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Autore: TheBrainStealer    12/01/2021    0 recensioni
Di storie che raccontano di piccoli aspiranti allenatori ne abbiamo viste, ma cosa accade quando qualcuno ha già seguito un percorso di vita?
la storia ruota attorno ad un ragazzo di nome Adam che, da quando zoppica per motivi noti solo a lui, ha visto spegnersi il suo sogno di essere viaggiatore, ritrovandosi così bloccato in una routine di noia, apatia e ricordi dolorosi. Tuttavia, una serie di eventi inaspettati metteranno a dura prova la volontà già ridotta male del giovane, smuovendo la deprimente quotidianità che ormai da tempo lo affligge.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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<< abc >> = dialogo.
“abc” = pensiero.
* abc * = telepatia.
CAPITOLO 9: CEMENTO E ACCIAIO.
Ferruggipoli, presente…
I fumi della discarica e delle industrie di Ferruggipoli si innalzavano alto nel cielo, creando una strana nube che faceva sembrare quella calda giornata estiva ad uno strano bagliore simile ad un tramonto permanente molto più luminoso del solito, anche se in quel momento il sole era appena calato.
Erano tutti davanti alla recinzione: erano passati davanti a quel posto per puro caso, una normale tappa raggiunta per prima durante l’arrivo alla città industriale. Sembrava un posto altamente inquinante che si estendeva per chilometri, con alte ciminiere e scarichi ovunque. Del resto però, ogni regione aveva almeno una città completamente dedicata alle industrie pesanti, dove la maggior parte delle aziende e fabbriche del territorio erano ammassate per far sì che le altre città potessero usufruire di un’aria più pulita e una natura più incontaminata.
Nella tappa da Petalipoli fino alla posizione attuale non vi erano stati eventi particolari, se non per il fatto che buona parte del quartetto aveva parlato per conoscersi meglio, eccetto Adam che, ovviamente, non aveva molto interesse a fare nuove amicizie. Una camminata di mezza giornata, una notte passata nelle proprie tende e, dopo esser ripartiti, ecco che la città si era presentata davanti a loro in tarda mattinata, nulla di più e nulla di meno. Tuttavia, il ragazzo zoppo e la sua amica avevano ascoltato tutte le conversazioni, capendo alcune cose su quegli improbabili compagni di viaggio, soprattutto sulla nuova arrivata. Lavorava al laboratorio di ricerca pokémon di Albanova, città dove di solito i giovani allenatori si registrano per ricevere il loro primo starter da accudire. Ormai erano anni che si faceva in quattro tra quelle mura e adesso altro non era che la spalla destra del professor Birch, e quindi una brava ricercatrice.
Questo gli aveva fatto tornare in mente molti ricordi, anche se adesso continuava a guardare l’immensa discarica che si estendeva davanti al gruppo.
<< ehi Adam, continuiamo? >>, gli disse Gold notando che quello si era fermato davanti alla recinzione di ferraglia.
Il ragazzo non lo ascoltò nemmeno e, dopo aver tirato fuori una pokéball, fece uscire Horus, il quale apparve subito dopo accanto a lui.
Il metagross si guardò attorno per poi girarsi verso Adam.
<< ehi Horus, guarda un po’ dove siamo… >>, pronunciò il suo allenatore.
Il pokémon ferrarto guardò nella direzione indicata, vedendo il luogo dove quattordici anni prima lui e il suo amato padrone si erano incontrati la prima volta, nonché il posto in cui Dennis lo abbandonò.
<< come vedi ho mantenuto la mia promessa… >>, continuò lo storpio poggiandogli una mano sulla testa.
Horus sembrava sia felice che malinconico allo stesso tempo, ma aveva perfettamente capito ciò che gli era appena stato detto. Si strusciò quindi alla gamba buona del ragazzo mentre Gold li guardava curioso.
Alla fine, Adam lo fece rientrare nella sfera per poi incamminarsi insieme agli altri verso la zona centrale della città.
<< che significa? >>, domandò Gold curioso mentre dava un’occhiata ad Ash e May che chiacchieravano allegramente davanti a loro.
<< niente, è una cosa che sappiamo io e Horus >>
<< dunque è così che si chiama >>. Aveva finalmente visto per bene il secondo membro della squadra di quello strano individuo e ora ne sapeva anche il nome. Notò quanto fosse difficile ottenere informazioni sul ragazzo e i suoi pokémon.
“perché vuole trovare Red a tutti i costi? Chissà cosa lo spinge davvero ad inoltrarsi così in là…”, pensava il campione di Johto. quello che vedeva come un tipo freddo e sociopatico non gli aveva spiegato praticamente nulla sui dettagli, e questo già gli faceva venire in mente strani dubbi.
<< Ash e May sembrano davvero andare d’accordo >>, disse poi cercando di cambiare argomento e indicando avanti a loro di una decina di metri.
<< buon per loro, del resto se non litigano ci saranno meno scocciature per il viaggio… >>
“che stronzo…rispondesse almeno una volta senza farti venire voglia di colpirlo col suo stesso bastone…”
Continuarono tutti a camminare fino ad arrivare nella zona centrale della città.
Tutti erano stati almeno una volta a Ferruggipoli eccetto Gold, il quale osservò colpito quanta vita girasse per quelle strade. Per quanto fosse una città industriale, i larghi marciapiedi e le piazze erano completamente pavimentati con larghe piastrelle gialle e marrone chiaro, il tutto cosparso di una quantità spaventosa di gente che andava in ogni direzione, chi con uno zaino in spalla, chi con uno smoking e una valigetta da lavoro in pelle pregiata.
<< cazzarola, questa città è davvero enorme! Pensavo fosse un ammasso di smog e invece guarda che roba! Ehi bello, vieni fuori a vedere!>>, disse Gold durante il cammino mentre faceva uscire Exbo dalla sfera.
<< suppongo che tu non abbia mai visto la parte Est della città: là sì che avresti pane per i tuoi denti >>, rispose Adam con un mezzo ghigno sulla bocca.
Era la prima volta che vedeva da vicino il typhlosion di Gold. Per quanto sia lui che l’amica rimasero impassibile alla sua vista, dovettero ammettere che era un esemplare davvero magnifico.
* non ci sorprende che sia il campione di Johto… *, sussurrò Evelyn con la telepatia.
May si girò verso lo zoppo con un’aria di curiosità sul viso.
<< sei stato nella zona ad est della città? Dicono che sia un luogo malfamato pieno di criminali, i bassifondi per essere precisi. Io non ci sono mai stata >>, affermò curiosa.
Lui la guardò, squadrandola per mezzo secondo.
<< com’è che ci sei stato? >>, continuò la ragazza.
<< io…sono nato e cresciuto qui. Conosco bene Ferruggipoli >>, concluse l’altro in modo secco.
