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Autore: LaylaParamour    22/12/2020    0 recensioni
[Vis a Vis: El Oasis]
[Zulema Zahir x Macarena Ferreiro]
"Inspirò con il naso ed espirò con la bocca. Più e più volte fino a quando il suo cuore non decise di rallentare.
Si portò le mani al viso e ricacciò indietro le lacrime. Non voleva piangere, non voleva lasciarsi andare.
Era stanca."
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
Non sei più sola”

Macarena sussultò, sbarrando gli occhi nel buio completo.
Respirava in maniera affannata.
Si portò una mano al petto e cercò in tutti i modi di tranquillizzare il suo cuore e il suo petto che faceva su e giù fin troppo velocemente.
Inspirò con il naso ed espirò con la bocca. Più e più volte fino a quando il suo cuore non decise di rallentare.
La bionda si portò le mani al viso e ricacciò indietro le lacrime. Non voleva piangere, non voleva lasciarsi andare.
Era stanca.
Stanca di non dormire o di svegliarsi la notte.
Stanca di avere ancora quelle parole che le rimbombavano nella testa.
Avrebbe voluto che qualcuno le cancellasse quegli ultimi attimi di Zulema, che qualcuno le cancellasse la visione del suo corpo... lì... nel deserto.
Voleva dimenticare quella sensazione di vuoto che provò quando cominciò a sentire gli spari, poco lontani da lei. Le sembrava quasi che i proiettili entrassero nel suo corpo e non in quello di Zulema.
O forse quello era semplicemente ciò che avrebbe davvero voluto. Non farla sentire sola in quel momento, tornare indietro ed essere lì con lei in quelli che sarebbero stati i loro ultimi momenti.
Eppure era scappata come un'autentica codarda. Chiuse di nuovo gli occhi e fece un lungo respiro. No, non era quello che doveva pensare. Le ultime parole di Zulema furono “Non sei più sola” ed era vero, aveva una creatura che le cresceva in grembo e Zulema l'aveva fatto per loro. Per lei.
E anche Macarena lo aveva fatto per lei. Aveva lasciato che, colei a cui non era mai riuscita a dire quello che sentiva quando era con lei, si sacrificasse per loro.
Cullata da quello che sembrava un velo che celava ben altre convinzioni, Macarena riuscì a riprendere sonno.

Il bussare insistente sulla porta della roulotte fece letteralmente saltare Macarena.
"BIONDA!"
Sentì esclamare da fuori. Si passò la mano sul viso e poi si alzò, riluttante, dal letto.
Si posizionò davanti alla porta e la aprì.
"Maca, quante volte ti ho detto di non chiuderti?" Chiese Saray visibilmente preoccupata.
"Certo, così chiunque può entrare qui dentro. Ma come cazzo ragioni Saray" disse Macarena, lasciandosi cadere nuovamente sul letto.
Saray la fissò poggiando la busta della spesa sul tavolino della roulotte.
La bionda aveva richiuso gli occhi e Saray poté osservarla senza sentirsi inopportuna. La polaroid era lì, sul cuscino del letto di Macarena. Sul cuscino del loro letto. E la giacca che indossava Macarena in quel momento non le sembrava nuova.
Infatti era proprio la stessa giacca che Zulema indossava nella foto che Macarena, ormai, stringeva ogni notte a sè.
Saray si guardò attorno. Quasi sperava che Zulema sbucasse da un momento all'altro dalla porta del bagno, chiedendo perchè avessero quei musi lunghi, che era stato tutto uno scherzo o un sogno, un incubo, che tutto sarebbe tornato alla normalità.
Saray sospirò e poi si fece forza, la sua amica le mancava davvero tanto, se ne erano dette di tutti i colori, avevano vissuto tante peripezie ma si erano sempre dette tutto in faccia, senza filtri.
In quel momento c'era qualcun altro che aveva bisogno di essere davvero confortata.
Saray prese uno dei tanti indumenti sparsi per la roulotte e lo lanciò a Macarena.
"Alzati bionda, metti a posto questo porcile"
Macarena scostò la maglietta che la gitana le aveva lanciato e fece finta di non sentirla.
Saray sbuffò rumorosamente.
"Maca, alzati cazzo!" Esclamò prendendola per la giacca e tirandola con forza.
Maca si sentì tirare e, inaspettatamente, Saray riuscì a metterla in piedi.
