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Autore: vanity_gemini    15/01/2021    3 recensioni
Anno 2355, il pianeta Terra è completamente sovrappopolato, per cui parecchi dei suoi abitanti si sono trasferiti da tempo a vivere su delle enormi stazioni spaziali, che gravitavano attorno a quest'ultimo.
La vita sia sulla Terra che sia sulle stazioni stava procedendo nei migliori dei modi possibili, soprattutto grazie ai tanti progressi tecnologici che l'uomo aveva fatto in quei ultimi tempi. Questi avevano aiutato notevolmente la popolazione anche per fare le loro piccole cose quotidiane. Ma purtroppo, una grande minaccia era in procinto di arrivare come se fosse stata un fulmine a ciel sereno, sconvolgendo le esistenze di tutti loro, nessuno escluso. Era a tutti ben chiaro che da quel momento in poi la cosa più importante per chiunque era quella di cercare almeno di sopravvivere!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aries Shion, Gemini Aspros, Gemini Kanon, Gemini Saga, Sagittarius Aiolos
Note: Lime, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 14.
 
Tutto l’equipaggio dell’Athena era ben sistemato all’interno della grande Sala Assemblea, questi si trovava situata a poppa della nave. Shion e Aspros avevano appena terminato di comunicare a tutti i loro sottoposti, tutto quello che al capitano della nave, gli aveva detto ma soprattutto ordinato di fare, il generale supremo Sage.
L’Athena era stata riparata da poco, o meglio era stato riparato il generatore di potenza. Quest’ultimo era un dispositivo che dava appunto maggior potenza alla nave, permettendo a questi di poter viaggiare a velocità fotonica, arrivando quindi ad avere una velocità in volo e nello spazio di ben 9 Mach.
Il Mach, indicava la velocità del suono.
1 Mach significava poco più di 1.000 km l’ora, quindi l’Athena poteva tranquillamente raggiungere in scioltezza i 9.000 km l’ora.
Tale dispositivo permetteva sia all’Athena, ma anche alle sue tre navi gemelle, di poter raggiungere tale velocità.
Quella velocità che solitamente le altre astronavi, soprattutto anche le grandi ammiraglie dell’impero non potevano di certo raggiungere. Quest’ultime difatti erano molto più lente, ma bisognava anche considerare che a livello di tonnellaggio pesavano molto di più, quindi risultavano essere molto meno dinamiche e maneggevoli. Queste si muovevano alla velocità massima di 3 Mach, e a confronto risultava essere molto poco rispetto a quella delle quattro ammiraglie della federazione.
Anche in acqua l’Athena se la cavava piuttosto bene, però la meglio del quartetto era la Poseidone.
La velocità dell’Athena era circa di 35 nodi, mentre la Poseidone viaggiava a 50 nodi. Non sembrava molto, viste le altre prestazioni, ma bisognava tenere conto che l’acqua era il punto debole di quasi tutte le navi spaziali, difatti queste erano ben attrezzate per le battaglie terrestri o meglio spaziali, mentre in acqua da sempre avevano faticato parecchio.
Dopotutto le quattro ammiraglie erano navi d’assalto pesante.
Dopo ben quattro ore di discussioni, ovviamente tra i presenti vi era chi aveva avuto da commentare su diversi punti, l’assemblea venne di fatto sciolta, e tutti loro poterono quindi far ritorno alle dovute mansioni, quelle che dopotutto avevano abbandonato per essere li presenti.
Aspros e Shion si ritirarono come solitamente sempre succedeva, all’interno dell’ufficio di quest’ultimo.
I due avrebbe studiato un piano da poi proporre ai capitani delle altre navi, che a breve li avrebbero raggiunti su Tatooine.
