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Autore: RomanticaUsagi    10/01/2021    0 recensioni
Una piccola storiella dedicata alla mitica Sailor Moon.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inner Senshi, Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Prima serie
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Sailor's Generation
 
 
Romanticausagi
 
 
 
 
 
 
 
 
 
1. Una guerriera straordinaria
 
 
 
 
 
 
Aveva previsto tutto tranne, il temporale.
Aveva tanto sperato che le nuvole su nel cielo sarebbero sparite ristabilendo l'armonia e la serenità che il cielo trasmetteva quando il sole piombava in alto in contrasto con la natura; rendendo meraviglioso persino il più piccolo canto dei passerotti.
Invece, quel pomeriggio non era esattamente andata come Bunny se l'aspettasse.
Si chiamava Bunny, il suo nome rispecchiava l'essenza della sua vivacità, su quello nessuna persona che la conoscesse avrebbe mai rammentato nulla. I suoi lunghi capelli dorati le ricoprivano come onde dell'oceano quel piccolo faccino angelico delineandone i lineamenti raffinati e semplici del volto, e con la frangia in pieno volto avrebbe rafforzato uno delle sue mille armi per conquistare persino il molto, con quei suoi occhi azzurri che brillavano quando rideva felicemente avrebbe conquistato i cuori di tutti i ragazzi dell'universo, ma lei sognava di incontrare il suo principe azzurro.
Ma non tutto nella sua vita andava proprio esattamente come lei avrebbe voluto.
Le probabilità di successo quel giorno erano ormai fallite e con esse anche ... i suoi compiti scolastici quotidiani.
Non si era data per vinta avrebbe superato anche quest'ultima tempesta, in tutti i sensi.
Poche ore prima che si scontrasse con un sconosciuto per strada, Bunny Tzukino era profondamente immersa in un sogno ad occhi aperti con il quale era riuscita a cancellare le brutalità di quella giornata che ancora non voleva cessare. Aveva sedici anni, e per la prima volta nella sua vita odiava con tutta sé stessa quella pioggia insistente che la stava stancando già da un quarto d'ora circa. Le erano bastate pochissimi passi dalla sua scuola fino al centro della sua città per rinunciare alla tranquillità di una passeggiata in tutta serenità durante il ritorno verso casa. Eppure dopo una pessima giornata piena d'insidi, non era ansiosa di ritornare a casa. Il cielo in quel momento continuava ad avere una tonalità di grigio mischiato al bianco delle nuvole che nascondevano la luminosità del sole. Bunny aveva cercato di dimenticare tutto quello che le era accaduto durante le lezioni scolastiche - il senso di oppressione per lo studio e il risentimento che provava per non aver studiato quel giorno, il deprimente futuro che forse l’attendeva e quella la terribile pioggia sopra la sua testa, il tempo l'avevano portata all'unica possibilità di stare bene con sé stessa, inventandosi un'avventura fantastica. Quello era stato un diversivo che avrebbe colmato tutto ciò che le mancava in quell'attimo: tranquillità. Stava fantasticando di un bel principe con gli occhi azzurri e il fisico palestrato che la portava in salvo, lontano da tutto ciò che la rendesse infelice.  E costui era bruno, bellissimo e con gli occhi blu magnetici sotto una mascherina nera che gli ricopriva un quarto del viso sottolineando i suoi occhi. Ed era arrivato al galoppo del suo destriero bianco portandola via con sé per i sentieri di un laghetto facendole respirare aria pura e fresca. Dove però, i suoi capelli sarebbero volati nel vento facendola sembrare più bella e incantevolmente libera di ogni inibizione o pressione da parte del mondo in cui viveva. Ma non era andata esattamente così nella realtà.
Tutto era grigio e cupo e forse nemmeno un raggio di sole l'avrebbe fatto ritornare a splendere quel suo bel sorriso col quale illuminava la vita delle persone che lei riteneva care.
Ormai camminare era diventata una di quelle cose che la mettevano su strani sentieri, e avvolte s'imbatteva in pericolo senza volerlo.
E il pericolo non era una sua metafora per definire la sua vita, bensì le sue tragedie.
Era questa la sua vita quotidiana.
Anche se riteneva che la sua esistenza fosse come la sabbia fine delle spiagge balneari.
Sottile come un granello di sabbia e che scorrevole alla velocità della luce soltanto nei momenti in cui era pienamente felice.
Infatti in quel periodo le uniche cose a renderla felice erano il cibo, il dormire e divertirsi con la sua amica del cuore, trascurando di conseguenza lo studio rimanendo ore ed ore immersa col la mente davanti a un video-game a cui non sapeva mai rinunciare.
 
 
Forse sembrava la solita ragazzina che non vuole mai crescere prendendosi le sue responsabilità, ma anche se sembrava svogliata impulsiva verso ciò che per lei era superfluo, era una ragazza dal cuore doro che avrebbe fatto la qualunque cosa per qualcuno in difficoltà anche se costui fosse stato un suo acerrimo nemico. Avrebbe dato la vita per il suo prossimo, c'erano delle volte in cui pensava persino di cedere la sua vita a qualcuno che meglio di lei lo meritasse. Era un’immatura avvolte, ma con un cuore pieno d'amore per tutti. E anche se dava sempre quell'impressione, sognava e desiderava per sé e per gli altri moltissime cose. Sognare per lei era una di quelle poche cose che la facevano sentire viva e libera. E di solito per realizzare ciò che più desiderava ci volevano ben più di un gelato in una coppetta di cristallo.
Con il freddo d'ottobre, e quella pioggia tremenda, non si sarebbe fermata mai a gustare un gelato, ma in quel momento fu l'unica cosa che desiderava più di ogni altra cosa al mondo. Prima di far ritorno verso casa, aveva richiesto nel suo bar preferito una coppetta di gelato alla fragola, fregandosene dei passanti che avrebbero potuto deriderla.
Finalmente dopo una lunga e straziante giornata caotica si stava rilassando guastandosi uno dei dolci che al mondo le piaceva gustare.
 
 
"Finalmente mi rilasso. Ci voleva proprio ... per destare i miei pensieri da tutto. L'unica cosa che manca in questo posto ... e la gente, uffa avevo proprio voglia di chiacchierare con qualcuno. Chissà se Moran oggi lavora o meno. Credo che oggi non fosse il so turno! Sarà meglio che m'incammini verso casa, prima che i miei chiamino i carabinieri."  
 
 
Quando Bunny iniziava ad incamminarsi verso l'uscita del locale stava già immaginando l'arrivo improvviso del suo Moran mentre la supplicava di restare ancora un altro po’ di tempo con lui. Invece erano solamente le sei di sera e non era andata esattamente come lei immaginava. Nulla di ciò che desiderava in quel momento si era realizzato.
Invece come sempre per la sua incredibile fortuna, con lo sguardo perso nel vuoto, non guardando i passi che intraprendeva per strada, non guardando mai dinanzi a sé o cosa o chi poteva andare a sbattere... stava già nuovamente sognando ad occhi aperti.
Aveva sognato il suo Moran,
Aveva pensato che lui la corteggiasse e che alla fine l'avrebbe anche baciata.
E Bunny era sul punto di schiudere le labbra mentre attendeva un bacio.
Ma quel bacio, non arrivò mai.
Fu un momento bellissimo, ma intensamente breve.
Forse anche troppo breve... talmente breve che andò a scontrarsi con una figura possente, ma sconosciuta ai suoi occhi.
Senza minimamente accorgersene, il suo viso era piombato sul petto di qualcuno molto più alto di lei.
Quando ritornò alle realtà, eliminando ogni pensiero romantico su lei con Moran ... i suoi pensieri si fecero più cupi e tremendamente silenziosi.
Si rese solo successivamente cosa stesse accadendo dinanzi a sé.
Il ragazzo di fronte a sé che si era già dileguato era un tipo pieno di fascino, oltre che bello.
Era alto, con le spalle larghe e la corporatura atletica. I capelli neri e con la pettinatura elegante lo rendeva molto più bello di quello che appariva, ma agli occhi di Bunny non era per nulla affascinante, se mai un arrogante uomo sulla trentina.
Aveva anche notato i suoi occhi blu profondamente limpidi e scuri e la bocca carnosa che risaltavano la forma del viso in tutto il suo splendore. Ma lui, non aveva fatto altro che rimanere immobile a guardarla. Nella sua vita era stato sempre circondato da belle ragazze che facevano a gara per stare con lui, ma egli non aveva ancora incontrato nessuna che gli interessasse abbastanza da poter dividere la sua vita con lei per il resto dei suoi giorni. E anche se aveva avuto delle relazioni più o meno brevi, in qualche modo si era rassegnato a trascorrere la sua vita da solitario. Fino a quando i suoi occhi non incontrarono quelli di colei che gli era venuta a sbattere contro.
Avrebbe voluto conoscerla meglio, invitarla a prendere un caffè con lui, ma in qual momento non seppe dire nulla se non una spiacevole battuta su quanto fosse una ragazzina. Non aveva scusa per ciò che aveva detto e cosi, se n'era andato via a testa alta tornando alla sua vita di sempre. L'avrebbe mai rivista? E chi era quella ragazza dalla buffa pettinatura?
Non passo molto tempo da quel impatto burrascoso, e quando nuovamente aprì le palpebre per capacitarsi meglio a ciò che era accaduto di fronte a sé, non ebbe il tempo di scusarsi perché il malcapitato le aveva dato della ragazzina mocciosa mentre attraversava la strada deridendosela con gusto.
 
 
Lo guardai negli occhi, non potevo crederci. Mi aveva davvero dato della ragazzina? Quello lì che nemmeno mi conosceva e non sapeva nulla di me?
Come si permette? Deve ringraziarmi s'ero ancora intontita dai miei sogni irrealizzabili.
 
 
La sua non era rabbia o collera, ma era un senso di disgusto per quello che gli aveva appena accennato un perfetto sconosciuto che l'aveva giudicata senza conoscerla.
Stava urlando con tutto il fiato in gola; stava soffrendo dentro di sé, perché le parole che un perfetto sconosciuto l'avevano scossa a tal punto da farle perdere la volontà di diventare la migliore di tutto il pianeta?
Le aveva rovinato la serata.
La considerava una ragazzina mocciosa, e di sicuro in lei non aveva visto alcuna speranza per un futuro e una carriera brillante.
Come potevano quelle parole squarciarle l'anima rendendola immune a tutto ciò che le capitava a tiro?
Non solo doveva assorbirsi le lamentele dei suoi genitori, degli insegnanti perché non andava bene a scuola portando una media al di sotto del cinque.
Ma doveva sopportare che un presuntuoso e arrogante sconosciuto la mettesse al tappeto? Per quale ragione poi?
Non lo conosceva per niente, proprio come lui non conosceva lei.
Si sarebbero mai rincontrati e confrontati?
E come si sarebbe comportata lei una volta rivisto quegli occhi dinanzi a sé?
Quello però, era uno dei suoi tanti dilemmi.
Non si sarebbe fatta rovinare quella serata da un perfetto estraneo.
Anche se temeva che qualcuno l'avesse osservata mentre succedeva quel piccolo incidente.
Chissà cosa avrebbero pensato di lei i passanti che se la spassavano a guardarla mentre quello le dava della ragazzina.
Per non pensarci avviò il passo verso casa.
Finalmente la pioggia aveva cessato di esistere e stava già sul pianerottolo di casa allegramente felice di esserci finalmente arrivata sana e salva dopo la furiosa tempesta che le aveva inzuppato perfino le scarpette a ballerina.
Una volta entrata in casa aveva salutato con gioia la sua famiglia ed era salita subito dopo in camera sua.
Era assonnata, stanca e completamente stressata da quella giornata. Il caldo l'aveva sfinita è l'improvviso freddo della pioggia l'aveva resa disperatamente angosciata e impaurita dal primo freddo del mese d'ottobre. Avrebbe voluto dormire e invece... per rilassarsi i nervi e distendere la mente hai pensieri più nitidi e tranquilli accese con gioia lo stereo.
Cercava disperatamente una canzoncina allegra che la mettesse di buon umore.
E mentre scorreva la barra delle stazioni radio...
Si fermò su ...
 
 
 
Kiss ... Kiss ... Kiss... ye ye ye!
Give them like a child LOVE U LOVE U
I need to find Beautiful mind Beautiful mind like a child
LOVE U LOVE U every day like a child,
I always be mine You're my only love!
 
 
 
Quelle parole, quel dolce suono melodioso l'avevano stordita in ogni senso.
Era come se qualcuno le stesse mandando un messaggio.
La canzone le diceva che aveva bisogno di trovarla, che aveva bisogno solo di lei e che stava cercando l'unica che potesse renderlo felice come quando era un bambino in cerca di cure.
Se bene Bunny non conosceva molto bene la lingua inglese... aveva chiesto ad alcune amici di scuola di tradurla perché lei voleva scoprire il significato che canzone voleva trasmettere al suo pubblico. Quella canzoncina gioiosa ormai l'aveva accompagnata durante i mesi estivi e pure durante le notti afose e calde.
Era come un eco che risuonava dolcemente nella sua mente.
Una dolce melodia sinfonica che la faceva sentire bene con sé stessa e col mondo che la circondava.
Desiderava ormai da mesi che un bel gentiluomo affascinante gli si dichiarasse usando quelle stesse parole per conquistarla.
Ma erano passati mesi, e nessun ragazzo le aveva fatto la corte.
Anche se lei adorava Moran, un ragazzo semplicemente carino con lei quando viveva a farle visita nella sua sala giochi.
Ma tra loro non era mai schioccata quella scintilla che li avrebbe magicamente uniti, però, lei sognava che un giorno lui la corteggiasse per poi chiederla in sposa. Si sarebbe mai avverato una dei suoi tanti sogni tra cui questo?  Il respiro si fece lento nel momento in cui lei smise di pensare e di ascoltare in silenzio i battiti del suo cuore in contrasto con il sottofondo musicale lento e dolce. Per qualche istante rimase ad immaginare come sarebbe stato portare nella sua camera il proprio innamorato offrendogli una bibita fresca, magari un tè alla fragola che gli avrebbe lasciato al palato il sapore agro-dolce della fragola che poi avrebbe desiderato assaporare con un bacio passionale. E poi, quel bacio avrebbe accorciato le distanze facendola aderire perfettamente al corpo muscoloso di lui come una statua greca di due innamorati che non si sarebbero mai separati. Avrebbe voluto udire per l'eternità la parola "ti amerò per il resto dei miei giorni" per tutta la vita. Poi alzò lo sguardo sull'immensità del cielo che si intravedeva al di fuori della finestra e senza rimpianti su ciò che aveva o le mancava abbassando e alzando le palpebre si addormento in quella posizione dolce e malleabile. Finalmente... mentre lei sorrideva pensando al primo bacio, al primo appuntamento, tirandosi su le coperte si addormentò immediatamente. L'ultima cosa che senti fu la pioggia che picchiettava nuovamente contro la finestra della sua camera, ignara però che qualcuno la stava osservando oltre il vetro della finestra.
 
 
Arrivò il mattino successivo.
Il sole brillava su nel cielo e le nuvole finalmente erano scomparse ristabilendo l'armonia che il giorno precedente era volato via.
All'improvviso, Bunny scese giù dal letto e rabbiosamente scelse la sua solita divisa scolastica con quei soliti colori.
Forse un giorno avrebbe odiato il rosso, abbinato al bianco col azzurro, ma per il momento nella sua mente non c'erano spazi per battutine su quella divisa. Doveva rendersi presentabile per andare a scuola, se pur in ritardo.
Mentre si vestiva in fretta trascurando un particolare che una volta guardatasi nello specchio avrebbe urlato per ore ed ore ...
finché una vocina al piano di sotto non la colpì al cuore.
 
 
«Bunny! Dove sei? Farai tardi a scuola!». La voce giungeva forte e acuta dal piano di sotto.
Bunny spazzolò ancora una volta i capelli lisci e dorati come seta e li legò dietro con un fiocco rosa scuro. Quest'oggi voleva apparire diversa, e non la solita ragazzina con la buffa acconciatura a odango.
Poi afferrò la sua cartella e scese giù di corsa. Salutò tutta la sua famiglia, tra cui i suoi genitori, e Sam, il fratellino di otto anni, erano tutti a tavola in cucina a fare colazione, mentre invece Bunny in ritardo come sempre corse per prendere l'autobus sperando che almeno una volta nella sua vita sarebbe arrivata puntuale a scuola. Sarebbe stato cosi o forse sarebbe accaduto il peggio quella mattina? 
 
