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Autore: ArwenDurin    20/12/2020    2 recensioni
Hannigram, s2: un abbraccio di anime:
"Era conscio del potere che Will Graham aveva su di lui, e per quanto cercasse con le unghie e con i denti, di combattere quel sentimento che lo stava dilaniando, da un lato lo accettava."
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le lenzuola bianche si sollevarono e si adagiarono delicatamente sul materasso, il profumo invase le sue narici e per qualche istante, lo assorbì completamente, dimentico degli spilli d’amarezza che poco prima avevano attraversato il suo cuore.
Chiuse gli occhi e quell’odore presto si confuse con il profumo di Will, e il bagnoschiuma che usava quand’era da lui che si fondeva con la sua pelle…poté sentirlo ancora imprigionato nelle lenzuola. Non era una novità nell’ultimo periodo che l’altro si fermasse da lui, il grado di intimità raggiunto era sopraelevato e non avevano bisogno di dare un nome al loro rapporto, né delinearlo.
“Noi sappiamo a che punto siamo.”
Ricordò le sue parole bagnate di gelosia che spruzzò ad Alana quella sera, rammentò l’ondata di piacere e soddisfazione nel vederlo e nel sentirlo dipendere da lui…fu un piacere agrodolce però, un illusione di un momento che poco dopo si rivelò ai suoi occhi.
Lo rivide lì immerso nel compito affidatogli di bruciare i documenti che lo riguardavano, il calore del fuoco che lambiva il profilo di Will, non rendendosi conto della frattura che si era appena creata, il tradimento scoperto e la maschera della menzogna che era caduta: rivelare e nascondere identità.
Lo fissava mentre le fiamme del camino che bruciavano nei suoi occhi, poté sentirle scorrere dentro di sé, fino al suo cuore.
Hannibal aprì gli occhi e tirò un sospiro, non poteva farci nulla o meglio era conscio del potere che Will Graham aveva su di lui, e per quanto cercasse con le unghie e con i denti, di combattere quel sentimento che lo stava dilaniando, da un lato lo accettava. Ammirava il lavoro infido del profiler, come si stesse formando, trasformando, e trasfigurando nonostante l’empio gesto che stava per compiere. E poter immaginare le sue mani stringergli il collo, prendere la sua vita o da dove avrebbe dipeso il suo ultimo respiro, era interessante…un piacere che si può provare in un atto di estrema crudeltà, un paradosso. Ma Hannibal non era nuovo a ciò, si conosceva e sapeva che in remoti angoli della sua mente, e del piacere nascosti alla vista e nell’oscurità più profonda, c’era lo stesso Will che regnava insieme a lui.
Ma la sua parte razionale, legata alla logica e alla lealtà che si spettava, non poteva che spingerlo a provare ben altre e più intense emozioni, invadenti, incontrollabili e violente, da scaldarti le guance mentre senti il sangue gelarsi nelle vene.
Sentì Will chiudere la doccia, e i suoi passi dirigersi nella camera degli ospiti che gli stava preparando, Lecter abbassò lo sguardo al copriletto color madreperla, accogliendone la morbidezza sotto i polpastrelli e ultimando il letto senza dirgli una parola.
Non voleva alzare lo sguardo ai suoi occhi, non poteva guardarlo perché sapeva che cosa sarebbe successo…eppure, sentiva il suo sguardo fisso su di sé, un comportamento singolare calcolando che di solito si affrettava a raggiungerlo per aiutare a fare il letto destinato a lui, con uno sguardo di rimprovero sul volto.
Alcune volte, soprattutto agli inizi, aveva dibattuto calorosamente sul fatto che non fosse necessario, poi con sempre meno convinzione fin quando giunse a aiutarlo, ma non quella sera.
Hannibal terminò sistemando i cuscini sul letto, e decise di affrontarlo, perché non gli stava lasciando molta scelta, e sentì dell’irritazione alla punta dello stomaco per ciò, per quanto fosse stato lui stesso ad avergli dato quel “potere”, quel posto di privilegio che l’altro aveva disprezzato.
