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Autore: leti_0907    13/01/2021    0 recensioni
Tratto dal testo:
"A volte, guardando il cielo stellato e contemplando le costellazioni dei segni zodiacali, si domandava come stava, che cosa facesse, se fossero accadute belle cose nella sua vita. Lei sperava di sì, perché sarebbe stato un peccato se un tale ragazzo, unico nel suo genere, perdesse il suo sorriso e la sua allegria a causa della realtà meno accogliente in cui erano nati.
E forse, aveva ancora voglia di bearsene. Era per quella ragione che se lo ritrovava nei suoi viaggi con la fantasia: per non dimenticarlo mai, con la speranza, un giorno, di poterlo rivedere."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una principessa non avrebbe mai potuto essere libera come una qualsiasi ragazza del regno di Magnolia. Lucy lo sapeva benissimo, e per questo, durante le lezioni di storia e geografia del suo professore privato Crux, passava tutto il tempo appoggiata alla sua scrivania, ad immaginare una realtà ben diversa da quella che viveva.

Mentre scorreva le pagine dei suoi libri, nel suo tempo libero, tra un foglio e l’altro, si immaginava se stessa correre senza freni in un prato, mentre gettava allegramente la corona dietro di se ed alzava la gonna per togliersi le scarpe ed assaporare la bellezza del contatto della pelle con l’erba bagnata di rugiada. Sorrideva alla persona davanti a sé, di cui non riusciva bene ad intravedere nei suoi sogni ad occhi aperti, ed afferrava la mano più grande ma accogliente che le porgeva.

Di essa, riusciva soltanto a vedere il lembo di una sciarpa bianca librarsi nell’aria, smossa dal vento.

Forse la sua non era semplice immaginazione, tutto sommato. Nei suoi ricordi, campeggiava ancora quel volto sorridente di uno strano bambino, che aveva incontrato in uno dei suoi viaggi quando sua madre era ancora con loro e suo padre non era troppo preso dalle trattative con gli altri regni. Anche se erano passati quindici anni da allora, rimembrava molto bene i canini appuntiti, il sorriso aperto e solare, allegro, i capelli rosa tutti scompigliati e gli occhi verdi come le foglie degli alberi in primavera. Si erano visti una sola volta, di passaggio mentre si dirigevano in due direzioni opposte, ma lui, nonostante non si fossero mai visti prima, le aveva rivolto uno sguardo così puro e sincero come mai gliene avevano rivolti in vita sua.

A volte, guardando il cielo stellato e contemplando le costellazioni dei segni zodiacali, si domandava come stava, che cosa facesse, se fossero accadute belle cose nella sua vita. Lei sperava di sì, perché sarebbe stato un peccato se un tale ragazzo, unico nel suo genere, perdesse il suo sorriso e la sua allegria a causa della realtà meno accogliente in cui erano nati.

E forse, aveva ancora voglia di bearsene. Era per quella ragione che se lo ritrovava nei suoi viaggi con la fantasia: per non dimenticarlo mai, con la speranza, un giorno, di poterlo rivedere.

Come sempre, quella sera, si stava dirigendo verso le sue camere, accompagnata dalla sua più fedele servitrice ed amica Aquarius. «Aquarius, non c’è bisogno che mi accompagni fino alla mia stanza» le disse, sia esasperata che preoccupata: la donna al suo fianco dai capelli blu lavorava come una matta e le stava accanto tutte le ore del giorno, e come se non bastasse, si ostinava a farle compagnia pur sapendo di dover fare a ritroso il loro percorso per giungere al dormitorio. «Davvero, so quanto sei stanca»

«E dopo chi si occupa di te?» l’espressione omicida della donna, poco più grande di lei, la fece pentire di aver aperto bocca. A parte suo padre, Aquarius era l’unica a rivolgersi a lei con confidenza, complice il legame profondo che le univa, nonostante la blu fosse tirannica ed intransigente nei suoi confronti. «Fosse per te, varcata la porta della stanza, cadresti sul letto e ti addormenteresti immediatamente senza cambiarti. Io sono qui per evitare che succeda»

«Capisco» Lucy aveva ancora i brividi per lo spavento che le aveva fatto prendere, mentre le guardie che sorvegliavano la soglia dei suoi appartamenti, la salutarono con un lieve inchino. Sagittarius e Scorpion le erano stati assegnati da suo padre per proteggerla sempre, e lei gli era molto affezionata, come con tutti gli inservienti del palazzo.

