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Autore: FraJV_94    18/01/2021    0 recensioni
Vivienne Shepard è una giovane studentessa del college con una problematica famiglia alle spalle, alle prese con una minaccia proveniente dal passato che incombe su di lei. La sua protezione verrà affidata a una misteriosa Organizzazione, di cui Emily Lennox è la più brillante agente, da sempre impegnata nella ricerca di una pericolosa criminale.
La vita delle due donne si intreccia alle indagini, tra presente e passato, entrambe alle prese con amori difficili e destini complicati.
"-Devo farti un paio di domante. Vorrei che tu mi rispondessi con sincerità, se ti è possibile-
Vivienne lo guardò sorpresa. Era la prima volta da quando era arrivata in quel luogo che qualcuno la trattava con gentilezza, senza imporle di fare qualcosa.
Annuì.
-Allora, ti ricordi com'è iniziata la storia con David Cooper?-"
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 9 

 

Quando Vivienne aveva letto “Belford Clinic” sui documenti del fascicolo di Emily su caso Emma Ryan, circa la famosa clinica psichiatrica in cui aveva presumibilmente lavorato la criminale, aveva sentito un tuffo al cuore e una forte delusione l’aveva travolta, ancora animata dalla speranza di trovare un collegamento tra David Cooper e il caso di Emma Ryan. 

Qualche giorno prima, infatti, grazie a suo fratello Bentley, aveva scoperto che David Cooper era stato ricoverato al “Bellevue Hospital”, in Pennsylvania, e i nomi non coincidevano. Prima ancora, l’ospedale era stato dedicato a un ricco finanziatore privato, un certo Vanderberg. Era stato ribattezzato come “Bellevue Hospital” dopo che la polizia aveva arrestato il finanziatore per corruzione ed evasione fiscale. Vivienne non fu molto sorpresa nello scoprire che era un vecchio collaboratore di suo nonno. 

Nonostante ogni ricerca le sembrasse un buco nell’acqua, Vivienne non voleva darsi per vinta: sentiva che la sua intuizione era corretta, ne era certa. 

Iniziò a fare ricerche su google con il suo cellulare, sembrava che quella clinica non esistesse nemmeno. Aveva trovato tanti articoli sull’ospedale e su David Cooper, ma nulla che lo collegasse ad Emma Ryan.  

Dopo l’ennesimo articolo pieno di informazioni che a Vivienne non servivano, ormai presa dalla rabbia, si imbatté in un vecchio blog in cui veniva nominata la Belford Clinc 

 

Dopo il devastante incendio che ha distrutto l’ala nord della Berford Clinic nel Luglio del 2007, finalmente Domenica 8 Settembre 2009 è stato inaugurato il nuovo “Vanderberg Institute”, che gode di reparti con apparecchiature moderne e avanzate. Grazie a ingenti investimenti pubblici e donazioni private, infatti, è stato possibile.... 

 

Vivienne, senza fiato, dovette rileggere più volte quell’articolo per realizzare ciò che aveva scoperto.  

Aveva ragione. Aveva capito tutto. 

Euforica iniziò a saltellare per la sua stanza. 

Nessuno aveva trovato corrispondenza tra Belford Clinic e Bellevue Hospital perché di mezzo c’era stato lo scandalo del ricco finanziatore evasore di tasse e corruttore e tutta la vicenda era stata insabbiata.  

Inoltre, Vivienne era sicura che nessuno avesse davvero verificato se ci fosse un collegamento: nei giorni precedenti lei aveva insistito tanto con Chris, e quando riusciva a incrociarla anche con Emily, ed era sempre stata liquidata con un “verificheremo, tranquilla”, ma in realtà nessuno si era preso la briga di farlo per davvero.  

Continuava a non capire ancora tante cose, come ad esempio il perché Emma Ryan avrebbe dovuto aiutare David Cooper a uccidere proprio lei, Vivienne Shepard, e non aveva trovato dei documenti che dimostrassero che si fossero davvero incontrati in quella clinica, ma pensava che non potesse essere tutto un caso. 