"Cosa cazzo vuoi Saray?! Cosa?!" Le urlò Macarena ad un millimetro dal suo viso.
Saray cercò di mantenere la calma, nonostante non fosse il suo forte "Devi uscire. Vieni a pranzo da me, non puoi stare per sempre rinchiusa qui dentro. Non fa bene nemmeno al bambino"
"Faccio il cazzo che mi pare" ribattè Macarena, sorpassando Saray e mettendo a posto tutto ciò che c'era nella busta.
"Grazie" disse poi Macarena, riferendosi alla spesa.
"Figurati" ribattè la gitana.
"Vuoi?" Chiese Macarena, porgendole il pacchetto di sigarette e portandosene una alle labbra.
"Non dovresti" disse Saray prendendole la sigaretta dalle labbra.
"Che palle" disse la bionda che per tutta risposta se ne portò un'altra alla bocca, fuggendo subito all'esterno.
Saray stava mantenendo la calma da fin troppo tempo per i suoi gusti. Inspirò ed espirò per poi seguire Macarena che nel frattempo aveva acceso la sigaretta dando le spalle alla gitana.
Saray la prese per il braccio e la fece voltare.
"Ora tu mi ascolti, biondina ossigenata" esordì prendendole nuovamente la sigaretta dalle labbra e buttandola a terra "Cosa cazzo hai intenzione di fare, eh? Uccidere quella povera creatura che porti in grembo, che non ha nessuna cazzo di colpa?!"
Macarena strattonò il proprio braccio facendo si che Saray lasciasse la presa.
"Dimmi Maca, perchè io ho una famiglia da portare avanti eppure sono qui, quasi ogni giorno per vedere come stai"
"Sto bene Saray, vai dalla tua famiglia. Hanno bisogno di te" Macarena incrociò le braccia.
"Ci andrò dopo che mi sarò assicurata che i tuoi pensieri non ti spingano a fare cazzate. Perchè sai che Zulema non lo avrebbe voluto"
A sentire il suo nome Macarena ebbe un brivido che le percorse tutta la schiena "Non dire il suo nome... ti prego" disse.
"Non nominarla non ti farà superare il dolore, anzi"
"Non mi importa di non superarlo Saray! Non me ne frega un cazzo, perchè sono consapevole che sono stata una codarda ad andarmene da lì" disse Macarena urlando.
Saray sapeva cosa stava per succedere, ed era pronta ad accogliere la bionda tra le sue braccia per consolarla.
"Sono consapevole anche che sono una merda di persona che ha pensato di avere tutto il tempo di questo cazzo di mondo per dirle che ormai non era più un matrimonio di convenienza..." Macarena iniziò a piangere e singhiozzare "... che... che io l'amavo e non ho potuto dirglielo quando potevo Saray. Io l'amavo più di qualsiasi altra cosa al mondo ed è morta per salvarci, per salvare me"
"Vieni qui" disse la mora, stringendola a sè, con forza mentre le accarezzava la schiena.
"Fa male. Tanto male Saray, sento... sento come se il mio cuore non battesse più" Macarena continuava a singhiozzare tra le braccia della gitana che non avrebbe pianto. Sapeva che la bionda era molto più fragile di lei e che Zulema avrebbe voluto che si occupasse di lei.
Saray le accarezzò i capelli.
"Smetterà.... smetterà mai di fare così male?" Chiese Macarena, il cui corpo era ormai attraversato da spasmi continui.
Saray portò gli occhi al cielo e trattenne un sospiro, mentre ricacciava indietro le lacrime.
"Vuoi la verità?" Chiese Saray.
Macarena annuì.
"No... non smette di fare male" disse Saray per poi continuare "Impari solo a far posto al dolore e a conviverci. Ma una cosa posso assicurartela..." disse Saray allontanandolo leggermente da sè e prendendole il viso tra le mani "... che io sarò qui, con te e cercherò di alleggerire il tuo dolore come posso"
Gli occhi di Macarena non smettevano più di lasciare che le lacrime uscissero. Non avevano più un contegno.
"Scusami Saray, scusami se mi comporto sempre di merda con te"
"Non fa nulla bionda, mi vendicherò a tempo debito" disse Saray accennando un sorriso.
Anche Macarena sorrise di rimando, in contrasto con quello che le sue lacrime stavano urlando.
