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Autore: Arvistloe    20/12/2020    1 recensioni
Familiare vita di Lucifer e Chloe, quando una favola dark, due innamorati che sembravano destinati a non essere mai felici assieme, diventa una vita familiare tutta strana ma indistruttibile, nonostante tutto voglia dividerli.
aggiornamento (7 set 2020) cap. 1 e 2
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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_XX La figlia del cuore XX_

La gravidanza di Linda aveva reso molto felice Trixie, soprattutto sapendo che il padre della nuova vita era Amenadiel. Lei stimava molto quelle due persone.

Ma una mattina, mentre Trixie era a scuola, un piccolo dubbio si insinuò nel suo animo.

Quella mattina, durante una pausa tra le lezioni, aveva raccontato con tutta la felicità che poteva, della gravidanza di Linda ai suoi compagni di banco. Stava per cambiare argomento, quando un compagno di classe che conosceva poco, gli disse
"Mi dispiace che farai la mia stessa fine..."
Trixie non capiva cosa voleva dire, continuando il bambino
"...il mio patrigno sembrava adorarmi. Poi successe che il fratello aspettava un figlio dalla fidanzata. Ti dico solo che il mio patrigno può dirsi il padre di suo nipote, riuscendo anche nel far innamorare di quello sgorbio mia madre. Io sono ormai solo un ospite a casa mia. Rassegnati Trixie, finisce sempre così. Non posso neanche andare con mio padre che vive in Europa"
Trixie scosse la testa, dicendogli sicura
"Papà Lucifer non lo farà mai. Sono sicura"

Qualche giorno dopo, Trixie disse a Lucifer, seduto al tavolo in soggiorno, intento nel controllare la sua posta elettronica tramite il cellulare
"Papà Lucifer non muoverti da qui. Devo mostrarti una cosa importante"
Lucifer le disse non alzando lo sguardo dal cellulare
"Non ti preoccupare, non mi muovo di qua, avendo molto da leggere"

Orgogliosa, Trixie si diresse nella sua camera, prendendo dallo zaino di scuola, l'ultimo compito in classe di matematica, superato con un voto altissimo.

L'entusiasmo di Trixie scese non trovando Lucifer dove lo aveva lasciato, chiedendo a Maze che guardava un film di guerra alla tv
"Ma papà Lucifer?"
Maze le disse, sorridendo felice per il film
"Una telefonata di Linda lo ha fatto uscire di corsa"
Quella decisione di Lucifer, incrinò un po' la convinzione di Trixie che mai il re dell'inferno l'avrebbe preferita al nipote o la nipote in arrivo. Triste, appese al frigorifero, con una piccola calamita il compito.

Non fu l'unico caso nel quale Lucifer corse in aiuto di Linda, dimenticando qualche promessa a Trixie. La bambina cercò di non rimpaciargli quelle mancanze, sperando fossero solo dovuti al buon cuore del suo padre acquisito, visto che Amenadiel si era defilato.

Le cose precipitarono un giovedì.

Lucifer era seduto con Linda nella sala d'attesa del suo ginecologo. Cercando la fiaschetta, trovò in una tasca interna un foglio piegato in due. Con sorpresa, vide che era la mini locandina dell'Amleto, in scena quel pomeriggio nella scuola di Trixie. Una riduzione dell'opera di William Shakespeare, preparata dal corso di recitazione che seguiva Trixie, che interpretava Ofelia.

Cercando di non mostrare la sua agitazione a Linda, Lucifer cercò di trovare Chloe, telefonando alla centrale di polizia. Sperava, nonostante impegnati, Chloe o Dan potessero correre da Trixie, non potendo lasciare sola Linda. Si diede dello stupido, per aver dimenticato quel momento importante per Trixie. Soprattutto perché lui aveva aiutato Trixie a imparare la parte, giurandole di esserci.

Lucifer non poteva immaginare cos'era successo. Trixie, non vedendolo nel posto a lui riservato, sicura fosse con Linda, aveva sbagliato più volte la sua parte, venendo sostituita.

