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Autore: God_Eden_Imperial    13/01/2021    0 recensioni
Era passato poco più di un mese da quando Oswald aveva detto a Jack della morte di Lacie. Jack, per le settimane successive, non si era più fatto vedere, ma era tornato con sorpresa di Oswald. Ora sorrideva come se niente fosse, facendo preoccupare il Baskerville. Lacie era l'unica ragione per cui Jack viveva e adesso che se n'era andata...
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gilbert Nightray, Jack Vessalius, Oswald Baskerville, Vincent Nightray
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era passato poco più di un mese da quando Oswald aveva detto a Jack della morte di Lacie. Jack, per le settimane successive, non si era più fatto vedere, ma era tornato con sorpresa di Oswald. Ora sorrideva come se niente fosse, facendo preoccupare il Baskerville. Lacie era l'unica ragione per cui Jack viveva e adesso che se n'era andata...
Oswald...no. Adesso era Glen. Non meritava di farsi chiamare col suo vero nome, non dopo aver ucciso sua sorella. Quel nome non significava niente per lui, non più. Nessuno poteva chiamarlo così, perché Oswald non sarebbe più stato lì.

Glen si stava preparando per il ballo. Era il primo dalla morte di Lacie. Mentre terminava di sistemarsi, non poteva fare a meno di sperare che Jack fosse al salone, ad aspettarlo. Quasi nessuno se ne era accorto, ma dalla morte di Lacie i veri sorrisi di Jack erano diventati sempre meno visibili. Quelli in cui si poteva vedere qualcosa della sua vera personalità e dio quanto erano belli! Ma sempre meno.
La porta della sua stanza si aprì improvvisamente e Glen sospirò. C'era solo una persona che conosceva, che sarebbe entrata in quel modo.
"Oswo-Glen!" 
Lo aveva salutato Jack con un sorriso. I suoi occhi verdi e opachi fissavano quelli viola dell'altro. Glen non riuscì a nascondere il sorriso divertito quando lo vide arrossire per l'imbarazzo. Sapeva che era quasi una causa persa convincerlo a chiamarlo col suo nuovo nome. Ma stranamente non gli importava se lo chiamava in quel modo. Anche se gli ricordava Lacie.
"Alla fine hai deciso di venire" 
Disse dolcemente mentre prendeva il mantello. Jack si massaggiò la nuca e sorrise. Era ancora falso, ma almeno non sembrava distrutto come prima. Una parte di Glen si chiedeva in che modo Jack fosse riuscito a superare la morte di Lacie. Voleva pensare che non fosse accaduto nulla di grave. Dopotutto, a volte ci pensava l'inconscio a mettere da parte gli eventi più traumatici. Che fosse accaduto quello a Jack? Glen lo sperava in cuor suo...
"Sì, ovvio! Cosa faresti senza di me? Sei il tipo più asociale che conosca!" 
Ha risposto Jack, allegramente. Glen gli lanciò uno sguardo indifferente. 
"Non sono antisociale" 
Rispose mentre controllava l'ora. La serata stava ormai per incominciare.
Jack si limitò a ridacchiare.
"Allora sei solo timido, forse?" 
Lo prese in giro. Glen scosse la testa, limitandosi ad aprire la porta. 
"Vieni?" 
Chiese mentre teneva il passaggio aperto. Jack annuì e lo ringraziò. I due attraversarono i corridoi e arrivarono rapidamente alla grande sala da ballo. C'erano già molti ospiti. Tanta gente di classi sociali elevate. Jack non perse tempo a camminare verso alcune donne con le quali iniziò a flirtare. Le signore arrossirono alla piacevole attenzione del bellissimo giovane.
Glen non poté fare a meno di sentirsi irritato per la scena, ma fu interrotto da alcune persone che volevano parlare con lui. Ha messo così da parte i suoi sentimenti e ha prestato piena attenzione a coloro che gli parlavano. Se Jack voleva flirtare, chi era lui per ordinargli di non farlo?

Jack si stava complimentando con le donne per i loro abiti, ottenendo un rossore sulle loro guance. Poco dopo si scusò, prima di allontanarsi perché aveva sete. 
"Scusatemi, mie care, ma devo andare. Spero vi godiate la serata. Non vedo l'ora di poter danzare assieme a voi"
Ha detto in modo seducente mentre baciava la mano di una delle donne. Si inchinò, fece l'occhiolino e andò a prendersi un bicchiere di vino.

