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Autore: Fafanella    26/12/2020    3 recensioni
Un po' di romanticismo abbinato al Natale non guasta mai.
Il ramoscello di vischio ha un unico significato, anche dove questa festa viene vissuta diversamente.
1) Kojiro e Maki.
2) Genzo e Naoko.
3) Ryo e Yukari.
4) Jun e Yayoi
5) Hikaru e Yoshiko
6) Taro e Kumi
7) Tsubasa e Sanae
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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26 DICEMBRE
 
 
Lui pensa a questi piani assurdi e io devo eseguirli, ne approfitta solo perché… Perché mi incute ancora timore, nonostante siamo diventati amici… Maledetto Wakabayashi! Mi ha fatto andare a casa sua a recuperare questo sacco pieno di vischio e mi ha detto, o meglio ordinato di appenderlo ovunque se vogliamo svegliare quel tonto di Tsubasa. Ed ecco perché sto trascinando questo peso enorme fino al campo. Qualche altro passo e sarà arrivato.
Forse sto per avere un infarto, ho la saliva pastosa, le gambe non mi reggono più, la schiena a pezzi e mi fa male il braccio sinistro. Con un ultimo sforzo entro nel cancello e facendo appello alla mia forza di volontà scaravento a terra il sacco. Mi lascio cadere di ginocchia a terra e riprendo fiato.
“Non pensavo fossi tu Babbo Natale” una voce che mai avrei pensato di sentire, non oggi e non ora.
“Ni-Nishimoto cosa ci fai qui?” chiedo cercando di mantenere una certa normalità.
“Ieri con Sanae non abbiamo terminato di sistemare alcune cose…”
Mi sollevo e l’afferro per le braccia mentre le domando nel panico “Non verrà anche lei, vero?”
“Ishizaki toglimi subito le mani di dosso se non vuoi che, oltre le pallonate in faccia, ti arrivi anche una mia cinquina.”
Mi allontano rapidamente e inciampo nel sacco che così si apre e il suo contenuto diventa visibilissimo.
In pochi istanti il piede di Yukari batte a terra con un ritmo sostenuto, incrocia le braccia e comincia a contare, quindi ho del tempo limitato per spiegarle tutto prima che mi faccia correre per tutto il campo nel tentativo di uccidermi.
“Non è stata una mia idea, è per Sanae…”
“CHE COSA?” mi urla con una faccia che non le ho mai visto, sembra triste più che arrabbiata.
“No aspetta, Wakabayashi…”
“Wakabayashi è ancora in fissa con Sanae?”
“Che significa ancora?” le domando stranito.
“Chi ha detto ancora?”
“Tu!” mi alzo e ora sono io ad incrociare le braccia.
“Non dire sciocchezze, hai sentito male e comunque, mi devi ancora una spiegazione” fa roteare le caviglie e solleva di poco le maniche facendomi vedere bene le mani e soprattutto le unghie.
Deglutisco intimorito e riprendo il mio discorso “Sono preoccupato per Sanae, cioè Tsubasa a breve partirà per il Brasile e non sembra volersi dare una mossa e… Sanae è come una sorella per me, è la mia più cara amica e non voglio vederla soffrire.”
Yukari rilassa le braccia, mi fissa con occhi dolci e viso sereno esortandomi “Vai avanti Ishizaki.”
“Ne ho parlato con Wakabayashi e lui ha detto –PROVA CON IL VISCHIO- così ho pensato che tentare non mi sarebbe costato nulla e lui ha aggiunto- A CASA MIA CE N’E’ SICURAMENTE, I MIEI ADDOBBANO SEMPRE LA CASA ALL’OCCIDENTALE PER VIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI LAVORATIVE. TE NE FARO’ TROVARE UNA BUSTA PRONTA-” giro i pollici con fare nervoso e continuo il racconto “Mi ha detto di metterlo ovunque, negli spogliatoi, in campo, sopra la panchina…”
“Dovresti metterlo anche sotto il loro albero. Lo sai che hanno un loro albero, vero?”
“Certo che lo so, Sanae racconta tutto anche a me” affermo imbronciato.
“In due faremo prima.”
Resto imbambolato mentre mi sorride con tenerezza e mi esorta “Muoviti scemo e prendi quel sacco.”
