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Autore: vanessie    29/12/2020    0 recensioni
Katelyn e Matthew sono due amici nati e cresciuti insieme fino ai loro 19 e 18 anni. Le loro mamme sono grandi amiche, tra un nascondino e una partita ai videogames hanno condiviso il passaggio dall’infanzia alla prima adolescenza. Le confidenze, le risate e gli sguardi imbarazzati hanno preceduto dei baci veri nati per gioco. Lui aveva sempre avuto il coraggio di dirle che l’amava, lei lo aveva compreso solo più tardi, quando guardandolo nei suoi occhi color del cielo aveva avvertito delle emozioni indescrivibili. Adesso che Matt frequentava il college in America, a Kate restavano solo bei ricordi…almeno fino a quando, sette anni dopo, ormai ventiseienne e con una relazione, lo rivide, partecipando con i suoi genitori ad una grigliata a casa dei loro cari amici di famiglia. Lì in giardino i loro sguardi si incrociarono, Katelyn capì che quelle emozioni sopite si erano risvegliate. In quel cielo azzurro c’erano ancora tutte le cose belle che amava di lui…
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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INSIDE YOUR SKYBLUE EYES

 

Capitolo 20

“Brooklyn Bridge”

 

 

POV Matt

Al risveglio della domenica mattina ci trovammo a parti invertite. Kate si era già alzata, di sicuro era in soggiorno. Quel giorno ero io ad aver avuto bisogno di più tempo per dormire. Mi alzai facendo poco rumore, infilai solo boxer e pigiama. Andando in bagno avevo capito che i miei coinquilini dovevano essere rientrati tardi quella notte, visto che erano ancora chiusi nelle loro stanze a dormire. “Ciao Kate” la salutai quando fui pronto “Ciao tesoro, non ti dispiace se ho già fatto colazione, vero?” mi chiese “Certo che no, hai fatto benissimo” “Ho preparato anche per te” aggiunse. La ringraziai e restai a osservarla di nascosto mentre lei era impegnata con il telefono a messaggiare con qualche amica. Che bello sarebbe stato se lei avesse accettato di trasferirsi lì con me. Fare colazione insieme, raccontarci le nostre giornate, sbaciucchiarla mentre guardavamo la tv, fare l’amore tutte le volte che volevamo…si girò a guardarmi “Tutto bene?” mi domandò, alzandosi poi per venirmi vicina “Sì, ero solo assorto” risposi. “A che pensavi?” insistè, poggiandomi una mano sulla spalla “A te” “A me? E cosa pensavi?” proseguì. Mi alzai in piedi, la feci poggiare al tavolo e la sbaciucchiai un po’ “Al fatto che questi giorni insieme sono stati bellissimi e che ne vorrei di più” sussurrai. Sorrise e venne a prendersi le mie labbra, gliele concessi senza la minima opposizione. Il bacio divenne profondo, inseguivo la sua la lingua e giocavo a intrecciare le dita delle nostre mani. Colpo di tosse, ci staccammo “Buongiorno” disse Daniel “Buongiorno” rispondemmo in coro “Vado a vestirmi e arrivo, così usciamo” dissi, dato che ero ancora in pigiama. Li lasciai soli, infilai i jeans, le scarpe da ginnastica, t-shirt, poi presi un maglione e incuriosito mi avvicinai il più possibile a origliare, a loro si era unito anche Michael. “Si vede così tanto che Matt è innamorato” stava dicendo Daniel “Ah sì?” “Sì” rispose lui “Matt è un tipo riservato, certe volte ha portato qui delle ragazze, ma non si è mai fatto beccare a baciarle in cucina” precisò Michael, facendola ridere. “Sappiamo che siete migliori amici d’infanzia, ma lui lo vediamo proprio preso…quindi scusa se te lo chiediamo ma…tu nei suoi confronti?” domandò Daniel “Mi state chiedendo se sono innamorata? Sì” affermò. “Ok quindi è reciproco” specificò Michael “Ragazzi è il mio migliore amico, siamo cresciuti insieme, non lo avrei mai illuso sui miei sentimenti se non fossero autentici. Ci conosciamo da quando è nato, le nostre mamme sono migliori amiche e per noi è stato quasi inevitabile diventarlo. Certo dipende anche dai nostri caratteri, potevamo benissimo restarci antipatici o non avere la giusta intesa, invece…non lo so…insomma ho altri amici e amiche, Liv ad esempio è la mia migliore amica, sebbene le racconti tutto, però è diverso. Non c’è quel feeling e quel diventare grandi poco a poco, facendo insieme molte esperienze, così come c’è con Matthew. Quando eravamo piccoli giocavamo sempre, essendo figlia unica, se i miei genitori volevano fare un fine settimana fuori Dublino o andar via da mattina a sera, lo portavamo con noi, poiché dagli 8 anni mi annoiavo. Anch’io talvolta andavo con la sua famiglia. Da adolescenti poi, quando hai quel momento di ribellione, se così si può definire, in cui odi stare in casa con mamma e papà, preferendo stare con i coetanei, noi due siamo usciti spesso e abbiamo fatto tante cose” spiegò Kate. “Hai parlato di lui in un modo molto profondo e si sente che è vera amicizia” affermò Daniel “Lo è, mi sono aperta così, raccontandovi di noi, perché ho capito che anche voi tre siete amici, è normale, abitate insieme da 7 anni e siete soli senza la famiglia” rispose lei “Siamo molto legati, è vero, da quando siamo a New York siamo noi tre la nostra famiglia. Ci divertiamo, ci suddividiamo i compiti e le responsabilità della casa, le spese, ci aiutiamo se qualcuno sta male, o se ha un brutto periodo…” disse Michael. A quel punto tornai da loro, facendo più rumore del solito, per fargli capire che se volevano dire qualcosa che io non dovevo sentire, era il caso che smettessero.