Mentre era intento a godersi la bevanda alcolica, sentì delle braccia avvolgersi intorno alla sua vita. Jack si irrigidì e si voltò.
La sfacciataggine di alcune persone non ha fine!
Pensò seccato. Il sorriso si congelò sulle sue labbra quando vide chi era. Un uomo intorno alla trentina o all'inizio dei quaranta, gli sorrideva. Aveva i capelli corti castani, le lentiggini sul naso e gli occhi grigi. Era una testa più alto di Jack che rabbrividì interiormente. Conosceva fin troppo bene quell'uomo.
Il tizio vide Jack congelarsi e il suo sorriso si fece più cupo. Strinse la presa e lo avvicinò maggiormente. Jack iniziò a divincolarsi, cercando di liberarsi dalla sua presa. Afferrò le mani che gli tenevano la vita e le strinse finché l'uomo non sussultò per il dolore.
"Lasciami andare!" 
Sibilò. I suoi occhi verdi che erano spalancati per lo shock, prima di mostrare rabbia. Il suo solito sorriso era svanito e le labbra erano serrate. L'uomo si limitò a sogghignare divertito e attirò Jack più vicino.
"Cosa c'è che non va, bel ragazzo? Questa non è la prima volta, perché così sulla difensiva?" 
L'uomo soffiò nell'orecchio di Jack che aggrottò la fronte, disgustato, tentando nuovamente di spingerlo via.
"La prima volta, come hai detto, non è stata voluta da me, quindi perché pensi che vorrei rifarlo? Ora lasciami prima che ti castri!" 
Sussurrò Jack in minaccia. La sua voce non aveva più quel tono amichevole e giocoso che era solito utilizzare. Era più greve e tagliente. 
L'uomo rabbrividì ma non lasciò la presa.

Gilbert stava girando per la sala alla ricerca del suo padrone. Aveva promesso a Vincent che gli avrebbe raccontato quello che era successo, perché lui non era autorizzato ad andare al ballo. Il motivo era il suo occhio rosso che lo contrassegnava come un figlio maledetto.
Mentre Gilbert se ne andava in giro, rubacchiava qualche dolce da portare al fratellino. Ormai era un'abitudine dato tutto il tempo passato a rubare quando vivevano per la strada. Doveva ancora abituarsi e Glen lo sapeva, per questo non lo aveva mai rimproverato quelle volte in cui scopriva i suoi furtarelli. Si nascose nella tasca della veste un po' di cioccolato. Era pronto a tornare da Vincent quando vide Jack e un altro uomo...litigare? Così gli sembrava e lo trovava strano. Non aveva mai visto Jack arrabbiarsi con qualcuno. Gilbert si accigliò e decise che era meglio se avesse trovato il suo padrone per avvertirlo. 
Potrebbe aiutare Jack.
Pensò. Si stava preoccupando mentre cercava Glen in preda al panico. Gilbert sospirò di sollievo quando lo notò parlare a due persone. Si affrettò e tirò con urgenza il suo mantello per catturare la sua attenzione. La donna e l'uomo, con cui stava parlando, gli hanno lanciato occhiatacce per averlo interrotto, ma a Gilbert al momento non importava.
Glen abbassò il viso e, vedendolo preoccupato e nervoso che lo guardava con un'espressione implorante e terrorizzata sul viso, gli accarezzò la testa, chinandosi alla sua altezza e rivolgendogli un sorriso gentile.
"Cosa c'è che non va, Gilbert?" 
Chiese a bassa voce. 
"P-padrone! Si...si tratta di Jack! Sta discutendo con un uomo in questo momento! E-erano terribilmente vicini e...e non sembrava che gli piacesse!" 
Rispose Gilbert tenendo a sua volta un tono di voce basso in modo che l'uomo e la donna non lo sentissero. Gli occhi di Glen si spalancano, allarmato, e si guardò intorno nella stanza. All'inizio non vide Jack a causa del gran numero di invitati.
Quando notò il suo abito verde, non perse tempo.
"Vi chiedo di perdonarmi, ma devo assentarmi. Gilbert, grazie. Puoi andare da Vincent ora" 
Disse Glen scusandosi con la coppia e allontanandosi verso il tavolo delle bevande. Gilbert ubbidì, correndo fuori dalla stanza. Si fidava del suo padrone, quindi non si preoccupava per la situazione poiché aveva piena fiducia in lui.