Fu Chloe corse alla scuola, trovando Trixie dietro le quinte del palco, costruito in palestra, scossa da singhiozzi di pianto. Cercando di calmarla, Chloe le disse
"Devi essere paziente. Papà Lucifer tenta di aiutare Linda. Lei non manca mai per lui"

Trixie, con il viso nascosto nella spalla della madre, le disse con la voce rotta
"Mamma...lui preferisce il sangue del suo sangue che attende Linda...anche se resta solo lo zio...Mamma mi sono illusa. Potevo accettare tutto questo se fosse stato per un fratello o una sorella che attendevi tu...ma non per altri"
Chloe era sorpresa delle parole di Trixie, dicendole mentre le accarezzava i capelli, quasi cullandola
"Trixie ti sbagli. Tu per lui sei una figlia. Ora andiamo a casa, quando torna chiarirà ogni cosa"

Trixie le fece una richiesta che la preoccupò
"Mamma per favore, non voglio vederlo. Chiedi a papà Dan se posso andare con lui da stasera, non da domani venerdì. Ti prego"
Vedendola così disperata, Chloe telefono a Dan.

Nello stesso momento.

Accompagnata alla sua abitazione Linda, Lucifer si diresse all'appartamento sotto l'attico dove abitava Amenadiel. Il fratello stava guardando la tv, vedendolo entrare dall'ascensore gli andò incontro, chiedendogli
"Dimmi, come sta Linda?"
Lucifer lo sbatte con violenza al muro, dicendogli dopo un ruggito
"Tu devo prenderti cura di Linda. Io non posso esserci per lei sempre. Oggi per andare con Linda, mi sono perso la recita scolastica di Trixie"
Amenadiel abbassò lo sguardo, annuendo di si
"Va bene. Lo trovo giusto…"
Guardò il fratello che era furente, sorridendo timidamente
"...scusa Luci. Da oggi non devi essere tu presente al mio posto. Chiedi scusa a Trixie da parte mia"
Lucifer si allontanò da lui, visibilmente preoccupato, dicendo mentre tornava nell'ascensore
"Devo chiedergli io scusa. Da più di una settimana sopporta la mia mancanza, le mie dimenticanze. Spero di non aver perso mia figlia"
Amenadiel si sentì terribilmente in colpa.

Appartamento di Chloe e Lucifer.

Dan aveva accettato con piacere di avere Trixie un giorno prima.

Nella sua camera, Trixie preparava lo zaino, per andare con suo padre. In quel momento sperava di non incontrare Lucifer. Aprì appena la porta sentendo che proprio Lucifer era rientrato. Svelta chiuse a chiave la porta, sperando che Lucifer non la aprisse con la sua magia. Insicura, Trixie si allontanò dalla porta, restando vicino la scrivania nella camera. Lucifer batte nervosamente alla porta, dicendole
"Trixie per favore, ti posso spiegare perché non ero alla recita. Mi dispiace"

Chloe si avvicinò a Lucifer indicando Dan sulla porta che ridacchiava, dicendogli a bassa voce
"Lucifer non dimostrare a Dan che qualcosa non va. Lasciala andare con lui, la rabbia sarà meno pesante. Lunedì le spiegherai…"
Bussando alla porta
"...Trixie su esci. Così vai con papà. Lucifer non ti fermerà"
Lucifer domandò amareggiato a Chloe
"Non sono più papà Lucifer?"

Trixie aprì la porta, correndo come un fulmine verso la porta, uscendo. Dan prima di chiudere la porta, disse a Chloe e Lucifer
"Difficile la paternità?"
Uscendo. Chloe trattene Lucifer, che le disse con gli occhi lucidi
"In questo momento odio profondamente Dan e Amenadiel. Soprattutto Amenadiel, non posso credere come mi abbia usato. Chloe…"
Guardando la sua detective preoccupato
"...cerca di parlare con Trixie. Deve capire che non volevo preferire la vita che attende Linda. Anzi grazie a voi due mi interesso di queste cose. Chloe devi dirglielo, non voglio perdere l'affetto di mia figlia"

Chloe lo abbraccio, sentendolo respirare affannosamente con la fronte sulla spalla destra. Sperava che le cose potessero migliorare, avendo bisogno l'uno dell'altro Trixie e Lucifer.