“Potresti anche aiutarmi, è pesante…”
“Scherzi, io sono una signora.”
“Certo, certo” rimetto quel peso sulla mia spalla e la seguo.
Arriviamo negli spogliatoi e mi fa notare che serve una scala “E dovrei andare a prenderla io?” le domando contrariato.
“Se io non ci fossi, dovresti fare tutto tu comunque.”
“Ecco… Effettivamente, ma che aiuto è il tuo allora?”
“Io ti dirò dove posizionarlo.”
“Quindi mi comanderai?”
“Perché in genere cosa faccio?”
“Tu non mi comandi affatto, è solo che ho paura di te e faccio quello che mi chiedi.”
Si avvicina a me e sorridendomi con malizia afferma “E fai molto bene a temermi!”
Deglutisco mentre sento che le gambe stanno per cedermi, perché mi fa questo effetto?
“Vado… vado a prendere… la… la scala” balbetto e mi dileguo.
Quando torno ha due ramoscelli di vischio in mano e con una strana euforia mi fa notare “Devi metterne due proprio sopra quella panca, essendo quella più esterna è praticamente il punto oltre il quale non ci avventuriamo mai, potremmo incappare in vedute imbarazzanti.”
“Cioè?”
“Tu sei più tonto del capitano. In genere qui dentro vi cambiate e vi fate la doccia, non credo facciate attenzione a come ve ne andate in giro…” riflette su qualcosa e poi mi domanda “Wakabayashi dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, vero?”
“Sì!” rispondo senza riflettere, ma me ne pento subito quando aggiunge “Dovrò portarvi qualche asciugamano e telo in più, dovrò entrare qui dentro più spesso.”
Le tolgo quei due ramoscelli dalle mani e le faccio notare con una certa cattiveria “Non ti illudere, potrebbe avere la bella sorella del Kaiser, perché mai dovrebbe guardare te?”
“Non ti rispondo neanche, ma ricordo che è a te che ha dato della scimmia, con me è sempre molto gentile.”
“Non è gentile, non lo è con nessuno!” sentenzio salendo i gradini della scala.
“Con me sì, puoi domandarlo anche a Sanae” rafforza il concetto, procurandomi un notevole fastidio.
“A me non interessa affatto” e cerco di appendere quel fastidioso ramoscello che inizia a darmi sui nervi.
“Quindi sei stato a casa sua?”
“Di chi?” chiedo con noncuranza.
“Del nostro portiere… ”
“Perché sarei dovuto andare a casa di Yuzo?”
“Cosa c’entra lui adesso?”
“Lo chiedi a me? Tu l’hai messo in mezzo!”
“No, scemo, parlavo ancora di Wakabayashi.”
“Ti faccio notare che non è più il nostro portiere da anni e se Yuzo sapesse se lo considerate ancora tale, ci resterebbe malissimo” mi gioco la carta del senso di colpa, perché questo suo interesse per Genzo mi innervosisce.
“Non fraintendere, ho molta ammirazione per…”
“Wakabayashi, l’ho capito” borbotto sempre più infastidito.
“Volevo dire per Morisaki, ma Wakabayashi si allena con voi quando torna, molti della sua vecchia squadra lo chiamano ancora capitano ed è come se facesse sempre parte della nostra…”
“Wakabayashi è un professionista, si allena con noi solo per sfidare Tsubasa, non di certo per fare il carino con te.”
Non replica nulla, non è da lei, abbasso la testa per guardarla in faccia, ed è come imbarazzata.
“Che cos’hai?” cerco di capire cosa le prende.
“Sembri… sembri geloso Ishizaki!”
“COSA DICI? GELOSO DI CHI? DI GENZO? NON FARMI RIDERE!”
Non di Wakabayashi, di… di me” sussurra fra il gongolante e l’intimidita.
Cerco di darmi un tono e le faccio presente “Sarò anche una scimmia per quel pallone gonfiato, ma sai quante ragazze mi hanno regalato del cioccolato? Quindi non vedo perché dovrei essere geloso di te?!”
“Semplice, perché io non te ne ho regalato.
“Non ha nessuna importanza” scendo dalla scala e la esorto “Andiamo a mettere altri di questi, invece di fare discorsi assurdi.”
