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Autore: Dreamer In Love    04/01/2021    0 recensioni
"Tell me somethin', girl
Are you happy in this modern world?
Or do you need more?
Is there somethin' else you're searchin' for?"
(Shallow - Lady Gaga & Bradley Cooper)
Shade si è appena trasferito in una nuova città, in una nuova scuola dove, volente o nolente, è costretto a entrare in contatto con un gruppo di scalmanati. E lui che pensava di passare un anno tranquillo… Tra lezioni, amicizie e amori, scoprirà che a volte non tutto ciò che si vede è la verità. Dovrà scontrarsi con un mondo a volte troppo crudele e inoltrarsi in strade buie e tormentate per riuscire a scorgere la luce dell'amore nell'oscurità.
La RedMoon è vita, ma in un certo senso c'è anche qualche cenno di RXS e RXB e FxB.
Genere: Azione, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Fine, Shade
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cattive ragazze '
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35.
Halloween party
- Tra principesse, tigri e surfisti -
 
Che Fine fosse bella non era una novità ma Shade era certo che quella sera surclassasse ogni donna presente nel locale: indossava un incantevole abito in seta color cipria con un corpetto ricamato che le stringeva la vita; si apriva, poi, in una lunga gonna che le cadeva morbida sui fianchi e che seguiva, audace e maliziosa, i suoi movimenti mentre ballava. I capelli erano raccolti in due lunghe trecce, adornate con nastri e fiori, e sulla fronte pendeva un piccolo diadema. Era la Principessa del Regno Solare, come si era presentata a lui qualche ora prima; la sua principessa. Era stato un caso che il cobalto avesse avuto la stessa idea. Si era limitato a comprare un mantello e la corona, ma anche lui faceva la sua bella figura come principe.
Quando lo aveva visto, Fine aveva sorriso candidamente e si era avvicinata con passo studiato.
- Sei molto affascinante. -, gli aveva sussurrato sul collo, per poi lasciargli un bacio sulla guancia.
Tutti erano scoppiati a ridere nel vedervi stampate le labbra della ragazza con il rossetto.
Il premio per il costume migliore, però, era stato dato a Sophie che interpretava uno zombie: il sangue finto che le colava dalle narici e i vestiti sapientemente strappati erano davvero terrificanti. La ragazza, quindi, si stava godendo i drink offerti dal resto del gruppo seduta sul divanetto, tenendo il ritmo della musica con la testa. Lione la controllava con fare critico, presagendo che presto o tardi sarebbe finita a tenerle la testa in bagno.
Shade non aveva mia festeggiato davvero Halloween ma per l’intera compagnia era una tradizione molto attesa. Inoltre, il Carma dava una delle migliori feste della città e, come sempre, avevano avuto un posto privilegiato nel privé.
Prese una mano della sua ragazza e la invitò con una mossa a piroettare su se stessa. Fine scoppiò a ridere. La tirò a sé e la baciò leggero. Rimasero abbracciati, dondolando senza seguire la melodia.
- Altezza e Auler sono già spariti. -, commentò con fare sagace nel suo orecchio.
La rossa si aprì in un’espressione furba.
- Non li vedremo per un po’. Hanno da recuperare per colpa della sessione di studio di Tessa. –
- Anche noi avremmo da recuperare. –
Gli rispose una risata fragorosa.
- Sei insaziabile Shade. –
Il Ragazzo di Tokyo corrucciò le labbra, piccato.
- E poi, -, continuò la giovane. – Era da parecchio che non passavamo una serata decente tutti insieme. Abbiamo fatto fin troppo i piccioncini. –
All’improvviso, un paio di braccia circondò entrambi e il viso affabile di Bright comparve sulla spalla di Shade.
- Miei cari, ho portato i rifornimenti. -, annunciò mostrando i bicchieri ricolmi che teneva in bilico.
Il cobalto mollò la sua fidanzata per spintonarlo via da sé.
- Non mi stare appiccicato. –
Il biondo mise il broncio.
- Che cosa ha Fine che io non ho? -
Shade lo guardò per un attimo storto. Gli avrebbe anche risposto ma non voleva essere volgare.
- Devi dare attenzione anche a me. –, continuò Bright supplichevole.
- Hai ragione. -, convenne infine l’altro.
Gli prese i drink dalle mani, li allungò a Fine e lo abbracciò di slancio per cominciare un valzer.
Le tre ragazze presenti scoppiarono a ridere.
- Scaricata per un surfista. -, commentò ironica la Tigre rossa, osservando lo strano duo.
Il biondo gli rivolse uno sguardo si sfida, calò sulle iridi chiare gli occhiali da sole fosforescenti e sculettò per mettere in mostra il costume floreale. Anche Shade rincarò la dose: strinse Bright di più a sé e azzardò una mano sul suo fondoschiena.
- Siete davvero una bella coppia. –, convenne allora, scuotendo fintamente rassegnata la testa.
Appoggiò uno dei bicchieri al tavolino e sorseggiò il liquido dolce dell’altro. Si mise, poi, a ballare con Lione.
Non passò nemmeno mezzo minuto che un picchiettio sulla spalla la fece voltare. Era pronta a fare muso duro con Shade: avrebbe dovuto supplicarla per tornare a ballare con lei ma, al contrario di quel che pensava, si trattava di Carl, il barman.
Il volto tirato e il respiro affannoso la fecero subito preoccupare.
- Che succede? -, gli chiese.
Il resto della compagnia si era avvicinato per sentire.
- C’è un tizio qua fuori che chiede di te. Sammy l’ha fatto allontanare ma si è messo a distribuire roba all’angolo della via e infastidisce i clienti. –
- Cosa? -, inveì con espressione sorpresa.
Il più grande continuò
- I titolari ti stanno cercando. –
L’attimo di sconforto durò poco. Il viso di Fine s’indurì di colpo.
 