Qualche ora dopo. Abitazione dei genitori di Dan.

La preparazione della festa di compleanno per la nonna paterna di Trixie, la distrasse un po' dai suoi pensieri. Solo che ogni tanto, nel suo cellulare, le arrivava qualche messaggio testuale di Lucifer, pieno di faccine, facendola un po' sorridere, ma ricordando i giorni prima, non rispondeva.

In serata, Amenadiel arrivò alla festa di compleanno con un regalo per la madre di Dan. In un primo momento, Dan credeva che Amenadiel volesse parlare con Trixie, invece l'angelo era lì per lui. Nel portico dell'abitazione, l'angelo disse a Dan
"Non voglio di certo entrare negli ambiti familiari di te con Chloe e Lucifer. Ma stavolta dovresti essere un po' meno contento"

Dan ridacchio, raccogliendo le braccia sul petto, dicendo all'angelo
"Amenadiel cosa dovrei fare secondo te? Io ti considero un amico nonostante tu sia fratello di quello. Dovrei aiutarlo con Trixie? No grazie. Io sarei molto più felice se Trixie comprendesse che deve stare lontano da quello. Comprendo che Chloe può amarlo, posso anche accettarlo in un certo senso, si tratta di una donna adulta. Ma Trixie resta una bambina, facilmente influenzabile"

Amenadiel sorrise, accigliandosi Dan. L'angelo gli spiegò
"Ti assicuro che Chloe, più di Lucifer, avrebbe voluto dire a Trixie le varie volte nel quale ti sei introverso nella loro vita famigliare. Ma mio fratello gli ha sempre detto di non farlo, non volendo turbare il rapporto di Trixie con te. Quindi se metterai una buona parola per lui con Trixie, sarebbe qualcosa di giusto. Aiuterai anche me, perché mi sento terribilmente in debito verso mio fratello, avendo solo io la colpa di avergli dato Il mio impegno di stare accanto a Linda"

Dan dovette ammettere con sé stesso che Lucifer non aveva mai usato i suoi momenti di gelosia, per il suo rapporto con Trixie, contro di lui. Disse ad Amenadiel, con sincerità
"Per quanto possa essere felice di questa divisione, vedo Trixie molto giù. Ride senza quel luccichio negli occhi…"

Guardando il suo sconosciuto amico angelo
"...facciamo così. Devi dirlo a Chloe e Lucifer. Specifica che lo faccio per Trixie, devi chiarire con Lucifer"

All'appartamento.

Chloe aprì la porta ad Amenadiel, dicendo all'angelo sottovoce
"Amenadiel ti consiglio di andare via. Lucifer rimane piuttosto arrabbiato con te"
L'angelo alzò le mani in segno di resa
"Comprendo i miei sbagli. Ma sono certo, quello che devo dire a Lucifer gli farà piacere"
Chloe si fece da parte, facendolo entrare.

Lucifer era seduto nel divano che scriveva al cellulare. Vedendolo si alzò, dicendo indispettito al fratello
"Credo che l'abitazione di Linda sia da altra parte. Persino il tuo appartamento. Quindi cosa vuoi?"
Amenadiel si avvicinò al fratello con un ampio sorriso
"Come ben sai, Linda riesce nell'impresa di farti capire quando sbagli. Io soprattutto la stavo perdendo. Non fossi andato da lei oggi, aveva deciso di allontanarmi del tutto dalla vita creata assieme. Ma non posso pensare a un futuro con lei o almeno far parte della vita della nostra prole, senza rimettere apposto il casino in questa famiglia per colpa mia. Quindi sono andato da Dan, parlandogli da amico. Forse ha trovato una soluzione. Ascoltami Luci"

Quella notte.

