Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: LadyHeather83    31/12/2020    0 recensioni
Marinette si trova in coma, dopo una brutta caduta durante l'allestimento della recita di fine anno.
Durante il suo risveglio, avrà una brutta sorpresa: non riesce a trovare Tikki, le foto di Adrien appese in camera sua, non ci sono, ed in più la madre le dà una notizia sconvolgente, dovrà servire al catering di fidanzamento di Adrien Agreste e Kagami Tsurugi.
Riuscirà a portare tutto alla normalità?
Genere: Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Kagami Tsurugi, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

REALTA’ PARALLELA

*

Capitolo 10 – Adrien vs Luka

*

Adrien andò a rinchiudersi in camera sua, con un enorme groppo e vuoto al cuore.

Non era solito comportarsi così con suo padre, ma non poteva più tenere dentro, quello che sentiva, quello che provava, e soprattutto, ora che aveva scoperto che Marinette e Lady Bug, erano la stessa persona, non poteva permettersi di stargli lontano, anche perché lui era l’unico che poteva riportare indietro il suo spirito.

Quanto avrebbe voluto dire a suo padre queste cose, che lui in realtà non era solo Adrien Agreste, ma anche Chat Noir, il super eroe che salva in continuazione Parigi, dagli attacchi di Papillon, voleva fosse fiero di lui.

Ma dopo quella sfuriata, sentiva di averlo allontanato ancora di più da lui, rinfacciare al proprio genitore il fatto di non prendersi cura di lui nella maniera migliore, lo deve aver ferito e non poco.

Gabriel si era ritirato nel suo studio e dopo un’ora passato da solo a piangersi addosso, si diresse verso la camera del figlio, dove lo trovò mentre giocava ai video games, uno dei tanti presenti nella sua infinita collezione.

Adrien” Lo chiamò aprendo la porta, senza aver bisogno di bussare, senza bisogno di farsi annunciare dalla sua segretaria, quella era casa sua, e aveva tutto il diritto di entrare.

Il biondo continuò a giocare senza dargli bada, si limitò a dirgli di bussare la prossima volta.

Lo stilista si sedette accanto a lui, affondando sul divano di pelle bianca.

“Mi dispiace”.

A quelle parole, spense, non solo il gioco, ma anche la televisione, sentirgli chiedere scusa era un evento più unico che raro, e non poteva perdersi una simile cosa.

“Per cosa?” Gli chiese.

Gabriel allargò le braccia “Per tutto. So che non sono un buon padre, ma da quando è morta tua madre, mi sento così solo che sto cercando di occupare il tempo e la mente lavorando sodo, per non farti mancare niente, Adrien”.

“Papà, non sei solo. Hai me, ed io ho bisogno di mio padre, non mi interessano le cose materiali, a me interessa te”.

Lo stilista non seppe cosa dire, era incredibile come quel ragazzo di sedici anni, ragionasse meglio di lui, che di anni ne aveva poco più di quaranta.

“Ti voglio bene figliolo”. Lo abbracciò amorevolmente.

“Te ne voglio anch’io”.

*

Papillon se ne stava nella sua cripta, una stanza posta in cima alla casa, raggiungibile esclusivamente da un ascensore che lo stilista, dopo aver scoperto della malattia della moglie, e i poteri celate da quelle spille trovate in Tibet, aveva commissionato alla fidata Nathalie, se ne sarebbe servito, per trovare i miraculous più potenti in circolazione, quelli di Lady Bug e Chat Noir.

Era attorniato da delle farfalle bianche.

Aprì il rosone e una piccola finestrella, da dove avrebbe fatto passare una farfalla, pronta ad infettare il malcapitato ti turno, un cuore infranto o arrabbiato, per lui non avrebbe fatto la differenza, l’importante era avere un alleato che agisse per suo conto, che facesse uscire allo scoperto Lady Bug e Chat Noir.

Chiuse gli occhi, e con i poteri del suo miraculous, iniziò a sondare il territorio parigino.

Sentiva tanta tristezza, qualcuno aveva appena perso una persona a lui cara.

Adrien.

No, non poteva approfittarsi di lui.

Continuò imperterrito la sua ricerca, ma veniva sempre riportato lì, a casa sua, quel sentimento di disperazione era fortissimo, un richiamo, per la sua akuma.

Scosse il capo, forse sarebbe stato meglio riprovare un’altra volta, non poteva rischiare di far del male al proprio figlio.

Non aveva ancora testato il suo potere, e non era consigliabile che Adrien gli facesse da cavia.

*

Mise piede in quell’ospedale dopo una settimana, e grazie ai suoi fisioterapisti privati, era riuscito a liberarsi dalle stampelle.

Camminava ancora a fatica, ma grazie ai maniglioni di sicurezza posti sul corridoio e agli ascensori facilmente raggiungibili, fu un gioco da ragazzi, arrivare alla camera di Marinette.

Bussò, anche se la porta era aperta e Sabine era al suo capezzale, intenta a spazzolarle i capelli corvini, che per praticità, erano stati lasciati liberi da quei soliti codini.

