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Autore: MusicAddicted    24/12/2020    11 recensioni
AKA Le Avventure di JJ&KK!
Killgrave si incammina sul lungo e tortuoso sentiero della redenzione, tra uno scivolone e l’altro.
Jessica cerca di mantenerlo sulla retta via, tra un battibecco e l’altro.
Se volete farvi strada fra quintalate di fluff, situazioni tragicomiche e una spruzzata di romanticismo, siete i benvenuti ;)
Teoricamente sarebbe il sequel della miniserie ‘Stupid Christmas Time!’ … ma se volete la reader’s digest version: Kevin sta cercando di rigare dritto. Per lei. Sempre per lei.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Jones, Kilgrave, Malcolm Ducasse, Trish Walker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Warning: Fluff Ma di quello pesante, quello che vi si avvinghia addosso e poi non ve lo scollate più… di quello che poi il Dentista gongolerà presentandovi la parcella a causa di tutta la zuccherosità.

Potresti imbattervi in Killy che è peggio dei bimbi che assumono troppi zuccheri, Jessica che ha la pazienza di una santa, freccette, caramelle, missioni varie ed eventuali e giochi di parole ben mirati in un capitolo che pensavo sarebbe stato brevissimo XD… sicuri di voler proseguire? ^^’

Io vi ho avvisato eh, poi non dite di no XD

biww-cover



AKA JFK
 

“E quindi ora che facciamo?” domanda Kevin, una volta rientrati in casa.

“Cos’è questo usare il plurale come se implicasse che dobbiamo fare qualcosa insieme?” puntualizza Jessica, scorbutica. “Io ho le mie indagini da portare avanti, tu fa’ quello che vuoi!”

“Per verificare gli effetti dei miei comandi sulla memoria dovrò attendere almeno quattro giorni … cosa posso fare prima di allora?” protesta lui.

“Beh, che io sappia oggi dovrebbero dare la partita di rugby della tua squadra preferita…” cerca di catturare il suo interesse Jessica, mentre si reca al suo studio e lui la segue.

“No, non mi va!”

“Baseball, allora!” rilancia lei.

 

“No, nessuno sport, né cose da guardare alla TV. Ho bisogno di più dinamicità.” puntualizza lui.

“Perché non ti fai dare altre lezioni di cucina da Daniel allora?” propone Jessica, sedendosi alla scrivania e accendendo il laptop.

“Non ne ho voglia!” borbotta lui, sedendosi sulla scrivania.

“Magari puoi farti insegnare da Ingrid a stirare le camicie in quel modo così impeccabilmente perfetto… no, aspetta, non voglio io!” ringhia lei, facendolo ridere.

Che lei e Daniel siano ormai una coppia felice non le fa comunque entrare nelle sue grazie quella Barbie Svedese.


“Fa’ un’improvvisata a Trish, così ti fai intervistare come fenomeno da baraccone, no? Magari testi se il tuo potere funziona anche per radio? Con il telefono dell’ospedale avevi dato del tuo meglio… o del tuo peggio!” borbotta lei al ricordo.

Killgrave sorride, ma fa segno di no con la testa.

“Shopping per arricchire il tuo guardaroba?” fa un altro tentativo Jessica, cominciando a spazientirsi.

“Naaah, il mio è già abbastanza ricco, però, aspetta… vuoi che facciamo shopping per il tuo?”

“Scordatelo, non tornerò mai ad essere la tua bambolina radiocomandata!” sfuria lei. “E poi intendevo attività che comportassero il fatto che ti allontani tu.  Io devo lavorare!” mette in chiaro lei.

‘“Ma io mi annoio!” manifesta il suo disappunto Kevin, sbuffando.

“Dannazione, è vero che tu non smetti mai di avere dieci fottuti anni!” sbotta lei, reggendosi la testa fra le mani.

Kevin si alza dalla scrivania, fa rapidamente il giro e raggiunge Jessica, fissando lo schermo con lei.

“Posso aiutare te con le tue indagini!”

E no, la sua non è una domanda.

 

Jessica tira più a sé il laptop, lanciando un’occhiataccia al persuasore.

“Col cazzo! Questa è roba seria, casi che richiedono anni e anni di mestiere, un sacco di ragionamenti, elucubrazioni mentali … tu sei a livello ‘patetico dilettante’!” asserisce lei, acida.

