Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Ricorda la storia  |      
Autore: Danamochi97    15/01/2021    1 recensioni
“Non mi rivolgere più la parola!” disse Jimin a Tae.
“È proprio quello che ho intenzione di fare” rispose l’altro a tono.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai, Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Taehyung/ V, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Non mi rivolgere più la parola!” disse Jimin a Tae.
“È proprio quello che ho intenzione di fare”
rispose l’altro a tono. 
 
Tutto iniziò così...
 
Jimin e Tae litigavano spesso, gli altri del gruppo non ci facevano quasi mai troppo caso, ma quella volta non si aspettavano sarebbe stata così seria la faccenda.. 
 
 
 
2 SETTIMANE DOPO 
 
 
 
“Ancora non vi parlate?” disse piano Hoseok a Jimin.
“No e non ho intenzione di farlo” rispose Jimin infastidito e con un tono di voce più alto del solito affinché Tae non potesse fraintendere, Tae di tutta risposta e senza guardarlo negli occhi, fece spallucce in direzione di Jimin.
 
 
“Quanto sono testardi” disse yoongi.
“Due bambini” rispose Jin.
 
 
Volenti o nolenti erano sempre costretti a stare insieme, c’erano le prove per il live, le interviste, le canzoni da registrare..(senza contare che vivevano sotto lo stesso tetto). 
Un giorno Jimin decise di far ingelosire Tae: iniziò a trascorrere più tempo con yoongi hyung, gli si sedeva accanto, lo ascoltava più attentamente del solito, gli portava da bere e da mangiare anche se non richiesto, ma soprattutto, faceva in modo di farsi sempre vedere da Tae poichè voleva che quest’ultimo capisse cosa significava aver perso la sua amicizia! 
ma tae non aveva bisogno di queste dimostrazioni, si sarebbe strappato gli occhi piuttosto che continuare a vedere come Jimin amorevolmente curava yoongi e piacevolmente evitava lui, però, allo stesso tempo, non riusciva a ricambiarlo con la stessa moneta, era in collera con Jimin si, ma non poteva fargli questo,
non era da lui.. 
ma, sfortunatamente, c’era qualcun altro che aveva capito il “gioco” di Jimin:
Jungkook.
Jungkook, in buona fede, si era seduto sul divano accanto a Tae con un braccio intorno al suo collo, nel tentativo di far ingelosire Jimin, che ora li stava guardando in cagnesco con occhi di fuoco (per chi non lo sapesse: Tae geloso fa tenerezza, ma Jimin geloso fa seriamente accapponare la pelle), l’aria si stava facendo elettrica, fortunatamente l’arrivo degli altri fece scoppiare quella bolla di tensione e rilassare gli animi (non quelli di tae e jimin naturalmente). 
Namjoon era molto preoccupato, aveva sempre sottolineato quanto la loro amicizia fosse speciale e quanto fosse difficile esprimerla a parole, non poteva credere a quello che stava succedendo, così un giorno prese Tae da parte e lo invitò a confidarsi con lui, non sapendo che quella stessa sera yoongi stava tentando di fare lo stesso con Jimin, anche se “a suo modo” cioè portandolo in un bar di Seoul e facendolo bere (pensando così di cavargli di bocca tutto ciò che c’era da sapere), ma Jimin bevve solo come una spugna nel tentativo di dimenticare, anche se per poco, quella dannata situazione, senza dire una parola a yoongi. 
Tae invece si stava confidando con namjoon, per lui era difficile aprirsi, ma namjoon sapeva toccare i tasti giusti quando voleva e a quanto pare ci stava riuscendo, perché Tae in lacrime stava riversando nella stanza tutto ciò che pensava, provava e sentiva nel profondo, senza neanche il timore di apparire ridicolo: Jimin era la sua seconda pelle, quella sensazione di casa che non provi con chiunque..
Jimin era la sua luna..
si.. la sua luna..
“perché” stava dicendo a namjoon:
“non esistono giorni senza luna”.
Non aveva più fiato, gli occhi gli bruciavano, il cuore pulsava forte, persino il cuscino che stringeva si stava sfibrando sotto quelle grosse e forti mani che non volevano saperne di allentare la presa. 
Namjoon aveva atteso in silenzio, un uomo molto saggio che si faceva chiamare RM un giorno disse “alle volte tutto ciò che vogliamo è solo essere ascoltati, non capiti o rincuorati, solo ascoltati davvero” e lui fece proprio questo, nulla di più, se non pronunciare alla fine, una sola domanda a Tae: 
 
”perché non gli scrivi tutto questo in una canzone?”
 
Tae sbiancò, namjoon riuscì a leggere tutti i suoi timori dalla sua espressione, infatti rapido aggiunse “ti aiuto io”, Tae allora capì che con il suo aiuto forse ci sarebbe riuscito, si fidava del suo hyung, aveva grande stima di lui e se questa, lui pensava fosse la cosa giusta da fare e non vi era altro modo per uscirne, si fece coraggio ed annuì.
Namjoon prese carta e penna e li diede subito a Tae, il quale iniziò timoroso a scrivere qualcosa per poi cancellarlo in fretta, scuotendo la testa in segno di sconfitta, ma namjoon gli disse:
 
“non devi per forza fare il suo nome, puoi parlare di lui senza dover parlare di lui”.
 