*****
 
A Tokio, nel Giappone, c'era un'affascinate e caotico lago, delimitata da un ruscello, un parco e da un laghetto con le canotte, dove l'acqua gorgogliava cristallina e splendente nelle prime ore del mattino riunirsi in quel punto cruciale del lago che tracciava i confini della proprietà terriera del posto.
Quella cristallina acqua che scorreva lentamente dal ruscello attirava l'attenzione delle prime rondini, il parco era il luogo ideale per una passeggiata per tutti quelli che amavano trascorrere il tempo libero stando nella natura, il laghetto invece era uno dei tanti svaghi per i più romantici e per chi amasse lo shopping, il centro di Tokio era l'ideale per chi amasse avventurarsi tra negozi e bancarelle. Ma quella particolare mattina di ottobre non era una semplice piacevole gita turistica a togliere il fiato alla gente, ma chi correva velocemente per arrivare puntualmente a scuola. E mentre i raggi del sole penetravano attraverso le finestre della scuola superiore di Tokio, una delle tante ragazze era ancora sul via vai per prendere l'autobus che l'avrebbe condotta a scuola anche in ritardo. Bunny era immersa nei suoi sogni irrealizzabili. E rimanendo incollata a quella vetrina di vestiti dell'ultima tendenza, aveva deciso che quella mattinata era troppo bella per sprecarla andando a scuola. Era rimasta colpita dalla bellezza di quel vestito color pesca con dei fiocchi hai lati del vestito in tinta rosa che lo facevano apparire un abito principesco in tutto il suo splendore. Ma quella non fu nulla paragonata a ciò che le sue orecchie stavano udendo. All'improvviso una piccola vocina dentro di lei, le ricordava che la scuola non era un passatempo ma che era importante. 
Mentre correva a gambe elevate fu invasa da tre teppisti di strada. Era rimasta ammutolita, spaventata e ogni piccolo muscolo del suo corpo era impietrito per lo spavento. Mentre chiuse gli occhi sperando che non appena avrebbe riaperto tutto sarebbe finito, una gattina si avventò contro quei ragazzi graffiandoli in pieno volto fino a spaventarli quasi a morte con le sue unghie affilate. Bunny cadde al suolo per il forte trauma, alzando gli occhi davanti a sé vide che la micina si avvicinava tristemente a lei. Poi... guardandola meglio ...
 
"Che strano gatto!" Disse la ragazza avvicinando una mano al pelo morbido tutto nero striato da strisce biancastre leggermente visibili alla luce del sole.
 
"Come mai hai un cerotto in fronte?  Non ti sarai mica ferita ..." La prese in braccio e coccolandola un po’ a sé la ringrazio per il suo intervento e successivamente, spinta dalla troppa curiosità, le tolse il cerotto rimase sorpresa.
 
"Che strano simbolo ... oh spero che non sia un tatuaggio fatto da quei mascalzoni che provano le loro invenzioni sugli animali. Questa è una cosa che non posso tollerare." La strinse forte in segno di consolazione, baciandole quel simbolo a mezza luna in fronte prima di sentire un certo tintinnio nell'aria.
 
"Oh no... la campanella della scuola. Come al solito anche oggi sarò punita per il mio incosciente ritardo!
 Che pizza!" E fu' cosi che lasciò quel tenero micetto sul terreno arido per poi correre più forte che poteva per arrivare a scuola in tempo, anche sé, dentro il suo cuore sapeva che in verità le aspettava una dura e lunga ora di soprusi.
Avrebbe mai imparato la lezione?  Nello stesso preciso instante in cui Bunny era corsa via, quella gattina l'aveva osservata e seguita fino a scuola. Non sapeva chi fosse, ma c'era qualcosa in lei che la intristiva e voleva scoprire che cosa potesse essere.
Nel momento in cui Bunny entro nell'edificio scolastico la gattina venne fermata da un fascio di luce dorata e successivamente un grande vortice celeste la risucchiò. Cosa stava succedendo?
 
 
 
Un’ora dopo ...
si svegliò in un luogo familiare,
circondata da tutto ciò che era ormai in rovina.
Alterata e scossa cammino lungo un sentiero.
Poi una voce la destò!
 
"Luna"
 
Più volte una voce stanca e malinconica la richiamava a sé. Era come in un sogno, una donna la chiamava, ma la micina non vedeva nulla intorno a sé tranne un castello in rovina.  Il sentiero che aveva percorso senza sapere a cosa andasse incontro l'aveva fatta arrivare su un ponte dove al di sotto non c'era nessun fiume, né abitanti né case. Era come se intorno ci fossero solo sabbia e nebbia, ma la gattina non si arrese e continuò in suo percorso fino a scoprire un luogo magico. C'era una fonte d'acqua cristallina e vicino vi era un trono in argento con delle sfumature bianche e dorate. Poi ...
un fascio di luce illumino ogni cosa fino a rivelarsi a lei.
Seduta sul trono c'era una donna che forse un tempo in lontananza era forte e coraggiosa, ma che adesso era avvilita e tristemente se ne stava sul suo trono osservando la gatta di fronte a sé. Portava i capelli argentati raccolti in due odango lunghi e morbidi come la seta, ma i suoi occhi non erano più di quell'azzurro oceano, col tempo erano diventati scuri, forse per tutte le amarezze del passato. ciò che provava dentro l'anima. Aveva perso tutto e adesso si ritrovava a dover difendere il futuro delle persone care che amava un tempo ... fino a risvegliare totalmente i ricordi di Luna. La gattina si chiamava proprio cosi, fin dal principio dei tempi millenari. Anche se dentro sé Luna non ricordava chi fosse in realtà quella donna stava per rivelarle ogni cosa.
 
 
"Un tempo questo era il mio regno. Amavo il mio popolo, volevo solo la pace nell'universo, ma alla fine non andò come speravo."
 
La gattina non riusciva a capire quelle parole, aveva sgranato gli occhi nel momento in cui la donna era apparsa ma non sapeva chi fosse o perché proprio lei era stata evocata al suo cospetto.
Guardandola con i suoi occhi dolci, Luna le si avvicinò.  Si chinò il capo e poco tempo dopo...
 
 
"Dove mi trovo? Chi siete voi e perché proprio io?" Chiese la micina rivolgendosi con tutto il suo cuore a colei che l'aveva evocata.
 
La donna accarezzandole il pelo morbido quasi di seta le rivelò uno sguardo dolce e magnanimo, le disse... "Tanto tempo fa io ero la regina di questo luogo. Io sono Selene, non ricordi nulla mia cara Luna? Forse ho sbagliato, non avrei mai dovuto farti perdere i tuoi ricordi, ma speravo che la tua esistenza sarebbe stata meno sofferente se avessi vissuto una vita migliore di quella che avevi durante il Regno Argentato. Ma mi sbagliavo!"
 
"Voi siete la regina di qui?" Chiese sbigottita mentre era ancora confusa.
 
"E tempo che io ti restituisca ogni ricordo."  Disse successivamente guardandola in pieno volto. Poi ... alzò in alto le braccia e comparve il suo scettro reale e pronunciando un incantesimo su di lei facendole cosi rivivere tutti quei momenti...
gioie, dolore, passioni, amarezze, diluvio e guerre e alla fine una calda lacrima invase tutta sé stessa. Non sapeva chi fosse, ma adesso si ricordava cos'era un tempo e quale ruolo avesse in tutta quella vicenda. Si ricordo tutto...
 
 
Ora mi ricordi ...
io ero l'ambasciatrice della luna ed anche la consigliera della principessa Serenity.
Non ho saputo proteggerla dai terrestri, e ho lasciato che il principe della terra portasse con sé morte e distruzione anche il nostro pianeta.  Com'è potuto succedere tutto questo?
 
Luna era ancora ricoperta da quel fascio di luce bianco che le donava tutti i suoi ricordi, finché...
 
"Serenity! Trova mia figlia... e proteggila dal male che presto la circonderà. Lei non si ricorda nulla e come puoi immaginare vive come te sulla terra in un'altra prospettiva. E anche se dice o crede di essere una terrestre, rimarrà sempre la futura regina del regno Argentato e tu dovrai insegnarle tutto ciò per renderla tale. Mi affido a te! Adesso e tempo che tu torni sulla terra per cercarla. Buona fortuna mia cara Luna ... che le stelle su nel cielo veglino su di te e sulla principessa Serenity."
 
Da quell'istante ... Luna ritornò sui suoi passi, consapevole di ciò che l'attendeva.  L'avrebbe trovata mai questa principessa e sarebbe riuscita a proteggerla come la Regina Selene le aveva chiesto? 
Intanto i minuti passavano mentre la micina camminava per le strade di Tokio in cerca delle persone che la regina aveva riportato in vita tanto tempo fa.
Ci sarebbe riuscita? Avrebbe realmente salvato dal pericolo la futura sovrana del regno della Luna?
 
 
 
Nel frattempo una buffa ragazza dai capelli dorati entrava a scuola e come al suo solito ...
 
 
Di nuovo? Tutte a me capitano?
Prima quei furfanti e adesso questo?
Ahi! Che male!
Chi è quell'imbecille che ha aperto la porta della sua aula proprio mentre ci passavo di lato? Se lo prendo!
Ah non so che darei per aver almeno una volta nella vita una giornata normale.
Mai una volta che tutto mi vada bene.
Adesso ci manca soltanto che la mia insegnante mi sgridi per l'ennesimo ritardo.
Uff!
 
 
 
Come voleva dimostrare ... il fato gli era contro anche quest'oggi... Ubaldo rimase a fissarla mentre la ragazza urlava per il dolore che provava al ginocchio e alla fronte. La solita giornata pessima avrebbe pensato lei. Ma non sapeva ciò che era successo qualche secondo prima che arrivasse a scuola.
S'incamminò molto vicino a Ubaldo, lo guardò con occhi avviliti e poi capì che qualcosa non andava. C'era troppo silenzio in classe e qualcosa dentro di sé la fece sentire come un certo sintomo di malinconia.
Sospirando, la ragazza chiese spiegazioni ... ma nessuno apriva bocca.
Finché Ubaldo non le parlò a nome della classe.
Erano terrorizzati e sconforti. Sui loro visi c'era l'ombra di chi aveva appena passato un brutto quarto d'ora.
Bunny si voltò nella direzione della sua amica Nina e insieme a Ubaldo parlarono della vicenda della quale molti non parlavano.
 
 
 
"Mi dite che successo? Dov'è l'insegnante?"
 
"Bunny sei fortunata!"
 
"Beh anche se ero in ritardo sono felice di averla scampata oggi!"
 
"L'insegnate si è sentita male ... prima è crollata a terra sul pavimento, poi è impazzita dicendo cose orribili a tutti e noi e alla fine dopo che ha urlato come se fosse posseduta ... è svenuta mentre era alla finestra, pensa che per poco non cadeva giù!"
 
"Ma com'è possibile?"
 
"Dicono che ci sia in giro la malattia del sonno."
 
"È come l'influenza ... però non passa nemmeno con le medicine!"
 
"Questa storia non mi piace, anche se ... mi piacerebbe dormire per molto molto tempo. Potrei sognare a volontà!"
 
"Non dirlo nemmeno per scherzo. Non è mica un gioco, sai?"
 
"E va bene, ritiro quello che ho detto contenta?"
 
"Abbiamo l'ora libera vi va di fare un gioco?"
 
"Volentieri!"
 
 
 
Bunny trattene una risata mentre iniziavano tutti e tre a giocare a carte.
Finalmente un'ora di relax, e anche se non aveva ancora fatto colazione era comunque felice di trascorrere quella giornata allegramente con i suoi amici.
Tutta via c'era qualcosa che non andava come sempre. Bunny aveva percepito che qualcosa stava accadendo intorno a lei, ma ogni suo pensiero svanì improvvisamente durante la seguente ore di inglese.
Inglese era una delle tante materie scolastiche che detestava più di un piatto di verdure cucinatole dalla madre.
Sua madre era una donna determinata e orgogliosa della sua famiglia. Non vedeva l'ora che la sua unica figlia tornasse da scuola. Non solo per prepararle quelle deliziose merendine che piacevano tanto alla sua Bunny, ma non vedeva l'ora di mettere le mani sul compito di inglese. Infatti sperava che la figlia portasse un bel voto visto quante ore era rimasta a studiare ogni pomeriggio. Ma quello che lei non sapeva, e che in quelle ore pomeridiano la figlia leggeva i fumetti nascosti tra le pagine dei libri. La sua speranza era forse vana o ne aveva la piena certezza che stavolta aveva fatto centro?
Passarono le ore scolastiche molto velocemente, una volta fuori dalla scuola Bunny si diresse verso casa.
Col cuore infranto e dubbioso, Bunny Meditò qualche istante prima di entrare in casa. 
Non aveva il coraggio di varcare quella soglia che un po’ le ricordava una prigione piena di sbarre e senza via di salvezza.
Non appena la madre le venne incontro il suo buon umore crollò.
Quella vocina tenera con la quale la madre l'accolse fu un chiaro segno che si era ricordata di ...
 
"Ben tornata bambina mia! Com'è andata la tua giornata? Novità?"
 
"Tutto bene mammina, oggi l'insegnate di letteratura si è sentita male, ed è finita al pronto soccorso."
 
"Mi spiace per lei, cara. Hai portato il compito di inglese?"
 
"Ma ... veramente io ... ecco!"
 
"Allora Bunny? Mi dai il compito? Sono curiosa di leggerlo!"
 
"Beh ... se proprio insisti!"
 
 
Passò un secondo,
passò un millesimo di secondo,
passò un solo minuto e poi ...
l'uragano Ilenia prese possesso di mia madre.
 
 
 
"Bunny come osi presentarti a casa sorridendo con un voto cosi? Dico sei impazzita?"
 
"Ecco io veramente!"
 
"Niente scuse ... per punizione resterai in camera tua senza cena! Quando imparerai a svolgere il tuo dovere io farò il mio!"
 
 
 
Salì molto velocemente le scale fino alla mia camera.
Finalmente ... pace...
non ne posso più!
Tutti mi giudicano, chiedono e vogliono, ma nessuno pensa a ciò che voglio io?
Anche se non mi piace studiare ...
sono pur sempre una ragazza come tante altre.
 
 
Uno strano rumore proveniente da sotto il letto si sentì per tutta la camera. Bunny in preda al panico invece di urlare si mise sotto le coperte. In preda al terrore fece finta di dormire poi ...
uno strano peso sulle coperte le piombò addosso facendola saltare per lo spavento.
Bunny era curiosa però di sapere che cosa potesse mai essere.
Uscì la sua testolina da sotto le coperte di lana e vide con i suoi stessi occhi il gatto di quella stessa mattina.
Stupita e perplessa si diede un pizzicotto sulla guancia per capire sé stesse solo sognando. Ma in realtà era tutto reale.
Quel micio le si avvicinò e ...
 
 
"Sono contenta di averti finalmente ritrovata Se ... cioè volevo dire Bunny!"
 
"Un gatto che parla?”
 
"Ti stupisci? Ci sono molte cose che devi sapere!"
 
"Sto sognando? Da dove sei entrato?"
 
"Sono una gattina ... il mio nome è Luna è sono qui in cerca delle guerriere Sailor."
 
"Come? Per caso sei un giocattolo che cammina e parla telecomandato? È uno scherzo di Sam, non è vero?"
 
"Non mi credi vero? Bene! Allora ..."
 
 
Con uno strano gesto la gattina fece apparire sul letto una spilla brillante. Bunny rimase stupita, non credeva a ciò che vedeva poi ...
 
 
"Tu sei Sailor Moon! E da adesso in poi mi aiuterai a difendere la terra dai nostri nemici!"
 
"Nostri? Io non ho nemici se mai amici!"
 
"Prendi la spilla e ripeti queste mie stesse parole Potere del prisma di Luna vieni a me!"
 
"E?"
 
"Su ... non perdiamo tempo dobbiamo correre a salvare la tua insegnante di letteratura!"
 
"E ... va bene ... Ora mi trasformo!
 
 
 
 
Potere del prisma di Luna vieni a me!
 
Nel momento in cui avevo pronunciato quella frase qualcosa dentro di me cambiò.
Mi sentivo diversa, era come se dentro di me risiedeva un'altra persona...
più saggia, forte e coraggiosa. Mi sentivo vincente e immune a qualunque forza malefica.
In un solo istante i miei vestiti furono sostituiti da un completo alla marinaia in azzurro con un bellissimo fiocco rosa Sul petto. Ero bellissima, ma in quel momento il mio unico pensiero fu ...
la mia insegnate.
Non so come ma all'improvviso sentì le sue grida... era in pericolo. Dovevo correre a salvarla. Non c'era tempo per le spiegazioni di Luna. Anche se non la conoscevo a sufficienza, sapevo dentro la mia anima che di lei ci si poteva fidare a occhi chiusi.
Corsi fino al punto in cui le sue grida erano ancora più forti.
Entrai in ospedale e ...
Mi prese un colpo quando vidi quel brutto mostro attaccarmi alle spalle.
Ero in pericolo e non sapevo cosa fare.
Dovevo combattere con tutta me stessa, ma non sapevo come fare.
Luna era al mio fianco, mi parlò facendo riaffiorare in me quella determinazione che pochi attimi prima avevo perso.
Ma quando cercai di alzarmi per combattere quel brutto mostro stava per afferrarmi finché!
 