<< ah, ma senti un po’… >>
Ash andò accanto a lui, cinguettando come al solito con la sua voce allegra e innocente.
<< dunque sei di Ferruggipoli. Chi lo avrebbe mai detto! Anche a me piace questo posto! >>, disse con un sorriso.
Evelyn dette una pacca sulla spalla al proprio allenatore, ricordando assieme a lui i momenti passati girovagando assieme nelle zone più malfamate della zona urbana. Era un vero squallore, ma era pur sempre casa loro.
Non sapendo cosa rispondere, Adam continuò silenziosamente a camminare.
“mmm…non ho proprio voglia di condividere la nostra infanzia con questi tizi. Eppure, sembra quasi che il passato venga a tormentare continuamente sia me che Eve”, pensava intanto.
Infatti, era inevitabile che, mentre camminavano insieme agli altri, i due vedessero moltissimi posti dove molti anni addietro erano stati quando erano alti la metà di quanto lo fossero in quel momento, seppur fossero ben lontani dai bassifondi, zona dove avevano trascorso decisamente più tempo nei primi mesi assieme, dato che era l’area più vicina a casa.
Man mano che camminavano nel tempo, si vide sempre di più un edificio gigantesco. Mentre i palazzi e le fabbriche scorrevano, quelle sembravano dei miseri moscerini rispetto al palazzo verso il quale i quattro si stavano dirigendo. Col suo colore scuro e le finestre che sembravano più alle vetrate di una chiesa, quello era decisamente qualcosa da ricordare. Per quanto fosse lontano, era così immenso che Gold avrebbe giurato che fosse a qualche passo da lui.
May si fermò davanti a tutti e sfoggiò un sorriso.
<< quella laggiù è la Devon S.P.A.: è lì che devo consegnare il pacco >>
Adam guardò attraverso gli occhioni azzurri della ragazza, concentrandosi sull’azienda che svettava su tutto e su tutti, ricordando cos’era successo ai suoi genitori.
Lui odiava quel posto.
Improvvisamente però, qualcosa scattò sia nella sua mente che in quella del suo pokémon, allontanando i loro pensieri dalla Devon per concentrarsi su altro.
Iniziarono a guardarsi nervosamente attorno, come se avessero la sensazione di essere seguiti o osservati.
Mentre camminavano, Ash notò lo strano comportamento dei due, cosa che lo spinse ad avvicinarsi mentre May e Gold lo osservavano curiosare nei dintorni della persona più antipatica della compagnia ed il suo pokémon.
<< ehi ragazzi, state bene? qualcosa non va? >>
Evelyn gli fece cenno di no, senza il bisogno che l’amico rispondesse.
<< d’accordo allora, in marcia! >>, concluse il bambino prima di continuare.
“pfff…”
Si godettero i colori della città, ovvero un mix di gialli e marroni che costruivano attorno a loro una tavolozza di piacevoli colori caldi.
May si girò verso il ragazzo di Petalipoli.
<< Ehi Adam, dì un po’: dov’è che abitavi? >>
<< stavo…nella parte opposta della città, vicino alla periferia… >>
Adam si vergognava un po’ di quella risposta, ma non perché ripudiasse casa sua. Piuttosto, non era detto che la gente reagisse sempre bene a certe affermazioni.
Quella si portò delicatamente una mano sulla bocca.
<< un momento…quindi vieni proprio dalla zona est? >>.
<< sì: quando ero un bambino stavo in un piccolo condominio con i miei, fino a quando non mi sono trasferito >>, affermò il ragazzo a bassa voce.
<< scusa, non lo sapevo, prima ho parlato dei bassifondi e - >>
<< non fa niente, non sei la prima che lo dice, e credo neanche l’ultima. Per me non è un problema... >>, concluse prima che tutti continuassero il loro percorso.
Andarono dritti per la via centrale della città e, con gran gioia di gran parte dei presenti, videro un sacco di negozi che offrivano prodotti ben diversi da quelli che ci si aspetterebbe da una città industriale.
Malgrado ciò, Gold storse le labbra.
“so che Adam è un rompicoglioni di prima categoria, ma su una cosa, per quanto possa odiare ammetterlo, ha ragione: non dobbiamo scordarci perché siamo qui…”
Fece quindi un cenno alla persona in questione, la quale rallentò il “passo” per far sì che i due potessero isolarsi un poco dagli altri.
<< dimmi Adam…da dove cominciamo a cercare? La città è davvero grande e non conosco bene la zona. Comunque, devo ammettere che non mi aspettavo tu avessi un passo così svelto anche con quel simpatico bastoncino da passeggio: da quando siamo partiti da Petalipoli, non ci siamo dovuti neanche fermare una volta per fare il riposino >>
L’altro lo guardò alzando un sopracciglio.
<< non so se, nel passare dalla serietà ad un’aria da coglione in mezzo secondo, tu sia un genio o qualcos’altro. Comunque, non ho un’idea precisa di dove cominciare: non sappiamo ancora se è passato effettivamente da qui, ma dobbiamo comunque tentare >>.
<< dici che alla Devon potremmo trovare delle risposte? >>
<< penso di sì: quella è una delle aziende più grosse di Hoenn e da qualche anno ha espanso i propri averi, comprando anche parecchie agenzie di trasporti e di viaggi. Prima di arrivare però, penso sia meglio dare un’occhiata a giro e vedere cosa riusciamo a trovare >>
Il campione di Johto sembrò poco convinto.
<< quindi…andiamo in giro a casaccio? Hai visto quanto è grosso questo posto? >>
Il bastone da passeggiò rintoccò per terra.
<< dobbiamo provarle tutte Gold. Dividiamoci e cerchiamo qualunque traccia possa aver lasciato Red anche se, conoscendolo, non credo sia uno che possa lasciarne. Prova nei punti più importanti della città. Se Quel ragazzo è passato per Ferruggipoli, da qualche parte deve essere stato per forza >>
L’altro gli mise una mano sulla spalla.
<< aspetta un secondo, te dove vai? E che facciamo con Ash? >>
<< io vado a fare un giro di perlustrazione. Conosco bene il posto e so dove dare qualche occhiata in caso di bisogno. Comunque, non credo che sia un problema mandarti da un’altra parte. Del resto, non sei uno che si fa problemi ad infastidire la gente, dico bene? Chiedi in giro. Per quanto riguarda Ash…penso che se la caverà con la sua nuova e non richiesta amichetta… >>, disse poi alzando il bastone per indicare il bimbo e la ragazza che entravano assieme in un negozio di articoli per pokémon. Prima di varcare la soglia, May vide i due e li salutò con un cenno.