"Allora..." disse Saray asciugandole le lacrime "... Vieni a pranzo da noi?"
Macarena sospirò "Saray... non sono una buona compagnia"
"Ti fa bene stare in compagnia ed Estrella chiede sempre quando potrà giocare di nuovo con te. Dai togliti quei vestiti..." disse Saray.
Macarena si guardò e si strinse nella giacca di Zulema e fissò i suoi occhi in quelli di Saray, la quale le indicò la roulotte con un cenno della testa.
Macarena si avviò verso il piccolo camper e una volta entrata chiuse la porta, pronta a cambiarsi.
Si slacciò la felpa e con cura la adagiò sul letto sfatto dove giaceva ancora la polaroid che Macarena accarezzò.
"Torno presto" disse, come se stesse davvero parlando con qualcuno. Ma quella era più una rassicurazione per se stessa. Non voleva mancare troppo dalla sua roulotte, dalla loro roulotte non dopo quello che era successo. Sarebbe voluta rimanere nel letto, per il resto della sua vita. A volte avrebbe desiderato anche non svegliarsi... Sperando che in qualche modo potesse ritrovarsi con Zulema in chissà quale mondo e poterle finalmente dire tutto quello che il poco tempo aveva portato via con sè.
Decise che era il tempo di prepararsi e in poco tempo lo fu. Con dei semplici jeans e una maglietta che raffigurava una tigre.
Uscì dalla roulotte e chiuse la porta a chiave.
"Sono pronta" annunciò.
"Benissimo, possiamo andare allora" disse Saray dirigendosi verso la propria macchina seguita da Macarena che prese il posto del passeggero e che continuò a guardare la roulotte, finché non fu più nel suo campo visivo.
La casa di Saray, in linea d'aria, non era troppo lontana. Saray aveva trovato uno spiazzale adatto per permettere a Macarena di parcheggiare lì il camper e, soprattutto, per permettere a se stessa di far visita più volte possibili a Macarena.
Una volta arrivate Saray parcheggiò proprio davanti alla sua casa.
Entrambe scesero e non ci fu nemmeno bisogno che bussassero. La compagna di Saray le aveva già notate arrivare.
"Ciao tesoro" disse Sol, la compagna di Saray.
"Ciao" ribattè la donna posandole un bacio sulle labbra.
"Maca, che bello vederti!" Esclamò Sol allargando le braccia, pronta per accoglierla.
Macarena la abbracciò senza farselo ripetere due volte "Anche per me è molto bello vedervi"
"Zia Maca!" Una vocina acuta si fece strada nella cucina.
"Estrella!" Esclamò Macarena abbassandosi all'altezza della bambina "Come stai?"
"Bene zia, e tu? Sembri stanca" osservò Estrella.
"Sto bene, tranquilla" ribattè Macarena accarezzandole la testa per poi alzarsi.
"Posso essere d'aiuto?" Chiese la bionda avvicinandosi a Sol.
"Puoi essere d'aiuto sedendoti bionda" disse Saray, rubando una piccola carota dal tagliere.
"Saray, lo sai che non si mangia prima di pranzo" la rimproverò la sua compagna.
"Ma... era solo una carotina" si lamentò Saray.
Macarena sentì il proprio cuore scaldarsi a vedere quelle semplici scene quotidiane. Vederle scherzare tra loro, con tutta questa complicità la portò inevitabilmente a sorridere e a pensare a quando, anche lei, condivideva il piccolo spazio con Zulema. Certo... erano più le litigate e passavano tutto il tempo a punzecchiarsi, ma in quel momento sembravano migliori della sua vita.
"... Zia?"
Macarena scosse la testa, Estrella l'aveva chiamata.
"Dimmi tesoro" disse Macarena.
"Stai bene? Ti stavo chiamando ma non mi rispondevi"
Macarena tirò un respiro. La stava chiamando? Non se ne era accorta.
"Mai stata meglio" mentì Macarena "Giochiamo un po' come facevamo sempre? Mentre le tue mamme cucinano?" Chiese infine Macarena per distogliere l'attenzione da sè.
"Si!" Esclamò la figlia di Saray prendendo Macarena per mano e trascinandola nella sua stanza.
"A cosa giochiamo?" Chiese la bionda, sedendosi sul letto della ragazzina.
Estrella prese le sue bambole e ne diede una a Macarena.
