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Autore: Sinden    20/01/2021    0 recensioni
Heloise é una giovane studiosa. Il suo sogno é quello di essere ammessa a Orthanc, la Torre di Isengard, in cui vengono istruiti e formati i futuri Stregoni.
Per farlo, dovrà prima superare una difficilissima prova.
🌺🌺🌺
FF tolkeniana, genere avventuroso, basata anche su film Lo Hobbit - La desolazione di Smaug.
Nuovo personaggio.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Thorin Scudodiquercia
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La visione della luna piena che splendeva e illuminava tutta la valle di Imladris non riusciva a impressionare Thorin. 
Ne aveva viste centinaia di notti come quella, sui Monti Azzurri. Anzi, dalle montagne del Nord lo splendore lunare era ancora più spettacolare, perché il corpo celeste sembrava più grande, e più abbagliante.

Sentiva lo scroscio delle cascate che gettavano acqua nei burroni lì attorno, sentiva il frinire di qualche grillo e il verso di un assiolo, lontano.

La quiete di Gran Burrone lo innervosiva. Tutto, del territorio degli Elfi lo innervosiva. 
Gli Elfi non gli piacevano. Nonostante l'altruismo di Elrond e la pazienza dimostrata dai suoi sudditi verso gli altri Nani, che tutto erano stati in quelle ore tranne che ospiti rispettosi ed educati.

C'era una strisciante presunzione nel comportamento degli Elfi che lo irritava. Sapeva bene che quel popolo si considerava l'eletto della Terra di mezzo, in qualche modo. Figli amati da Eru, guardavano con alterigia le altre razze. Specie i Nani.

Ma Thorin aveva troppo orgoglio dentro di sé, troppa dignità, per reggere quelle occhiate di traverso senza batter ciglio.

Non gli era andata a genio l'osservazione di Elrond sulla sua gente. Aveva dato a lui e agli altri degli sputasentenze, lo aveva criticato per aver chiamato debole la ragazza umana. Per aver detto la verità. 
Non aveva voluto discutere col signore elfico se non altro per una questione di riconoscenza, in fondo li aveva sfamati e aveva permesso loro di pernottare al sicuro nei suoi confini. Aveva accolto Farin con tutti gli onori. Il principe di Erebor si era perció alzato dal tavolo e aveva evitato un alterco con l'Elfo e con Gandalf. Ma gli era costato molto, perché la calma non era certo una sua qualità innata.

Anche lo Stregone si era mostrato inaspettatamente benevolo con la donna. Eppure Thorin ricordava la delusione nei suoi occhi, la mattina della loro partenza da casa Baggins, dopo aver scoperto che la giovane era fuggita. Ma perché non l'aveva rimproverata? Era scappata dopo aver dato la sua parola a lui, ed a Gandalf il Grigio, verso il quale oltretutto nutriva enorme stima.

Lo Stregone e l'Elfo avevano entrambi una predisposizione al perdono e alla tolleranza che invece non facevano parte del bagaglio caratteriale di Thorin.

Se fosse stato per lui, quella ragazzetta avrebbe passato la notte all'addiaccio in qualche caverna, di certo non le avrebbe concesso una vasca in marmo per lavarsi, olii, profumi, abiti e due ancelle ad assisterla. Se c'erano due cose che il signore nanico non sopportava erano l'immaturità e la vigliaccheria, anche se in fondo il fatto che la ragazza non si fosse unita alla sua Compagnia gli aveva risparmiato delle seccature.

C'erano state grane di vario tipo lungo il 
tragitto fino a Gran Burrone: i tre Troll che avevano pensato di farsi una cena a base di carne di Nano, dai quali erano fuggiti grazie a Gandalf, l'inseguimento degli Orchi in groppa ai loro mannari... e quel buffo Stregone, Radagast, con i suoi racconti sul misterioso Negromante che occupava la fortezza di Dol Guldur. 
Se Heloise fosse stata con loro durante tutto questo, molto probabilmente non sarebbe sopravvissuta alla paura, agli scontri coi nemici, ai pericoli.

Ma li aveva abbandonati. Aveva con sè un oggetto importante per il loro scopo, qualcosa che avrebbe potuto aiutarli davvero, e li aveva lasciati con un pugno di mosche in mano. Dopo avere promesso. Quello aveva fatto indispettire Thorin più di ogni altra cosa. La mancanza di rispetto verso il patto che aveva lei stessa sancito.

Sentì un rumore di passi dietro di lui. Si giró.

Nel suo abito bianco come il latte e sotto i raggi di luna, Helli sembrava un fantasma. E pareva triste, mortificata.

"Quella é tua sorella?", chiese Thorin, con indifferenza. "Non vi somigliate."

"Isadora è la copia di mio padre. Io somiglio a mia madre." rispose lei, sorpresa che lui avesse parlato per primo. "Hai ragione ad avercela con me."