<< ehi ragazzi, a me è rimasto un altro po’ di tempo e sono in perfetto orario per il mio appuntamento alla Devon. Non so cosa dobbiate fare qua, ma se non vi dispiace io ed Ash facciamo un giro in questo negozio, va bene? >>
<< va bene May, nessun problema >>, rispose Gold salutandoli con la mano.
Quando si voltò di nuovo, Adam lo aveva già lasciato lì dov’era per incamminarsi per i fatti suoi, senza aspettare neanche un secondo.
<< ehi Adam, dimmi un po’… >>
Il ragazzo si fermò senza voltarsi.
<< perché cavolo cerchi Red? Va bene, la madre ti ha inviato una lettera…ma questa storia non mi convince: avresti potuto fregartene come fai con tutti gli altri, ma con lui è diverso, perché? Vuoi dirmi che cosa vuoi da lui? >>
Lo zoppo si aggiustò il vestito elegante, cercando di aggiustarsi le maniche a modo mentre Evelyn guardava l’interlocutore dritto negli occhi.
<< perché ti interessa? Tu hai i tuoi motivi per trovarlo, che differenza potrebbe mai fare se ti dicessi cosa voglio io? >>.
Gold allargò le braccia, sintomo di evidente nervosismo dato da quella risposta.
<< sai, dato che mi hai chiesto una mano una persona probabilmente morta senza neanche uno straccio di pista, mi piacerebbe sapere almeno sapere cosa ti ha spinto a fare tutto questo casino. Sai…se ti ho inquadrato bene, devi avere un buon motivo per fare una cosa del genere: non credo che tu sia partito per cazzeggiare per tutta Hoenn >>.
<< beh, per adesso ti basti sapere che dobbiamo trovarlo. Non sono certo obbligato a dirti le mie ragioni e non ho la minima intenzione di farlo. Comunque, su una cosa hai ragione… >>
<< su cosa?! >>
<< non siamo qui per cazzeggiare, muoviamoci >>, concluse secco prima di andarsene per la sua strada.
“fanculo! Andiamo in giro a vedere cosa posso scoprire e basta”, pensò Gold mentre sopprimeva la voglia di prendere a bastonate quel tizio.
“se penso che ho accettato per averlo come compagno di viaggio, potrei quasi dargli ragione sul fatto che sono un coglione”

Pochi minuti dopo…
Poco dopo che Adam ed Evelyn si erano allontanati dal resto del gruppo, ebbero finalmente un po’ di tempo per stare da soli e pensare.
Dov’era Red? Perché aveva deciso di sparire un’altra volta? Era in pericolo?
Queste e tante altre domande perforavano la mente dei due, i quali si aggiravano per la città passando tra i vicoli più stretti e piccoli che collegavano i palazzi, chiaramente una vecchia abitudine che era risaltata fuori dopo chissà quanti anni.
Stavano per cambiare direzione, quando all’improvviso videro un posto che conoscevano fin troppo bene.
Dopo tutti quegli anni, sembrava non fosse cambiato neanche un po’.
* ehi guarda Adam…sembra quasi che sia stato il nostro inconscio a guidarci fin qui *
* così sembrerebbe, mia cara… *
La scuola era al centro della piazzola dove non tornavano da anni, lo stesso edificio dove Adam studiava da prima che avesse dieci anni e gli stessi spiazzi vicino alla strada dove tutti i bambini giocavano col loro primo pokémon o con quello degli altri. Da quanti ricordi gli suscitava quel posto, sembrava non potesse guardarlo direttamente per più di tre secondi per il rischio di sovraccaricare la psiche. Si avvicinarono curiosi verso l’edificio, notando che, essendo ormai nettamente più alti rispetto ai loro io di tenera età, tutto adesso sembrava molto più piccolo.
* che dici Adam, entriamo? *, chiese Evelyn curiosa.
Adam prese un paio di pillole antidolorifiche, prese per la mano la sua amica e le fece un piccolo sorriso.
* perché no *
Varcata la soglia dell’ingresso, videro dopo un tempo smisurato la vecchia sala principale della scuola, dalla quale partivano corridoi e scalinate.
Era una semplice scuola pubblica per allenatori, non certo un’accademia privata per giovani, ma era comunque la sua scuola.
Senza neanche bisogno di restare a pensarci su, girò istintivamente verso uno dei corridoi posti al piano terra, contemplando curiosamente assieme al suo pokémon tutti i piccoletti che scorrazzavano entusiasti a destra e a manca. Da come si muovevano e dal trambusto che c’era, doveva essere la ricreazione.
* cazzo Eve: ammetto che non li sopporto più di tanto…quanto chiasso fanno? *
Lei emise un risolino, ignorando del tutto i bambini che la guardavano sorpresa: del resto, quanto incredibile può essere il passaggio di una gardevoir per dei marmocchi che non sono neanche alle prime armi?
Alla fine, arrivarono davanti a una porta già aperta. La vernice giallognola era stata ormai frammentata dal tempo, ma era lo stesso colore che i due ricordavano.
Quando guardò dentro, Adam vide la sua vecchia aula…la stessa dove un tempo ascoltava ammaliato le lezioni del professor Christopher.
“lui sì che è un brav’uomo…chissà dove si trova in questo momento…”
Dentro c’erano pochi bambini, al contrario dei loro disegni e dei lavori di gruppo su carta, i quali se ne stavano schierati a decine appesi sulle pareti. Sul pavimento di mattonelle grigie, dei vecchi banchi di legno se ne stavano appoggiati pigramente, ospitando i pochi scolari che se ne stavano in classe durante la ricreazione seduti sopra di essi piuttosto che sulle sedie. Tutto questo si parò di fronte a loro, facendo detonare un grande senso di nostalgia.
Entrarono, guardando a giro curiosi per vedere se ci fosse l’insegnante di turno, fino a quando non videro un uomo di mezza età seduto alla scrivania.
Aveva una lieve stempiatura sui capelli castani e attraverso gli occhiali cercava di leggere alcuni fascicoli sulla cattedra alla quale era seduto, mentre di tanto in tanto si aggiustava i suoi vestiti, semplici, ma allo stesso tempo abbastanza eleganti da stare ad insegnare in una classe d’elementari.
Evelyn si divertì nel vedere dopo tanto tempo il suo amico così incuriosito da qualcosa.
Si avvicinarono all’uomo, alzando un dito e richiamando la sua attenzione.
<< ehm, mi scusi…è lei l’insegnante di quest’aula, giusto? >>
Quello sorrise.
<< sì, sono io. come posso aiutarvi? >>
<< il mio nome è Adam e questa è Evelyn. Sa…un tempo venivo a fare lezioni in questa scuola >>
L’uomo si aggiustò gli occhiali e si alzò in piedi per andare vicino ai due.