Dopo che la blu l’ebbe aiutata a liberarsi dai suoi vestiti, intimandola di indossare una vestaglia mentre lei le preparava la vasca con l’acqua calda e gli oli essenziali per aiutarla a rilassarsi, la giovane principessa si affacciò all’ampio balcone. Con i gomiti appoggiati alla ringhiera in marmo, contemplava il paesaggio al di sotto di lei: Magnolia era un regno nato dalla sabbia, non troppo lontano dalle onde dell’oceano, e, quella sera, le strade e le casette bianche e semplici del popolo illuminavano a festa il buio. Amava guardare la gente che si muoveva tra i mercati, i bambini scorazzare dietro ad una palla di pezza, le donne in gruppo che si dirigevano a lavare i panni. Ed a lei sarebbe piaciuto moltissimo confondersi tra loro e vivere la loro quotidianità, perché, sebbene potesse avere tutto quello che voleva, quella vita le stava stretta.

Sospirò, e quando Aquarius la chiamò, si recò nei bagni, inconsapevole di uno sguardo verde, pieno di speranza, che la seguiva mentre scompariva alla sua vista.

Sostava in una casa nei pressi dal castello da circa tre giorni, ospite di un amico. Era arrivato da lontano, solo con l’obbiettivo di rivedere quella bambina dai capelli color dell’oro che aveva conosciuto tempo addietro, e non gli importava del freddo o della fame in quel momento: l’aveva cercata per tutto il regno di Magnolia, non trovandola, e l’unico posto che mancava era l’enorme palazzo del re designato dall’imperatore per controllarlo in sua vece. Si sapeva che la famiglia reale Heartphilia e quella imperiale Dragneel fossero da sempre in buoni rapporti, e non lo stupiva il fatto che avessero scelto Jude come sovrano del piccolo regno marittimo.

Probabilmente era lei, la ragazza in lontananza che aveva visto affacciarsi.

Si passò una mano tra la chioma rosa, sospirando avvilito. Aveva desiderato così tanto rivederla, ed averla così vicino ma così lontana gli metteva una rabbia addosso da non riuscire neanche ad esprimerla. Accarezzò la testa del suo fedele compagno di avventure, mentre continuava a tenere lo sguardo fisso su quel balcone.

«Happy, se solo non fossi in queste condizioni, potrei benissimo entrare ed incontrarla. Invece sono talmente sporco da non riconoscermi quasi» sbottò in collera con se stesso, ed il gatto dal pelo blu strusciò il musetto contro il palmo aperto e ruvido del giovane.

«Se solo non tornassi a casa così tardi la sera, troveresti il tempo di lavarti adeguatamente, cervello bruciato» la voce del suo più caro amico nonché guardia del corpo scelta, Gray Fullbuster, interruppe il flusso di improperi rivolti al vento. Natio di Magnolia, era un cavaliere dell’impero, e si conoscevano da praticamente tutta la sua vita: senza di lui, non sarebbe la persona che era, né avrebbe avuto le possibilità di cercare quella bambina, divenuta oramai una donna. Per pura fortuna, la sua famiglia aveva acquistato un’abitazione in quel regno e loro avevano potuto muoversi in incognito tra le strade, per poi tornare sotto un tetto per dormire con tranquillità.

Un altro lato positivo di quell’impresa era che il suo migliore amico avesse insistito per portare con loro la sua fidanzata e futura moglie Juvia. La ragazza dai capelli blu era un genio ai fornelli, e, sebbene fosse una ragazza cresciuta tra gli agi delle corti reali, non si faceva problemi a vivere come una persona del popolo. Era un po’ strana: parlava di sé in terza persona e, nonostante il caldo, si copriva dalla testa ai piedi, ma era davvero una brava donna, che amava moltissimo Gray e che era ricambiata pienamente. A volte era invidioso del loro rapporto, e forse la ricerca della sua lei era un incentivo per mostrare all’amico che anche lui avrebbe avuto una persona da amare.

 «Natsu-san è triste, per caso?» Juvia comparve dietro al fidanzato, mentre con sguardo esitante gli porgeva la domanda.