"Non ce l'ho con te, te l'ho detto." rispose il Nano. "So bene che non ci si puó aspettare molto da voi mortali umani. Ho visto di che pasta siete fatti, sui Monti Azzurri. Io e la mia gente viviamo a stretto contatto con una comunità umana, lassù. Gli uomini non fanno che litigare, cercare di fregarsi a vicenda e rubare gli uni agli altri. Le donne.... beh, non farmi continuare. Tu non sei diversa." 

"Che posso dire Thorin, hai ragione. Ricordo la nostra conversazione sotto le  stelle della Contea. Ho scoperto di non essere adatta alle avventure. Non ce l'avrei  mai fatta ad arrivare ad Erebor. Come non ce la faró ad andare ad Angmar e portare a termine il mio impegno. Lo so." commentó mestamente lei.

Thorin si sorprese. "Angmar? Che devi fare in quel regno?"

"Una missione ancora più assurda rispetto a quella che avrei accettato se...se avessi firmato il tuo contratto. Tu devi affrontare Smaug. Io ho già affrontato un altro Drago, Urgost. E con la Bestia ho sancito un patto." rispose Helli.

Thorin aggrottó le sopracciglia. "Hai bevuto, per caso? Vuoi farmi credere di aver incontrato, e parlato, con un Drago?"

"Chiedi a Farin, se non mi credi. Lui c'era, con gli altri. Non sai attraverso cosa siamo passati." sospiró Heloise. "Non puoi nemmeno immaginarlo."

"Elrond e Gandalf sostengono infatti che siete tutti reduci da eventi straordinari. Ma non crederó mai che abbiate incontrato un Drago. Vi avrebbe divorati, fatti a pezzi. Non si ragiona con quelle creature." ribatté Thorin. Poi si fermó un attimo. "A meno che..."

Helli annuì. "Sì. Il Mil Naur, questo diamante che porto al collo, ha il potere di controllarli. Di impedire che facciano del male al portatore. Questo é il motivo per cui siamo tutti e cinque ancora in vita. Questo é il motivo per cui Gandalf insisteva perché io venissi con voi. Per usarlo contro Smaug, per obbligarlo ad andarsene da Erebor. E forse avrebbe funzionato. In effetti, ho potuto parlare con quell'essere. Sebbene, quello che ho detto ci ha cacciati tutti in un mare di guai."

"Cosa?! Cosa...gli hai detto?" volle sapere il Nano, i suoi occhi verdi che brillavano di curiosità improvvisa. "E di che diavolo parli? Lo Stregone non mi ha detto nulla su quel diamante. Nulla di preciso, cioé."

"Gli ha dato la sua parola." disse la voce di Gandalf. Non visto, aveva spiato la conversazione fra i due. Emerse da dietro una delle colonne. "Ha fatto con lui un accordo molto simile a quello che la ragazza stava per fare con te, Thorin. Solo che... stavolta non ci saranno fughe notturne a levarla dall'impiccio. Non si scappa dai Draghi."

Thorin non capiva. "Una promessa? Di che tipo?"

"Non è il momento di parlarne, ora. Ormai la cosa non ti puó più riguardare, amico mio. Heloise è attesa altrove. Due persone desiderano parlare con lei. Scusaci, Thorin." lo interruppe Gandalf. Poi guardó la donna. "Dovrai ripetere la tua storia a chi molto desidera ascoltarla, ragazza."

"Un attimo." disse lei. "Thorin... ti chiedo scusa, di nuovo. Perdona questa stupida. O non dormirò più serena la notte."

"Dormi pure fra due guanciali, signorina Foley. Se riuscirai a farlo, nelle prossime settimane.  In quanto al mio perdono, non ti devo niente. Poichè come ho detto, nulla di inaspettato è successo." la geló Thorin. "E in quanto a te, amico, niente mi terrai nascosto d'ora in poi." grugnì a Gandalf. "Te l'avevo già detto. Basta segreti."

"E va bene. Me lo merito." sospiró Helli. "Ma mi addolora quello che ho fatto. Volevo che tu lo sapessi."

"E perché, che ti importa del mio giudizio?" chiese Thorin.

"Perché ti rispetto. Da quando ti ho incontrato. Dal primo istante. Ho visto tanta nobiltà in te." rispose Helli. "Non credevo potesse essercene in un..."

"...in un Nano?" Thorin finì per lei. Poi il suo classico ghigno sarcastico fece capolino da sotto la barba. 
"Buona fortuna per la tua missione, qualunque sia. Ne avrai bisogno, donna umana."

🌺🌺🌺

Gandalf la condusse su un sentiero stretto e lastricato da tante pietruzze bianche, che sembravano brillare sotto alla luna.

"Chi vuole incontrarmi? Ti prego, dimmelo." Imploró Heloise. "Questa notte vorrei solo riposare. Non credo di riuscire a parlare con chicchessia. Ho ritenuto giusto scusarmi con Thorin, ma non credo di poter sopportare altre conversazioni stasera. Mi sento... come se stessi per andare in mille pezzi."

"Lo comprendo. Ma è di vitale importanza che tu veda queste persone. Vengono da molto lontano. E sono preoccupate." le disse lo Stregone. "Sono venute qui per te...e per un altro motivo."

