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Autore: Isy_264    24/08/2009    12 recensioni
E se mentre Ryo è bloccato a letto da una terribile influenza Saeko convincesse Kaori ad occuparsi da sola di un incarico? E se le cose non andassero nel verso giusto e Ryo lo scoprisse, cosa potrebbe succedere? Ma nonostante tutto a volte ammalarsi è una tale benedizione...!!!
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Che shot lunga che ho scritto, spero non vi annoi! Anche perché non è stato così facile farla come volevo, però era molto che mancavo, l'ultima shot risale al 3 luglio (vi lascio spudoratamente il link - Oggi come domani - qui )!!!^^
Se notate degli errori scusate, ho la testa altrove oggi!^^" Correggerò quanto prima! Quindi, aspettando la mia prossima fic (studio permettendo a capitoli..Vedremo...) vi lascio...Buona lettura!


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Proof of Love

“Non lo voglioooo!!!”
“Ryo, non fare il bambino, su…”
“Kaoriii, non lo voglio lo sciroppoooo…!”
La ragazza alzò gli occhi al cielo, infastidita dalla sua cantilena e sbuffò:
“Ma come sei noioso….muoviti!” gridò infilandogli a forza il cucchiaio in bocca “Manda giù, è per il tuo bene…”
Lo vide ingoiare a fatica e scrutarla con una smorfia in viso “Blah! Che schifo! Avessi almeno una bella infermiera…mi devo accontentare del gorilla…” aggiunse guardandola in cagnesco.
“Gorilla a chi, stupido!”
E nonostante la febbre Ryo si ritrovò spiaccicato nel pavimento, anche se, come poté notare, da un martello di sole 80 t…

Per quanto Ryo potesse fare il noioso le sue condizioni non erano delle migliori e, anche se probabilmente, quella che aveva, era soltanto una brutta influenza, quando Kaori tornò nella camera, non poté fare a meno di preoccuparsi notando come la febbre si fosse sicuramente alzata:
“Ecco cosa succede a non voler prendere le medicine…” sussurrò e sarebbe certamente corsa in bagno per prendere dell’acqua e un asciugamano, se il telefono non avesse suonato…

*Pronto?*
*Kaori? Sono Saeko, Ryo è con te?*
*Oh ciao Saeko, Ryo non può venire al telefono, sta dormendo, ha la febbre…*
*Ma può…*
*Nessun caso Saeko, sta male sul serio questa volta!*
La sentì rimanere un po’ in silenzio e con un sospiro aggiungere:
*Beh ma perché non te ne occupi tu, sei diventata così brava…*
*Cos’è, mi aduli perché non puoi offrirmi un mokkori?*
La sentì ridere:
*E’ un caso facile, devi solo accompagnare la figlia di un funzionario dello Stato a un convegno e rimanere con lei finché non finisce…*
*…e..?*
*Beh, ha ricevuto delle minacce, niente di eccessivo, è solo per sicurezza…e pagherà bene, in denaro…* aggiunse maliziosa.
Sbuffò: *Mmm…oh, e va bene, d’accordo, la vedrò, chiamo Miki perché si occupi di Ryo, ma che sia una cosa veloce!*
*Velocissima, grazie mille, sapevo di poter contare su di te!* e con un saluto frettoloso la donna riattaccò.

Kaori fissò perplessa il telefono, non sapeva perché ma qualcosa le diceva che l’incarico che aveva accettato non sarebbe stato così facile…


La ragazza che incontrò poche ore dopo era poco più di una bambina, con lunghi capelli neri e un sorriso innocente. La vide alzare lo sguardo dal cellulare, dopo aver letto il messaggino che le era evidentemente appena arrivato e guardarla sorridente:
“Tu devi essere Kaori! Piacere! Saeko mi ha parlato bene di te, io sono Aiko! Andiamo?”