Artemide invece era sempre piuttosto pensosa. Il pensiero ricorrente che era sempre presente nella sua testa, inutile dire, era quello sempre rivolto a Katya, ma soprattutto alla sua azione. Ancora non riusciva a capacitarsene, ma soprattutto a più riprese si rifece sempre le solite domande. Perché aveva fatto tutto ciò? Pensando sempre a quello si rinchiuse, dopo aver baciato entrambi i figli, nella sua cabina. Quella solitudine, la faceva stare piuttosto bene.
Il gruppo quasi al completo si stava recando verso la sala ristoro. Prontamente Kanon si affiancò a Saga.
In quelle giornate passate aveva avuto davvero paura di perdere per sempre quello che da poco aveva ritrovato.
Tutti quegli eventi gli avevano completamente travolti, tanto che più volte, entrambi si erano fermati a pensare a come poteva essere possibile. Possibile, che certe cose potessero accadere, ma soprattutto, Saga non aveva smesso di portare il proprio pensiero verso quella ragazza.
I suoi occhi belli, ma piuttosto malinconici gli erano rimasti ben impressi.
A quel punto era sicuro che non sarebbe riuscito a dimenticarseli tanto facilmente.
Invece per quel che riguardava Kanon, la sua situazione “amorosa” non era affatto preoccupante.
Forse con quel suo gesto si era forse esposto un po' troppo nei confronti della bionda maggiore, ma sapeva che anche questi fosse piuttosto interessata, anche se più per orgoglio che per altro, cercava sempre di mascherare il suo evidente interesse nei suoi confronti. Sempre osservando la figura che camminava davanti a lui, decise quindi di rimandare a data da destinarsi un’altra presunta proposta, o semplicemente un altro abbordaggio, soprattutto perché da quel momento in poi, tutti loro, nessuno escluso, avrebbero avuto delle cose molto più grandi e importanti da cui occuparsi.
 
*
 
Passarono giusto ben due giornate, quando sul suolo desertico e parecchio ostico di Tatooine, fece il suo arrivo l’ammiraglio Andreas Riise, a bordo della sua USS Valhalla. Questa super nave era comandata dal padre di Hilda in persona. Inoltre tra l’equipaggio presente a bordo di quest’ultima vi era anche la dottoressa Natassia Cekov, sorella maggiore del cadetto Hyoga.
Questi da poco tempo ricopriva l’incarico di capo medico sanitario, proprio all’interno della nave capitanata dall’ammiraglio Riise.
Era riuscita ad arrivare a ciò, passando egregiamente diversi esami, dai più mai passati.
Ovviamente, per fare e portare un attacco in grande stile verso il potente impero, il generale supremo Sage, aveva fatto salpare dalla base terrestre di Atene anche le altre tre ammiraglie, con l’aggiunta di cinquanta incrociatori leggeri di classe Pegaso.
Appena furono al completo tutti i capitani delle navi presenti, e anche qualche ufficiale di rilievo, si erano tutti riuniti a bordo della USS Valhalla, e dopo averne discusso per circa tre ore abbondanti, presero la decisione di partire alla volta della base di Hades, o meglio del vecchio pianeta Hades, quello che da poco la stessa Artemide aveva rivelato la giusta posizione.
Mentre che l’alto commando della flotta stellare era tutto riunito, i diversi equipaggi, ed erano davvero in tanti, si ritrovarono in vari e piccoli gruppetti. In molti presero quell’occasione, giusto per riuscire a salutare e stare assieme a qualche amico di vecchia data, visto e considerato che dopo l’accademia molti di loro che avevano instaurato delle amicizie, erano stati per così dire divisi. In tutto quel trambusto, ovviamente si incrociarono anche Hyoga e Isaac, e nonostante fosse passato già diverso tempo, tra i due la situazione rapportale era sempre la stessa, dato che si erano guardati a lungo, ma anche piuttosto in cagnesco. A quel punto, gli amici di entrambi avevano cercato di fare un po' da collante, ma tutti i loro sforzi furono inutili, dato che tra i due regnava sempre parecchia ostilità.