Era bellissima, nonostante si trovasse in un letto di ospedale.

Adrien, entra”. Gli disse la donna. “Come stai, caro?”.

“Mi sto riprendendo” Porse alla donna un mazzo di rose rosse.

“Sono bellissime, Marinette adora le rose”.

Avrebbe detto il contrario, visto che le rifiutava quasi sempre da Chat Noir.

“Pensa che in camera ha un quadretto con delle rose essiccate”.

Adrien ne fu sorpreso “Sul serio?”.

“Saranno di qualche ammiratore segreto” Rise. “Tom crede siano di Chat Noir”.

“Chat Noir?” Fece di rimando.

“Penso ce l’abbia ancora con lui, per aver spezzato il cuore di Marinette, e pensa che tutto questo sia colpa sua. Non lo ha ancora perdonato”.

Adrien deglutì perché gli si seccò di colpo la gola, in un certo senso c’aveva preso “Ah, si, Marinette mi aveva accennato alla cosa, ma poi si era risolta”.

“Si lo so, ma Tom, è fatto così” Sospirò. “Guai a chi tocca la sua bambina”.

“Di solito i padri sono più protettivi con le figlie, tranne il mio, che chissà per quale strano motivo, mi ha permesso di essere qui”.

“Sei il suo unico figlio, Adrien, è normale che voglia proteggerti. Ma sono sicura che ti vuole bene, e non farebbe mai qualcosa che possa ferirti. Se posso darti un consiglio, parla con lui di qualsiasi problema, deve capire che hai fiducia in lui, e questo servirà a te, perché non possa mai dubitare di te”.

Marinette era fortunata ad avere una mamma come Sabine, riusciva a capire le situazioni al volo, e a trovare sempre la parola giusta per ogni cosa.

Di questo, ne aveva avuto prova, quando, travestito da Chat Noir, aveva presenziato al brunch, quella famosa domenica, quando aveva confessato di non provare amore nei confronti di Marinette, e lei si era dimostrata molto comprensiva.

“Grazie Sabine” Le sorrise.

Un medico entrò nella stanza, voleva parlare con la donna “Signora, possiamo parlare in privato?”.

“Esco subito” Adrien fece per alzarsi, ma fu interrotto dallo specialista, che intimò il ragazzo di rimanere, e che Sabine, lo avrebbe potuto raggiungere nel suo studio.

*

Marinette stava camminando su e giù per la cameretta, osservando le foto appese alla parete, nella sua realtà, era abituata ad altre figure che spiccavano in quella bacheca.

Ne prese una, quella di lei e Luka abbracciati su una panchina, sorridenti, con l’inseparabile chitarra.

La ragazza si stava chiedendo se le avesse appena dedicata una canzone.

Era strano passeggiare senza l’amichetta svolazzante sempre al suo fianco, sempre pronta a darle consigli, sempre pronta a farle fare la cosa giusta.

Guardò la casetta delle bambole che custodiva gelosamente sopra la solita mensola, e trovarla vuota, le metteva un senso di disagio.

Accanto la scatola con il suo diario segreto, l’aprì con la chiave trovata dentro la borsetta.

Sgranò gli occhi quando, sfogliando le pagine, le trovò piene di foto di Adrien, abbellita da cuori, stelline, glitter e quant’altro.

Una foto autografata niente che di meno da lui che profumava della sua essenza, le fece scendere una lacrima “Chaton”, sussurrò a mezze labbra, poi lesse la postilla a lato “Oggi è stata una giornata magnifica, perché finalmente sono riuscita a farmi autografare una foto da Adrien in persona, è un mito, lo adoro, ma meglio non dirlo ad Alya, ho paura mi possa prendere in giro e spifferare tutto a Luka, geloso cronico, credo che prima o poi lo lascerò”.

Sabine bussò alla porta di camera “Marinette, hai visite”. Poi se ne andò subito, doveva ritornare in pasticceria ed aiutare Tom, con la decorazione della torta da consegnare.

Luka entrò “Ciao, baby. Ti sono mancato?” L’abbracciò e baciò.

Marinette, fu più rigida di un manico di scopa, non si aspettava un Luka che esternava in quel modo i suoi sentimenti, però doveva ammettere che baciava bene.

Luka, che sorpresa!”.

“Come che sorpresa! Sapevi che sarei ritornato oggi. Lo hai forse dimenticato?” Si lasciò cadere sulla chaise long ed iniziò ad intonare una melodia con la chitarra.

La corvina prese posto accanto a lui, meglio recitare un po’ la parte della fidanzata, finchè non ci avrebbe capito qualcosa di più.

“Ma no…è che sono successe molte cose in questi giorni”.

“Lo so, è morta quella riccona…come si chiama…” Disse con disprezzo.

Emilie Agreste” Rispose “…ti pregherei di avere un po’ di rispetto”.

“Rispetto? Sei stata tu a definirli così, e poi cos’è che hai detto di suo figlio?” Si portò due dita sul mento “…ah si, viziato, cafone e figlio di papà”.