Non pensava che per coincidenza, una psicopatica assassina e un serial killer avessero frequentato lo stesso reparto psichiatrico e che, sempre per una fortuita coincidenza, fosse proprio l’Organizzazione a occuparsi di entrambi i casi. Vivienne era finita in mezzo a quella storia e non le rimaneva che capire se ne fosse l’obiettivo o una semplice pedina. 

Iniziò a pensare che forse fosse per via della sua famiglia, degli affari dei suoi nonni. Sapeva benissimo che non tutti i business della Shepard Corporation fossero legali, non conosceva i dettagli ma negli anni non le era mai stata nascosta la natura non convenzionale e fuori legge delle attività di famiglia. 

Pensò che forse Emma volesse la sua morte perché i nonni le avevano pestato i piedi. 

Le sue ipotesi si fecero ancora più solide nella sua mente quando scoprì che il giorno dopo il suo arrivo a Seattle, anche Emma Ryan era stata avvistata in quella città. Non poteva essere un caso, tutto era collegato. 

Non vedeva l’ora che Chris ed Emily rientrassero per condividere con loro quello che aveva scoperto e per sbattergli in faccia quanto fossero inefficienti e ottusi.  

Avrebbe inesorabilmente cacciato Avery e Will nei guai e un po’ era dispiaciuta per il ragazzo, ma in fondo anche lui non aveva dato ascolto alle sue considerazioni.  

L’unica persona che le aveva sempre dato ascolto era suo fratello Bentley, che l’aveva anche aiutata molto con le ricerche.  

La mattina dopo il furto del fascicolo, qualche ora prima del rientro di Chris ed Emily, Vivienne si stava recando al campus con Jake, ed era al telefono proprio con suo fratello. 

“Non riesco a trovare un tubo di niente, è tutto secretato” 

-Niente?- sbuffò Vivienne, impaziente. 

Jake le lanciò uno sguardo interrogativo. Lei scosse la testa, come a dirgli di non preoccuparsi.  

Non poteva parlare liberamente con suo fratello per non rischiare di far riferimento al furto del fascicolo, ma il viaggio in macchina era l’unico momento in cu era certa che nessuno ascoltasse le sue conversazioni. Inoltre, aveva ottenuto, mediante l’intervento dei nonni, che il telefono con cui poteva contattare esclusivamente la sua famiglia non fosse sottoposto a intercettazioni, pertanto le conversazioni rimanevano private. 

-E per l’altra questione?- 

Vivienne aveva chiesto a suo fratello di fare qualche indagine aggiuntiva sul passato di Emma Ryan dopo aver consultato il fascicolo di Emily, alcuni punti, infatti, le erano parsi poco esaustivi.  

“Niente che non sapessi già. Solo una cosa un po’ particolare, in realtà... Ma non credo sia importante” 

-E cioè?- 

“Beh, c’è stato quel caso, dove l’Organizzazione ha fatto fuori i tre complici della Ryan... La ragazza rapita è finita nel programma protezione testimoni dell’FBI...” 

-Si, lo so- 

“Fammi finire! Allora, beh, dopo qualche anno è riuscita a scappare dal programma. L’hanno cercata per mesi, hanno scoperto che era diventata una sorta di hacker, poi...” 

-Non sto capendo cosa c’entri con me- 

Viv, giuro che se mi interrompi ancora ti chiudo il telefono in faccia. Stavo dicendo: è diventata una hacker e ha chiesto di uscire dal programma di protezione. Hanno acconsentito soltanto perché è rimasta nel loro radar, partecipa ai loro eventi e altre cose. E adesso, in gran segreto, l'FBI non lo sa, lavora per una società sommersa, diciamo, una rete di sicari” 

-Che cosa?!- 

Jake si voltò a guardarla nuovamente, con sguardo interrogativo. 

-Bentley mi sta raccontando dell’ultima festa a casa dei nonni- inventò Vivienne, maledicendosi per non essere capace di trattenere le sue imprecazioni. 