<< ah sì? >>
<< sì: venivo proprio in quest’aula. A proposito, per caso lei sa qualcosa sul professor Christopher? Era il mio maestro e non ho più sue notizie da quando mi sono trasferito altrove >>
<< beh, questa sì che è una buffa coincidenza. Deve sapere che io sono il nipote del professor Christopher, nonché figlio di sua sorella. Mio zio non lavora più qui ed è in pensione da ormai qualche anno. Si sa…quando si ha ottantaquattro anni, hehe. In ogni caso, il mio nome è Mortimer >>
Adam fu dispiaciuto di non poter vedere il suo vecchio insegnante, ma era comunque molto sorpreso di avere a che fare proprio col nipote.
<< Molto piacere. Accidenti, non immaginavo. Ha ragione, è davvero una bella coincidenza. Sa, anche Evelyn è venuta spesso qua in classe quando eravamo più piccoli. Suo zio è stato davvero un grande insegnante: davvero un brav’uomo… >>
Mortimer sospirò.
<< eh sì, mio zio ci ha sempre saputo fare coi ragazzini. È stato proprio lui a farmi appassionare all’arte dell’insegnare ai più giovani e bastava uno sguardo per vedere quanto amasse il suo lavoro. Quando poi sono venuto qui a far da maestro, mi sono reso conto di tutto quello che mi diceva ogni volta che mi parlava delle sue giornate a scuola >>
Il ragazzo sorrise a quelle parole, pensando a quanto avesse ragione Mortimer. Per quanto gli riguardava, aveva già una buona opinione sull’uomo e sicuramente era un buon successore del suo vecchio maestro.
<< sa, mi ha fatto piacere incontrarla. Christopher sarebbe stato davvero felice di vederla: ha sempre amato i momenti in cui i suoi vecchi allievi lo vanno a visitare >>
Lo zoppo sorrise.
<< anche a me ha fatto davvero piacere incontrarla. Se può farmi il favore, porti i miei saluti a Christopher e gli dica che lo ringrazio, per tutto… >>, disse Adam prima di avviarsi verso la porta.
<< arrivederci ragazzi, passate una buona giornata >>
Adam però non aveva neanche fatto due passi che notò qualcosa che fece fermare di colpo sia lui che la gardevoir.
A uno dei banchi più vicini alla cattedra, un ragazzino stava seduto a leggere.
Non c’era quasi nessuno nella stanza e, silenziosamente, il piccoletto se ne stava a guardare alcuni libri senza che nessuno lo notasse, come se fosse una delle tante ombre nel gioco di luci dentro l’ambiente.
Osservarono cauti il bambino, come se non volessero disturbare in nessun modo la sua attività taciturna, nella quale quegli occhi color ghiaccio, nascosti dietro ad un ciuffo castano scuro, osservavano minuziosamente le pagine di un libro.
Sicuramente, quello non era un ragazzino con una famigli troppo benestante. Lo si poteva tranquillamente vedere anche dal vestiario e dal suo comportamento: trattava quell’ammasso di fogli ingialliti come se fosse la cosa più preziosa al mondo, cosa che può fare solo chi non ha quasi nulla.
Evelyn guardò sia il marmocchio seduto al banco che il suo allenatore, ricordando le storie sull’infanzia di Adam prima che la prendesse con sé.
Lo storpio, che superava quell’affarino in altezza in maniera piuttosto spropositata, appoggiò le mani sullo stesso banco dove il libro veniva tenuto appoggiato, sorridendo poi a quell’alunno così isolato e quieto.
<< ciao, ragazzino >>, disse provando a sfoggiare una sorta di sorriso.
Quello alzò un po’ lo sguardo, mostrandosi un poco sorpreso da quella strana visita. Sicuramente, aveva osservato il ragazzo più grande quando era entrato nella sua classe, ma poco dopo, vedendolo più che altro interessato al maestro, si era rimesso a leggere il suo libro.
<< ciao… >>, rispose timidamente, quasi intimorito dalla stazza del tizio arrivato poco prima.
<< io mi chiamo Adam e lei è Evelyn, la mia amica >>, continuò mentre il pokémon sfoggiava un piccolo sorriso.
Ci fu qualche secondo di silenzio.
<< wow, quella è una gardevoir! >>
Il tono di voce era davvero basso per via della timidezza, al contrario però dello stupore che invece era davvero alto.
<< proprio così. Che cosa leggi di bello? >>
Il piccoletto chiuse il libro e mostrò la sua fonte di interessi al ragazzo. Sulla copertina sgualcita, erano stati cuciti artigianalmente e in modo piuttosto approssimativo i tre pokémon starter di Hoenn, colorati attraverso una sorta di punto-croce molto disordinato.
- racconti e leggende sugli allenatori di pokémon della regione di Hoenn -, recitava il titolo del manoscritto.
<< deve essere un libro interessante. Dì un po’…lo leggi spesso insieme a qualcuno? >>
L’infante abbassò un poco lo sguardo.
<< no, preferisco leggerlo da solo… >>, disse infine. Quasi si poteva leggere una punta di vergogna nella sua risposta.
<< sai, quando avevo la tua età venivo in questa scuola. anche a me piaceva molto leggere e ti assicuro che è una bella cosa. Magari potresti far vedere il tuo libro a qualche compagno di classe >>, incitava lo zoppo. 
Il bimbo non sapeva perché quel ragazzone con la gardevoir fosse tanto interessato a lui, ma allo stesso tempo era curioso.
<< non saprei… >>
Adam si rese subito conto dell’aria che tirava: quattordici anni prima, era proprio lui quello che se ne stava nella stessa parte di quel piccoletto, isolato a leggere dei libri che non condivideva con nessuno mentre il professor Christopher lo incitava ad aprirsi con gli altri bambini per farsi degli amici. Quattordici anni dopo, era in piedi sullo stesso lato del suo ex insegnante, cercando di entrare nella testa del bambino che se ne stava tutto solo a godersi il libro tirato fuori da chissà qualche polverosa cantina.
Qualunque cosa significasse, una cosa era certa: il tempo volava, e sia lui che Evelyn a malapena si erano resi conto di quanti anni erano passati da quando uno era un alunno che sognava con le sue enciclopedie e l’altra era una piccola ralts trovata da sola sotto la pioggia battente.
<< come ti chiami? >>
<< Joshua… >>
<< ehi Joshua, so che sembra difficile, ma alla fine non è troppo complicato farsi nuovi amici. Prova a parlare con qualcuno, magari puoi raccontargli qualcosa: sembri un tipetto in gamba e sono sicuro che i tuoi racconti piaceranno un sacco. Del resto…a tutti qua dentro piacciono i pokémon, giusto? >>, riprese Adam sogghignando in modo benevolo.