Trixie rimase nell'abitazione dei suoi nonno paterni con suo padre. Dan nel divano letto in soggiorno, mentre Trixie trovò posto in un piccolo divano letto, in quella che era stata la camera di suo padre, diventata da anni sartoria di sua nonna.

Quella notte per Trixie addormentarsi fu molto difficile. Non le piaceva cos'era successo con Lucifer, ma non le piaceva neanche come di era sentita quasi abbandonata da quello che considerava un padre. Provò con tutta se stessa di trovare la voglia di parlare con Lucifer, ma Il ricordo del suo fallimento durante la recita scolastica non gli permetteva di farlo.

Chiuse gli occhi, sperando di addormentarsi. Riuscì anche a sognare, ma il sogno diventò un incubo. Era iniziato piuttosto bene. Lei era al Lux, durante quella che sembrava una festa di compleanno. Lucifer, in smoking, salì sul bancone del bar, dicendo ad alta voce a tutti quelli riuniti nel night club
"Ora voglio presentarvi la festeggiata, parte del mio cuore. Eccola"

Indicò verso Trixie che felice si fece avanti, ma Linda la spinse di parte, facendo strada a una ragazzina mulatta, che corse verso Lucifer che saltò dal bancone abbracciandola. La bambina diceva felice
"Grazie zio, grazie"
Il cuore di Trixie si spezzò ulteriormente, sentendo dire a Lucifer
"Tu sei l'unica persona che sento come una figlia"

Sconvolta, Trixie fece alcuni passi indietro, per scappare via. Qualcosa la freno. Dietro di lei c'era una donna anziana. La donna era alta, magra, vestita completamente di nero, in contrasto con i capelli bianchissimi. L'anziana le disse

"Mia cara, io non posso dirti come. Ma io sono parte di te. Una parte che non dovrà mai esistere nel futuro. Io ti mostrerò qualcosa. Al tuo risveglio non ricorderai me o cosa ti mostrerò, ma nel cuore persisterà la consapevolezza che quel re dell'inferno ti vuole bene come una figlia"

La donna le porse la mano che Trixie strinse, non provando timore verso quella sconosciuta.
Trixie si trovò nel Lux, in corso una delle notti con balli e clienti. La musica a tutto volume si abbassò, dicendo l'anziana a Trixie
"Questi sono gli incubi di Lucifer. Esplora, lo potrai fare finché lui non si sveglia. Nel suo incubo lui non può vederti. Ricorda, gli manchi"

Trixie lo vide. Vide il re dell'inferno seduto a un tavolo intorno la sala da ballo. Le sembrava molto triste. Rivolse lo sguardo dove guardava Lucifer, restando esterrefatta.

Al tavolo vicino era seduta lei con suo padre Dan e Amenadiel. I tre erano intenti in una partita a Monopoly. Trixie vide se stessa dire, dopo aver tirato i dadi
"Se ti allontani dal re dell'inferno perdi tutto…"
Quella Trixie sorrise al padre Dan
"...pur di allontanarmi da quel mostro, va bene se perdo tutto"

Al tavolo accanto Lucifer abbasso la testa, sentendo una voce dire
"Sul serio credevi potessi piacergli?..."
Risate con la voce che continuava
"...papà Lucifer? Veramente?"

Lucifer rimase solo nel nigh club vuoto. Intorno al tavolo comparvero Uriel e il gemello Michael che indicandolo lo deridevano. Non sopportando oltre, Trixie voleva correre per difenderlo, ma vide la scena cambiare. Lucifer era di fronte la porta della camera di Trixie, immobile mentre la sua voce diceva come una preghiera
"Sono suo padre...sono papà Lucifer...sono suo padre"

Trixie si svegliò di soprassalto, nello stesso momento Chloe aveva svegliato Lucifer, nel letto accanto a lei, dopo averlo sentito piagnucolare nel sonno
"Sono suo padre...sono papà Lucifer"

Trixie non ricordava cosa avesse sognato, ma provava nel cuore la voglia di parlare con Lucifer.

La mattina dopo.