La sala dove Aiko l’aveva immediatamente guidata era molto grande, le parete sarebbero state sicuramente dipinte di un bel verde scuro, ma la luminosità del colore era decisamente ombreggiata dal buio che riempiva l'intera stanza:
“Sei sicura che sia la sala giusta?” le chiese cortesemente Kaori.
“Sì, la riunione doveva essere nella sala grande ma all’ultimo minuto hanno cambiato!”
Sorpresa Kaori la guardò attentamente, cercando poi di percepire ogni minimo rumore dentro e fuori la stanza:
“E come fai a saperlo?”
“Mi è arrivato un SMS mente ti aspettavo, era del socio di mio padre che mi avvertiva…”
La Sweeper si voltò all’istante:
“Del socio…ma di solito non…andiamo!” aggiunse velocemente sentendo alcuni passi avvicinarsi a loro.
“Ma no, aspetta Kaori, dobbiamo rimanere qui…”
“No, Aiko, si stanno avvicinando degli uomini…”
“E’ mio padre col socio, eddai fermati!” gridò la ragazza strattonando il braccio mentre cercanva di divincolarsi dalla presa in cui Kaori l'aveva stretta. “Aiko ti prego, se avessero cambiato sala non ti avrebbero mandato solo un SMS all’ultimo minuto, non in quel modo, vieni via…è pericoloso…” ma non riuscì ad avvicinarsi alla porta che, mentre la ragazza si dimenava, la sala si illuminò improvvisamente.


§


“Falcon dovremo dirglielo…”
“Correrebbe subito da lei…e si farebbe uccidere..”
“Ma non possiamo…”
“Miki, ragiona, in quello stato sarebbe solo un pericolo, per sé e per Kaori…andremo noi..”
“Andrete dove?”
Una voce roca, stanca, li fece sobbalzare, Ryo si era svegliato e li guardava con gli occhi socchiusi.
“Oh, Ryo, io…”
“Cos’è successo, dov’è Kaori?”
“Lei…Saeko..”
“Saeko cosa? Mik…” un colpo di tosse lo fermò improvvisamente, faticava a tenere gli occhi aperti e la testa gli girava vorticosamente.
“Saeko ha chiamato Kaori convincendola a occuparsi per una sera di una ragazza, doveva solo andare a una conferenza e proteggerla ma sembra non siano mai arrivate.” La voce di Falcon sembrò tranquillizzarlo all’istante mentre una furia, a contrasto con l’aspetto, si accendeva nei suoi occhi.
“Dove?”
“Nella sala convegni, la polizia se ne sta già occupando…” balbettò Miki, scossa.
“Tzé, la polizia…spostatevi…” mormorò cercando inutilmente di alzarsi.
“Saeba non dire stupidaggini, non ti reggi in piedi..”
“Spostati, Falcon”
“Saeba…”
Fu un lampo, Ryo tirò fuori la pistola dalla fondina che aveva appena indossato e la puntò conto l’amico:
“Non Dovevate Lasciarla Andare, e ora spostatevi…”
I due baristi si fecero da parte finché, con un sospiro, Miki non si buttò tra le braccia del marito pregando che andasse tutto bene.
“Sta’ tranquilla, non gli succederà nulla…resta qui nel caso tornassero, io seguo quel testone..”
E con solo un sorrisetto come risposta uscì.


Ryo guidava velocemente, cercando di stare attento il più possibile alla strada.
Gli tremavano le mani e appena riusciva a stringere il volante, questa volta Saeko aveva esagerato, se fosse successo qualcosa a Kaori non gliel’avrebbe mai perdonato.
Scosse la testa arrabbiato, avrebbe dovuto restare attento e concentrato, la polizia non l’avrebbe trovata, toccava a lui proteggere la sua socia, a lui e a nessun altro.