Lo scolaro rise in risposta, mostrandosi lievemente più aperto.
<< prometti che ci proverai? >>
<< d’accordo Adam, te lo prometto >>
Il ragazzo più grande sorrise, per poi rialzarsi in piedi.
<< bene… >>
Prontamente, il bambino indicò con un dito il bastone da passeggio.
<< cos’hai fatto? è successo qualcosa? >>, chiese curioso.
Lo storpio si guardò la gamba, osservando la luce del sole riflessa dal suo tutore.
<< beh, è successo molto tempo fa… >>
<< mi dispiace >>, continuò l’allievo con una smorfia.
<< beh, sono cose che a volte capitano. In ogni caso, adesso devo andare: devo tornare da alcune persone. sembri un tipo in gamba Joshua, scommetto che ne farai di strada. Ci vediamo >>, Concluse Adam sorridendo assieme a Evelyn.
<< grazie Adam, ciao anche a te Evelyn! >>, concluse quello cinguettando.
I due decisero di tornare dagli altri, magari cercando qualche indizio su Red nella via del ritorno.
---
Circa mezz’ora dopo, negozio di articoli per pokémon sulla via centrale di Ferruggipoli.
Ash e May si stavano davvero divertendo molto assieme e il bambino era rimasto piacevolmente sorpreso di quanto fosse aperta e simpatica la ragazza.
Nel negozio, stavano ancora facendo assieme alcuni acquisti per i loro pokémon, parlando un po’ tra loro nel mentre.
<< dunque Ash, quindi vieni da Biancavilla. Hai visitato altre regioni oltre ad Hoenn? >>
<< beh sì, sono stato a Johto, a Sinnoh e Unima. Dopo che avrò finito qui ad Hoenn, penso che partirò per Kalos >>
La ragazza rimase di stucco.
<< cavolo, certo che ne hai visti di posti per l’età che hai. Dì un po’, ti piace Hoenn? >>
<< si, mi piace davvero tanto! mi ha fatto molto piacere ritornarci! >>
<< perché, ci sei già stato? >>
<< proprio così: sono tornato a Hoenn con lo yacht per il tour al parco lotta, non so se lo conosci >>
<< sì, lo conosco bene: è stato il signor Petri a finanziare l’evento. Aspetta…quindi te hai battuto almeno otto palestre? Sei davvero forte! Le lotte pokémon devono piacerti molto >>
<< Grazie May! Altro che se mi piacciono! Beh, in effetti ho battuto le palestre delle regioni che ti ho appena detto, hehe. E a te? piacciono le lotte? >>
La ragazza gli sorrise.
<< come dire…diciamo che mi ha sempre appassionato la ricerca, quindi non mi dedico molto ai combattimenti. Comunque, ho battuto le otto palestre di Hoenn. Per essere una ricercatrice...posso ritenermi più che soddisfatta >>
<< niente male May! >>
<< grazie Ash. A proposito, com’è che hai conosciuto Gold e Adam? >>, chiese l’altra mentre si accingeva a bere un sorso dalla sua borraccia.
<< Gold l’ho conosciuto sullo yacht. Da lui ho imparato davvero tanto e dice che vuole continuare a insegnarmi tutto quello che sa. Sono davvero felice di essere in viaggio col campione della lega di Jotho! >>
Quella si sentì l’acqua andarle di traverso, iniziando così a tossire in modo imbarazzante.
<< aspetta…Gold è il campione della lega di Johto?! Dici sul serio? >>
<< sì, è davvero lui, mi ha mostrato anche il suo attestato, sembra proprio che lo porti sempre con sé. Comunque, ho anche lottato con lui e devo ammettere che gli avrei creduto anche senza quel foglio. Ancora non sono in grado di batterlo, ma sono sicuro che prima o poi riuscirò a tenergli testa! >>, rispose Ash estasiato, come del resto lo era ogni volta che parlava di Gold.
“cavoli, Ash è accompagnato da un asso delle lotte”
<< immagino…e Adam? Anche lui sulla barca? >>, chiese May per cambiare argomento.
<< in realtà l’ho conosciuto poco prima di Gold al percorso 104. Abita vicino a Petalipoli >>
<< ho visto che ha dei pokémon. È anche lui un allenatore professionista come voi? >>
Il bimbo fece una smorfia.
<< lui dice sempre che odia le lotte pokémon e non le vuole mai fare. infatti, ho lottato contro di lui solo una volta >>
Lei rise.
<< beh, suppongo che tu lo abbia battuto in poco tempo. Del resto, sarai anche giovane ma sembra proprio che tu abbia una bella carriera alle spalle >>
<< beh… >>, sospirò. << mi ha battuto quasi subito, non ho capito come…in ogni caso penso di essermi distratto! Nel caso un giorno dovesse concedermi una rivincita ne uscirò sicuramente vittorioso! >>
<< bravo Ash, questo è lo spirito giusto! In ogni caso quel ragazzo non parla molto. Gold invece sembra molto più aperto, anche se non mi sorprende: quando si diventa campioni della lega vuol dire che si è già parlato con un sacco di gente >>, osservò la ragazza.
<< già… >>
In quel momento, Gold irruppe nel negozio, ritrovandosi finalmente con parte del gruppo.
<< ehi ragazzi, siete ancora qui, ne siete stati di tempo a fare acquisti, hehe >>, disse in modo scherzoso.
Ash si voltò sorpreso: non aveva minimamente percepito il trascorrere del tempo.
<< Gold! Non mi ero reso conto >>
<< Ash mi stava raccontando un po’ di voi >>, aggiunse May.
<< ah. Che vi ha detto? >>
Gold sembrava divertito.
<< mi ha spiegato che…sei il campione della lega di Johto >>
<< in effetti è così >>
Adesso sì che era divertente.
<< cavolo, non pensavo proprio. Scusa, non sapevo che eri tu. È un piacere averti con noi >>, continuò sorridendo.
<< ehi è ok, nessun problema. Spesso quando la gente lo scopre comincia a parlarmi in modo diverso per la carica che ricopro, ma a me sinceramente non frega niente di queste stupide formalità, quindi fa come se fossi una persona qualunque, anche perché…del resto lo sono, campione o meno >>, disse Gold scherzosamente.
May rise a quelle parole.
<< farò del mio meglio. Adam non è con te? non eravate insieme? >>
<< a dire il vero no: l’ho aspettato per quaranta minuti fuori dal negozio, ma non è ancora arrivato >>
<< ah capisco. Che facciamo dunque? >>
<< per quanto sappia di lui, non credo sia uno che possa fare ritardo…è una cosa un po’ strana >>
La ragazza sembrava curiosa.