Seduti al tavolo di legno fuori un fast food, Trixie e Dan facevano colazione, guardando nel cellulare i video del compleanno del giorno prima. Una voce fece trasalire Trixie. Sua madre si avvicinò al tavolo, dicendo sorpresa
"Che coincidenza. Anche voi per la colazione qui"
Trixie gli domandò, spegnendo il suo cellulare
"Ma papà Lucifer non ha fatto la colazione?"
Chloe scosse la testa, spiegando
"Non era molto ben disposto. Così siamo venuti qui, per una colazione da asporto. Già che sono qui, Dan vorrei dirti qualcosa, mentre attendo la colazione da portare via. Trixie te lo rubo per poco"

Trixie annuì di si, accendendo il cellulare. La successiva voce le fece battere il cuore
"Trixie possiamo parlare? Non voglio che il nostro rapporto sia incrinato o peggio distrutto. Capisco di aver sbagliato nell'essere stato così tanto preso da Linda…"

Si sedette dall'altra parte del tavolo dov'era lei
"...ma non volevo certo sostituirsi. Tu per me sei importante come una figlia, ti considero come sangue del mio sangue. Ecco…"
Abbassò lo sguardo
"...volevo dirti solo questo. Se vuoi dirmi qualcosa, ma ti prego non ferirmi con il silenzio"
Trixie guardò quell'essere così speciale, quel re dell'inferno che non era il male, ma puniva il male. Il suo sguardo preoccupato gli spezzò il cuore, raccontando della rivelazione del suo compagno di classe sul patrigno che era più affezionato al nipote. Gli fece presente quanto era stata ferita non vederlo alla recita
"...Il problema, papà Lucifer …"
Quel riferimento a lui come padre, fece sperare Lucifer
"...che io sono gelosa di te. Se potessi permetterei solo la mamma di starti vicino. Ma capisco che non può succedere. Voglio andare oltre tutto questo. Papà Lucifer io odio essere arrabbiata con te. In fondo ti sei preso cura di Linda, dimostrando che sei una brava persona. Cercherò di non dubitare più che mi vuoi bene"

Lucifer diede il suo cellulare a Trixie, dicendole
"Sono molto logorroico quando parlo di te o tua madre. L'altro giorno, Linda ha fatto questo video, per inviarlo a Maze. Guardalo, capirai molte cose"
Trixie vide una ripresa un po' nascosta. Lucifer diceva a qualcuno di fronte a lui

"Si sono padre. Padre di una splendida piccola donna, attualmente di quasi dodici anni, Si chiama Beatrice, ma le piace meglio Trixie. Posso affermare con sicurezza, prima che fosse parte della mia vita, ero triste e solo. Grazie a lei sono cambiato. Mai avrei aiutato qualcuno come faccio con Linda, credendo tutto in questo mondo fosse inutile. Invece Trixie, mia figlia, mi ha fatto capire che le brave persone come Linda devono essere aiutate. Vedo Trixie come il faro nella mia vita che era molto agitata in un mare di solitudine"

Dal fast food, Chloe vide con piacere Trixie abbracciare Lucifer. Vide l'ex marito un po' infastidito, dicendogli
"Dan hai fatto la miglior cosa"
Dan sbuffo, dicendogli accigliato
"L'ho fatto per Trixie. Non certo per il tuo fidanzato"
Chloe sorrise a Dan, riconoscendo che l'ex marito era una brava persona.

Trixie saluto affettuosamente sua madre e Lucifer il suo padre acquisito, per rivedersi quel lunedì. La bambina vedendo Dan uscire dal fast food gli andò incontro, abbracciandolo felice, dicendo contenta
"Grazie papà, papà Lucifer mi ha detto che una tua idea questo incontro. Grazie, grazie ti voglio tanto bene"
Dan pensò che quel Lucifer non era così pessimo come pensava. Solo che il ricordo di Charlotte era un dolore troppo grande.

_XX Il covid della discordia XX_

Los Angeles. Mattina. Lux.