“Hai detto bene, c’entrano anche i nonni in tutto questo. La società per cui lavora, RDM Inc, ha contratti attivi con la Shep Corp. Ho trovato tutto nell’archivio a casa dei nonni, e credo ci siano stati anche dei contatti recenti, penso che il nonno avesse proposto anche a loro di occuparsi della tua protezione, ma hanno rifiutato... e alla fine il contratto è stato stipulato con l’Organizzazione” 

Vivienne sospirò. -È tutto molto interessante, ma non vedo come possa aiutare la mia causa- 

“Beh forse non c’entra nulla, ma era un po’ strano, per questo ho fatto qualche ricerca in più. Questa Cece Wilson ha del fegato se ha rifiutato un’offerta del nonno” 

-Come hai detto? Cece Wilson?- 

-Cece Wilson? Con una figlia di nome Casey?- 

Vivienne guardò intimorita Jake, che le aveva posto quella domanda, temendo che potesse aver capito l’argomento della telefonata con Bentley. 

Deglutì. -Non saprei, è una collega di mia madre- inventò, sperando di risultare credibile. 

“No, dalla sua scheda non risultano figli” 

-Bentley dice che non ha figli- aggiunse rapidamente Vivienne, desiderando che Jake non volesse approfondire.  

Decise che forse sarebbe stato meglio non rischiare ulteriormente di essere scoperta e salutò suo fratello. 

Era però curiosa di sapere cosa stesse pensando Jake, assorto nei suoi pensieri. 

-Non starai pensando a questa donna del mistero, vero?- 

Lui sorrise, tristemente. -Di donne del mistero me ne basta una- 

 

˜ 

 

-Dai, stai scherzando- disse Chris, sorridendo.  

Era appena arrivato nella sua stanza, dopo il rientro dalla missione, e aveva trovato una Will molto scossa che aveva subito vuotato il sacco su quanto successo. 

Chris non aveva nemmeno avuto il tempo di posare il borsone, che continuava a rimanere saldamente appeso alla sua spalla. 

-Sono seria Chris- rispose Will, senza guardarlo negli occhi. 

Calò il silenzio per qualche istante. Lei alzò lentamente lo sguardo, terrorizzata dalla sua reazione. 

Chris lanciò uno sguardo alla scrivania e poi al tavolo da pranzo e capì che Will non stava scherzando. 

-No, non è possibile- fece, avvicinandosi alla scrivania. Non poteva credere ai suoi occhi.  

Iniziò, frenetico, ad aprire cassetti e mobiletti. 

-È inutile, non c’è- mormorò Will, sempre immobile. 

Lui sbatté un pugno sul tavolo da pranzo e lei sobbalzò. -Ma come cazzo è possibile? Come hai fatto a perderlo?- 

Will iniziò a piangere. -Io... Non lo so, quando sono rientrata non c’era e l’ho cercato ovunque, è stato rubato!- 

-Non lo sai..? Non lo sai?! Quel fascicolo conteneva anni di indagini! Anni di lavoro! E tu lo hai perso!- 

La ragazza sapeva di non avere scuse. Aveva sbandierato ai quattro venti il compito che le era stato assegnato e chiunque avesse già una mezza intenzione di appropriarsi del fascicolo aveva avuto la strada spianata. 

-È stato rubato ma non so come...- 

-Solo tu conoscevi la combinazione di questa stanza!- 

-Evidentemente no!- ruggì lei, con quel poco coraggio che le era rimasto in corpo. 

Chris la fulminò con lo sguardo, ma Will capì che forse non era così, forse c’erano altre persone che conoscevano il codice. Non voleva peggiorare la sua posizione, pertanto non gli chiese nulla, ma in un secondo momento avrebbe indagato, non si sarebbe fermata li. 

Chris prese il cellulare e compose velocemente un numero di telefono. -Devi venire immediatamente da me, è successo un casino-. Lanciò poi il cellulare sul letto e si rivolse a guardare Will. -Ti conviene sparire prima che arrivi Emily, vorrà la tua testa- 

Si fissarono per qualche istante in silenzio, lui con un’espressione dura e furiosa, lei mortificata e addolorata. Sapeva che Chris non l’aveva mai guardata in quel modo. Era già stato arrabbiato con lei prima d’ora, avevano litigato anche furiosamente, si erano insultati e feriti a vicenda, ma poi erano sempre riusciti a incollare i cocci e ad andare avanti insieme. 

Quella volta Will aveva capito che non ci sarebbero riusciti, ancor prima che Chris parlasse. 