“Allora dammi di nuovo una missione adatta al mio livello,” la esorta lui.

“Con quella del gatto non mi sembra avessi fatto salti di gioia!” lo scruta stranita lei.

“All’inizio ma poi, tutto quel lavoro di pensiero, gli interrogatori, le ricerche, la risoluzione del caso… mi è piaciuto, lo voglio rifare.” argomenta Killgrave. “Se non vuoi che impieghi il mio potere in cose malvagie, mostrami tu la via in cui lo dovrei incanalare.”

“Non saprei che altro farti fare, così, su due piedi…” si fa pensierosa lei.

“Allora esco e me lo creo io un problema, così poi lo risolvo!” decide lui, come illuminato.

La mano di Jessica lo afferra saldamente per la giacca, prima che si possa allontanare.

“Fermo lì, terremoto su due gambe, dammi almeno venti minuti così il tuo bel daffare te lo trovo!” si arrende lei, recuperando il suo laptop, ma stavolta per tutt’altro tipo di ricerca, mentre l’incantatore la osserva con un sorriso compiaciuto.

“Però.. non guardare!” gira completamente il monitor verso di lei. “Hai voluto mettere le freccette nello studio? Ecco, giocaci, mentre io ti cerco qualcosa di adatto,” suggerisce come compromesso e stavolta riesce a convincerlo, sforzandosi di non deriderlo per la sua pessima mira.

Circa venti minuti dopo, Jessica gli presenta la lista dei casi per tenerlo occupato, con tutte le informazioni base.

“Una lite da sedare in un quartiere… gioco da ragazzi, una bici rubata.. beh questo porterà a un po’ di interrogatori, mi piace… e.. una vecchietta alla quale far attraversare la strada, se ne trovo una? Ma l’ultima non è nemmeno un’indagine!” borbotta Kevin, leggendo la lista.

“È comunque una buona azione, male non ti fa di certo!” ribatte Jessica, mentre  raccoglie le freccette che hanno mancato il bersaglio e si sono conficcate nel pannello… tutte quante, per la cronaca.

“È un gioco davvero difficile .. ed ero a una distanza considerevole…” mugugna il persuasore in sua difesa.

Per tutta risposta, Jessica prende una sola freccetta, va alla scrivania, ossia il punto più distante possibile, e la lancia decisa, conficcandola nel centro preciso del bersaglio.

“Oh sì, è davvero difficilissimo!” si diverte a umiliarlo, prima che lui se ne vada, con la lista in mano e la coda fra le gambe.

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È il tramonto quando Kevin fa ritorno e trova Jessica esattamente dove l’ha lasciata.

“Scommetto che non hai nemmeno mangiato,” commenta lui e il suo è un tono di rimprovero.

“Ecco il mio pranzo!” replica lei, alzando un pacchetto di skittles. “Sono ottime col whisky, beh… pure questo qui fasullo!” fa spallucce, indicando la bottiglia.

Lui non ci prova nemmeno a ribattere, ormai la conosce.

- Almeno non è alcool vero!- si rincuora.

“Almeno è stato un pomeriggio produttivo?” le domanda lui, sedendosi sulla scrivania.

Dev’essere uno dei suoi posti preferiti.

“Altrochè, sono a tanto così dal risolvere un caso, uno di quelli seri!” lo informa lei, indicando una distanza minuscola fra il pollice e l’indice, mentre sgranocchia un paio di caramelle. “E ho ricevuto anche una nuova richiesta.”

“Buon per te,” sorride lui, agguantando il pacchetto di caramelle colorate.

Jessica lo osserva mentre lui estrae solo le caramelle viola, disponendole sulla scrivania.

“Cazzo, Killgrave, tu sei fissato forte, fatti curare!” alza gli occhi lei.

Lui si alza e lascia lo studio, senza dire una parola, ma è di ritorno circa una decina di minuti più tardi, agitando un sacchetto di pasticche nere di liquirizia.

Ne estrae una, raccoglie anche una caramellina viola dalla scrivania e le mette in bocca a Jessica, che istintivamente dischiude le labbra.

“Non trovi anche tu che stiano benissimo insieme?” le chiede, facendo altrettanto.

Suo malgrado, Jessica si ritrova ad annuire, quel mix è davvero esplosivo.

“E comunque, son solo stupidissime caramelle, non facciamone un affare di stato!” bercia lei.