Fortunatamente sia Saga che Aiolos, nel frattempo si erano completamente ripresi. La leggera febbriciattola aveva lasciato il loro corpo, quindi sotto la guida di un istruttore, i due amici, stavano eseguendo un piccolo ma efficace programma di riabilitazione fisica.
Inconsciamente il loro fisico di quella breve prigionia ne aveva un poco sofferto, ma a Saga era ben altro che gli recava dei problemi, no di certo il suo atletico e sempre sguizzante fisico.
Dopo che ebbero consumato il loro ultimo pasto sul suolo di quel pianeta, sotto le direttive dell’ammiraglio Riise, che si mise a dirigere tutte le operazioni in prima linea, tutta l’imponente flotta della federazione lasciò quindi Tatooine.
La USS Valhalla si mise in testa al lungo corteo di navi. Al suo fianco destro erano posizionate la USS Athena e la USS Hermes, mentre a quello sinistro vi erano invece la USS Poseidone e la USS Apollo, invece le Pegaso erano dietro a fare da scudo.
 
*
 
Stavano viaggiando a velocità ridotta, da crociera.
Tutti i sistemi di controllo radar su tutte le navi erano allertati, perché sapevano perfettamente che erano entrati in territorio nemico.
Quella parte di spazio, veniva spesso controllata da diverse navi dell’impero, soprattutto perché in essa, viaggiavano parecchi trafficanti d’armi, quindi le truppe di Hades molto di sovente si appostavano dietro a dei grossi asteroidi, e una volta resi inoffensivi quest’ultimi, senza compassione alcuna, prima li eliminavano per poi prendersi loro tutto il bottino. Difatti tante armi che i soldati dell’impero utilizzavano erano proprio di questa provenienza. Solitamente poi le modificavano, giusto per renderle ancora più potenti e micidiali.
La vita a bordo di tutte le navi si stava svolgendo abbastanza con tranquillità.
Tutti gli equipaggi, più o meno stavano svolgendo le solite cose di routine. Vi era chi leggeva, chi sentiva musica con un moderno dispositivo di mp4, chi si allenava il corpo e chi invece come Shaka e Mu, preferivano di gran lunga allenarsi la mente.
L’imperturbabile luminare scientifico e il tutto d’un pezzo dottore, avevano chiesto e ottenuto da parte di Shion, di poter aver a loro più completa disposizione una stanza non troppo grande a bordo della nave. Ma questi però doveva essere anche ben insonorizzata, perché al suo interno loro ci avrebbe fatto sistemare tutto l’occorrente per poter meditare nei migliori dei modi possibili. Shion, conoscendo piuttosto bene entrambi, senza pretendere altre informazioni li aveva prontamente accontentati.
Ad un tratto la USS Athena seguita da dieci Pegaso, inavvertitamente si staccò dal gruppo principale. Shion si allarmò, dato che su un primo momento non riuscì a capirne le cause, ma il navigatore e secondo pilota Asmita, gli disse che molto probabilmente erano finiti in una corrente d’aria, o meglio in un campo magnetico, difatti Marin anche facendo diversi tentativi non riuscì neppure più a mettersi in contatto con la nave madre, ma anche con le altre navi. Sicuramente tutti i sistemi operativi di comunicazioni erano andati in tilt e pure i sensori gravitazionali iniziarono ad impazzire. Era evidente che l’Athena di fatto era solamente in collegamento con le dieci Pegaso, dato che queste le erano piuttosto vicine, anzi una tra queste per poco rischiò anche di speronarla, dritta a prua.
Nella plancia dell’Athena era ben chiaro a tutti, che un potente campo magnetico aveva portato la loro nave più le altre dieci, a deviare di parecchio la loro traiettoria, e quindi di staccarsi completamente dal resto della flotta, rimanendo di fatto però del tutto isolati.