 
Un fasciò luminoso non apparve ...
Il mostro venne quasi scalfito da una semplice rosa rossa che piombò sul pavimento di quel corridoio.
Non sapevo chi fosse ma ... era bellissimo.
I suoi capelli volevano nel vento come la seta di un bel velo da ricamare.
Portava una mascherina sugli occhi, il ché lo faceva apparire non solo misterioso, ma bello da impazzire.
Portava un completo classico in color nero e il suo portamento era regale come quella di un principe dagli occhi azzurri, anche se... i suoi mi parvero nell'oscurità della stanza una tonalità blu molto profondo.
Era di una meraviglia indescrivibile. Poi tornai alla realtà ... lui stava combattendo al posto mio.
 
 
"Non sai che non si attacca mai una ragazza! Non conosci le buone maniere eh?"
 
"E tu chi sei cosa vuoi?"
 
"Io sono Milord molto lieto!"
 
"Stupido ragazzino invadente!"
 
 
Quel mostro stava per colpirlo alle spalle. Mi feci coraggio e senza neanche saperlo usai il mio diadema colpendolo sul simbolo nero che il mostro aveva in fronte.
Subito dopo il mostro svanì nel nulla e ...
Milord, cosi si faceva chiamare ... sparì ringraziandomi per essere intervenuta in suo soccorso. 
Ero felice, emozionata per quelle splendide parole. Il mio cuore batteva molto forte, non riuscivo a capire ciò che mi accadesse intorno. Poi la voce di Luna mi destò dai miei pensieri d'amore.
 
" Sei stata brava Sailor Moon! I miei complimenti!"
 
"Hai visto che bello Milord? Tu per caso lo conosci Luna? Si dirmi dove vive? Voglio conoscerlo!"
 
"Oh ... no, mi sa che Bunny mi darà filo da torcere! Questa non ci voleva proprio!"
 
Mentre Bunny sognava ad occhi aperti il suo bel Milord...
Luna si chiedeva se era veramente lei colei che avrebbe un giorno ereditato tutto.
Era davvero cosi?
Il suo intuito era fondato e chi poteva essere quell'affascinante Milord che corse in salvo a Sailor Moon?
 




 
2° Una nuova amica per Bunny!
 
 
 
Il giorno prima, mentre è in corso la ricreazione, Bunny parlando con le sue amiche viene a conoscenza di una studentessa brillante della sua stessa scuola. Purtroppo non è ben vista da tutti, non perché sia una ragazza meschina, ma bensì, per i suoi voti scolastici. Sembra quasi che questa brillante studentessa abbia ottenuto davvero ottimi risultati da tutti i compiti in classe. Il suo nome è Amy, ed è una ragazza che devota nello studio e coscienziosa su molte cose. Purtroppo non ha molti amici, è stata sempre da sola anche durante le pause scolastiche. Ed è così, che Bunny decide di tentare di diventarle amica e magari scambiare una bella chiacchierata con lei. Desidera vedere con i propri occhi se quanto detto dalle sue compagne di classe fosse stato vero o meno. In quel momento, Luna che era di passaggio sente ogni cosa e corre a vedere questa ragazza che ai suoi occhi è davvero misteriosa. Temendo e sperando allo stesso tempo che si trattasse della principessa scomparsa che stava tanto cercando... corre da lei e ... quando le sta’ molto vicino sente in lei una strana energia pura e brillante. E cosi inizia a domandarsi chi sia in realtà! Il tempo passa, anche se ancora per Luna quella ragazza è un mistero, non sa se fidarsi o no. Chissà che accadrà!
La settimana successiva Bunny si era recata in uno di quei grandi centri commerciali di Tokio, nella speranza di comprare abiti nuovi.
Alla fine si era persa in un libro d'amore in una delle biblioteche più cool di quel momento. Anche se lei non amava molto la lettura, figuriamoci, studiare!
Leggeva e sfogliava pagine e pagine, però lei non si era accorta che qualcuno la stava osservando.
Era talmente attenta nella lettura, talmente assorta in quel romanzo d'amore che ... quando alzò gli occhi sulla mite creatura angelica che la stava scrutando con occhi blu come la notte, ci si perse dentro perdendo il senso dell'orientamento.
Stava per barcollare dalla sua posizione ferma, quando due forti braccia la tennero in equilibrio.
Era così forte, che quando Bunny percepì quella forza, quel calore e quella determinazione ... si era persa ad ammirarlo in tutto il suo splendore.
Lui era alto, molto più di lei; quieto e composto; fiero e coraggioso ma altrettanto forte nei modi e nei gesti. Portava una camicia a mezza manica a righe blu, rosa, e verde; e indossava un pantalone color jeans non troppo scuro e per finire portava un paio di scarpe nere molto eleganti.
Non era solo ben vestito, agli occhi di Bunny c'era un qualcosa che la faceva sentire fuori posto, ma nello stesso tempo felice e serena.
E mentre la sorreggeva fra le proprie braccia, lo sconosciuto aveva un profumo particolare, però, lei non riusciva assolutamente a capirne l'essenza.
Quando poi, i loro occhi s'incrociarono, entrambi percepirono una scossa elettrica che li fulminò nel petto.
C'era una certa alchimia tra loro, che duro solo un istante, perché successivamente Bunny si staccò da quell'abbraccio e dolcemente lo ringrazio per la sua gentilezza.
Lui le sorrise, ma non voleva lasciarla andare, cosi le parlò a voce bassa e quieta e anche se temeva di essere respinto, si fece coraggio e disse la sua...
 
 
"Non sapevo, che le fanciulle leggessero dei romanzi d'amore! È una novità per me. Lieto di conoscerla... io sono Marzio!" Disse con gioia il ragazzo dalla chioma fluente.
 
"Io sono Bunny! Però, dice davvero? Sembra così strano che una ragazza legga un libro?" Chiese con tutta la sua bona volontà di non ridere.
 
"Non dico che è strano, ma credevo che a voi ragazze piacessero solo i fumetti! Ma mi sbagliavo... colpa mia!" Ammise facendole un sorriso guardandola con i suoi occhi blu come la notte. Al ché Bunny rimase a fissarlo affascinata da quegli occhi blu scuri.
 
"Lei è troppo buffo..." Stava per ridere, ma quando vide che il ragazzo si spostava con le dita della mano, una ciocca dei suoi capelli neri, Bunny trasalì per un colpo al cuore. Il suo cuore, mai era capitato prima, batteva all'impazzata, forse troppo velocemente da far quasi paura.
 
"Chi mi conosce non sarebbe della stessa opinione!" Disse lui con fierezza.
 
"Oh ... mi dica lei ama leggere?" Chiese curiosa Bunny a Marzio.
 
"Studio all'università di medicina, ed è ovvio che mi piace leggere, ma non credo che i miei gusti siano raffinati quanto i suoi... signorina Bunny!"
Ovviamente a quella frase, Bunny tentò in tutti i modi di non toccargli con le proprie mani, quei bellissimi capelli neri. Ma tenne per sé quel pensiero.
 
"Beh adesso devo scappare, si è fatto quasi buio!" Disse Bunny contando i secondi del suo orologio.
 
"Ci si vede in giro..." Si salutarono col gesto della mano, e ognuno se ne andò per la propria strada.
 
 
Non era poi passato molto tempo, mentre Bunny usciva da quel negozio pieno di libri di ogni genere, quel ragazzo la stava ancora guardando.
Non sapeva il motivo del suo interesse per quella ragazzina, perché in verità non le dava più di sedici anni.
L'aveva ammirata, n'era rimasto affascinato, anche se non sapeva il motivo reale per cui era attratto da quella creatura divinamente celestiale.
Portava delle busse codine, aveva i capelli di un colore biondo ramato che illuminava il suo viso e la sua carnagione di pesca. Era così dolce, dalla vita sottile in quell’abito di seta sgargiante azzurro che s’incorniciava alla perfezione con i suoi occhi azzurro cielo.
Era una bellezza che avrebbe potuto anche contemplarla per ore e ore, e invece tutto era finito con una bella conversazione.
E alla fine, sapeva di lei solo il suo nome e che amava fantasticare su tutto ciò che era romantico. L'ho aveva capito non solo dal titolo del libro che stava leggendo "Vicino a te non ho paura di Nicholas Sparks" ma in quegli occhi dolci e limpidi, aveva letto tanto entusiasmo che era visibile dalle pupille dilatate. Era davvero felice di leggere quel libro, anche se alla fine lo aveva riposto nello scaffale senza però comprarlo.
Gli si era spezzato il cuore, vederla posare nuovamente quel libro, forse non poteva comprarlo per motivi importanti?
Alla fine Marzio, cosi si era presentato a Bunny, decise una soluzione drastica.
Alzando la mano verso quel libro, e portandolo alla cassa lo aveva comperato. Con la speranza di ricontrarla per poterle donare quel libro che tanto desiderava. Sorrise quando prese il libro tra le mani, era come un gioiello prezioso in dono ad un angelo caduto per salvarlo.
Amaramente egli tornò verso casa e alla fine di numerosi pensieri ... si mise a studiare per l'esame successivo.
 
 
Quando arrivò il giorno seguente, Bunny si alzò di buon'ora sorprendendo non solo la sua famiglia, che stava per fare colazione, ma anche la sua micina.
La cara e tenera Luna se ne stava rannicchiata su un cuscino in cucina miagolando affamata, e mentre Bunny le porgeva una ciotola con il latte e delle stelline di zucchero... la gatta miagolo più forte accarezzandole una gamba affettuosamente.
La ragazza successivamente prese un toast al formaggio e mordicchiandolo lentamente salutò tutti e corse verso la propria scuola.
Durante il tragitto persa tra mille pensieri, le passo a fianco una ragazza diversa dalle altre, portava un paio di occhiali, i capelli erano corti di un colore blu non troppo scuro, ma nemmeno chiaro... poi si soffermò sulla sua divisa scolastica... è guardandosi attorno capì che la ragazza era una studentessa liceale del suo stesso istituto.
Le si avvicinò con aria pacata e allegramente la salutò presentandosi con gioia dandole la mano.
Lo sguardo di quella ragazza era perplesso ma felice, sorrise lievemente presentandosi...
 
"Piacere mio Bunny, io sono Amy! Anche tu frequenti il liceo Junior?" Disse gioiosamente Amy. Sorrise lievemente verso Bunny.
 
"Sì, tu?" 
 
 
Chiese Bunny senza curarsi della campanella che poteva suonare da un momento all'altro. Poi, dietro di sé notò che luna li stava osservando. Non diede peso e continuò la conversazione con tutta tranquillità.
 
 
"Anch'io... che coincidenza, noi però non ci siamo mai viste prima vero?"
 
"Ho un’aria cosi familiare?"
 
"Beh sei cosi allegra, non so forse ti ho già vista in cortile a giocare con qualche tua amica!"
 
"Che ne dici di proseguire insieme il tragitto? Ti va?"
 
"Certamente! Con molto piacere... sai non mi aspettavo che mi dessi confidenza, ma ne sono molto felice!"
 
 
 
Le due ragazze furono subito in sintonia, parlavano del più e del meno, stava conversando come se fossero amiche da moltissimi anni che da circa dieci minuti. Quando Bunny la salutò mentre entrava in classe molte delle sue compagne le fecero la ramanzina...
 
"Come mai stavi parlando con quella lì? Non lo sai che una che si dà troppe arie per i troppi buoni voti a scuola? Tutte le stanno alla larga eccetto tu!"
 
"Io invece la trovo simpatica e adorabile! Non la trovo arrogante o presuntuosa... e poi non siete voi che dice che un libro non si giudica dalla copertina!"
 
"Ma questo che centra! Amy è una persona troppo piena di sé e non ha amici, figuriamoci ... scommetto che le sei amica per un secondo fine!"
 
"Ora basta ragazze, se Bunny vuole conoscerla meglio per poi diventare amiche, non sono affari vostri! Non potete venire qui, e insultare chi non conoscete! Ignoranti e presuntuose, non solo non ci parlate mai, ma quando aprite quella bocca... dite solo fesserie! Andate via, lasciatela in pace! Bunny sa di chi essere amica o meno... e di certo non è vostra amica, è solo invidia la vostra, perché Bunny fa amicizia subito con tutti a differenza di voi tre messe insieme!"
 
 
"Grazie Nina! Tu sì che mi capisci... ti voglio un gran bene amica mia!"
 
"Anch'io te ne voglio ma sarebbe meglio se prendessimo posto, prima che la professoressa arrivi!"
 
"Sì!"
 
Il tempo passò e dopo le ore scolastiche le ragazze del liceo se ne stavano già andando verso casa, eccetto una, Bunny.
Lei era rimasta fuori dall'istituto ad aspettare la sua nuova amica Amy, e sperava in cuor suo di poter davvero legare con lei una vera e profonda amicizia, priva di compromessi. Stava ancora ascoltando il suo mp3, con la solita musichetta che la metteva allegria, sulle note di "More than a memory" quando sentì un rumore proveniente dal retro della scuola. Impaurita stava correndo di qua e di là, finché non si disse a sé stessa che non doveva avere paura, non adesso che era una guerriera Sailor! Cosi corse sul retro e mentre guardava cosa stesse succedendo, decise di trasformarsi all'istante per salvare le due ragazze che erano state prese da un brutto mostro.
Si trasformò e si presentò al cospetto dell'ennesimo nemico...
 
"Io sono Sailor Moon e sono la paladina della giustizia! Lascia stare le ragazze brutto mostro, e vieni a prendertela con me"
 
"Come osi interrompere i miei piani... ti farò pagare caro quest'affronto piccola saputella! Rimpiangerai di essere nata!"
 
Nonostante la paura e la preoccupazione che la tormentavano, a causa della forza di cui era impossesso il nemico, Sailor Moon era determinata a combattere con tutte le sue forze. Calciava colpi al nemico in ogni modo possibile, finché il nemico non la prese in pieno trattenendola e privandola della sua forza vitale tramite i suoi poteri maligni. Gli aveva legato con tutta la sua potenza una corda proprio sul collo, in modo tale che avrebbe vinto e incassato la vincita fin da subito. Mancava molto poco, e Sailor Moon sarebbe sfinita lì per la mancanza d'ossigeno hai polmoni.
Mugolò affranta, mentre la sua mente cercava di liberarsi dai pensieri cattivi, allungandosi in avanti per liberarsi come meglio poteva.
Sforzandosi di non arrendersi, si rialzò verso il nemico, ma cadde all'improvviso per il forte colpo alla tempia. Una zampina delicata le accarezzava la testa, massaggiandole la nuca e tentando di scuoterla per sostenerla.  Poi, Luna alla fine decise che era meglio d'intervenire. Ma in quel momento, Bunny si stropicciò gli occhi, chiedendosi se non fosse stato tutto un sogno. Avrebbe voluto svegliarsi nella sua stanza tranquilla a fare un bel riposino e invece si era ritrovata a combattere tutta sola di nuovo un nemico. Sperava che arrivasse Milord, e invece di lui nessuna traccia. Era imprigionata e vulnerabile ... che cosa le sarebbe accaduto. Luna la osservava affranta, si tormentava per averle dato quei poteri, forse lei non era la degna guerriera che stava cercando? Si disse tra sé che doveva fare subito qualcosa, ma non appena incrociò gli occhi di Amy e capì tutto.
La tensione era troppa in quel momento, lei voleva scappare via, e anche se tentava di dimenarsi...  alla fine si accasciò al suolo e perse coscienza.
Ma dall'altro lato della scuola, Amy che stava uscendo dal corridoio principale per poi ritrovarsi al cancello principale della sua scuola, fu svegliata dai suoi pensieri scolastici da un urlo di chi era disperatamente in cerca d'aiuto. Spaventata è al tempo stesso stupita, si mise a correre nella direzione in cui le voci si facevano sempre più forti, finché...
Amy non riconobbe una delle tre ragazze accasciate sul pavimento del campo da tennis, era Bunny di sicuro, pensava lei dentro la sua mente.  E quando capì che lei era in pericolo e che doveva fare subito qualcosa per aiutarla, strinse una mano in un pugno quasi in un piccolo pianto. Non sapeva come aiutare Bunny né cosa poteva fare lei che amava studiare e basta. Ma ecco che in quel momento, mentre da tutta la sua energia appare sulla fronte un simbolo, il segno del pianeta Mercurio. Luna che era già vicina alla ragazza comprende che in verità Amy non è altro che una guerriera Sailor.
Luna le apparve sotto una luce bianca e luminosa e parlandole con cuore le donò i suoi poteri Sailor. Ma Amy che era rimasta a guardarla sbalordita, non si mosse finché Luna non le parlò per incoraggiarla a combattere...
 