Questo prima che Kevin si allunghi verso di lei rapido e le rubi un bacio inaspettato.

Proprio quando Jessica è sul punto di approfondire, Kevin si allontana, vittorioso.

“Hai ragione, mia cara, io ho un sapore molto più dolce.” sorride sornione lui, mentre lei deve ancora riprendersi.

- Anche questo è dannatamente vero!- riconosce la detective, prima di cambiare argomento.

“Sul serio hai già concluso tutte le cose che ti avevo dato da fare?”

“Lite da sedare? Oh per favore!” risponde lui, con aria da spaccone. “La bici rubata? Sì, lì, te lo concedo, mi ci è voluto un po’ più tempo, ma il proprietario del negozio vicino al luogo del furto è stato molto collaborativo a mostrarmi le videocamere di sorveglianza e poi trovare qualcuno che conoscesse il colpevole è stato più facile che respirare,” continua lui. “Forse la cosa più complicata di tutte è stata la vecchia da aiutare ad attraversare la strada, non ne trovavo, perciò sono andato all’ospizio più vicino, ho invitato una di loro a seguirmi e le ho fatto attraversare la Fifth Avenue, poi me ne sono andato.” 

“Che cosa?! Hai lasciato davvero una povera vecchina, probabilmente affetta da Alzheimer abbandonata sulla strada più trafficata di New York?” ricapitola Jessica, allibita.

“Beh, non era quello che mi hai chiesto?” fa spallucce lui con nonchalance.

“Killgrave, ricordami di attenermi solo alle missioni da darti e di non chiederti mai più alcuna buona azione disinteressata!” si stringe le tempie con una mano lei.

“Pessima buona azione a parte, è comunque un risultato notevole. Saliamo un pochino di livello, ti va?” gli propone dopo qualche istante di silenzio.

“Nel senso che devo salire sopra qualcosa per risolvere i casi che mi affiderai, tipo tirare giù uno stupido gatto da un albero?” si insospettisce lui, non gradendo quella prospettiva.

Jessica ridacchia.

“Niente felini o animali di alcun tipo stavolta, promesso.”

“Allora che intendi?” la interroga lui.

“Questo pomeriggio mi ha telefonato una madre preoccupata che il figlio tredicenne stia frequentando brutte compagnie…”

“A tredici anni? Molto probabile!” annuisce lui.

“Non interrompere! Dicevo, a casa di quella donna spariscono in continuazione gioielli e cose preziose dalla sua camera da letto. La donna è convinta che il figlio si droghi e venda quella roba per procurarsi la dose.” finisce di spiegargli lei.

“E quindi io che dovrei fare? Trovare il mocciosetto e indurlo a disintossicarsi? Se anche lo facessi durerebbe una manciata di giorni…”

“Punto primo, non lo sappiamo ancora se effettivamente ha bisogno di comprarsi le dosi. Punto secondo, scopri perché si comporta in quel modo, questo ti chiedo.” chiarisce lei.

“Perchè con te sarebbe un po’ evasivo, mentre con me proverebbe un inspiegabile desiderio di dirmi la verità, non è così?” ridacchia lui.

“Esatto, pallone gonfiato che non sei altro! Hai un potere terrificante, ma che può anche rivelarsi utile, se usato nel modo giusto, quindi datti da fare!” replica Jessica, fornendogli tutte le informazioni a riguardo.

L’adolescente in questione si trova a Turtle Bay, sulla Quarantottesima, facilmente raggiungibile, anche senza mezzi.

“Oggi direi che hai fatto pure fin troppo, ma domani… che dici, ci andiamo a fare un giretto da quelle parti?” suggerisce lei.

Il volto di Kevin si illumina di entusiasmo.

“Significa che verrai anche tu con me?”

Jessica si alza dalla scrivania, andando verso di lui.

“Ebbene sì, ti controllerò, non perché non mi fidi, ma perché mi piace vederti in azione…” gli confessa, prima di dargli una pacca di apprezzamento sul sedere “Sei sexy quando lo fai!” ammicca, prima di andarsene e lasciare Kevin allibito.

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ll pomeriggio seguente una detective e il suo più che volenteroso assistente si incamminano per i viali alberati di quel quartiere, prima di raggiungere il giusto appartamento.
La madre è già stata informata e li aspetta in salotto.