“Eccomi, possiamo uscire!” esclamai “Un quarto d’ora per farti bello?” mi domandò Michael per prendermi in giro. In realtà ero pronto da un pezzo, ma ero curioso di assistere a quella conversazione senza che loro lo sapessero. “Cos’è? Dovevi indossare la pancera con la finta tartaruga addominale?” mi sbeffeggiò Daniel “Ahah che ridere” risposi “O avevi perso le lenti a contatto azzurre per accalappiare meglio, invece che con i tuoi occhi neri?” chiese Michael, continuando a scherzare sul mio conto. Katelyn rideva, diedi loro una spinta a testa “Posso testimoniare che gli occhi sono azzurri naturali” intervenne Kate “La pancera non so” aggiunse per reggere il gioco ai miei amici “Bene, stamattina avete bevuto caffè corretto, vedo” ribattei.

 

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Decidemmo di uscire, diretti come stabilito al Moma, il museo di arte moderna. Erano già le nove e trenta quando entrammo. Avevo acquistato i biglietti online, per risparmiare tempo in coda. Il museo ospitava molte opere d’arte significative e famose, da Van Gogh a Matisse, da Andy Warhol a Picasso, passando per molti altri artisti famosi. Impiegammo tre ore per vederlo tutto, restammo anche per il pranzo, sedendoci ad uno dei ristoranti posti al suo interno. Verso le una e trenta uscimmo. La portai alla più vicina stazione metropolitana “Adesso l’ultimo luogo che devi vedere assolutamente! Ti piacerà tantissimo, ne sono sicuro” la buttai lì “Prima di tutto devo ringraziarti, perché nel giro di quattro giorni mi hai fatto vedere tutte le cose più famose e anche delle cose che non conoscevo affatto. Non immaginavo di visitare la città così tanto” rispose “Beh mi sono limitato a Manhattan perché i giorni erano solo quattro e ho dovuto fare delle scelte, evitando altri luoghi interessanti, spero che avremo altre occasioni per vederli, se tornerai a trovarmi” puntualizzai “Mi piacerebbe” “A quel punto potrei anche portarti fuori Manhattan, un giro nei quartieri di Brooklyn, Harlem, Queens, nel Bronx…” spiegai “Staremo a vedere, intanto sono curiosa di scoprire dove stiamo andando ora!” esclamò. Quando prendemmo la metropolitana diretta a sud, verso Brooklyn, le balenò in mente “Aspetta…come ho fatto a non pensarci? Il ponte di Brooklyn?” mi domandò sorridente “Sì” “Wow” “L’ho lasciato per ultimo perché risalire a piedi da Brooklyn verso Manhattan sarà sorprendente. Il panorama è perfetto con tutti i grattacieli in bella vista. È un luogo che amo, ci vengo spesso a passeggiare e talvolta anche in bici” affermai “Sarà la classica vista da film, perfetta insomma” concluse felice. Scendemmo dalla metropolitana e iniziammo il giro a piedi su uno dei ponti più famosi al mondo. La vista le era piaciuta eccome, si capiva facilmente. Si sorprese del fatto che al piano inferiore del ponte passassero tantissime auto in entrambe le direzioni, mentre pedoni e ciclisti percorrevano il livello superiore, interamente costruito in legno. Scattò tante foto al panorama, a me, ne feci io a lei e altre insieme.