Rimasi stupito dalla velocità con cui quegli occhi, che tanto amavo, da divertiti e dolci erano tornati diffidenti e prudenti.
Capii quanto fosse facile per la Tigre rossa riprendere il sopravvento sulla vita di Fine.
Una differenza c’era però: poco prima della mutazione, le iridi cremisi erano corse a cercare le mie, in una richiesta di aiuto.
Ed io non l’avrei certo lasciata sola.
 
- Andiamo. -, ordinò a Carl che le fece strada, seguita da tutti gli altri.
Scesero le scale e raggiunsero la pista che attraversarono facendosi a fatica largo tra la gente. Oltrepassarono il bancone, dove i barman distribuivano le bevande, ed entrarono nel magazzino. Subito dopo, una porta li introdusse nell’ufficio del titolare.
Un uomo di mezza età, con delle imbarazzanti orecchie da maiale e il naso sporgente, e una donna sulla trentina vestita da strega, parlottavano preoccupati seduti a una scrivania. L’ambiente era scarno, minimale, se non per un ampio tappeto arabo che copriva il pavimento di cemento e alcune insegne al neon vintage.
Appena videro Fine, la donna si alzò e le andò incontro.
- Finalmente sei arrivata. –
- Bibi. Edward. -, li salutò lei laconica.
- Non pensavamo si azzardasse a fare una mossa simile. -, cominciò il più grande. – E non possiamo nemmeno chiamare la polizia. –
- Eravamo appena riusciti a uscirne. -, gli fece eco Bibi rivolgendo alla Tigre rossa uno sguardo supplichevole.
La giovane li liquidò con un gesto spazientito.
 
Dava l’impressione di avere tutto sotto controllo ma io sapevo bene che non era così.
 