Seduti al bancone del bar, Lucifer e Maze controllavano dei documenti del Lux. Poco prima, gli addetti alla pulizia avevano finito di pulire il locale. Da quanto il night club aveva ottenuto la certificazione covid free, i clienti si erano triplicati, permettendo a Lucifer di aumentare lo stipendio a Maze, che si occupava di tutto intorno al night club, lasciando il re dell'inferno libero per il suo lavoro con Chloe e la vita famigliare.

Ma delle volte, Lucifer doveva firmare lui dei documenti. Dopo aver apposto l'ultima firma, Lucifer sospiro sorridendo, mentre Maze sorseggiava il suo drink, dicendo al suo capo, un po' accigliata
"Magari tutti i nightclub avessero la magia anti covid che ce su questo edificio. Alcuni dei miei migliori partner sessuali non sarebbero in quarantena infettati dal covid"

Lucifer ridacchio, dandole i documenti firmati, dicendo al suo demone
"L'unica cosa che non mi dispiace, dover stare molto di più in casa, con le mie donne preferite. Abbiamo organizzato maratone di film, giochi in scatola o via computer. Poi non comprendi quanto sia hot l'appartamento nei week end che Trixie si trova da Dan"
Maze alzò le spalle, portando la cartelletta con i documenti nell'ufficio lì vicino, dicendo a Lucifer prima di entrare
"Niente da fare, io mi annoierei"

Il cellulare di Lucifer suonò. Tornando dall'ufficio, Maze vide Lucifero lanciargli uno sguardo incredulo, che diventò perplesso ascoltando qualcuno al cellulare. Lo sentì dire con un mezzo sorriso
"Va bene Chloe. La convinco io. Ti porto Trixie in un quarto d'ora. Tranquillizza il detective stronzo"
Chiuso il cellulare, Lucifer spiegò a Maze
"A scuola di Trixie stavano facendo il tampone per il covid. Lei con altri compagni di classe sono scappati…"
Lucifer sorrise scuotendo la testa
"...gli altri sono stati trovati. Manca solo Trixie, che aveva inviato un messaggio testuale a Chloe dicendole di essere al sicuro. Grazie a Ella hanno scoperto che si trova qui"
Maze si guardò intorno
"Qui non la vedo"
Lucifer indicò sopra di loro, comprendendo Maze che Trixie era all'attico. Lucifer diventò serio
"Naturalmente il detective stronzo doveva dire la sua. Sta schiumando invidia da quando Trixie mi chiama papà e sono tra le persone legalmente responsabile di Trixie. Se non fosse per le mie umane preferite, gli avrei fatto fare un viaggio all'inferno. Comunque lo stronzo, sapendo che Trixie si trova qui, sta minacciando Chloe di chiedere al giudice di allontanarmi, se Trixie non farà il tampone, perché io sarei una cattiva influenza"
Maze lo tranquillizzo, mentre andava verso l'ascensore
"Non succederà mai. Qualunque giudice vedrebbe quanto bene fai a Trixie"

Nell'attico

. Trixie sentendo il ding dell'ascensore si nascose nella libreria, portando lo zaino della scuola. Un po' si vergognava, visto che si vantava di essere una coraggiosa undicenne. Coraggio che l'aveva abbandonata, vedendo come era eseguito il tampone. Sperando chi era entrato nell'attico non la trovasse, si fece piccola piccola dietro una poltrona.

Entrato nell'attico, Lucifer decise di non rivelare a Trixie le cattiverie del padre Dan. Dopo aver controllata l'ora, chiamò Trixie
"Trixie vieni fuori, sono io papà Lucifer…"

Dire papà Lucifer, faceva sentire proprio bene il re dell'inferno, soprattutto perché non era una scelta di Trixie dovuta perché figlia naturale. Era stata una decisione dal cuore di Trixie che lo aveva scelto come padre acquisito
"...non ce nessun altro con me"
Timidamente, Trixie si affacciò dal corridoio, lasciando cadere lo zaino sul pavimento, correndo ad abbracciare il suo padre del cuore, piagnucolando
"Papà Lucifer sembra una tortura infernale. Ti prego fammi restare qui" Lucifer le appoggiò una mano sulla schiena, mentre l'altra le accarezzava i capelli, dicendole con tono amichevole
"Trixie, sai bene che lo farei. Ma devi fare il tampone per due motivi. Il primo per la tua salute. Il secondo che conosci quanto critici ci sono sul fatto che io...sono io. Criticano che per la mia cattiva influenza non vuoi fare il tampone"
Come voleva dirle che era l'invidia di suo padre Dan.

