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Autore: Jigokuko    20/12/2020    2 recensioni
{Azure Moon | Post Timeskip, pre ricongiungimento con i Blue Lions}

Dimitri, preso il possesso del monastero, fa nuovamente i conti con la sua psicosi.

"Dimitri non ricordava quasi per nulla suo padre, come fosse da felice.
Solo una scena sfocata di lui mentre apriva bocca, pronto a dirgli quanto lo amasse, perpetrava nella sua mente, parole che era incapace di udire. Silenzio, soltanto silenzio.
Ora, la sua figura, per il povero principe era esclusivamente pronta ad urlare, disperarsi, incentivarlo a sanguinare ed a combattere per lui, per vendetta.
Era rimasto solo il suono iroso della sua voce raccontargli e rimembrargli del modo in cui quella lama gli aveva tagliato la testa e le fiamme divorato il povero corpo, tingendolo di nero.


– Uccidili tutti."
Genere: Angst, Dark, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dimitri Alexander Blaiddyd
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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Nota iniziale: avviso subito che alcune descrizioni potrebbero risultare un po' crude. Non è niente di eclatante, ma ci tengo comunque a dirvelo non essendo una storia a rating rosso.
Detto ciò, buona lettura. (:

 

“no reason just
a reflex I have,
driven by clockwork
I try to keep an eye open
and I realize I haven’t close
my eyes in a long time”

 
La luce lunare si infiltrava sotto i portici generando un bagliore quasi innaturale, etereo. Colpiva insistentemente il viso di un giovane uomo vestito in armatura nera, facendo riflettere quel metallo che tanto sembrava assorbire ogni tipo di fonte luminosa. Il suo unico occhio sano si aprì lentamente, puntandosi sulla volta celeste.
La Bestia si alzò in piedi e, senza mai mollare la sua malridotta e sporca lancia, si sporse per osservare meglio il lucente astro, nel silenzio più assoluto.
Aveva ripulito l'intero monastero dai ratti, eradicando completamente il loro dominio sul luogo sacro che stavano profanando. Feccia imperiale... aspettava solamente il giorno in cui avrebbe tagliato la testa di quella donna e sparso i suoi resti in giro per la capitale dell'Impero. Ne aveva bisogno, per vendicare tutti coloro che costantemente chiamavano il suo aiuto.
Si fece strada tra i corpi devastati e riversi nei loro stessi fluidi stagnanti, trascinando pigramente la punta dell'arma sul pavimento, provocando un costante rumore metallico che si arrestava solamente nel momento in cui passava sopra un cadavere, per poi ricominciare preceduto da un suono secco ogni qualvolta venisse superato l'ostacolo.
La sua avanzata si arrestò solamente quando si trovò dinanzi al suo stesso volto riflesso su una vetrata. L'immagine non era chiara, ma poteva comunque vedere il demonio in cui si era trasformato; dai suoi biondi capelli disordinati, all'armatura ammaccata, il viso carico di rabbia ed una ferita che aveva spento definitivamente il suo occhio destro, ora squarciato in due. L'azzurro pieno dell'iride era ormai ridotto ad un celeste slavato, quasi bianchiccio, per quel poco che ancora si poteva intravedere tra i bordi di quel profondo taglio.
Accanto alla sua figura intera ce n'erano altre, scomparivano ed apparivano, sussurravano parole incomprensibili, lo sfioravano e se ne andavano, provocandogli un brivido ogni qualvolta venissero a contatto con la sua pelle già gelida di per sé.
Erano lì a tormentarlo, di nuovo, come sempre, non lo lasciavano mai da solo.
Riprese a camminare, trovandosi nella navata centrale della chiesa; ogni suo passo rimbombava in tutto l'edificio. Una volta, prima che il tetto crollasse, quel suono emesso era assai più forte e l'eco sembrava protrarsi fino in Paradiso.
Un ennesimo suono metallico. Stavolta la lancia d'argento era stata fatta cadere di proposito... le armi non dovevano permettersi di stare in un luogo sacro, anche se ciò che ne rimaneva erano solo e soltanto macerie. La Dea proclamava pace e così anche lui, ma i loro metodi di esecuzione erano decisamente diversi.
Lei era una creatura pura ed immacolata, mentre lui solo una lurida bestia assetata di sangue destinata a perire in battaglia.
Si inginocchiò davanti a quel che restava del soffitto, proprio sotto alla voragine, e congiunse le mani, con la testa china.


Oh, Dea, che tu possa perdonare i miei peccati una volta terminata la guerra. la sua voce era solo un sussurro, come se non avesse nemmeno la forza di pronunciare parola.

Quali peccati, Dimitri? Tu ci stai vendicando... sei un eroe, figlio mio.