Più volte a più riprese, l’addetta alle comunicazioni Marin, sotto richiesta e pressione da parte di Aspros ma soprattutto di Shion, fece parecchi tentativi, ma purtroppo nessuno tra questi andò a buon fine.
Ovviamente, anche il capo ingegnere Sisifo fece anche lui diverse prove e controlli, ma non venne a capo. Quindi a quel punto dovettero per forza di cose intervenire Hilda e Shaka. Quest’ultimo fu chiamato e subito assieme alla collega, si misero a ripristinare in parte i vari pannelli di controllo, anche se effettivamente non riuscirono a fare tanto altro. A quel punto, l’Athena impostò una sua rotta, che venne subita impostata anche dalle altre dieci navi che la seguivano, e in brevissimo tempo si ritrovarono in una parte di spazio, in cui per la federazione risultava essere completamente inesplorato.
Si ritrovarono quindi nei pressi di Granata. Questi era una delle tante isole spaziali sistemate nello spazio esterno.
Quest’ultima, in realtà era stata la prima ad essere costruita, ma poi nel corso degli anni se ne furono perse le tracce. Difatti, i più avevano ipotizzato che in qualche modo potesse essere stata distrutta, invece com’era successo all’Athena era finita in un campo magnetico, e quindi fu sbalzata anche lei in quella parte di spazio, completamente sconosciuto, senza aver modo di potersi mettere in contatto con le altre stazioni, poste anche loro ai limiti estremi della galassia in cui anche la Terra ve ne faceva parte.
 
Non appena l’Athena arrivò nell’immediate vicinanze di Granata, si incrociò con le forze di Hades.
Davanti alla nave stellare si materializzeranno una trentina forse qualcuno in più, di Star Destroyer, che tenevano i loro cannoni ben puntati sui loro nemici. Questi però lo erano solo sulla grossa nave, mentre le altre dieci sembrava che fossero state completamente ignorate, o almeno, nemmeno prese in considerazione dal nemico.
Prontamente alla vista di tutto ciò, Shion diede subito l’allarme generale, e ogni occupante della nave doveva essere al suo posto.
I cadetti presero ad avviarsi correndo verso i loro caccia, e la stessa identica cosa la fecero anche i ribelli, posizionandosi ognuno a bordo del proprio Space Wolf. Artemide, col cuore in gola osservò Kanon prendere posto all’interno della cabina di pilotaggio.
Ogni volta che sapeva che i suoi figli dovevano affrontare un pericolo, il suo cuore si stringeva in una morsa.
Pianse silenziosamente, poi la sua attenzione venne catturata da Hilda, che con estrema gentilezza le disse di avviarsi con lei all’interno della cabina di sicurezza. Questi era stata posta al centro della nave e al suo interno, in caso di attacco come giusto in quel momento stava accadendo, ci avrebbero preso posto gli occupanti civili e il personale sanitario.
La donna, sempre osservando il caccia del figlio che iniziava a muoversi, in silenzio prese a seguire la giovane dottoressa.
Inutile dire che a quel punto scoppiò una grande e molto cruenta battaglia. Quest’ultima, verrà in seguito ricordata negli anali di storia, come essere la Grande Battaglia di Granata. Quella che fu vinta da una sola nave della federazione, che ne uscì parecchio malconcia, ma comunque ne ebbe comunque la meglio.
Inesorabilmente, dopo aver cercato di dare battaglia le dieci Pegaso, una dopo l’altra soccombettero sotto il pesante fuoco nemico, difatti fu del tutto inutile l’intervento dell’Athena, che si mise a fare loro da scudo, cercando coi suoi potenti cannoni laser di colpire più navi nemiche possibili.
Alla fine l’unica nave che riuscì a resistere e ad opporre parecchia resistenza era stata proprio la nave del capitano Ling.
