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Autore: Striginae    29/12/2020    4 recensioni
[Vaghissimi accenni Enjoltaire]
5 giugno 1832.
Mentre la barricata cede e la rivolta imperversa Grantaire dorme.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Grantaire
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rêvolution
 
 
Grantaire non aveva mai creduto alla rivolta.
Meglio, non aveva alcuna fiducia nel suo esito. La storia insegna: ogni rivoluzionario, una volta portata a termine la missione, si toglie le lerce vesti del ribelle per  indossare i raffinati abiti dell’autocrate o, peggio ancora, del giurista. I pochi che si battevano con animo sincero per la libertà erano destinati a perire in nome di essa e, beffa del destino, non avrebbero avuto nemmeno l’opportunità di esercitarla.
Tale è libertà... una chimera, un bel miraggio, un’effimera utopia irrealizzabile.
 
 
Nous sommes les combattants de l'avenir.
 
 
In tutta onestà, a Grantaire non importava poi così tanto del futuro. Che senso aveva angustiarsi per l’avvenire, quando in quella loro miserabile esistenza non vi era alcun conforto né la certezza di svegliarsi al mattino successivo?
 
 
Carpe diem.
 
 
Vivere alla giornata, nell’incertezza e un po' alla buona gli si confaceva maggiormente.
Non gli mancava nulla, aveva tutto ciò che un povero diavolo poteva desiderare: una buona salute, la mirabile capacità di arrangiarsi e una bottiglia di vino accanto per scordare il passato, annebbiare il presente e non pensare al futuro.
Non era forse questa la ricetta della felicità?
 
 
C’est un rêve.
 
 
Enjolras non perdeva occasione per rammentarglielo, solo un infelice o un cinico come lui poteva accettare di vivere senza uno scopo, senza speranze, senza un sogno.
Eppure, Grantaire sognava.
Sognava Enjolras, ogni notte.
La sua psiche maligna non faceva altro che creare immagini del rivoluzionario, quel giovane ardente, appassionato che infuocava la sua fantasia.
 
Come in quell'esatto momento.
 
La mente ottenebrata dai fumi dell’alcol aveva indotto Grantaire in una caotica dimensione onirica. Incurvato scompostamente sulla seggiola, con la guancia appoggiata alla trave legnosa della tavola e con una bottiglia vuota stretta in mano, solo il suo sonoro ronfare lo distingueva dai corpi morti che lo circondavano.
 
Sebbene profondamente addormentato, l'uomo quasi riusciva a percepire la guerriglia che si stava consumando attorno a lui.
Il sonno di Grantaire era conciliato dai discorsi ispirati di Enjolras, dalla sua voce impetuosa che incitava i compagni alla lotta così come era disturbato dallo scoppio di inspiegabili spari e dai perturbanti scricchiolii della barricata.
 
Straordinariamente, i tumulti della rivolta ebbero sull’ubriacone il medesimo effetto della più melodiosa delle ninne nanne.
 
Fu quando ogni rumore cessò, le urla si spensero e il sangue era già stato versato copiosamente da entrambe le parti che aprì gli occhi.
 
E capì.
 

C’est la révolution.



Note finali
Buonasera! 
Quest'anno l'ho voluto concludere con questa piccola storia su uno dei miei libri preferiti. 
Il titolo "Rêvolution" è un gioco di parole tra "r
êve", sogno, e "révolution", ovviamente. 
Non ho molto altro da aggiungere se non ringraziare chiunque abbia letto questa cosetta qui, se volete fatemi sapere che ne pensate! 
Auguro un buon anno a tutti! 

À bientôt! 
   
 
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