Ciò che rimaneva del Principe conosceva fin troppo bene quella voce profonda, la voce del Re, suo padre. Lambert Egitte Blaiddyd gli stava parlando dall'Inferno proprio in quel momento, come ogni notte, ogni giorno, quando dormiva, quando era sveglio, quando era da solo, quando era in compagnia...
Gli ricordava costantemente quel preciso istante, le sue urla tra le fiamme che stavano bruciando anche lui stesso, il desiderio di vendetta, la sua testa tagliata via dal corpo e successivamente il bagno di sangue espandersi sotto la carcassa ormai totalmente inerme.


La Dea ti ha risparmiato per permetterti di salvare il buon nome del nostro casato. I Blaiddyd... i Fraldarius... e le famiglie di coloro che hanno perso la vita nel Duscur meritano una rivalsa ed è tuo compito adempiere alla missione.

Alzò il capo, rivolgendolo verso il cielo; le nuvole avevano coperto le stelle, oscurando quella che era iniziata come una meravigliosa notte, ma sapeva benissimo sarebbe cambiata, succedeva sempre...
Lentamente si rimise in piedi, mentre le gocce di pioggia iniziavano a bagnare i suoi capelli e la pelliccia atta a coprirgli le spalle facendolo sembrare ancor più imponente di quanto già non fosse.


Perché non mi permettete nemmeno di pregare? domandò al nulla più assoluto, voltandosi in direzione del portone d'ingresso e fissando un punto indefinito.

La sua visione dell'ambiente circostante iniziò a distorcersi sempre più, facendogli spalancare l'unico occhio buono. Fiamme, urla, lamenti.
Tentò di scamparne alzando nuovamente la testa verso il cielo, ma una mano, poggiatasi sul capo, lo costrinse a tenerla in quella posizione. Una seconda voce parlò, più giovane, ma ugualmente carica di rabbia.


Perché scappare da tutto ciò, Vostra Altezza? Dovete tenerlo a mente, siete la nostra unica salvezza.

Il tocco venne meno e finalmente poté voltarsi: dietro di lui un cavaliere, i capelli blu e mossi erano legati in parte in una coda alta, l'armatura bianca e oro avvolta da una cappa turchese dalla quale spuntava una pelliccia candida. Due iridi azzurre erano puntate sulle sue, di un colore estremamente simile, ma più vitale.


 Glenn... disse, flebilmente.

Come ogni secondo di quel giorno, l'istante della sua morte era impresso nei suoi ricordi. Il fischio delle frecce mentre fendevano l'aria e andavano ad infilzarsi nelle sue carni, a partire dalla schiena, poi nella gola, in viso... Cadde da cavallo e venne finito lì dalle fiamme, assieme al fidato destriero. Vedere i lembi di pelle sciogliersi lentamente e sentire le sue urla disperate mentre si contorceva agonizzante lo avevano scioccato al punto da paralizzarlo, con gli occhi fissi su quell'ormai cadavere che pian piano si carbonizzava sempre più.


Io... come posso dimenticare? So di essere l'unico sopravvissuto e so anche qual è il mio compito: prendere la testa dell'Imperatrice ed offrirla a te, a mio padre e a tutti coloro che hanno perso la vita in quel giorno maledetto. Tutto ciò che oso chiedere è... solo... poter essere lasciato in pace. Almeno per un po'.

 Giammai! la voce di Re Lambert si fece sentire forte, dura. Seppur quello fosse un urlo, nessun eco venne prodotto. Successivamente, un continuo bisbiglio iniziò a propagarsi per tutto l'edificio.

Il giovane si voltò prima a destra e poi a sinistra. Glenn era sparito, ma al suo posto si era materializzata una distesa di fuoco e cadaveri, soldati mezzi morti che si trascinavano in sua direzione ed imploravano aiuto mentre si aggrappavano alle sue gambe ed al suo mantello.
Indietreggiò piano, vedere quella devastazione stava mandando i battiti del suo cuore a mille.
"Vattene, scappa!" urlò una voce nella testa, era la sua.
E lo fece. Prese a correre attraversando l'Inferno senza mai fermarsi, uscendo dalla cattedrale e ritrovandosi in quella che una volta era la serra.


 Non puoi liberarti di noi, Dughirgjafi, devi prima vendicarci.- di nuovo, suo padre lo stava rimproverando.

Basta, basta... non ne poteva più di quel tormento, nemmeno dormire lo avrebbe aiutato, gli incubi avrebbero preso possesso del suo sonno.
Un odore delicato lo colpì all'improvviso e finalmente si accorse di dov'era piombato con la sua corsa... i fiori avevano ancora il coraggio di crescere in quel luogo abbandonato anche dalla Dea stessa?
Perché lui non possedeva quella forza? Tutto ciò che sapeva fare era distruggere, uccidere, devastare... ma non riusciva nemmeno a dare giustizia ai suoi cari.
Il peso sulle sue spalle era troppo persino per lui, nonostante fosse capace di portare tonnellate senza alcuna fatica. Preso dalla rabbia, colpì lo stipite del portone digrignando i denti, da sotto il suo pugno chiuso iniziò a propagarsi una crepa che si espanse in tutte le direzioni.
"Voi siete troppo buono, Vostra Altezza." Dedue glielo ripeteva sempre. Come poteva, lui, essere "troppo buono", quando era solo una bestia assetata di sangue nemico?
Gli era stata ripetuta la stessa frase anche quando l'aveva salvato dalla condanna a morte. Aveva dato la vita per permettere alla sua di continuare, di salvare il Regno, di distruggere l'Impero, e per questo non chiedeva vendetta.
Però lo aveva lasciato solo, in balia delle voci.
Aprì la mano, poggiando la fronte sul muro di pietra che aveva appena sfregiato.


