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Autore: Hoshi_10000    25/12/2020    0 recensioni
Questa storia è una raccolta di one shot per indagare l’atteggiamento dei personaggi di Yuri on Ice di fronte al proprio invecchiamento.
Perché per alcuni sono i 18, per altri i 29; alcuni festeggiano, altri piangono; alcuni si divertono con amici e parenti, altri ne pianificano l’omicidio.
Perché ognuno è diverso e ognuno è speciale, ed un compleanno non è mai solo il giorno in cui celebriamo il fatto di essere nati.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Otabek Altin, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Viktor Nikiforov:                                            Depressione cosmica
29 anni,
25 dicembre
(venerdì)
 
25 Dicembre, ovvero Natale: per le strade è tutto uno sfavillare di lucette e palline colorate rese ancora più vive in contrasto con il candido manto di neve che ha ricoperto senza sforzo le strade di San Pietroburgo. Victor si trovava ancora beatamente immerso nel calduccio delle sue coperte, quando un dispettoso e alquanto insolito raggio di sole, colpendo le veneziane della finestra, lo costrinse ad aprire lentamente gli occhi, mugugnando.
Sbadigliando, rotolò in posizione supina e scostò le coperte, facendo attenzione a non svegliare il bel moretto accanto a lui, che ancora dormiva beatamente. 
Si alzò e, come ogni mattina, strisciò pigramente i piedi diretto in bagno con l’intenzione di darsi una lavata, una sistemata e, perché no, radersi quei due peletti di troppo sul mento, ma quando vi arrivò e vide come prima cosa la sua figura stagliarsi nello specchio appeso sopra il lavandino, si trovò davanti ad un mostro che pensava di aver seppellito per sempre: la consapevolezza che, ahimè, il tempo passa inesorabile, per tutti, ma per lui in particolare!
Sospirò, appoggiato tristemente alla fredda ceramica del lavandino e si osservò inquieto: era per caso una rughetta quella, lì proprio vicino agli occhi? E quella macchiolina più scura che si stagliava sulla tempia, da quanto tempo stava là??  Era una sua impressione o il buchetto che si formava tra i capelli, quello che tanto divertiva Yuuri, era diventato improvvisamente più stempiato del solito!?!
Si allontanò quasi balzando all’indietro dalla malefica specchiera, una mano teatralmente aggrappata alla maglietta del pigiama, proprio all’altezza del cuore, quando un assonnato pigolio lo riportò alla realtà: “Vitya… va tutto bene…?”
Un Yuuri ancora tutto scarmigliato e intento a pulire frettolosamente gli occhiali contro la stoffa del pigiama, lo osservava preoccupato dalla soglia della camera da letto. “Yuuri, non era mia intenzione svegliarti- io, beh, sì sì sto bene…!” cercò di articolare, accompagnando il tutto con un sorriso falso come una moneta da 20 copechi*.
Il moro si limitò ad annuire, raggiungendolo in bagno. “Pensavo di preparare la colazione: c’è qualcosa che vuoi in particolare…?”
“Veramente io pensavo di farla fuori, sai così ho la scusa per farmi una corsetta, m-ma sentiti pure libero di preparare quello che vuoi eh! La cucina è a tua completa disposizione” rispose Victor, preparandosi e vestendosi a velocità record.
“Capisco. Oh, ma potremmo andarci insiem-”
“No no no no, tranquillo lyubimiy**, tanto ormai sono pronto, vado da solo, tu fai con calma e io sarò di ritorno presto, promesso~” e, afferrando le chiavi appese accanto alla porta, scomparve lasciando uno Yuuri confuso e sospettoso in piedi in mezzo al piccolo salotto.
Tornò in camera a grandi passi per recuperare il cellulare appoggiato sul comodino e lanciò un’occhiata alla data scritta in grande sul display: ”tutti gli anni è la stessa storia...” pensò scuotendo rassegnato la testa, quindi finì di velocemente di prepararsi, si diresse in cucina e si preparò una colazione frugale. Una volta finito, afferrò il cellulare: “Pronto Yurio? Sono Yuuri, ti chiamo per Victor... sì, sì, anche quest’anno… ok, ti aspetto, grazie.”

Nel frattempo anche il vincitore-per-5-anni-di-fila del Grand Prix consumava pensieroso la sua colazione. La filodiffusione del piccolo bar dove stava seduto ormai da una mezz’ora passava solo canzoni tremendamente natalizie, allegre e spensierate, ma Victor proprio non riusciva ad entrare nel mood festivo che lo circondava. Non c’è nulla da festeggiare, pensò, uscendo finalmente tra le fredde, freddissime strade di San Pietroburgo, dopo aver pagato il caffè e qualche vatrushki.
La corsa durò circa un’oretta, poi, rinvigorito dall’aria mattutina, decise di tornare a casa a testa alta e dimenticarsi di tutti quei brutti pensieri per godersi finalmente l’atmosfera natalizia, ma non appena mise piede oltre la porta si trovò davanti a due grossi problemi: Yuuri e un irritatissimo Yurio, entrambi fermi a braccia conserte sulla soglia.