Rimase calmo, dentro di sé poteva sentire il suo cuore pompare forte, ma non lo diede a vedere, distanziandosi dal letto e lo guardò. Era lì con la maglietta bianca ancora aderente al suo corpo umido per la doccia, in boxer blu, e scalzo mentre lo fissava senza battere ciglio, appoggiato all’entrata della stanza.
Rimase stupito di ciò che vide nei suoi occhi, un espressione vuota, impassibile e ferma, poteva contenere qualsiasi emozione oppure il nulla più assoluto, una maschera di impassibilità che pareva uguale alla sua.
Restò immobile quando Will si avvicinò a lui, e solo quando poggiò una mano sulla sua guancia, così calda contro la sua pelle, che la falsa indifferenza che mostrava cadde e Hannibal vide.
Lui sa che ho capito.
Graham prese ad accarezzare il suo volto con delicatezza, una reverenza simile che lo stesso Lecter spesso gli aveva rivolto, e che gli fece chiudere gli occhi per qualche secondo, i brividi che percorrevano la sua schiena in un sentimento troppo grande per essere espresso. Quando li riaprì, vide un riflesso simile negli occhi Will che si erano fatti più densi, addolcendo la tempesta che spesso li dominava, e deglutì un magone di parole che non disse, mentre Hannibal seguì il movimento del suo pomo d’adamo che si alzava e abbassava, guardando il suo collo…ma senza muoversi.
La ferita che aveva dentro, quel dolore così lacerante da impedirgli di respirare, fermentava il suo orgoglio, così non reagì, finché Will con sicurezza portò entrambe le mani ad appoggiarsi ai suoi fianchi, e poi lo abbracciò con impeto. Poggiò la testa nell’incavo del suo collo, e sentì il respiro caldo dell’altro uomo sfiorargli la pelle mentre assorbiva il suo odore, e le mani stringere la stoffa della sua camicia, in un leggero tremore.
Hannibal a quel punto deglutì il magone che sentiva pressante in gola e lentamente, andrò a ricambiare quell’abbraccio dal gusto disperato, bisognoso e pieno di sentimenti capaci di lacerarti il cuore. C’era una dolcezza agrodolce nel modo in cui Will sbatteva le ciglia nel suo collo, e il suo respiro si calmò, per quanto il modo di stringerlo rimase lo stesso aggressivo di poco fa, in una malinconia nota d’addio nel silenzio che li accompagnò.
Chiuse gli occhi sospirando e annusando l’odore afrodisiaco dello shampoo che ben si sposava con l’odore naturale di Will, e che usava sempre quand’era lì; d’altronde l’aveva preso apposta per lui. Appoggiò poi la testa contro la sua chiudendo gli occhi e respirando piano, dando aria a quei polmoni che sembravano ritrarsi e averne bisogno sempre di più alla vicinanza dell’altro, e attese. Si godette quel momento per quanto possibile prima di scegliere di dare una possibilità allo stesso uomo che lo stava distruggendo…provare ancora nonostante tutto.
«Tavolta si crea un concetto di una persona a noi cara, si focalizza nella nostra mente chi pensiamo che sia, in psicoanalisi è detto imago.»
«Pensavo che l’imago fosse un insetto, nella sua ultima soglia di trasformazione.» Mormorò in risposta l’altro sul suo collo, senza staccarsi da lui.
«È l’immagine di ciò che pensiamo di una persona seppellita nel nostro inconscio.»
«Un ideale.»
«Il concetto di un ideale- si leccò le labbra, stoppandosi per qualche secondo prima di continuare- io ho un’idea di te Will, di come sei, come tu di me.»
Sentì Will trattenere il respiro, per poi alzare lo sguardo sul suo così offuscato dai tormenti della mente, da renderlo di un grigio simile al cielo poco prima di una tempesta.
Gli rivolse un sorriso stanco e poi parlò.