Jack si stava arrabbiando ogni secondo di più. Quell'uomo aveva osato fare affermazioni ben poco cortesi e casti sul suo comportamento, facendolo solo infuriare maggiormente.
"Andiamo! Non è la tua prima volta. Quindi cosa hai da perdere? Certamente non la tua verginità" 
L'uomo lo insultò ancora, facendo vagare la mano più in basso sulla schiena di Jack. Per tutto il tempo lo guardava maliziosamente.
"Io...non voglio essere toccato da uno come te!"
Questa volta Jack iniziò a schiaffeggiare le mani con così tanta forza che l'uomo gemette per il dolore.
"C'è qualche problema per caso?"
Chiese una voce pericolosa alle loro spalle. Sembrava più una minaccia. L'uomo e Jack sentirono un brivido lungo la schiena.
Gli occhi di Jack si spalancano finché non furono completamente aperti. 
"O-Oswald..." 
Balbettò sorpreso. 
Cielo...spero non abbia sentito nulla o potrei morire dalla vergogna!
Il pensiero era così umiliante e degradante. Gli unici che non voleva sapessero queste cose erano Lacie e Oswald. Ora che Lacie era morta, la vita sarebbe stata ancora più insopportabile se Oswald fosse rimasto disgustato da lui.
L'altro non si preoccupò di correggere Jack. Aveva gli occhi puntati sull'uomo. Le sue sfere viola brillavano di rabbia. Se gli sguardi potessero uccidere, l'uomo sarebbe già solo cenere per terra.
"N-No! Non c'è nessun problema, d-dico bene?" 
Rispose Jack nervosamente, mentre lanciava all'uomo uno sguardo freddo. L'uomo si ritrasse allo sguardo di Oswald e deglutì a fatica.
"L-Lord Glen...i-io sono profondamente dispiaciuto!" 
L'uomo tremò di paura. Quegli occhi lo stavano fissando come un animale selvaggio pronto ad abbattere tutto per proteggere la sua preziosa preda.
"Bene, allora, se non le dispiace, io e questo ragazzo dovremmo parlare, in privato" 
Aggiunse Oswald, la sua voce non era altro che un semplice sussurro nella stanza, ma fu udita forte e chiara, a causa del suo sottotono scuro.
L'uomo annuì rapidamente e indietreggiò per la paura. Oswald afferrò il polso di Jack e lo trascinò con sé. Jack fece un rumore di protesta, la presa era davvero stretta e cominciava a fargli male, ma Oswald gli lanciò uno sguardo dolce che lo aiutò a calmarsi.
Mentre raggiungevano le guardie, Oswald sussurrò qualcosa all'orecchio di uno dei due che si limitò ad annuire e si allontanò seguito dall'altro. Jack era nervoso e confuso mentre continuava a venir trascinato.
"Cosa gli hai detto? E dove mi stai portando, si può sapere?" 
Chiese con curiosità. Oswald guardò dietro di sé e poi continuò a camminare. All'inizio Jack pensò che lo avrebbe ignorato, invece rispose:
"Non preoccupartene"
Jack non gli credeva, ma scelse di non insistere. Oswald sembrava abbastanza arrabbiato con lui, quindi non c'era bisogno di mettere alla prova la sua pazienza.