“Buongiorno, grazie ancora per aver accettato la mia richiesta, Cale è appena tornato da scuola, è in camera sua, potete andare.” li informa la signora, una donna di mezz’età, con gli occhi accerchiati da occhiaie che comprovano il suo costante stato di apprensione per il figlio.

“Ciao, Cale, possiamo disturbarti?” si mostra il più affabile possibile Jessica, aprendo la porta della sua stanza che fortunatamente non è chiusa a chiave.

Un adolescente alto e mingherlino, dai riccioli castani e dagli occhi color nocciola, nascosti dalle lenti un po’ spesse degli occhiali li squadra sospettoso.

“E voi chi siete?”

“Perchè rubi a tua madre? Ti droghi e ti servono per le dosi? Dicci subito la verità!” taglia corto Killgrave.

“Mi ricattano.” confessa subito il ragazzino, sorprendendosi da solo.

Lui aveva giurato che non ne avrebbe mai fatto parola con nessuno.

“Chi ti ricatta? Perché? Come? Raccontaci tutto.”

“Ci sono dei bulli a scuola… loro mi hanno visto baciare Simon, nessuno sa che sono gay... quindi sto comprando il loro silenzio, a qualsiasi prezzo.” confessa lui.

Se lo avesse detto a Jessica potrebbe essere stata una scusa qualsiasi campata in aria per salvare le apparenze, ma era stato Killgrave a fare quelle domande.
Quella era la verità assoluta.

“Oh beh, se non altro tua madre sarà molto più sollevata quando saprà come stanno le cose.” commenta Jessica. “Senza dirle proprio tutto, intendo, solo che dei bulli che ti ricattano, per un altro motivo che ci inventeremo. Il resto glielo dirai tu un giorno, quando e se ti sentirai pronto.” chiarisce lei, con fare complice.

“Non potete dirle una cosa del genere! Non mi farebbe più uscire di casa, starebbe troppo in pena per me…” si allarma il ragazzino.

“Non solo glielo diremo, ma risolveremo questo problema una volta per tutte. Quei bulli la pagheranno con la loro stessa moneta,” decide l’incantatore, sorprendendo Jessica.

In fondo lei gli ha solo chiesto di scoprire la verità.

“Scommetto che ti assillano ogni giorno, non è così, Cale?” prosegue lui.

“Ogni giorno, all’ora dell’intervallo…” lo informa l'adolescente.

“Bene. Domani non ci faremo cogliere impreparati!” ammicca l’uomo verso il ragazzino. “Ce l’hai un cellulare?”

“Sì , stranamente quello non me lo hanno ancora portato via.”

“Non si azzarderanno a importunarti più, quando avrò finito con loro, tu tieniti solo pronto per catturare il momento.” lo istruisce l’incantatore.

“Cos’hai in mente, Killgrave?” lo scruta sospettosa Jessica.

“Perché non vieni ad assistere anche tu?” le propone Kevin.

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Il giorno dopo, puntuali come un orologio svizzero, i tre bulli isolano Cale in un angolo deserto dell’ampio cortile.

Quello che non si aspettano è che li raggiunga un elegante e aitante uomo sui quarant’anni, dall’espressione di ghiaccio.

“Cos’è, Cale, ti sei portato appresso tuo padre? Questo non cambierà proprio niente, posso prendere a pugni quel damerino come niente, ci vuole molto più di uno sguardo per spaventarmi!” se la ride il primo bullo, il più massiccio dei tre.

“Lui non è mio padre,” specifica Cale. “Ma per voi saranno guai!”

“Bene, abbiamo cinque minuti prima che l’intervallo finisca.” sentenzia Killgrave, con un perfido ghigno. “Vediamo di fare una cosa rapida.”

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“Hai fatto abbassare loro i pantaloni e li hai fatti posare in atteggiamenti intimi mentre Cale riprendeva tutto?” riepiloga Jessica, che ha assistito a tutto, rimanendo nascosta, mentre si allontanano dalla scuola. 

“Un segreto scabroso si combatte con un altro segreto scabroso, poco importa che sia fasullo, sono le foto e i video a parlare!” replica Killgrave, tutto tronfio.

“Ė una cosa abbastanza bastarda da essere nel tuo stile… io l’avrei risolta con una bella scazzottata!” borbotta lei.