Uscì dalla macchina barcollando e spingendo via chi cercava di fermarlo urlò a gran voce il nome della donna:
“Lasciatelo!” la sentì gridare mentre si avvicinava.
“Saeko…”
“Ryo calmati, stai male, stiamo facendo il possibile…”
“Non è abbastanza! Dimmi la verità…”
“La ragazza che doveva proteggere è la figlia del governatore, doveva presenziare al discorso del padre ma non è mai arrivata anche se…”
“Anche se…”
“Anche se sono state viste arrivare, devono essere ancora qui dentro…i miei uomini stanno perlustrando il…Ryo! Fermati…” aggiunse vedendolo avanzare.
“Lasciami entrare…”
“Non puoi, non ti reggi in piedi…”
“Saeko…”
Lo guardò in viso e deglutendo annuì, dando ordine ai suoi colleghi di lasciarlo passare.
Il sussurro che però udì la lasciò un attimo senza fiato:
-Se le dovesse succedere qualcosa…-

La sala convegni era un edificio molto grande e famoso, composto da numerose stanza era facile perdersi…o nascondersi.
Si guardò attorno attento notando alcuni poliziotti moversio veloci su piste sconosciute mentre altri parlavano con uomini dall’aria importante, nessuno però aveva ancora trovato qualcosa che potesse almeno aiutarli:
-Incompetenti…- pensò con un sospiro stanco, e passandosi una mano sul volto stanco, cercando di concentrarsi, chiuse gli occhi ascoltando.

D’un tratto l’eco di un grido lo distrasse, guardandosi attorno si convinse di essere l’unico ad averlo sentito e sperando che la febbre non gli facesse brutti scherzi salì le scale velocemente. I suoi pensieri verso la socia.


§


“Lasciateci andare!”
Kaori si guardò attorno attentamente, scartando le varie vie di uscita che avrebbero certamente messo in pericolo la sua protetta, cercando di prendere tempo mentre pensava a una soluzione.
“Non prima del riscatto bella, e ora fa silenzio!” sentì uno dei rapitori gridare.
I tre uomini si stavano innervosendo, le macchine della polizia li avevano spaventati, facendogli abbassare le difese.
“Capo cosa facciamo?” chiese l’uomo più basso.
“Non oseranno spararci con la ragazzina con noi…”
Kaori sbuffò, se non si fosse ferita le cose forse sarebbero andate diversamente, ma il braccio le doleva terribilmente e non riusciva ad usarlo come voleva...se solo Aiko fosse stata ferma - pensò ricordando quello che era successo poco prima.

I rapitori avevano acceso la luce della sala ed una voce cantilenante le aveva sorprese:
“Troppo tardi…troppo tardi…”
La ragazza aveva sorriso “Signor Taikara, finalmente, papà…”
“Paparino si preoccuperà se non ti vede, perché non vieni via da qui…” la interruppe un uomo non molto alto, vestito elegantemente, che le sorrideva divertito.
“Ma…dove?”
Kaori sospirò, ricordava di averla presa per mano e cercato di farla ragionare, “Aiko non capisci? Ti hanno ingannato, hanno delle pistole!” le aveva sussurrato.
La giovane aveva abbassato lo sguardo fino all’arma ed era impallidita di colpo.
“No! Non vengo!”
“E’ tardi per ribattere carina, avresti dovuto dar retta alla tua amichetta, ora forza! Andiamo!”
“Ho detto di no! Non voglio e non verrò!” e, voltandosi verso la porta vicina, senza alcun preavviso, la rossa l'aveva vista correre velocemente via.
Se non fosse stata così impulsiva forse...ma la Sweeper non aveva potuto far altro che raggiungerla e spingerla per terra udendo uno sparo risuonare nella sala.
Una pallottola l’aveva appena colpita.

“E quella tipa lì?” Kaori alzò lo sguardo sentendosi presa in causa e strinse nervosamente il braccio che le pulsava.
“Ha del fegato, ma vedremo di toglierle qualche brutta abitudine…” sghignazzò il ‘Signor’ Taikara minaccioso.
Di colpo un suono troncò la risata a metà e il suono di una pallottola fischiò vicino loro:
“…Ryo…” sussurrò certa della sua presenza -E’ impossibile…-
Sentì Aiko gridare e prima che qualcuno potesse far qualcosa, l’ennesimo sparo ghiacciò la scena, un colpo e la porta si spalancò.

