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Autore: Sinden    01/01/2021    0 recensioni
Heloise é una giovane studiosa. Il suo sogno é quello di essere ammessa a Orthanc, la Torre di Isengard, in cui vengono istruiti e formati i futuri Stregoni.
Per farlo, dovrà prima superare una difficilissima prova.
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FF tolkeniana, genere avventuroso, basata anche su film Lo Hobbit - La desolazione di Smaug.
Nuovo personaggio.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Thorin Scudodiquercia
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"... questo è da non credersi. Davvero hai affrontato e sconfitto Melthotiel?"  chiese Elrond ad Andriel. 
Erano nella grande sala principale della sua residenza, elegantemente arredata.

L'Elfa provava un insopportabile imbarazzo in quei minuti, perché doveva giustificare al suo Signore il fallimento della missione. Della sua prima missione.

"Con l'aiuto degli altri, sì. Sono riuscita a ricacciarla nella sua dimensione una volta. La seconda volta che ci ha attaccati, di sua volontà è sparita. Ma non mi quadra, lord Elrond. Non puó aver rinunciato così facilmente." rispose Andriel.

"Se Heloise ha preso un accordo con Urgost, la Strega Elfo non puó più fare niente. L'umana è in vantaggio, ha il Mil Naur e l'ha usato prima di lei. Lo spirito di Melthotiel è probabilmente tornato a Carn Dum, lì attende il risveglio del suo sposo. E nel frattempo ha lasciato il governo delle legioni ad Agandaûr. Sì, tutto ha un senso visto in questa prospettiva." ragionó Elrond. "Ma Heloise ha condannato sé stessa. Lo sai, vero?"

"Ne sono consapevole. Questa missione richiederà il suo sacrificio. Uccidere Agandaûr sarà impresa difficilissima giá di per sé, ma anche dovessimo riuscirci, trovare la tana di Urgost sarà impossibile. Nessuno sa dove viva." disse Andriel. "Ma se non andrà da lui con la testa del condottiero Nazgûl, sarà la Bestia ad andare da lei. Anche se si nascondesse la troverà. La troverà ovunque."

"Radagast il Bruno conosce il luogo dove il Drago si nasconde." commentó l'Elfo. "Ma quello Stregone vive a Bosco Atro. Sarà necessario rintracciarlo per avere informazioni."

Andriel si portó una mano alla fronte. "È tutto troppo complicato. Non se ne esce, Lord Elrond."

"É stato un errore dell'umana. Come mi hai raccontato, é consumata dal desiderio di entrare nella Torre d'Orthanc. Questo ha offuscato la sua capacità di discernimento. L'ha spinta verso un destino orribile." rifletté l'Elfo.

"Lei non ha tutte le colpe. Se fossi stata più determinata nel condurla da Galadriel... ci siamo fermati troppe volte." sospiró Andriel.

"Hai fatto quanto in tuo potere. Hai fatto molto. Mi devi anzi perdonare se sono stato brusco, prima." le rispose Elrond, dandole una delicata carezza.

"Ma dovró seguirla fino ad Angmar. Non posso lasciarla sola. Ci sono dentro anch'io, ormai." ribatté Andriel.

"Temo che prima dovrete raggiungere Radagast. É fondamentale che lo Stregone vi sveli il luogo esatto ove é celato l'antro di Urgost. O sarà tutto inutile." le disse Elrond.

"Ci metteremo troppo tempo!" obiettó Andriel. "Attraversare le Montagne Nebbiose, ci vogliono settimane! C'é un'altra cosa di cui non vi ho parlato. Helli ha una maledizione sul suo corpo. É stato il Serpente del Nord. Ha lanciato un sortilegio sul suo piede, la sta consumando.  Presto si allargherá alla gamba, rischierà molto se non elimina Agandaûr entro un tempo stabilito."

Elrond aggrottó le sopracciglia. "Un cosa?"