<< sai, devo ammettere che siete uno strano trio. Quando vi ho visto insieme a Petalipoli pensavo vi conosceste bene, invece Ash mi ha schiarito le idee. Comunque penso sia giusto aspettarlo un altro po’, magari…ha bisogno di un po’ più di tempo per tornare da noi… >>
“per quanto ne valga la pena aspettarlo…”, ringhiò tra sé e sé il campione.
<< parli del bastone? Sembrerà strano, ma pare che Adam non abbia problemi a stare al passo. Anche quando siamo partiti da Petalipoli, non l’ho visto in difficoltà >>
<< tu sai cosa gli è successo? >>, sussurrò la ragazza.
<< no, e se devo dirla tutta non so quasi nulla di lui: so solo che se ne va a giro insieme a Evelyn senza dire una parola. È un tipo davvero strano >>
Ash pensò alla sua totale sconfitta sulla spiaggia del percorso 104 causata dalla gardevoir.
Poco dopo, Adam arrivò nel punto vendita, notando subito i suoi improbabili compagni di viaggio.
Dopo qualche rintocco del suo bastone sul pavimento, il ragazzo fu da loro.
<< cavolo Adam, dov’eri finito? Ti ho aspettato per un sacco di tempo! >>
<< scusate per il ritardo ragazzi, io ed Evelyn abbiamo avuto un contrattempo. In ogni caso, se tutti abbiamo finito, possiamo andare alla Devon >>
<< beh…mi sembra già tanto che ti sei scusato, quindi per me è ok >>, continuò il giovane dagli occhi dorati dandogli una leggera gomitata scherzosa.
<< noi qui abbiamo finito, non ci sono problemi >>, concluse Ash sorridendo.
Quando tornarono fuori, il cammino riprese e alla Devon S.P.A. non mancava molto.
I due ragazzi rallentarono di nuovo il passo, parlando ancora una volta sottovoce.
<< allora…hai scoperto qualcosa? >>, chiese lo zoppo tagliando corto.
<< no Adam: sono stato in molti posti, ma per quanto abbia controllato e chiesto in giro, nessuno ha saputo dirmi niente su Red. Te? trovato niente? >>
<< no, niente… >>
<< sai Adam, ho come la sensazione che, se qualcuno sapesse qualcosa…non ce lo direbbe. Ad ogni modo, penso che andare a giro senza una meta precisa sia stata una mossa un tantino azzardata >>
<< lo so, ma per adesso è l’unica cosa che abbiamo potuto fare. Adesso, l’unica alternativa che abbiamo per trovare qualche indizio a Ferruggipoli è la Devon, purtroppo… >>
<< perhé “purtroppo”? >>
<< niente Gold, niente… >>
La ricerca del ragazzo scomparso non stava andando bene e, al momento, neanche una città grande come Ferruggipoli poteva fornire informazioni troppo precise.
<< certo che quel ragazzo ha un certo talento per sparire nel nulla >>, osservò Gold.
<< sai, per una volta sono d’accordo con te… >>
---
Ferruggipoli, Devon S.P.A., tardo pomeriggio.
Il palazzo principale dell’azienda era composto da un edificio a più piani che si ergeva nel pieno centro della città di Ferruggipoli, in un grande spiazzo appositamente dedicato. Era stata la prima sede ad essere fondata, prima che con la gran quantità di denaro guadagnato negli anni la Devon costruisse altre fabbriche nella zona, oltre che a comprare numerose agenzie di viaggi e trasporti della regione di Hoenn. Non era una società: era un impero. Del resto, avevano investito nell’ambito pokémon (uno dei più redditizi) e in tutte le sue specializzazioni e branche.
Gold non sapeva perché Adam fosse così poco propenso ad andarci, ma a lui tutta questa storia pareva affascinante. Entrarono dall’ingresso principale, facendosi spazio nella hall centrale dove un sacco di persone girovagavano per sbrigare i propri compiti lavorativi. Il moro proveniente da Johto non osò pensare neanche per un secondo a quanto fosse difficile gestire l’amministrazione di un mostro del genere.
<< ok May, siamo arrivati. Dove dobbiamo andare? >>, chiese Adam che aveva già voglia di girare i tacchi.
La ragazza fece cenno di seguirla.
<< devo consegnare il pacco nell’ufficio del signor Petri >>
Lui sembrò divertito.
<< aspetta, hai detto…al signor Petri in persona? Beh, ammetto che hai delle conoscenze davvero in alto >>
Gold e Ash non capivano.
<< scusa…ma chi è il signor Petri? >>, chiese curioso il bambino.
<< è il proprietario di quest’azienda >>, rispose cautamente May.
<< cosa?! Un uomo solo ha tutta questa roba? >>, il campione stentava quasi a crederci.
<< non esattamente: lui sarà anche il proprietario, ma è circondato da persone poco sotto di lui che gestiscono per conto suo sezioni intere della Devon. Gli girano intorno come avvoltoi. Non oso immaginare cosa accadrà quando tirerà le cuoia, suppongo una guerra per il controllo. In ogni caso, diciamola tutta: il signor Petri è anche il padre dell’ex campione, Rocco Petri >>, spiegò Adam senza sbilanciarsi neanche un po’.
Le cose per gli altri due erano più chiare adesso.
<< certo che ne sai di cose su questo posto, anche sul suo proprietario direi… >>, affermò la ragazza incuriosita.
<< diciamo che è cosa buona e giusta informarsi su cosa accade nella propria città. Non che mi importi particolarmente… >>
Dopo l’ennesima risposta gelata del ragazzo, si avviarono tutti all’ufficio del signor Petri, ritrovandosi davanti a una porta formata da una vetrata e una scritta a pennello su di essa, come si faceva una volta.
“ufficio del signor Petri, proprietario della Devon S.P.A.”
May bussò un paio di volte, fino a quando una voce roca non rispose.
<< avanti… >>
<< venite anche voi, a lui non dà fastidio: è molto meno fiscale di quanto si possa credere >>, sorrise la ragazza.
<< hai sentito Adam? Lui NON è fiscale. Potresti provare anche tu >>, disse sottovoce Gold mentre tratteneva una risata.
Lo zoppo sbuffò per poi entrare, seguito dal suo sbeffeggiatore e dal ragazzino di Kanto.
Videro un uomo piuttosto anziano, con i capelli ormai bianchi ed una stempiatura al centro della nuca. Se ne stava seduto dietro a una grande scrivania, in un ufficio molto ben arredato e palesemente di lusso.