"Sei la seconda guerriera, Sailor Mercury! So che ti può sembrare strano, ma devi combattere i nostri nemici. Corri da Bunny e aiutala!"
 
"Un gatto che parla? Oh cielo! E va bene... potere di mercurio ... vieni a Me!"
Grazie a quei poteri, Amy riesce a trasformarsi in Sailor Mercury, e con le sue bolle di sapone riesce a bloccare il nemico in una nebbia fitta finché non corre a liberare Bunny. La libera e successivamente le spiega come eliminare il nemico una volta per tutte. Bunny, alias Sailor Moon si fa coraggio e cosi con il suo diadema colpisce il mostro giusto in fronte. Bunny saltellò dalla felicità verso la sua nuova amica Amy, non solo l'aveva riconosciuta, ma fu contentissima di scoprire che anche Amy era una guerriera Sailor proprio come lei. Non c'era nulla che potesse separarle, eccetto i nemici che volevano prendere possesso della terra! E finalmente Bunny aveva una grande nuova amica, non solo a scuola, ma anche durante le numerose battaglie per proteggere il pianeta terra. Sorrise abbracciandola di felicità nel momento in cui pensò che adesso non era più sola.
Come sarebbero andate le giornate successive tra Bunny e la sua nuova amica?
 
 
Non erano poi trascorse molte settimane dai primi giorni dell'inizio della scuola. Era ottobre e tutto era meraviglioso, anche se le foglie degli alberi stavano cadendo al suolo molto lentamente. Il cielo manteneva sempre il suo splendore e gli uccelli cinguettavano di continuo anche se ben presto sarebbero andati tutti in letargo. Quel pomeriggio mentre Bunny stava rientrando a casa, pensierosa e giocosa come al suo solito, s'incamminò verso la sua stanza e la prima cosa che fece fu quella di gettarsi nelle forti braccia del suo letto ascoltando la sua stazione radio preferita. Radio Kiss Kiss, che in quel momento stava facendo l'elenco del palinsesto serale in cui annunciavano un programma per le più romantiche.
Quando Bunny ascolto la parola chiave del programma "Lettere d'amore" rimase a fissare il vuoto del soffitto e ad immergersi in quei meravigliosi sogni pieni d'amore e felicità con il suo bel milord. Amava fantasticare non solo su chi potesse essere nella realtà, ma anche come lo avrebbe conquistato con ... una lettera d'amore!
 
Ma ben presto, fu destata dalla voce della sua mamma che prontamente come ogni pomeriggio le offriva del thè e dei biscottini appena sfornati.
E cosa c'era di più bello oltre a sognare per Bunny? Semplice... assaporare e divorare ogni prelibatezza che le metteva appetito!
Corse al piano di sotto e quando entrò in cucina fece una bella scorpacciata di dolcetti. La madre che la guardava di sott'occhio, rimase stupita dalla rapidità con la quale la figlia divorava ogni cosa. Sospirò e poi togliendosi il grembiule le parlò e più volte finché... uscendo dalla cucina le disse a voce alta: " Credo che sia l'ora che tu vada a fare i compiti, altrimenti non ci sarà alcuna cena per te! Io vado a fare la spesa, tornerò più tardi! Buon Lavoro cara!" Poi, quando Bunny percepì quella frase nelle sue orecchie, capì che non stava scherzando e che sarebbe rimasta senza cena se ... non avesse svolto il suo dovere alla perfezione. La madre, Ilenia, uscì frettolosamente dalla cucina, e prendendo il suo cappottino, chiuse la porta d'ingresso alle sue spalle e corse al supermercato.
Anche se Bunny aveva ben capito quale fosse il suo dovere pomeridiano, colse l'occasione di stare appollaiata davanti alla televisione. Distesa comodamente come una regina che attendeva che i suoi sudditi le imboccassero dell'uva, si mise a fare zapping tra i canali. Diede solo un'occhiata all'orologio, e si accorse che a quell'ora trasmettevano la sua serie televisiva preferita. Chiamata, "Kiss & Friends" ed era una specie di telefilm romantico in formato adolescenziale, e sapeva di coccole fra adolescenti e medici molto giovani che facevano innamorare di sé molte adolescenti nei loro primi anni al liceo. Divorava ogni immagine dell'episodio che guardava. Poi, ogni prospettiva di relax finì quando Luna, la sua gattina le si avvicinò rimproverandola come sempre.
 
"Come puoi startene lì a guardare la tv mentre dovresti studiare o ancora meglio, allenarti con Amy per il combattimento contro i nostri nemici? Sei una sfaticata .... ecco cosa sei! Dove ho sbagliato con te!"
 
 
Bunny non pianse, almeno non subito.
 
"Come puoi essere così crudele con me? Sei un’ingrata senza cuore!"
 
Piangendo uscì da casa e non prese nemmeno il suo cappottino, anche se nell'aria c'era un leggero venticello, non ci fece caso. Corse via in cerca di pace e quiete. Dopo soli pochi minuti si ritrovò nella sua sala giochi preferita. Entrò sospirando mentre un ragazzo dalla chioma dorata la salutava sorridendole con gioia.
 
"Ciao Bunny, era da un po’ che non ti vedevo in giro! Come stai?"
 
"Moran, che piacere incontrarti! Sei di turno oggi eh? Sai che farò? Mi prenderò un bel frappè alla fragola e anche una brioche al cioccolato! Mi è venuta una gran fame!"
 
"Arrivano subito Bunny!"
 
 
Gli occhi di Bunny si fulminarono, quando vide passare per quella stessa strada una faccia a lei conosciuta. Non si girò troppo per farsi notare, ma rimase incantata nel vederlo passare. Di certo non voleva dare nell'occhio. E mentre si chiedeva se quel ragazzo abitasse nelle vicinanze, Moran le portò al tavolo, il suo frappè e una bella briosce al cioccolato. Rimase esterrefatta col volto sognante, pensierosamente verso al di là della vetrata del locale in cui si trovava. Poi, mentre il ragazzo del bar ritornava al suo lavoro, Bunny sorseggia lievemente la sua bibita e mordicchiando la sua deliziosa briosce, sentì come se il cuore le pesasse, tra la malinconia e la gioia per qualcosa ritornò in sé. Quando finì... saluto Moran e ritornò verso casa.
Non aveva una bell'aspetto, sembrava triste e malinconica per qualcosa. I suoi pensieri si persero tra la folla dei passanti per le vie del centro. E tutto intorno a lei riprese il suo percorso con normalità impressionante.
 
 
E anche quella serata passò velocemente. Quando Bunny finì di cenare, sparecchiare la tavola e aiutare la sua mamma con le pulizie domestiche, rientrò nella sua cameretta. Tristemente non accese la radio, aveva troppa nostalgia, anche se non capiva bene del perché all'improvviso si sentisse cosi sola e amareggiata. Si mise sotto le coperte del suo letto. Spense la luce del suo comodino e si addormentò con pensiero sulle labbra del suo futuro fidanzato.
Anche se Luna le parlò, fu vano ogni tentativo di svegliarla... ormai era caduta vittima della stanchezza ed era troppo stanca per reagire a qualunque cosa.
Luna le si addormentò a sua volta ai piedi del letto.
 
 
La mattina seguente, Bunny di buon’ora si sveglio presto, fece colazione, prese al suo cartella e uscì da casa in fretta, ma quando arrivò in classe, non trovò alcuna professoressa anzi... i suoi compagni di classe erano completamente persi nei loro appassionati divertimenti. Finché lei non si avvicinò a Nina e iniziò a domandare del perché tutto quel chiasso.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
3. Una giornata curiosa
 
 
 
Non erano poi trascorse molte settimane dai primi giorni dell'inizio della scuola. Era ottobre e tutto era meraviglioso, anche se le foglie degli alberi stavano cadendo al suolo molto lentamente. Il cielo manteneva sempre il suo splendore e gli uccelli cinguettavano di continuo, anche se ben presto sarebbero andati tutti in letargo. Quel pomeriggio mentre Bunny stava rientrando a casa, pensierosa e giocosa come al suo solito, s'incamminò verso la sua stanza e la prima cosa che fece fu quella di gettarsi nelle forti braccia del suo letto ascoltando la sua stazione radio preferita. Radio Kiss Kiss, che in quel momento stava facendo l'elenco del palinsesto serale in cui annunciavano un programma per le più romantiche.
Quando Bunny ascolto la parola “chiave” del programma "Lettere d'amore", rimase a fissare il vuoto del soffitto e a immergersi in quei meravigliosi sogni pieni d'amore e felicità con il suo bel milord. Amava fantasticare non solo su chi potesse essere nella realtà, ma anche come lo avrebbe conquistato con ... una lettera d'amore!
 
Ma ben presto, fu destata dalla voce della sua mamma che prontamente come ogni pomeriggio le offriva del tè e dei biscottini appena sfornati.
E cosa c'era di più bello oltre a sognare per Bunny? Semplice... assaporare e divorare ogni prelibatezza che le metteva appetito!
Corse al piano di sotto e quando entrò in cucina fece una bella scorpacciata di dolcetti. La madre che la guardava di sott'occhio, rimase stupita dalla rapidità con la quale la figlia divorava ogni cosa. Sospirò e poi togliendosi il grembiule le parlò più volte. Finché uscendo dalla cucina, non disse altro che: " Credo che sia l'ora che tu vada a fare i compiti, altrimenti non ci sarà alcuna cena per te! Io vado a fare la spesa, tornerò più tardi! Buon Lavoro cara!" Poi, quando Bunny percepì quella frase nelle sue orecchie, capì che non stava scherzando e che sarebbe rimasta senza cena se ... non avesse svolto il suo dovere alla perfezione. La madre, Ilenia, uscì frettolosamente dalla cucina, e prendendo il suo cappottino, chiuse la porta d'ingresso alle sue spalle e corse al supermercato.
Anche se Bunny aveva ben capito quale fosse il suo dovere pomeridiano, colse l'occasione di stare appollaiata davanti alla televisione. Distesa comodamente come una regina che attendeva che i suoi sudditi le imboccassero dell'uva, si mise a fare zapping tra i canali. Diede solo un'occhiata all'orologio, e si accorse che a quell'ora trasmettevano la sua serie televisiva preferita. Chiamata, "Kiss & Friends" ed era un telefilm romantico in formato adolescenziale, e sapeva di coccole fra adolescenti e medici molto giovani che facevano innamorare di sé molte adolescenti nei loro primi anni al liceo. Divorava ogni immagine dell'episodio che guardava. Poi, ogni prospettiva di relax finì quando Luna, la sua gattina le si avvicinò rimproverandola come sempre.
 
"Come puoi startene lì a guardare la tv mentre dovresti studiare o ancora meglio, allenarti con Amy per il combattimento contro i nostri nemici? Sei una sfaticata ... ecco cosa sei! Dove ho sbagliato con te!"
 
Bunny non pianse, almeno non subito.
 
"Come puoi essere così crudele con me? Sei un’ingrata senza cuore!"
 
Piangendo uscì da casa e non prese nemmeno il suo cappottino, anche se nell'aria c'era un leggero venticello, non ci fece caso. Corse via in cerca di pace e quiete. Dopo soli pochi minuti si ritrovò nella sua sala giochi preferita. Entrò sospirando mentre un ragazzo dalla chioma dorata la salutava sorridendole con gioia.
 
"Ciao Bunny, era da un po’ che non ti vedevo in giro! Come stai?" Le chiese Moran col sorriso sulle labbra.
 
"Moran, che piacere incontrarti! Sei di turno oggi eh? Sai che farò? Mi prenderò un bel frappè alla fragola e anche una ciambella al cioccolato! Mi è venuta una gran fame!" Ammise cordialmente Bunny.
 
"Arrivano subito Bunny!" Disse Moran spostandosi dal bancone.
 
 
Gli occhi di Bunny si fulminarono, quando vide passare per quella stessa strada una faccia a lei conosciuta. Non si girò troppo per farsi notare, ma rimase incantata nel vederlo passare. Di certo non voleva dare nell'occhio. E mentre si chiedeva se quel ragazzo abitasse nelle vicinanze, Moran le portò al tavolo, il suo frappè e una bella briosce al cioccolato. Rimase esterrefatta col volto sognante, pensierosamente verso al di là della vetrata del locale in cui si trovava. Poi, mentre il ragazzo del bar ritornava al suo lavoro, Bunny sorseggia lievemente la sua bibita e mordicchiando la sua deliziosa briosce, sentì come se il cuore le pesasse, tra la malinconia e la gioia per qualcosa ritornò in sé. Quando finì... saluto Moran e ritornò verso casa.
Non aveva una bell'aspetto, sembrava triste e malinconica per qualcosa. I suoi pensieri si persero tra la folla dei passanti per le vie del centro. E tutto intorno a lei riprese il suo percorso con normalità impressionante.
 
 
E anche quella serata passò velocemente. Quando Bunny finì di cenare, sparecchiare la tavola e aiutare la sua mamma con le pulizie domestiche, rientrò nella sua cameretta. Tristemente non accese la radio, aveva troppa nostalgia, anche se non capiva bene del perché all'improvviso si sentisse cosi sola e amareggiata. Si mise sotto le coperte del suo letto. Spense la luce del suo comodino e si addormentò con pensiero sulle labbra del suo futuro fidanzato.
Anche se Luna le parlò, fu vano ogni tentativo di svegliarla... ormai era caduta vittima della stanchezza ed era troppo stanca per reagire a qualunque cosa.
Luna le si addormentò a sua volta ai piedi del letto.
 
 
La mattina seguente, Bunny di buon’ora si sveglio presto, fece colazione, prese la sua cartella e uscì da casa in fretta, ma quando arrivò in classe, non trovò alcuna professoressa anzi... i suoi compagni di classe erano completamente persi nei loro appassionati divertimenti. Finché lei non si avvicinò a Nina, una delle sue più care amiche di scuola e...
 
"Nina? Perché la professoressa non c'è?" Chiese frettolosamente Bunny poggiando sul banco la sua cartella rosa con il coniglietto bianco stampato su di essa.
 
"Dicono che si è sentita male mentre era in auto, si è addormentata mentre guidava per venire qui! E adesso siamo senza professori! Abbiamo del tempo libero ... speriamo solo che non si sia fatta nulla di grave!" Le raccontò Nina con calma e pazienza.
 
"Che cosa pensi che le sia accaduto di preciso?" Domandò Bunny.
 
"Se lo sapessi te lo direi... ma non so nulla! Sentì un po’ hai comprato poi quel libro?"  Chiese Nina con curiosità su quel libro d'amore.
 
"No! Magari... ma non è possibile. La mia paghetta settimanale si riduce solo per comperare vestiti e materiale scolastico! E poi... sono in punizione!"
 
"La solita storia è? Povera amica mia!"
 
"Già... se non prenderò la sufficienza, mia madre mi punirà ancora per molto!"
 
 
 
E così passò quella giornata scolastica in tutta tranquillità, finché Bunny presa dall'euforia non decise di chiedere ad Amy di seguirla nella sua sala giochi preferita, per fare una piccola sosta nel mondo di "Sailor V".
Si fecero le cinque del pomeriggio e Bunny andò insieme alla sua cara amica Amy nella sala giochi che le aveva tanto parlato ...
 
 
 
- "Eccoci qui! Dai andiamo a giocare ... ti sfido Amy!" Disse teneramente Bunny guardando Amy con sguardo angelico ma sfidandola giocosamente.
 
- "D'accordo, ma sappi che non ho mai giocato a questo gioco. Di solito studio e leggo molti libri." Ammise Amy abbassando la sguardo da Bunny.
 
- "Bene! S’inizia!" Rivelò Bunny fischiettando allegramente.
 
 
Inizio la sfida che per loro era solo un passatempo per trascorrere la giornata insieme. All'inizio Bunny ebbe la meglio, ma poi Amy senza accorgersene arrivò fino all'ultimo livello così facendo attirò l’attenzione di tutti i presenti compreso Moran, il ragazzo che lavorava part-time lì da qualche mese.
Tutti guardavano con ammirazione la ragazza seduta di fronte lo schermo applaudendo di volta in volta in suo sostegno. Per Amy era una fonte di gioia essere ammirata grazie alle sue semplici capacità, ma poi quando alzò lo sguardo sull'orologio di fretta e con titubanza si alzò e lasciò il gioco al suo triste destino. Bunny sgranò gli occhi per l'amara sorpresa, ma poi quando Amy parlò tornò tranquilla.
 