Tae molte volte credeva che namjoon parlasse a vanvera, ma, quella volta, rimuginando su quelle parole, alla fine ne capì il senso: 
aveva definito poco prima Jimin la sua luna..
mise la biro sul foglio: 
 
 
~un giorno scrissi una lunga lettera alla luna~
~non è luminosa come te ma ho acceso una piccola candela~
 
 
Dopo un paio di lunghi ed interminabili minuti di silenzio, Tae porse il foglio a namjoon, quest’ultimo lo lesse attentamente, poi sollevò lo sguardo su quel ragazzino rannicchiato con gli occhi gonfi che gli stava davanti e gli sorrise di tutto cuore.
Jimin nel frattempo, con un comportamento molto poco maturo, stava dando il meglio di sè ridendo sguaiatamente nel locale, sotto lo sguardo di un yoongi attonito, che di certo non si aspettava un Jimin ubriaco, ma semplicemente un Jimin brillo che si sarebbe confidato con lui in poco tempo, invece, quando capì che non c’era nulla da fare, si incamminò verso casa con Jimin sotto braccio, ma Jimin non ne voleva sapere di rientrare, così disse a yoongi che sarebbe stato nel parchetto sotto la loro abitazione per calmarsi un po’, promettendo di rimanere lì e non girovagare, yoongi rientrò solo, controllando sempre dalla finestra che quella testolina bionda stesse sempre lì seduta alla panchina appena illuminata dalla fioca luce del lampione. 
Si erano fatte le 04:00, namjoon stava dicendo a Tae di andare a dormire proprio quando yoongi entrò in stanza, informandoli che Jimin aveva bevuto come una spugna e che ora era in cortile a riprendersi un po’
 
“e tu l’hai lasciato solo?!” 
disse allibito Tae a yoongi.
 
“guarda che lo sto controllando dalla finestra” rispose l’altro.
 
“Forse dovresti andare da lui, credo sia arrivato il momento” disse namjoon poggiando una mano sulla spalla di tae, quasi a volergli infondere quel coraggio che gli serviva.
Tae timoroso annuì ed uscì incamminandosi fuori, infreddolito quasi più per la paura che per il freddo; sapeva che Jimin non era come gli altri, sapeva che si stava giocando il tutto per tutto in quel momento perché non ci sono copie di Jimin, Jimin è Jimin e basta. 
Quest’ultimo intanto si era sdraiato sulla panchina fissando il cielo nero sopra di lui, Tae si avvicinò cauto, ma Jimin, avvertiti degli scricchiolii, si mise seduto di colpo
 
“mi hai spaventato” 
 
“scusa non volevo” 
 
“perché sei qui? Jungkook è impegnato? Ahahahah” 
 
“non so dove sia Jungkook e non mi interessa”
 
“TaeTae non devi, non devi fare questo” si mise una mano sullo stomaco e una sulla bocca, aveva bevuto troppo anche per i suoi standard, non si sentiva per nulla bene, ma sapere che tae era lì accanto a lui segretamente lo faceva stare meglio. 
Tae gli si sedette accanto e lo guardò negli occhi, Jimin non riuscendoci rimase a testa bassa, così l’altro gli prese il mento con due dita e sollevò quella testa bionda tanto da poter ritrovare in quegli occhi la sua persona. 
Jimin fissò Tae, Tae continuava a mantenere il contatto visivo con lui per un tempo che sembrò ampliarsi sotto il rumore dei loro battiti, erano lì, uno di fronte l’altro, senza dire nulla.
Poco dopo tae prese con una mano entrambe quelle di Jimin stringendole forte, Jimin tirò su col naso e strizzò gli occhi, una lacrima cadde rapida dal suo viso.
In quel momento due anime si stavano abbracciando di nuovo, due anime si stavano ritrovando, a volte due occhi e due cuori possono fare più di mille baci dati o parole dette.
 
“ho scritto una cosa, ce l’ho qui” 
 
prese un bigliettino ripiegato in quattro da una tasca dei pantaloni, lo spiegò e iniziò a cantarlo a bassa voce a Jimin, come fosse un segreto da bisbigliare, Jimin stava percependo il vibrato della voce bassa di tae attraverso la pelle, quella stessa pelle che gli stava rispondendo con dei brividi lungo tutto il corpo.
 
 
~dove sei tu..oh~
~perché stai piangendo, siamo solo io e te qui~
 
 
L’alba era vicina, un cielo rosa stava iniziando lentamente a coprire le loro chiome, Jimin poggiò la testa sul petto di tae, tae strinse a sè quell’esile corpo che sembrava poter volare via da un momento all’altro.
 
“stringimi tae, stringimi di più”
 
“Se ti stringessi ancora di più, penso che potresti sentire dolore”
 
“no, solo quando tu non sei al mio fianco sento dolore”.
 
E, come lo sbocco di un fiume in piena, il cuore di tae si riempì di colpo di un sentimento talmente forte da rendergli gli occhi lucidi. 
 
“stai piangendo?” 
 
“No no..é.. è colpa del sole”
 
“taetae non puoi mentirmi quando i nostri cuori sono così vicini, il tuo ti sta tradendo ora, lo sento” 
 
“Il mio cuore mi ha sempre tradito con te”.
 
A quelle parole il cuore di Jimin prese a battere tanto velocemente da portarlo ad allontanarsi d’istinto da quel corpo che lo stava facendo stare tanto bene
 
“No Jimin, questa volta non sarà solo un mio sogno, questa volta non vai via” 
 
Tae strinse ancora più a sè Jimin
 
“So che hai paura, ce l’ho anch’io, ma: perché avere paura se i nostri cuori sono così coraggiosi?”
 
“Perché devi dire sempre la cosa giusta al momento giusto?”
disse Jimin facendosi ancora più piccolo tra le sue braccia 
 
“Vorrei dirne anche un’altra ora, ma aspetterò paziente che questo sole sorga e tramonti 10, 100, anche 1000 volte se sarà necessario, finché non mi dirai di essere pronto”
 
Jimin sfiorò con le labbra il collo di tae facendolo avvampare e deglutire rapidamente
“E tu.. sei sicuro di essere pronto?”
 
~me and you, oh you~
                      

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: Danamochi97