"Io sono la mamma e tu sei la figlia"
La bionda sorrise trovandosi a fare la figlia di una ragazzina. Sapeva che prima o poi lo avrebbe fatto anche con la creatura che portava in grembo. Quindi valeva la pena iniziare ad abituarsi.
Giocarono per molto tempo, Macarena nemmeno sapeva da quanto fossero ferme lì a giocare con quelle bambole. Ma doveva ammettere che si stava divertendo.
Almeno finchè il suo sguardo non cadde su una delle bambole abbandonate per terra.
Macarena si fece subito seria e poggiò la bambolina sul tavolino che c'era nella stanza di Estrella, gattonando fino a quella che aveva attirato la sua attenzione.
La prese tra le mani e ne accarezzò il viso e i lunghi capelli neri.
"Quella è zia Zulema"
Di nuovo quella fitta nel petto di Macarena.
Il dito di Macarena passò anche sotto l'occhio della Barbie, proprio dove Estrella aveva disegnato una linea nera, la lacrima di Zulema.
"Zia..?" Chiese Estrella, poggiando una mano sulla gamba di Macarena.
"Scusami..." disse la bionda affrettandosi ad asciugarsi il viso che, senza accorgersene, aveva iniziato a bagnarsi di lacrime. Lacrime che a vederle sembravano così leggere ma che nell'animo pesavano così tanto.
Saray fece capolino nella stanza, bussando sulla porta aperta.
"Ragazze, il pranzo è..." cominciò per poi bloccarsi vedendo la bambola che Macarena tenera tra le mani.
"Dios Estrella. Ti avevo detto di mettere da parte quella cazzo di bambola, almeno quando c'è zia Maca!" Esclamò Saray, visibilmente infastidita dal fatto che Estrella non avesse fatto quello che le aveva detto.
"Tranquilla Saray. Non preoccuparti, va tutto bene. Non te la prendere con lei" disse Macarena, sorridendole leggermente e poggiando, a malincuore, la bambola sul tavolino per poi alzarsi.
Macarena non aveva la minima intenzione di rovinare la giornata a Saray e la sua famiglia. Era stata tanto gentile ad invitarla e ad accoglierla in casa sua che, anche solo per aver versato quelle poche lacrime davanti ad Estrella, Macarena si sentiva tremendamente in colpa.
E' pronto, giusto?” chiese la bionda, avvicinandosi a Saray e posandole un mano sul braccio.
La bruna annuì, facendo segno anche ad Estrella di seguirle.
Si sedettero a tavola e Saray, Sol ed Estrella parlavano animatamente: della scuola, del lavoro di tutto ciò che caratterizzavano le loro semplici giornate. Così normali per qualcuno che le vedeva dal di fuori, tranne che per Macarena.
Sentiva qualche parola ogni tanto, sorrideva quando veniva guardata negli occhi, annuiva, ma non parlava.
Non parlava perchè la verità era che non stava davvero ascoltando, faceva tutti quei gesti per compiacere le persone che aveva attorno, per non far pensare loro che era una brutta compagnia.
Per non farle sentire inutili.
Ma quello che provava Macarena, probabilmente, non lo avrebbero mai compreso. Certo, la bionda sapeva che anche Saray stava soffrendo la morte della sua amica, ma quando perdi qualcuno che ami la questione è completamente diversa.
Il vuoto.
La sensazione di impotenza.
La voglia di non alzarsi dal letto.
La voglia di non svegliarsi.
La voglia di urlare costantemente.
La voglia di piangere dal momento stesso in cui si aprono gli occhi fino alla sera, quando si torna tra quelle coperte che di lacrime ne avrebbero viste ancora molte. E quelle stesse coperte sarebbero state le uniche a non giudicare il viso bagnato dalla tristezza, sarebbero state sempre le uniche ad abbracciarla.
Ad abbracciarla con l'odore di sigaretta di Zulema che ancora aleggiava tra quelle coperte stropicciate. Sembrava quasi volessero tenere, anche loro, con sé il ricordo della mora.
Ti va Maca?” chiese improvvisamente Estrella.
Macarena sussultò. La sua copertura da brava ascoltatrice era saltata.
Scusami, mi sono distratta un attimo” disse cercando di salvarsi in corner. “Di cosa parlavate?”
Saray la fissò, capendo immediatamente che non si era distratta momentaneamente, ma era già da un bel po' che non le stava ascoltando.