- Vuole solo infastidirmi. Non è qui per voi. Ne sono sicura. –
- Cosa ci consigli di fare? –
- Andrò a vedere cosa vuole questo tizio. Per ora, non preoccupatevi. –
Fece per uscire e, finalmente, si accorse della fila che l’aveva seguita, Shade per primo.
- Andrò da sola. -, sentenzio minacciosa.
Il cobalto alzò elegante un sopracciglio, con le braccia incrociate al petto e con fare ugualmente imperturbabile. Era ben lungi dal temerla ormai.
- Non ci pensare nemmeno. -
Bright e Lione gli fecero eco. Sophie, nonostante le pessime condizioni, riuscì a scuotere anche lei la testa.
La ragazza dai capelli rossi arricciò seccata le labbra. Poi, sospirò.
- Va bene. Verrete tu e Bright. Lione, cerca di capire da chi ha comprato di cosa si tratta e a che prezzo. –
Tutti e tre annuirono. Fine si azzardò a posare uno sguardo divertito sulla quarta amica che si guardava attorno con fare distratto. Si voltò verso la titolare.
- Potreste tenerla d’occhio per un attimo? -, chiese premurosa.
Bibi si avvicinò a Sophie e la prese per le spalle. La ragazza la fissò dubbiosa. Infine, si aprì in un sorriso.
- Ciao. -, allungò l’ultima lettera. – Tu chi sei? –
Fine non attese oltre e uscì insieme al resto della compagnia.
Lione fu inghiottita dalla folla, già all’opera nel fare domande, mente la rossa, Shade e Bright andarono a recuperare i cappotti.
- Che intendeva quella donna? –
La ragazza guardò di sbieco Shade, continuando a camminare verso l’uscita.
- Perché credi che abbiamo sempre un tavolo a disposizione? –, gli rispose sbrigativa.
Il cobalto si fermò nel corridoio illuminato dai neon, guardando confuso Bright che sembrava altrettanto smarrito da tutta quella storia. La Tigre rossa sospirò sottile.
- Li ho conosciuti quando ancora… andavo in giro con Noche. –
- Cioè? –
- Gli ho fatto alcuni favori e, quando mi sono allontanata dalla mia vecchia banda, hanno deciso di essere fedeli solo a me. Il fatto che io frequenti il Carma li tutela da alcune situazioni spiacevoli. Tutto qui. –
Bright corrucciò la faccia.
- Che genere di favori? –
Fine incontrò le iridi cobalto che attendevano anche loro una risposta, attente, ma liquidò entrambi con un gesto di stizza.
- Non v’interessa. –
Proseguì verso l’uscita e Shade e Bright, seppur insoddisfatti, la seguirono. Furono finalmente fuori e vennero investiti da un’aria fredda. Si strinsero nei cappotti. Sammy li salutò con un cenno.
- Dovrebbe essere là infondo. -, e indicò la direzione da seguire.
Lo trovarono facilmente: era un ragazzo della loro età, scompigliato e dagli occhi furbi, che nascosto dal cappuccio scuro, contrattava con dei clienti del Carma vestiti da vampiri. Appena videro il trio avvicinarsi, però, si defilarono alla svelta e lo spacciatore si voltò verso di loro con un sorriso sornione.
- La Tigre rossa in persona. -, la salutò con un inchino.
Scrutò attentamente anche gli accompagnatori e si soffermò su Shade.
- E vedo che sei in buona compagnia. –
Shade era abbastanza sicuro che si trattasse di uno degli studenti della Sendagaja che avevano accompagnato Toma nell’attacco alla Keonguk sei mesi prima.
- Che cosa vuoi? -, arrivò dritta al punto Fine.
- Vendere. -, affermò tranquillo l’altro.
- Sei nel mio territorio. –
Il ragazzo diede un’alzata di spalle.
– Va bene, ho capito. La mia presenza non è gradita. Non voglio problemi. –
- Ti manda Noche? –
- Ho già detto che me ne vado. -, le rispose lui sbrigativo.
Sembrava però stranito da quell’ultima domanda. Comunque se ne andò con passo spedito e i tre ragazzi rimasero a guardarlo mentre si allontanava.
Decisero di accertarsi che non ci fosse qualcun altro nei paraggi e fecero un giro veloce nelle vie adiacenti al locale. Poi, si apprestarono a rientrare. Lione li raggiunse sulla soglia.
- Bassa qualità e prezzi stracciati. -, informò pratica l’amica.
Fine scosse pensierosa la testa.
- Questa cosa mi puzza. -, commentò cercando complicità nello sguardo di Shade.
Il cobalto annuì di rimando.
- Anche a me. -
 