"...un maleficio. I malefici dei Draghi. Al riguardo, avevo letto alcune storie su un libro." spiegó Andriel. "É una brutta abrasione al piede destro. Ma so che presto divorerà tutto il suo corpo. Non ho potuto guarirla."

"Vorrei vederla." disse Elrond, brusco. "Subito."

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Seduta su un bel canapé viola, Heloise lasciava che il Signore di Gran Burrone, il potente e millenario Lord Elrond, esaminasse la sua ferita. Un brutto livido bluastro si estendeva da sotto la pianta fino a quasi la caviglia.

"Cosa ne pensate, mio Signore?" chiese Andriel.

"Penso che per l'ennesima volta la tua mancanza di applicazione negli studi si sia resa evidente." disse Elrond.

Andriel ed Heloise lo guardavano confuse.

"Non... capisco..." balbettò l'Elfa.

"In quale libro, esattamente, hai trovato scritto che i Draghi possono lanciare incantesimi?!" chiese pacato l'Elfo.

"Ehm...ecco..." Andriel ci pensó un po' su. "... mi sembra..."

"...sì?" insistè Elrond.

Andriel lo guardó avvilita. "Non me lo ricordo più."

"Non te lo ricordi più..." ripeté Elrond. "Non te lo puoi ricordare, Andriel, perché non é vero."

"Come?! ma sì, ne sono sicura!" sbottó Andriel.

"Tu confondi i Draghi con i Lunghi Vermi. Questi ultimi sono simili ai Draghi, ma sono privi sia di ali che di gambe e si muovono strisciando i loro corpi sul terreno o sull'acqua. Possono sputare veleno e se il veleno tocca la pelle di un malcapitato, questi sviluppa ferite come quella di Heloise." raccontó Elrond. "É probabile che tu abbia letto questo, in un libro preso con noncuranza da una pila di altri libri."

Andriel provó una vergogna lancinante. "Oh... mi dispiace."

"Non dispiacerti, figurati. Diciamo, che io ho solo passato gli ultimi giorni angosciata all'idea di vedermi amputata una gamba. Ma non importa, tutti sbagliamo." disse Heloise.

Elrond sorrise. "Alla tua amica mortale non manca l'ironia. É una qualità che apprezzo. Altri si sarebbero molto adirati con te, Andriel."

"In verità, Andriel mi ha salvato la vita. E anche quella di mia sorella. Davvero non c'é nulla che possa rimproverarle. Ma allora cos'é questa ferita?" chiese l'umana.

"Una banale infezione. Devi esserti graffiata lungo
il cammino e aver immerso i piedi nel fango delle paludi non ha aiutato. Un nostro Guaritore ti applicherà dell'estratto di alcune erbe molto efficaci." le disse Elrond.

"Vi ringrazio!" sospiró la mortale, appoggiandosi allo schienale del piccolo divano. "Un problema in meno."

"Non riesco a credere di essere stata così stupida." disse Andriel, afflitta.

"Comprendi ora tutti i miei discorsi sull'importanza dello studio? Non é un passatempo." aggiunse Elrond. "E questo vale anche per te, Heloise. Cosa ti ha spinto verso Isengard, perché sei così ostinata?"

"Perchè credo che dentro di me ci sia più di una donna che ha come unico destino quello di sposarsi. Questo puó andar bene per mia sorella, ma non per me. Non voglio soffocare in una vita monotona al servizio di un uomo." rispose Helli. "So che voi Elfi non potete capirlo. Le vostre donne possono combattere, mi è stato detto. Possono studiare, anzi, devono farlo. Ma per noi umani non va così. Se non ti sposi entro una certa età, se non fai figli, se non passi i brevi anni della tua vita a servizio dei figli... non sei una persona compiuta. Ma io ho sempre respinto questa visione delle cose. E continuerò a farlo."

"Comprendo le tue infelicità. Ma ció non toglie che sei stata avventata. Anche se tutta la faccenda del Mil Naur non fosse esistita, anche se tu avessi trovato il modo di raggiungere Isengard, quale credi sarebbe stata la reazione di Saruman?" chiese Elrond. "Speravi davvero che ti accogliesse nel suo Ordine?"