Farci un bagno in piscina oggi pomeriggio” rispose infine Estrella.
Non ho un costume e, in realtà, non vorrei mancare troppo dalla roulotte. Non è come una casa a cui puoi mettere l'allarme” spiegò Macarena.
Beh, finchè non ti riaccompagno io non puoi mica tornare” osservò Saray con un sorrisetto, “E poi il costume posso prestartelo io, non ti devi preoccupare”
La bionda sorrise leggermente e poi acconsentì a rimanere. Magari le avrebbe fatto bene un bagno.

Forza bionda, al tre ci tuffiamo tutte insieme!” esclamò Saray prendendole la sua mano e quella di Estrella, sotto lo sguardo attento di Sol, che le stava osservando, poggiata allo stipite della porta finestra che si affacciava proprio sulla piscina.
Si!” esclamo la ragazzina.
Uno...” cominciò Saray, mentre Macarena osservava la situazione abbastanza divertita, continuando a stringere la mano di Saray.
Due...” continuò.
Tre!” urlarono Saray ed Estrella, cominciando a correre verso il bordo della piscina, seguite da Macarena che cominciava a sentire il peso della sua pancia.
Saltano tutte e tre insieme e, con un tuffo a bomba, entrarono in acqua creando delle onde che bagnarono tutto il bordo piscina.
E' fredda!” esclamò Estrella, dopo che ebbe fatto uscire la propria testa dall'acqua.
"Cazzo, si!” la seguì Saray.

Saray! Linguaggio!” la rimproverò Sol.
Scusa tesoro” disse la bruna mandandole un bacio volante.
Proprio come avrebbe fatto Zulema, fu il pensiero che per un momento attraversò la mente di Macarena.
E chissà... forse quel bacio volante l'avrebbe mandato proprio a lei in un'altra situazione, in un altro mondo.
I pensieri della donna vennero interrotti da uno schizzo d'acqua che le arrivo dritto in faccia. Non le ci volle molto per capire che la colpevole era Saray, che fischiettava innocentemente dandole le spalle.
Macarena sorrise e poi la prese alla provvista. Arrivò dietro di lei e la mise sotto l'acqua aiutata da Estrella che, quando si trattava di fare degli scherzi alla sua mamma, era sempre in prima fila.
Saray riemerse “Voi due! Me la pagherete!” esclamò cominciando a rincorrerle in acqua.

In quel momento Macarena rise di gusto, non sapeva da quanto non le capitava. Di ridere, quasi spensierata, quasi come se finalmente andasse tutto bene.
E in quei momenti si chiedeva se davvero sarebbe riuscita ad andare avanti, ad avere una vita vera con il figlio che aspettava a tornare a ridere di cuore come stava facendo in quel preciso istante.
Prese” disse Saray, prendendo Estrella con un braccio e Macarena con l'altro.
Continuarono a giocare tra loro, schizzandosi, mettendosi sotto l'acqua, in un pomeriggio, quasi, spensierato.
Andiamo a prendere gli asciugamani, non uscire dall'acqua dovessi prender freddo” intimò Saray a Macarena, mentre anche Estrella era uscita per accompagnare la madre.
Macarena si appoggiò con le mani e il mento sul bordo piscina, attendendo le due. Chiuse gli occhi, pensando che sarebbe dovuta tornare di nuovo alla solitudine della sua roulotte. Mancava già da troppo tempo dal suo minuscolo spazietto in cui si sentiva avvolta da un insolito calore, ma che la faceva sentire, sempre, troppo sola.
La bionda si guardò attorno, prese aria e poi immerse la testa in acqua. Chiuse gli occhi, facendosi trasportare dal silenzio dell'acqua. Sembrava quasi che le avessero messo delle cuffie che non le permettevano di sentire nulla, nemmeno i suoi pensieri e provò un senso di totale benessere.
Finalmente tutto ciò la tormentava, tutto ciò che l'aveva sempre tormentata, da quando Zulema non c'era più, sembra essere sparito. Sembrava quasi come se qualcuno le avesse cancellato la memoria di quegli ultimi avvenimenti.
