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Autore: Vallyrock87    04/01/2021    7 recensioni
Questa è una One Shot ispirata al personaggio inventato da me e presente nella mia storia "Il demone dei sogni" .Zakura, che però qui è vista in un altro contesto, differente dalla storia principale. Infatti qui i fatti si svolgono ancora prima che Naraku venga sconfitto. La storia si svolge infatti tra lei e Sesshomaru durante una notte di luna nuova. In cui un violino spezza il suono del bosco. Che attira il demone come una calamita. i due si incontreranno. Ma di cosa parleranno durante la notte? Beh … scopritelo!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Vicino ad una sporgenza, al di sotto della quale si sentiva, insistente lo scrosciare dell’acqua. Segno che al di sotto di essa vi scorresse un fiume. Una figura dalle bianche vesti con ricami rossi di fiori di ciliegio, sulle spalle e, su parte delle maniche dello yokata. Un armatura portata sopra le vesti e una soffice coda avvolta attorno la sua spalla destra, parte della quale scendeva morbidamente lungo il suo fianco per poi poggiarsi a terra. Stava scrutando il cielo privato della solita luna. Una notte di luna nuova. Si chiedeva se quella notte l’avrebbe incontrata. Era consuetudine ormai che, in notti come quella, il suono di un violino rompesse la quiete di quelle terre.

Ed eccolo lì, puntuale come ogni mese. Quel suono che gli scaldava il cuore, quel suono che per poco tempo gli faceva dimenticare di sé stesso. Una melodia suadente e dolce al tempo stesso.

L’uomo dagli occhi d’ambra e dai lunghissimi e folti capelli d’argento seguì quella melodia. Ne era attratto come se dall’altra parte ci fosse una calamita. Lo attirava a sé senza che le sue gambe rispondessero ai suoi comandi.

Quella melodia lo condusse nel folto del bosco. Il buio ricopriva ogni cosa quella notte. Ma in lontananza si poteva scorgere due figure ben distinte di una donna dai lunghi capelli corvini, che le scendevano sinuosi lungo la schiena fino ad arrivare alle cosce. Portava un abito bianco, candido come la neve. Il suo strascico strusciava sull’erba accompagnando la figura ad ogni passo. Nella mano sinistra teneva il manico in acero dello strumento e con le dita premeva sulle corde della tastiera. La cassa armonica era appoggiata sulla sua clavicola, e veniva tenuto in posizione con la mascella poggiata sulla mentoniera, appena sotto il lobo dell’orecchio. L’archetto scorreva sulle corde, inclinato leggermente verso il riccio che adornava il manico. Producendo quella sinuosa melodia che aveva attirato fin lì il potente demone.

Al suo fianco un possente drago bianco la seguiva sbuffando di tanto in tanto. Facendo tremare la terra sotto le enormi zampe artigliate, ad ogni suo passo. La ragazza non si curava ormai più del fragoroso rumore che l’animale produceva. Ormai ci aveva fatto l’abitudine, dopo i tanti anni a vagare al fianco di quella creatura. In quel momento la fanciulla teneva gli occhi serrati, totalmente concentrata sull’esecuzione di quella soave opera.

Una voce però la fece ridestare dalla sua concentrazione. Ella aprì gli occhi e smise di suonare. Tenendo ancora l’archetto e il violino tra le mani, li fece scivolare lungo i fianchi. Anche il drago al suono di quella voce si era fermato. Una sola parola. Un nome pronunciato con fermezza. Aveva fatto si che le due figure si arrestassero in direzione dell’uomo che aveva parlato. Il candore dei loro abiti e dell’animale risplendeva in quella buia boscaglia.

-Zakura-

Occhi ambrati ne stavano fissando altri di un blu intenso come il mare. Erano come il sole che bacia il mare durante il tramonto.

-Sesshomaru- La voce della donna era suadente e dolce allo stesso tempo. Era musica per le orecchie del demone.

La ragazza si mostrava a lui soltanto nelle notti di luna nuova. La notte in cui ella diventava un essere umano. Aveva paura di mostrarsi a lui nella sua vera natura di mezzo demone. Timorosa che lui la respingesse. Prese coraggio di mostrarsi a lui sotto quella forma, quando venne a sapere che con lui viaggiava una piccola cucciola d’uomo. E, come aveva previsto egli non l’aveva respinta. Non sapeva però che il demone ogni volta che sentiva il suo violino suonare percepiva un calore dentro il cuore e una strana sensazione alla bocca dello stomaco che lo spingevano quasi a correre da lei. Non sapeva che lui, contava i giorni che lo separavano dal loro incontro. Con il naso puntato verso la luna si diceva “ancora un piccolo spicchio e poi la rivedrò”.

Durante quelle notti era abitudine per loro sedersi ai piedi di uno dei tanti alberi della foresta. Sorvegliati dall’austera presenza del drago. E, raccontarsi delle loro avventuredisavventure. O meglio, la ragazza raccontava e il demone stava ad ascoltare senza dire nulla. La voce di lei bastava a tranquillizzarlo a placare il suo animo per poche ore soltanto.

Ma quella sera qualcosa sarebbe cambiato. La ragazza aveva deciso di rivelare al demone il suo segreto, che aveva celato soltanto a lui per una stupida paura. Aveva deciso che sarebbe stato inutile nascondergliela ancora.