"Ci avrei provato. Dopo aver preparato un saggio adeguato, almeno ci avrei provato!" replicó Helli.

"Così poco conosci lo Stregone bianco, ragazza mia." sospiró Elrond.

"Lord Elrond, sentite..." disse l'umana, alzandosi e avvicinandosi a lui. "... vi parlo ora, poiché mia sorella non é qui. Non voglio che senta. Vi chiedo la grazia di aver cura di Isadora. Lei non verrà ad Angmar, non ce la farebbe. Resterà qui, con il vostro consenso, spero."

"Avete una casa nella città di Midlothian." disse Elrond.

"...sì, ma non possiamo tornare. Andriel vi ha messo al corrente della situazione, credo. Nostra madre non c'è più. E io credo che abbiano dato la colpa della sua fine a noi. É quasi sicuro che siamo ricercate, ora. Isa non deve tornare lì." spiegó Helli. "Se io dovessi morire in quel Regno maledetto, a Nord, pensate a lei."

"Non dire questo." replicó l'Elfo. "Non pensare alla morte."

"Oh, non fingete, vi prego. Vi prego. Sapete bene che mi sono cacciata in un tunnel senza uscita. Vedete, per tutta la vita ho avuto la sensazione di essere una reietta. Una strana ragazza, inconcludente. Nulla ho fatto di utile, né di buono. Ho trascinato la mia famiglia in un buco nero." disse Heloise. Le sfuggì un singhiozzo.

"Se tu non fossi andata via col diamante, Melthotiel avrebbe eliminato te e tua sorella, oltre che vostra madre. L'ha lasciata in vita per usarla come ostaggio, e in vita é rimasta. É qui, con te. Questo è senz'altro una cosa che dovrebbe sollevarti da ogni rimorso." provó a rincuorarla Elrond. "Non essere eccessivamente dura con te stessa."

"...ma non voglio rovinare tutto. Mia sorella deve continuare a vivere. Il rapporto fra me e lei non é dei migliori, cioé...non come dovrebbe esserlo fra sorelle. Ma ha il mio sangue. E voglio che viva la vita che ha sognato. Almeno lei." aggiunse Helli. "Promettetelo, vi imploro."

Elrond la guardó negli occhi, due occhi castani e così espressivi. Annuì. "Faró come dici. Finchè desidererà stare qui, le daremo rifugio."

"Grazie. Dal profondo del cuore. Grazie." disse Helli, chinando il capo.

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"Cos'é quell'abito?" chiese Isadora ad Helli. "Perché non indossi quello che ti ha regalato il bel Capitano? E a proposito..." cinguettó, mostrando l'acconciatura. "...guarda che lavoro sublime hanno fatto con i miei capelli le dame elfiche."

"Stai molto bene, é vero." ammise Helli.

Sua sorella era a dir poco radiosa in quel vestito color rosa antico che le avevano portato. I capelli intrecciati e ornati con nastri di seta, le davano un aspetto che nulla aveva da invidiare alle pur bellissime donne elfo.  

"Sai cosa mi hanno detto? Che ho capelli color dell'oro!! Me li invidiano, ci pensi?!" disse ancora Isa. "Questo posto é meraviglioso, avevi ragione."

"Sono felice che tu stia bene qui. Davvero felice." disse Helli.

Era arrivato il tramonto. Si stavano preparando per la famosa cena che di lì a un'ora sarebbe iniziata. Helli sentiva la martellante voce della sua coscienza risvegliarsi, quando si accorse che poco mancava all'incontro con Gandalf e gli altri.

Elrond aveva assegnato a lei, Isa, Eradan e Farin degli alloggi lontani dalla sua residenza, in un luogo sufficientemente isolato in modo che non avrebbero potuto essere notati da Thorin e compagnia. L'Elfo voleva che i viaggiatori si prendessero qualche ora per loro stessi, in modo da affrontare, ognuno in tranquillità, i ricordi di quello che avevano passato. Così da ristorare la mente, prima che lo stomaco.

