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Autore: Keeper of Memories    20/12/2020    8 recensioni
Ispirata da una canzone e su richiesta di una mia cara amica, ho scritto questa breve oneshot su Shun e Ikki, ambientata durante gli allenamenti nelle rispettive Isole. Spero vi piaccia!
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Shun, Phoenix Ikki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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[Suggerimenti musicali per la lettura: https://www.youtube.com/watch?v=iCWW9reORoE]
 
Far away now
Trapped at the start of all we know
Traces of doubt
Keep on obscuring my way out
 
È buio, molto buio. L’oscurità lo circonda, implacabile e soffocante, lo tiene ancorato a terra. In lontananza, solo dei singhiozzi.
Shun, fu la prima cosa che pensò, avrebbe riconosciuto il pianto di suo fratello ovunque. Si alzò, riscoprendo una forza che non credeva di possedere. Shun era a pochi passi da lui, le ginocchia strette al petto e il viso nascosto dalle braccia e dai folti capelli verdi che gli ricadevano sulle spalle.
«Shun!» senza pensarci un attimo, si precipita al suo fianco e lo prende per le spalle «Shun, che succede? Perché piangi?»
«Ho paura, fratello» risponde tra i singhiozzi senza sollevare il volto.
Shun è sempre stato così, troppo buono, troppo emotivo, troppo gentile. Da quando aveva messo piede sulla nave che l’aveva portato sull’Isola della Regina Nera non aveva fatto altro che chiedersi se il suo fragile fratellino sarebbe stato bene, se ce l’avrebbe mai fatta a sopportare l’addestramento da cavaliere da solo, senza di lui.
La verità è che aveva paura. Paura di morire in quell’Isola maledetta e lasciare Shun da solo, paura di tornare indietro solo per scoprire che lasciarlo era stato l’errore più grave della sua vita. Davanti a lui ora, le sue paure prendevano forma.
«Dobbiamo farci forza fratello, solo così riusciremo a diventare Cavalieri» dice ma in realtà sta cercando di convincere sé stesso.
«E’ troppo tardi, fratello…» Shun non piange più, la sua voce è piatta, atona. «Sono già morto.»
Sotto i suoi occhi, Shun solleva il viso che si fa rapidamente più scavato, le guance scarne che evidenziano il teschio, la pelle sulle mani avvizzisce e in pochi secondi di Shun non resta che la cenere.
Ikki si sveglia urlando.
Guilty with shame
Of leaving you helpless in the flames
So that we could thrive when I return
When I can hear a whisper
 
È buio, troppo buio. Il buio lo spaventa da sempre ma in quel momento il terrore è tale da lasciarlo immobile, incapace di muoversi in quel mare di nulla.
Alle sue spalle, solo l’eco dei passi di qualcuno. Si volta di scatto, vincendo la paralisi in cui il buio l’aveva rinchiuso. Avrebbe riconosciuto quei passi ovunque.
Ikki!
Tenta di urlare il suo nome ma scopre di non avere più una voce. Ci riprova e riprova ancora, ma vede solo la figura di suo fratello maggiore allontanarsi. Si alza nonostante le gambe pesanti, prova a correre in quell’oscurità vischiosa che vuole avvolgerlo.
Voleva chiedergli scusa. Era colpa sua se era stato costretto ad andare all’Isola della Regina Nera, sua e della sua debolezza, della sua fragilità. Odiava essere così.
La verità è che aveva paura. Paura di non farcela, di non poter mantenere la promessa che gli aveva fatto, diventare entrambi cavalieri di Atena, della delusione dipinta sul suo volto non appena l’avesse scoperto.
Ikki!
Urla ancora, ma nessuna parola esce, il buio stesso preme una mano sulla sua bocca mentre sotto il suo sguardo inorridito avvolge suo fratello, centimetro dopo centimetro. Prima le gambe, poi il busto, le braccia. In un lungo e doloroso istante, Ikki non c’è più, mentre continua a urlare il suo nome invano, mentre soffoca in mezzo al nulla più assoluto.
 
Shun si sveglia urlando.
I’m breaking
We’re fading
But you’re not alone
 
Era steso a terra, ansimante, alla ricerca di una zona fresca nel pavimento in pietra che gli permettesse di resistere meglio alla calura notturna, onnipresente in quell’isola vulcanica.
Non riusciva a dormire, l’incubo continuava a opprimerlo anche mentre era sveglio.
Uscì di soppiatto, in riva al mare, dove si immerse fino al busto.
Il cielo splendeva con migliaia di stelle, minuscole e brillanti come diamanti su un telo scuro, così belle da togliere il fiato. Si chiese perché non si fosse fermato prima a guardarle e se anche suo fratello le stesse guardando in quel momento, dall’altra parte del mondo, se anche lui stesse osservando quello spicchio di luna fare capolino dietro quella nuvola solitaria.
Si stese sul pelo dell’acqua, restandovi a galla, cullato da quel pensiero che forse, anche se distanti, entrambi guardavano lo stesso cielo.





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Note: Ciao a tutti e benvenuti! E' la prima volta che scrivo in questo fandom che mi è familiare appena... e spero di aver mantenuto tutti i personaggi IC! 
Ci tenevo a precisare che nell'ultima parte ho volutamente omesso il soggetto perchè sono pensieri che si addicono benissimo a entrambi. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Alla prossima^^
   
 
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