Il rosato comprese il timore dell’amica e le sorrise. «Juvia, ti ho detto che non devi avere paura di rivolgerti a me confidenzialmente. Stai per sposare questo ghiacciolo, quindi è come se fossi mia cognata» cercò di rassicurarla, e capì che ci era riuscito quando comparvero due aloni rossi sulle gote pallide di entrambi. «Comunque, per rispondere alla tua domanda: più che essere triste, sono un po’ scoraggiato. Non so davvero a che stratagemma ricorrere per entrare da quel dannato portone e correre da lei, per finalmente vedere se è la principessa la stessa ragazzina che ho incontrato anni fa»

«Come è possibile che Natsu Dragneel, figlio dell’imperatore Igneel e secondo fratello del successore al trono Zeref, non sappia come ottenere una cosa così semplice?» Gray incrociò le braccia al petto. «Possibile che nessuno conosca la tua faccia, oltre che a Crocus?»

«Gray-sama, l’impero di Fiore è vasto, e Magnolia si trova praticamente ai confini. In più, Natsu-san non è mai uscito dalla capitale in tutta la sua vita, quindi il volto del secondo figlio dell’imperatore è sconosciuto a chiunque. Anche il re Jude e Lucy ignoreranno l’aspetto di Natsu-san»

«Lucy?» Natsu era confuso. Lui sapeva che la sposa del re Heartphilia si chiamasse Layla e che fosse deceduta da tempo. Quindi…

«Lucy è la principessa, figlia del sovrano»

Juvia non fece in tempo a finire di parlare che le mani del principe in borghese l’avevano presa per le spalle, scuotendola con vigore. «Juvia, per caso la conosci?» le domandò con foga, con speranza ritrovata che brillava in quei smeraldi che gli erano stati incastonati negli occhi.

Gray sospirò, e la fidanzata, nonostante gli scossoni, riuscì a spiaccicare una frase di senso compiuto come solo lei sapeva fare. «Juvia ha conosciuto Lucy durante una visita ufficiale a Crocus, e da allora sono rimaste sempre in contatto»

Era lei. La principessa Lucy era la bambina che stava cercando. Non aveva più dubbi, tutto coincideva: ricordava perfettamente che la bambina indossava degli abiti fin troppo raffinati per essere una semplice popolana, mentre seguiva i suoi genitori, mentre lui scappava dalle cure della tata di corte per non partecipare all'incontro tra le due famiglie. Si diede dello stupido, perchè se l'avesse incontrata in quelle circostanze, probabilmente le avrebbe chiesto la mano tempo prima, ma d'altra parte ringraziò il destino, perchè sicuramente quella notte l'avrebbe riavuta davanti a sè.

E non poteva più aspettare per rivederla.

Balzò lontano dalla coppia e, con salto acrobatico, si lanciò fuori dalla finestra a cui si era affacciato ed atterrò in piedi sotto il loro sguardo esterrefatto. Lo osservarono correre come un matto verso le mura del palazzo, e se da un lato era preoccupato che la sua impulsività gli potesse recare danno, dall’altro Gray era felice per lui. Gli era stato accanto per tutta la vita, ed era sempre stato lui a cercare di consolarlo nei momenti in cui era demoralizzato, schiacciato dal desiderio cocente di scappare a Magnolia e cercare il suo primo amore.

Perché era evidente che dopo quell’incontro, quella bambina divenuta donna per Natsu non era altro che il primo palpito mancato, la prima notte insonne, le prime farfalle nello stomaco. Lui era stato fortunato ad aver trovato Juvia, e sperava che anche per lui quella fortuna arrivasse quella notte.

Intanto il rosato aveva abbandonato ogni inibizione, e, sperando che nessuno lo vedesse, si concentrò. Chiuse gli occhi, mentre attorno a sé, l’aria si scaldava: intorno ai suoi pugni chiusi si avvilupparono le fiamme del suo potere, e sulla sua schiena comparve un’ala di drago. Nessuno in tutto l’impero, se non la stessa famiglia imperiale e chi le era fedele sa sempre, conosceva che si era tramandato il potere di creature estinte, i draghi, tra i membri dei Dragneel, ed i tre fratelli Zeref, Natsu e Ignia, erano sempre stati attenti a non rivelarlo a nessuno.
Ma, come si soleva dire: a mali estremi, estremi rimedi.

Caricò le gambe, e, spingendo, spiccò un salto che lo proiettò nel cielo. Solo con quell’unico movimento, era arrivato all’altezza della sua meta e gli bastò muovere l’ala velocemente per atterrare sul balcone. Fece un gesto silenzioso di vittoria, alzando l’indice ed il pollice della mano sinistra verso il cielo, ma le voci che si udivano sempre più vicine ed il rumore di una porta che scivolava aprendosi lo costrinsero a soffocare un urletto di sorpresa e nascondersi dietro le spesse tende che lo dividevano dall’interno della stanza.