"Bunny, si è fatto tardi, devo tornare a casa per l'ora di cena, ci vediamo domani a scuola. Ciao! Non fare tardi a casa!"
 
Si salutarono col sorriso e ognuna prese una strada opposta per tornare a casa.
Nel frattempo di fronte al muretto di casa, Bunny vede Luna, le si avvicina e stranamente nota una strana atmosfera tra di loro. Non sa del perché... ma c'è qualcosa che non va. Entrata in casa, Bunny saluta la sua famiglia e sale nella sua stanza rilassandosi sul letto finché...
 
 
"Luna ma che stai facendo?" Chiese Bunny guardandola con fare curioso.
 
In quello stesso momento Luna fece apparire come per magia un oggetto antico, alla vista di ciò Bunny s’impaurì perché essa emanava una strana energia e un forte bagliore lucente che arrivò fino ad oltre la finestra. Quell’oggetto strano aveva preso una forma familiare e Bunny prendendolo in mano vide comparire e scomparire un volto.
 
"Luna che cos'è? Mi è sembrato di vedere una strana figura!" Le disse Bunny tremando dal terrore di ciò che aveva visto.
E così Luna le rivelò molte cose parlando del famoso segreto che coinvolgeva altre persone e non solo la bella principessa da ritrovare perché era scomparsa da secoli e secoli.
 
"Bunny, mi è stato incaricato di ricercare il principe della terra!"
 
"Come? Ma non dovevamo cercare e proteggere la principessa della luna? E chi sarebbe questo principe?"
 
"Era l'innamorato della nostra principessa... se lui è vivo lei deve essere molto più vicina di quando pensiamo."
 
"Luna... l'hai raccontato anche ad Amy?"
 
"Affido a te il compito di trovare il principe! Quando questo specchietto s’illuminerà d'oro troverai il principe e dovrai aiutarmi a risvegliarlo dall'oblio!"
 
"Questa storia mi spaventa, ma io dico non potevi trovare un'altra per questo ruolo?"
 
"Sei tu la prescelta, mi spiace..."
 
"Tu sei... "
 
 
Le lunghe ciglia bionde di lei si mossero passivamente, poi, con riluttanza, si schiusero. Con un piacere insolito il freddo pungente che sentì nella pelle non la smosse più di tanto, finché stirò il corpo minuto, sbadigliando e borbottando qualcosa di insolito si accasciò sul bordo della sua finestra.
Subito dopo, tuttavia, quel familiare senso di angoscia che si era impadronita della sua serenità, svanì e le ritornò il sorriso.
Ma non appena ripensò al volto che aveva quasi visto sullo specchietto che luna le aveva donato, e non appena capì che quella nuova missione era molto più pericolosa di quanto non fosse, annullò ogni istinto di gioia e si lasciò cullare tra le dolci piaghe della sua infelicità. Si raddrizzò il suo bel maglioncino di lana gialla e guardando fuori dalla sua finestra rimase affissare il cielo.
Fu lieta di costatare, che il cielo quella sera era tiepidamente sereno, forche il suo cuore. Qualcosa di brutto stava per accadere e forse il male primordiale di cui Luna le aveva parlato, era finalmente tornato a far del male sulla terra.
 
 
 
Dall'altro lato del mondo, in un luogo buio e tetro vi era un castello recintato da una pianta spinosa che non poteva essere deviata attraversandolo con semplicità... e l'unica cosa era usare la magia. Ma molti odiavano quel rettilineo ...
In quel castello vi era una regina, Beril ritornata sulla terra per riconquistare il genere umano, e ci sarebbe riuscita se non fosse stato per le guerriere Sailor! Quale sarebbe stato il prossimo passo per impossessarsi dell'energia umana?
 
In quel preciso istante, Beril evocò tutti i suoi sudditi e non fu molto magnanima con lui ...
 
"Come osi presentarti qui dopo aver fallito i primi due tentativi di conquistare gli umani!" Gli disse Beril urlando contro il suo umile servitore.
 
"Mia regina, chiedo il vostro perdono. Ma ho un nuovo piano..." Ammise amaramente di aver fallito inchinandosi per farsi perdonare dalla sua regina.
 
"Sarebbe a dire?" Chiese curiosamente Beril alzando gli occhi su di lui dalla sua sfera di cristallo.
 
"Conquisterò l'energia degli esseri umani attraverso una spilla magica che risucchierà a loro insaputa tutte le loro energie vitali. Stavolta non fallirò!"
Ammise sicuro di sé stesso.
 
"Sarà meglio per te se no... ora va e compi il tuo dovere Jack!" Ordinò Beril senza lasciargli via di scampo dal suo unico dovere.
 
"Si!"  Disse Jack alla sua sovrana.
 
Fino a quel momento il piano di Jack stava procedendo secondo i piani. E chissà come sarebbe andato a finire l'incarico...
 
 
 
 
Un sonno lungo come le notti invernale... ecco come mi sento! Sola nella notte aspetto solo te. Riuscirai mai a ricordarti del mio volto mio amato? Potrò mai riabbracciarti come un tempo? Torna da me... cercami te ne prego...
Continua a cercarmi e quando mi troverai non abbandonarmi...
Cercami nell'argenteo scintillare della luna forse lì troverai anche qualcosa di prezioso.
Ti prego cerca per me il cristallo d'argento affinché io possa combattere i nostri nemici.
Non dimenticherò mai quello che ci hanno fatto, hanno rovinato tutto ciò che ci rendeva felici, voglio vendetta! E solo tu mio amato puoi cercarlo... tu ne hai il potere! Non arrenderti o sarà la fine per noi. Solo tu puoi liberarmi da questa prigionia. La mia mente è offuscata, non so più chi sono, ma sono sicura di una sola cosa... tu sei la mia anima e sei colui che mi ha reso felice. Torna da me Endymion...
 
 
Tutto divenne buio, la notte blu fu invasa dalla nebbia e mentre ciò avveniva un ragazzo si alzava spaventato e perplesso dal letto in cui aveva dormito fino a poco fa.  I suoi occhi divennero blu scuri, scintillavano nella notte come fuochi accesi, ma il suo cuore, gli batteva forte in petto fino a farlo completamente perdere la i sensi. Si chiese solo in un successivo momento chi fosse quella fanciulla, e del perché la sua voce l'aveva reso triste. Era come se aveva perso qualcosa di importante, che però non si ricordava.
 
 
"I miei sogni iniziano a farsi sempre più nitidi, ma chi è questa ragazza e che vuole da me? Improvvisamente mi sento vuoto, come se mi mancasse qualcosa, ma cosa? Non riuscirò più a dormire questa notte, mi sa che posso alzarmi e iniziare questa mia giornata di merda come tante altre... Qual è la verità dentro me? Chi è quella ragazza dalla chioma dorata? Ma dove l'ho già vista? Mmh... mi è venuta fame cavolo... "
 
 
Marzio, era rimasto perplesso da quel sogno, ma aveva continuato la sua giornata senza pensarci troppo. La sua giornata iniziò male ma proseguì molto diversamente da ciò che si aspettava. Finché non colse al volo l'occasione che gli fu data, avrebbe lavorato part-time presso un ristorante come cameriere.
La notizia lo rese felice poi s'incammino verso il lago per fare una passeggiata e per schiarirsi le idee. Quali misteri si nascondevano nella vita di Marzio Chiba?
 
 
 
L'alba arrivò in fretta sulla terra, mentre i passeri canticchiavano, Bunny s'incamminava felicemente verso il lago per restare un po’ di tempo d sola. Voleva legger quel suo libro serenamente senza essere né derisa e né disturbata. Ci sarebbe riuscita?
Si sedette sotto un albero di pesto e silenziosamente assaggiava un tramezzino al formaggio mentre si immergeva nel mondo di uno dei suoi romanzi preferiti. Non avendo potuto acquistare quel libro uscito in edicola da poco, dello di Nicholas Sparks, aveva deciso di leggerne uno di quelli che preferiva scambiarsi con la sua amica Nina.  Scelse il primo volume del romanzo da una saga di Lisa Kleypas, "Audaci zitelle” parlava di una ragazza che non era come altre, ma sognava il primo amore come un qualcosa di unico e assoluto. La protagonista era Lilian, figlia di un americano disperato alla ricerca di un buon partito per la figlia.
E quando lo trovò, Lilian rimase scioccata, non poteva essere lui il suo futuro sposo, lo odiava, non lo sopportava e alla fine del romanzo se ne innamora perdutamente.
 
"E cosi... due personalità opposte si attraggono, e dopo un bacio scoppia l'amore tra i due che inconsapevoli non se ne rendono subito conto. Eh... wow che libro!" 
Disse a voce alta Bunny senza rendersi conto di essere osservata da un ragazzo dagli occhi blu.
 
"Non sapevo che leggessi romanzi rosa!" Disse una voce maschile avvicinandosi a Bunny.
 
"Chi è là?!" Urlò Bunny voltandosi verso colui che la fissava divertito.
 
"Ciao... non volevo spaventarti." Ammise Marzio guardando la divisa che Bunny indossava con grazia.
 
"Marzio, vero?" Chiese divertita Bunny.
 
"Bunny, come va?" Domando sedendosi vicino a lei con grinta.
 
"Bene, oggi niente scuola... la mia insegnante stava male e così siamo usciti prima."
Gli rivelò contenta lei.
 
"Buon per te... allora che fai?" Chiese curioso della copertina che vedeva con i suoi stessi occhi.
 
"Stavo leggendo questo romanzo che mi ha prestato una mia amica. E tu che ci fai qui? Non dirmi che avevi un appuntamento ... ahahaha se fosse così non dovresti farla ingelosire..." Scherzava con lui, era come se si sentisse bene in sua presenza. Ma c'era qualcosa che la faceva sentire speciale al quale però non capiva una reale motivazione. Poi vide che lui si alzava di fretta dall’erba in cui s'era seduto da poco.
Notò la fretta che aveva sia dagli occhi che dai movimenti frettolosi, finché lui non le parlò senza smettere di guardarla negli occhi. Finché Bunny non arrossì diventando quasi rossa in viso e abbassando lo sguardo notò quanta emozione aveva in corpo. Ormai la sua mentre stava fantasticando, che le stava accadendo?
Poi, quella voce nelle sue orecchi si diffuse quasi come una rivelazione angelica.
 
"No, ma ché stavo per andare a lavoro, e il primo giorno e quindi son uscito di casa presto. Ma come mai questa passione per i romanzi rosa?"
 
"Non credo che tu possa capire... sei un ragazzo e poi sono cose da donne."
 
"Beh visto che ci sono, e non chiedermi perché volevo regalarti questo ..."
 
"Che significa?"
 
"Lo guardavi con tanta devozione, che ho pensato di regalartelo. "Vicino a te non ho paura" è un bel libro e poi è Nicholas Sparks è uno scrittore adorabile per quanto ne capisco di libri d'amore.
Spero tu lo accetti... è solo un dono."
 
"Ecco io non so. È strano, ma lo accetto di cuore... e ti prometto che cucinerò per te! Non solo brava a cucinare, ma me la posso cavare... Ovviamente quando vorrai! Mi trovi nel negozio di video giochi di Moran tutti i pomeriggi verso le cinque, adesso vado a casa ciaoo..." Poi aggiunse, "E grazie per il libro... lo leggero con gioia! Buona giornata a lavoro Marzio!"
 
"Ciao... Bunny"
 
Rimase solo, quel lago per lui divenne un ancora di salvezza, c'era qualcosa che però lo rese malinconico. Quella voce soffice e delicata, quei codini biondi, gli ricordarono la ragazza del sogno e così senza rendersene conto disse a voce atra fra sé: "Quella ragazza mi ricorda tanto... no non può essere, è impossibile!"
 
Quello stesso giorno, nel pomeriggio una ragazza dalla chioma scura s' addentrava verso un negozio del centro di Tokio. Aveva percepito una forza strana e aveva deciso di andare infondo a quella storia con le sue stesse mani. Non avrebbe mai chiesto aiuto a nessuno, non perché si vantava del suo coraggio, ma perché fin da piccola era stata abituata a occuparsi di sé e di ogni suo problema da sola per darsi forza in una vita piena di gioie e dolori. Aveva perso sua madre quando era ancora molto piccola e così il padre l'ava affidata alle cure del nonno materno lasciandole vivere la sua vita come meglio credeva. Ormai si sentiva sola, la sua vita era piena di malinconia, e in quel periodo si sentiva strana, e nelle notti faceva strani incubi che non la spaventavano, ma non riusciva ad addormentarsi per la troppa solitudine. Viveva nella solitudine del suo santuario ed era quello l'unico posto in cui si sentiva sicura... odiava il mondo in cui viveva e si odiava per essere disprezzata da ogni genere umano. I suoi unici amici erano sue corvi ai quali lei era molto affezionata, ma dentro di sé sognava di innamorarsi e di vivere spensierata e felice la sua vita con l'uomo a cui lei si sarebbe legata per sempre. Quando si sarebbe innamorata? Ancora non era riuscita a darsi una risposta, e alla fine Rea, questo era il suo nome, decise di ritornare a casa e rilassarsi nella sua cameretta.
Ma i suoi pensieri, e ogni riflessione vennero destati da una figura che gli passava a fianco.
Chi era quella ragazza dai codini? Si era chiesta fra sé Rea. Ma non seppe darsi una risposta adeguata, anche sé aveva una strana sensazione malinconica che le scombussolo l'anima facendola intristire completamente.
 
 
 
 
4. Profumo di trappola
 
 
 
 
 
Anche se non era ancora mattino, anche se era al buio, Marzio percepiva che dentro di sé stava per accadere qualcosa d’incancellabile.
Si sentiva vuoto, pieno d'incertezze, quella stessa notte il suo sogno ricorrente come sempre gli faceva visita puntualmente come un orologio impazzito.
Tentò di dormire ancora qualche ora, ma ormai il suo incubo peggiore aveva preso il sopravvento su di lui come tante stelle che cadono giù dal cielo senza sosta.
Si agitò nel sonno, e per un solo istante gli parve di volare; volava verso qualcosa o qualcuno, però, senza alcun limite proseguì il passo, finché...
La solita fanciulla dalla chioma dorata voltandogli le spalle gli parlava, fu come un terremoto al ciel sereno. E presto anche lui avrebbe capito ogni cosa, poi la fanciulla si voltò e lui la vide lì dinanzi sé che gli porgeva la sua mano e che lo aiutava a risalire fino in cima a quella collina ripida e illuminata dal sole.
Poi, Marzio rimase impressionato dai lineamenti angelici e perfetti di quella fanciulla e successivamente le prese la mano e se la portò al petto.
"Endymion, amore mio! Sei tornato da me..." Lei gli aveva sussurrato tra le lacrime abbracciandosi a lui con desiderio atroce.
Tutto nella mente di Marzio divenne limpido finché non sentì un urlo atroce, capì ogni cosa.
E fu allora che Marzio aprì gli occhi e si sedette lungo il bordo del letto e accese la lampada del suo comò.
Capì solo dopo aversi ravvivato i capelli con le mani che era stata di nuovo vittima di uno dei suoi incubi peggiori, e sapeva dentro di sé che si sarebbe tormentato finché non avrebbe dato un valore a tutto ciò che sognava.
"Chi era quella fanciulla? Mi pare di averla quasi vista in volto, ma non riesco ancora a ricordarmelo. Perché tutto questo sta succedendo a me?" Marzio che in quel momento avrebbe voluto accanto a sé una donna che l'ho amasse, che l'avrebbe curato e rassicurato dopo una vita piena di sofferenze, tentò di alzarsi dal letto, ma era come bloccato per qualcosa. Era ovvio che fosse da solo, e forse non avrebbe mai trovato la propria compagna per poter vivere una vita diversa da come la stava vivendo in quel periodo. Pensava lui tra sé e sé. Non avrebbe trovato la forza per guardare in faccia la realtà, e nemmeno un caffè sarebbe stato un rimedio sufficiente per dimenticare tutto ... perfino quel mal di testa che lo stava già tormentando da circa cinque minuti.
Lui odiava sentirsi vuoto, odiava sentirsi inutile, eppure c'era qualcosa dentro di lui che gli dava speranza.
 
 
Mentre Marzio tentava di riprendere il controllo della sua vita, all'alba in un luogo tetro e buio vi era un regno. Lì giaceva un palazzo, il regno delle tenebre, governato da una mente malvagia chiamata Beril, la quale aveva incaricato ai suoi seguaci di ritrovare il cristallo d'argento e conquistare tutta l'energia degli esseri umani per il loro grande sovrano, ma dopo vari fallimenti, ormai non aveva più pazienza per sopportare quelle incongruenze folli.
È quella sera, Beril aveva chiamato ha sé i suoi seguaci per comunicare le sue novità ...
 