-Sesshomaru- si era inginocchiata di fianco a lui e aveva preso coraggio dopo un lungo momento in cui cercava di prendere tempo. Aveva il capo chino e si stava tormentando un lembo dell’abito.

Il demone le prese il mento e tenendolo stretto tra il pollice e l’indice le sollevò il viso obbligandola a guardarlo. Lo sguardo di lui quando lei era in sua presenza sembrava addolcirsi. Perdeva la sua tipica freddezza. E, sul suo volto sembrava comparire un timido sorriso. Soltanto una piccola bambina era riuscita in quella impresa fino ad allora. Fino a che il demone non aveva incontrato quella donna.

-Che cosa c’è che vi turba tanto?- Le chiese lui in tono pacato.

-Beh, ecco … io … io, vi devo confessare un segreto. E, forse … forse … dopo che lo avrete conosciuto mi odierete- Il demone rimase interdetto da quella affermazione. “Io odiarla!? No, non esiste al mondo che io possa anche solo pensare una cosa simile. Preferirei cavarmi personalmente il cuore piuttosto.”

-Che sciocchezze dite!?- l’ammonì.

La mano che le teneva il mento scivolò sulla sua guancia, come ad incoraggiarla. Lei per un attimo si beò di quel contatto, posando una mano su quella di lui chiudendo gli occhi. Poi prese nuovamente coraggio.

-Io … io non sono un comune essere umano- Deglutì un po' di saliva prima di proseguire. Aveva troppa paura di perderlo. Ma era necessario che lui sapesse. -B-bensì un mezzo demone.- La mano di lui era ancora sulla guancia di lei e nonostante la notizia che gli aveva dato, non accennava a farla scendere. Ma l’espressione del demone non riusciva a nascondere il suo stupore. I suoi occhi si erano spalancati e la sua bocca si era aperta leggermente.

“Eppure, nonostante questo, non riesco a odiarla. Anzi al contrario …”pensò Sesshomaru.

-Ed era per una sciocchezza simile che vi stavate preoccupando?- Questa volta a stupirsi fu lei. A parte un piccolo segno nel suo volto e nel suo sguardo di stupore. Lui non si era arrabbiato con lei. Sembrava sereno.

-Beh! ... ecco io credevo che voi odiaste sì … beh … ecco, quelli come me insomma- quando era in quella forma il suo coraggio andava sempre un po' a scemare.

Il pollice di lui iniziò a muoversi carezzando dolcemente lo zigomo di lei.

-Voi non siete mio fratello.- Per la prima volta dopo tanto tempo da quando si erano conosciuti. Lui la baciò con una passione innata. Lei si abbandonò a quel bacio. Non poteva sapere che lui era in parte rincuorato da quella rivelazione. Pensava che la sua parte demoniaca le avrebbe permesso di difendersi. Non sarebbe stata del tutto indifesa.

Quando si staccarono da quel bacio lei si ricordò improvvisamente di una cosa.

-Quasi dimenticavo- Gli disse sorridendo, ed estraendo da una delle maniche del suo abito, una catenina alla quale vi era appesa una perla grigia e la porse al demone. Lui guardò l’oggetto non capendo perché lei glielo stesse donando.

-Questa perla vi sarà utile. Quando avrete voglia di vedermi vi basterà toccarla e pensare a me. Io ne ho una uguale.- Gli fece un enorme sorriso sperando che lui accettasse il suo dono. La felicità fu enorme quando vide che lui le prese il gioiello dalle mani e lo mise all’interno di una delle maniche del suo yokata. Non trattenendosi più dall’entusiasmo gli saltò al collo e prese lei l’iniziativa di baciarlo.

Quella notte lei non fuggì, rimase al suo fianco. Si appisolarono insieme, lei poggiando la testa sul suo moko moko e lui poggiando il capo su quello di lei.

Il mattino quando si svegliarono lei aveva assunto la sua solita forma di mezzo demone. Ai lati della testa erano spuntate due orecchie canine e i suoi capelli avevano preso il colore argenteo solo da un lato come anche le sue orecchie, uno solo dei suoi occhi aveva preso il colore dell’ambra, mentre l’altro era rimasto blu.

Lei aveva alzato lo sguardo e lui la stava osservando carezzandole il viso con l’unica mano che aveva.

-No. Decisamente non riesco a odiarvi.- lei gli sorrise e anche lui ricambio quel sorriso.

I due dopo essersi scambiati un bacio a fior di labbra si separarono. Ognuno andò per la propria strada. Lei a cavallo del suo drago volante che spiccò il volo. Lui ritornò a piedi dal suo servitore e dalla bambina che aveva salvato qualche tempo prima per re incamminarsi alla ricerca di Naraku.
Entrambi sapevano che da quel momento in poi non avrebbero più dovuto contare i giorni che li separavano dalla prossima luna nuova. Avrebbero potuto incontrarsi tutte le volte che avrebbero voluto.


Angolo Autore
Rieccomi qua due volte in un solo giorno. Ora con una piccola one shot che avevo in mente di scrivere già da tempo. Ma che visto che sto dedicando molto tempo alla stesura del "Demone dei sogni" non avevo molto tempo per scrivere anche questa. Così visto che ho un piccolo blocco sul proseguo di quella storia ho deciso di scrivere questo. Ma non dubitate voglio fare avere al "Demone dei sogni" il suo finale. l'ispirazione mi verrà ;)
Buona lettura e alla prossima :)

 
   
 
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