Trixie si allontanò lentamente da Lucifer, prendendo lo zaino sul pavimento, dicendo un po' tremando, ricordando come dovevano eseguire il tampone, tenendo il mento alzato, come le aveva insegnato Maze, quando voleva nascondere la paura
"Va bene. Lo faccio. Sono due ottime ragioni. Ma soprattutto per la seconda. Se sento qualcuno parlare contro di te, metto in pratica gli insegnamenti di Maze"
Lucifer sorrise piuttosto compiaciuto.

Pochi minuti dopo.

Vedendo parcheggiare la corvette, Chloe che era di fronte la scuola con altri genitori, tirò un sospiro di sollievo. Come tutti, indossava una mascherina, la sua chirurgica. Sia Lucifer che Trixie, indossarono la mascherina prima di scendere dalla corvette. Trixie non era molto contenta, ma l'aveva giurato al suo padre acquisito.

Dan si avvicinò a Chloe, anche lui con la mascherina. L'ex marito disse a Chloe, deluso di aver perso quel punto a favore contro Lucifer
"Così l'ha convinta. Bene"
Chloe gli rispose sottovoce
"Stai diventando ridicolo tentando una guerra contro Lucifer per l'amore di Trixie. La perderai"

Dan non ebbe modo di controbattere, arrivando Trixie con accanto Lucifer. La bambina disse ai genitori
"Faccio questa tortura medievale solo perché mi ha convinto papà Lucifer"
Avviandosi verso la scuola.

Lucifer aggiustandosi i gemelli, disse a Chloe ignorando Dan
"Aspettiamo noi per riportarla all'appartamento o lo deve fare qualcun altro?"
Chloe si avvicinò a Lucifer, dicendogli
"Aspettiamo noi due, Dan deve tornate alla centrale"
Mentre Dan si allontanò accigliato, Chloe si accorse che la corvette era con il tettuccio, sentendo ancor più amore per Lucifer. Perché Lucifer odiava la corvette con tettuccio, ma per non incappare in pioggia o altro con le persone cui teneva, optava per quella.

Nella scuola.

Trixie si registrò, attendendo nell'infermeria con altri il suo turno, cercando di non far vedere che tremava. All'arrivo dell'addetto con il tampone, respiro un paio di volte, permettendo che lo usasse prima in bocca, poi nel naso, tossendo alla fine, ricevendo un bicchiere di carta con un po' d'acqua. Uscita dall'infermeria, Trixie tirò un sospiro di sollievo, avviandosi all'uscita.

Fuori la scuola.

Trixie corse felice verso il suo padre acquisito e sua madre, dicendogli un po' rauca
"Tutto fatto. Una cosa terribile. Ma giuro non scapperò più se devo farlo nuovamente. Dimostrerò di essere la degna figlia di due detective e un re dell'inferno tosti"
Quel farlo entrare così nella sua famiglia, commuoveva sempre un po' Lucifer, non avendolo mai fatto neanche la sua famiglia originale. Il re dell'inferno, domandò a Chloe, cercando di nascondere gli occhi lucidi
"Dobbiamo andare alla centrale oggi?"
Chloe scosse la testa, intrecciando la mano destra alla figlia, aggiungendo
"Per oggi abbiamo finito di lavorare. Andiamo a casa"

Poco dopo erano nell'appartamento, preparando tutte tre insieme il pranzo.

FINE ….MA SI CONTINUA CON ALTRE STORIE...
   
 
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