 
- Come molti sapranno, dobbiamo ritrovare il cristallo d'argento... ma fin ora nessuno di voi ha fatto quel che doveva! È così difficile per voi? Jack! In quanto a te, questa è l'ultima occasione di vittoria, se fallirai, sarai punito severamente! - Diceva Beril ai suoi cavalieri.
 
 
- Sì mia regina! Questa volta non ti deluderò! - Promise Jack inchinandosi alla sua regina dai capelli rosso come il sangue di una fanciulla che perde vita.
 
- Mia regina, forse è il momento migliore per sostituire Jack... ha fallito troppe volte, non merita il vostro perdono! - Urlò Zaker intromettendosi in quella conversazione tra la sua regina e quel miserabile di Jack.
 
- Come osi Zaker? E tu invece? Hai trovato il cristallo d'argento prima dei nostri nemici? Non tollerò che tu dica a me cosa fare... - Urlò contro di lei la regina furiosa come non mai.
 
- Perdonatemi vostra altezza... vado subito a cercare il cristallo d'argento! - Ma Zaker, timorosamente scomparve in una nuvola nera ritirandosi nei suoi appartamenti.
 
 
- Jack! Vai sulla terra è compi il tuo dovere... subito! - Ordino Beril.
 
- Sì! - Rispose lui timoroso di fallire nuovamente il suo unico compito.
 
"Devo eliminare Sailor Moon, solo così potrò continuare il mio piano! Questa volta non fallirò! Costruirò una trappola geniale ahahha!" Si disse Jack mentre appariva da una zona all'altra del pianeta terra. Era ancora furioso per come la regina l'aveva trattato, ma decise che doveva lottare per riavere la piena fiducia della sua regina. Si disse tra sé e sé "Questa sarà la tua fine Sailor Moon..." E poi Jack sparì tra la folla degli esseri umani.
 
Quel pomeriggio Bunny non aveva nessuna fretta di tornare a casa, perché aveva deciso di divertirsi
Lei rialzò con un gesto frettoloso il colletto della sua divisa, poi infilò le mani sul suo pesante giubbotto di camoscio e camminò al fianco della sua amica Nina.
Non bastava il freddo ad ampliare la giornata freddolosa, per colmare il tutto, pioveva in modo impressionante. E per fortuna, Bunny e la sua amica erano già dentro il bar mentre fuori tuonava come non mai, loro si erano già sedute a un tavolo per rilassarsi un po’.
Bunny e Nina si sederono sulle comode poltroncine del bar, e si sgranchirono le gambe intorpidite dal freddo. Mentre Bunny occupava posto, si guardò intorno, e notò che c'erano solo poche persone a occupare quel locale. E con lo sguardo cerco qualcuno, ma non vide alcun ché finché la sua amica la richiamò alla realtà...
 
- Chi stai cercando Bunny? - Aveva chiesto lei curiosa di sapere ogni cosa della sua amica Bunny.
 
- Nessuno... - Però, il suo bel viso rosso come un pomodoro maturo, non diceva proprio quello che aveva appena affermato.
 
- Sicura? - Disse Nina mentre sorseggiava dell'acqua minerale.
 
- Perché non ordiniamo una cioccolata calda?  - Propose Bunny tentando così di cambiare argomento.
 
- Hai sentito la notizia al telegiornale? - Chiese Nina.
 
- Cioè? - Domandò Bunny incerta su cosa le avrebbe rivelato la sua amica.
 
- Si dice che nel santuario di Tokio siano scomparse delle persone non appena sono uscite da lì. Più di mille persone in meno di tre giorni... - Le raccontava Nina con tanto interesse.
 
- Davvero? Com'è possibile! - Domandò incredula Bunny.
 
- Non lo so... - Sussurrò Nina.
 
- Sai che facciamo? Andiamo lì adesso! - Propose Bunny contenta.
 
- Bunny ... piove! - Le ricordò la sua amica Nina.
 
- Oh già è vero! Allora facciamo domani mattina! Siamo a casa ricordi? - Ammise Bunny col sorriso sulle labbra.
 
- Già! Beata gioventù! Abbiamo un giorno libero e che si fa? Si va al santuario della grande sacerdotessa Rea Hino! Sì che bellezza! - Le aveva riferito Nina con felicità.
 
- E chi sarebbe questa Rea Hino? Chiese Bunny titubante.
 
- La conoscerai domani! - Nina le fece l'occhiolino.
 
- Beh mi è venuta fame... Cameriere mi porti una bella fettona di torta alla crema al cioccolato! - Chiese contenta Bunny al cameriere che le si avvicinava.
 
- Bunny, se ingrassi chi ti sposa? - Ammise furiosa Nina.
 
- Sai quanto me ne importa della linea oggi? Ho fame uff! - Rispose assaggiando la sua fetta di torta.
 
E così Bunny si divorò una grande fetta di torta al cioccolato rimpinzandosi di dolci fino allo stremo. Poi mentre divorava l'ultimo pezzettino, vide un volto familiare entrare nel locale e con fare curioso lo fissò. Rimase incantata a guardarlo, ma non si fece accorgere che lei era lì bensì rimase passiva e ascoltò ogni cosa che stava dicendo a Moran.
 
- Ciao Moran!
 
- Marzio come stai? Che fai qui con questo brutto tempo?
 
- Nulla mi vedo con una persona...  sai se è già arrivata?
 
- Non si è vista oggi!
 
- Aspetterò...
 
Dopo soli due minuti una ragazza dagli occhi scusi, i capelli neri come un’ala di un corvo apparve nel locale abbracciando in modo passionale Marzio. Al ché il ragazzo ricambiò in modo affettuoso quel caloroso abbraccio e poi insieme uscirono fuori dal locale andando chissà dove...
 
E Bunny che era rimasta a fissarli, abbassò lo sguardo e furtivamente senza dare nell'occhio si scusò con la sua amica e ... a malincuore ritornò a casa.
Camminava lentamente, con il capo chino sulla strada, ma non stava piangendo però, si chiese del perché si sentiva vuota e priva di felicità.
Ma non sapeva il perché si sentiva giù di morale, finché non sentì dietro di lei una voce familiare.
L'aveva già sentita molto molte, ma non riconoscendola si era voltata per guardare chi c'era dietro di lei.
 
 
 
"Come osava intralciargli il cammino?" Pensò Bunny furente chiedendosi che cosa volesse da lei in quel momento. Quell'uomo sarebbe dovuto sparire dalla sua stessa strada, eppure Jack rimase lì di fronte a lei a fissarla per un lungo tempo. 
 
- Finalmente ti ho trovata, Sailor Moon e questa volta per te sarà la fine ahaha!
 
- Jack!
 
 
Forse Bunny non aveva mai capito cosa fosse il vero terrore nella sua vita, eppure in quel momento non ebbe alcun dubbio. Ormai non poteva né dire né fare, Jack aveva usato tutti i suoi poteri magici e l'aveva fatta sua.
 
Non lo aveva detto nulla, né una parola, né uno sguardo di pietà. Mentre Bunny lo fissa con occhi pieni di odio, le sue forze la stavano abbandonando.
 
Un sorriso cattivo gli increspò le labbra. Forse avrebbe dovuto dirle tutto, ragionò, e osservarla mentre scopriva a come torturarla per poi ucciderla, ma sentì nella sua mente la voce della sua regina che gli diceva di portarla viva nel suo palazzo.
- Adesso è arrivata la tua fine! La prese tra le braccia, e sparì con essa in una nube nera e la portò con sé nel suo regno.
Jack alzò una mano, le dita tese, quasi stesse prendendo in considerazione la possibilità di schiaffeggiarla.
In quell’istante lui, capì le intensioni della sua regina e fece come lei gli aveva ordinato.
Prese Bunny anche contro la sua volontà e la condusse nel suo regno...
Cosa le sarebbe accaduto? E Luna avrebbe mai capito dove fosse la sua amica?
 
Quella stessa sera, la madre di Bunny aveva telefonato a ogni conoscente di sua figlia per sapere dove potesse essere andata a quell'ora di sera tardi.
Era furibonda con sua figlia, ma aveva anche una terribile sensazione... che cos'era accaduto a sua figlia e perché nessuno sapeva dov'era?
Sospirò lentamente e pianse, aveva il terrore di perderla, la sua bambina, la sua dolce prima figlia, le mancava terribilmente, anche se doveva restare calma, sentiva che c'era qualcosa che non andava come doveva andare. Luna, che aveva sentito la notizia, era corsa subito a cercarla, nella disperazione più totale corse da Amy a chiederle in suo aiuto. Era furiosa con sé stessa, forse Bunny era scappata via di casa per causa sua? Tristemente graffiò la porta della dimora di Amy e vi entrò da dietro.
 
- Luna! Che ci fai qui? Che cos'è successo? - Amy aveva notato lo sguardo di Luna, era molto triste, ma allo stesso tempo era come se avesse pianto per qualcosa.
 
- Bunny è scomparsa, temo che i nemici l'abbiano catturata! - Ammise Luna tristemente.
 
- Oh, no! Dobbiamo cercarla... - Propose Amy prendendo in braccio quella gattina dagli occhi tristi.
 
- So dov'è, ma prima dobbiamo chiamare le atre guerriere Sailor! - Aveva detto lei furiosamente.
 
- Come? - Incredula Amy si ravvivò una ciocca dei suoi capelli.
 
- Andiamo a chiamarle, vieni con me! - Propose Luna.
 
 
Corsero al Game Center, e Luna entrò furtivamente seguita da Amy e al suo interno trovarono un mini computer magico che era apparso dinanzi a loro nello stesso momento che aveva varcato quella soglia.
 
- Luna che facciamo adesso? - Chiese Amy perplessa nel vedere con i suoi occhi Luna che utilizzava in modo esperto un piccolo computer.
 
- Evocherò le atre guerriere... - Ammise Luna con un pizzico di felicità.
 
- Sanno di essere le guerriere della Luna? - Aveva domandato lei perplessa.
 
- Sì, ma i loro ricordi e i loro poteri sono sopiti dentro i loro cuori. - Rispose Luna.
 
- Se lo dici tu... - Amy, però avevo lo sguardo perso nel vuoto.
 
- Andiamo Amy ci aspetta una lunga battaglia! - Ammise Luna camminando in un varco tridimensionale.
 
 
 
La bocca le si spalancò leggermente per lo stupore. E desiderando porre fine a tutto quel trambusto, Amy osservò con occhi impauriti tutto ciò che Luna stava per compiere in quella stanza.
Lei si girò sui tacchi e si avviò con Luna per andare a recuperare le altre guerriere Sailor. Ma la rivelazione di Luna la fecero rimanere senza fiato. Incerta su ciò che sarebbe avvenuto, anche se era timorosa, seguì la sua micina con orgoglio senza mai farle capire quanta paura avesse nell'animo. Ma non avrebbe mai dato quella soddisfazione a nessuno, nemmeno al suo peggior nemico. Camminando affianco di Luna Amy sospirò. Chissà dove l'avrebbe mai condotta? Avrebbero trovato le guerriere Sailor e Bunny? Bunny che fine aveva fatto?
 
 
Notte tempestosa piena d'insidi lungo il proprio cammino, dove non c'era altro che buio e ombre in mezzo al nulla.
Il nulla era qualcosa che non si poteva decifrare, ed Amy non avrebbe mai potuto comprendere quali pericoli avrebbe trovato lungo quel cammino senza una meta. Solo una persona al mondo sapeva la verità di ogni cosa che ea stata celata fin ad allora ad Amy, ma forse era giunto il tempo della verità.
 
- Luna che facciamo? -Chiese Amy timorosa di ciò che sarebbe accaduto tra poche ore.
 
- Dobbiamo attendere le altre Sailor! - Aveva detto con decisione Luna.
 
- Chissà se Bunny sta bene...  Si domandò Amy tristemente.
 
Una voce fine e acuta si manifestò, e così Luna e Amy si voltarono per guardare chi avesse parlato.
 
- Luna! - Artemis arrivò lì e cercò con lo sguardo Luna correndole in contro con gioia.
 
- Artemis! Finalmente... - Sussurrò Luna tristemente.
 
- Vi presento a voi le ultime combattenti del regno argentato... Sailor Mars, Sailor Jupiter e Sailor Venus! - Pronunciò Artemis con determinazione.
 
- Finalmente le hai trovate Artemis, loro sanno tutto vero? - Domandò la micina guardando dritto negli occhi le ragazze.
 
- Oh! Lieta di fare la vostra conoscenza... Io sono Sailor Mercury. - Si presentò Amy sorridendo e porgendo loro la mano in segno di cortesia.
 
- Il piacere è mio, il mio nome è Rea! - Disse con forza e coraggio Rea.
 
- Io sono Morea, lieta di conoscerti. - Pronunciò Morea con felicità.
 
- Ed io sono Marta... non vorrei mettervi fretta, ma dobbiamo andare a salvare la terra! Siamo in grave pericolo! E poi la principessa ci aspetta. - Ammise Marta camminando verso le strade principale del lago.
 
- Come? - Chiese Amy curiosamente.
 
- Bunny è la nostra amata principessa... - Rivelo Marta con determinazione.
 
- Bene... - sussurrò Rea.
 
- Io non ho ancora capito, come mai siamo noi le guerriere della principessa? - Chiese Amy guardando Luna negli occhi.
 
- Vi spiegherò tutto, ma adesso andiamo al polo nord! Da là potremmo entrare nel regno delle tenebre. - Rispose Luna camminando dinanzi a loro.
 
- Sì! - Dissero in coro con entusiasmo le guerriere Sailor che ormai si erano riunite dopo mille anni di solitudine perpetua. Adesso erano di nuovo insieme, o almeno cosi sarebbe stato.
 
 
 
 
Mentre le ragazze si dirigevano nel luogo prestabilito, Bunny si risvegliava dal lungo sogno in cui fino a pochi attimi prima giaceva stordita in un grande letto a baldacchino.
Lei osservò ogni angolo della stanza in cui si era ritrovata, ma non c'era nulla che la rassicurava.
Le pareti erano di un nero scuro e pieno di decorazioni rosse e grigie, il che non fece altro che atterrire l'anima di Bunny, finché una strana risata si manifestò in quella stanza.
Il cuore di Bunny palpitava velocemente, ma non per la felicità, in quel momento non era per nulla felice, anzi era timidamente impaurita, il suo unico pensiero andava a "Milord", lei sperava che qualcuno la salvasse, però era in trappola e non c'era nessuna via d'uscita.
"Forse sto solo sognando? Presto mi risveglierò e mi ritroverò nel mio bel letto!" Pensava Bunny tra sé e sé mentre qualcuno appariva di fronte a lei sorridendole amaramente.
 
- Jack! Che cosa vuoi da me? - Urlava Bunny.
 
- Principessa Serenity! - Disse lui guardandola negli occhi.
 
- Come mi hai chiamata? - Domandò Bunny tremando di paura.
 
- Beh, tu non sai nulla, e forse non te ne ricordi mia cara principessa della luna.
 
-No, lasciami...che vuoi farmi? - Ormai era in suo potere e forse Jack avrebbe fatto di lei la sua sposa.
 
- Ti farò quello che voglio" Sei mia ahaha!!! - Ammise ridendo Jack.
 
- No, aiuto... - Ma non 'era nessuno che poteva portarla in salvo.
 
Stava per farle del male, non solo fisicamente, il suo povero cuore chiedeva pietà, ma non c'era nessuno che potesse salvarla. Finché un rumore catturò l'attenzione di Jack e senza che se ne accorgesse, un uomo mascherato aveva già preso con sé Bunny portandola via da lì senza dare nell'occhio.
E Jack che aveva assistito tutto senza muovere un muscolo per deviare il piano del suo acerrimo rivale, decise di seguirlo e di ucciderli entrambi.
Avrebbe disubbidito all'ordine della sua regina, ma secondo lui ne valeva la pena. Doveva dar sia a Milord che a Sailor Moon una bella lezione. E quella era l'occasione migliore per vendicarsi.
 
Mentre tutte le guerriere Sailor correvano per salvare in tempo la loro amata principessa, Milord teneva Sailor Moon fra le sue braccia in un luogo remoto e vuoto intorno a loro.
Si chiese del perché quella ragazza era stata catturata da Jack, poi sorrise decidendo di aiutarla a scappare dalle grinfie de nemico.
 
- Milord, grazie mi hai salvato la vita.
 
- Non ringraziarmi, sono qui solo per caso...
 
- Oh, mio caro Milord...
 
- Come?
 
- Oh, no nulla di importante... dove mi stai portando?
 
- Sto cercando di uscire da questo labirinto infernale.
 