 
- Incredibile. -, era sbottata Altezza quando Fine aveva finito di raccontarle gli ultimi sviluppi. – Mi dispiace non essere stata presente. –
Stavano passeggiando a braccetto tra le vie deserte della città addormentata. Il passo era veloce e cadenzato, un tentativo di scaldarsi dal freddo di quella sera, e per la voglia di infilarsi il prima possibile nel proprio letto e riposare. Dietro di loro il resto della combriccola trascinava una Sophie nauseata e più sfasata del solito.
- Fortunatamente le cose si sono risolte senza problemi. Spero che almeno per te sia stata una bella serata. –, insinuò maliziosa la rossa.
- Oh, sì. Ma i bagni del Carma sono scomodissimi. –
Scoppiarono entrambe a ridere.
Avevano ormai raggiunto il solito incrocio e si salutarono con un abbraccio, attendendo l’arrivo dagli altri. Videro Lione staccarsi dal gruppo, accelerare il passo e raggiungerle. Il volto era segnato da un’espressione grave e Fine si sentì inquieta.
- Ti devo parlare. –
- Dimmi. –
- Da sole. -, precisò l’arancio.
La Tigre rossa le annuì. Altezza, accanto a loro, alzò elegante un sopracciglio e corrugò la fronte, seccata di essere esclusa.
Arrivò anche Sophie scortata dai ragazzi e fecero per separarsi: Bright e Altezza da una parte, Sophie, Auler e Lione da un'altra e Shade e Fine sulla terza e quarta strada.
Il cobalto esitò, rivolgendo a Fine un sorriso dolce.
- Ti accompagno un pezzo? -
La rossa scosse la testa.
- Vado con Lione. -, rispose imperativa, anche se un po’ dispiaciuta dalla delusione che leggeva nei suoi occhi. – Ti chiamo domani. -, aggiunse con tono morbido nel tentativo di rimediare.
- Va bene. -, la salutò quindi Shade lasciandole un bacio a fior di labbra.
Si allontanò lungo la via illuminata dai lampioni e le due ragazze rimasero a guardarlo finché non svoltò l’angolo. Anche gli altri avevano ormai preso la via di casa.
A quel punto, Fine decise di prestare totale attenzione a Lione.
- Che ti prende? -, le chiese. – Qualcosa non va? –
L’altra le sfiorò il braccio con una mano e sfoderò una delle sue espressioni concilianti.
- Non ti arrabbiare, ok? –
- Vedi di parlare però perché mi sto preoccupando. –
Lione sospirò brevemente prima di svuotare il sacco con un solo fiato.
- Mirlo e Shade si sono visti. –
La Tigre rossa batte un paio di volte le palpebre, sicura di aver capito male.
- Come scusa? –
- Ci siamo sentite qualche giorno fa. Mi ha chiamato lei in realtà. Dopo che le avevo chiesto spiegazioni sul perché frequentasse Noche, aveva smesso di rispondere ai miei messaggi e io non ho certo insistito. Si è comportata male con te e, soprattutto, con Shade. –
- Va dritta al punto Lio. –
- Mi ha detto che sentiva l’esigenza di chiarire con lui alcune cose e che sperava di avere una seconda possibilità, di trovare un modo per essere amici. È andata a casa sua e hanno parlato per quasi un’ora. Non sono riuscita a cavarle altro. –
Fine si sentì gelare il sangue. Un moto di delusione e rabbia la colse impreparata.
- Shade non mi ha detto nulla. –
- Lo immaginavo. Non sapevo se darti questa notizia ma era giusto che lo sapessi. –
- Quando è successo? –
- Il giorno che siamo andate per negozi, due settimane fa circa. –
La rossa arricciò le labbra, ancor più contrariata.
- Stai bene? -, le chiese Lione con fare preoccupato.
- Sì, ci devo riflettere un attimo. Grazie Lione. Buonanotte. –
Senza tante cerimonie lasciò l’amica da sola sulla via, scomparendo tra i vicoli bui della città.
 
 
Fine infilò la chiave nella toppa e aprì piano la porta. Fu accolta dal buio caldo e dal ronzio della televisione accesa che rischiarava il viso addormentato di Camelot. Era in una posizione scomposta sul divano e la ragazza ghignò pensando ai dolori alle ossa che avrebbe lamentato nei giorni a venire. Le si avvicinò piano. La svegliò chiamandola in un sussurro e la donna spalancò gli occhi in uno scatto.
- Sei tornata. -, le disse con tono assonnato.
Controllò l’orologio alla parete che dava le quattro e le rivolse un’occhiata eloquente.
- Più tardi del solito. -, commentò.
Fine le si sedette accanto e sospirò pesantemente.
- È stata una lunga festa. –
- Hai avuto rogne? –
La giovane si limitò ad annuire.
Camelot l’abbracciò brevemente, per confortarla, e con una pacca sulle ginocchia le ordinò di alzarsi.
- Dai che andiamo a letto. Domani mi racconti. –
Fine seguì la tutrice lungo il piccolo corridoio. La camera di Rein era chiusa; probabilmente stava dormendo già da un pezzo. Fu tentata di entrare per darle il bacio della buonanotte. Era un gesto che non mancava di fare da quando i loro genitori erano morti: soprattutto nel periodo che avevano errato per strada, l’aiutava a ripulirsi per qualche ora dai suoi peccati e dormire serena.
Eppure, quella sera c’era qualcosa che non andava. Le parole di Lione l’avevano colta impreparata e il pensiero di Mirlo e Shade non le dava pace.
- Camelot. -, chiamò l’anziana donna che stava per chiudere la porta della propria stanza. – Io devo andare da Shade. –
Lei la guardò trasognata.
- Non puoi aspettare domani mattina? –
Fine si limitò a scuotere la testa.
- È davvero tardi Fine. –
- Lo so ma ne ho bisogno. –
Camelot studiò attentamente la ragazza per cercare di decifrare i suoi pensieri e il tumulto che leggeva nei suoi occhi. Alla fine sospirò.
- Va bene. Vedi di non dare fastidio alla sua famiglia. –
- Grazie. –
Prese la giacca e la borsa che aveva abbandonato all’ingresso e uscì velocemente passando dalla porta sul retro. Non avrebbe rifatto lo stesso errore: Shade meritava la sua fiducia ed era sicura che lui non le avesse detto nulla per un motivo preciso. Non aveva voglia di montarsi la testa e passare una notte insonne quando poteva chiedere al diretto interessato e risolvere tutto. Doveva vederlo.
  
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