-Devi andartene- le disse, quasi malinconico. -Non posso andare avanti così, basta- 

Will gli si avvicinò e gli diede un ultimo bacio sulle labbra, inumidito dalle sue lacrime. Poi prese la sua borsa e se ne andò dalla camera. 

Fu l’ultima volta che mise piede in quella stanza. 

 

˜ 

 

Quando Chris entrò con irruenza nella stanza di Vivienne, la trovò seduta sul suo letto intenta a riordinare i documenti del fascicolo di Emily. 

La ragazza non si preoccupò di nascondere ciò che stava facendo, né di inventarsi qualche scusa poco credibile. Lo guardò negli occhi, con aria di sfida. 

Lui aveva capito che era stata lei a rubare il fascicolo quando Will gli aveva fatto notare l’evidenza sul codice di ingresso della sua stanza, e si era ricordato di averlo condiviso soltanto con un’altra persona. Una certa bionda impertinente. 

Iniziò a urlare come un matto e Vivienne aspettò che si calmasse prima di dire qualcosa. 

-Si, l’ho preso io- disse, a un certo punto. 

-Grazie, l’avevo capito! Come ti sei permessa di...- 

-Emma Ryan è la complice di David Cooper- lo interruppe Vivienne, stufa di sentirlo sbraitare. 

-Stronzate!- esclamò lui, sempre più arrabbiato. 

-No, non sono stronzate! La stronzata è che nessuno qui mi abbia mai ascoltata- 

-Smettila di fare la bambina!- ruggì ancora Chris, quasi esasperato. -Sei una ragazzina viziata che non sa accettare un no come risposta, esattamente come tuo fratello- 

Vivienne strinse gli occhi. -Sarò pure una ragazzina viziata, ma ho comunque ragione- 

-Dovresti scendere dal tuo piedistallo e renderti conto che questo è il mondo reale e non puoi fare quello che cazzo vuoi, hai rubato un fascicolo a cui non avevi accesso!- 

-Innanzitutto, non l’ho rubato, consideralo come un prestito, e poi...- 

-Comunque, non avevi il permesso di leggere quei documenti! Tantomeno di entrare in camera mia! E per inciso, ho cambiato il codice di ingresso- 

-Buon per te, bravo- 

-Non capisci nemmeno la differenza fra ciò che puoi o non puoi fare, ma immagino che a una Shepard come te sia sempre permessa qualsiasi cosa, eh?!-  

Lei lo fissò in cagnesco per qualche istante. -Sono ben abituata a fare quello che mi pare e piace, - rimarcò, non voleva cedere nemmeno di un centimetro. -Ma ciò non toglie che avessi ragione- 

-Certo, come no! Immagino che tu sia stata così in gamba da trovare un sacco di prove che noi stupidi agenti che facciamo questo lavoro da tutta una vita non siamo stati in grado di fare, è così?!- 

-Proprio così- sibilò Vivienne, ormai di fronte a Chris, meno di un metro a separarli.  

-Stai veramente superando ogni limite- disse lui, avanzando di un passo verso di lei. 

-Me ne frego altamente dei tuoi limiti- 

-La devi smettere, non te lo ripeto più- 

-E tu devi ascoltarmi, solo un minuto- 

Lui non rispose subito, camminò avanti e indietro per la stanza guardando rabbioso davanti a sé. 

Stava cercando di calmarsi, Vivienne lo aveva capito e gli diede tregua, evitando di peggiorare la situazione. 

-Hai idea di quanto Emily si sia incazzata con Will? Per poco non la strozzava- disse poi lui, rimanendo a distanza da Vivienne. 

-Non è colpa mia se è una stupida oca, ma in ogni caso mi prendo la piena responsabilità. Will aveva solo da tenere la bocca chiusa- 

-Tu te ne sei approfittata!- 

-E non lo nego!- esclamò Vivienne, tesa. Non le importava di discutere di quanto stupida fosse Will, Chris ancora non voleva ascoltare quanto avesse scoperto. -Ma non mi volete ascoltare- 

-Scusa tanto se non siamo schiavi al tuo servizio- 

-Proprio non ci arrivi! Adesso capisco, stai con lei perché siete idioti allo stesso modo!- 

Lui non rispose subito, si limitandosi a guardarla in un modo che Vivienne non riusciva a interpretare. 