 
Erano solo passate alcune ore, ma né Milord e né Bunny riusciva a trovare una via d'uscita. Eppure mentre correvano da una parte all'altra Bunny ebbe uno strano flash, era come se l'avesse già incontrato tempo addietro, ma non sapeva come spiegarlo. Era una sensazione piacevolmente felice, si sentiva piena di speranze anche in un momento come quello in cui il suo unico pensiero doveva essere quello di salvarsi la vita.
"Chi è in realtà lui? Ha unaria vagamente familiare..." Si chiedeva Bunny mentre si teneva stretta al petto di Milord. Arrossì pensando a lui come il suo unico grande amore
 
 
- Non mi sfuggirete...
 
- Oh, no! Jack!
 
- Tu e Marzio siete sfacciati ahaha!
 
- Che? Ma che cosa dici! Lui non è Ma...Marzio??? Come possibile?
 
- Fatti da parte... Sailor Moon
 
Bunny in quel momento non riusciva più a capire nulla di quello che stava per accadere, aveva solo un grande vuoto nel cuore. Una lacrima cadde dal suo volto per poi correre fra le braccia di Milord.
 
- Oh, Marzio...
 
- Adesso vai... ci penso io a lui, ti prometto che non mi succederà nulla...
 
- No, non posso lasciarti a combattere da solo!
 
- Fallo per me, corri via da qui!
 
 
E in quel momento, mentre Bunny assisteva il combattimento tra i due, ripensò a come si era cacciata in quella brutta situazione, come se nulla fosse la sua ente e il suo cuore furono invasi di un calore che mai aveva sentito prima d'ora...
 
Non dimenticherò mai ogni cosa, se Luna non mi avesse mai donato quei poteri, adesso io non sarei Sailor Moon, e forse non avrei mai incontrato Milord per poi scoprire chi fosse in verità... Marzio è il mio bel Milord! Che strano, ma è come se questa notizia mi avesse rallegrato l'animo. Sono felice che il mio primo amore sia lui, ma adesso temo di perderlo, che posso fare? Bunny aveva le lacrime agli occhi ed era talmente disperata che non si accorse di essere attaccata alle spalle.  
- Attenta! - Urlò Milord afferrandola con le braccia per metterla in salvo. Era una situazione orribile e ingestibile, e non era facile per lui proteggerla, anche perché si sentiva un uomo inutile. Lui però, non si sarebbe mai arreso, l'avrebbe protetta anche a costo della sua stessa vita.
 
"Endymion, torna da me. Amore..."  In quell'attimo, Marzio fu sconvolto da un flash back che gli sconvolse ogni cellula del suo corpo fino a fargli perdere conoscenza...                           È quella voce femminile ebbe la forza di farlo addormentare mentre avrebbe dovuto combattere al fianco di Bunny per salvare i loro stesso futuro.
- Marzio! Svegliati... - Aveva detto lei urlando con tutto il suo dolore. Ripensò come in un sogno a quei momenti felici che l'avevano rallegrata fin dalla sua nascita. Poi, fra quei mille pensieri, capì qual era la differenza tra dare amore e riceverlo. Una sola stella era impressa nei suoi pensieri: il suo Marzio. E quel magico incontro, le aveva per sempre cambiato il destino. Ma adesso la sua priorità era ben altro...avevo una missione da compiere, delle persone da salvare, una guerra da affrontare e non avevo tempo per l'amore.
 Fu in quell'attimo che Jack con i suoi terribili poteri uccise le guerriere Sailor che avevano appena varcato la soglia del loro mondo.
 
- Oh, no! Ci sta attaccando! -  Però, Jack non diede loro nemmeno il tempo di presentarsi al suo cospetto. Le uccise ad una ad una senza lasciar loro nemmeno un minuto in più di alito. Sotto gli occhi di Bunny, Amy e le altre Sailor morirono con una sola speranza, che la loro principessa avrebbe salvato il mondo dai loro nemici.
 
Tra il dolore e la disperazione Bunny parlò tra sé in silenzio e immersa nel suo profondo dolore...
Non dimenticherò mai aver avuto Amy per amica, Oh Luna, amica mia... Che cosa devo fare? Oh Marzio... mio amore grande, non ti dimenticherò mai... Incontrarti è stata una meravigliosa scoperta come quando si è bambine e si fanno i primi passi scoprendo nuove mete. Prima di conoscerti o meglio di viverti, la mia vita era tutta rosa e fiori; niente e nessuno poteva spazzar via i raggi di luna riflessi nel mio sorriso, ma qualcosa dentro di me cambiò e il mio universo fu devastato dalla tua presenza. Col tempo m'innamorai veramente di te, non era solamente un sentimento di puro amore che col tempo sarebbe cambiato. No! Ma fui travolta da una scia di pura adorazione. Per me eri la stella che illuminava le mie notti. Da quando tu fai parte della mia piccola e semplice vita so che adesso tutto ha un senso e che nulla al mondo potrà distruggere questo sentimento. Anche se so che le difficoltà sono al limite delle mie possibilità, ma farò del mio meglio per proteggere l'uomo che amo, anche a costo di donarti il mio sangue per salvarti la vita. Forse non riesco ad accontentarmi delle sconfitte e tento di fare e rifare sempre tutto con maggior dedizione. Si dice che la speranza sia ciò che una donna può aggrapparsi in un momento di sconforto, ma io credo e continuo ad aver fede in Dio, spero che vegli su di me e su chi mi vuol bene; soprattutto su di te. In questo momento vorrei essere su un’isola solamente con te a bearmi del nostro reciproco amore. Cosi ché la nostra vita non avesse mai fine continuando in eterno finché un giorno Dio ti strapperà da me come una costola rotta. La nostra vita insieme sarà come un giorno di primavera e sotto quel bellissimo alberello di ciliegio sigilleremmo il nostro amore con un bacio. Ma adesso, in questo preciso momento tutto ciò che vedo e la distruzione di colui che amo... Dio quanto vorrei che gli angeli vegliassero su di te, mio dolce Marzio, spero che ti proteggano specialmente in questo momento di dolore e sofferenza per te. Spero che ci aiutino a superare questo piccolo ostacolo lungo il nostro ritorno a casa.  L'ho sempre saputo o forse facevo finta di nulla, non lo so con certezza ma, fin dal nostro primo incontro sapevo che eravamo destinati a qualcosa di speciale, tu sei sempre stato la luce dei miei occhi, ed entrambi vegliavamo l’uno sull’altro: quando ero in pericolo, il tuo unico pensiero era quello di vegliare su di me, ma adesso sarà io proteggerti mio adorato amore. Ti amo dal più profondo del mio cuore, forse non lo sai, ma di sul serio. Apri gli occhi, Marzio... avrei voluto stare tra le tue braccia, conoscerti meglio e vivere di ogni instante insieme a te... Non ho mai chiesto l'amore, ed è arrivato all'improvviso, come un tuono al ciel sereno. Ma a che servirebbe pensarlo adesso? Visto che forse il fato stesso prima mi ha mandato questo magico amore e adesso me lo vuol portare via?
No! Non voglio... vorrei chiudere gli occhi solo per un istante, e ritrovarmi a casa insieme a te, mentre magari ti preparo con amore il tuo tè preferito, l'unica cosa che ti potrebbe riscaldare il cuore, oltre al mio sorriso che oggi è anche il mio sostegno per uscire da quest'incubo...
In quel momento, Marzio si rialzò e prendendo la sua spada, iniziò a combattere contro il loro nemico.
 
"Avrei voluto non guardare e invece adesso sto guardando questo duello tra te e Jack, ti prego non farti male.... Non ho voglia di vederti lottare per poi perderti, ti scongiuro abbassa la spada e corri da me. E invece..." Bunny stava soffrendo nel vedere il suo Milord combattere contro la sua stessa volontà, avrebbe voluto fermarlo con tutte le sue forze, ma non ci riuscì. Gli occhi di lui era blu e scintillavano di una strana forza che commosse Bunny a tal punto da farsi da parte per combattere contro Jack.
 
 
Iniziava una guerra o forse l'apice di una sconfitta amare e sofferente? Come se nulla fosse sulla terra erano già scese le tenebre.  E Jack in tutta la sua arroganza era arrivato fin lì per porre fine ad ogni vita che incontrava lungo il suo cammino. Certo non era la prima volta che sfidava a duello Milord, ma stavolta avrebbe cancellato quel volto da ogni piccola e indifesa macchia del suo orgoglio o al meno di quel che ne rimaneva. Ma Milord non era sorpreso anzi, sapeva dentro di sé che prima o poi sarebbe arrivato il momento della verità. Chi dei due avrebbe avuto la meglio? Entrambi erano l'uno di fronte all'altro e stavano per lottare con le loro sciabole, ma avrebbero davvero combattuto? Nel frattempo Bunny era preoccupata per la sorte del suo amato, che nonostante le ferite riportate mentre erano nel regno delle tenebre durante la battaglia precedente era ancora più determinato a far fuori i nostri nemici con tutte le sue ultime forze. Ma Bunny atterrita corse dietro a lui per destarlo dai suoi doveri..."Ti prego non farlo Marzio, le tue ferite sono gravi cosi riuscirai solo a farti uccidere e io non voglio vederti cosi. La tua salute per me è fondamentale, tu non ci pensi? Rifletti attentamente... se combatti potresti." I loro occhi erano all'unisono, come delle calamite infuocate si erano incontrate in un solo sguardo. Tutto divenne magico quasi paradisiaco. Le loro anime e i loro pensieri erano un tutt'uno. Ma lui era determinato a battersi, avrebbe fatto di tutto per lottare contro colui che era quasi un suo simile, e così fece da parte il proprio orgoglio e inizio a parlare a Bunny con le sue ultime parole di conforto... "Mia piccola Bunny, tu oggi hai fatto molto per me, mi hai protetto e hai fatto di tutto per salvarmi, ora è arrivato il mio momento. Mi batterò per te, farò ciò che devo fare e poi torneremo alla nostra vita. Quindi sta tranquilla e serena ... ti prometto che tutto andrà per il meglio.  Combatterò solamente per ciò che amo e ciò che ritengo per me importante. E poi sono un guerriero, devo battermi per la donna che ho sempre amato. Ti prego fatti da parte e lasciami dare a costui una bella lezione, poi ti prometto che sarò tutto tuo. "
"Adesso possiamo iniziare il combattimento ... sei pronto Milord? Io si, e giuro che combatterò fino alla fine non mi lascerò sconfiggere, vincerò per la mia regina. Iniziamo!!!"
Per un attimo gli occhi della giovane Bunny si chiusero, inizio a viaggiare con la mente verso quei ricordi che la rendevano felice e le davano speranza per il loro futuro. Una lacrima lenta e cristallina scivolo lungo il suo viso rischiarata dei ultimi raggi di sole che la facevano sembrare una dea dagli occhi dorati. Poi all'improvviso alzò su di lui uno sguardo colmo di amarezza e sofferenza e Marzio guardandola in tutto il suo splendore, rimase pietrificato e pieno di paure e angosce si fece avanti verso il suo avversario e inizio il duello. Chi avrebbe avuto la meglio stavolta?
La paura di perdere chi si ama riaffiorava in lei tutti quei sentimenti provati per colui che amava, soffrì insieme a lui. Le sue lacrime diventano sul suo viso un'impronta indelebile della sua sofferenza ...  "Adesso il mio universo, è pieno di sofferenza e dolore, vedere con i miei occhi chi amo, combattere mentre è ferito mi fa sentire inutile e vuota, che senso ha la mia vita adesso?  Io spero che tutto questo passi velocemente, non voglio perderlo adesso che ci siamo trovati, ma voglio viverlo, amarlo e tenergli la mano quando starà male, come in questo momento. Vorrei poter alleviare il tuo dolore. Magari fosse possibile. Cosi da darti forza e coraggi ad affrontare questo momento così difficile... non oso pensare a ciò che potrebbe accaderti sotto i miei stessi occhi, no, non voglio".
Jack rivolse lo sguardo a Milord e gli disse con tono disprezzante: "Tu vorresti lottare per ciò che ami, eh? Tu vuoi batterti per i tuoi stupidi ideali, che senso ha? Ormai è giunta la tua fine!" In quell'istante Marzio rimase a fissarlo con disprezzo di chi non merita di vivere, "Sai cos'è importante per me in questo momento? Salvaguardare ciò che amo. Quindi finiscila di parlare e battiti con me! Non è che io abbia fretta ... però sai ho ben altro a cui pensare che te... inutile ed insignificante essere vivente. E con tutte le sue forse Jack corse verso Milord e con la sua spada lo colpisce al petto facendolo cadere al suolo all'impatto. Ma lui non si arrese facilmente, anzi si rialzò da terra lentamente e con tutte le poche energie che gli sono rimaste inizia a combattere ancora con più determinazione contro il suo avversario. Non c'è lotta peggiore che combattere con un suo simile...  e Bunny in quel momento è sconvolta e guardando il duello capisce che forse questa è la fine di tutto.
In quel momento mentre soffriva per il dolore atroce che sentiva sulla sua pelle, il suo unico pensiero andò alla donna che ama più di sé stesso. lui però non si arrese e continuò a lottare fino alla fine. Combattevano tra loro senza nemmeno pensare alle sofferenze reciproche, lottando con tutte le loro forze. Marzio era stanco, ma utilizzò tutta la sua forza e le ultime energie per colpire a morte il nemico uccidendolo. Tutto questo avviene sotto gli occhi della donna che lui amava... lui lottò per lei... la sua salvezza di vita, colei che amava e che era sempre nei suoi pensieri, per la quale valeva la pena di vivere. Marzio sentì che le sue forze lo stavano abbandonando, si accasciò al suolo, osservando i mille petali di fiori di ciliegio che scendere sul suo viso. Bunny gli corse incontro e lo rassicurò "Non preoccuparti, mi prenderò cura io di te…"
Lo prende fra le sue braccia, mentre iniziava a ricordare il loro primo vero incontro, lei era stata una principessa, Serenity era il suo vero nome e stava ballando con un cavaliere che amava da sempre. Ripensandoci, Bunny lo guardò con occhi tristi e dal suo volto cadono lacrime amare intrise di dolore. Riflettendo a come poterlo salvare, non avendo molto tempo a disposizione, perché i nemici potevano ritrovarli e ucciderli. Ma lui era in fin di vita cosa poteva fare per salvarlo? Così da permettergli di vivere una vita normale magari insieme a lei? Avrebbe mantenuto quella promessa?
Ma egli in quel momento era disteso fra le braccia di colei che lo richiamava a sé per non farlo cadere in un sonno profondo, perché temeva che se si fosse addormentato non si sarebbe più svegliato. Marzio doveva vivere perché lui l'aveva protetta fino alla fine e adesso toccava a lei salvarlo da una morte certa. "Anche se non sei ferito gravemente, per favore ascolta la mia voce, cerca di resistere al dolore che senti dentro te, ti prego apri gli occhi e dammi un segno che sei ancora vivo, ti prego... non arrenderti." Dal volto di lei cadde una lacrima che con lentezza tempesto il suo volto. Come poteva farsi forza se lui stava morendo tra le sue braccia? Aveva solo la speranza dentro di sé l'avrebbe salvato? Lei avrebbe dovuto avere più fiducia nelle sue capacità di uscire da quella brutta situazione. Ma il cuore di marzio non si era fermato nemmeno un solo istante, lui era tra la vita e morte, continuava a respirare unicamente per lei: la sua Bunny. Caddero delle profonde lacrime sul viso di lui, delle piccole ma dolorose gocce intrise nella dolcezza di lei mentre istintivamente lo strinse forte a sé come se non volesse mai lasciarlo andare. Ormai lui era diventato parte perenne di lei. Erano stati destinati a conoscersi ma ad amarsi? Marzio era sfinito tra la perdita dei sensi e il dolore maggiore che sentiva su tutto il suo corpo ma si fece forza.
"Bunny, stai bene?" Quelle furono le prime parole che gli vennero in mente. Il suo primo pensiero mentre continuava a soffrire, era solo lei. Perché lei era la sua unica ragione di vita. Lei gli risponde con un tristissimo "Si!"
In quell'attimo Marzio alzava la mano verso il suo dolce viso e accarezzandola con tenerezza, "Bene allora corriamo via da qui, ritorniamo a casa."
Proseguirono il sentiero e arrivarono in una zona ricca di vegetazione. Bunny stanca e avvilita si accascio al suolo insieme a lui.
 "Adesso tu riposati, io intanto faccio quello che posso per fasciarti la ferita."
In quel minuto lui stava per addormentarsi, ma Bunny scossa da un dolore più grande di lei... 
"Ti prometto che quando ti sentirai meglio faremo a casa, ricorda la tua Bunny le promesse le mantiene sempre, che fai dormi? Non addormentarti, ti prego svegliati... Marzio riesci a sentirmi?" Bunny più determinata che mai si avvicino maggiormente al corpo fragile di Marzio chiedendosi cosa potesse fare per guarirgli almeno in parte la sua sofferenza e nota con sgomento che le sue ferite si stanno espandendo sempre più...
"Cosa potrei fare per guarirlo? Giuro che mai e poi mai ti lascerò morire"
La sofferenza a volte è implacabile, nulla può allietarla.
"Ti prego, vivi! Com'è possibile tutto questo? Non voglio perderti, io ti amo ... ti amo moltissimo. Non voglio vederti soffrire, Marzio svegliati!"
Ma lui ormai era senza forze quasi morente, mentre Bunny continuava in lacrime a pronunciare il suo nome con dolore infinito e tra la sofferenza s’imbatte nei loro ultimi momenti felici...
Passò la notte e lentamente Si fece l'alba. E se l'estate fosse stata la prima stagione dell’anno, oggi l'aurora del mattino sarebbe un intramontabile momento storico, da ricordare in eterno. Un momento affascinante dove il buio della notte si sovrappone all'arrivo del cielo limpido e soleggiante che illumina vivacemente le nostre vita. Ma i giorni passavano e finalmente ritornava verso casa disperatamente col cuore triste per aver perso le sue amiche. Forse un giorno, avrebbe donato loro una nuova vita, facendole rinascere, ma in quel momento doveva sopravvivere anche se la vita che l'attendeva era tristissima. E forse l'unica ragione per cui vivere sarà solo Marzio.  Quei giorni, quegli attimi non li dimenticheranno mai... saranno indelebili nel corpo, nel cuore, nell'anima e nella luce dei loro occhi. Tutto questo non avrà mai fine. Bunny che ha sempre desiderato essere amata semplicemente per le sue qualità, adesso non è più sola o quasi...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
5. La felicità ritrovata
 
 
 
 
 
Due anni dopo...
 