Ovviamente l’Athena venne anche aiutata dai suoi mezzi aerei, che andarono in avanscoperta cercando così di colpire i punti strategici delle navi nemiche. Avevano perlopiù mirato ai cannoni a particelle che queste tenevano nella parte più in basso della loro struttura, perché secondo i calcoli, giusti tra l’altro, che sia Hilda che Shaka fecero, quelle erano sostanzialmente le armi più potenti che quella tipologia di incrociatore da battaglia, nel suo arsenale possedeva.
I veicoli della federazione con l’aiuto di quelli dei ribelli, avevano già neutralizzato ben dieci navi nemiche, privando quest’ultime delle loro armi più potenti. A quel punto, un comandate di una tra queste, vedendo l’ostilità che quell’unica e sola nave coi suoi mezzi di supporto, continuava ad ostentare, diede l’ordine di far uscire una squadra composta da ben dieci unità, di nuovissimi Zack.
Questi erano l’ultimo modello di robot d’assalto. Erano l’ideale per combattere sia a terra che ancora meglio, vista la sua velocità, nello spazio.
Di rimando anche sull’Athena, ormai rimasta sola non stettero di certo con le mani in mano.
Shura, Camus, Aiolia uscirono a bordo dei loro rispettivi Mobile Suit, ma a quel punto vista la situazione, Aiolos e Saga, decisero di unirsi anche loro ai compagni. I due sapevano perfettamente che i tre sarebbero stati soverchiati dai mezzi nemici, essendo troppo in minoranza. Certo vi erano sempre i tre veicoli delle ragazze, che avrebbero potuto dare loro una mano, ma non era proprio la stessa cosa.
Appena uscirono dall’hangar di destra dell’Athena, si ritrovarono ben presto all’interno della linea di fuoco, anzi a quel punto bisognava stare molto attenti a non cadere nel fuoco incrociato, perché si sparava da tutte le direzioni.
Quello spazio solitamente piuttosto scuro e tetro era completamente illuminato dalle tante esplosioni che vi erano.
Saga però si ritrovò a combattere piuttosto distratto, anzi, troppo distratto, difatti più volte aveva rischiato di essere colpito in pieno. Il pensiero di Katya lo stava confondendo, sudava freddo, in quel momento la sua mente non era affatto libera, pilotava Gemini con enorme difficoltà. Più volte sparava col cannoncino a casaccio, alla cieca. E pensare che lui era un abile cecchino, solitamente, anche in allenamento e in simulazione, non sbagliava mai un centro, mentre in quel frangente, pareva essere diventato l’ombra di sé stesso. Lo stesso Aiolos già in due occasioni gli aveva fatto da scudo, eliminando con Sagitter il robot nemico, ma alla terza volta quando un altro robot si presentò davanti a Gemini, il Mobile Suit di Aiolos venne colpito. Fortunatamente gli Space di Milo, Manigoldo e Death, riuscirono ad intervenire in tempo, soprattutto anche perché lo stesso Saga, pareva essere davvero completamente in trans. Questi era sistemato all’interno della cabina di Gemini, ma i suoi occhi erano come velati, boccheggiava, sembrava proprio che gli mancasse l’aria necessaria per vivere.
I tre ragazzi di Aspros, grazie al loro prezioso ed immediato intervento erano riusciti a coprire la ritirata di Aiolos, che si avviò quindi verso l’Athena, sistemandosi all’interno del suo hangar.
Purtroppo il suo Sagitter non poteva più combattere, dato che era stato colpito al braccio destro, quindi oltre a perdere l’uso di questi perse anche il suo fucile a razzi. Inoltre senza il suddetto braccio non poteva nemmeno utilizzare la sua spada laser. Questi era sistemata in un apposito contenitore porta spade che era posto sulla schiena del Mobile Suit. Quest’arma era molto utile per i combattimenti corpo a corpo.
Aiolia e Camus, proteggendo sempre Saga, continuarono a fare razzia di nemici utilizzando l’arma più potente dei loro robot, ovvero il Bazooka, mentre Shura era affiancato dalle tre ragazze.