«Tu ed io non siamo ideali.»
Hannibal deviò lo sguardo, e nel profondo poteva sentire quelle frasi trafiggerlo, come fossero piccoli spilli, ma non lo lasciò andare, come non lo fece Will; le mani di entrambi strette ancora l’uno nell’altro e nell’abbraccio spezzato ma non ancora finito.           
Will appoggiò la testa sul suo petto ed ascoltò, per qualche istante ci fu soltanto silenzio a riempire ogni cosa, finché Lecter non parlò di nuovo, la voce ferma eppure sottile, un eco di ciò che era di solito.
«Potremmo fuggire domani Will, prima dell’ultima cena con Jack e di ogni cosa- portò le labbra sulla sua fronte, un tocco leggero parlando sulla sua pelle- Potrai lasciare un biglietto per Alana e per lui, e infine salutare i tuoi cani. Sarebbe educato.»
Graham sospirò e chiuse gli occhi per qualche secondo, quando li riaprì però non si incontrarono con i suoi.
«Mi offri la libertà ma in cambio dovrei rinunciare ad ogni cosa, persino ai miei cani. Sembra il genere di libertà che può darti una confessione, per alleggerire l’anima.»
Portò lo sguardo azzurro al suo ed era luccicante ma senza serenità, si sporse verso di lui tanto che le loro labbra furono ad un soffio, e il cuore di Hannibal si strinse ma di nuovo, rimase fermo, lasciandolo agire.
«Se scegliessi questa libertà, e confessassi…Dio mi perdonerebbe?»
«Quasi certamente.»
Si parlarono quasi in sussurri, e lentamente, respiro contro respiro, ma Will non oltrepassò la linea sottile che li divideva.
«Ma sarebbe una libertà fasulla, se nella tua mente vuoi giustizia e verità.»
A quel punto in sincronia, si lasciarono andare, e Hannibal si avviò alla porta con la sensazione che una melodia fosse stata interrotta, spezzata e rotta. Pensò a Malher quando scrivendo la IX sinfonia, dove per il dolore del tradimento della moglie scrisse nella sua partitura “perché l’hai fatto?” in una calligrafia tremante ma incisiva, e si sentì in affinità con quelle parole.
Si voltò un secondo incontrando gli occhi di Will, c’era qualcosa di “rotto” in essi e una richiesta, come una supplica scritta nelle sue pupille che nulla aveva a che fare con il freddo orgoglio e moralità con cui aveva risposto. Il sussurro d’uno sguardo di restare, di non andarsene…ma Hannibal distolse il suo, sentendo quasi quel brano di Mahler aleggiare nell’aria e il dolore pizzicare nei suoi occhi, mentre uscì dalla camera da letto.



Angolo Autrice: Ciao a tutti! Questo racconto nasce da un'idea iniziale che mi venne nella 2x12, la scena finale, avete presente immagino XD Se notate è sera Will non sta lì per una terpatia né per una cena, c'è domesticitià e confort, non sembra che debba andarsene da un momento all'altro per quanto sembra sia sera tarda. Quindi mi sono chiesta se Will dormisse da Hannibal? Visto l'intimità raggiunta e da qui, puff. Poi mi è venuta sta idea struggle in love per cui mi sono sciolta nei pianti anche io per Hanni, ma dettagli XD
Il titolo è in lituano e significa “il mio cuore è in fiamme” 😫 lo so E visto riprende un po’ Mizumono, a cui so a lei piace tanto, questo racconto è dedicato anche a  
leonessa885 perdona i feels ahah. La mia lettrice n1 di fanfictions nonché mia amica 😊 e cara fannibal con cui sclerare sugli show e sugli Hannigram e che ringrazio per il sostegno e supporto 💗💗😊 è anche grazie a te se sto racconto ha preso vita, quindi prendilo come una sorta di regalo di Natale ahah, e spero che ti piaccia!

Grazie a chiunque leggerà e/o commenterà 😊
   
 
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