<< May! È sempre bello rivederti! Come stai? >>
<< salve signor Petri, anche io sono felice di rivederla. Va tutto bene grazie, spero che le cose stiano andando per il verso giusto anche a lei >>
<< suvvia: te l’ho detto un sacco di volte che puoi darmi del tu, ormai vieni a fare le consegne direttamente a me da un sacco di tempo. Beh, che dire…per essere un uomo della mia età, direi che non posso porprio lamentarmi, hehe. Fino a quando c’è la salute, non ho motivo di preoccuparmi. Loro chi sono? >>
<< sono stati così gentili da accompagnarmi fino qui da Petalipoli >>
<< ah ma senti…dei gentiluomini insomma. Beh, meglio così. Dunque, tutto ok con la merce? Spero non sia stata dura portarla fin qua. Ancora non capisco perché tu venga a piedi fino a Ferruggipoli: Albanova non è proprio dietro l’angolo >>
<< i tempi che ho col lavoro mi permettono di avere abbastanza tempo da godermi un viaggio come facevo una volta. La merce comunque è arrivata intatta: ecco qui i nuovi progetti. A proposito, il professor Birch la saluta >>
<< ah il caro e vecchio Birch. Grazie mille May, sei stata di grande aiuto. Giusto, prima che mi dimentichi: devo pagarvi il pacco… >>, disse il signore prima di tirare fuori un tablet da un cassetto.
La mente di Adam ed Evelyn fu attraversata da un’idea.
Mentre May e il signor Petri facevano il loro bonifico, lui andò dietro la ragazza per osservare i dati che scorrevano sullo schermo. Intanto, il vecchino cercava in modo maldestro di completare l’operazione.
<< questa tecnologia…senti May, non è che potresti farmi un favore? Aiuta questo povero vecchio >>
Mentre lei sistemava gli ultimi dati, lo storpio vide nell’angolo in basso a destra del pad la lista dei bonifichi bancari delle ultime settimane. Non si intendeva troppo di quella roba, ma ad un certo punto vide un codice che era davvero diverso da tutti gli altri: non aveva mai visto delle sigle di quel tipo. Non era certo una cosa da fare, ma un’occhiata in più non avrebbe fatto male.
<< sembra che non riesca a caricare… >>, dichiarò a un certo punto la giovane.
<< lascia che vi aiuti… >>, rispose prontamente Adam.
<< d’accordo ragazzo: se riuscissi a sbloccarlo sarebbe magnifico >>, disse scherzosamente il signor Petri.
Una volta che ebbe tra le mani quell’affare, ignorò completamente la richiesta d’aiuto. Senza che nessuno si accorgesse di nulla, iniziò a smanettare nella lista che aveva visto subito prima.
<< ci stai capendo qualcosa? >> chiese curiosa May.
<< sto controllando le impostazioni… >>
Quando trovò quella strana stringa di informazioni, ci cliccò sopra per vederne i dettagli. Quello che vide lo incuriosì non poco.
“va bene, ho tutto quello che mi serve…”
Subito dopo, abbassò quella finestrella con l’elenco, esattamente come l’aveva trovata. Iniziò quindi a vedere se ci fosse effettivamente qualcosa che non andava.
<< May ha ragione: quest’affare non…aspetta un secondo…sembra che sia ripartito: aveva solo bisogno di un po’ di tempo per caricare >>.
Quando restituì il dispositivo al legittimo proprietario, sullo schermo apparve la scritta “transazione eseguita”, con tanto di dati corretti.
<< grazie ragazzo >>, disse il signor Petri con la sua voce profonda.
<< si figuri… >>
Quando lui e la gardevoir tornarono vicino ad Ash e Gold, quest’ultimo iniziò a bisbigliargli qualcosa.
<< da quando aiuti qualcuno? Lo fai per farti notare dalla bella ragazza? Allora hai un cuore anche t- >>
<< smettila di fare il coglione: ho scoperto qualcosa…forse qualcosa di grosso >>
Il bambino accanto a loro, incuriosito, provò a immettersi nella conversazione.
<< ehi ragazzi…che succede? >>
<< non or- >>
Gold sembrò fulminarlo con lo sguardo, come se volesse dirgli “non ti azzardare a parlargli in quel modo proprio qui e adesso”, col solo uso degli occhi.
<< credo di aver trovato un indizio su dove possa essere passato Red >>
I due furono davvero sorpresi.
<< come sarebbe? >>, chiese Gold.
<< dopo vi spiego… >>
<< beh, spero sia un indizio giusto. Comunque io pensavo che ci stessi provando con May… >>
<< sei serio Gold? O è uno dei tuoi soliti scherzi idioti >>
<< mmm…non saprei. Facciamo cinquanta e cinquanta >>
<< perché? A Adam piace May? >>, chiese curioso il bambino.
<< se il pokémon primevo è davvero lassù, uccidimi, per favore >>, finì Adam.
“già uno dei due preso singolarmente è una gran rottura di palle. Quando uniscono le forze è davvero apocalittico…”
La voce del proprietario della Devon riecheggiò per l’ufficio.
<< bene ragazzi, qui abbiamo finito. Grazie ancora per il favore May, sei davvero un angelo >>
<< si figuri, per me è sempre un piacere >>
<< salutami tanto il professor Birch e Brendon da parte mia: da quando quel ragazzo ha preso il titolo di campione a mio figlio, Rocco si è liberato davvero da un grosso peso: la responsabilità della lega pokémon lo stava davvero travolgendo e adesso può vivere una vita tranquilla e viaggiare per portare avanti le sue amate ricerche >>
Lo sguardo della ragazza si incupì.
<< io e Brandon…non stiamo più insieme… >>
L’anziano si portò le mani alla bocca.
<< scusami tanto May, davvero non lo sapevo, sono mortificato >>
Lei sforzò un sorriso.
<< non si preoccupi. In ogni caso sono contenta per suo figlio, forse alla fine è meglio se si gode un po’ di meritato relax >>
<< grazie, apprezzo molto. Comunque, non preoccuparti mia cara, sono sicuro che avrai di nuovo un fidanzato: sei una ragazza bella, brillante e con un cuore d’oro.  Cerca di stare serena, va bene? >>
<< grazie signor Petri, lo sarò >>, replicò lei prima di andare dritta verso la porta.
“fatemi capire: sono in un ufficio assieme a un bambino, uno stronzo che zoppica, una ricercatrice ex fidanzata del campione della lega pokémon di Hoenn e il padre dell’ex leader dei super quattro della regione, capo di un’azienda multimilionaria…se non multimiliardaria, e tutto perché siamo partiti da Petalipoli e abbiamo trovato per caso questa ragazza che abbiamo accompagnato fin qui…ma che cazzo succede nella mia vita?”, pensò Gold prima di salutare l’anziano e avviarsi con gli altri verso l’uscita.
Mentre oltrepassavano la porta, Gold si aggiustò il cappello per poi andare vicino al ragazzo dai capelli lunghi.
