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Autore: Myuu    13/01/2021    0 recensioni
Alcuni dicono che l’amore sia l’emozione più forte che una persona possa provare. Prende tutte le fibre del tuo corpo, facendosi strada attraverso la tua anima e uccidendoti dall’interno. Deteriora il tuo buonsenso, facendoti fare cose stupide in suo nome. Questo è quanto hanno teorizzato.
!!adattamento jongkey ad una ff larry, tutti i crediti vanno all’autrice originale della storia!!
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jonghyun, Key, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Giorno Ventisei:
 
Oggi ho camminato lungo l’affollata Seoul per un po’, solo per respirare i luoghi che una volta tu hai vissuto, immaginando che tu fossi assieme a me, tenendomi per mano.
Dopo aver vagato un po’ per la città, ho deciso riluttante con me stesso di tornare nel tuo appartamento.
Ho preso il mio mazzo di chiavi dalla tasca del giacchetto, ma la porta era già aperta.
 
Entrai e richiusi la porta, guardandomi attorno.
So Dam sbucò dal corridoio.
“Kibum” – mi sorrise venendomi incontro.
Mi prese in un abbraccio.
Sentii altri passi.
Non erano quelli della piccola Roo, questi sembravano più leggeri e coordinati.
Era la signora Kim.
La tua mamma.
So Dam mi lasciò libero di potermi inchinare.
Lei in risposta mi venne incontro con le braccia aperte.
La sentii aggrapparsi alla mia schiena.
Mi scese una lacrima.
 
“Siete qua per prendervi cura della piccola Roo?” – chiesi una volta che ci fummo spostati in cucina, la signora Kim stava versando nel tuo servizio di tazze tradizionali un profumato tè alle erbe.
“Purtroppo Byulroo è scappata da qualche giorno, ho provato a mettere in giro qualche cartello… Spero solo che stia bene. Avrà sentito la mancanza di Jonghyun, non se ne separava mai per così tanto tempo” – percepii la voce di So Dam molto preoccupata.
“Prova a mettere qualche foto anche su internet… Magari qualcuno l’ha vista da qualche parte. Jjong… Beh lui postava quantità industriali di foto di lei, su Twitter soprattutto” – sorrisi triste, ero quasi imbarazzato.
Era la prima volta che parlavamo di te con tanta leggerezza nel cuore.
“Non ci avevo pensato… Ci proverò. Grazie, Kibum-ah”
Le sorrisi, prendendo un sorso di tè e guardandomi timidamente attorno.
Il sorriso svanì quasi subito.
Mi alzai.
“P-perché il piano d-di Jjong è coperto?” – chiesi guardando tua sorella.
Fu tua madre a rispondermi.
“Siamo venute a mettere un po’ in ordine”
Sorrise piano.
“Kibum, non porteremo via nulla, stai tranquillo” – aggiunse So Dam, appoggiandomi una mano sulle ginocchia.
Mi risedetti quasi subito dopo.
Presi un altro sorso di tè.
Fu tua madre al alzarsi.
“Abbiamo trovato queste, erano sparpagliate nel suo studio” – la signora Kim mi sorrise, porgendomi un fascicolo di plastica pieno di fogli.
Guardando entrambe in modo interrogativo, cominciai a sfogliarlo.
Mi venne un colpo al cuore.
Qualche lacrima mi sfuggì.
Erano tutte delle bozze di canzoni.
Tutte su di me.
Molte avevano pure uno spartito che sembrava definitivo.
Mi scappò una risata nel vedere il titolo di quella che pareva quasi una filastrocca.
“La Diva Di Daegu Bummie”.
Così diceva il titolo.
Il testo era perloppiù una sciocchezza.
Un’altra s’intitolava invece “Key Appa”.
Avevamo girato Hello Baby nel 2010, c’era davvero roba così vecchia?
O forse era stata scritta dopo?
Su quel foglio non c’era nessuna data.
Sfogliandolo potei vedere che in qualche pagina era stata scritta una data.
2013, 2016, 2009, 2014…
La stragrande maggioranza però era senza.
L’ultimo spartito mi fece singhiozzare.
“Shinin”, diceva.
Aggiunto a mano in un angolino c’era scritto: 
“L’ho scritta per tutti, ma soprattutto per te.
Ricorda: always be with you.
Ti amo”
 
Piansi a dismisura.
Davanti a tua madre, davanti a So Dam.
Quando pensavi di farmi vedere tutte quelle bozze?
Erano per me, avresti dovuto suonarmele tutte tu, una ad una, al piano.
Andava bene anche il kazoo.
 
Quando finalmente mi ricomposi un attimo, sull’uscio della porta, mi inchinai per ringraziare tua madre.
Lasciò So Dam da sola con me.
“Lo sa anche lei non è vero?” – le chiesi.
Avevamo detto solo a tua sorella della nostra "relazione segreta". Dato il vostro stretto rapporto, si era accorta che il nostro, ma soprattutto il tuo, comportamento fosse diverso e abbiamo dovuto sputare il rospo... Mi ricordo ancora l'enorme imbarazzo!
So Dam annuì.
“Da anni. Mi ricordo ancora il giorno in cui ce lo aveva detto” – sorrise al ricordo –“Era così felice. Per mamma non fu semplice accettarlo. Ma vedendo come ti prendevi cura di lui, era la cosa migliore”
“So Dam, io ho fallito” – le presi le mani –“Q-quando l-lui…”
Mi morirono le parole in bocca.
Ma lei capì.
“Kibum, non dirlo nemmeno per scher-”
“Se fossi restato con lui, non sarebbe mai successo tutto questo” 
Lei si rifiutò di ascoltarmi parlare in quel modo, dicendomi di smettere di dare la colpa a me stesso.
 
Sono uscito dalla porta.
Non credo si aspettasse che me ne andassi così, perché la sentii chiamare il mio nome dalla porta ma la ignorai, precipitandomi verso casa.
 
 
Appena chiusi la porta del mio appartamento piansi così tanto che mi accasciai a terra contro di essa.
Tutto quello che potevo vedere eri tu.
Sentii la tua voce che mi parlava ed è stato sufficiente per tranquillizzarmi e permettermi di sprofondare nel mio letto.
   
 
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