“A ognuno il suo stile , mia cara.” la fa sorridere lui. “E ora andiamo a riscuotere il pagamento per il caso risolto.”

“Della serie ‘soldi che spenderemo la settimana prossima per la nostra serata alcolica’?” ammicca Jessica.

Non glielo dirà mai, ma ormai ci ha preso gusto.

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A sette giorni esatti dall’ultima visita che i due hanno fatto a Trish, Jessica e Kevin lo reputano un tempo sufficientemente lungo per andare a testare gli effetti del loro esperimento.

“C’è anche Malcolm?” le chiede Jessica, non appena la sorella le apre la porta.

“Perchè dovrebbe esserci? Non è che viviamo in costante simbiosi. Okay, sì, siamo una coppia, ma gli spazi personali sono di un’importanza vitale e …” comincia la sua filippica Trish.

“Allora?” insiste la mora.

“E va bene, è a letto che sta dormendo.” si decide a confessare la bionda. “Motivo per cui dovreste abbassare la voce.”

“Non vedo perché, visto che ci serve anche lui.” controbatte Killgrave, alzando la voce di proposito. “Malcolm, svegliati e vieni subito qui!” ordina, ma poi fa le sue considerazioni. “Prima vestiti, però!” aggiunge, per maggior sicurezza.

Nel giro di pochi minuti, Malcolm li raggiunge in sala, in condizioni presentabili.

“Che c’è, volete ancora cavie per i vostri esperimenti?” borbotta il ragazzo di colore, stringendo Trish a sé con fare protettivo.

“No, grazie, siamo ancora fermi al primo.” fa spallucce Jessica. “Allora, Trish, ti sei ricordata quella cosa che ti ho detto?”

“Che cosa mi hai detto? Era importante? Era per una tua indagine? Era per il mio lavoro?” si agita la speaker.

 

“Okay, non te la ricordi.” deduce lei. “E tu, Malcolm?”

“Eh?” la guarda lui con un’espressione ancora mezza addormentata che le basta come risposta.

“Ah, quindi settimana scorsa mi hai fatto dimenticare qualcosa!” fa mente locale Trish. “Ecco qual era il vostro esperimento. Beh, Jessica Campbell Jones, io non amo che si giochi con la mia mente, quindi restituiscimi subito quel ricordo o ti giuro che…” si inalbera Trish.

“Patsy, dimentica che Jessica ti ha detto che ti sei dimenticata quella cosa che ti ha detto e poi ti ho fatto dimenticare.”  interviene per tempo Killgrave, tranquillizzandola all’istante. “E lo stesso tu!” aggiunge, guardando Malcolm.

“Eh?” lo guarda confuso nuovamente l’ex vicino di Jessica.

“Accidenti, dirlo è stato peggio di uno scioglilingua.” bisbiglia Kevin a Jessica, divertendola, mentre si recano all’uscita.

“Ma come, ve ne andate di già?” domanda perplessa Trish.

“Sai com’è volevamo solo fare un salto a salutarvi, devo abituare questo sociopatico dell’accidenti a socializzare un po’!” si giustifica Jessica, prima che se ne vadano.

“Appurato che i miei comandi sulla memoria non hanno più un limite di durata!” commenta orgoglioso Killgrave sulla via del ritorno.

“Proprio quello che ti serviva vero? Ancora più potere!” alza gli occhi lei. “A volte mi chiedo se non abbia funzionato anche con te stesso!”

“Che intendi dire?” si acciglia lui.

“Come fai a dormire la notte sapendo le cose orribili che hai fatto? Ė evidente che te le devi essere dimenticate.” ipotizza lei.

“Le ricordo una ad una… solo che non le trovo così orribili!” fa spallucce lui, dando ancora una volta prova di quanto la sua coscienza sia selettiva.

“La cameriera a Mykonos che ha sbagliato a stirarti una camicia? Tu le hai fatto stirare il braccio!” gli ricorda lei, ancora angosciata.

“E da lì in poi non ha sbagliato più!” puntualizza lui.

“Il cameriere a Parigi che secondo te mi guardava troppo insistentemente? Gli hai fatto usare il detersivo per piatti come se fosse un collirio!”

“Oh sì, mi sembra ancora di sentire le sue grida!” sogghigna lui.