 

cap-20

 

Come previsto il ponte fu uno dei suoi monumenti preferiti, aveva un innegabile fascino, era impossibile che lasciasse indifferenti. Quella sera avevamo deciso di restare a casa con miei coinquilini, era giusto che si conoscessero un po’ a vicenda, per quel che avevo visto si stavano simpatici. Kate aveva proposto di cucinare delle specialità irlandesi, diceva di sentirsi in debito per l’ospitalità, inoltre voleva comprare una bottiglia di scotch whiskey, un liquore molto diffuso nella nostra patria. “D’accordo, allora dopo la spesa per gli ingredienti che ti mancano per cena, passiamo al negozio di liquori” affermai “Negozio di liquori? Non lo prendiamo al supermercato insieme alla spesa?” mi chiese “Negli Stati Uniti non vendono alcool nei supermercati, serve il documento e si va al negozio di liquori. Qui sono molto rigidi. Non hai visto che nessuno in strada beve alcool?” “Seriamente? Cioè del documento lo sapevo, vietato sotto i 21 anni, giusto?” “Giusto, sei maggiorenne Katelyn?” le domandai sorridendo “Ma non è che…se compro una bottiglia di scotch rischio qualcosa vero?” “Beh potrebbero farti delle domande alla dogana” mentii per scherzare “Tipo?” “Se vuoi lo compro con il mio passaporto” continuai a giocare “Ma non voglio creare problemi, facciamo a meno” “Kate ti sto prendendo in giro! Se hai più di 21 anni puoi comprare cosa vuoi” ammisi “Ahhhhh ok” rispose con un sorriso. Le diedi un bacio sulla guancia per scusarmi. Dopo la tappa del supermercato acquistammo la bottiglia di alcool. Rientrati nel mio appartamento le lasciai la cucina, aiutandola per velocizzare alcune preparazioni. La cena piacque molto a Daniel e Michael, ovviamente anche a me, mi faceva sempre piacere riassaggiare i sapori di casa. Chiacchierammo di molte cose: loro le raccontarono dei propri lavori, degli studi, delle città americane da cui provenivano, lei fece altrettanto. Raccontammo qualche episodio divertente della nostra amicizia infantile e adolescenziale, di come si viveva in Irlanda. Era bello stare con Dan e Mickey insieme a Katelyn, era la prima volta che mi trovavo completamente a mio agio con una ragazza davanti ai miei coinquilini. “Ho pensato di completare la serata a tema Irlanda con una bottiglia di scotch whiskey, vi piace?” domandò Kate “Scotch? Wow, ci piace” rispose Dan “Che strano non è un alcool da ragazza” aggiunse Michael “A Dublino si beve” si giustificò lei. Mi offrii di aprirla e servirla nei bicchierini da shot, dopo aver sparecchiato la tavola, mentre loro si spostarono sul divano poco distante. “Ah ma avete la Xbox!” esclamò Kate indicandola “Sì, è di Michael” risposi “Non l’avevi notata in questi quattro giorni e mezzo?” le chiese Michael “No, non ci avevo fatto caso sinceramente” rispose lei “Mickey che domande fai? Secondo te è venuta per guardare la Xbox? Aveva lo sguardo impegnato su mr. occhi azzurri” precisò Daniel, suscitando delle risate generali. “Posso giocarci?” chiese lei “Con i videogiochi?” domandò allibito Dan “Sì, perché?” “Bevi scotch e sai giocare alla Xbox…wow” affermò Mickey. Li osservai da dietro, mentre finivo di sparecchiare. Iniziarono una partita a un videogioco di corse in auto. Versai l’alcool nei bicchierini da shot. Fui richiamato dal fatto che avessero alzato la voce, quando Kate vinse la partita “Tu sei aliena! Ci hai anche battuto” sentenziò Daniel. Lei rideva di gusto “Ma che credete, scusate? Anche alle ragazze possono piacere i videogiochi e poi dimenticate che sono cresciuta con un migliore amico maschio, abbiamo giocato molte volte insieme” affermò voltandosi verso di me, per rivolgermi un sorriso. Le sorrisi di rimando “Matt potevi pure insegnarle a giocare peggio, che figura di merda facciamo a perdere?” ribattè Michael “Se siete delle schiappe non è colpa mia” risposi.

 