Victor lanciò ad entrambi poco più di un’occhiata, in silenzio li superò e andò a sedersi mestamente sul divano.
“Victor...” provò a chiamarlo il moro, ma questo, dopo aver notato una coperta abbandonata tra i cuscini, vi si era già infilato sotto, come un bimbo che vuole evitare lo sguardo della mamma arrabbiata.
Yuuri lo guardò preoccupato per qualche minuto, sperando fosse solo un altro modo molto teatrale di manifestare il suo stato d’animo, ma quando non lo vide più riemergere si decise a sedersi accanto al piccolo morbido nascondiglio. “Victor… non vorrai passare tutto la giornata rintanato lì sotto? Ti prego, esci: parliamone, almeno” disse, passando delicatamente la mano su quella che, a vista, gli pareva essere la schiena ricurva del russo.
“Gno. нет.” la voce li raggiunse ovattata da sotto le coperte. Yurio tentò, allora, un approccio decisamente meno diplomatico, circumnavigando a grandi falcate il divano fino a trovarsi di fronte alla coperta per tirarla via con un gesto secco. “Basta fare i capricci vecchiaccio! Il maiale qui presente mi ha chiamato per aiutarlo a tirarti fuori da questa cazzo di depressione ed è quello che intendo fare!”
Ormai privato del suo scudo di protezione a Victor non rimase altro che mettersi seduto, gambe al petto, confortato solo dallo sguardo gentile del suo compagno.
“Avanti spiega una volta per tutte che cosa hai contro il tuo compleanno!! Che c’è, ti dà fastidio che sia a Natale, perché nessuno se ne ricorda??”
“Oh no no, niente di tutto questo… è solo che, beh, io non credo che ci sia niente da festeggiare…! Insomma sto invecchiando sempre più velocemente, a vista d’occhio, ecco!!”
“Hai veramente così tanta paura di invecchiare, Vitya?” domandò cautamente Yuuri, posando una mano sul ginocchio dell’albino, sporgendosi un poco nella sua direzione.
“...Sì. Sì, è così... e capisco quanto questo pensiero sia irrazionale, ma non riesco a superarlo” confessò, nascondendo un poco il viso.
“MA PERCHÉ’?!? Io non vedo l’ora!”
“Perché tu sei giovane Yurio, vuoi crescere ed è giusto così… Io-” sospirò, un lungo sospiro arrendevole, prima di alzare lo sguardo su un punto indefinito della stanza. “-sento di non potermelo permettere, sento di poter dare ancora molto! Ma il mondo dello sport è selettivo: vuole solo i più giovani, le “piccole leggende” e per noi… non c’è poi molto da fare: o si resta a fare le scimmie da palcoscenico nei vari Galà o si diventa allenatori per tutta la vita... come Yakov!” un leggero tremore si impossessò di lui quando nella mente gli si formò la raccapricciante immagine di un Victor completamente calvo se non per qualche ciuffetto di capelli sui tre lati.
Fu di nuovo Yuuri a riportarlo alla realtà, interrompendo quell’incubo ad occhi aperti. “Capisco, ma c’è dell’altro vero…?”
L’albino annuì e, prendendo le mani del compagno tra le sue, proseguì. “Ho paura di perderti, Yuuri… questo costante timore le cose possano cambiare tra di noi e- beh-” ma non riuscì a terminare la frase: Yuuri gli sorrise dolcemente, sporgendosi nella sua direzione fino a far incontrare le labbra in un bacio che durò un istante, e appoggiò con delicatezza la fronte contro la sua “Oh Vitya, non hai niente da temere: per me sarai sempre il pattinatore di fama mondiale per cui avevo una cotta da ragazzo e l’uomo con cui ho deciso di passare il resto della vita, dentro o fuori dal ghiaccio non ha alcuna importanza per me... l’unica cosa che conta è stare insieme ♥️”
Quelle semplici parole ebbero il potere di rischiarare finalmente la mente di Victor e far comparire sul bel volto il primo vero sorriso sincero della giornata.
“Grazie Yuuri… avevo veramente bisogno di sentirti dire questo” e, gettandosi sul povero moretto, lo strinse forte al petto “Я люблю тебя всем сердцем
A quella frase Yurio arrossì fino alle orecchie, recuperò i cuscini dal divano e li lanciò alla tenera coppietta con espressione inorridita, il tutto sotto lo sguardo confuso e preoccupato del giapponese che, ovviamente, non ci aveva capito un’acca.
“BASTA SMANCERIE INUTILI! Abbiamo risolto, bene, MA È’ NATALE NO?? E allora festeggiamo!! IO VOGLIO I MIEI REGALI  O R A”.








 
с днем ​​рождения









Note d’autore: anzitutto, buon natale gente!
Poi, poiché non mi piace prendermi meriti che non mi competono, devo dirvi che questa fanfiction è l’unica della raccolta a non essere opera mia, ma di un amica, gentilmente prestatami.
* copechi = centesimi di rublo, vale 0,025 centesimi di euro. Esistono solo le monete da 5,10, 50 e 100 copechi, perciò la “moneta da 20 copechi” è, appunto, inesistente. (lol)
** lyubimiy = darling (ho scelto questo perché il suono di dorogoi mi inorridisce)
*** vatrushki = dolcetti a base di tvorog un tipo di formaggio russo simile alla ricotta
**** Я люблю тебя всем сердцем (Ya lyublyu tebya vsem serdtsem) = I love you with all my heart
   
 
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