“Hai fatto abbandonare un bambino a suo padre, in mezzo a una strada, solo perchè a te serviva un cazzo di autista!” gli ricorda lei. “Io non c’ero stavolta, ma appena me lo hanno raccontato non ho dubitato un istante che ne saresti stato capacissimo!” lo guarda con sdegno lei.

“Se era come il mio di padre, a quel bambino ho fatto solo un favore!” ribatte Killgrave.

“Non è che se tu hai avuto una famiglia di merda automaticamente la devono avere tutti, loro erano felici e tu li hai distrutti.” lo mette di fronte alla realtà dei fatti Jessica.

Come accade davvero di rado, Kevin non sa come rispondere.

“Mi dispiace per quello che ti è successo da piccolo, dico sul serio, ma questo non ti autorizza a rovinare le vite altrui.” aggiunge lei.

“Posso trovarlo, posso aggiustare le cose, posso far dimenticare a tutti tutto quello che è successo, visto che ormai abbiamo scoperto che non ci sono scadenze a quel mio tipo di comando.” le fa notare lui. “Posso ripristinare una perfetta famiglia felice, visto che, a quanto pare, ne esistono.”

Jessica lo guarda stupita.

“Davvero lo faresti?” gli domanda.

- La sua coscienza selettiva dà un qualche segno di vita?- si domanda.

“Sì, anche se non è una missione che mi affidi tu per guadagnarmi la bacheca… “

 

“E sei già a quota sette casi risolti, ammetto di averti sottovalutato.” gli sorride lei.

“Questo invece è un extra, io non ci guadagnerò nulla, ma sento che almeno ci devo provare.”

Jessica lo abbraccia commossa, incurante che siano ancora per strada, in mezzo ai passanti, ma soprattutto incurante che un gesto del genere lei non dovrebbe proprio compierlo.

Non gliene importerebbe nulla nemmeno se li vedesse la Hogarth o l’Ispettore Costa.

“Kevin, è bellissimo sentirti parlare così. Io non lo so se la tua è solo una cazzo di recita, ma se così fosse, continua la messinscena, perché anche solo l’idea  che tu possa cambiare davvero così tanto è troppo bella per disilludermi.” mormora, stretta a lui.

“Nessuna recita, Jessica, sei tu a rendermi un uomo migliore.” spergiura lui, accarezzandole i capelli senza limitarsi a fare nient’altro per non rovinare il momento.

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La promessa di Kevin è diventata una questione di principio per lui e assieme all’aiuto di Jessica scoprono che la moglie della sua vittima si è rifugiata con il figlio a Chicago ed è lì che sono diretti.

Jessica non si è dimostrata granché integerrima quando Kevin ha detto all’hostess che la loro era la milionesima prenotazione e quindi avrebbero viaggiato gratis.

Ora si trovano al terminal indicato, in attesa del loro volo.

Kevin è tutto concentrato a guardare qualcosa e seguendo il suo sguardo Jessica capisce che è l’insegna dell’aeroporto, riportata su un cartellone.

“Si può sapere che cosa ci trovi di così affascinante?” gli chiede, anche per rompere quel silenzio.

“JFK. J. F. K. Sembra quasi un segno del destino, non trovi?” sorride lui. “E visto che San Valentino si avvicina, magari potrei farlo estendere in ‘Jessica fancies Killgrave’ e lasciarlo esposto tutto il giorno,” suggerisce con un sorriso da schiaffi. “Va altrettanto bene per ‘Jones fancies Kevin.’ se preferisci” aggiunge compiaciuto.

“Io non preferisco un cazzo! Te lo sogni di fare una cosa del genere!” bercia lei.

“Forse è meglio ‘Jessica fucked Killgrave’?” le propone come sfacciata variante.

“Possiamo rivalutare ‘Jessica fancies Kevin ’?” scende a compromessi lei, prima di rifletterci meglio. “Anzi, no, meglio ancora, ‘Jessica fought Killgrave’, molto più appropriato!”

“‘Jessica followed Killgrave’?” rilancia lui.

“Perché è stata obbligata!” precisa lei. “Che poi… se proprio vogliamo, non era nemmeno così necessario. Lo avrei anche fatto da me.”

“Cosa…” ha quasi paura di chiederle lui.

“Oh, andiamo, idiota, non ti sei accorto che ti sorridevo da molto prima che tu mi ordinassi di farlo? Devi avere grossi problemi di autostima se hai pensato di dover ricorrere ai tuoi poteri per chiedermi di uscire con te.” prosegue lei, come se nulla fosse.