Arrivarono velocemente nella stanza di Oswald che non perse tempo a spingere Jack sul letto, mettendosi a cavalcioni sopra di lui e bloccandolo.
"Cosa stavi facendo con quell'uomo? Perché ti stava toccando?!" 
Ringhiò Oswald mentre guardava Jack. I suoi occhi viola, pieni di rabbia, si scontravano con i grandi occhi verdi, spaventati e scioccati, del ragazzo sotto di se. Il cuore di Jack batteva all'impazzata. Voleva distogliere lo sguardo ma non ci riusciva. Non importava quanto lo desiderasse.
Oswald aveva i polsi di Jack bloccati oltre la sua testa. Si sentiva così infastidito che avrebbe voluto spaccare il cranio di quell'uomo a mani nude. Come osava quella feccia, tale spazzatura, toccare ciò che era suo? 
Sentì il suo sangue ribollire mentre l'immagine di loro insieme balenò davanti ai suoi occhi.
"Io..." 
Jack balbettava senza sapere cosa dire. Probabilmente avrebbe riso della persona che gli aveva detto che un giorno sarebbe rimasto senza parole, ma in quel momento non riusciva a trovare quelle giuste. Era come se la sua lingua si rifiutasse di dire qualsiasi cosa.
Oswald si avvicinò al viso di Jack cercando qualcosa in quegli occhi verdi. Qualsiasi cosa per avere informazioni sulla situazione. Si è arrabbiato ancor di più quando Jack non ha parlato.
"Quindi non hai niente da dire, eh? Non importa. Non permetterò a nessuno di toccare ciò che mi appartiene" 
Oswald schiacciò le labbra su quelle di Jack e lo trascinò in un bacio appassionato. Jack fece solo un rumore scioccato quando una lingua gli passò attraverso le labbra e iniziò a violentargli la bocca. È stato incredibilmente bello.
Non si era mai sentito così accaldato prima. Certo, aveva alcuni clienti, ma era diverso da questo. Questo...era come se significasse qualcosa. Come se Oswald non lo volesse solo per il suo corpo. Voleva anche il resto. Jack aveva sempre più caldo e si sentiva ancora confuso.
Oswald non sapeva cosa gli fosse preso, ma sembrava giusto quello che aveva appena fatto. Lo ha reso felice. Era ancora arrabbiato, ma in lui c'era un profondo desiderio nascosto che voleva mostrare a Jack. Voleva mostrargli quanto ci tenesse. Dopotutto, con la morte di Lacie e Levi, Jack era l'unica persona cara che gli restava.
Sentì che la spinta di Jack diventava sempre più debole. Si tirò indietro, leccandosi le labbra per asciugare la saliva dal bacio. Abbassò lo sguardo soddisfatto nel vedere il volto ansimante e arrossato di Jack. Le sue guance erano arrossate e le labbra gonfie. Gli occhi verde smeraldo erano semiaperti in uno sguardo confuso ma pieno di piacere. I suoi capelli, ora spettinati, erano sparpagliati sul cuscino. Oswald lo trovava più bello che mai.
Quindi si chinò per baciarlo di nuovo, ma Jack girò la testa di lato. Oswald gli baciò così la guancia. Jack teneva gli occhi chiusi mentre si rifiutava di essere baciato. Non voleva essere usato di nuovo. Mai più. Soprattutto non da lui!
Oswald si ritrasse di poco, infastidito per il rifiuto. Sentì Jack tremare nella sua presa. Lentamente quella rabbia che lo aveva annebbiato cominciò a svanire.
"...hai paura di me?" 
La domanda è stata posta con attenzione, come se il richiedente, della suddetta domanda, avesse paura della risposta. Gli occhi di Jack si aprirono di scatto.
Io? Paura di te? Mai!
Pensò, ma questo non significava che non avesse paura di qualcos'altro. Non voleva che Oswald facesse quelle cose con lui, non perché non gli piacesse, ma per il semplice motivo che non voleva sporcarlo...