-Ci siamo lasciati- 

-Ah, finalmente-  

Vivienne non riusciva a credere che quelle parole fossero uscite per davvero dalla sua bocca. 

Lui la guardò torva, arrabbiato. 

-Non darmi la colpa anche per quello!- esclamò lei, ormai esasperata. 

-Beh, abbiamo litigato per colpa tua, guarda un po’- 

-Vi ho solo dato un pretesto. E lo sai benissimo- rispose piccata Vivienne.  

-Non sai di cosa parli-  

-Lo so, invece. Sai anche tu che era inevitabile finiste così!- 

-Ma che ne sai?!- esclamò lui, stringendo i pugni. 

Vivienne capì che era di nuovo al limite ma questa volta decise di non trattenersi. 

-Non l’hai mai guardata come la guarda Avery- 

Intuì di aver colpito nel segno. 

Chris rimase a fissarla per qualche istante con la bocca mezza aperta, come se stesse cercando di ribattere qualcosa ma le parole gli fossero rimaste appese in gola.  

Vivienne non aggiunse nulla. Aveva capito che lui non l’avrebbe più ascoltata, doveva parlarne con Emily. 

Dopo qualche momento che alla ragazza sembrò interminabile, Chris si schiarì la voce. -Farò rapporto a Evans e al Direttore e ci saranno delle conseguenze- 

Vivienne avrebbe voluto rispondere che lo sapeva e lo aveva già messo in conto, ma decise di rimanere in silenzio 

Si sentiva pronta ad affrontarli tutti. 

 

˜ 

 

Emily si trovava nel suo ufficio, seduta alla sua scrivania, ed era intenta ad osservare Chris che, in silenzio, camminava nervosamente su e giù per la stanza.  

Avevano appena trascorso un’ora impegnativa: dopo aver scoperto della scomparsa del fascicolo, in preda alla furia Emily aveva strigliato Will. Si era placata soltanto nel momento in cui Chris le aveva riconsegnato il fascicolo e le aveva spiegato che era stato sottratto da Vivienne. Non c’era stato bisogno di controllare le telecamere a circuito chiuso, Chris aveva capito subito che era stata lei.  

Emily non aveva ancora parlato con Vivienne, voleva capire perché avesse preso il fascicolo e cosa stesse cercando. Si era accorta di quanto la ragazza fosse irrequieta e aveva la sensazione che avesse avuto un motivo valido. Era comunque molto arrabbiata con lei: si era introdotta nel suo ufficio e aveva consultato il fascicolo senza chiedere il permesso a nessuno, avrebbe dovuto capire che non poteva continuare a comportarsi in quel modo. 

Non lo avrebbe mai ammesso ma in fondo un po’ ammirava la sua astuzia e la sua audacia. Aveva ingannato due agenti preparati e addestrati e aveva sottratto del materiale top secret, senza che nessuno se ne accorgesse. Forse qualcuno avrebbe dovuto aggiornare i protocolli, pensò.  

Prima di parlare con Vivienne voleva aspettare che Evans le facesse una lavata di testa coi fiocchi, come amava chiamarle lei, e ripianificasse i turni di controllo e sorveglianza della ragazza. Le avrebbe anche imposto di scusarsi con Will ed Avery, anche se dubitava fortemente che sarebbe servito a qualcosa. 

Inoltre, voleva parlare a Vivienne insieme a Chris, ma sembrava che il suo amico non riuscisse a calmarsi, tanto era arrabbiato. 

-Sfogati- gli disse, aspettando che lui riversasse tutti gli insulti che gli passavano nella testa per la ragazzina. 

-Ho lasciato Will- rispose lui, fermandosi al centro della stanza, sorprendendo Emily. 

-Tu... Che cosa? Per... per il fascicolo? Guarda che non è il caso, lo abbiamo ritrovato- 

Emily evitò di sottolineare ad alta voce che se il fascicolo non fosse saltato fuori, Chris sarebbe tornato comunque single perché avrebbe pensato lei a far fuori la sua ragazza. 

Lui non rispose. 