<< Adam…vuoi dirmi cos’hai scoperto? >>
<< quando ho preso quel tablet ho visto una lista con le transazioni bancarie delle ultime settimane: veniva da Kanto >>
Gli occhi dorati dell’altro sembrarono schizzare fuori dalle orbite.
<< ma sei fuori?! È un reato! >>
<< e allora? >>
<< e allora…era forse l’unica alternativa che avevamo. Dimmi di più >>
<< il pagamento è partito dalla banca di Kanto dritta per il grand Hotel di Ciclamipoli: penso che quella sia la nostra prossima tappa >>
<< mmm…capisco. Come fai ad essere sicuro che si tratti proprio di Red? >>
<< guardando bene, ho notato che l’ente che ha pagato altro non è che la banca che copre tutto il sud della regione. Se non sbaglio, quella è la zona dove si trova Biancavilla, la città dove abitava il nostro uomo. E poi…era l’unico pagamento proveniente da lì in una fascia di un mese. Dobbiamo tentare, è la nostra unica speranza >>
Uscirono fuori tirando dritto verso l’uscita, senza perdere tempo in chiacchiere o tappe superflue. Una volta fuori, gli altri videro la faccia di May suscitare una tristezza piuttosto evidente.
<< May…va tutto bene? >>, chiese Ash con tono più dolce possibile.
La ragazza si girò verso il gruppo.
<< beh, diciamo di sì. Scusate, tra un po’ mi riprendo: diciamo che Brandon mi ha lasciata da poco e ancora devo superare la cosa. Stavamo insieme da parecchi anni >>
<< mi dispiace tanto >>, aggiunse Gold senza perdere tempo. Per lui era strano vederla così triste dopo averla vista energica per tutta la giornata. La luce del tramonto cadde su tutti loro, evidenziando in modo quasi beffardo le loro facce con una bizzarra sfumatura di arancione.
<< a me no, dopo tutto…era un poco di buono >>
<< ah, capisco. Comunque mi sembri una brava persona, a occhio direi che ci ha perso lui >>, continuò il ragazzo dagli occhi dorati.
Lei sorrise.
<< beh è probabile: forse uno come lui da importanza ad altre cose piuttosto che alle relazioni. Comunque, grazie… >>
Adam quasi poteva rivedersi in cosa era successo: anche lui non dava molto spazio agli altri per entrare nella sua vita, però sembrava davvero strano che una persona lasciasse la propria ragazza di punto in bianco.
Lo zoppo azzardò una risposta.
<< suppongo che il potere gli abbia dato alla testa. È molto giovane per essere un campione >>
May crucciò il viso.
<< dici bene, altroché se hai ragione. Quel maledetto mi ha detto che lo rallentavo, che doveva concentrarsi nella sua nuova carriera da campione della lega… >>
La voce di Evelyn rimbombò nella testa del suo allenatore.
* come immaginavamo *
Ash era ancora un po’ piccolo per comprendere a pieno certi discorsi, ma se una cosa l’aveva capita, quella era che sicuramente quel Brandon non aveva fatto una buona azione.
<< quello sì che non è un uomo >>, proseguì Gold. << meriti di meglio, non credo tu abbia bisogno di lui >>
<< questo è certo. Mi ci vorrà un po’, ma sapete come si dice: il tempo è la miglior medicina. Scusate, non so perché vi abbia detto tutto questo, ma ormai è andata. In ogni caso…avrei una domanda per Adam >>
Il diretto interessato guardò Evelyn per poi girarsi verso May: che cosa poteva volere da uno come lui?
<< vorrei sapere che cosa hai combinato col tablet del signor Petri. Non penserai che non abbia visto la tua ricerca… >>
* cazzo. Come lo ha visto? Ero lì accanto a te, non hai commesso errori *
* non lo so Eve, penso che mentre stava finendo la transazione abbia ricontrollato tutte le azioni. Dovevamo immaginarlo che quel maledetto affare registrasse tutte le attività che avvengono su schermo. Il signor Petri è un vecchio, ma questa ragazza è più sveglia di quello che ci è sembrato *
* beh Adam, è tanto che non andiamo da qualche parte, penso sia normale fare un errore dopotutto. Ma adesso? *
* non lo so, sto cercando di pensare… *
Gold e Ash si erano fermati sul posto: nessuno voleva dire il vero motivo della loro partenza, ma in quel momento non avevano scusanti: avevano puntato tutto sul fatto che non dovessero dirlo a nessuno e di non dare troppo nell’occhio, ma non avevano visto le cose in prospettiva quando avevano fatto unire May al gruppo.
“porca puttana…dai Adam, dì qualcosa!”, pensava Gold nel frattempo.
<< nulla che intacchi la tua attività o quella di qualcun altro. in ogni caso non te lo posso dire, desolato May… >>. la voce di Adam non era affatto dispiaciuta, anzi, sembrava piuttosto risoluta.
Il campione di Johto spalancò gli occhi.
“davvero?! È questa la sua risposta? Era meglio se non diceva niente. Basta: facciamola finita qui e adesso”
<< noi cerchiamo qualcuno >>, disse poi deciso.
Lo zoppo si girò verso di lui.
<< Gold! Chiedi quella bocca! >>
<< se ci denuncia per aver osservato dati sensibili di un’azienda come la Devon siamo spacciati, non lo capisci? Tanto vale dirle la verità e non avere altri guai! >>, spiegò ferreo. << diciamo le cose come stanno: che scusa avremmo mai potuto inventarci? Abbiamo irrotto nella privacy di un cliente osservando i suoi dati sensibili…non possiamo permetterci di mentire >>, spiegò poi. Anche se non era stata un’idea sua, si era preso comunque metà della colpa.
<< quel “cliente” probabilmente non sarà ritrovato neanche tra due ere geologiche, maledetto idiota! >>, ruggì Adam in tutta risposta.
May, che era stata quella che aveva avviato quella scomoda conversazione, si ritrovò inaspettatamente tagliata fuori a fissare i due ragazzi che litigavano, mentre Ash non sapeva cosa fare.
<< smettetela voi due! Volete spiegarmi di che accidenti state parlando?! Cos’è tutta questa storia?! >>
ci furono alcuni secondi di silenzio che sembrarono interminabili.
Alla fine, lo storpio volle prendere la situazione in mano.
<< d’accordo, andiamo al centro pokémon e prendiamoci il nostro tempo: ti racconteremo tutto lì… >>
Continua…
NOTE DEL BRAINSTEALER: lo so, in questo capitolo non c’è molta azione, però ci sono dei passaggi davvero importanti che non potevo assolutamente saltare. In ogni caso, siamo arrivati già al capitolo nove, un punto abbastanza in là della storia. Non mi aspettavo di scrivere così tanto e arrivare fin qui, ma spero in ogni caso che il racconto vi stia piacendo.
Un saluto dal BrainStealer.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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