Era impossibile che avesse detto quelle cose, anche se non lo conosceva personalmente, non era solita a giudicare la gente in quella maniera, la Marinette di quel mondo, doveva essere proprio strana, doveva assolutamente trovare un modo di ritornare indietro.

“Dici sul serio?”

“Ma che ti prende baby, sei strana oggi…forse hai sentito troppo la mia mancanza. Meglio rimediare” Iniziò a togliersi la giacca e la maglietta, Marinette doveva proprio ammettere che aveva un fisico niente male, e quel tatuaggio sul fianco, gli donava un certo fascino.

Luka si avvicinò a lei “Sei tesa” Gli sussurrò all’orecchio mentre lo leccava “…adesso ti faccio sciogliere un po’” Le tolse la giacca e lei non lo fermò, doveva recitare la parte, o almeno provarci, ma non era facile.

I suoi baci e le sue carezze, le davano brividi di piacere, nessuno aveva mai avuto il privilegio di farla sentire così.

Sentì d’un tratto la mano e il braccio destro andare a fuoco, e dei brividi attraversarle  la schiena.

Milady” Sentì una voce ovattata nella sua testa, mentre si lasciava andare.

Chaton” Sussurrò, spalancando gli occhi, sperando che Luka non l’avesse sentita.

Si, milady, mi senti?”

Si, AdrienNon si rese conto di aver detto il suo nome ad alta voce, Luka si scostò velocemente da lei.

Adrien? Che storia è?” Chiese furibondo.

“Nessuna storia, Luka”.

Luka? Che ci fai con lui?”

“E’ una lunga storia” Rispose ad Adrien.

“Allora è nessuna storia o lunga storia?” Luka incrociò le braccia sotto il petto, in attesa che la sua ragazza si spiegasse.

Senti, non abbiamo molto tempo, caccialo e ascoltami” Era geloso, anche se non sapeva cosa ci facessero insieme, e lo si poteva capire dal suo tono di voce.

Marinette, stai bene?” Gli chiese notando il suo sguardo confuso.

S-si” Balbettò.

Bene, senti, adesso provo ad unire i kawatama

Aspetta, Adrien

“Guardami, sono Luka il tuo fidanzato, ricordi? Non sono Adrien!” Luka le mise le mani sulle spalle, costringendolo a guardarlo.

Luka, devi andartene ok? Ti spiegherò tutto” Raccolse per lui gli abiti in fretta e furia che si era appena tolto e lo cacciò via dalla stanza, non dandogli modo di rivestirsi.

“Eccomi, Adrien”.

Finalmente, ma cos’è quella storia che sei insieme a Luka” Disse con una punta di gelosia.

“Lascia perdere non lo so nemmeno io”.

Nel frattempo il chitarrista, era rimasto ad origliare dietro la porta, la sua ragazza aveva un comportamento strano, anche quando l’aveva chiamata l’ultima volta in effetti era strana, doveva andare a fondo a quella faccenda.

Ascoltami, sono qui con Tikki e il kawatama che ti ha dato, adesso provo ad unirli, ok?”

“Non so se funzionerà così”

Perché no?”

“Il maestro Fu, mi ha detto che bisogna ripristinare prima l’ordine naturale delle cose, e poi bisognerebbe ricreare una situazione simile, a quella che mi ha portato qui”.

Bene, allora per prima cosa, liberati di quel musicista da strapazzo”.

“Non ti facevo geloso, chaton, sai che il mio cuore appartiene a te”.

Lo so insettina. Ne riparleremo quando tornerai qui, ok?”

“Certo!”

Ascolta, che altre cose sono diverse?

“Oh! Non indovinerai mai. Sono la migliore amica di Chloè. E non abbiamo i nostri miraculos, qui non esistono Lady Bug e Chat Noir”.

Che orrore! Credi riuscirai a sistemare tutto?”

“Non lo so…non lo so”.

Unirò i miraculous se è necessario, un desiderio lo posso esprimere no?”.

“Non farlo, è pericoloso”.

Non posso non averti qui, con me”.

Luka non pote’ più rimanere ad ascoltare Marinette che vaneggiava.

“Che sta succedendo?”.

“Vattene, Luka”.

“No, finchè non mi spieghi”.

*

continua

*

Angolo Autrice: Ciao a tutti, sinceramente non pensavo di pubblicare oggi, ma visto che mi è venuta l’ispirazione per completarlo e scriverlo come volevo, eccomi qua.

Ho voluto incentrarlo sulla realtà attuale, e non su quella parallela, giusto per capire cosa sta succedendo anche lì.

Dal prossimo, ci saranno meno interventi di questo tipo, e si inizierà ad entrare nel vivo della storia.

Spero vi sia piaciuto, e se vorrete, potete lasciarmi le vostre impressioni, mi fa sempre molto piacere sapere cosa ne pensate.

Con l’occasione, vi auguro anche un BUON ANNO!

Erika

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: LadyHeather83