“Ryo!” la figura alta che si mostrò davanti a loro li stupì.
Il corpo di solito così forte mostrava segni di stanchezza, era ansimante e leggermente curvo:
“…Kaori…” mormorò con voce roca.
I rapitori iniziarono a sghignazzare più tranquilli e mentre gli occhi di lui saettavano dal volto della socia, al braccio e poi nuovamente al volto, il sollievo fu chiaramente visibile nel suo viso mentre con un sorrisetto voltò lo sguardo verso i tre uomini.
Uno di loro alzò il braccio per sparare ma prima che potesse farlo una pallottola gli fece saltare via la pistola di mano, nello stesso momento, tre suoni identici accompagnarono il primo.
Kaori con il braccio sano, da brava socia, aveva disarmato l’uomo, consentendo a Ryo di ucciderne un altro senza morire a sua volta.
E quando, senza distogliere lo sguardo dai tre corpi che si accasciavano, il ragazzo cadde a terra, mormorò:
“Non sapete proprio farvi gli affari vostri, eh?!” ma Umi o Saeko non riuscirono a rispondergli, presto il suo mondo divenne nero, sentì Kaori correre verso di lui e stringerlo nonostante il dolore al braccio, poi, sospirando, svenne.


*DUE GIORNI DOPO*


Il sole del mattino lo colpì improvvisamente, bruciandogli gli occhi.
Lentamente sollevò le palpebre per mettere a fuoco la scena intorno a lui. Strofinò la guancia nel cuscino morbido aspirandone il profumo, poi, velocemente, tutto quello che aveva passato lo colpì all’improvviso, svegliandolo completamente:
“Ah, finalmente, pigrone!”
La voce di Umi lo stupì non poco e voltandosi verso di lui lo vide in piedi, vicino alla finestra.
“Lucciolone che ci fai lì? Kaori?”
“Calmo, sta bene, la pallottola l’ha presa solo di striscio, Miki è con lei…e a me sei toccato tu…” aggiunse con aria schifata.
“Come sta?”
“Le hanno fatto una trasfusione ma sta benone, meglio di te! E' un miracolo che non abbia perso coscienza, ha perso davvero molto sangue...Dovresti farle i complimenti, ” aggiunse arrossendo “ha tenuto sotto controllo l’intera situazione, Miki mi ha detto che quella ragazza è stata impossibile, è stato per salvarle la vita che si è ferita, ed ha anche salvato te, purtroppo" disse con un sorrisetto "hai dormito due giorni, Kaori era terror..ehy ma che fai?” si interruppe vedendolo alzarsi in piedi a fatica, poggiandosi al letto.
“Devo vederla…”
“Stupido, non ti reggi in piedi, la chiamo qu…”
“No!” lo interruppe “Devo andare da lei…”

D’un tratto la porta della camera di Kaori si spalancò e due ragazze si voltarono stupite verso di lui.
Forse per la malattia, forse per l’estrema sensazione di impotenza che aveva provato o forse per la preoccupazione, forse per tutte queste cose o magari per qualcos’altro lui, trovando nuova forza, le si avvicinò velocemente, mentre Miki scivolava via dalla stanza chiudendosi la porta dietro.
Rimasero in slenzio uno di fronte all'altra per un tempo infinito, quando, nella stanza, improvvisamente il rumore sordo di uno schiaffo spezzò l’aria e Ryo si trovò a premersi con una mano a guancia arrossata.
“Non lo rifare più…” gli mormorò e si buttò tra le sue braccia. Lui ondeggiò leggermente ma la strinse forte a sé, in silenzio. Non c’era bisogno di dire nulla…


“Mi dispiace.”

