La luce brucia
-Presto!
Dobbiamo sbrigarci!-
Il papero terrestre era piuttosto agile, e
sebbene Gorthan fosse un evroniano potenziato aveva bisogno qualche
secondo per recuperare lo scarto da quando Paperinik era saltato giù
dal loro veicolo a quando aveva iniziato a correre su per il pendio
innevato.
Gorthan aveva controllato la cartina geografica sul
monitor della PKar durante il viaggio, ed aveva visto che erano
arrivati nella regione chiamata Alaska.
Erano atterrati vicini
alla cima di una delle tante montagne di quel territorio.
Pochi
metri sopra di loro una cresta di roccia coperta di neve bloccava la
visuale, e Gorthan non aveva assolutamente idea di cosa ci fosse
dall'altra parte.
Erano troppo pochi elementi per capire come mai
il papero avesse tanta fretta, ma lui lo seguiva lo stesso.
Fu
sorpreso di scoprire in sé una certa impazienza.
Si era
ormai abituato al fatto che quando il suo custode terrestre si
comportava in quel modo sarebbe successo qualcosa di bello.
-Su,
forza! Dobbiamo arrivare in cima! Voi evroniani non fate
ginnastica?-
Quello accese in Gorthan qualcosa di simile alla
sfida.
Scattò anche lui con tutta la sua forza e lasciò
indietro il papero, perché qualsiasi fosse la meta lui ci
sarebbe arrivato prima di...
Stava per scavalcare il bordo del
muro di roccia e neve quando all'improvviso il panorama si spalancó
davanti a lui.
Era incredibile!
L'altro lato del crinale la
catena montuosa si snodava al di sotto di lui in uno strapiombo di
rocce che emergevano dal mare di neve per un'estensione immensa.
A
perdita d'occhio si estendevano monti, neve e nubi basse sospese a
mezz'aria.
In lontananza la catena montuosa sfumava in sagome
bluastre quasi irreali.
Il cielo era turchese ad est, dove stava
per sorgere il sole, ed al di sopra di loro le stelle si stavano
spegnendo in un cielo che sfumava dal blu all'azzurro.
Quanti
colori potevano esserci? Come potevano cambiare tanto?
Sulla Terra
era tutto così mutevole, caotico e meraviglioso!
-Ah,
eccoti qui! Complimenti per lo scatto, eh! E siamo anche arrivati in
anticipo-
-In anticipo per cosa?-
-Aspetta qualche minuto e lo
vedrai-
In effetti non dovete aspettare molto.
Pochi minuti
dopo ad est i colori stavano cambiando di nuovo.
Prima violetto,
poi rosa acceso, poi un rosa più sfumato nell'arancione, ed
infine una minuscola lama di luce fece capolino dall'orizzonte.
Era
il sole.
Era ovvio che sorgesse il sole.
E allora perché
Gorthan non riusciva a staccate gli occhi da quella che sembrava luce
liquida?
Dato quanto erano in alto poteva vedere la luce inondare
la vallata, poi i fianchi delle montagne e risalire lenta ma
inesorabile come una marea.
Presto sarebbe arrivata a loro.
E
allora?
Perché si aspettava che fosse qualcosa di
particolare? Erano solo radiazioni luminose.
O no?
Gorthan
aspettava, teso e concentrato come ogni volta che c'era una cosa
nuova da scoprire.
Man mano che i raggi si avvicinavano a loro
Gorthan notò che un'altra cosa cambiava: il colore della neve
a terra.
Prima gli era sembrata di un banale grigio bluastro,
adesso invece, ma man mano che la luce la toccava sembrava
cambiare.
Neve.
Gorthan sapeva cos'era: molecole di H²O
allo stato solido che a causa delle temperature sotto lo zero erano
cristallizzate secondo modelli frattali, solo che sentiva che oltre
la realtà fisica c'era qualcos'altro.
Era luce.