Il fratello minore di Aiolos, stava combattendo con una ferocia quasi disarmante. Sembrava essere indemoniato, sparava a più non posso, abbattendo più nemici possibile. Quella del giovane tenente, era una rabbia anche nei confronti di Saga, suo fratello a causa di quest’ultimo poco prima aveva quasi rischiato la vita!
Tutti e cinque i Mobile Suit, a differenza dei più comuni mezzi da battaglia, possedevano un modulo memorizzatore delle battaglie stesse. Questi era un computer in grado di memorizzare i combattimenti del pilota, facendo diventare il mezzo in questione di volta in volta sempre più potente.
Poco più distante da dove combattevano i Mobile Suit, vi era ferma l’Athena.
La nave stellare si era dovuta fermare perché era stata seriamente danneggiata ad un motore, difatti da questi ne stava uscendo fuori parecchio fumo, ma nonostante tutto i suoi cannoni fotonici, riuscirono comunque a sparare senza sosta, abbattendo una dietro l’altra, un gran numero di navi nemiche, ma ne restarono da eliminare giusto cinque, quindi Shion dopo essersi consultato con Aspros, di comune accordo decisero di utilizzare proprio contro quest’ultime, cinque, giusto uno a testa, di quei venti missili fotonici a lunga gittata, che l’Athena da un bel po' di tempo si stava tenendo all’interno delle sue rampe di lancio.
Shion, sapeva che uno di questi sarebbe sicuramente bastato per rendere in polvere una di quelle grosse navi, e difatti non si era sbagliato affatto. Non appena questi furono sparati, andando così a colpire i loro bersagli, per quelle cinque navi rimaste fu davvero la fine. Un grosso fascio di luce le avvolse tutte quante, poi una volta che questi si dissolse, delle cinque non ne rimase nemmeno una misera traccia.
Si erano completamente dissolte nello spazio profondo.
 
*
 
Sia i mezzi aerei che i Mobile Suit fecero uno dopo l’altro il loro rientro a bordo. Avevano eliminato le ultime resistenze nemiche.
La nave stellare a fatica prontamente prese ad allontanarsi dal campo di battaglia, passando e schivando tutti i detriti che aveva attorno a sé, ma dopo poco nel suo radar comparve una mole di una grossa astronave e si trattava proprio dell’Anoha.
Artemide, che era appena uscita dalla stanza in cui si erano rinchiusi durante la battaglia, alla vista e riconoscendo la nave della nipote, quasi si sentì mancare. Scoppiò a piangere, mentre attraverso l’oblo della sua cabina, continuava ad osservare la mole della nave nemica.
Senza esitare, Shion prontamente diede un nuovo ordine, quello di ricaricare i cannoni di prua, visto che quelli di poppa erano al momento inutilizzabili.
Mentre a bordo dell’Ahona, una sempre piuttosto seccata Pandora disse a Katya di aprire il fuoco, specificando e indicando, che la nave nemica era piuttosto malconcia. In effetti, si poteva ben notare la lunga scia di fumo nero che stava lasciando dietro di sé, ma soprattutto questi era anche seriamente danneggiata, stava andando leggermente alla deriva, difatti anche gli stabilizzatori stavano faticando in maniera notevole, nel far rimanere la nave sulla rotta giusta.
Il timoniere Degel, a fatica riusciva a manovrarla.
Katya, di contro però tergiversava e Kyoko che era al suo fianco sapeva perfettamente il motivo di tutto quel suo comportamento. Quest’ultima come sempre stava soffrendo dentro di sé in perfetto silenzio.