Oswald prese il silenzio come un sì e la sua presa era ancora lì, ma non così forte come prima. Rammaricato e con il senso di colpa che si stavano diffondendo in lui, prese in considerazione l'idea di lasciare Jack, ma a quel pensiero, la scena di prima tornò e si rifiutò.
Non poteva perdere la persona più importante della sua vita! Il suo unico e vero amico! 
Sperava anche qualcosa di più.
Oswald respirò profondamente per cercare di calmarsi e riprovò. 
"...mi dispiace, se ti ho spaventato..." 
Ammise, onestamente non voleva spaventarlo o qualcosa del genere. Jack ascoltò attentamente e si sentì solo peggio. 
Oswald si era scusato per qualcosa che non ha fatto.
Qualcosa in lui scattò.
"Io non paura di te!" 
Esclamò, puntando gli occhi verdi sui suoi. La faccia scioccata di Oswald di solito avrebbe fatto scoppiare a ridere Jack, ma in quel momento non aveva voglia di ridere.
Glen si chinò di nuovo e questa volta Jack non si tirò indietro. Fissò Oswald deciso a dimostrare la sua tesi. Adesso erano a pochi centimetri l'uno dall'altro e potevano sentire il respiro dell'altro sui loro volti.
"Se non hai paura di me, allora perché tremavi?" 
Domandò Oswald a bassa voce. Il tono che ha usato ha chiarito a Jack che non sarebbe uscito da quella situazione prima di ottenere una risposta. Una risposta onesta. Deglutì e considerò le opzioni. Il suo stomaco tremava piacevolmente ogni volta che guardava Oswald per troppo tempo. Ha raccolto tutto il suo coraggio per quello che sarebbe venuto dopo. Se Jack glielo avesse detto, sarebbe sicuramente disgustato, ma si sarebbe preso cura di lui, no? Avrebbe fatto male? In ogni caso Jack aveva abbastanza esperienza con il dolore per superarlo.
"Non ti permetterò di usarmi, anche se sei tu" 
Disse infine, con un sorriso ironico mentre sentiva la presa sui polsi allentarsi. Gli occhi di Oswald si spalancano increduli e poi si restrinsero, di nuovo, per la rabbia.
Ah...mi sgriderà immagino...
Pensò Jack con un dolore sordo al petto. Non si preoccupava nemmeno più di lottare. Presto sarebbe finita comunque.
"Come puoi accusarmi di una cosa simile? Come puoi anche solo lontanamente pensare questo?! Mi sento offeso!" 
Oswald ringhiò mentre si chinava fino a far toccare le loro fronti.
Gli occhi di Jack si spalancano per lo shock e si sentì stranamente felice nel sentire Oswald dire quelle cose.
"Io...non merito che tu..."
Provò a dire, ridacchiando amaramente, gli occhi verdi che sfidavano l'uomo sopra di lui. Oswald lo guardò in cagnesco per la risposta che aveva ricevuto. Si chinò e lo baciò di nuovo, ma questa volta fu più dolce e tenero, per cercare di trasmettergli tutti i suoi sentimenti. Non era mai stato bravo in questo genere di cose, purtroppo. Per sua sorpresa, sentì ricambiare il bacio lentamente. 
Quel bacio...che per una volta nella vita ha fatto sentire Jack completamente amato. Ora era avido di volere di più.
Oswald si tirò indietro e spostò la frangia di Jack dal viso. Jack lo guardava in soggezione, gli occhi verdi accesi di emozioni.
"So che sei testardo quindi, per favore, ascolta senza interrompermi" 
Sussurrò piano Oswald, affettuosamente, e Jack si limitò ad annuire.
"Non mi interessa del tuo passato, capito? Mi piaci davvero, Jack. Non voglio usarti. Non sono quel tipo di persona e lo sai" 
Confessò con così tanto amore nella voce che Jack si ritrovò a doversi controllare per non scoppiare a piangere.
"Sì...l-lo so. Mi fido di te. Mi dispiace di averti accusato, Osw-Glen" 
Jack soffocò cercando di trattenere le lacrime. Sentì Oswald piegarsi ancora e baciarlo di nuovo. 
"Chiamami Oswald
Seguirono un bacio dopo un altro e Oswald lasciò che la sua mano passasse sotto la camicia di Jack, mentre baciava, mordeva e succhiava il suo collo, assaporando ogni sussulto, gemito o rumore che faceva. Lo rendeva solo più desideroso. Le sue mani erano ovunque sul corpo di Jack, segnandolo e lasciando dei succhiotti.
Oswald iniziò a svestire se stesso e Jack, mentre lasciava i suoi occhi memorizzare ogni dettaglio. Gli sciolse la treccia, baciandolo di nuovo. Gli occhi di Jack erano annebbiati dal piacere quando sentì Oswald mettersi tra le sue gambe.
Ben presto arrivarono all'evento principale dopo che Oswald perse tempo a torturarlo piacevolmente. Jack non pensava che Oswald sarebbe potuto essere così gentile e rude allo stesso tempo. Era il paradiso puro e Jack fu sicuro che non sarebbe stato in grado di camminare per settimane o più. Chi s'aspettava che Oswald potesse avere così tanta resistenza? Sorprendente!

Adesso eccoli qui, Oswald che abbracciava Jack in modo protettivo mentre lo guardava dormire. Avrebbe potuto osservarlo per ore e ore, se non anche per tutto il giorno, se non fosse stato pieno di impegni.
Chissà cosa avrebbero detto gli invitati sul fatto che fosse sparito nel bel mezzo della festa. In ogni caso non gli importava, ne era decisamente valsa la pena. Sorrise dolcemente mentre si addormentava. Sentendosi felice come non mai. Il sorriso rispecchiava quello sul viso di Jack. 
Così i due amanti si accontentarono di essere abbracciati l'uno dall'altro.
 

   
 
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