E Macarena ne era felice, voleva rimanere in quel posto per sempre. Un posto fatto di spensieratezza. Senza rimorsi di alcun genere. Senza pensieri che continuavano a corroderla da dentro, a farle pensare che forse in qualche modo avrebbe davvero potuto fare qualcosa per lei. Rischiare anche lei di prendersi delle pallottole al posto di Zulema e, se fossero sopravvissute entrambe, aiutarla a curarsi dal tumore che le stava mangiando il cervello.
Macarena l'avrebbe fatto.
Avrebbe fatto tutto per Zulema.
Eppure...
Quel giorno nel deserto le parole di Zulema le avevano dato la speranza, la forza, ma soprattutto la codardia di scappare da quella situazione di merda in cui si erano trovate.
E Macarena non se lo sarebbe mai perdonato.
Mai.
Nemmeno in quel momento.
Nemmeno quando le sue lacrime si stavano confondendo con l'acqua della piscina.
Nemmeno quando vedeva le bolle uscire dalla sua bocca, segno che non riusciva più a trattenere il respiro.
Nemmeno quando sentiva il respiro abbandonarla. 
A poco a poco.
Nemmeno quando avrebbe voluto riemergere perchè aveva ancora un bambino in grembo di cui occuparsi.
Nemmeno quando la sua mente si annebbiò.
Nemmeno quando i suoi occhi si chiusero, esausti.
Nemmeno quando tutto divenne buio.

MACA!” Esclamò Saray, continuando a farle il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca.
Le lacrime di Saray non accennavano a fermarsi.
MACA CAZZO, SVEGLIATI!”
Macarena cominciò a tossire, mentre l'acqua continuava ad uscire dalla sua bocca.
Cercò di prendere fiato, non riuscendoci del tutto.
Aprì gli occhi leggermente e come un flash, vide il volto di Zulema.
Fu un secondo.
Un solo attimo.
E poi sparì.
Zulema...” sussurrò Macarena. Chiuse e riaprì gli occhi velocemente, sperando di ritrovarla lì accanto a lei.
Ma tutto ciò che vide fu il viso di Saray, solcato dalle lacrime.
Maca!” Saray l'abbracciò, stringendola forte a sé. “Cosa cazzo avevi in mente?!” le chiese scuotendola.
Scusami...” disse la bionda, che davvero si sentiva in colpa per aver rovinato la giornata a Saray.
La bruna sospirò “Non ti preoccupare, ma bionda non ti permettere mai più. O giuro che sarò io a farti fuori con le mie stesse mani se dovessi beccarti di nuovo a fare una cosa del genere”
Macarena annuì, mentre il suo corpo tornava a riscaldarsi grazie ai numerosi asciugamani in cui Saray l'avvolse.

Sicura che starai bene?” chiese Saray una volta arrivate davanti alla roulotte, quella sera tardi.
Stai tranquilla Saray, non farò niente di stupido, non di nuovo” la rassicurò Macarena.
Ricordati che hai un bambino Maca che, stavolta si è salvato, la prossima volta non sappiamo. Rimani lucida bionda. E qualsiasi cosa succeda, chiamami! Intesi?” chiese Saray.
D'accordo mamma” le sorrise Macarena per poi uscire dall'auto.
Ah bionda!” Saray attirò la sua attenzione. “Domani verrò di pomeriggio, d'accordo?”
Certo, ti aspetto Saray” le rispose Macarena prima di farle un saluto con la mano ed entrare nella roulotte.
La bionda respirò a pieni polmoni l'odore del camper.
Sono tornata” disse, senza sperare che qualcuno le rispondesse.
L'aveva presa ormai come abitudine quella di salutare quando entrava o quando andava via. Qualche volta le capitava anche di parlare, come se ci fosse davvero qualcuno.
Macarena si tolse i vestiti indossando subito il pigiama e, prima di stendersi sul letto, prese la giacca di Zulema e la indossò.
Si stese sul letto e si coprì, mentre la polaroid era ancora lì, sul cuscino.
Macarena l'avrebbe voluta abbandonare in un cassetto e dimenticarla per sempre. Aveva cercato di farlo. Ci aveva provato diverse volte.
La chiudeva in un cassetto la mattina e la sera era inevitabile che tornasse a cercarla. Perchè quella foto era come il suo posto sicuro.
Era l'unione perfetta tra la voglia di Zulema di non essere dimenticata quando sarebbe scomparsa e l'assoluta voglia di Macarena di non dimenticarla, nemmeno per un secondo.