Lei sorride compiaciuta afferrando altri ramoscelli di vischio ed io borbotto ancora.
Perché mi dà così fastidio? Perché le interessa Genzo? Ma dai, davvero mi chiedo perché le interessa? Sono proprio un idiota. Perché non dovrebbe piacergli? E perché lui fa il carino con lei? Non è affatto una ragazza docile, anzi è sempre arrabbiata e non è mai gentile, è capricciosa e prepotente.
Arresto il mio incedere e tremo al pensiero che effettivamente potrebbe proprio piacere a quell’arrogante di Genzo.
“Che fai? Perché ti sei fermato?”
“Non mi sono fermato!”
Si avvicina a me contando “Ho dovuto fare ben 10 passi per arrivare a te, credo proprio tu ti sia fermato, perché neghi sempre l’evidenza?”
“L’evidenza sarebbe che ti piace Wakabayashi?”
Scoppia a ridere facendomi inquietare maggiormente “Non è necessario che rispondi, l’hai appena fatto!”
“Se lo dici tu!”
Riprendo la scala e la supero a passo spedito, arrivo vicino la panchina e sistemo un altro ramoscello sulla capanna in plastica. Gliene prendo altri dalle mani li metto tutto intorno continuando a borbottare.
La guardo e senza più parlare mi dirigo all’albero di Sanae e Tsubasa, è un ciliegio, ma adesso i suoi rami sono spogli ed è un po’ triste.
Mi fermo e cerco di capire come appenderli qui, non voglio usare dei chiodini, ma lo scotch non resisterebbe. Sistemo la scala e continuo a fissare il ramo sotto il quale in genere si siedono a parlare.
Yukari mi posa una mano sulla spalla, mi sorride e mi domanda “Non vuoi ferire questo povero albero?”
“No, cioè non mi sembra giusto, però come facciamo a…” si scioglie i codini e sale sulla scala, avvolge il vischio con i suoi nastri e mi domanda “Va bene?” voltandosi al contrario, dando le spalle ai gradini
“Sì, ora scendi prima di cadere da quella…” non termino la frase, scivola e la sua caduta viene frenata dalle sue labbra sulle mie.
Immagino già il ceffone che riceverò.
Ehi è stata lei a baciarmi e… non ci siamo ancora allontanati.
Quando prova a farlo però la blocco abbracciandola, consapevole che sarà l’ultima cosa che faccio, perché mi ucciderà.
Invece sento le sue gambe stringersi intorno alla mia vita.
Una strana adrenalina mi attraversa il corpo, divento audace e cerco un varco per approfondire quel bacio che per me è il primo e spero sia così anche per lei.
Schiude la bocca e con un po’ di titubanza inizio a scivolare sulla sua lingua con la mia, porto una mano nei suoi capelli, che le vedo sciolti per la prima volta da quando ci conosciamo. Mi accarezza il collo e io la faccio poggiare di schiena all’albero.
Mi allontano e le dico con sincerità “Sono geloso perché mi piaci Yukari, dimmi che a te non piace Wakabayashi, dimmelo ti prego!”
“Sei serio? Sono praticamente avvinghiata a te, credi davvero che potrebbe essere qualcun altro il ragazzo che mi piace?
La bacio ancora per avere la mia conferma, per perdere completamente il mio cuore.
Le mie mani scendono sotto i suoi glutei e lei “Se non le togli subito giuro che non le potrai usare mai più.
Scoppio a ridere e cerco di giustificarmi “Era per sorreggerti.”
“Dovresti mettermi giù, inoltre siamo dei pessimi amici.”
“E perché mai?”
“Gli abbiamo rubato l’albero.”
La bacio ancora, le faccio posare i piedi a terra e serio “Togliamo il vischio che è sopra le nostre teste, non voglio si bacino anche loro qui sotto.”
Hai ragione, meglio toglierlo” si allontana da me ma la fermo afferrandola per un braccio dicendole “Yukari sei… sei bellissima con i capelli sciolti.”
“Lo so, è per questo che Wakabayashi è carino con me, mi ha vista senza codini!”
“CHE COSA? DOVE? QUANDO? PERCHE’?”
Mi accarezza una guancia e bacia lentamente alzandosi sulle punte, poi si allontana “Non lo saprai mai!”
 
 
 
 
   
 
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