"Da lontano? E come hanno fatto ad essere già qui? Io e gli altri siamo giunti oggi a mezzodì..." chiese Helli.

Gandalf sorrise. "Beh, queste persone diciamo...sanno come muoversi attraverso il tempo e lo spazio. Non sono arrivati a piedi."

Heloise era sempre più costernata. "Allora non sono umani. Gandalf, ti scongiuro..."

"Ora raccogli tutte le tue energie. Fa' un bel respiro e...prometti di non perdere il controllo. Forte potrebbe essere la tua emozione, quando ti presenteró agli altri." le disse il Vecchio.

"Prima vorrei chiederti una cosa: perché non sei arrabbiato con me?" gli disse Helli, fermandosi sul sentiero. "Temevo l'incontro con te e Thorin. Mi vergognavo molto. Ma tu...hai sempre quell'aria buona e comprensiva...perché?"

"Ti stupisce, non é così?  Helli, la tua fuga è stata per me un atto di grande umiltà. Thorin lo giudica vigliacco, ma io credo che tu abbia semplicemente scavato nella tua coscienza, e abbia visto che in quel momento non eri pronta. Ed è vero, é probabile che non saresti stata al passo con noi se ci avessi seguito. Anche se, quello che Farin ha raccontato ad Elrond dimostra che hai molto coraggio. Non credo tu abbia idea della reale potenza di Melthotiel. Non hai avuto paura, davanti a lei."  spiegó Gandalf.

"Oh sì, invece. E molta. Andriel ci ha protetti da lei. Io non ho fatto che tremare." riveló Helli.

"Non é vero. Hai resistito. In entrambi i suoi attacchi, hai resistito. Non ti sei lasciata convincere a darle il diamante. Un uomo, al tuo posto, avrebbe ceduto." le disse Gandalf. "La Strega Elfo sa usare il suo potere mentale per terrorizzare gli altri. Ma non te. Per non parlare del fatto che ti sei retta sulle tue gambe dinanzi ad Urgost. Quel Drago colossale. Altri sarebbero svenuti dal terrore, sai?"

Helli guardó altrove. "Io mi sento codarda. E questo è tutto. Non ce la faró ad andare il quel Regno, e uccidere Agandaûr. Scapperó ancora, lo so."

"Diciamo, che fino ad ora hai scelto la strada della fuga. Hai scelto la parte più umana di te stessa. Ma non è detto che la cosa ti debba piacere." le disse Gandalf. "E ora andiamo."

Heloise ricacció giù un singhiozzo e seguì Gandalf verso una struttura circolare, che ricordava un gazebo da giardino, ma più largo e imponente. Vide che Lord Elrond era seduto su una delle panche in pietra, pensieroso. La luce della luna bastava ad illuminare quel luogo quasi a giorno.

Gandalf camminava davanti a lei, e non appena mise piede sul pavimento in marmo decorato della struttura, annunció: "La ragazza é qui."

La prima cosa che Helli vide, fu una cascata di lunghissimi, e meravigliosi, capelli biondi. Una figura femminile si stagliava all'orizzonte, le dava le spalle ed era immersa nella visione di quel panorama magico. Una veste lunga e bianca avvolgeva quel corpo alto e delicato, e il capo era ornato da un diadema che pareva molto prezioso.

Era un Elfo femmina, ma doveva essere importante. Non la vedeva in faccia, ma la regale postura le suggeriva che quella davanti a lei era ben più che una semplice conoscente in visita.

Giró lo sguardo a destra e i suoi occhi incrociarono quelli scuri e severi di un uomo anziano, seduto su un altro seggio in pietra. Un uomo molto, molto anziano, la cui lunghissima barba candida, come i capelli, gli si raggomitolava in grembo. 

Helli si voltó verso Gandalf, confusa.

"Vi presento la custode del Mil Naur, una ragazza del territorio del Minhiariath. Ha affrontato Melthotiel..." a quel punto, la donna Elfo si giró e Helli vide la sua bellezza, paragonabile a null'altro avesse mai visto. ".... è sfuggita agli spettri dei Tumuli, e ha stretto un patto con il Drago Urgost. Un'umana speciale, non ne convenite? Heloise é il suo nome."

"Speciale?" commentó l'altro anziano. La guardava con un'espressione a metá strada fra l'annoiato e l'infastidito. "Io direi terribilmente ordinaria, invece."

Helli s'irritó.

"Prima di insultarmi, mi usereste la cortesia di dirmi il vostro nome?" gli chiese, con tono stizzito.

"Oh che sbadato!" esclamó Gandalf. "Nella foga del momento, ho dimenticato di terminare le presentazioni. Cara, lascia che ti presenti Dama Galadriel, del Lothlórien. E costui é Saruman il Bianco."

Helli sentì il cuore perdere un battito.

Come? chiese la voce del suo inconscio. Chi?

"...e, non credo di doverti spiegare chi sono." terminó Gandalf.

 

   
 
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