Nonostante a volte fosse difficile ricordare ogni lineamento del suo viso o l'odore che, inevitabilmente, cominciava a scomparire dalla roulotte e dal ricordo stesso di Macarena.
La prese tra le mani.
La accarezzò.
E infine ci posò un bacio.
"Buonanotte" disse Macarena prima di chiudere gli occhi e farsi trasportare, lentamente, nel mondo dei sogni, un mondo che sperava non l'avrebbe tradita quella sera, facendole rivivere gli ultimi istanti di vita di Zulema.

Il risveglio di Macarena, quella mattina, fu stranamente tranquillo, come la notte che aveva passato.
Nè un incubo, nè un attacco d'ansia e non le succedeva da così tanto tempo che non ricordava nemmeno più come fosse dormire tranquillamente.
Macarena si sedette sul letto e si stiracchiò sentendosi riposata come non mai. Voltò la testa per trovare la polaroid posata sul letto.
"Buongiorno" disse prima di passare un dito su quella carta intrisa di ricordi.
Si alzò e accese la caffettiera sbadigliando.
Nell'attesa del caffè si recò in bagno e si lavò la faccia, trovando incredibilmente rigenerante l'acqua fredda sulla sua pelle.
Tornò nella piccola cucina della roulotte e finalmente il caffè cominciò ad uscire.
Prese la tazza dalla credenza e vi versò il contenuto liquido.
Macarena inspirò, permettendo all'odore di caffè di inondare i polmoni.
Stretta nella felpa extra large di Zulema guardò il pacchetto di sigarette, sospirò e poi decise di uscire dalla caravana. Si sedette sulla sdraio, accanto a quella vuota che, di solito, era occupata da Zulema e cominciò a sorseggiare il suo caffè.
Il silenzio, quella mattina, le piaceva. Di solito avrebbe preferito il trambusto, per cercare di soffocare rumore che i suoi pensieri facevano.
Ma non quella mattina.
Chiuse gli occhi e sospirò per poi riaprirli.
Un'ombra.
Macarena si voltò verso sinistra, era sicura di aver visto qualcosa passare con la coda dell'occhio.
La bionda aggrottò le sopracciglia e poi, pensierosa, tornò a sorseggiare il contenuto della tazza.
Di nuovo un'ombra.
"Ma che cazzo..." disse Macarena voltandosi di nuovo verso sinistra.
Era sicura di aver visto passare qualcosa.
Gli animali passavano spesso di là ma c'era qualcosa di strano in quelle ombre che vedeva con la coda dell'occhio.
Sperava con tutto il cuore che non stesse cominciando a soffrire di allucinazioni.
Finì il caffè e posò la tazza sul tavolino, accanto alla sdraio e poi si portò le mani sul viso.
Si strofinò gli occhi, trovando quel gesto estremamente appagante.
Poi aprì gli occhi e ci mise un po' per riasbituarsi alla luce del sole.
E vide di nuovo quell'ombra. Questa volta davanti a sè.
Più nitida che mai.
Macarena si alzò in piedi, strabuzzando gli occhi, incredula per ciò che stavano vedendo.
La figura slanciata.
Gli anfibi che fasciavano i piedi.
Quei pantaloni della tuta che sembravano dieci volte lei.
Il suo inconfondibile modo di vestire...
E quei capelli neri come la notte che le ricadevano sulle spalle.
"Zulema...?" Chiese Macarena ma la donna davanti a sè non le rispose.
Macarena riprovò "Zulema..."
La donna si voltò leggermente e Macarena non poteva credere ai propri occhi.
Tante, troppe domande le stavano affollano la mente.
Ma la più importante tra tutte continuava a martellarle il cervello:
Zulema era ancora viva?



ANGOLO DELL'AUTRICE!
Ciao a tutt*! Benvenuti in questa mia nuova fanfiction.
È la prima volta che scrivo una ff Zurena a capitoli (anche se saranno davvero davvero pochissimi), ma mi sono voluta cimentare in questa nuova avventura!
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e se vi va ditemi cosa ne pensate!
Sempre se vi va seguitemi su:
Instagram: laylaparamour
Per rimanere sempre aggiornati sull'uscita dei capitoli e per vedere nuovi contenuti!
Grazie davvero per essere arrivati alla fine di questo primo capitolo e spero che continuerete con me questa piccola avventura.
Grazie ancora!
LaylaParamour💕
  
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