La bionda ragazza ben sapeva che a bordo di quella determinata nave vi era anche il ragazzo che le faceva battere il cuore, così inventandosi parecchie scuse, dicendo alla cugina che i loro missili non avevano una tale portata, e che la nave nemica era troppo lontana per cui non l’avrebbero mai e poi mai centrata, fece in modo di far allontanare ancora di più dalla portata dei loro cannoni l’Athena, che piano, piano, in lontananza ai loro occhi divenne un bianco puntino, in quello spazio di nero totale.
Pandora, su un primissimo momento non le disse nulla, ma non appena arrivarono nuovamente su Hades, dove furono raggiunte anche da Radamante e dagli altri due generali, senza neppure salutare quest’ultimi, prese e si avviò spedita nelle stanze dello zio.
Con una certa dovizia di particolare, come spesso d'altronde faceva, prese a riportare ad Alone, quello che la cugina aveva da poco fatto, cioè che aveva non fatto. Questi a quelle sue parole rimase piuttosto pensoso, ma di contro avendo anche la coscienza piuttosto sporca, visto quello che in passato aveva avuto l’ardire di fare, incominciò quindi a dubitare della fedeltà della figlia, ma soprattutto a più riprese si domandò, visto anche il comportamento sempre piuttosto astioso che quest’ultima aveva da parecchio tempo mostrato nei suoi confronti, se questi non fosse venuta a conoscenza di quella verità. Quella verità che praticamente nessuno sapeva, o meglio quei pochi che ne erano a conoscenza, erano stati a tempo debito sistemati.
Gli incidenti più o meno casuali, dopotutto potevano quasi sempre capitare!
Pandora era davvero troppo incollerita, quindi non perse l’occasione di riportare allo zio, anche della questione dei prigionieri lasciati scappare, anzi aiutati a scappare, di proposito.
Dopo che stette a sentire tutto quello che la nipote gli stava raccontando, Alone non aveva più dubbi.
Questi, era certo che Katya stava facendo di tutto per remagli contro, e lui non poteva permetterle di continuare a fare tutto ciò.
Non appena Pandora terminò di raccontare i vari epiloghi allo zio, si congedò da quest’ultimo, ma non appena uscì dalle di lui stanze private, andò a scontrarsi proprio con sua madre, che stranamente era uscita anche lei dalle sue stanze. Eris, aveva deciso di andare a parlare con suo fratello. La donna ci aveva pensato parecchie volte, e alla fine aveva deciso che quella era la cosa più giusta da fare.
Madre e figlia si guardarono per un lungo momento negli occhi, poi quasi amorevolmente, Pandora disse alla madre.
Vieni andiamo, ti accompagno immediatamente su New Texas!
E senza esitare la prese per mano, trascinandosela dietro di sé.
La ragazza iniziava a preoccuparsi. Sapeva che prima o poi sarebbe successo qualcosa di grave ma soprattutto di irreparabile, così con quel gesto aveva voluto portare in un posto tranquillo e sicuro la madre.
Quest’ultima sarebbe rimasta ben lontana dalla battaglia, che molto probabilmente a breve da quelle parti si sarebbe abbattuta come se fosse stata un fiume in piena.
Pandora e Eris, presero posto sulla nave ammiraglia comandata dalla ragazza, e Katya sempre continuando a tenere sotto il proprio attento controllo le due, con una scusa si appartò. La ragazza, per prima cosa non si fece vedere volutamente dal padre, e questi stranamente non cercò nemmeno un confronto con lei.
In quel momento, entrambi stavano studiando un piano, un modo per riuscire a fregarsi a vicenda.
La bionda comandante quella sera non cenò neppure, si fece solo portare un leggero spuntino nei suoi appartamenti.
Al fratello disse che stava poco bene, quindi di conseguenza non aveva troppo appetito. Questi se ne stette, ma notò in lei un comportamento alquanto strano. Non l’aveva mai vista così nervosa e agitata. Quella volta Radamante preferì lasciare perdere. A volte capitava a chiunque di non essere al meglio della forma.