Fece scomparire l’ala e, con la schiena appoggiata al muro esterno ed il cuore che gli pompava nelle orecchie, ascoltava le voci parlarsi ed intrecciarsi. Una più dura ed autorevole si alternava a quella più dolce e vellutata dell’altra ragazza. Non riusciva ad immaginarsi la bionda con quel tono che incuteva timore, e, quando udì la principessa dire un «Buonanotte a te, Aquarius», decise di uscire allo scoperto.

Lucy chiuse la porta dietro la sua amica, sorridendo dolcemente, ma, nel momento in cui ruotava su se stessa, intravide una figura dietro ai tendaggi e saltò sul posto spaventata. Arretrò e, con mani tremanti, prese il primo oggetto più vicino a lei: le sue dita si chiusero sulla superficie liscia di un vaso in ceramica, e lo tese in avanti per difendersi. «F-fermo dove sei!» balbettò, cercando il coraggio per fare quello che doveva nel caso avesse avuto intenzione di farle del male. «O potresti fa-farti del male!»

L’ombra scoppiò a ridere, ma la sua risata non era una cattiva, anzi, sembrava sinceramente divertita. «Se mi avesse detto che eri così anche spaventata, sarei venuto qui prima» uscì dal buio, e davanti alla bionda comparve il ragazzo più bello che avesse mai visto. I suoi capelli rosati facevano contrasto con la pelle leggermente abbronzata, e gli occhi verdi erano talmente profondi da farla precipitare in essi con tutto il suo consenso. Indossava un paio di pantaloni larghi bianchi ed un gilet che lasciava scoperto il torace muscoloso, ed intorno al collo, una sciarpa bianca si avvolgeva come un serpente si chiudeva sulla sua preda. Sul suo corpo riusciva ad intravedere diverse cicatrici, una delle quali attraversava la guancia destra dal basso verso l’alto.

Ai suoi occhi, era bellissimo, e molto familiare. Per un attimo, l’immagine del ragazzo si sovrappose a quella del bambino che aveva conosciuto tempo prima, ma quella visione scomparve dopo aver battuto le ciglia. Ma svanì dalla sua vista, non dal suo cuore: il suo organo vitale lo aveva capito.

Eccolo lì, dopo tanti anni, bello come un dio. Iniziò a piangere commossa, mentre si precipitava verso di lui.

Le sue prime impressioni su quell’ospite inatteso coincidevano con quelle di Natsu, rimasto abbagliato da lei. Era ancora più bella di quanto si era mai immaginato in tutti quegli anni, nonostante avesse gli occhi castani lucidi ed i capelli biondi  e lunghi scompigliati. Non era truccata, eppure stava da dio anche così. Per non parlare del corpo! Aveva le curve nei punti giusti, ed i vestiti che aveva addosso lo mettevano in mostra nel migliore dei modi, con quei seni tondi e pieni stretti in un top blu chiaro che le lasciava le spalle e la pancia scoperte e le gambe snelle avvolte da pantaloni dello stesso colore che si chiudevano sulla caviglie.

Dirle che era stupenda era farle un torto, perché era molto più di quello: ancora nono era stata inventata una parola adeguata a descrivere una tale bellezza.

Sorrise mostrando i suoi canini, felice di aver ritrovato quella principessa del suo passato, che sarebbe diventata anche quella del suo presente e del suo futuro. L’accolse tra le sue braccia e, stretti l’una all’altro in un groviglio di tessuti raffinato, Natsu avvicinò la bocca al suo orecchio e sussurrò:

«Mitsketa!*»

[*«Ti ho trovata!»]

Buongiorno a tutti! Mi presento al fandom di Fairy Tail: sono Let, piacere! Sono super felice di aver potuto pubblicare questa efp su Natsu e Lucy: ho iniziato Fairy Tail circa un mese fa e mi sono innamorata di questa ship (oltre che altre gihee). Ora, a pochi episodi alla fine, posso dire che questo anime è senz’altro uno dei miei preferiti e questa breve one-shot serve ad acquietare il mio bisogno di Nalu per un po’. Se troverete altre mie fp, significa che il bisogno è tornato più forte che mai.

Abbiate pietà per la frase in giapponese, please! Non so come si scriva né con i kanji né con il nostro alfabeto, l’ho imparato dagli anime… ma ci tenevo a metterla!

Alla prossima,

Let!
   
 
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