I
cristalli di neve investiti dai raggi dell'alba erano diventati
luce.
Tutto attorno a lui il paesaggio si era infiammato di rosa
ed oro.
Era bello.
Era così bello da fargli provare una
stretta dentro, da qualche parte tra lo stomaco ed il torace, per
motivi che lui non comprendeva.
Non riusciva a più a
pensare.
Respirare gli dava l'impressione di respirare lo
scintillio che lo circondava.
Erano...
sensazioni? Per delle onde elettromagnetiche rifratte da molecole di
acqua allo stato solido?
Inconcepibile!
Eppure bramava un
contatto più profondo con quella cosa così bella...
Era
folle. Irrazionale. Illogico. Non si può afferrare la
luce!
Eppure il suo cuore si torceva nel petto, sospeso
nell'illusione e nella meraviglia di voler scoprire...
"E
se...?"
Scese ad inginocchiarsi nella neve e posò le
mani aperte sulla superficie di cristalli.
"Illusione. Non si
può afferrare la luce."
"E se...?"
Si
accorse che stava tremando e che il suo respiro era
irregolare.
Voleva raccogliere la luce tra le sue mani, ed allo
stesso tempo la paura di restare deluso lo bloccava.
"Non si
può toccare la luce"
"E se...?"
Avvicinò
lentamente le mani a coppa, e lo scintillio era ancora lì.
Lentamente
provò a sollevare una manciata di neve.
Vista da vicino
scintillava non più solo di oro o rosa, ma di tutto il
caleidoscopio dei colori dell'arcobaleno.
Erano solo molecole di
H2O... ed erano così belle!
E lui le teneva tra le mani!
La
luce non lo aveva tradito.
Era rimasta tra le sue mani, sospesa
come un sogno e reale come il freddo che sentiva penetrare attraverso
i guanti.
Lo scintillio etereo del cristallo era di una bellezza
tale da farlo stare male.
Non riusciva a respirare e allo stesso
tempo era come se stesse respirando davvero per la prima volta in
vita sua.
Aveva creduto in una cosa illogica e non era stato
tradito.
Aveva avuto fede non nella sua conoscenza per una volta,
ma in una rudimentale, primitiva, capacità di sognare, ed
aveva funzionato!
La scoperta di quanto sentimento potesse esserci
dentro di lui lo confondeva più di tutte le scoperte
scientifiche della sua carriera.
Scoprire di essere capace di
sentire la bellezza, non solo di descrivere i fenomeni a livello
scientifico, era la più grande novità della sua
vita.
La luce era entrata dentro di lui ed aveva ustionato il suo
cuore, ma lui non avrebbe rinunciato a quel dolore per niente al
mondo.
Era la cosa peggiore che gli fosse mai capitata ed era
anche quella che lo aveva fatto sentire più... vivo.
Si
chiese se il dolore fosse la chiave ed il prezzo da pagare per
accedere al mondo dei terrestri, e se anche i loro artisti
soffrissero quando creavano le loro opere, ma come lui avrebbero
preferito mille volte sentirsi lacerati dentro piuttosto che essere
separati dalla meraviglia creata dall'arte.
-Nemico? Va tutto
bene?-
La voce di Paperinik lo riportò alla realtà.
Non
sapeva cosa rispondere.
Stava soffrendo, ne era certo, ma era
troppo stravolto per capire bene cosa stesse succedendo e non sapeva
spiegarlo.
-Gorthan...? Gorthan!-
-Brucia- riuscì solo a
dire con voce strozzata.
-Brucia? Cosa intendi?-
-La luce. La
luce brucia-
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Cantuccio dell'Autore
Niente, mi mancava Gorthan: mi affascina troppo questo gigante in conflitto con sé stesso.
Per questo ho creato la serie.
Non so se avete mai sentito parlare della sindrome di Sthendal. Credo che il nostro capobranca ne sia colpito a volte.
Makoto