 Dimitri!
 Principe!
 Futuro re!
 Bestia!
 Demonio!
 Non puoi abbandonarti ad emozioni tanto blande.

Ma quelle che scorrevano sulle sue guance non erano i residui delle gocce di pioggia.

Dimitri non ricordava quasi per nulla suo padre, come fosse da felice.
Solo una scena sfocata di lui mentre apriva bocca, pronto a dirgli quanto lo amasse, perpetrava nella sua mente, parole che era incapace di udire. Silenzio, soltanto silenzio.
Ora, la sua figura, per il povero principe era esclusivamente pronta ad urlare, disperarsi, incentivarlo a sanguinare ed a combattere per lui, per vendetta.
Era rimasto solo il suono iroso della sua voce raccontargli e rimembrargli del modo in cui quella lama gli aveva tagliato la testa e le fiamme divorato il povero corpo, tingendolo di nero.

– Uccidili tutti.

Era come se la furia di Lambert risiedesse nell'armatura da lui indossata, proprio nella croce posta sul lato destro del petto, e lo esortava a toccarla, a sentire il potere del suo Segno scorrere dentro di sé.

– Scatenati.

La sete di sangue dello spettro aveva surclassato i bei ricordi.
Dimitri non ricordava la risata sincera di suo padre.

Ormai la psicosi aveva mescolato realtà ed allucinazioni in modo tale da non riuscire più a distinguere il vero dal falso, facendogli percepire tutte quelle distorsioni come fossero reali. Le voci che il principe sentiva provenivano dal suo stesso inconscio, nessun'altro le udiva.
Quello era il suo modo di sperare di averli nuovamente accanto, ma nemmeno lui stesso sapeva fosse così.

 
Angolo autrice
 
D
ughirgjafi (ᛞᚢᚷᚺᛁᚱᚷᛃᚨᚠᛁ): "One with a missing eye", termine usato dagli Heilung nella canzone "Alfadhirhaiti" per riferirsi ad Odino, al quale manca appunto un occhio come a Dimitri.
 
Buongiorno, e buon compleanno di Dimitri!
Lo so, avrei potuto scrivere qualcosa di “felice” per lui, ma il mio problema è che non lo so proprio fare, quindi psicosi time! :D
E, lo ammetto, più passa il tempo, meno apprezzo la dimileth come ship nonostante sia la più gettonata: non disprezzo Byleth, ma lo/a vedo come un personaggio troppo scialbo e piatto per effettivamente avere voglia di shipparlo/a con qualcuno (porcelli, so che shippate BylethxPersonaggioPreferito solo perché volete esserci voi al suo posto) e le altre coppie… meh, non mi entusiasmano. Ce l’ho sempre visto bene con Hilda, ma mannaggia alla intsys nemmeno hanno il supporto, uff-
In breve, niente oneshot incentrata su un pairing.
Quindi, questo, cos’è? Un delirio creato ispirandomi alle mie roleplay quelle poche volte che ho avuto l’occasione di ruolarlo e un mio headcanon, ovvero che Dimitri sia affetto da psicosi, condizione che spiegherebbe il suo avere allucinazioni audio-visive, la quale spero di aver reso nel modo giusto. Non essendo io psicotica, ho dovuto basarmi su quello che dice il magico internet e rigiocare “Hellblade: Senua’s Sacrifice”; lì la protagonista ne è affetta e per tutta la storia si viene accompagnati dalle varie voci nella sua testa. Se vi piace la mitologia nordica è un must play, oltre che un grande aiuto su questo tema.
Solitamente scrivo storie molto più lunghe, ma devo dire che mi aspettavo di fare di meno. Suvvia, non c’era molto da dire.
Questo qui a lato è un mio disegno che ho realizzato per l’occasione (fateci click sopra se volete vederlo a risoluzione più alta), non è un granché, ma ditemi che ne pensate.
Probabilmente non mi vedrete altre volte in questa sezione, avrei voluto raccontare di Aleksei Irek, il mio OC figlio di Dimitri, ma dubito interesserebbe mai a qualcuno dato che sua madre è un’OC anch’essa, quindi per ora vi dico adieu.
 
Jigokuko
 
P.S. Se cercate un Dimitri per ruolare insieme ci sono. ;)

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