Erano seduti sul divano dove, anche se per motivi diversi, avevano deciso di consumare la cena con più calma e comodità.
Kaori era ormai quasi guarita, Doc le aveva solo raccomandato molto riposo mentre Ryo, seppure stanco, si era praticamente ripreso.
Per quanto entrambi cercassero di comportarsi il più normalmente possibile sentivano entrambi come questo fosse difficile, come se l’istinto li dirigesse l’uno verso l’altra ma il loro orgoglio li fermasse troppo presto.
La paura provata era la stessa ma la preoccupazione e probabilmente anche la stanchezza e l’esasperazione che il tempo aveva creato dopo anni di repressione avevano ampliato il bisogno che avevano di sentirsi vicini. L’unico problema erano loro ed era a quello, insieme ad altre leggere offese verso se stesso, quello a cui Ryo stava pensando quando la voce della socia lo distrasse.
“Come?”
Kaori si spostò a disagio nel divano, con gli occhi bassi:
“Mi dispiace, se ti avessi avvertito invece di fare sempre di testa mia…io…tu non saresti stato costretto a venire e non avresti perso i sensi per…”
“Kaori, non dire sciocchezze. Aiko mi ha raccontato tutto, sei stata bravissima e non è stata colpa tua. Mi ha detto che è grazie a te se lei è viva, che sei una brava Sweeper…non hai fatto nulla di sbagliato.”
“Ma se ti avessi avvertito…”
“Non saresti stata la mia socia…! Impulsiva, testarda..”
“Ma questa volta hai rischiato di morire…per colpa mia.” mormorò con voce rotta poco incline alle sue battutine.
Non è colpa tua. Sono…orgoglioso di te, Kaori.”
Il tono da lui usato le fece alzare lo sguardo stupita per poi mormorare:.
“Se tu morissi per colpa mia…” si interruppe scuotendo la testa e spostando lo sguardo di nuovo verso il basso.
Ryo sospirò, avvicinandosi serio:
“Neanche io voglio che tu muoia.”
Sospirò:
“Prometti che non lo rifarai, che la prossima volta manderai Umi o Mick…”
“Te lo prometto. Tu piuttosto,” le disse spingendo l’indice sulla sua fronte “Prometti che la prossima volta che ci daranno un caso me lo dirai”
“Promesso!” e sorridendo posò la testa sulla sua spalla, abbracciandolo.
Il silenzio seguì i loro gesti poi Ryo sospirò esageratamente, nei suoi occhi un luccichio:
“E’ terribile, sono così bello che attraggo anche gli uomini…ti concedo solo un veloce abbraccio perché siamo soli…”


“MA RYO!” gridò la ragazza impugnando un enorme Kompeito ‘maniaco senza gusto’ “sei un egoista, testardo e arrogante…non capisci mai quando dev...”
Si bloccò davanti al suo sguardo.
“E tu?” le si avvicinò guardandola dolcemente…
“…”
“Sei proprio una sciocca…” e ciò detto si avvicinò ancora sfiorando le labbra con le sua.
Appena un momento, un ricordo del loro ultimo bacio nella nave di Kaibara, questa volta senza nessun vetro a dividerli. Poi tutto finì, velocemente come era iniziato.
“E cerca di non perdere la memoria domani.” Le sorrise ricordando la sua amnesia dopo la fuga dalla nave. Poi si alzò e dandole le spalle iniziò ad allontanarsi “Buona notte Sugar Boy.”
La ragazza lo seguì con lo sguardo, completamente imbambolata, poi quando sentì la porta della cucina chiudersi si riscosse e tutta la consapevolezza e l’importanza che quel gesto portava con sé la colpirono tanto che un gridolino di felicità uscì dalle sue labbra.
Corse incespicando verso di lui, spalancando di colpo la porta da cui era uscito e, buttandoglisi contro, gli abbracciò impulsivamente la schiena, senza nemmeno accorgersi che si era fermato nel corridoio per aspettarla.
“Non lo dimenticherò…” e sospirando sentì Ryo voltarsi verso di lei.
“Farò in modo che non accada…” ma sorridendo divertito, invece di baciarla come lei aveva sperato, la prense per i fianchi e la gettò senza delicatezza sulla spalla come un sacco di patate.
“Ryo!!! Ma sei impazzito???” gli gridò iniziando a tempestargli la schiena di pugni.
“Doc non ha detto che non devi sforzarti?”
Kaori si bloccò improvvisamente e assunse un’aria perplessa:
“Sì, ma così…?”
“Oh, non preoccuparti, farò tutto io…” le disse fraintendendo volutamente quello che lei voleva dirgli.

E sorridendo mentre se la immaginava completamente rossa in viso salì le scale fino a camera sua…


fine

   
 
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