Dopo aver mangiucchiato quel poco che si era fatta portare, si mise comoda sopra alla chaise-lounge che era presente all’interno della sua stanza. Chiuse gli occhi, iniziando così a pensare che quello era il momento giusto, decisamente adatto per agire, quindi si alzò leggermente e visionò tramite il suo orologio da polso che ora si era fatta.
Perfetto! Sorrise maligna. Ora saranno quasi tutti a dormire!
Con un balzo si issò in piedi. Indossava la divisa, quindi decise di mettersi più comoda, prese a togliersi quest’ultima e infilare il suo corpo all’interno di una molto più pratica tuta da ginnastica. Poi si legò i lunghi capelli biondi sistemandoseli in una crocchia, e per evitare di essere riconosciuta si mise in testa un capellino di lana sottile, color nero, così come lo era anche la tuta. Ai piedi invece indossò un paio di comode e soprattutto silenziose scarpe da jogging. I soliti stivali che metteva sempre, per quell’occasione risultavano essere piuttosto rumorosi, per cui era meglio evitare!
Terminata l’opera di vestizione, si avviò verso una piccola cassettiera, dove da un cassetto di questi prelevò un piccolo aggeggio. Questi era un controllo della posizione. Un localizzatore, tanto per capirci.
A quel punto, quatta, quatta, uscì dai suoi appartamenti e prese ad inoltrarsi per il lungo corridoio, ormai del tutto deserto, e soprattutto per nulla illuminato.
Erano solamente presenti le piccolissime lucine di emergenza, poste nella parte più in basso, appena sopra al battiscopa.
Sempre in religioso silenzio, la ragazza si diresse verso l’hangar dove al suo interno vi era sistemata la navicella personale dell’imperatore. A quel punto, voleva capire ma soprattutto scoprire, dove suo padre si recava quando si assentava per lunghi periodi da Hades.
E solo in quel modo lo poteva venire a sapere!
 
*
 
Da tutt’altra parte invece stava succedendo ben altro.
Fortunatamente Sisifo, i tecnici, Shaka e Hilda erano riusciti, faticando, a ripristinare in parte i sistemi operativi della nave, per cui l’Athena aveva potuto mettersi in contatto col resto, quello che ne era rimasto dato che anche loro si erano scontrati con le squadriglie di Hades, della flotta.
Alla fine avevano deciso di incontrarsi su un pianeta, che secondo i calcoli dell’ammiraglio Riise, era piuttosto vicino a Hades.
Si sarebbero riuniti e avrebbero nuovamente deciso una nuova strategia, mentre dalla Terra, il generale supremo Sage, aveva fatto partire altre navi, le quali si sarebbero poi affiancate a quelle superstiti, una volta che tutti avrebbero fatto il loro arrivo su Delta Vega.
 
 
Colei che Scrive.
Ciao a tutti!
Per la primissima volta ho deciso di scrivere un capitolo eliminando del tutto i dialoghi.
Mi auguro che questa mia scelta (solo per questo) vi sia piaciuta.
Non so, mi è preso così.
Detto ciò, le questioni piano, piano, si stanno chiarendo.
Le uniche cose che praticamente sono certe, sono che Katya, ormai per “salvare” Saga è disposta a fare davvero di tutto.
Pandora ha capito che chi tradisce, è la cugina. A breve avranno un bello scontro le due “primedonne” come dice sempre King, di Hades.
Alone, avendo la coscienza piuttosto sporca, insomma, quello che in passato ha fatto è gravissimo, inizia a capire perché la figlia adottiva si comporti in quel modo.
Mentre chi è messo davvero male è il nostro bel Saga. Questi è talmente in totale confusione che non è nemmeno più in grado di saper gestire una battaglia, e soprattutto pilotare Gemini.
Al momento non avrei altro da dirvi, solo quello di ringraziavi per essere sempre presenti.
GRAZIE di CUORE.
Alla prossima.
Salutoni, Vanity!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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