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Autore: Rota    25/12/2020    0 recensioni
Yukichi non poté più rimanere in silenzio. Aveva sopportato che l’altro fosse entrato nell’unico bagno attrezzato dell’Agenzia, aveva sopportato anche la sua stessa presenza rumorosa, ma quando Ranpo cominciò persino a spogliarsi accorsero alle sue pallide labbra parole piuttosto secche.
-Questa vasca è per una persona soltanto.
Il giovane non sembrò registrare la sua lieve irritazione, come suo solito. Si disfò di un calzino che buttò sopra la pila dei vestiti sporchi, in un angolo appena vicino ai mobiletti bianchi.
-Ah, Direttore! Se si fa appena più stretto, sono sicuro di starci anche io!
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ranpo Edogawa, Yukichi Fukuzawa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Fandom: Bungou Stray Dogs
*Prompt: 5. Farsi il bagno assieme
*Personaggi/Ship: Edogawa Ranpo, Fukuzawa Yukichi // FukuRan
 
 




 
Yukichi non poté più rimanere in silenzio. Aveva sopportato che l’altro fosse entrato nell’unico bagno attrezzato dell’Agenzia, aveva sopportato anche la sua stessa presenza rumorosa, ma quando Ranpo cominciò persino a spogliarsi accorsero alle sue pallide labbra parole piuttosto secche.
-Questa vasca è per una persona soltanto.
Il giovane non sembrò registrare la sua lieve irritazione, come suo solito. Si disfò di un calzino che buttò sopra la pila dei vestiti sporchi, in un angolo appena vicino ai mobiletti bianchi.
-Ah, Direttore! Se si fa appena più stretto, sono sicuro di starci anche io!
L’uomo spostò lo sguardo quando a coprire l’altro non ci furono che le mutande. Non era una questione di pudicizia, dacché nudo lo aveva visto pure in altre occasioni ben più intime di quelle, ma si sentiva colpito dalla confidenza istintiva che Ranpo stava provando vicino a lui – come se non convivessero, di fatto, in quel posto ormai da mesi.
Provò a darsi un contegno, con parole ruvide.
-I tuoi occhi non sono bravi a calcolare le dimensioni, per caso?
Lo sentì arrivare vicino alla vasca e issarsi sul bordo di marmo. Anche se Yukichi gli fece spazio tra le proprie gambe, aprendo le cosce sotto la superficie dell’acqua, a Ranpo fu abbastanza evidente che aveva ragione. Si chinò, studiò volumi e larghezza, ma non riuscì a creare spazio dal nulla con la semplice volontà.
Quindi, si sedette dall’altra parte della vasca, appoggiando in lungo le proprie gambe su quelle di lui.
-Ecco, visto? Ci sono stato anche io!
Felice, scalciò un poco e alzò schizzi di acqua calda che bagnarono quel che restava esposto dell’uomo. Yukichi si limitò a rimanere in silenzio, ascoltando con sempre più irritazioni la sua cantilena di vittoria conquistata. Lo vide anche muoversi per afferrare una boccetta rossastra, prendere una dose generosa di bagnoschiuma e guardarlo, con un sorriso che di innocente aveva ben poco.
-Posso lavarti, Direttore?
Desiderio, sfacciato e seducente. Giovane. A Ranpo, Yukichi non seppe dire di no neanche quella volta, lasciò che afferrasse il suo piede e cominciasse a coccolarlo.
Il detective si occupò prima del polpaccio, poi ginocchio e coscia. Quando si avvicinò al suo busto, finì quasi per andargli addosso, sbilanciato in avanti per colpa del poco spazio nella vasca – come incrociarono lo sguardo, erano così vicini da respirare la stessa aria.
Ranpo sorrise, arricciò la bocca in un ghigno pieno di malizia. Arretrò prima che Yukichi potesse dire o fare nulla, appoggiando di nuovo la schiena contro la parete opposta della vasca.
-Ha proprio ragione, Direttore. Questa vasca è troppo piccola per muoversi in due…
L’uomo si tese tutto, persino nel piede che Ranpo reggeva tra le mani. Una provocazione tanto indecente non era molto nel suo personaggio, Yukichi si chiese davvero se avesse mangiato qualcosa di avariato.
O forse, pensò dopo, era il fatto che non avevano avuto davvero più momenti intimi da qualche tempo a quella parte, per il troppo lavoro, e che l’ultima volta che aveva sfiorato il suo corpo nudo risaliva a due mesi prima.
Trasalì a un movimento brusco di lui, che invece di massaggiargli il piede glielo aveva quasi storto. Non sembrava particolarmente dispiaciuto, neppure quando lo guardò minaccioso.
Bastò perché Ranpo intuisse, da un semplice movimento di labbra, che lo avrebbe ripagato di ogni secondo di attesa e che avrebbe preteso di occupare, anche, qualsiasi altro spazio di sua appartenenza, ben più piccolo e caldo di quella vasca calda.
Ranpo rise e scalciò ancora nell’acqua, come un ragazzino di fronte alla promessa di un gelato. In trepidante attesa.
   
 
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