciatore Soraq, che piacere averla qui con noi!”
Katara gli rivolse un’espressione scettica.
“Chiedo scusa, ma non vedo Toph da troppo tempo, vado a controllare dove sia finita.” Disse Aang, dileguandosi dal luogo del delitto con un breve inchino.
Zuko rimase solo con Katara e l’ambasciatore. Maledisse in silenzio il suo amico.
“Prima che un inspiegabile evento ci interrompesse”, cominciò Katara con un sorriso eloquente. “L’Ambasciatore mi stava spiegando come la Tribù del Nord si stia finalmente liberando dei vecchi schemi patriarcali.”
Zuko sorrise, guardando l’espressione soddisfatta del ragazzo.
“Ma davvero?” Chiese, portandosi una mano al mento e fingendosi interessato. “Adesso le donne possono utilizzare il dominio dell’acqua anche per andare a pesca?”
Ouch. Katara gli aveva pestato un piede.

Il cambio di musica, passata dalle tradizionali ballate del Regno della Terra ad una lenta melodia che invitava le coppie a prendersi per mano, distolse la loro attenzione dal discorso e risparmiò Zuko da un’eventuale risposta.
Zuko vide Soraq voltarsi verso Katara e cominciare a sollevare la mano in un gesto che presagiva un invito sulla pista da ballo.
Questo è troppo.
“Ambasciatrice Katara, mi concede questo ballo?” Le disse subito, prendendola per mano prima ancora che lei potesse realizzare cosa fosse successo.
Katara si voltò verso Soraq, gli sorrise velocemente, e si avviò al centro della sala, mano nella mano con Zuko.
Zuko la fece voltare verso di sé, lasciò la sua mano per fare un breve inchino, per poi riprenderla e poggiare quella libera sul suo fianco.
I due cominciarono a muoversi lentamente, seguendo il ritmo della musica.
Zuko non sapeva da dove provenisse tutta quella spavalderia, anzi, era certo che tutta la sua sicurezza si sarebbe dissolta nel nulla non appena avesse incrociato gli occhi di Katara.
Non aveva mai amato danzare, specialmente con gli occhi di tutti puntati su di lui, ma la mano della ragazza sul suo fianco, la consapevolezza di essere ad un respiro da lei e il suo profumo nelle narici gli sembrarono in quel momento un ottimo compromesso.
“Mi spieghi cos’era tutto ciò?” Gli chiese, con una voce più piccola di quanto ricordasse.
“Di cosa parli?”
Zuko la fece volteggiare, per poi riprenderla tra le sue braccia. Katara alzò lo sguardo, incatenando gli occhi ai suoi. Un ghigno comparve sul suo volto.
“Eri geloso.”
Zuko sentì le proprie guance andare in fiamme.
“Cosa?”
“Eri geloso dell’Ambasciatore, vero?”
Il ragazzo chiuse gli occhi per un attimo, prima di tornare a guardarla. Si ritrovò a chiedersi, per la seconda volta in quella serata, se fosse davvero così palese.
“Non so di cosa tu stia parlando.” Riuscì a dirle, la voce più roca del previsto.
Ma Katara sorrise, questa volta un sorriso dolce e un timido rossore sulle sue guance, e, senza aggiungere altro, si strinse più forte a lui.
Zuko sorrise tra i suoi capelli.

 
 

Note:

Grazie per aver letto!
Questi due hanno avuto l'incredibile potere di farmi tornare a scrivere dopo oltre tre anni - spero non sia stato un completo disastro!
(Probabilmente seguirà una seconda parte, prima o poi.)

   
 
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