“Ma…” incespica lui.

“Ovvio, la magia si sarebbe spezzata non appena tu ti fossi comportato come lo stronzo spietato che eri a quel tempo; il che significa cinque minuti più tardi e poi sì che avresti dovuto usare i tuoi poteri per tenermi lì con te.” rivela lei.

Kevin intanto riflette sulle cose che, consapevole o meno, Jessica gli ha appena rivelato.

- Io le sono piaciuto fin da subito. Non mi considera più uno stronzo spietato. -

“Perché non ‘Jessica fooled Killgrave’? Sai, quella cosa della cena Cinese…” riprende quel gioco innocente fra loro lei.

Dalla faccia che le fa lui la detective capisce che il persuasore è ancora piuttosto  irascibile a riguardo.

“Okay, una cosa più innocua tipo ‘Jessica fed Killgrave’?” corre ai ripari.

“Con quello che di solito cucini tu? Ė più indicato ‘Jessica finished Killgrave’!” si diverte a punzecchiarla lui.

“Che bastardo ingrato! Ti meriteresti un ‘Jessica forsakes Killgrave’!” sbotta lei.

“Oh ti prego, ci sono zero probabilità che possa accadere, le stesse di ‘Jessica forgets Killgrave’, nemmeno se io avessi ancora il controllo su di te e te lo ordinassi!” controbatte lui.

Questo prima che si faccia più taciturno, interrompendo quel gioco.

“Che c’è?” gli domanda Jessica dopo un po’.

“Ci sarà mai un ‘Jessica forgives Killgrave’?” le domanda incerto.

Jessica non ha nemmeno una risposta da dare a se stessa, tanto meno a lui.

“Vieni, Kevin, andiamo a imbarcarci.” è l’unica cosa che gli dice, alzandosi dalla sedia.

- Almeno non ha detto un secco ‘No, mai!’- si rincuora lui, seguendola.


TBC

 

Ehmm mi perdonate per tutta questa dolciosità stra dolciosa? ^^’
Lo so, magari possono sembrare OOC ma nella mia testa sembrano funzionare benissimo ^^’
Probabilmente è la mia testa ad avere problemi, ma qui sfondiamo una porta aperta. XD

Spedite tanto amore a quella povera vecchietta bloccata sulla Fifth Avenue, mi sta a cuore <3 XD

Mai come il Malcolm appena sveglio che connette poco o nulla <3 XD

L’aneddoto del cameriere Francese lo si trova anche in ‘Incontri TenTennanti’ (il crossover a 4 mani sui personaggi più famosi di David Tennant e David stesso, che potete trovare qui https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3906327&i=1  ) , ma è comunque un’invenzione mia e mi piaceva troppo (oltre a trovarlo extra canon) per non riutilizzarlo ^^’

Quanto alla parte finale, sorry, non c’era verso di rendere quegli acronimi in Italiano, quindi vi lascio un glossario con la traduzione:

Jessica fancies Killgrave’ : a Jessica piace Killgrave

Jones fancies Kevin’ : Alla Jones piace Kevin

‘Jessica fucked Killgrave’: Jessica si è scopata Killgrave

Jessica fought Killgrave’ : Jessica ha combattuto Killgrave

“‘Jessica followed Killgrave’ : Jessica ha seguito Killgrave

Jessica fooled Killgrave’ : Jessica ha ingannato Killgrave

Jessica fed Killgrave’ : Jessica ha dato da mangiare a Killgrave

Jessica finished Killgrave’ : Jessica ha fatto fuori Killgrave

Jessica forsakes Killgrave’ : Jessica abbandona Killgrave

Jessica forgets Killgrave’ : Jessica si dimentica di Killgrave

Jessica forgives Killgrave’ : Jessica perdona Killgrave
 

Alla scena del loro primo incontro, nella serie, Jessica sorrideva appena ha visto Killy e questo molto prima che glielo dicesse lui di farlo #changemymind

Spero vi sia piaciuto, ma liberi di sventolarmi tutte le bandiere arancioni che volete. ^^’

Lo so che non c’entra una cippa col Natale, anzi, c’entra quasi più con san Valentino ahah, ma gli auguri di Buone Feste ve li faccio lo stesso! <3
   
 
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