"È permesso?" sentì una voce lieve. 
Andriel era comparsa all'entrata della grande stanza che lei e Isa condividevano. Senza armatura né arco e frecce, la sua grazia di Elfo femmina era ancora più evidente.

"Andriel!" disse Helli. "Sembri diversa senza uniforme da soldato."

"Depongo le armi per stasera. Ogni tanto ci é concesso. Stai meglio?" chiese l'Elfa.

"Sì, il Guaritore mandato da Elrond ha medicato il mio piede. Non mi fa quasi più male." rispose la ragazza.

"Delizioso l'abito che indossi." commentó l'Elfa. 
Era semplice, bianco e con una catenella d'argento alla vita.

"Ma sai cosa é successo? Il tuo comandante le ha mandato questo!" rise Isa, mostrando la veste semi trasparente appesa a un'anta dell'armadio. "Che te ne pare? Un messaggio ben chiaro, eh?"

Helli arrossì.

"... e perché non lo metti?" chiese Andriel. Aveva uno strano sorriso.

"Dico, sei seria? E puoi riferire al tuo capitano che non ho gradito questo regalo!" sbottó Helli. "Per chi mi ha presa?"

Andriel scoppió in una fragorosa risata. "Non te l'ha mandato Nohmus! Te l'ho fatto portare io! Era solo uno scherzo!"

"Che delusione!" si lamentó Isa. "E io che speravo che finalmente un uomo...cioé...un Elfo...insomma, qualcuno la svegliasse dal suo torpore."

"Ma perché?" esclamó Helli, stizzita. "Che fai, ti diverti anche tu a stuzzicarmi?"

"Scusami...era solo per divertirci un po'. Imani é stata al gioco, le ho detto di dirti che Nohmus lo mandava. Sei così cupa, volevo darti una scossa. Figurarsi se il nostro Capitano farebbe una cosa simile... é molto severo, sai?" spiegó l'Elfa.

"Divertente. Ah sì, un vero spasso..." disse Heloise. "...Andriel, sai, non ho davvero voglia di partecipare a questa cena."

"Per Thorin?" chiese l'Elfa. "Temi il suo giudizio, lo so. Ma quello che é fatto é fatto."

"E Gandalf. Mi sento in colpa quasi fossi una ladra. É una sensazione orrenda." confessó Helli.

"Nulla deve farti sentire così. Non hai fatto niente di sbagliato. Hai solo avuto paura, ed é comprensibile." le disse Andriel. "Capiranno, vedrai."

"Non é questo. É che per la prima volta, avevo fatto una promessa a qualcuno. Avevo giurato di andare fino in fondo. E li ho abbandonati, ho capito di essere debole. É come se avessi tradito anche una parte di me." spiegó Heloise. "Mi sento davvero mortificata."

Isa sbuffó. "Sei pesante, sai?"

Helli la ignoró. "Non mi sento bene con me stessa, questa é la verità."

"Farin muore dalla voglia di parlare col suo principe. Mi ha mandato a chiedervi se siete pronte. É un momento importantissimo per lui. Non facciamolo aspettare." disse Andriel. "Metti da parte il tuo malumore, e fai qualcosa per un amico, stasera. Va bene?"

Helli la guardó. Andriel aveva una sguardo buono, comprensivo. 
"Sì. Mi pare giusto." le rispose.

"Brava. Tutti abbiamo fatto errori in vita Helli. Guarda me, che ho più di duemila anni, quanti credi ne abbia commessi? Non ho forse sbagliato giudizio sulla tua ferita? Non siamo esseri perfetti. E dobbiamo andare avanti." le disse l'Elfa.  Sentirono il suono dei flauti. "Elrond sta chiamando. Coraggio."

 

   
 
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