 
 
 
Erano passati anni, Bunny aveva salvato il suo bel Milord da una cattiva sorte, e finalmente aveva conosciuto le sue nuove amiche ognuna di loro era speciale. Rea era davvero un'amica fantastica, anche se spesso litigavamo, mi diceva sempre la verità su tutto, si poteva sempre contare su di lei; Amy invece era la più intelligente del gruppo, sapeva sempre spiegarti tutto di tutto ed io apprezzavo questa sua qualità; Morea oh lei era davvero meravigliosa! Non solo perché era un'ottima cuoca, ma sapeva sempre come tirarti sù il morale ed infine c'era Marta che con la sua allegria e la sua vivacità dava una tonalità in più a ogni giorno che arrivava.  E mentre le sue amiche si erano svegliate grazie a un incantesimo, dall'oblio ritornando alla loro vita quotidiana, lei e Marzio avevano condiviso molto più che una semplice lotta per la sopravvivenza del loro mondo.
Quella sera tutto era diverso, c'era una dolce melodia, che Bunny ascoltare con gioia mentre il suo grande amore gli sussurrava all'orecchio una poesia dedicata solo a lei.
E in quel momento Bunny rimase commossa nel sentire quella piccola dedica farsi strada nella sua mente come la dolce sinfonia di un carion magico.
Ma non era un carion, bensì la voce del suo Marzio...
 
Il mondo in cui vivo mi sembra più bello solo quando tu sei vicino a me.
Sei qualcosa di vero, indelebile e assoluto.
Sei qualcosa che proteggerei sempre, in ogni dove, in ogni luogo.
Sento qualcosa che adesso non riesco più a nascondere.
No posso più nascondere questo sentimento ... piano piano mi sta uccidendo.
L'amore che provo per te è vero ... come il mare in tempesta.
Forse non parlo mai abbastanza dei veri sentimenti che provo sol per te.
Sento qualcosa di indelebile dentro il mio cuore che batte più forte quando sto con te.
Il mondo mi sembra più bello quando sei vicino a me.
Nella mia mente ci sei solo tu e combatterò per te,
perché per te ho scelto una vita migliore di questa.
Perché tu ed io meritiamo una vita migliore colma di amore e pace.
Sono un uomo migliore solo quando sto con te,
quindi ti prego resta con me per sempre, non abbandonarmi.
Ho bisogno di te ora come ora,
in questa eclissi di luna dove la battaglia è appena finita,
solo se tu mi starai accanto io riuscirò a vincere ogni mia paura Perché sei tu ...
Se tu, sei tu, sei tu… che mi hai rubato il cuore!!
Anche se mi guardo allo specchio,
l'unica cosa che vedo nel mio stesso riflesso...
sono i tuoi dolcissimi occhi e la tua forza che mi dà sollievo per questa tragica vita.
Solo tu con la tua presenza riesci a sopire le mie angosce.
Ogni pensiero su di te è impresso nella pelle e nell'anima.
L'anima di chi ho amato ricorderò per sempre.
Per sempre sarà indelebile come un cristallo d'argento.
Un cristallo che splenderà in tutto il suo splendore in eterno finché...
finché qualcuno non gli darà fine.
Una fine che mai e poi mai si vedrà.
Nemmeno col tramonto.
Nemmeno con l'alba.
Tu rimarrai dentro il mio cuore, rilegato tra le pagine della nostra vita.
 
 
In quel momento, gli occhi di Bunny erano più lucidi che mai, aveva ascoltato con devozione quella piccola melodia scritta da suo marito.
Erano ancora Distesi insieme sul letto ricoperto da petali di rosa, ascoltavano il ritmo dei loro cuori all'unisono in contrasto con le loro risate.
Bunny era distesa in silenzio sul petto di suo marito, si baciavano con passione dopo la prima ed unica notte di nozze.
E anche se era fra le braccia di Marzio, anche se aveva appena sentito una vera è propria dichiarazione d'amore da parte del suo Marzio, adorava osservare quella camera elegantemente arredata in stile classico, molto romantica nel contesto e graziosa nelle decorazioni con i mille palloncini a cuore che vi erano sparsi sulle pareti. Nelle giornate precedenti Bunny aveva abbandonato in modo brusco la sua vecchia vita, perché quest’ultima era divenuta troppo complicata per lei.  E all'improvviso lei e Marzio si erano sposati a Londra. E fu così che quella camera da letto per Bunny divenne non solo il loro nido d'amore, ma l'unico posto sicuro al mondo in cui era veramente libera di amare e lasciarsi amare. Adesso loro potevano vivevano in un mondo nuovo, diverso da quello in cui erano stati separati fin dal principio dalla malvagia regina Beril.
In quel momento, Marzio distolse lo guardo e allontanò tutti quei pensieri malinconici che fino a qualche anno prima gli avevano distrutto la vita.
Ripugno con amarezza quei ricordi amari, e si portò una mano della adorata moglie vicino la bocca per baciarla delicatamente con tutta la passione sopita da sempre.
 
"Finalmente, liberi!" Disse lui baciandole le guance mentre si metteva seduto sul angolo del letto. "La luna di miele è appena iniziata. Dovremmo godercela tutta prima di far ritorno a casa mia piccola mia."
 
"Vuoi far ritorno proprio lì?" Chiese lei con il volto segnato dalle lacrime.
 
"No, non credo che torneremo più a Tokio, troveremo una nuova casa, e.… un luogo tranquillo dove amarci senza regole." Sapeva del perché di quelle lacrime nel volto della sua adorato Bunny, che ormai era diventata sua moglie e da quella notte, a tutti gli effetti. Abbassò il capo verso di lei e prese a baciare ogni angolo di pelle bagnata che era tratteggiata dalle lacrime che le ricoprivano il viso bianco come l'avorio.
 
"Quindi, non ho sognato? È successo veramente? Cioè noi abbiamo ... fatto l'amore?" Lo disse mentre si infilava la camicia da notte in fretta per coprire le sue parti intime.
 
"Oh... Bunny!"  Le disse dolcemente lui, "È stata la notte più bella di tutta la mia vita. Sono fortunato ad averti rincontrato."
Le si avvicinò prendendola con gioia tra le sue braccia, mentre lei temeva di precipitare dal letto, lui la sorresse con le braccia cullandola con tenerezza mentre si lasciava scappare un sospiro vittorioso. Marzio fino a poco prima la stava osservando, prese fra le dita una ciocca ribelle dei suoi capelli castano sfiorandola con amore. Poi le sussurrò nell'orecchio quanto amore avesse ancora da donarle...
 
"Ti amerò meglio di prima e più di prima!" I suoi occhi si accesero di una strana luce adornata da una voglia irrefrenabile di desiderio ardente da farlo quasi crollare dal suo solito auto controllo.
 
 
"Marzio!" Esclamò lei mentre il rossore le tingeva le guance per quel bacio troppo passionale che riceveva. Quelle labbra la infuocavano come un rametto d'ulivo che volesse calore mentre bruciava al sole. Lei lo amava da sempre, e anche se all'inizio era stato difficile esprimere le sue emozioni, pensare che adesso lei era solo sua e che avrebbero ben presto fatto l'amore forse anche con più passione di prima, la fece sussultare ed eccitare ancor prima che tutto ciò si fosse ripetuto. Non aveva mai avuto un rapporto intimo con un uomo in vita sua, non prima di Marzio. Quell'emozione, quella dolcezza, quel desiderio che si ampliava dentro il suo corpo, quella voglia di donarsi a lui, di dare amore e di ricevere amore, era qualcosa di irripetibile e di incancellabile dalla mente e dal suo cuore. Lei lo fissò, come incantata da quella visione dolcemente sorridente che le si prospettava dinanzi a sé. Lui era l'unico uomo che l'avesse mai amata, anche se all'inizio in circostanze strane, ma quel suo sorriso era indimenticabile. Hai suoi occhi Marzio era il marito più premuroso, paziente e dolce che c'era al mondo. Forse tutto quello che vivevano con amore sarebbe vacillato, ma in quel momento non le importava, se non essere amata e coccolata dal suo uomo. Il suo e unicamente suo e di nessun'altra. Mentre il marito la baciava con le labbra roventi di desiderio, Bunny sotto di lui che si lasciava condurre all'estasi più assoluta, le sfuggì un commento sarcastico.
 
"Ti saresti pure potuto sposare con la regina delle tenebre!"
 
 
Lui rimase interdetto da quella frase, era chinato sopra sua moglie intento a liberarla dalla camicia da notte succinta e trasparente di un rosa pastello.
Fu colpito come da un fulmine, i suoi occhi fulminarono quelli di Bunny, non le rispose in alcun modo. Si chinò di più sopra di lei, passò la sua bocca su ogni pelle calda che scopriva mano a mano che scendeva sempre più sotto. Arrivò fino alla zona più calda del corpo di Bunny.
Le sfiorò il bocciolo che aveva tra le cosce in modo dolce e tenero, lo assaporò con le sue labbra, facendola vibrare impaziente di ricevere amore.
Lei desiderava moltissimo quelle carezze erotiche, tant’è che non lo fermò, ma lo invitava a continuare spingendosi ancora più in là. Ogni pensiero svanì quando le prese con una mano un seno e lo tocco con ritmò facendola eccitare ancora più di prima.
Si alzò verso di lei, e la baciò sulla bocca invitante con gusto. La divorava con amore, desideroso di unirsi a lei la stuzzicò con la lingua su un orecchio facendola rabbrividire di piacere. Mentre mugolava desiderosa di diventare sua, Bunny si aggrappò a lui e prima che potesse dirgli qualcosa, e lui in quel momento prese a divorare quella bocca calda, morbida e dolcemente ardente di desiderio. Continuando a baciarla con foga, finché non la sentì sussurrare il suo nome in tono angelico.
Bunny lo strinse con foga a sé, circondandolo con le gambe e le braccia in tutto quel corpo che profumava di virilità maschile.
Lui con dolcezza la fece di nuovamente sua, finché lei sentì il suo cuore battere follemente solo per il suo unico amore.
Mentre lui la ricopriva di teneri baci, inizio a mormorarle qualcosa nell'orecchio.
Frasi d'amore, di lussuria, di dolcezza che la fecero avvampare dalla testa ai piedi.
E cosi si unirono in un unico e solo corpo, appartenendosi completamente uno all'altra.
Desidero amarti fino alla fine dei miei giorni, pensò Marzio abbracciandola a sé.
Bunny era finalmente felice, e aggrappandosi più saldamente a lui con le caviglie, ricoprì di baci il suo uomo.
Marzio che aveva perso il controllo di sé la condusse all'estasi senza batter ciglio.
Ormai lui la desiderava più dell'aria e del cibo che vi erano sulla terra. Era la sua essenza, la sua musa, la sua vita.
Continuò a baciarla come se fosse ubriacato del bisogno disperato di amarla, e la teneva stretta a sé, mentre rimase vicina alla sua Bunny per alcuni minuti, finché nelle prime luci del mattino si svegliò dolcemente e iniziò a darle un buon giorno, baciandola sulla fronte mentre la strinse al suo petto con amore.
E cosi Bunny si mise ad ascoltare il dolce suono del battito forte e regolare del cuore di suoi marito.
Mentre il calore dei loro corpi si diffondeva sotto le lenzuola di flanella, lei sorrise mentre lo guardava amoreggiare con le sue ciocche scure.
 
"Solo tu mia dolcissima Bunny hai il potere di rendermi felice o donarmi coraggio e amore. Il mio unico pensiero al mattino sarà il tuo dolce e luminoso viso. Tu mia cara, per me sei come una rosa bianca, pura, leggiadra e sicura di sé. La mia anima gemella è come il vento, non sta un attimo ferma, nemmeno quando dorme. Ho pensato di regalarti un diamante, ma aimè questo non basterebbe a farti capire che per me, tu sei più preziosa di un gioiello d'argento. Tu sola con la tua forza di coraggio e la tua allegria hai riempito le mie giornate tristi e solitarie, piene di magici momenti di felicità. Ed è per questo motivo che per il tuo compleanno ti donerò il mio cuore. Per sempre sarò tuo, mai nessuno ci separerà, perché adesso le nostre anime sono unite dal nostro sincero amore reciproco."
"Oh, Marzio... amore mio sono così felice di averti ritrovato!"
"Da adesso in poi io prometto solennemente che ti staro vicino per sempre. E quando arriverà l'alba o la pioggia, io, sarò lì a tenerti vicino al mio cuoricino, ti farò ascoltare la melodia del mio cuore. Sai, non ho mai capito quando fosse grande l'amore prima di incontrare te, ma adesso lo so."
"E anche se un tempo ti consideravo una semplice ragazzina, ma conoscendoti giorno dopo giorno, dopo essermi perdutamente e totalmente affascinato della tua dolcezza e sensualità tenera, mi sono innamorato di te. Non vivo senza di te e per questo che... ti amo e continuerò a sostenerti in tutto ciò che desidererai lungo la tua vita. L'immenso amore per te è indescrivibile. Il tuo dolce viso, la tua tenerezza con la quale mi hai contagiato è meravigliosa. È indescrivibile cosa si può fare per amore della persona amata. Quindi... ti prego non abbandonarmi mai, io senza di te non vivrei. Senza te sono come la pioggia, senza una metà lungo la mia vita. Con questa lettera, io ti dono tutto il mio amore. Non ho dimenticato, oggi è un giorno speciale... il mio regalo per il tuo diciottesimo compleanno sarà... una lettera, che custodisce e racchiude tutto il mio amore."
 "No, noi non ci lasceremo mai, vivremmo qui felici e spensierati solo con il nostro amore. Ti amo amore mio tantissimo."
 
Lei che fino a pochi anni fa era una creatura mite e coscienziosa, non aveva mai pensato che sarebbero arrivati fino a quel punto. Non aveva nemmeno sospettato quanto amore un uomo e una donna potessero darsi a vicenda con pochi e semplici contatti fatti di infinita dolcezza. Felice, entusiasta, rilassata tra le braccia del suo amato, respirandone l'essenza, e tutto quell'amore che le aveva donato fino a poco fa, per poi sentirsi amata in ogni momento della sua vita da un unico e solo uomo.
"Ma com'erano arrivati a quel punto? Com'era iniziata la loro storia d'amore" Lei se lo domandò, poi sorrise tra sé abbracciandosi ancora più di prima alla sua fonte di gioia.
Rimase lì a contemplare il nuovo mondo che la circondava e col sorriso rivolto a ciò che l'attendeva in futuro catturò suo marito in un bacio senza fine.
E fu così che Marzio e Bunny trascorsero la loro vita senza regole, vivendo di soli attimi di spensieratezza e amore che avrebbero condiviso per sempre insieme.
Finché respiro, finché felicità, finché ci fosse stata la luna a vegliare su di loro, avrebbero vissuto una vita piena di cose belle, senza rimpianti, ma solo con la gioia di essere finalmente uniti nell'anima, nel cuore e nel corpo.
 
 
 
 
 
 


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