-Chris, mi dispiace davvero- 

-No,- fece lui. -non è vero. Quasi non dispiace nemmeno a me- 

Emily lo guardò stranita. -Chris ma cosa dici? Hai battuto la testa?- 

Lui alzò gli occhi al cielo. Era davvero complicato parlare con Emily dei sentimenti che provava, lei era sempre così poco empatica. -No, non ho battuto la testa. Ero... sollevato! Capisci?- 

-Quando è successo?- 

-Quando mi ha detto del fascicolo- 

Emily inclinò la testa. -Senti, sei ancora arrabbiato, è evidente. Prenditi qualche giorno per pensarci, non è la prima volta che vi capita- 

-Appunto- fece lui, buttandosi sulla sedia di fronte a Emily. -È proprio per questo, Vivienne ha ragione, aspettavo solo un pretesto- 

-Ma ti prego dai!- esclamò Emily sbuffando. -Vivienne ha vent’anni, cosa vuoi che ne capisca di queste cose- 

-Ciò non toglie che ha ragione-  

Si alzò di nuovo in piedi e riprese a camminare. 

-Senti, vuoi stare fermo un momento? Che ti avrebbe detto? Ma poi chissenefrega di quello che dice la ragazzina, è solo fastidiosa, pretenziosa e arrogante- 

Lui non rispose e non si fermò. 

-Mi vuoi dire cosa ti ha detto oppure no?- 

Chris finalmente si fermò. -Ha detto che non ho mai guardato Will come la guarda Avery 

Emily sorrise sarcastica. -Ah, se lo dice lei..! Chris ti stai facendo troppi problemi per...- 

-Ems, è la verità, ok? Ha ragione, forse non sono mai nemmeno stato innamorato di lei, non lo so- 

Emily ebbe il sospetto che lui non le stesse dicendo tutto. -E..?- 

-Cosa?- 

-Dimmelo tu, posso sentire la tua mente imprecare da qui. Dai- 

-Niente- rispose lui, scuotendo la testa.  

-Chris- 

-Ho detto niente- 

-Io lo so chi guardi così- disse allora, rapidamente Emily, stuzzicando una sua reazione. 

Chris sospirò, passandosi una mano fra i capelli. -Non guardo nessuno così, non guardo nessuno e basta- 

-Mi sa di si, invece- 

Lui le lanciò uno sguardo tagliente ma non disse nulla. 

Lei continuò. -Guardi in quel modo una certa ragazzina irritante, fastidiosa e totalmente incurante di ogni qualsivoglia forma di autorità- 

-Dio, se è irritante!- 

Emily scoppiò a ridere e dopo qualche momento cominciò anche lui. 

-Tutte le attenzioni che le dai... Solo lei non se n’è accortaForse 

Lui scosse la testa. -Non... Senti, faccio bene il mio lavoro. È solo lavoro-  

-Chris, almeno con me puoi essere sincero- 

Lui tornò a sedersi, corrucciato. -Non so cosa dire, vorrei essere innamorato di Will ora, non di...- 

-Non di?- 

La guardò torva. -Non ho intenzione di dire nulla- 

-Dovresti dirlo a lei-  

Il suo amico balzò di nuovo in piedi. -Dio, Chris, ma ce la fai a star fermo un minuto?- 

-Mi fai innervosire! Senti, sto svolgendo un lavoro, e voglio farlo bene. Tutto il resto non conta- 

Emily alzò le mani, in segno di resa. -Ok, come vuoi. Ricordati che c’è ben altro oltre all’Organizzazione, e che non decidiamo noi di chi ci innamoriamo- 

Mentre diceva quelle parole ripensò a Jake, avrebbe tanto voluto scegliere di amarlo come più meritava.  

-Dobbiamo andare a parlarle- sospirò infine, cercando di cacciare quei brutti pensieri dalla sua mente. 

-È proprio bella- sospirò il suo collega, tornando a sedersi sulla sedia, quasi sconsolato. 

-E anche sveglia, hai visto come ha fregato quei due polli? Cazzo, ci pensi a quanti anni abbiamo sprecato ad addestrarli, se poi una ragazzina gliela fa così sotto il naso?- 

Chris abbozzò un sorriso. -Un po’ ti piace, uh?- 

-Ma evitiamo di farglielo sapere- 

*To be continued* 

  
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