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Autore: PathosforaBeast    06/01/2021    1 recensioni
Eppure questo è diventato il tuo modus operandi. “ Se ci saranno delle soluzioni, sicuramente saranno loro a cercarti”. Resti fermo in un lento e costante movimento degli altri, senza aver bisogno di nulla. Senza che gli altri abbiano bisogno di te.
Allora puoi divertirti. Puoi urlare e fare tutto il rumore che vuoi, tanto a nessuno interesserà mai.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Palermo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One- man show.
 


Allunghi le gambe sul divano, riportando le braccia sotto il cuscino. Lo stringi forte a te, affondando il viso tra il poco calore rimasto e la morbidezza del tessuto. Era da una vita che non ti permettevi un attimo di riposo. C’era sempre qualcun altro a cui pensare, altri piani da progettare.
Ma ora ci sei solo tu e il resto può tranquillamente fottersi.
Da bambino ti comportavi allo stesso modo, ripensandoci. Ti chiudevi nella tua torre d’avorio costituita da un’umile tovaglia che copriva due sedie. Era bellissima. La fissavi meravigliato per ore intere, ancora sfinito per i pomeriggi passati a giocare a calcetto, e restavi lì, sudato e affannato, a fissare quel gioco di luci che penetrava nella stoffa. Spesso finivi per addormentarti finché le luci ramate del pomeriggio ti lasciavano andare per essere sostituite dal freddo della sera.
Ora ti guardi intorno senza più nessuna luce ramata o coperta pronta a farti compagnia. La leggerezza della stoffa  della vestaglia contro la pelle è un alone rassicurante sulla pelle d’oca dovuta a un altro starnuto. Dovresti smetterla di girare seminudo per casa, non hai più vent’anni. Ti porti una mano sul collo, cercando di massaggiare la parte dolorante ma la fitta è così forte che non fai nemmeno in tempo a esserti utile che allontani la mano con una bestemmia sussurrata.
Dovresti imparare a rilassarti davvero di più e non aggrapparti al fondo delle cose.
Con la mano cerchi a tentoni il bicchiere mezzo vuoto nel tavolino accanto a te. Ormai è tiepido ma questo non ti frena minimamente dal berne altri due. Qualche goccia cade a terra e la calpesti senza alcun interesse.
Se pulirai, lo farai domani.
 
Di sicuro da bambino non avresti nemmeno lontanamente immaginato di poter diventare così coglione. Così pieno di… di… che preferisci restartene immobile su un divano a trovare risposte invece di cercarle. Eppure questo è diventato il tuo modus operandi. “ Se ci saranno delle soluzioni, sicuramente saranno loro a cercarti”. Resti fermo in un lento e costante movimento degli altri, senza aver bisogno di nulla. Senza che gli altri abbiano bisogno di te.
Allora puoi divertirti. Puoi urlare e fare tutto il rumore che vuoi, tanto a nessuno interesserà mai.
A nessuno è mai interessato.
Ti alzi, rischiando di inciampare sulla stessa cornice che vi ritraeva e metti il primo disco che ti capita, alzando il volume al massimo. La musica, l’unica bellezza che non ha bisogno di regole altrui perché se le crea da sola.
Alzi le braccia verso l’alto, abbandonando i tuoi fianchi al ritmo e i tuoi pensieri perdersi fuori da questa stanza.
Pensieri e parole.
Ci sono solo le note da seguire.
Per una volta, almeno una, puoi realmente fluttuare con l’aria. Non hai peso, non c’è nulla che possa trattenerti qui.
Nemmeno le sue dita che ti percorrevano lo zigomo.
Nemmeno le parole soffocate tra i vostri respiri.
Nemmeno i tentativi inutili di riportarlo tra le tue labbra e il tuo cuore spezzato.
Era così bello che non riuscivi a mettere di tremare di fronte a quella favola così attesa.
Così bello… troppo bello.
Come se fosti potuti essere uno.
 
Tenti di alzare ancora il volume, sperando che il suono echeggi ovunque. Canti ad occhi chiusi.
Rimbomba nel vuoto.
Fuori e dentro di te.
 
Fai un’ultima piroetta.
 
 

 



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