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Andai da loro portando tutto su un vassoio. Facemmo un brindisi e bevemmo tutto d’un fiato, come si addice ad uno shot. “Caspita che buono!” esclamò Michael “È una marca di Dublino, l’abbiamo scelta di proposito” dissi loro “Insomma…da piccoli giocavate con la Xbox! Dio questa cosa mi lascia esterrefatto” rimarcò Dan “Perché? È così strano?” domandò Kate “È insolito” lo supportò Mickey “Giocavamo a tante cose: a nascondino, sfide in bicicletta, di corsa, di salto con la corda. Ci divertivamo a disegnare, a cantare al karaoke, a fare giochi da tavolo, a carte. Talvolta giocavamo con i videogiochi” spiegò Katelyn “Grandioso, è carino vedervi adesso grandi e pensarvi piccoli” disse Daniel, poi aggiunse “E tutto questo fino a 18 anni?” “Alcuni giochi sì, altri no. Di certo dai 14 in poi non giocavamo a nascondino” risposi ridendo “Certo, dopo al posto del nascondino facevano il gioco del dottore” scherzò Michael, alludendo al fatto che in quei sette anni trascorsi con loro a New York, spesso gli avevo parlato della mia infanzia e di Katelyn, includendo il mio innamoramento per lei. Risate generali “Non direi” risposi ridendo “Solo perché lei non voleva” precisò Dan “O almeno non come avrei voluto” precisai, perché in realtà più di un bacio c’era stato ed era accaduto più di una volta “Eri minorenne” scherzò Kate, visto che alla mia partenza per l’America, avvenuta a fine agosto, dovevo ancora compiere 18 anni, poiché ero nato ad ottobre. “Tu hai un anno in più, vero?” le chiese Michael “Sì” “Bene…altro giro di shot?” proposi per cambiare discorso. Tutti accettarono, così bevemmo ancora. A fine serata eravamo arrivati a cinque giri di bevute. L’alcool si faceva sentire. Avevamo messo la musica, fatto qualche balletto idiota, dopodichè Michael e Daniel erano rimasti a ridere per scemenze qualsiasi sul divano, intervallando con qualche partita ai videogiochi. Kate ed io invece ci eravamo spostati a ballare vicino all’isola della cucina. Più che balli al ritmo di musica, il nostro era quasi un lento, interrotto da qualche sguardo ravvicinato e parecchi baci.

 

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L’alcool si faceva sentire, non che fossimo ubriachi, ma meno contenuti e più allegri. Kate ed io non ci saremo mai baciati in quel modo davanti agli altri senza avere una vera relazione. Eravamo semplicemente spontanei e forse era ciò che ci serviva. “Non voglio partire domani” confessò, sospirai, neppure io volevo.

 

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“Andiamo in camera mia?” bisbigliai al suo orecchio, sebbene avessi notato che lei fosse poco lucida, come lo ero anch’io. Annuì, la presi per mano e ci chiudemmo nella mia stanza. La mattina dopo sarebbe partita e l’avrei rivista dopo circa un mese per le vacanze natalizie, quando sarei tornato in Irlanda. Volevo quindi concludere la nostra piccola avventura nel migliore dei modi. Accesi la musica anche lì dentro, almeno avremo coperto qualche respiro affannato in più.

 

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Restammo nudi, ci provocammo per un po’ a turno, sfiorandoci e sbaciucchiandoci ovunque, senza arrivare a fare l’amore. Seppur con la mente appannata dall’alcool, adoravo vederla così eccitata dal tocco delle mie dita o delle mie labbra. Quando cominciammo a fare l’amore eravamo già parecchio su di giri entrambi, cambiammo posizione due o tre volte, desiderosi solo di sentire certe sensazioni, mentre ci sussurravamo di amarci e ricercavamo i nostri baci. La voglia irruenta di lei, sommata al fatto che per noi fosse una specie di saluto, unita alla confusione causata dallo scotch, fece sì che quella notte fui molto più prepotente e meno dolce del solito. Lei non sembrava averla presa male, assecondava qualsiasi mio movimento, mi stringeva a sé e quando raggiungemmo l’orgasmo sentii chiaramente che disse “Ti amo” ma io non ebbi la forza di risponderle.        

 

NOTE:

Buongiorno ragazze, ultimo giorno di vacanza per i nostri protagonisti, Kate ripartirà l'indomani per tornare a Dublino. La chiacchierata iniziale con Daniel e Michael è molto schietta: Daniel le chiede senza giri di parole cosa prova per Matthew e lei, seppur spiazzata dalla domanda diretta, risponde raccontando tutta la verità. Scoprirete mano a mano che Daniel è colui che conosce meglio Matt, poichè si sono incontrati già dal primo anno dell'università e sono amici stretti, anche con Michael hanno un bel rapporto ma dalla domanda si capisce che Daniel ci tiene molto a Matt e non vorrebbe che si illudesse nella speranza di una relazione, senza prima appurare che anche Katelyn è davvero innamorata.

L'ultimo giro per New York permette a lei di completare il tour turistico, infine durante la cena a tema Irlanda c'è nuovamente modo di interagire con i coinquilini di Matt. Lei è piaciuta molto a loro due, complice anche il fatto che Kate non sia una di quelle ragazze lontana anni luce dai passatempi e dai discorsi maschili, visto che è cresciuta al fianco di un amico maschio. Il loro tempo insieme è scaduto...stanno nuovamente per separarsi...vi aspetto venerdì 1 GENNAIO per un nuovo capitolo e per scambiarci gli auguri per il nuovo anno!

BUONA FINE DEL 2020: che ci permetta di lasciarci alla spalle le cose brutte, lasciando spazio al nuovo!

Vanessie

   
 
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